5per1.Poesie n.8

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51 Paola Braccini Cesare Bocci

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Introduzione

L

a collana 5per1 è nata come una linea editoriale che ha fin da subito iniziato a passeggiare tra le righe e le parole degli artisti che l’hanno abitata, creando una rete armonica intrecciata alle visioni e ai pensieri poietici impressi nella metrica e nelle parole di quelle cinque poesie in dialogo con l’immagine che le accompagna nei volumi; questa nuova edizione della collana prosegue nella sua volontà di amalgamare quell’antica relazione tra pittura e poesia, arti che si esprimono per visioni, che lavorano con la “meraviglia”, che dimorano nelle percezioni e nella memoria. Ed è qui, nella memoria, che gli artisti racchiusi in questo scrigno di pagine hanno trovato la loro chiave espressiva, tra versi carichi di malinconia che dipingono un dialogo tra loro stessi ed il lettore, il quale si ritrova come un testimone di intime dediche ad anime ignote. Sono remote le immagini che le poesie di Cesare Bocci e Paola Braccini offrono a chi legge, due artisti che raccontano dei propri introspettivi attimi di vita attraverso un linguaggio chiaro e tangibile; le loro poesie sono lettere mai inviate, pensieri rivolti a precisi destinatari mai divenuti riceventi, narrano di riflessioni, di momenti vissuti e condivisi richiamati alla mente. Tra la metrica di Cesare Bocci le parole si intrecciano ad un cielo torbido di pensieri e si ritrovano ad inciampare tra quelle nubi di ricordi che abitano la mente dell’artista; nei suoi versi si riflette il suo passato, la malinconia tiene per mano il lettore parola dopo parola, accompagnandolo in punta di piedi, lasciando che venga avvolto interamente dalle meditazioni del poeta.

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In Paola Braccini i ricordi, invece, si arricchiscono di onomatopee, momenti di vita tradotti in poesia. La memoria è ciò che guida la sua penna, tracciando nero su bianco un testamento di ricordi che l’artista sfuma con mestizia, un lascito che quasi tende alla narrazione, che vaga tra le stagioni di pensiero che risiede nell’animo dell’artista. Di come i ricordi, gli incontri e le esperienze ci segnino è la poesia che riesce a riunirne il sentimento. Essa permette di esternarlo nella sua purezza, lo rende comprensibile, leggibile, consente all’esterno estraneo di immedesimarsi con l’intima interiorità del singolo, di coglierla; dono della poesia è quello di riuscire ad arricchire lo spirito umano con altrui coscienze, aprendo al leggitore le porte per la lettura semantica di personali segmenti di vita. Erika Vita

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51 Paola Braccini Erika Vita Cesare Bocci Massimo Innocenti

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dialogo in dieci poesie e due immagini

Ottava Primaedizione edizioneaacura curadel delGruppo GruppoDinamo Dinamo anno 2022 2021 Borgo BorgoSan SanLorenzo Lorenzo-Firenze - Firenze



Paola Braccini

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Paola Braccini

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RITORNO A ME Conosco bene gli spazi, posso attraversare ad occhi chiusi le stanze che abitano la mia anima... Dopo lunga lontananza, ecco il mio ritorno: esulta quieta la mia solitudine sotto questo cielo estivo, respiro libera e accarezzo il mio desiderio di te, che come un vecchio cane fedele mai mi abbandona... chiudo gli occhi e sorrido: eccomi, sono tua Ancora una volta solo tua.

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LUCE DI PRIMAVERA Un altro inverno sta passando... Ma questo gelo porta con sè la luce della primavera! Dalla finestra, di sghimbescio piovono raggi anemici e mi rammento di certi risvegli giovanili, il corpo caldo e pesto dell’amore notturno e leggerezza di pensieri che valicava le stagioni, freddo, caldo... che ci importava? Oggi la mia finestra resta chiusa e dietro gli occhi, pensieri stanchi brulicano ciechi e faticoso è il mio risveglio... Ma un altro inverno sta passando

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e già intravedo la luce della primavera che lieta rinnova il suo amorevole Inganno... E chi son diventata io dunque per non lasciarmi andare? Allora chiudo gli occhi, già grata, mentre mi invento un sole che piano mi riscalda le palpebre.

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OGGETTI Oggetti che sopravvivono, implacabili. E ancor prima dell’abbandono emanano la nostra essenza passata... Inerti, innocui, ci parlano piano, a volte incrinano il cuore e urlano feroci la vacuità del tempo e della vita Crudeli nella loro semplicità immobili, ci guardano impietosi. Mentre la nostra mente Straziata Rivive i momenti quotidiani Quando le vostre mani Vi animavano e sembrava niente ma era la vita.

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ROSE BIANCHE Eran cadute leggere quell’anno I petali delle rose Leggeri e lenti Mi pareva di sentirne il suono Tic... Tic... Avevano formato Un tappeto Immacolato Le rose bianche erano Le tue preferite. A lungo sostarono sulla terra, aspettandoti? Sembrava non volessero disperdersi, sporcarsi Ma quando alfine tornasti E il tuo stivale Affondo’ distratto Sul quel manto ancora candido... Allora sì! Allora sì Seppi cosa fare Il mio momento era dunque arrivato

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ASSENZE Camminavo piano Una passeggiata nella pineta verso la spiaggia Dietro sentivo i tuoi passi I passetti veloci del cane E mio padre... Sei venuto anche tu dunque, pensai... Sorrisi Da lontano finalmente si aprì il mare Onde e trine di spuma bianca e ottanio Ci fermammo incantati E mi voltai a cercarvi... Ma ero sola e ancora una volta ricordai. Ricordai.

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Cesare Bocci

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Cesare Bocci “ Profondità lontane “ 2011

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NOTTURNALIA

Nel ricercarti ho scoperto nuove ferite nel mio cuore. Memorie distratte le avevano ovattate confuse nei flussi di ordinario sentire. Potessi adesso ridare palpito alle emozioni sospese ai progetti inviolati alle conoscenze stupite ai silenzi incantati, perdermi tra le dune del tempo maturo, sconfitto da narcisi forbiti, ambrato da lacrime svanite, sfumato nei colori donati di un tramonto marino. Contrito, affronto i tormenti di questa notte di sogni cadenti.

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TRIPLA ECO Ogni sera fuggo da metro e folla, per poterti invocare nel vuoto silenzioso. Di un nome, di un volto, di un corpo, richiamo mille parole pronte a consolare, sogno vendite di souvenir in ricordo di quanto lei mi ammantava. Cosa di conscio conduce a vita parallela, agli attimi di un diritto smarrito, a una speranza strappata all’abbandono?

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RIFLESSI DI UN ADDIO Di noi, anche i vetri piangono. Fioco, mosso d’odalisca, l’alone dipinge il tuo svanire salire il muro. Vani riescono i miei incensi, fumi da miele amaro. Inerti le mie parole: pagine chiuse di sigillo appronte. Ombre i miei desideri tra le ombre costretti. T’incammini per vie ignote, di ricordi polverosi tremule quanto un’incertezza.

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VIGILIA Come di pantera nuvole nere maculano il cielo. Invano scrutate sfuggono al pugno di me che assurgo sghimbescio a scolpire il precoce giorno. Netto procede il crescer d’ombra del tiglio sulle vene del mio autunno. Solo la memoria, gelosa traccia inconscia del mio vissuto, saprà classificare i fantasmi dell’affanno che mi ha affogato il respiro.

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CANTO ERRANTE Troveremo il modo di musicare il tempo scandito dalle nostre labbra, facsimili sovrapposte ambasciatrici di brace carnosità liturgiche naufragio di tormenti. Per ora sediamo in bilico. Dietro di noi l’assedio delle antiche sofferenze. Prossimi, a noi opposti, vivono tomi spezzati e sudari consunti. Solo i nostri corpi oseranno sfidare il silenzio reclamante.

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Non è difficile intuire che la moltiplicazione che dà il nome a questa raccolta di poesie non ha nulla a che vedere con l’aritmetica, difatti il risultato del “nostro” 5 per 1 è 10: dieci pensieri in dialogo con se stessi e tra di loro, in fermento, vibranti di storie. Dieci frammenti di vita, dieci poesie, due immagini,con tempi e spazi distinti; il dialogo che si va a creare è una moltiplicazione tra due individui ed il prodotto è un’esperienza

Cesare Bocci,1954, Pescia (PT). Laureato in storia dell’Italia contemporanea, educatore dal 1985, pensionato dal 2021. Autore di libri sulla storia della Valdinievole, dal 2019 scrive anche in versi: è del novembre 2021 la raccolta di poesie “Foglie dello stesso albero”, 112 pp., autodistribuito Paola Braccini nasce a Firenze 68 anni fa. Negli ultimi anni della sua vita lavorativa gestisce in casa propria un piccolo B&B, attività di cui conserverà un ricordo appagante e certo umanamente interessante, tanto da trarne ispirazione per scrivere gustosi flash nel suo primo libro di racconti, uscito qualche anno fa, “LA STANZA SUL RETRO”, con l’ironia che resta il suo tratto nella scrittura. Nel 2021 esce il suo primo libro di poesie, “LA TIGRE”, edito da Porto Seguro. Attualmente prosegue la sua vita in lieta compagnia dell’amato cane e di due gatti, continuando a cimentarsi in scrittura e poetica ma senza mai dimenticare di guardare al mondo senza paura!

Gruppo Dinamo Edizioni www.gruppodinamo.jimdo.com grafica. AntonioGiachetti


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