5per1.Poesie n.7

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51 Marcella Ermini Adriano Baccaglini

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Introduzione

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a normale presenza della natura, in un rapporto tra immagini e parole, può creare una rottura del decorso temporale costruendo una condizione di sospensione: il tempo crea un’attesa dell’interiorità consentendo un racconto lineare ove diventa lecito parlare di una coscienza, o di una reale contrapposizione tra il passato e il futuro, in cui il presente diventa un’equazione che rifluisce nelle profondità del momento. Rendere trasparente la convergenza tra le parole in una possibile teoria poetica, attraverso una profonda modificazione della temporalità, crea quel presente dove la poesia si addentra individuando l’eternità. É il rapporto tra l’immagine e il tempo che tende al dialogo in una rappresentazione simbolica: gli elementi naturali rimandano al senso che l’uno è la decodificazione dell’altro e ogni situazione si aggancia alla metafora simbolica. I due poeti, Marcella Ermini e Adriano Baccaglini, in un certo senso, seguono questa possibilità. Essi concepiscono, attraverso un tropismo, una reazione al punto che ognuna delle loro poesie cerca una direzione intima, ponendosi con modi diversi, in riferimento all’oggetto. In questo caso l’oggetto è il fluire del tempo che diventa liquido, acqua o magma, ma anche parole in cammino verso una limpida decodificazione della propria esistenza. Seppure il metodo, il linguaggio e la stessa prosa delle opere dei due poeti siano diversi, sono però accumunati nel loro problema, che unisce entrambi nell’essere dramma di se stessi, dal quale traggono un punto di forza che li rimanda alla pura sensazione di ogni parallelismo vitale Nelle differenti prose, non è tanto la ricerca di una sintassi lirica ma quanto una prevalente enunciazione del colloquio, del dialogo che raggiunge i sentimenti e li trasforma in pensieri da cui nascono assonanze e riferimenti: alcune volte al ricordo, altre invece alla percezione dell’essere stati una conseguenza di qualcos’altro.

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I quasi versi di Marcella Ermini modulano il tempo con immagini predisposte per essere metaforizzate, da quel legame tra immaginazione e realtà nascono, come il fluire di un fiume, le percezioni espressive. Tutto si lega a perpetue domande che non vogliono alcuna risposta, ma solo il paragone tra coscienza e canto. Un urlo silenzioso che non raggiunge alcun orecchio bensì solo complicazioni armoniche che dettano lo stato d’animo. Adriano Baccaglini racconta, in continui dialoghi interiori, una propria esuberanza: i pensieri galleggiano su possibili onde o in piccoli rigagnoli tanto da divenire, in alcuni momenti, prosa con un’attenta metrica che a tratti diventa iniziazione del linguaggio, come se cercasse un altro dal sé per poi riconsegnarlo al sé medesimo. Un gioco delle parti che non si esaurisce ma si allunga in un sonno che nasconde storie neotestamentarie. Le vicende della poesia sono una continua metamorfosi del tumulto interiore, fino al trasfigurare ogni reale esigenza per poi renderla condizione dell’uomo o dell’Io interiore, rivelando un’esperienza autobiografica. È una pratica la poesia, con venature pietiste e con continui dialoghi oscillanti tra vaghi timori e sincere incertezze. Massimo Innocenti

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51 Marcella Ermini Erika Vita Adriano Baccaglini Massimo Innocenti

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dialogo in dieci poesie e due immagini

Settima Prima edizione edizione aa cura cura del del Gruppo Gruppo Dinamo Dinamo anno 2022 2021 Borgo BorgoSan SanLorenzo Lorenzo-Firenze - Firenze



Marcella Ermini

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Marcella Ermini “Riflessi”

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Firenze, 1984

1. Come sembra lontana l’età felice. L’impossibilità di movimento, il vuoto come un vortice incomprensibile, forse è la metamorfosi. Chissà se qualcuno conosce la sofferenza della farfalla. Incubazione, forse eterna, forse morte. Occhi di pianto, braccia senza forza. Quanto bene fa una carezza, com’è stanco il mio viso e senza vita la mia bocca.

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2. Ghirigori di pensieri, tristissimi, dolcissimi. Malinconia di foglia rossa. L’azzurro dei tuoi occhi è il ricordo della mia acqua, del mio pianto. Voglia di annullarmi, di lasciarmi. Vorrei brindare al mio amore, ma è troppa la voglia di stringerti.

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3. Il mutare dei colori scandisce il tempo. Che grande impotenza non poter raccontare il vento. Volo leggero, foglie incenerite, sole malinconico, paesaggio opaco. Salto nel vuoto, nella vita, nella morte.

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4. I tuoi occhi sono la primavera, il canto dei passeri, la bella stagione. Sono l’acqua che scorre allegra, sono un tuffo nel sole.

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5. I vecchi vedono il passato. Il presente è stanco, con occhi velati di un pianto silenzioso. L’acqua del fiume,non passa mai due volte. Va verso il mare, si confonde con la spuma delle onde. Quiete di bassa marea.

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Adriano Baccaglini

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“…e nel silenzio attendo” estate 2019

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“DENTRO DI ME” del 06.11.2009 Dentro il confine della mia vita ti cerco. Apri il tuo ripido sentiero eccomi. Porto con me la natura di questa stagione nutriti. Hai raccolto il mio corpo fragile amalo. Sul tuo viso ho lasciato la mia ombra non cancellarmi. Restami accanto anche in questo giorno avvicinati. Nel labirinto della tua mente ancora mi perdo prendimi. Non lasciare che il pensiero mi porti via parlami. Sul mio corpo la tua voce è un tracciato perfetto guardami. Non fermare i tuoi occhi su questa superficie attraversami. Nel deserto degli incontri mi troverai guardati …..dentro di me.

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ABBRACCIAMI – NON PERDERMI 2010 abbracciami abbracciami non perdermi non perdermi questo è sangue - freddo sangue scorre come scorre il tempo che passa questo è il movimento - freddo movimento mobile come i passi lenti sul ghiaccio questo è suono - sordo di voce e amore

il solo suono che sento

sento freddo - mi muovo lento - ascolto blu - carne blu ferma nell’attimo del gesto un gesto che da sempre attendo abbracciami - non perdermi ora che sono meteora in cerca di terra in cerca di te.

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PENSIERI D’ACQUA 2001 “… c’è sempre il mare che bagna la mia terra, attorno, ovunque, dentro. C’è un viaggio che non lascia traccia, l’unico viaggio possibile, l’unico viaggio sul mare … e non voglio perdere la rotta. Navigo dritto, navigo verso, con le mani tese dietro per chi mi vuole seguire, per chi mi vuole accanto … come isole, che solitarie risuonano nel vento, e nel vento parlano e si raccontano.” “… c’è sempre il mare che mi bagna dentro … c’è sempre la mia necessaria solitudine … c’è sempre il blu, mio infinito.” “… ci sono pensieri d’acqua, liquidi, che mi sommergono come onde… e lassù c’è sempre un gabbiano che osserva”. C’è un cielo liquido che si apre sopra di me, un cielo che non mi sa bagnare, gocce che non lasciano traccia. Vorrei camminare seguendo la verticale dei miei pensieri. Vorrei poterti toccare nel movimento liquido dei nostri corpi, uniti, avvolti di morbida pelle, vorrei accostare le mie labbra sul tuo cuore e farlo vibrare. Voglio lacerare questo corpo per fare uscire questa pioggia che mi bagna e non mi disseta. Oggi che i colori non mi illuminano, vorrei abbandonarmi tra le tue braccia e cullarmi col tuo respiro, col mio respiro, e muovermi nella musica che risuona dentro di noi. Io come posso scavarmi dentro ed accoglierti – in quale parte di me vuoi rimanere? Attraversami questa superficie, entrami, perditi in me perché io ti possa ritrovare, naufrago di amore.

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Vorrei potermi toccare con le tue mani, potermi vedere con i tuoi occhi, amare come amo………confondermi in te, nuotare nel tuo movimento, farmi spiaggia per raccogliere la tua onda………e annegare nel tuo sguardo liquido. Vorrei, guardandoti negli occhi, vedermi nella tua mente. Quanto tempo mi resta ancora – quante cose devo fare – quanta acqua dovrò ancora bere ? abbracciami terra – tienimi stretto. So che non posso averti. Posso solo donarti, senza limiti, senza cesure. “Dove sei? … io ti posso appena toccare … e mi ritorna la nostalgia del desiderio”. Dammi la possibilità del viaggio. Dammi un luogo che profumi di mare e di inverni pieni di sole. Dammi la possibilità di amarti – dammi la necessità della vita.

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“IO CREDO” – 8.11.2019 Quando riuscirò a rivederti anche nel frammento di un vetro io credo che potrò conoscere allora la divinità. Io credo nel passo lento che porta alla casa lungo il sentiero ancora da fare. Io credo nella riunione domestica delle menti e dei ricordi. Credo in colui che risplende sopra le nuvole dell’indifferenza. Nella moltiplicazione degli affetti che sono opere eterne e regali da dare a piene mani. Io credo nel colore che illumina ogni giorno la mia schiena e riscalda ogni singola pietra di questo corpo casa. Credo nella quantità di cose ancora da fare e anche di quelle già presenti. Credo nella possibilità che mi sembra una rara occasione di essere. La sola possibilità di spostare tutti gli eventi che costruiamo ogni giorno. Credo nella lotta che è unione di forze. Credo nell’abbraccio che non separa ma che sostiene nella sua infinita metamorfosi verso l’altro verso sé stessi.

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Io credo in una moltitudine d’amore di padri creatori del cielo e della terra. Di tutte le cose visibili ma che non sappiamo vedere e per questo non sono invisibili. Credo che resteremo di fronte a guardarci riflessi nel frammento di questo ultimo tempo che ci è stato dato. E non lasceremo che il dolore anneghi nelle lacrime. Io credo.

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“NON SEGUIRMI” - 08.08.2010 Non seguirmi il mio cammino ora non porta da nessuna parte. Non posso darti una meta o una casa in cui dimorare e nessun paesaggio da vedere in questo viaggio. È un cammino attraverso il dolore, una lenta e inesorabile discesa. E non c’è costruzione ma perdita. Le parole non hanno senso, non hanno significato, e allora mi perdo, anzi ho perso. L’esistenza è come un pugno di sabbia, e le mie mani non riescono a trattenerla tutta. Perdonami, è l’unica cosa che riesco a dire e a chiedere ora. Non seguirmi cammino nel mare e non lascio traccia. Ti posso dare solo un abbraccio, prima di partire, è l’unica cosa che riesco a fare con tutto me stesso. Non seguirmi. Dimenticami.

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Non è difficile intuire che la moltiplicazione che dà il nome a questa raccolta di poesie non ha nulla a che vedere con l’aritmetica, difatti il risultato del “nostro” 5 per 1 è 10: dieci pensieri in dialogo con se stessi e tra di loro, in fermento, vibranti di storie. Dieci frammenti di vita, dieci poesie, due immagini,con tempi e spazi distinti; il dialogo che si va a creare è una moltiplicazione tra due individui ed il prodotto è un’esperienza

Marcella Ermini attrice, insegnante teatrale, psicomotricista. Ha insegnato per 20 anni come docente nella scuola di teatro presso il “Teatro della Limonaia” a Sesto F.no (Fi). Come attrice ha partecipato a spettacoli prodotti dallo stesso teatro e dalla “ Compagnia Pupi e Fresedde” a Firenze. La lunga esperienza di Psicomotricità Relazionale le ha permesso di usare il linguaggio teatrale per proporre e condurre stages, seminari e corsi nella scuola, dalla materna all’università, nel sociale, in psichiatria, nel carcere minorile e nelle comunità di recupero.

Adriano Baccaglini laureato e abilitato architetto lascia la professione per dedicarsi al Teatro, alla scrittura, all’immagine. È la curiosità e la passione per l’Arte che lo porta ad esplorare e realizzare Letture Teatrali e Performance dove le parole, le immagini e la musica si incontrano e si esprimono in una sorta di dialogo di ARTE dinamica totale.

Gruppo Dinamo Edizioni www.gruppodinamo.jimdo.com grafica. AntonioGiachetti


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