Pineroloindialogo ottobre2014

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Anno 5,Ottobre 2014

INDIALOGO

Supple m e n t o d i I n d i a l o g o . i t , a u t o r i z z . N . 2 d e l 16.6.2010 del Tribunale di Pinerolo

A Pinerolo c’è l’”edilizia libera”? L’opinione di due professionisti: l’ing. Gabriella Frassino e l’ing. Marcello Bruera

Docenti universitari del Pinerolese /18. Intervista ad Alessandra Algostino

Il punto sul Pinerolese con Elvio Rostagno, neoconsigliere regionale


Buone News A cura di Gabriella Bruzzone

contro l’inquinamento elevato

Il progetto di 100 città resilienti Gli esperti non sanno più come dirlo: l’inquinamento è troppo elevato, stiamo distruggendo il pianeta, non possiamo continuare così, le soluzioni ci sono... Ma le grandi potenze non ascoltano più. È un ritornello ripetuto, un sottofondo che ci accompagna da anni, a cui da sempre rispondiamo: “Sì, ci penseremo domani.” A furia di rimandare però il domani è già arrivato e passato, e la situazione si è fatta sempre più critica. Abbiamo tempo fino al 2030 per ridurre le emissioni di CO2 ed evitare che la natura reagisca violentemente. E ora che anche gli eredi di Rockefeller hanno rinunciato al petrolio, non abbiamo più scuse. Da sempre la Fondazione Rockefeller ha dedicato tempo e denaro al benessere dell’umanità, investendo in progetti che preservassero il nostro pianeta. Ma ora più che mai l’impegno è totale: basta combustibili fossili, benvenute energie rinnovabili. Circa 860 milioni di dollari saranno convogliati a cercare soluzioni

energetiche alternative e una parte di questi saranno destinati a un progetto tanto ambizioso quanto necessario: “100 Resilient cities” si propone di supportare cento città in tutto il mondo nella ricerca e l’utilizzo di energie pulite, in modo da assecondare i cambiamenti climatici ed economici, plasmandosi e adattandosi a questi. A dicembre verrà resa nota la graduatoria ufficiale, ma alcune città sono già attive da tempo su questo fronte. Un esempio è Burlington, in Vermont, che fornisce energia elettrica rinnovabile a tutti i suoi 42mila residenti. La maggior parte proviene dalla centrale idroelettrica acquistata qualche mese fa dalla cittadina, il resto invece viene fornito da impianti eolici e centrali a biomasse. L’obbiettivo è fare in modo che l’intero Vermont utilizzi il 90 per cento di energie rinnovabili entro il 2050, confermando così l’attuale primato di Stato più green degli USA.

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wwwwAw Informazione e cultura locale per un dialogo tra generazioni

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|Grandi famiglie pinerolesi

investite sui giovani!

Nella nostra sede di Onda d’urto abbiamo scritto: “Qui si prende ai vecchi per dare ai giovani” (informazioni, conoscenze, competenze, SOLDI!!). Uno slogan che può apparire predatorio, alla Robin Hood, ma che per noi vuole essere soprattutto esortativo e convincente verso gli adulti che in qualche modo ci seguono. La situazione di disoccupazione giovanile è quella che è, lo sappiamo tutti: un giovane su due è disoccupato. Chi può deve investire sui giovani! Nel territorio ci sono tante ricchezze economiche di grandi famiglie, pure blasonate, con grandi capitali fermi in banca, ci ha riferito qualche tempo fa il direttore di una grande banca di Pinerolo. È ora che questi capitali vengano allo scoperto e vengano investiti nel territorio. Nel nostro piccolo come associazione culturale abbiamo approntato dieci mini job da 3.000 €, finanziati attraverso i bandi italiani ed europei, da assegnare ad altrettanti giovani in attesa di occupazione. È un piccolo segnale di attivazione verso un’emergenza; chi può deve rimboccarsi le maniche e soprattutto gli anziani, i vecchi, i pensionati come lo scrivente, che sono andati in pensione con il 90% dell’ultimo stipendio, devono investire sulle generazioni giovani che andranno in pensione con il 40-50%. Lo dobbiamo per un fatto di giustizia (ci stiamo mangiando il loro futuro!), ma anche di lungimiranza. Senza giovani non c’è avvenire. Grandi famiglie pinerolesi venite allo scoperto! Se non sapete come fare, noi di Onda d’urto qualche proposta da farvi l’abbiamo. Antonio Denanni PINEROLO INDIALOGO Direttore Responsabile Antonio Denanni Hanno collaborato: Emanuele Sacchetto, Valentina Voglino, Alessia Moroni, Elisa Campra, Gabriella Bruzzone, Maurizio Allasia, Andrea Obiso, Stella Rivolo, Andrea Bruno, Chiara Gallo, Cristiano Roasio, Nadia Fenoglio, Giulia Pussetto, Francesca Costarelli, Michele F.Barale, Chiara Perrone, Marianna Bertolino, Federico Gennaro, Isidoro Concas, Sara Nosenzo Con la partecipazione di Elvio Fassone photo Giacomo Denanni Pinerolo Indialogo, supplemento di Indialogo.it Autorizzazione del Tribunale di Pinerolo, n. 2 del 16/06/2010 Associazione Culturale Onda d’Urto Onlus redazione Tel. 0121397226 - Fax 1782285085 E-mail: redazione@pineroloindialogo.it

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Buone News

il progetto di 100 città resilienti

Politica giovane young

intervista al cons.reg.elvio rostagno

6 Urbanistica & Architettura/1

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e poi la chiamavano “edilizia libera”!

Primo piano

docenti del pinerolese/18: A. algostino

Giovani & Storia

piazza facta e lo statista pinerolese

11 Lettere al giornale

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la città metropolitana e noi

Sociale & Volontariato

la rishilpi si fa in due

Urbanistica & Architettura/2

la premiazione del concorso “Lyda turck”

14 Donne del Pinerolese la “banchiera” del tempo 15 Lettera a...

gaddis, un gotico americano

16 Per Mostre e Musei simone ardito al s.f.s.p. v.al lemina 17 Visibili & Invisibili

stop alla discriminazione dei rom disney touchè

18 Vita internazionale

Jil jaumann e Alexandra zur nieden

19 Musica emergente

i that’s all fòl

20 Teatro

stagione teatrale 2014/15

21 Cose dell’altro mondo

20 settembre 1870

21 Eventi in città

mostra su san sebastiano/fond.cosso

22 Onda d’Urto Eventi

eventi in via vigone 22

24 Amici di Pinerolo Indialogo http://www.pineroloindialogo.it http://www.pineroloindialogo.it/eventi http://www.facebook.com/indialogo.apinerolo http://www.issuu.com/pineroloindialogo


Politica giovane young di Emanuele Sacchetto

Intervista al consigliere regionale Elvio Rostagno

Il nostro territorio non è ancora pronto al nuovo percorso della città metropolitana «Tuttavia è senz’altro una bella occasione da sfruttare» Elvio Rostagno, neo consigliere regionale del PD, è uno dei rappresentanti locali nelle istituzioni sovracomunali, su cui investire per il rilancio del territorio. Incontriamo Elvio Rostagno per un confronto. Eletto da poco, ha già preso le misure con la nuova carica e con il “palazzo” della Regione? Sto prendendo le misure adesso con la dimensione e il ruolo diverso, anche in quanto figura di riferimento per il territorio. Ho infatti già svolto attività amministrativa, in Comune, ma qui il livello è completamente diverso. Vengono affrontati temi del tutto marginali nella gestione di un Comune (la sanità, il trasporto pubblico e tutte le implicazioni che ne derivano,..). Quali sono le istanze prioritarie in cima alla sua agenda e qual è il suo programma? Il programma di base è quello del Presidente Chiamparino. Tuttavia ognuno di noi vuole porre l’accento su alcuni aspetti. Io personalmente concentrerò i miei sforzi sull’attuazione di una buona politica territoriale. Questo non per essere “localisti”, ma per essere capaci di farsi

ascoltare ed integrarsi nel circuito della città di Torino. E credo che questa esigenza, di fare sistema, sia ormai sentita come indispensabile anche dagli amministratori locali. E’ finita l’era del ‘campanilismo’ e bisogna lavorare su un progetto comune e non solo locale. Ha già preso contatto con l’altro Consigliere locale Valetti, per vedere se ci sono convergenze su obiettivi comuni? Sì, ho preso contatti, ma naturalmente ci sono opposizioni di tipo ideologico. Tuttavia, sono sicuro ci sarà un tentativo di unione per la valorizzazione del Pinerolese. Solo, in questo momento non ci sono ancora state le situazioni concrete per un vero confronto su questi temi. Al momento, sul tavolo della discussione regionale, c’è già qualche progetto per il nostro territorio? In questo momento di progetti specifici per il nostro territorio non ve ne sono, in quanto i temi sempre presenti sono la sanità (che costituisce l’80-85% del bilancio) e il trasporto pubblico locale. Per il primo, si sta cercando di risanare

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«Il collegamento ferroviario veloce con Torino sarà senz’altro un tema da portare avanti nelle sedi appropriate» 5

il bilancio e razionalizzare gli sprechi. Dunque si penserà ad una ricollocazione dei reparti sul territorio, a seconda delle esigenze locali. Per quanto concerne il trasporto pubblico locale, si sta svolgendo uno studio per l’integrazione del servizio su gomma, rotaia e piste ciclabili. Tutti questi sono temi che, più o meno direttamente, influiscono anche sui territori locali come il nostro. L’abolizione delle province e la nuova città metropolitana sono temi nuovi per il territorio. Siamo pronti per affrontare questa nuova sfida, soprattutto come disposizione mentale? Io credo che il nostro territorio non sia pronto a questo percorso nuovo. La legge inoltre a mio parere poteva essere fatta meglio, stravolgendo essa tutto senza cambiare molto. Tuttavia questa della città metropolitana è senz’altro una bella occasione, che permetterà di intercettare fondi europei. Inoltre, il nostro territorio, essendo molto ampio, certamente comporterà più difficoltà nella gestione della relativa città metropolitana, ma si rivelerà a mio dire una grande ricchezza, per la varietà di paesaggio che esso offre. Un tema che ci sta molto a cuore è il collegamento ferroviario veloce PineroloTorino. Ci può dire qualcosa in merito? Certamente è da valorizzare, in quanto si sa che a convincere il cittadino a scegliere di viaggiare con un mezzo pubblico non è tanto il proprio animo ecologista (purtroppo!), ma la rapidità ed economicità

della scelta. Dunque sarà senz’altro un tema da portare avanti nelle sedi appropriate. Una parola sul Presidente Renzi e la politica nazionale. Riuscirà nel suo intento rinnovatore e di cambiamento? Io sono stato renziano fin dal principio e quindi ci credo. Sono convinto che in questo momento storico ci sia bisogno di lui. Così come l’atteggiamento enunciativo sui tanti progetti è ciò di cui la gente ha bisogno in questo momento: di speranze. Certo sono consapevole che non bisogna fermarsi ad assunti e dichiarazioni ma devono seguire i fatti. Ma sono convinto che ce la farà. Le istituzioni locali in che modo devono intervenire per arginare la crisi? Due sono i dicta, a mio parere, che le istituzioni locali devono accettare e attuare per poter far fronte alla crisi. Per prima cosa è necessario che facciano rete tra loro, adottando azioni coordinate (così abbiamo fatto noi ad esempio con il comune di Usseaux e Fenestrelle). In secondo luogo, sono necessari ragionamenti concreti su tutto quello che può migliorare in tempi veloci la qualità della vita. Per concludere, i giovani e le politiche giovanili. Cosa intende fare? Credo sia fondamentale allargare gli orizzonti dei giovani. Nostro compito è quello di creare posti per fare esperienze positive. Inoltre ritengo altamente formativa ogni esperienza di interscambio all’estero, in quanto capace di migliorare anche il nostro.


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in ci t t à

Arte&Architettura/1 di Stella Rivolo

Tra crisi edilizia e burocrazia che frena

E poi la chiamano “edilizia libera”!

M. Bruera: «Solo a Pinerolo ci sono sessantanove regolamenti comunali» G.Frassino: «Dalle prescrizioni nazionali a quelle locali ci si imbatte in disposizioni in contrasto». L’opportunità di un incontro tra professionisti e amministrazione per promuovere la stesura di un Testo Unico La crisi dell’edilizia, motore dell’economia, è sotto gli occhi di tutti. Per restare a Pinerolo, il Sindaco Eugenio Buttiero, in occasione della serata di premiazione per il concorso Türck, ha evidenziato che negli ultimi anni le entrate derivanti da oneri concessori sono scese da oltre tre milioni di euro a poche centinaia di migliaia di euro. Ma qual è la situazione per gli interventi edilizi minori “non onerosi”? “Semplificazione” è una parola molto in voga sui media, soprattutto in termini di snellimento delle procedure per favorire anche i piccoli investimenti nel settore. Una serie di norme ha ampliato l’elenco delle cosiddette “attività di edilizia libera” ed introdotto procedure semplificate; ultime le novità del Decreto “Sblocca Italia”. Quali aspettative e quale applicabilità di tali norme? Ne parliamo con l’ing. Gabriella Frassino, già Assessore all’Urbanistica del Comune di Pinerolo. Quali interventi sono ricompresi nella definizione di Attività di Edilizia Libera? A differenza di ciò che suggerisce l’espressione, sono ben pochi gli interventi edilizi che il cittadino può eseguire senza presentare dei documenti agli uffici comunali. Oltre l’ordinaria manutenzione, la norma elenca opere specifiche per l’abbattimento delle barriere architettoniche, sondaggi geognostici, serre mobili. Per tutti gli altri interventi di manutenzione straordinaria,

incluse opere di sistemazione interna, è richiesta la presentazione di apposite comunicazioni, che in realtà consistono in vere e proprie pratiche predisposte da professionisti. E’ sempre immediato per il professionista individuare l’applicabilità delle procedure semplificate in materia? Spesso si tratta di un lavoro complesso che richiede un’analisi “caso per caso” di diversi aspetti. Dalle prescrizioni nazionali a quelle locali, sino al singolo Piano Regolatore, ci si imbatte poi in disposizioni che entrano in contrasto. Ci sono Comuni dotati di norme approvate anche in precedenza rispetto ai provvedimenti nazionali sulle attività di edilizia libera. Ci sono norme più restrittive importanti, di sicurezza e di tutela, che necessariamente prevalgono sulle semplificazioni, altre invece che potrebbero essere armonizzate. In questo panorama bisogna tenere anche conto della varietà del patrimonio edilizio italiano su cui si opera: verificare ad esempio i vincoli di interesse culturale e storico, il rispetto di criteri di sicurezza in materia antisismica. Sino ad ora quali cambiamenti si sono prodotti in termini pratici per il cittadino? Non ci sono stati grossi vantaggi per il cittadino, che, per guardare a tutti questi aspetti, deve comunque rivolgersi a un tecnico del settore. C’è stato uno snellimento delle procedure? Assolutamente no. Anche perché la pratica di comunicazione per questo tipo di attività in realtà ha caratteristiche simili a quelle adottate per altri procedimenti. La comunicazione deve essere corredata di elaborati grafici, relazioni e dichiarazioni di un professionista che asseveri sotto sua responsabilità la conformità delle opere agli strumenti urbanistici e alle altre normative di settore. Secondo lei si è effettivamente trasferito il ruolo di responsabilità dal funzionario pubblico al committente ed al professionista?

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«Auspico che ci possa essere una semplificazione in termini di maggior chiarezza e minor interpretabilità delle norme»

La responsabilità è passata al professionista e il ruolo degli uffici comunali è cambiato. Si è passati da un ruolo degli uffici di verifica “di merito”, di tipo qualitativo sugli interventi, a un ruolo di analisi della pratica, di comunicazione di tipo documentale. Abbiamo sentito un altro tecnico che siede tuttora sui banchi del Consiglio Comunale, l’ing. Marcello Bruera. Ritiene che i provvedimenti sull’edilizia libera siano effettivamente semplificativi e soprattutto utili?

Bisogna fare una premessa. Fino agli anni Settanta l’attività edilizia era pressoché “sburocratizzata”, forse esageratamente. Con l’avvento di un certo tipo di cultura, si è passati alla “licenza edilizia”, ovvero alla volontà anche giusta di normare il settore. Facendosi prendere la mano, si è però normato tutto il normabile. Solo a Pinerolo ci sono sessantanove regolamenti comunali, non soltanto inerenti l’edilizia. In materia edilizia il picco di regolamentazione si è avuto negli anni Novanta, con una serie di prescrizioni che persistono. Questo tipo di cultura è rimasta nel cittadino e negli operatori del settore: un decreto non è sufficiente a cambiare impostazione.

Come si traduce tutto ciò nell’applicabilità delle procedure semplificate?

E’ necessario distinguere tra una politica degli annunci e le reali sovrapposizioni di strutture e norme; ciò che parte da Roma come “acqua viva”, arriva magari a livello comunale come “acqua pesante”. Non si può dire su un sistema così complesso “semplifico”, soprattutto dall’organo centrale; primo perché il cittadino ha un’altra interfaccia, che è il Comune, poi perché è necessario tener conto di aspetti specifici in termini tecnici. Ad esempio la demolizione di un tramezzo potrebbe essere un’attività di edilizia libera, non lo è affatto se opero su un edificio in muratura portante dove dovrò considerare l’incidenza dell’intervento sul sistema strutturale.

E il cittadino che si rivolge al professionista come percepisce questa complessità? C’è il rischio che gli annunci creino false aspettative?

Direi aspettative disattese. Nella percezione

del problema ci sono diverse tendenze: i cittadini che si rivolgono ai professionisti per essere “buoni cittadini”, altri che prendono gli annunci come “oro colato” o che il problema non se lo pongono affatto. Il professionista non può che indicare la via tecnicamente più corretta e cautelativa anche sotto il profilo procedurale. La possibilità di ricorrere a semplificazioni c’è ma, per la complessità del panorama entro cui si opera, queste vanno bene solo in specifici casi.

Ritiene che sia possibile una semplificazione effettiva che armonizzi tutti questi aspetti?

Io auspico che ci possa essere una semplificazione in termini di maggior chiarezza e minor interpretabilità delle norme: a livello comunale un tema aperto in Consiglio è l’opportunità di intavolare un incontro con i professionisti di Pinerolo, affinché si evidenzino le incongruenze tra regolamenti e si possa promuovere la stesura di un Testo Unico, in sinergia con il PRG e, per quanto possibile, con altre normative di settore. Da quanto emerge sembra che per una reale semplificazione ci sia ancora molto da fare.

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Città & Università /18

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Intervista ad Alessandra Algostino di A.D.

«La democrazia è un percorso, è allo stesso tempo un essere e un dover essere» “Sono ormai molti anni che non vivo nella realtà di Pinerolo, ma mi sembra che vi sia un buon fermento di idee, di iniziative ed incontri” Per cominciare ci parli di sé e delle sue competenze in ambito universitario. Insegno, dopo aver svolto il dottorato in diritto costituzionale all’Università di Ferrara, da ormai più di quindici anni, prima come ricercatrice, poi come professore associato, diritto costituzionale e diritto costituzionale comparato all’Università di Torino, prima nella Facoltà di Scienze Politiche ed oggi nei Dipartimenti di Cultura, Politica e Società e in quello di Giurisprudenza. Mi sono appassionata al diritto costituzionale in parte per la nostra Costituzione, che è bellissima (anche se oggi ferita dalla ultime modifiche, come l’introduzione del principio di pareggio di bilancio), con la sua centralità per la persona e i suoi bisogni, il suo progetto di emancipazione sociale, e poi perché il diritto costituzionale consente un approccio interdisciplinare, di occuparsi di diritto, di organizzazione politica, di economia, nelle duplice prospettiva di ciò che è e ciò che dovrebbe o potrebbe essere. Abbiamo letto che si è laureata con Zagrebelsky con una tesi su “La pace e la guerra nella Costituzione italiana”. Come si relazionano queste due opposizioni? Avevo scelto il tema pace e guerra perché mi sono laureata negli anni successivi alla

guerra del Golfo e mi interessava riflettere sul rapporto tra pace, diritti e democrazia e sull’ossimoro della guerra per esportare la democrazia o a fini umanitari, muovendo da una norma della nostra Costituzione, l’art. 11 che ripudia in maniera netta la guerra. Ricordo che il prof. Zagrebelsky mi chiese: “perché non “guerra e pace”, ma “pace e guerra”? Certo il rimando letterario sarebbe stato facile, ma – oltre ad essere scontato – mi interessava porre in rilievo il primo termine, troppo spesso violato, nonostante le solenni proclamazioni. Diversi suoi scritti di Diritto riguardano gli immigrati: qual è da questo punto di vista la situazione degli immigrati in Italia? Si discorre normalmente di immigrati come questione di sicurezza; è ormai molto in voga l’equazione clandestino uguale delinquente, con una criminalizzazione della figura del migrante. Anche la nostra legislazione (in specie il T.U. sull’immigrazione n. 286 del 1998, come modificato dalla c.d. Bossi-Fini), pur articolata nel c.d. doppio binario – integrazione e repressione -, troppo spesso è nettamente sbilanciata sul controllo dell’immigrazione, con scarsa attenzione ai diritti che la Costituzione e patti internazionali riconoscono a tutti in quanto persone umane, a prescindere dalla


«A Pinerolo mi sembra vi sia un buon fermento di idee, iniziative ed incontri» cittadinanza, dando purtroppo conferma a quanto osservava Hannah Arendt: «la perdita dei diritti nazionali ha portato con sé in tutti i casi la perdita dei diritti umani...». La democrazia rappresentativa così come è stata disegnata nelle costituzioni europee è un modello ancora valido o richiede qualche ritocco? Possiamo iniziare con il dire che la democrazia è un percorso, è allo stesso tempo un essere e un dover essere, un ordinamento giuridico e politico esistente ed un ideale da raggiungere. È molto delicata la democrazia e esige una manutenzione costante, ovvero richiede una partecipazione permanente, una cittadinanza attiva. È difficile nelle società odierne, sempre più complesse e plurali, immaginare forme di democrazia che prescindano dalla rappresentanza, ma occorre ragionare su quale rappresentanza e ricordare che l’essenza della democrazia sta nella partecipazione effettiva di tutti (come ci ricorda la Costituzione, all’art. 1 e all’art. 3). Dunque, occorre invertire la tendenza attuale: da un sistema maggioritario passare ad una formula elettorale proporzionale che favorisca l’effetto “specchio della realtà”, ovvero che tutti possano essere e sentirsi rappresentati, e dar vita a partiti che diversamente da quelli attuali, ormai liquidi e liquefatti, appiattiti sulle istituzioni - sappiano veicolare ed organizzare in forma collettiva idee e bisogni dalla società alle istituzioni. Ma non basta: la democrazia non si esaurisce nel circuito istituzionale e, quindi, bisogna valorizzare il ruolo dei movimenti, delle associazioni, di quella democrazia dal basso che è la vera essenza della democrazia, ricordando che essa vive di e nel pluralismo e nel conflitto. Ci dice qualcosa su Diritto e beni comuni, alla luce anche di alcune battaglie come quella dell’acqua? Ormai si utilizza il sintagma “beni comuni” per ogni cosa e così esso rischia di perdere ogni significato, mentre invece è un discorso che può sovvertire il dato, oggi presentato come incontrovertibile, delle leggi di mercato, nel nome di un diritto e dei diritti per la persona.

La modernità è stata definita come “l’età dei diritti”. Sembra che in questi ultimi tempi si stiano un po’ perdendo. Qual è la situazione? Il XXI secolo è agli albori, ma per ora non solo non si vede proseguire il cammino dei diritti del Novecento, ma si assiste ad una loro regressione, che tocca tutte le sfere. Due esempi. Per i diritti di libertà pensiamo alla libertà personale, tutelata sin dalla Magna Charta Libertatum del 1215: l’emergenza, sub specie terrorismo, ha legittimato l’adozione di discipline che la limitano fortemente (in genere prima sperimentate sugli stranieri e poi estese ai cittadini), con la dilatazione dei tempi della detenzione amministrativa e dei fermi di polizia (emergenza, poi, fra l’altro, contro la sua natura, “normalizzata”). Per i diritti sociali, pensiamo al lavoro, che da diritto – complice l’emergenza “crisi economica” - è stato trasformato in merce, con la dissoluzione dei diritti dei lavoratori nella contrattazione aziendale, che rende servile la condizione del lavoratore nella singola impresa-feudo. Veniamo ora alla nostra realtà del Pinerolese dove lei ha vissuto tanti anni (ora vive a Torino). Come vede la nostra Pinerolo? Come ha detto lei, sono ormai molti anni che non vivo nella realtà di Pinerolo, ma mi sembra che vi sia un buon fermento di idee, iniziative ed incontri, come dimostra anche la realtà del vostro giornale. Sappiamo che lei ha frequentato il Liceo Porporato. Che cosa ricorda di quegli anni? Ho ricevuto una buona formazione al Liceo Porporato, che mi ha indubbiamente aiutato ad affrontare gli studi successivi. All’epoca ho però un po’ patito una certa difficoltà nel seguire e condividere interessi, diciamo, in senso lato politico-sociali, in parte per questioni logistiche, perché pendolare da un paese del circondario, e in parte per l’ambiente un po’ chiuso. Come docente incontra sicuramente degli allievi provenienti dalle scuole pinerolesi. Com’è la preparazione di chi frequenta le scuole del territorio? Non lo so, in genere non conosco il percorso scolastico dei miei studenti.

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Giovani&Storia

Società

di Nadia Fenoglio

Vie e piazze pinerolesi nella storia

Piazza Facta, dove nacque lo statista pinerolese che non fermò la marcia su Roma A chi non è capitato di passeggiare in Piazza Facta, magari stringendo tra le mani un buon gelato, e imboccare così i vicoli del centro storico? Un crocevia tra il borgo medievale e la città moderna, Piazza Facta è oggi sede di allestimenti temporanei e varie attività, di cartelli informativi sulle manifestazioni cittadine. Ma nella casa sopra i portici che la fiancheggiano «nacque visse morì S. E. l’Avv. LUIGI FACTA […] presidente del consiglio dei ministri». Questo recita la targa affissa sull’abitazione a ricordo dello statista pinerolese che qui nacque nel 1861: fu poi capo del governo dal febbraio all’ottobre 1922, momento in cui il re Vittorio Emanuele III affidò a Mussolini l’incarico di formare il nuovo esecutivo. È il 28 ottobre 1922, infatti, quando le squadre d’azione fasciste marciano su Roma: il re aveva rifiutato la mattina stessa di firmare lo stato d’assedio richiesto dal primo ministro Facta, aprendo di fatto alle camicie nere la strada per Roma. Uomo politico mediocre, strascico della vecchia e corrotta politica giolittiana, questa l’immagine che la storia ha tramandato di Luigi Facta. E, nelle riflessioni del re, meglio risultò sostituirlo - date le drammatiche circostanze con un promettente uomo d’azione, promotore di una politica energica, decisa e in grado di restaurare l’ordine. Dalle idee liberali «per convinzione e per temperamento», come scrive nelle sue memorie pubblicate da A. Repaci in La Marcia su

Roma, l’esperienza politica di Facta si sviluppò interamente all’ombra di Giolitti: ministro di vari dicasteri nei governi dell’inizio del XX secolo, Facta raggiunse il culmine della sua vicenda politica nel febbraio 1922, quando formò il suo primo governo. Ma l’inadeguatezza fu presto il segno del suo operato. In particolare, è allo stringente problema dell’ordine pubblico che il governo Facta non seppe porre rimedio. In quei mesi il fascismo si rese protagonista di operazioni al di fuori della legalità sempre più preoccupanti, come l’occupazione in armi di Bologna, Ferrara e Cremona. Tali azioni pesarono molto sulla sfiducia che, nel mese di luglio, fu mossa al governo Facta. Tuttavia, dopo che altri esponenti politici non riuscirono a formare un nuovo esecutivo, il re conferì nuovamente il mandato a Facta. Ma è un sessantenne ormai stanco il Facta che assume - a malincuore - l’incarico di governo. «La nostra fine è imminente» scrive in una lettera alla moglie «Per me è una tale liberazione da non potersi immaginare.[...] Ho il pensiero di tornarmene alla mia vita privata: ne sono così ardentemente desideroso». Tornato al governo, si rifiutò quindi di seguire la linea dura col fascismo, preferendo quella diplomatica: furono condotte trattative tra il governo e il partito fascista per ristabilire l’ordine pubblico e, come contropartita, integrare fascisti al governo. Ma l’accordo saltò. Mussolini azzardò allora la Marcia su Roma e, con l’avallo del re, fu lui a prendere il potere di governo. Uscì quindi di scena il dimissionario Luigi Facta che, adottando poi una posizione conciliante col governo Mussolini, - fu infatti nominato senatore - si ritirò finalmente a vita privata a Pinerolo, dove morì nel 1930.

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PINEROLO

Lettere al giornale di Elvio Fassone

La città metropolitana e noi

A fari spenti e nella disattenzione generale, la Città metropolitana sta nascendo. Dal 1990 è prevista dalla legge, dal 2001 è scritta addirittura nella Costituzione, ma solo nello scorso aprile (con la legge n. 56) è stato regolato il percorso per passare dalla sua istituzione al suo effettivo funzionamento. E domenica 12 ottobre si vota finalmente per l’elezione del Consiglio metropolitano. E’ giusto richiamare l’argomento dal silenzio, come ha già tentato questo periodico. Anche se non è facile, per i non addetti, districarsi all’interno di una normativa complicata: su un riassetto che avrebbe dovuto essere guidato da esigenze di razionalità amministrativa si è sovrapposta la pretesa imperiosa di risparmiare, che ha intrecciato il discorso sulla CM con quello della trasformazione delle province; e oggi il cittadino fatica ad orientarsi tra unioni di comuni, enti di area vasta, province in scadenza, città metropolitana e regione. Ma tant’è, ormai non è più tempo di critiche, bensì di cercar di capire e di rimboccarsi le maniche. La prima acquisizione, allora, è quella che le funzioni amministrative continuano a distribuirsi sui tre livelli classici: il Comune governa il territorio di prossimità, la CM e la provincia nel suo nuovo assetto governano le problematiche di area vasta; alla regione compete la programmazione, oltreché la funzione legislativa regionale. Il secondo punto rilevante è che la CM è titolare di tutte le competenze della provincia (che nelle altre aree sopravvive, ma privata degli organi eletti dai cittadini) e in più ne assume di proprie: il che significa che la CM diventa un organo amministrativo di importanza fondamentale. Sta bene. Ma per noi, per il Pinerolese, per i giovani in particolare, che cosa può significare tutto questo riassetto? Personalmente ritengo che, all’esito di un percorso ben condotto, il passaggio non sarà negativo, e ci potrà essere persino qualche opportunità in più. Certamente la città di Torino tenderà a funzionare

come un magnete, e cioè ad egemonizzare il territorio; ma la dinamica complessiva della CM può ricondursi alle situazioni nelle quali un ente conferisce ad un livello superiore una parte della sua “sovranità”, ma in compenso entra a far parte di quel livello superiore (l’area vasta) nel quale concorre con altri ad assumere decisioni cui prima era formalmente estraneo. Tento qualche esempio. Alla CM compete la “cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano”, di cui facciamo parte; della sua struttura è elemento essenziale il Consiglio metropolitano, che sarà l’organo di indirizzo e di controllo della CM; di questo Consiglio faranno parte i rappresentanti dei vari collegi nel quali la CM si ripartisce: ecco che il Pinerolese, il quale ha la nostra città come capoluogo del relativo collegio, avrà la possibilità di far sentire la propria voce nello sviluppo strategico della nostra area, con una presenza più diretta e più autorevole che in precedenza. E sviluppo strategico vuol dire, tra l’altro, collegamenti con il capoluogo, vuol dire programmare una formazione professionale più idonea a sfornare giovani attrezzati a collocarsi nel mercato del lavoro, vuol dire incidere nella gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione, e altro (così dice la legge n. 56/2014). Analogamente, in tema di smaltimento dei rifiuti, saranno possibili economie di scala, che renderanno meno pesanti le bollette. E in materia urbanistica si potrà pensare sia ad un più stringente risparmio dei suoli, sia a grandi aree di trasformazione che coinvolgano più comuni. Insomma, è il momento di affiancare, sostenere e se occorre stimolare le nostre Amministrazioni affinché siano attive in questa fase di costruzione della nuova CM, con una chiara percezione dei compiti futuri e delle esigenze del nostro territorio. Questo sarà meno difficile se molti cittadini daranno il loro contributo di conoscenza e di proposte.

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Società

Sociale&Volontariato di Antonio Denanni

La Rishilpi si fa in due

«Un nuovo slancio verso i poveri del mondo e anche del Pinerolese» afferma il presidente Adriano Dal Col La Rishilpi Development Project, fondata a Pinerolo il 15 novembre 2002 da alcuni amici di Laura Melano e di Enzo Falcone per sostenere la loro omonima missione umanitaria in Bangladesh, per ragioni di differenti strategie di sostegno allo sviluppo si è divisa dando origine ad una seconda associazione denominata Rishilpi International - Progetto Uomo con sede a Milano. Il nucleo storico dei fondatori della Rishilpi pinerolese ha deciso di ampliare l’idea originaria di sostegno ai poveri del Bangladesh estendendola ai poveri di tutto il mondo e anche alle nuove povertà che avanzano sempre di più anche in Italia, specialmente quelle legate alla disoccupazione, in particolare giovanile, per cui conta di collaborare anche con la nostra associazione Onda d’Urto per portare avanti dei progetti in comune. In questi dodici anni di attività la Rishilpi

pinerolese ha convogliato verso la Rishilpi bengalese ben 7 milioni di euro di aiuti, raccolti principalmente attraverso l’adozione a distanza. La decisione di separarsi è stata avallata dall’ultima assemblea di bilancio dell’aprile scorso. Ora la Rishilpi bengalese di Laura ed Enzo Falcone farà capo a Milano, mentre quella pinerolese, che per ora continuerà a mantenere il nome Rishilpi si dedicherà ai poveri di tutto il mondo, compresi quelli italiani e pinerolesi, servendosi ancora del metodo dell’adozione dei progetti a distanza e di prossimità. Dice il presidente Dal Col: “Nonostante l’amarezza per la divisione, ripartiamo con una nuova avventura e con tanto entusiasmo come dodici anni fa, perchè i poveri sono tanti e ci aspettano a braccia aperte; in questo campo non ci devono essere gelosie, c’è spazio per tutti”.

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Arte&Architettura/2

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di Stella Rivolo

Italia Nostra prova a “scuotere” la città

La premiazione del concorso “Lyda Turck”: vince un gruppo di Ferrara Grande partecipazione venerdì 12 settembre alla premiazione del concorso di idee per architetti under 35 “Lyda Türck, città d’opera e d’acqua”, promosso da Italia Nostra - Sezione del Pinerolese. Maurizio Trombotto – Presidente di Sezione - e l’arch. Eros Primo – Segretario - aprono l’incontro inaugurale della mostra dedicata agli elaborati in concorso al Salone dei Cavalieri, esprimendo entusiasmo per l’impegno concreto profuso da tutti i partecipanti. Sono presenti Marco Aimetti, Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Torino, il prof. Agostino Magnaghi e il Sindaco di Pinerolo Eugenio Buttiero. Protagonisti della serata i giovani architetti premiati da Susanna Türck, sostenitrice e finanziatrice dell’iniziativa. Ad aggiudicarsi il primo premio è il raggruppamento ferrarese guidato da Maria Vittoria Mastella. Il progetto ha colpito la giuria con l’idea di far prevalere la vocazione naturalistica dell’area attraverso il potenziamento del sistema Lemina-Moirano. Il verde e la varietà funzionale, insieme al mantenimento del Follone come pelle per i nuovi corpi architettonici, sono gli elementi caratterizzanti di una visione di insieme più estesa, pensata per attrarre sull’area anche l’interesse di potenziali outsider. Seconda classificata la proposta dei partecipanti torinesi con referente Alessandro Bua. La commissione ha apprezzato i molteplici spunti adottabili dall’Amministrazione Comunale, in particolare la previsione di un centro di ricerca ACEA e l’integrazione funzionale lungo la fascia di esondazione del Lemina. A caratterizzare la proposta è poi lo sguardo aperto all’intera città, per riequilibrare i rapporti tra preesistenza storica e nuovi possibili usi produttivi e tecnologici a più

vasta scala. Il terzo premio va al gruppo pinerolese con capofila Fabio Vignolo. Le scelte progettuali, nel guardare alla valorizzazione dell’area come opportunità in un contesto di crisi, si sono sviluppate intorno al concetto-guida di resilienza, termine “preso in prestito” dalla biologia per rimarcare la necessità di creare nuove interconnessioni funzionali e insediative, flessibili ed adattabili a possibili perturbazioni future. Due inoltre le menzioni d’onore assegnate alle proposte dei gruppi guidati da Monica Naso e Niccolò Suraci. Alla luce dei progetti concorrenti i relatori sottolineano come la scelta di promuovere un concorso di idee rivolto ai giovani si sia rivelata vincente: i linguaggi innovativi e sensibili alla valorizzazione del territorio in senso multidisciplinare sono segno di una ricerca di “sviluppo sostenibile” inteso in modo estensivo. É auspicabile che gli strumenti per la pianificazione e le scelte attuative sappiano orientarsi in tal senso per poter guardare a possibili scenari futuri positivi di “città metropolitana”. Il Sindaco Buttiero, nel ricevere idealmente in consegna i progetti dall’Associazione e da Susanna Türck, apre alla possibilità di intavolare una discussione con i partecipanti per avanzare ulteriori suggerimenti agli attuali proprietari dell’area. E suo sarà l’impegno per promuovere l’incontro. La speranza condivisa è che la conclusione del concorso possa rappresentare il punto di partenza concreto per nuove prospettive sul futuro recupero dell’area; se così fosse, l’esempio del Türck potrebbe configurarsi come “progetto pilota” per il rilancio dell’intero sistema città-territorio.


Società

Donne del pinerolese di Sara Nosenzo

Maria Teresa Maloberti

La “banchiera” del tempo Maria Teresa Maloberti ha trascorso tutto il suo ciclo lavorativo nel mondo della scuola come insegnante, da ultimo presso il Liceo Porporato. Da 12 anni è socia (e da alcuni anni presidente) della Banca del Tempo la cui sede è a Villa Prever nella succursale. Incominciamo dal suo curriculum d’insegnante: quanti anni ha insegnato e quali materie? Ho cominciato a far supplenze fin dai tempi dell’università. Mi sono laureata in filosofia e ho iniziato insegnando lettere nella scuola media, concludendo con l’insegnamento di filosofia presso il Liceo Porporato di Pinerolo. Sapevo che l’insegnamento mi sarebbe mancato una volta in pensione, per questo motivo ho accettato di buon grado di tenere delle lezioni nell’Università delle Tre Età. Svolgo inoltre attività di volontaria presso l’associazione Svolta Donna. Veniamo alla Banca del Tempo. Che cos’è? Come funziona? È un’associazione di promozione sociale e ha quindi lo scopo di rendere migliore la vita della gente instaurando delle abitudini che dovrebbero entrare a far parte non solo della quotidianità dei soci, ma allargarsi all’intera società. La Banca del Tempo è una banca che riceve dai soci tempo che ridistribuisce tra i soci stessi:.si regge sullo scambio del tempo. Ogni ora che si mette a disposizione di un qualunque altro socio viene segnata su un assegno . Ogni socio a fine anno avrà un credito e un debito espresso in ore. Per entrare a far parte della Banca del Tempo si deve essere presentati da un socio all’assemblea. Quanti sono i soci? Quali progetti avete in programma? L’associazione conta una quarantina di membri, è iscritta al coordinamento provinciale e alla rete nazionale. Il progetto di fondo è di rendere sempre più agevole lo scambio tra i soci nell’ottica di mettere al primo posto la cultura della relazione

positiva e della reciprocità; per questo organizziamo nel corso dell’anno occasioni che permettano di conoscersi per collaborare più facilmente: oltre la festa di carnevale, di Natale e di fine anno, organizziamo mercatini dell’usato, scambi di prodotti conservati dalle socie nel mese di ottobre e la “festa dei fiori” in primavera in cui ci scambiamo piantine, fiori e semi. Nel tempo alle motivazioni di base abbiamo aggiunto delle novità; si organizzano infatti scambi di cucina, mostre di prodotti di propria creazione; attività creative di tipo manuale (addobbi natalizi o pasquali, creazioni artistiche di vario tipo) molto apprezzate. In seguito a 2 concorsi letterari molto partecipati, abbiamo inoltre avviato una collaborazione con la Biblioteca Comunale, dove organizziamo da tre anni incontri di lettura, di conversazione inglese e francese, laboratori esperienziali e di allenamento cognitivo con la psicologa, attività aperte anche agli utenti della biblioteca. Nell’associazione sono presenti dei giovani? L’associazione è aperta a tutte le persone, di qualunque età. Attualmente i soci sono tutti di età adulta, ma è nostro interesse aprirci anche ai giovani. La BdT è inoltre molto sensibile all’integrazione dei soggetti deboli e si fa ogni anno promotrice di progetti e azioni a favore di associazioni che operano nel sociale. La Banca del Tempo si fonda sulla cultura della “reciprocità”: esiste ancora questo valore? La reciprocità come valore esiste, purtroppo non sempre viene messo in atto. L’onestà, la serietà e il rispetto reciproco vanno di pari passo con la reciprocità, e come insegnante ho cercato di trasmetterli sperando che possano essere per gli studenti degli strumenti di vita. Credo sinceramente che un seme positivo buttato nel terreno possa dare alla fine qualche frutto. Lavoro ancora oggi nel mio piccolo per la realizzazione di questo obbiettivo

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Lettera a...

dal tempo

di Cristiano Roasio

Lettera a...

Gaddis, un gotico americano Sembra mio nonno, o almeno come lo ricordo: lo sguardo severo di chi si imposta davanti al fotografo, per poi sciogliersi a foto finita in una smorfia di comico disgusto per la foto stessa; le rughe trasversali come incise non dal tempo ma dalla concezione del tempo di chi vive in esso e lo maledice ogni momento perso. Sono nati lo stesso 1922 ma le similitudini finiscono qua. Nella foto William Gaddis ha un paio di scarpe che quasi quasi indosserei anche io, veste gli abiti dell’intellettuale e sulle finestre alle sue spalle si riflette il controcampo di fronte a lui di un tipico giardino borghese americano. Chi è stato Gaddis? Uno scrittore, uno di quegli scrittori capaci di scrivere una manciata di romanzi dalla portata devastante, essere ignorato dai contemporanei per vent’anni, riempirsi di livore ed integrarsi nel giornalismo e vincere il National Book Award nel 1975 con JR, romanzo profetico sull’alienazione dei capitali aleatori della tecnofinanza dove un bambino sgrammaticato e senza amici diventa un magnate di qualsiasi cosa riesca a mettere sopra le mani sudate, raggiungere una discreta fama con Gotico Americano, più accessibile romanzo contro le religioni istutuzionalizzate e poi scomparire nell’oblio. Grazie alla biblioteca di Pinerolo sono riuscito a leggere l’introvabile primo romanzo (lancio un appello alla Mondadori: ristampate quel maledetto romanzo! 5, dico 5 edizioni di Dan Brown in un anno e neanche una di Gaddis!) “Le perizie”, due volumi, oltre 1500 pagine, pubblicato nel 1955 ed esempio per tutta

una serie di scrittori successivi, pur nella sua innegabile, devastante, oceanica, turbolenta e splendida difficoltà. Di getto dopo averlo finito ho scritto: SBAM: La cosa migliore dell’estate, insieme al 7 a 1 della Germania. E come quella partita ha dimostrato ad appassionati di calcio e non che l’organizzazione sovrasta il genio perchè diventa essa stessa geniale, intrappolando una nazione nell’entropia della Disfatta, allo stesso modo Gaddis sfilaccia la Nazione del Romanzo e la infila con una ragnatela di passaggi di protagonisti, non si capisce più chi è attaccante, chi difensore chi portiere. L’arte, la riproduzione tecnica, la finzione della vita, della religione, dell’amore sono solo alcuni dei gol che rivedremo con la moviola della riflessione. Ebbene, come nei romanzi di Gaddis, non ho un’idea precisa di dove voglia arrivare questa lettera. Non voglio essere originale perchè come dice Gaddis stesso: “L’originalità è un trucco di cui si serve la gente priva di talento per far colpo su altra gente senza talento, e per difendersi dalla gente di talento”, ma voglio solamente dare dei consigli di lettura aldilà della solita fuffa che si vede in giro e aldilà delle trite letture scolastiche, perchè la complessità (una complessità imbevuta di cultura alta e bassa, di ironia e comicità, di straziante disperazione esistenziale e di citazionismo folle) di questi romanzi è una difficoltà redditizia, una fatica gratificante, al contrario di tutti gli altri sforzi che tocca fare giornalmente: abituati alla complessità l’esistenza talvolta è più semplice.

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società

Per Mostre e Musei

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A cura di Chiara Gallo

Intervista a Simone Ardito

Secondo classificato al Concorso di Street Art del Summerfest S. Pietro Val Lemina Sta studiando al Liceo Scientifico di Pinerolo e nel frattempo pensa già all’Università di Design dell’Automobile, Simone Ardito, 19 anni e una grande passione per il disegno, è il vincitore dell’edizione 2014 del Premio di Street Art organizzato dalla manifestazione Summerfest di San Pietro. Conosciamo meglio quindi questo giovane artista. Qual è stato il tuo percorso e come mai ti sei avvicinato al mondo della Street Art? Ho sempre amato disegnare. Quand’ero piccolo utilizzavo solamente la fantasia per creare i soggetti più inverosimili. Crescendo ho cominciato a sperimentare varie tecniche e a rappresentare diversi personaggi, dai più semplici ai più complessi. La vera passione però è nata quando, conoscendo meglio il mondo dei fumetti, ho iniziato ad osservare ed ammirare i disegni presenti al loro interno. In questo ultimo periodo mi sto dedicando maggiormente allo studio delle automobili, un’altra mia grande passione. Per quanto riguarda la Street Art, mi ci sono avvicinato per la prima volta proprio quest’estate in occasione del contest al quale ho partecipato. Quali sono le tecniche e gli stili che prediligi? Da due anni ormai mi dedico alla grafica utilizzando il sistema Photoshop accompagnato da una tavoletta grafica per le realizzazioni al computer. Non ho sicuramente abbandonato le tecniche tradizionali come l’utilizzo della china o delle matite acquerellabili su carta, ultimamente però prediligo il digitale perché mi permette di

realizzare degli effetti differenti, in grado di rendere le mie tavole ancora più realistiche. Come hai trovato il soggetto che ti ha permesso di arrivare secondo al concorso di Street Art? Non avendo nessun tipo di esperienza con i murales e con la Street Art ho scelto Super Mario in quanto l’ho ritenuto un soggetto semplice, ma che contiene molte forme geometriche adatte al contest e non troppo difficili da realizzare. Inoltre, essendo vicino ad un parco giochi, ho pensato ad un soggetto che fosse colorato per poter attirare l’attenzione delle persone, in particolare quella dei più piccoli. Sono davvero contento per il secondo posto ottenuto e soprattutto che la mia idea sia stata apprezzata. Cosa ne pensi della diffusione di questo genere artistico sul territorio? Pensi sarebbero apprezzate altre iniziative simili? Penso che sia un’ottima cosa. Se realizzati con cura, i murales sono in grado di dare spettacolo e di cambiare completamente l’atmosfera del luogo. Tuttavia è un’arte che ancora fatica ad essere accettata dalla società, in molti erroneamente associano la street art al vandalismo. Sostengo quindi che dovrebbero essere organizzate più spesso iniziative di questo tipo, in modo che le persone comincino a conoscere e apprezzare meglio questo genere artistico. Progetti per il prossimo futuro? Terminare gli studi scientifici e iscrivermi all’Università di Design dell’Automobile.


diritti umani

Visibili & Invisibili

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gruppo giovani amnesty international

STOP alla discriminazione della comunità rom Amnesty International ha salutato con favore l’azione della Commissione Europea mirata a porre fine alle discriminazioni nelle scuole nei confronti dei rom in Repubblica Ceca. Il 25 settembre 2014 la Commissione Europea decide di iniziare una procedura di infrazione nei confronti della Repubblica Ceca per mancanza di adesione della normativa nazionale alla normativa europea anti-discriminazione. La legge nazionale – infatti – creando classi monoetniche e destinando alunne e alunni di origine rom in scuole destinate a persone affette da lieve disabilità, secondo la Commissione, violerebbe le norme europee che tutelano l’uguaglianza e la parità di trattamento di tutti i cittadini. Amnesty International, con la campagna “Per un’Europa senza discriminazione”, si è più volte opposta a leggi nazionali in vigore in alcuni degli stati europei che discriminano le comunità rom, soprattutto in relazione all’istruzione

scolastica che rappresenta il più importante strumento di integrazione nella società. All’interno della campagna vengono toccati i temi del diritto all’alloggio, dell’uguaglianza nell’accesso al lavoro, della parità di trattamento nelle cure ospedaliere e dell’uguaglianza nell’accesso all’istruzione. Alcuni paesi tra cui Repubblica Ceca, Slovenia, Repubblica Slovacca e Ungheria hanno dimostrato più volte di non rispettare questi e altri diritti garantiti e riconosciuti dal diritto europeo e da numerose Convenzioni internazionali tra cui la Convenzione ONU sui Diritti Economici, Sociali e Culturali del 1966.� L’azione della Repubblica Ceca considerata discriminatoria nei confronti delle comunità rom è ora all’attenzione delle autorità europee e ci auguriamo che sia un primo esempio di successive prese di posizioni istituzionali contro casi di discriminazione delle popolazioni di etnia rom.

Giovani,Tecnologia@Innovazioni

Disney Touchè Touchè è un innovativo sistema, ideato dall’azienda Disney, che permette di riconoscere un qualsiasi tipo di superficie (anche il corpo umano!) come touchscreen e sensibile al tocco dell’uomo. Questo progetto è stato portato avanti da scienziati, assunti dalla Disney, che hanno lavorato in collaborazione con la Carnegie Mellon University: l’obbiettivo è quello di trasformare un qualunque oggetto in una superficie sensibile al tocco, ma non solo, anche a comprendere la natura del contatto stesso, ad esempio se una persona si siede sul divano, Touchè, riconoscendo il peso del

di Greta Gontero

contatto, accende le luci o la televisione. Questi comandi gestuali possono permettere un’interazione più rapida con gli elettrodomestici di casa. Per esempio, si può alzare il volume del nostro MP3 semplicemente facendo scorrere le dita sul palmo della nostra mano, che diventerà automaticamente un piano sensibile al tocco. Inoltre, questa nuova tecnologia firmata Disney, non ha un utilizzo complicato: basterà inserire del materiale conduttore dentro un qualunque elettrodomestico per trasformarlo in un dispositivo touchscreen… Questa è la magia Touchè!


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così per il mondo

Vita internazionale

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di Alessia Moroni

Intervista a Jil Jaumann e Alexandra Zur Nieden

Per il mondo per fare esperienze «I datori di lavoro non vogliono solo una laurea, ma anche esperienze all’estero» Jil ha viaggiato per circa un anno, è stata in Nuova Zelanda, in Canada e negli Stati Uniti. Alexandra sta per partire per un anno in Australia. Entrambe sono ragazze tedesche di ventun anni e come molti giovani loro connazionali ed europei hanno deciso di andare all’estero per qualche tempo, non solo per conoscere bene la lingua Inglese, ma «per crescere, fare esperienze di vita, vivere altre culture», spiega Jil. È un fenomeno sempre più comune in Germania ed in Europa: ci si prende un anno di pausa dagli studi per dedicare tempo a sé stessi, a viaggiare e a lavorare. Tanti sono i programmi che i giovani scelgono, alcuni dei quali sono “aupair” (ragazza alla pari), “Job and Travel” o semplicemente un biglietto aereo: ciò che hanno in comune è un’esperienza che sicuramente cambia la vita. Prima di iniziare l’università i ragazzi vogliono avere delle competenze che vanno oltre la semplice conoscenza di una o due lingue in più, come ci racconta Alexandra. «Dopo tanti anni di scuola e regole da seguire, i giovani vogliono andare all’estero per imparare di più riguardo sé stessi e avere la propria vita. Credo sia il tempo migliore: si impara qualcosa che non si può imparare stando a casa e soprattutto si scopre sé stessi e cosa si vuole davvero fare nella vita». Così si parte. Da soli o con amici si affrontano nuove situazioni, si conoscono nuove culture ed orizzonti e si vivono esperienze uniche. Alcuni lavorano, altri viaggiano, altri ancora fanno entrambi. Jil ci racconta che a quanto pare questo tempo non è assolutamente

sprecato, bensì determinante in futuro. «I datori di lavoro si aspettano spesso che si vada oltreoceano o all’estero per acquisire esperienza e diventare più maturi. Non vogliono solo una laurea, una specialistica o un master, vogliono anche che si abbia fatto esperienze all’estero. Perciò per alcune persone è anche un motivo in più per partire. È molto importante che le tue competenze sociali siano molto sviluppate». Le ragazze spiegano che al giorno d’oggi sono sempre di più i giovani in Germania che partono. Ci si affida totalmente alla propria persona, si conta solo su sé stessi e alla fine, la sensazione «deve essere meravigliosa», dice Alexandra, pochi giorni prima di prendere l’aereo. «Non so cosa mi aspetto da questo viaggio, ma voglio conoscermi meglio e al mio ritorno essere sicura delle mie capacità». Jil invece inizierà l’università l’anno prossimo e spera di studiare Storia in una città che abbia le montagne vicino. «Quando sei all’estero nessuno ti conosce, hai davvero l’opportunità di essere la persona che vuoi, diventi te stesso. Impari molto sulle tue abilità, sulle tue passioni e molto riguardo le altre culture. È molto importante sapere bene prima di iniziare a studiare per cosa siamo portati. Adesso sono sicura di cosa sono capace, e la cosa migliore che ho imparato durante il mio anno all’estero è che ora so che le cose sono destinate ad andare come devono e che c’è molto di più che tutti noi possiamo vedere».


musica

Officine del suono

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di Isidoro Concas

M u s i c a emergente

I That’s All Fòl

I That’s All Fòl sono un gruppo Irish Punk del bacino del pinerolese in attività dal 2011. La formazione, dopo diversi mesi di pausa, sta preparandosi a ritornare sulle scene: li abbiamo intervistati per saperne di più. Il vostro genere richiede nell’esecuzione l’utilizzo di strumenti non convenzionali per un gruppo elettrico, come tin whistle, banjo, violino o fisarmonica. Negli anni avete cambiato più volte formazione, sia come membri che come strumenti utilizzati: come si è evoluto il vostro sound e la composizione dei vostri pezzi in rapporto a questo? Il continuo cambiamento di musicisti ha nel tempo modificato alcune delle nostre canzoni in base alle capacità dei musicisti e ai loro gusti personali. Infatti, nel momento in cui abbiamo avuto un chitarrista metal, è comparsa nel nostro repertorio una cover di “Fear of the Dark” degli Iron Maiden, ovviamente con un arrangiamento tutto nostro, mentre con il successivo ci siamo mossi verso un sound più ska. Insomma, ce n’è per tutti i gusti! Abbiamo avuto diversi cambi di formazione (siamo arrivati a credere di aver subito il malocchio dei chitarristi, per quanti ne abbiamo cambiati!), ma le radici del gruppo sono sempre le stesse. I tre membri della formazione iniziale, che al giorno d’oggi continuano a coprire la parte folk del nostro parco strumenti (mandolino, banjo, fisarmonica, flauti e violino) hanno continuato a lavorare al progetto con volontà ed interesse, mantenendo invariate la grinta, l’energia, e l’atmosfera festosa che contraddistingue le nostre canzoni. Riguardo alla formazione, durante l’ottobre del 2013 abbiamo subito un brusco stop, dato che ben 3 dei 6 membri della formazione hanno deciso di lasciarci. Un consiglio per chiunque si trovi a dover passare un periodo del genere con il proprio gruppo: se tenete all’idea del vostro progetto, non fatevi abbattere da queste situazioni, là fuori è pieno di musicisti interessati a condividere nuove esperienze musicali, a noi sono bastati pochi giorni per trovare

dei nuovi membri, e nonostante la fatica nel dover insegnare tutti i pezzi da capo, siamo felicissimi di queste new entry! Uno dei vostri brani, “A Year in a Kilt”, tratta di una storia vera, ed un video live del brano è stato postato direttamente dalla pagina Facebook del progetto: ci volete raccontare di che si tratta? La cosa è nata così: avevamo la musica per un pezzo pronta, ma non si vedeva assolutamente l’ombra di un testo. Girovagando nella rete, come ben sappiamo, è possibile trovare un po’ di tutto, e come un fulmine dal cielo, siamo incappati nella pagina “Life in a Kilt”, blog di uno statunitense che per scommessa ha deciso di vestire in kilt per un anno (e successivamente a vita) rievocando le sue origini scozzesi. Ci siamo posti questa domanda: come il mondo moderno (soprattutto nella tutt’altro che tradizionalista America), vede un uomo che cerca di mantenere le sue tradizioni, andando quasi controcorrente rispetto alla massa? L’idea perfetta per il testo di una canzone. Abbiamo contattato il protagonista, offrendo la nostra proposta, ed egli ha accettato in modo molto entusiasta di fornirci tutte le informazioni di cui avevamo bisogno. Il mese successivo abbiamo portato la nuova canzone ad un concerto, registrato un video, caricato su youtube e mandato il tutto al protagonista. Non poteva essere più felice ed ammirato! Ora, dopo questa lunga pausa, avete ricostruito la line-up e vi state riattivando: quali sono i vostri futuri progetti? Abbiamo ancora un bel po’ di lavoro da fare, l’ultimo membro è entrato a far parte della formazione solo un mese fa, ma credo che per la prima metà del 2015 saremo assolutamente pronti a tornare a versare le birre sui palchi del pinerolese (e non!). Nel frattempo speriamo di cominciare a registrare in modo serio qualcuno dei nostri pezzi preferiti, come “A year in a kilt”, “Sòfa” o “I drink to your health”, che al momento si possono trovare su youtube in versione live.


Stagione teatrale 2014/15 20

teatro sociale, Pinerolo

Sabato 25 Ottobre 2014 - ore 21.15 (Fuori abbonamento)

Sabato 31 Gennaio 2015 (Fuori abbonamento)

PAOLO FRESU E TINO TRACANNA

TEO TEOCOLI SHOW - RESTYLING FACCIO TUTTO

Ospiti del LUIGI MARTINALE TRIO

di e con Teo Teocoli con la Doctor Beat Band

Paolo Fresu, tromba e flicorno; Tino Tracanna, sassofoni

Colorsound T-Time

Luigi Martinale, pianoforte e composizioni; Mauro Battisti,

Sabato 7 Febbraio 2015

contrabbasso; Paolo Franciscone, batteria

TENCO & DE ANDRÉ - LUNGA STORIA DI UNA BREVE

Venerdì 31 Ottobre 2014 - ore 21,15 (Fuori abbonamento)

AMICIZIA , un racconto teatrale scritto da Ferdinando

LA CASA DEGLI SPIRITI, Diavoli, streghe e demoni

Molteni - canzoni di Luigi Tenco e Fabrizio De André

nell’immaginario musicale romantico

con Elena Buttiero, Claudio Sanfilippo e Ferdinando Molteni

CONCERTO ORCHESTRA SINFONICA “B. BRUNI”

Allegro Con Moto

della Città di Cuneo, Direttore Claudio Morbo - Pianoforte

Sabato 14 Febbraio 2015

Massimiliano Génot, Coro di voci femminili e di voci bianche

PASSION TANGO - Tangueros: Tobias Bert e Loredana De

del Civico Istituto Musica­le “Corelli” di Pinerolo

Brasi, Marcelo Ballonzo y Elena Garis, Guests: Sebastian

Mercoledì 12 Novembre 2014

Romero y Claudia Sorgato, musiche Plaza, De Caro,

EVA CONTRO EVA, di Mary Orr,

Piazzolla, Melo, Rodriguez, Pugliese, Stamponi, Bardi, regia

versione italiana di Maurizio Panici e Marzia G. Lea Pacella

e coreografie di Luciano Padovani - A seguire MILONGA nel

con Pamela Villoresi, Romina Mondello e Luigi Diberti, con

foyer del teatro - Compagnia Naturalis Labor

Massimiliano Franciosa, Stefania Barca, Maurizio Panici,

Martedì 24 Febbraio 2015

Alessia Spinelli. regia di Maurizio Panici

Mercoledì 25 Febbraio 2015 ore 10,30 matinée per le scuole

Associazione Teatrale Pistoiese - ArTè Stabile di Innovazione

NON SI SA COME

in collaborazione con La Versiliana Festival

di Luigi Pirandello, drammaturgia di Sandro Lombardi e

Mercoledì 26 Novembre 2014

Fabrizio Sinisi, con Sandro Lombardi, Francesco Colella,

BEATLES SUBMARINE, con Neri Marcorè e la Banda Osiris testo e regia di Giorgio Gallione, immagini di Daniela Dal Cin, video Francesco Frongia - Teatro dell’Archivolto Sabato 13 Dicembre 2014 DUE FRATELLI, di Fausto Paravidino, con Costanza M. Frola, Jacopo Trebbi, Daniele Ronco, con la straordinaria partecipazione di Laura Curino, musiche originali di Mattia Balboni, regia di Riccardo Bellandi - Mulino Ad Arte Lunedì 5 Gennaio 2015 - ore 21,00 (Fuori abbonamento) IL CLOWN DEI CLOWN, con David Larible, Circo e Dintorni Domenica 11 Gennaio 2015 LO ZOO DI VETRO, di Tennessee Williams - traduzione di Gerardo Guerrieri, con Milvia Marigliano (Amanda Wingfield, la madre), Monica Piseddu, Arturo Cirillo, Edoardo Ribatto, regia di Arturo Cirillo - TieffeTeatro Stabile di Innovazione Domenica 18 Gennaio 2015 UNA PICCOLA IMPRESA MERIDIONALE di Rocco Papaleo e Valter Lupo, con Rocco Papaleo, regia di Valter Lupo - Nuovo Teatro Domenica 25 Gennaio 2015 LA SCUOLA scritto da Domenico Starnone, con Silvio Orlando, Marina Massironi, Vittorio Ciorcalo, Roberto Citran, Roberto Nobile, Antonio Petrocelli, Maria Laura Rondanini, regia di Daniele Luchetti - Cardellino srl

Elena Ghiaurov, regia di Federico Tiezzi Compagnia Lombardi Tiezzi Venerdì 6 Marzo 2015 (Fuori abbonamento) CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA - (SINGIN’ IN THE RAIN) musiche di Nacio Herb Brown, coreografie di Giada Bardelli dir. musicale di Maria Galantino, regia di Corrado Abbati coproduzione e allestimento up-stage, london Inscena Srl - Compagnia Corrado Abbati Martedì 17 Marzo 2015 RISATE SOTTO LE BOMBE, commedia musicale in due atti con orchestra dal vivo di Giorgio Umberto Bozzo e Gianni Fantoni, con Le Sorelle Marinetti e Gianni Fantoni, dir. musicale di Christian Schmitz, regia di Simone Nardini (p-nuts srl) Venerdì 3 Aprile 2015 LA MISTERIOSA SCOMPARSA DI W, di Stefano Benni, con Ambra Angiolini, musiche di Paolo Silvestri, regia di Giorgio Gallione, Teatro dell’Archivolto Martedì 14 Aprile 2015 Mercoledì 15 Aprile 2015 ore 10,30 matinée per le scuole GL’INNAMORATI , di Carlo Goldoni con Nello Mascia, Lorenzo Bartoli, Fabio Bisogni, Barbara Mazzi, Maddalena Monti, Raffaele Musella musiche originali di Davide Arneodo (Marlene Kuntz) regia di Marco Lorenzi Fondazione Del Teatro Stabile Di Torino/Il Mulino Di Amleto


Cosedell’altromondo

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di Massimiliano Malvicini

20 settembre 1870 Giornalisticamente poco ricordata ma storicamente studiatissima, la vicenda “breccia di Porta Pia” ha segnato uno dei momenti più significativi della storia del Risorgimento italiano oltre che una delle conseguenze più importanti della diplomazia Ottocentesca e dell’allora declinante “Concerto europeo”. La svolta che portò alla conquista della città considerata naturale capitale della Penisola fu una delle tappe che, assieme alle guerre di indipendenza, portarono a far sì che al posto di “un’espressione geografica” emergesse uno “stato nazionale” ma fu, contemporaneamente, uno degli eventi storicamente più ambigui e per il quale gli studiosi hanno fornito spiegazioni anche

contraddittorie. La vicenda va ricordata non solo per la sua preparazione ed i suoi presupposti quali la guerra Franco-Prussiana e la conseguente sconfitta dell’Imperatore Napoleone III, ma soprattutto per i grandi effetti che portò: a seguito della conquista di territori che erano dello Stato Pontificio, il Vaticano emanò il non-expedit, il divieto morale agli italiani di fede cattolica di partecipare alla vita politica nazionale. Questa ferita nella vita del neo stato unitario si unì con gli altri eventi, come il brigantaggio ed il massacro di Torino del 1864, che segnarono, anche drammaticamente, le prime tappe della vita nazionale.

24 settembre 2014, l’India incontra Marte Anche l’India è diventata una “nazione interplanetaria”: dopo il lancio nel novembre scorso del vettore missilistico, la prima missione spaziale tesa ad inserire per la prima volta sull’orbita marziana un satellite indiano ha avuto buon esito. L’India raggiunge quindi la capacità, assieme agli USA, alla Russia ed all’Unione Europea di sviluppare programmi spaziali dal grande contributo scientifico e dimostra la sua grande capacità di innovazione tecnologica oltre che di rapido sviluppo scientifico.

Se la corsa alla colonizzazione della Luna è ferma da oltre un quarantennio, il lancio di satelliti e di sonde in varie zone del sistema solare e della galassia è cresciuto costantemente sia per volere dei singoli stati nazionali, sia grazie al contributo delle grandi agenzie spaziali internazionali come l’europea ESA. Non ci resta che aspettare quali saranno le nuove politiche “spaziali” tese non sono alla scoperta di nuovi mondi, ma anche allo sviluppo ed alla sostenibilità della vita nello spazio.

Settembre 2014, Istruzione digitale, piccoli passi L’OSCE ha elaborato a metà settembre uno studio sullo sviluppo tecnologico nel settore scolastico e universitario proposto da parte del governo italiano su un progetto risalente al 2007. Il documento sottolinea i grandi sforzi fatti negli ultimi cinque anni per modernizzare il sistema educativo nazionale e per portarlo in linea con i sistemi europei; all’impegno

si aggiungono però i “pesanti vincoli di bilancio” che hanno l’effetto di rallentare l’introduzione delle nuove tecnologie. Uno scenario in chiaro-scuro del quale occorre essere fieri ma che non basta assolutamente al completo ammodernamento dell’istruzione italiana.


eventi

eventi@pineroloindialogo.it

Mostra presso Onda d’Urto

Venerdì 17 ottobre, alle ore 18.00 presso la sede di Onda d’Urto, in via Vigone 22, inaugurazione della seconda mostra di Fabio Petani, “Realtà Illusorie”. Sarà visitabile fino al 14 novembre, il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 15.00 alle 18.00.

San Sebastiano alla Fondazione Cosso

La mostra è visitabile il giovedì e venerdì: 14.00-18.00; il sabato, domenica e lunedì: 10.00-18.30 Costo biglietti: Intero: 10 €, ridotto: 8 €. Info: www.fondazionecosso.it

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eventi

Via Vigone da valorizzare

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Via Vigone , la via degli artisti e degli artigiani, si fa sempre più bella. Da poco è arrivata anche la nuova insegna dell’Associazione Onda d’Urto, opera del designer Fabio Petani, che il 17 di ottobre inaugurerà nella nostra saletta una mostra personale delle sue opere più recenti. Nella foto alcuni ragazzi/e del Teatro Franco

Progetti in atto presso Onda d’Urto - Commissioni a Domicilio Pinerolo. Start-up messa in opera da una giovane signora

disoccupata con il sostegno della nostra associazione. Esegue commissioni a domicilio per conto di chi non può o non ha tempo di farle: acquisti, ritiro referti o medicinali, accompagnamento, piccoli lavori domestici, esecuzione di pratiche, ecc. Tel. 3314304559 - 3388662059 - Garantiamo l’assoluta serietà della persona e dell’iniziativa

- Pinerolo Indialogo eventi. Dall’1 settembre Pinerolo Indialogo ha un settore del suo

sito dedicato agli eventi del territorio (www.pineroloindialogo.it/eventi) . È un tentativo di mappare tutti gli eventi del territorio per dar loro visibilità e conoscenza. Redattrice è Sara Nosenzo. Per segnalarci un evento: eventi@pineroloindialogo.it

- Progettazione e Bandi. Dall’1 di ottobre ogni mercoledì, dalle 15 alle 18, è attivo presso la nostra sede uno sportello di progettazione. Un team di giovani offre consulenza gratuita a giovani ed associazioni sui bandi e sulla progettazione. - Serate di Laurea. Venerdì 24 ottobre, ore 18 Serata con Valeria Roli e ..


Sono amici di Pinerolo InDialogo e di Onda d’Urto 24


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