5x1.Poesie n.11

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Noemi Cammareri

Michela Niccoli

per

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Gruppo Dinamo Edizioni

Gruppo Dinamo Edizioni www.gruppodinamo.jimdo.com gruppodinamo@libero.it

Massimo Innocenti Erika Vita

Noemi Cammareri Michela Niccoli

per

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Edizione Gruppo Dinamo
Dialogo in 10
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poesia
poesie e
immagini

Introduzione

“Quando la porta angelica fiammante affollata di liuti è dischiusa…” William Butler

Nonsarebbe d’altro canto preferibile aprire la fessura che traspare dalla porta dell’immaginazione, perché vedere ciò che appare come un’immagine, o una visione che liricamente diventa un monologo interiore, può misurare la libertà sillabica che congiunge la voluta neutralità di una composizione mentale. Le immagini diventano parole e le parole assumono visioni incorniciate da un’interiorità di cui il poeta trascrive solo piccole porzioni di un tempo immediato. L’immediatezza, o meglio la sensazione, giunge veloce, talmente veloce che il penetrare dell’emozione cerca un ordine mentale, un sistema che conduce a un’esteticità naturale, di cui, il poeta, raccoglie frammenti prescelti e li consolida in un’afferrata geometria visiva. In questa edizione le due poetesse, due generazioni diverse, affrontano il bersaglio intimistico da differenti versanti, ma ugualmente raggiungono le proprie dissonanze impulsive e con queste progettano l’affresco visivo. Disuguaglianze che riescono a dominare ritmi rispondenti, dove da una parte l’immagine assume un suono metafisico e dall’altra un ritmo ascendente che risale una vivace conversazione.

Noemi Cammareri è una giovane artista, per lei le immagini pittoriche, cioè le sue pitto-installazioni, si fanno carico di una consolazione visiva quando, raggiunta la giusta dialettica, trovano nelle assenti parole l’essenza dinamica dell’enigma. Per l’artista, la parola diventa un tramite concettuale, al punto che lascia al tempo il trattenere le visioni, tagliando e ricucendo solo il giusto spazio, per far diventare l’attesa vocale, materia da plasmare con delicate sfumature. Così facendo, per Noemi, la poesia assume una semiologia relativa, l’esattezza della pausa si riempie d’immaginazione, ogni parola composta

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si accoda all’esatta temporalità dell’attesa. In queste cinque poesie, Noemi rende evidente una neutralità visiva, ciò che vede si trasforma in pura esclamazione, al punto di fermare l’istante e far ripartire la sensazione solo quando ogni frase si ricompone nel proprio orfismo. Le poesie si collegano tra loro come un filo sottile, sequenze di endecasillabi rallentano il ritmo tra una prima e una seconda sospensione temporale, raggiungendo il termine emotivo solo quando tutto diventa metafora prosastica.

Michela Niccoli rima le sensazioni cercando le parole che sono in attesa. Parole come simboli magici diventano elucubrazioni dissonanti, al punto che le composizioni tramano verso una disposizione stilistica. Ogni elaborazione poetica segue uno schema, un disegno preparatorio che non si lascia riconoscere, ma che appare nel momento in cui il tempo diventa soggetto e il senso della forma rigenera la musicalità della parola: ritmi precisi e suoni in corrispondenza, fino al distacco soggettivo di una pura realtà emotiva. Michela raggiunge la materia poetica nella misura in cui la lascia svanire, in questa fase raccoglie le sensazioni e le organizza come oggetti da riporre in uno scrigno sensitivo. Nessuna possibilità evocativa, la poesia di Michela è un raccontare temperamenti spezzati, sospesi e sovrapposti, al punto che necessitano di una chiave immaginaria per entrare in relazione ai suoi sentimenti. La chiave è nella scansione del tempo, nella raffinata metrica – tutte le terzine narrano e si compongono in una fluente rima baciata – in una limpida e agile ritmica, dove è possibile invertire la rima, in memoria della tradizione semantica che, per la poetessa, è la sua soggettività, al pari del suo silenzio.

Quale visione può avere il suono delle parole oggi? La poesia potrebbe decifrare l’oscurità delle troppe speculazioni mentali e far rivivere la conoscenza attraverso la coscienza, e allontanare l’irreale perfetto che penetra il reale devastato.

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Massimo Innocenti

Noemi Cammareri

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Noemi Cammareri Eco, 2022 acquarello su carta

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E’ l’alba della notte il sapore indaco della solitudine, È ossessione dipinta tra le sue ciglia bagnate.

Interminabile e misteriosa è l’attesa del preludio. Iride nei campi nevosi illumina la sfuggente luna. Freddo è il vetro della pelle.

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Osservata, dentro un piccolo vaso di vetro, è vuoto il silenzio che urla.

Presente come il tempo, assente. Una piccola foglia secca.

Umida la terra degli attimi.

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Oltrepassano gelide stalattiti come pugnali lucenti. Strattonata, galleggia.

Sguardi imperterriti cedono, tra attimi, tra lontane acque.

Cinguettio di rondini tra ciliegi in fiore.

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Freschi fili d’erba sono sipario del bruno colore, nuvole in cielo vibrano. Luce e ombra alternano la danza dell’indefinito tempo.

Il vento lamenta incertezze, aspri silenzi, corrose visioni. Tiepide e sature viscere come serpi, attorcigliano l’amore.

Pigmenti. Cadono, tra le anime galoppando, bianco, nero, rosso e verdastro, accecano. Disorientate stelle. Profuma la tromba degli angeli.

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Nuotano stelle cadenti, ondeggiano lucciole e rugiada. Il cielo è in equilibrio, aspetta.

Profuma la linea porpora, segrete ali di gabbiano. Petali sfiorati dal tenue colore dell’aspro sapore.

Iridescente immagine sospesa nel tempo.

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Il singhiozzo

Se qualcosa ti agitasse e il singhiozzo ti prendesse è la bocca da coprire se educato vuoi apparire

Se succede devi bere un sorsetto dal bicchiere un po’ d’acqua piano piano e ti passa in un baleno

Se restasse persistente ti rendesse balbuziente qualcos’altro si può fare dunque … lasciami pensare

Il rimedio è la paura o una facile mistura del limone e dell’aceto un cucchiaio giù d’un fiato

Sì, lo so, è dura a bere anche gli occhi fa strizzare ma il successo è garantito mio fratello l’ha provato

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Una volta ce l’aveva e bevendo non passava io c’avevo un manuale e lì lessi il rituale

Era Giovani Marmotte una guida per mascotte bevve tutto disgustato ma il singhiozzo gli è passato

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L’amica mia che non fa più la guerra

Chissà se è già tornata sulla terra l’amica mia che non fa più la guerra e nel dolore ha avuto la fortuna di tanto amore intorno alla sua pena

Amica lo era un tempo quando il vento soffiava lieve e a noi pareva tanto quand’anche erano pochi i nostri affanni e solo due vissuti eran decenni

A lei rivolgo spesso il mio pensiero per lei che adesso non è più mistero la vita ed ogni singola ragione che muove l’universo e le persone

Sarà leggera un angelo che balla l’anima sua che brilla in una stella Le porto in dono solo due parole che fanno eco e arrivano da sole

Le lascio entrare e rotolare piano ed arrivare lente una per uno è il mio saluto al cielo dalla terra a lei che adesso che non fa più la guerra

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Ode al golfino

Aspetta nel cassetto ripiegato al buio ignora quello che sarà afflitto per il tempo ch’è passato il suo futuro incerto è vacuità

Ma poi stasera un vento si è levato addio calura estiva ti saluto l’arietta volevamo e nel Creato a una cert’ora il fresco si è sentito

Il fine settimana mette brutto settembre dietro l’angolo ci aspetta se arriva un po’ di pioggia soprattutto ci porta via quest’afa che si affetta

E io che sento tutto amplificato avanti Merry Christmas già fischietto il mio golfino solo e abbandonato ho già tirato fuori dal cassetto

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Prendo un’altra rotta

Nelle feste e nei week end

È come un limbo spazio-temporale menzogna amara tutta circolare la mente si rincorre e va veloce si avvita bene in testa e tutto tace

Cerco silenzio in questa confusione è tutto nero e puzza di pattume e penso a mille posti in cui fuggire ma immobile rimango a boccheggiare

Nessuno può capire, è trasparente io dentro sono in gabbia e fuori niente è un picco che ritorna e tira in basso l’inferno che non molla il posto fisso

Non vedo costa che mi può salvare nessuna terra a cui potersi dare nella tristezza il cuore si fa stretto e affogo sull’asciutto del mio letto

Consuma come il fuoco sulla legna nemmeno fumo fa questa carogna un vortice mi succhia la ragione e fa della mia casa una prigione

Zavorra resto a terra qui a marcire sperando possa un giorno scomparire ma torna sempre a casa puntuale io zattera che ondeggio in mezzo al male

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È buio dappertutto e freddo sento a volte dura poco e a volte tanto se luce vedo appena in un bagliore è il passaporto per non affondare

Dammi una mano, forza, distrattore è poco ma può essere letale vorrei evitare di spiccare il volo dal quinto piano forse vado in cielo

In una penna è l’alba boreale mentre la gola stringe a soffocare se scema dello scrivere il piacere rimane poco spazio per campare

Adesso resta solo la mia storia ho perso tutto e pure la memoria vorrei una fede forte come roccia una benedizione al giorno nella doccia

Mi devo ancora un atto di fiducia un guizzo di speranza e di tenacia domani è un altro giorno e sono intatta respiro a fondo e prendo un’altra rotta

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Son tornate le rose

Son tornate di maggio a fiorire le rose Ora che ci sei tu sembra che siano esplose

Ogni boccio sei tu dal terrazzo sospese rose e fragole giù vanno allegre e festose

Oggi penso di più sei vicina e distante se ti lascio lo spazio non ci resta più niente

Vado e torno piccina la mia bocca riprende la sua curva bambina e una lacrima scende

Una nota dolente la mia voce che chiama e “mammina” si sente da una bimba lontana

Poi mi abbraccio da sola o sei tu e abbracci me ogni giorno, ogni sera dentro resto con te

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Michela Niccoli autrice e melodista, diplomata alla scuola di Mogol, considera la scrittura il miglior modo per esprimersi chiaramente, senza farsi travolgere dall’emotività. Scrive da sempre poesie, filastrocche e racconti. Ha partecipato a diversi progetti benefici letterari collettivi, e pubblicato alcuni brani inediti. Appassionata di fotografia ha all’attivo, su un magazine online, un cospicuo numero di advertorial sull’eccellenza toscana. È un’esploratrice, documentarista a cui piace sperimentare e cimentarsi continuamente in qualcosa di nuovo.

Noemi Cammareri nasce a Pisa il 14 Marzo del 1997. E’ artista e trova espressione tramite la pittura, la danza, la poesia, l’installazione e la fotografia. Frequenta il Liceo artistico di Pisa e successivamente intraprende gli studi accademici nel corso di Pittura

- Arti Visive alla LABA di Firenze conseguendo nel 2020 la Laurea triennale Cum Laude. Attualmente vive e lavora a Venezia dove frequenta il Biennio specialistico in Arti Visive all’Accademia di Belle Arti. Dal 2016 ad oggi partecipa a mostre, premi ed eventi culturali.

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Non è difficile intuire che la moltiplicazione che dà il nome a questa raccolta di poesie non ha nulla a che vedere con l’aritmetica, difatti il risultato del “nostro” 5 per 1 è 10: dieci pensieri in dialogo con se stessi e tra di loro, in fermento, vibranti di storie. Dieci frammenti di vita, dieci poesie, due immagini,con tempi e spazi distinti; il dialogo che si va a creare è una moltiplicazione tra due individui ed il prodotto è un’esperienza grafica. AntonioGiachetti

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