Pineroloindialogo luglio 2014

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Anno 5,Luglio 2014

INDIALOGO

Supple m e n t o d i I n d i a l o g o . i t , a u t o r i z z . N . 2 d e l 16.6.2010 del Tribunale di Pinerolo

Docenti universitari del Pinerolese/17 inntervista a Marco Ameduri

Pinerolesi nel mondo, in Qatar Una storia diversa di Pinerolo, di Diego Priolo


Buone News A cura di Gabriella Bruzzone

erasmus plus

Nuove possibilità di studio all’estero Si aggiungono le cosiddette “alleanze delle abilità settoriali” Erasmus, ovvero European Region Action Scheme for the Mobility of University Students. Sette parole che in un acronimo formano il nome di colui che nel XV secolo viaggiò per l’Europa per studiare le differenti culture. Erasmo da Rotterdam, appunto. Sette parole che in un acronimo racchiudono incontri tra culture, conoscenza personale, legami intensi, esperienza di vita. Riassumendo brevemente, l’Erasmus è una convenzione tra università europee che permette agli studenti di trascorrere un periodo di studio, di tirocinio o di ricerca tesi all’estero, che varia dai sei ai dieci mesi. Esiste anche l’Erasmus Mundus indirizzato invece ai paesi extra-europei, America Latina in particolare. È notizia di qualche mese fa invece l’Erasmus Plus, ovvero la possibilità entro il 2020 di aumentare il periodo di mobilità fino a ventiquattro mesi. Un’ottima opportunità per chi desidera ripetere l’esperienza o allungare la durata del soggiorno. Lo scopo principale è incentivare la

formazione professionale e personale, dando l’opportunità di conoscere altri metodi e altre discipline, con un’attenzione particolare alla combinazione tra istruzione e lavoro. Si ampliano i canali attraverso cui partecipare al programma: oltre alle università e agli istituti di formazione, si aggiungono le cosiddette “alleanze delle abilità settoriali”, enti preposti alla formazione e alla costruzione di abilità. Per usare un cliché, viaggiare apre la mente. Ma vivere per un periodo, anche solo di qualche mese, all’estero permette di aprirsi totalmente al mondo e di sentirsi parte integrante e attiva di questo. L’Erasmus nasce come formazione universitaria ma chiunque lo viva o lo organizzi concorda nell’ammettere che in primis è un’esperienza di vita, è vita pura e scambio continuo. È saper cogliere opportunità, intessere legami, è proiettarsi al di fuori dei propri schemi, diventare cittadini europei e del mondo. È un investimento su se stessi e un guadagno sicuro.

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wwwwAw Informazione e cultura locale per un dialogo tra generazioni

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|Complimenti a Magda Zanoni e a chi s’impegna Cara senatrice Magda Zanoni, le scriviamo per farle i complimenti per aver contribuito a sbloccare presso la burocrazia ministeriale romana la pratica che ha portato a Pinerolo la banda larga. Una dotazione infrastrutturale per il territorio che è ormai essenziale come il telefono o l’acqua potabile, che vale secondo la Banca Mondiale 1,5 punti di Pil in più. Sono complimenti non dovuti (ha solo fatto il suo dovere di rappresentante politico!) che però le facciamo volentieri perché abbiamo visto in questo agire concreto una esemplare azione politica per il territorio. Sono complimenti non di politicapoliticante, che facciamo a lei, ma che avremmo fatto a qualsiasi altro esponente di altro partito che si fosse impegnato concretamente per il Pinerolese e siamo sicuri che in questo interpretiamo anche il sentimento di chi non l’ha eletta. Il suo è stato un impegno che è mancato in questi ultimi dieci anni e che ha portato a un vero e proprio vuoto di potere politico contrattuale sovraterritoriale e a una grossa decadenza del territorio. Se avessimo avuto dei politici attivi come lei sicuramente non ci avrebbero portato via il tribunale, la caserma di cavalleria e quant’altro. Dopo la banda larga – da anni è uno dei “pallini strategici” dei giovani di questo giornale – ora l’aspettiamo per un uguale impegno per il collegamento ferroviario veloce con Torino (altro nostro “pallino”, insieme al centro storico). Se riuscirà ad ottenere anche questo risultato, allora i nostri complimenti saranno raddoppiati e triplicati. Antonio Denanni N.B. Questi complimenti naturalmente siamo pronti a dirottarli sui due nuovi consiglieri regionali Rostagno e Valetti, se riusciranno a portare a casa il risultato concreto. PINEROLO INDIALOGO Direttore Responsabile Antonio Denanni Hanno collaborato: Emanuele Sacchetto, Alessia Moroni, Elisa Campra, Gabriella Bruzzone, Maurizio Allasia, Andrea Obiso, Andrea Bruno, Chiara Gallo, Cristiano Roasio, Nadia Fenoglio, Giulia Pussetto, Francesca Costarelli, Michele F.Barale, Chiara Perrone, Marianna Bertolino, Federico Gennaro, Isidoro Concas, Sara Nosenzo, Alessandro Coassolo, Massimiliano Malvicini. Con la partecipazione di Elvio Fassone photo Giacomo Denanni

Pinerolo Indialogo, supplemento di Indialogo.it Autorizzazione del Tribunale di Pinerolo, n. 2 del 16/06/2010 redazione Tel. 0121397226 - Fax 1782285085 E-mail: redazione@pineroloindialogo.it

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Buone News

Nuove possibilità di studio all’estero

4 Primo Piano

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docenti del pinerolese/17: marco ameduri

Incontri

diego priolo e le leggende del pinerolese

Giovani & Lavoro

marmarmi di gualtiero martra

9 Lettere al giornale

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70 anni fa bretton woods

Giovani & Storia

glistudentidipinerolo nellagrandeguerra/2

Donne del Pinerolese

1/ lidia caffaro, ostetrica 2/ isa demaria, tra i libri e l’ambiente

Vita internazionale

elena orlandin. midwife in england

14 Lettera a... TRA IL GUIDARE E IL CAMMINARE 15 Un’App al mese

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e-tickpercomunicaretracomuneecittadino

Per mostre e musei

summerfest e street art

17 Visibili & Invisibili giovaniamnesty:letteraapertaun pinerolese 18 Musica emergente

gli henderwyd

19 Andare al cinema

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tutte contro lui

Tecnologie & Innovazioni

viaggiare verso il futuro

21 Appunti di viaggio

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il lago di valscura nell’argentera

Cose dell’altro mondo

cose belle e brutte dal mondo

23 Onda d’Urto Eventi

eventi in via vigone 22

24 Amici di Pinerolo Indialogo http://www.pineroloindialogo.it http://www.facebook.com/indialogo.apinerolo http://www.issuu.com/pineroloindialogo


Città & Università /17

4 di Antonio Denanni

Intervista a Marco Ameduri, fisico in Qatar

Ameduri: «Studiare e lavorare in istituti e Paesi diversi è fondamentale per chi voglia partecipare appieno al mondo della ricerca» «Pinerolo diventa per me sempre più il luogo della memoria... della saldezza delle tradizioni» Per cominciare ci parli di sè, del suo lavoro e delle sue competenze in ambito universitario. Sono nato a Pinerolo e mi sono laureato in Fisica a Torino nel 1993. Nell’estate di quell’anno mi sono trasferito negli Stati Uniti, dove ho conseguito il dottorato di ricerca (Ph. D.) presso la Cornell University. Dal 2000 al 2002 ho lavorato all’Istituto Max Planck per la Fisica dei Sistemi Complessi di Dresda. Mi sono trasferito in Qatar nel 2002, quando Cornell vi ha inaugurato in partnership con la Fondazione Qatar una filiale della sua facolta’ di Medicina, il prestigioso Weill Cornell Medical College, il quale ha sede a New York. Attualmente, oltre a tenere i miei corsi di fisica, mi occupo della direzione del dipartimento pre-medico, comprendente principalmente le scienze fondamentali e alcuni corsi umanistici. Nel corso degli anni dunque, la mia attivita’ mi ha portato a lavorare in aspetti diversi del mondo accademico, dalla ricerca pura in fisica matematica, all’insegnamento, fino ad assumere anche questi incarichi amministrativi nella mia universita’ qui in Qatar. Ci spiega anche le peculiarità e le applicazioni pratiche della sua disciplina? La fisica rimane alla radice dell’enorme sviluppo tecnologico degli ultimi secoli, sia quando la ricerca ha aspetti direttamente applicativi, sia quando essa si concentra

su domande fondamentali, come quelle concernenti la struttura dell’universo o i suoi costituenti elementari. Devo dire che sono sempre stato principalmente affascinato dall’aspetto fondamentale della fisica, e sono profondamente attratto dalla sua bellezza matematica. Considero le applicazioni pratiche un risultato derivato, che certo e’ necessario per giustificare l’alto costo della ricerca oggi. Ammetterà che la presenza di un pinerolese in Qatar non è usuale. Ce la racconta, anche negli aspetti pratici della vita? In realta’, in Qatar vivono persone di provenienza piu’ diversa, ed e’ un Paese molto accogliente. La vita quotidiana naturalmente ruota attorno al lavoro, come dappertutto. La sua capitale, Doha, e’ in constante trasformazione, e in questi dodici anni ho visto molti cambiamenti, sia dal punto di vista dello sviluppo architettonico ed economico, sia dal punto di vista sociale. E’ un Paese che sta investendo grandi risorse nel settore educativo, universitario e della ricerca, e che ha saputo inserirsi con grande forza e lungimiranza nel fenomeno della globalizzazione dell’universita’. Credo fortemente in questo progetto di ampio respiro, e sono grato per l’opportunita’ di farne parte. L’unica difficolta’ e’ il clima durante il periodo estivo. In questi giorni le massime sono di poco sopra i quaranta gradi, anche se la settimana scorsa siamo arrivati a toccare


«Il mio consiglio ai giovani è di seguire la loro curiosità» i cinquanta. Siamo tutti grati all’inventore del condizionatore! Dal Qatar come vede la nostra Pinerolo? Confesso che con il tempo la lontananza e’ sempre piu’ reale, e Pinerolo diventa sempre piu’ un luogo della memoria. Ricordo molto volentieri il carattere pacato e tranquillo della vita quotidiana e la saldezza delle tradizioni e delle abitudini. Mi auguro che queste caratteristiche vengano mantenute, perche’ per crescere nel vortice dell’economia e della societa’ di oggi e per costruire in modo duraturo il proprio sviluppo, una comunita’ ha bisogno di poter contare su radici solide. La sua storia personale è esemplare. Pinerolese di origine e di formazione, è dovuto (o ha voluto) andare all’estero per affermarsi. È la strada obbligatoria per i giovani di talento o è solo la peculiarietà di certe lauree specialistiche come la sua? Alla luce dell’esperienza di tutti questi anni all’estero - ormai piu’ di venti - direi che studiare e lavorare in istituti e Paesi diversi e’ fondamentale per chi voglia partecipare appieno all’eccitante mondo della ricerca e del lavoro intellettuale. Si confrontano punti di vista diversi, approcci intellettuali e pratici diversi, e si costruisce una ampia rete di contatti in cui scambiare idee e progetti. Ritengo che questo valga in qualsiasi disciplina. Alla lunga diventa poi una scelta di vita, in cui la curiosita’ di conoscere e cercare di capire posti nuovi diventa altrettanto eccitante. Secondo me questo e’ uno degli aspetti positivi ed attraenti della carriera universitaria. Si stabilisce un linguaggio condiviso e si entra in una comunita’ che permettono di sentirsi sempre a casa, dovunque ci si trovi. Il nostro giornale è letto da giovani e adulti, ma è fatto principalmente da giovani. Un giovane laureato in Fisica ha buone prospettive di lavoro? Studiare Fisica sviluppa enormemente sia l’abilita’ di concepire ed analizzare problemi in modo quantitativo, sia la capacita’ di formulare ipotesi, valutarne le conseguenze per poi confrontarle con osservazioni pratiche. Ritengo che queste siano capacita’ molto desiderabili per un giovane che cerchi di inserirsi in un mondo del lavoro che richiede sempre di piu’ agilita’ mentale e curiosita’. Oltre a queste

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Dodecaedro, aula del Weill Cornell Medical College di City, Doha

capacita’ generiche, ma fondamentali, si apprendono ovviamente importanti nozioni tecniche e si sviluppa la capacita’ di utilizzo dei mezzi informatici. Il mio consiglio ai giovani alle prese con la difficile scelta di una facolta’ universitaria pero’ rimane quello di seguire la loro curiosita’ e il loro interesse. Qualunque campo di studi, quando preso sul serio, sviluppa la capacita’ di confrontarsi con realta’ complesse e di coglierne gli aspetti fondamentali che le regolano. E se la scelta non risulta corrispondente alle aspettative, non bisogna temere di cambiare facolta’ e indirizzo, anche in modo drastico. A diciannove o venti anni, un anno in piu’ puo’ sembrare un anno perso. Lo vedo piuttosto come un’esperienza aggiuntiva. In età matura molti fisici si dedicano anche a questioni filosofiche. Lo fa anche lei? Oltre all’impegno universitario coltiva anche altri interessi? La fisica teorica di per se’ sfiora molte domande filosofiche, e i fisici devono tenere a bada la tentazione di confondere i problemi della fisica – suscettibili di verifica sperimentale – con i problemi dei fondamenti filosofici della scienza, che invece richiedono un’analisi critica dei suoi metodi. Detto questo, confesso che anch’io sono molto attratto da questioni filosofiche. In questo periodo leggo molto volentieri i lavori di Isaiah Berlin, soffermandomi a riflettere sulle differenze tra i problemi scientifici, concernenti in ultima analisi i fenomeni che percepiamo, e i problemi che hanno a che vedere con i valori fondamentali della vita, o con i linguaggi che usiamo per esprimere e discutere gli uni o gli altri. Nel (poco) tempo libero, continuo a cercare di imparare l’Arabo, una lingua molto bella e molto ricca, ma purtroppo molto difficile. Soprattutto i miei studenti cercano di aiutarmi, e sorridono volentieri ai miei strafalcioni!


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inc o ntri

Le leggende sono indicative di funzionalità di Diego Priolo

I luoghi-leggenda di Pinerolo

Una consistente dimensione leggendaria della Pinerolo storica

“Il trasferimento di un fatto o di un evento in leggenda non é un riconoscimento di storicità” Il trasferimento di un fatto o di un evento in moch”, campanile mozzo e così voluto dai leggenda non é un riconoscimento di storicità, “potenti” del Borgo superiore per impedire ma di adeguatezza di questo contenuto, agli abitanti del”povero” Borgo del Piano, se caratterizzato dal fantastico ma ben saliti sul campanile, di vedere cosa stessero associato ad un luogo preciso, e tutto questo mangiando nelle loro ricche case. Sotto il in termini positivi o negativi, a rispondere al campanile, riporta lo storico Quirino Trivero, si bisogno a monte che ha richiesto questo “aprirebbe” invece un cupo stanzone, lungo riutilizzo. La sua consistenza (spesso la sua ben 12 m., che avrebbe ospitato forzatamente sovrabbondanza e/o le sue forzature storiche anche la Maschera di Ferro quando venne e fantastiche), come la sua diffusione e prigioniera in città. Sempre quest’ospite conservazione saranno sarebbe scappato da questo pertanto indicative di forzato luogo di riposo, funzionalità nel colmare attraverso un condotto e superare/giustificare sotterraneo che sbuca/va nei vuoti informativi pressi della casa Madre delle e nel rinforzare suore Giuseppine. Sull’altro l’identità di gruppi lato del Duomo, quasi di e di comunità che fronte all’ingresso della casa ad essa sono ricorsi. parrocchiale, una lapide Da non dimenticare, ricorda il terribile terremoto inoltre, è il fatto che del 1808, curiosamente non la sua eccessiva traslato in alcuna leggenda. ricchezza narrativa Sull’angolo smussato dello è stata in alcuni storico edifico posto tra Via casi conseguenza Trento e via Principi d’Acaja della riscoperta della (da osservare anche gli leggenda in epoca affreschi in alto), si trovava romantica; un intento la “peiro d’la razoun” la positivo di fondo Pietra della Ragione, su cui danneggiante però a venivano posti e legati al volte il suo genuino pubblico disprezzo i delatori contenuto originario. o coloro che non avevano La consistente pagato il dovuto. Salendo Il pilone della donna morta dimensione leggendaria sulla sinistra, si individua della Pinerolo storica riflette “bene” per certi la chiesa di Santa Maria Ausiliatrice o di versi questa rilettura di eventi in senso lato. Sant’Agostino, qui edificata nei pressi del Tenendo conto di quanto premesso, ciò “forno del rocco” per rispettare la volontà che segue è un riassunto di percorso così della Madonna - leggiamo nella trascrizione etichettabile, mirato alla scoperta di luoghi, degli eventi redatta dal prevosto Fontanapalcoscenico di queste redazioni narrative. apparsa ai fedeli qui fermatisi nel corso di una Partiamo dalla torre campanaria del Duomo, processione per ottenere la fine della peste nel popolarmente conosciuta come “Cioché 1630. L’imponente Palazzo del Senato non è

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«Nella notte del 25 settembre 1592, Ortensia di Piossasco, in quel giorno non presente, sventò l’attacco dei francesi»

contemplato in qualche leggenda specifica ma, come per altri importanti edifici della zona, era/é… raggiunto sotterraneamente da cunicoli e camminamenti. Poco oltre, sulla sinistra, sorge il grande Monastero della Visitazione il cui versante affacciato verso le montagne conserva ancora traccia di parti delle mura della città che dovevano contrastare eventuali venute del nemico dalle valli. Nella notte del 25 settembre 1592, Ortensia di Piossasco, moglie del Governatore di Pinerolo, in quel giorno non presente, fu colei che non solo segnalò l’arrivo delle truppe francesi ma sventò pure il loro attacco, accendendo lei stessa i cannoni. Più rasserenante è ciò che si racconta in merito alla fondazione del Convento di San Francesco che sorgeva a monte della Casa Madre delle suore Giuseppine e che ospitò incontri delle autorità locali e fu luogo di accoglienza delle spoglie degli Acaja. La sua denominazione sarebbe un sentito ricordo del passaggio del Santo nel 1212, mentre era in viaggio alla volta di Vienne in Francia. A ricordo di questa sua venuta, ricordata pure nella benedizione delle campane di Frossasco, capaci così di allontanare il brutto tempo, egli avrebbe piantato un olivo diventato particolarmente longevo. Poco più a monte, in un suggestivo slargo, caratterizzato da un pozzo “storico” al centro, si trovano sulla destra la Casa dei Cavalieri Templari e sulla sinistra “la scala” che sale al Castello Nuovo, uno dei palcoscenici riproposti dalla riscoperta della leggenda del Pilone della Donna Morta. Questa denominazione - segnala lo storico Cirillo Massi – venne già riportata ufficialmente in un atto notarile del 1471 senza però un supporto giustificativo. Il pilone ubicato al n. 119 di Strada Costagrande, riedificato nel 1891 a riprova di un riconoscimento e di una fama “ancora” di un certo peso, sarebbe con molta probabilità il testimone in questione. Le due leggende redatte da Alberto Pittavino e da Ugo Marino, molto conosciute e “condivise”, furono costruite su alcuni rilevanti fatti storici locali “quasi coincidenti” con la segnalazione storica del Pilone. In questa prospettiva, la donna morta sarebbe Margherita di Beaujeu, terza moglie di Giacomo d’Acaja, che una sera

per porre fine alle voci che volevano che qui si aggirasse lo spirito del “figliastro” Filippo II, fatto annegare nel lago di Avigliana nel 1368, sarebbe venuta per piantare un fuso a testimonianza dell’infondatezza delle voci. Ella lo piantò nel luogo “chiacchierato”, ma non si accorse di aver infilzato un lembo del suo vestito, il che, quando si apprestò ad allontanarsi, le fece credere che qualcosa di tremendo la stesse trattenendo, da cui la morte per paura. Il borgo Valentino, nell’attuale zona di Piazza Roma e di Via Vigone, era nel XV e nel XVI secolo uno dei luoghi periferici ospitanti le forche cittadine. Quando nel 1548 si seppe che il re di Francia Enrico II era intenzionato a passare a Pinerolo, mentre faceva ritorno in patria dalla Polonia, in segno di rispetto si decise di ricoprire il cadavere di un ladro con una camicia. Un povero giovane, per presentarsi alla ragazza di cui era innamorato meno dimesso del solito, rubò una notte l’indumento e rubò pure quello posto in sostituzione il giorno successivo. Venne però scoperto e così le due camicie ricoprirono i corpi penzolanti del primo ladro e del povero giovane, ladro per amore, ma di questo la ragazza non seppe mai nulla.

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Società

Giovani&Lavoro di Elisa Campra

Gualtiero Martra, di Marmarmi

«Il mercato del marmo è in forte sviluppo» Ci riassume in breve la storia della sua azienda? L’azienda nasce nel 1906, si chiamava Rotelli e si trovava in via Cottolengo. Mio padre diventò il proprietario nel 1956 e poi, nel 1974, lo divenni io. Lei si considera più un imprenditore o un artigiano? Noi lavoriamo il marmo e quindi possiamo dalla materia prima creare altri oggetti; mi sento sicuramente più un artigiano. Lei esporta i suoi prodotti all’estero? Principalmente in quali Paesi? Abbiamo smesso di esportare il marmo all’estero. Quest’attività è svolta infatti principalmente dalle aziende cinesi, e i Paesi maggiormente interessati sono il Belgio, la Francia e la Svizzera. In questo settore del mercato le aziende cinesi sono molto presenti e lavorano tantissimo. Noi stessi abbiamo un accordo con un paio di queste, che producono circa l’80% del nostro fatturato. Il problema di esportare e di avere un mercato interno dove è difficile farsi strada dipende anche dalle tasse sull’import-export: per esportare i nostri prodotti e venderli all’estero dobbiamo pagare una tassa del 17%; i Paesi come la Cina, il Brasile o l’Etiopia invece pagano una tassa del 7 ‰ per importare in Italia. Dovrebbe esserci una situazione un po’ più paritaria. A suo parere la crisi economica italiana è più congiunturale o più strutturale (burocrazia, leggi, ecc.)? Uno dei modi principali per impiegare la lavorazione del marmo è la costruzione di lapidi per i defunti. Di conseguenza quindi sentiamo moltissimo la crisi di valori che riguarda proprio questo settore. Per ciò che riguarda la burocrazia, essa ha a mio parere certamente

una grande responsabilità rispetto alla crisi di oggi. Le faccio un esempio: anni fa avevo chiesto tutte le autorizzazioni necessarie per costruire un capannone; ho avuto il via libera quindici anni dopo. Nel Pinerolese si lavora molto la pietra... però pare che i pinerolesi non abbiano molta voglia di farlo, lo fanno soprattutto i cinesi (vedi le pietre di Luserna), come mai? Lavorare la pietra è molto duro. Se si parla di lavorarla a mano, poi, alla grande fatica si aggiunge il tempo che si impiega e il tutto diventa poco remunerativo. I cinesi sono disposti a lavorare anche molte ore, quindi sono i principali impiegati in questi lavori; tuttavia stiamo assistendo a un ritorno di manodopera italiana. Per un giovane del territorio che volesse cercare lavoro o avviare una start-up in questo suo settore ci sono sbocchi? Nel settore funerario ci sono mercati in forte sviluppo, come quello polacco e quello russo; sarebbe quindi un’ottima possibilità, ma se non ci si muove in fretta presto questi mercati verranno monopolizzati dalle aziende cinesi, come è successo al nostro, anche per ciò che riguarda la lavorazione di alta qualità. Il marmo italiano è ancora molto apprezzato, quindi ci sarebbe un mercato di tipo più “artistico”: di recente abbiamo infatti realizzato con un artista kazako un monumento in memoria dell’eccidio degli armeni in Kazakistan. Tuttavia la stessa fiera di Carrara, fino a qualche tempo fa nucleo centrale del commercio del marmo, all’ultima edizione è stata poco frequentata: è la Cina ora il mercato principale.

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PINEROLO

Lettere al giornale di Elvio Fassone

70 anni fa, il primo

governo mondiale dell’economia Bretton Woods è una cittadina del New l’inutile corsa alle banche dei risparmiatori e i Hampsire (USA), più piccola di Pinerolo; è un fallimenti a catena; ed avevano sperimentato che grazioso luogo di villeggiatura circondato dalla le politiche restrittive di Hoover sapevano produrre Foresta nazionale delle Montagne Bianche. Non unicamente il crollo degli investimenti, seguito dal era mai stata teatro di battaglie, non aveva dato i circolo vizioso dei licenziamenti, della contrazione natali ad alcun personaggio celebre, nessun evento della domanda, dei nuovi fallimenti e via a ripetere. di rilievo l’aveva mai coinvolta sino al primo luglio Quei governanti non avevano forse le cognizioni 1944, esattamente settanta anni fa. Fra le tante che sono maturate nei decenni successivi, ma ricorrenze che vengono celebrate in questi mesi che una cosa era loro chiara: che bisognava agire a conducono alla Liberazione, nessuna attenzione è livello sopra-nazionale, combattendo l’economia stata e sarà destinata a quella data, che tuttavia la drogata dalla finanza e dando vita ad un’economia meriterebbe. solidale, guidata da regole condivise. Volevano Perché ricordarla? una propria unità Perché nel luglio di monetaria (il bancor) settant’anni or sono, che doveva sostituire subito dopo lo sbarco l’oro; un’Unione di in Normandia, in quella compensazione, che cittadina alla periferia degli intervenisse con aperture States, al riparo da possibili di credito a favore dei incursioni o azioni di guerra, Paesi in temporaneo si riunirono i rappresentanti disavanzo; volevano, dei 44 Paesi impegnati e realizzarono, una contro l’Asse per deliberare Banca mondiale per su una materia del tutto la ricostruzione e per inedita e oggi tornata di agevolare l’equilibrio delle drammatica attualità: il Il Mount Washington Hotel dove si riunirono i 730 delegati delle 44 nazioni bilance dei pagamenti, governo mondiale dell’economia. ovviamente più disastrate nei Paesi che erano stati Mentre in altre sedi si stava decidendo teatro diretto della guerra. come concludere la guerra, come sostituire la Non tutto fu attuato, per le resistenze di alcuni fallimentare Società delle Nazioni, e come costruire dei Paesi più forti; ma, sia pure in modo incompleto, un ordinamento sovra-nazionale che preservasse il sistema di compensazioni multilaterali fu creato il mondo da altri conflitti, a Bretton Woods si (anche la Germania sconfitta ne beneficiò!) e il primo affrontò il problema di un possibile ordine nuovo di dopoguerra fu una stagione di crescita senza uguali. Poi nel 1971 gli USA, dissanguati dalle loro quella economia che, lasciata a se stessa, era stata squassata dalla crisi del 1929 e poi ulteriormente varie guerre, incominciarono a produrre inflazione devastata dallo scontro bellico. e ad esportarla nel mondo, e Nixon pretese di La Convenzione durò poco, una ventina di sganciare il dollaro dall’oro e di dare inizio alla libera giorni, ma concluse molto più di quanto riescono fluttuazione dei cambi. Era il primo capitolo della a fare gli Stati europei di oggi. I Paesi partecipanti deregulation, la rivincita del neo-liberismo sfrenato sapevano che la “Grande Crisi” era nata da una e del “pensiero unico” degli anni ‘80 e ‘90, la esagerata polarizzazione della ricchezza (chi si premessa della seconda micidiale crisi, nella quale rivede!), a sua volta dovuta all’aumento della navighiamo tuttora. Due modi diversi di vedere il produttività non accompagnato da una crescita del mondo. Primo luglio 1944 - primo luglio 2014: dalla potere d’acquisto dei ceti medio-bassi; avevano constatato i danni della crescita smisurata della Convenzione di Bretton Woods al semestre di speculazione finanziaria, priva di leggi regolatrici; presidenza italiana dell’UE. C’è qualche speranza avevano provato i disastri delle bolle speculative, che la storia insegni?

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Società

Giovani&Storia di Nadia Fenoglio.

Cenni di storia del Pinerolese poco nota

Gli studenti di Pinerolo nella Grande Guerra/2 A cento anni dal conflitto, il ricordo degli studenti pinerolesi caduti nella guerra del ’15’18 ci porta ancora a soffermarci sul nome di Enrico Long, nato nel 1898 a Pinerolo, dove si era diplomato come geometra nel 1916 presso l’Istituto Tecnico. Aspirante ufficiale nel 34° Reggimento Fanteria, apparteneva alla Brigata Livorno che fu decorata con medaglia d’oro per la battaglia sull’altopiano della Bainsizza nel 1917: è qui che cadde il soldato pinerolese, ferito al torace da raffiche di mitragliatrici austriache. Ricordiamo anche Alberto Maffei, ma tragicamente breve fu la sua esperienza militare. Nato a Pinerolo nel 1897, aveva conseguito la licenza liceale al liceo Porporato per iscriversi poi alla facoltà di Giurisprudenza alla Regia Università di Torino. Ricopriva il ruolo di sottotenente nell’89° Reggimento fanteria: nel maggio 1917 partì per il fronte, ma morì nel giugno successivo a seguito del ferimento di una scheggia di granata durante l’assalto alle trincee nemiche. Tra i soldati pinerolesi, compare inoltre il nome di Eligio Martoglio, nato a Pinerolo nel 1896. Diplomatosi nel 1912 come geometra presso l’Istituto Tecnico, era stato nominato tenente nel 2° Reggimento artiglieria da montagna. Combattè in Macedonia nei pressi di Salonicco, dove morì nel 1917 in seguito a meningite provocata da trauma cranico. Ancora, ricordiamo Ignazio Pezziardi-Micca, nato a Rivoli nel 1893 ma residente a Pinerolo. Capitano nel 161° Reggimento fanteria, nel 1912 aveva conseguito il diploma di geometra presso l’Istituto Tecnico e si era poi iscritto alla

Scuola militare di Modena. Al comando del suo battaglione, fu inviato in Macedonia: qui cadde sul campo nel 1917 nel combattimento di Paralovo, oggi città serba, ferito da scheggia di bomba. Possiamo ricordare anche Gino Putelli, che nacque a Pinerolo nel 1896. Diplomatosi ragioniere presso l’Istituto Tecnico nel 1914, durante le operazioni belliche fu promosso capitano nel 281° Reggimento fanteria. Morì, ferito durante un combattimento, sul Monte San Gabriele, all’epoca roccaforte austroungarica e oggi monte sloveno chiamato Škabrijel. Anche Michele Alessio Rolando perse la vita nella Grande Guerra. Nato a Roletto nel 1890, era sottotenente nel 69° Reggimento fanteria. Dopo aver conseguito la licenza presso la Regia Scuola Normale di Pinerolo, aveva ottenuto l’abilitazione all’insegnamento elementare: dal 1911 era stato infatti nominato effettivo nelle scuole comunali della città. Cadde in battaglia presso il monte Peuma, lungo l’Isonzo, nel 1915. Infine, possiamo ricordare Angelo Perron, residente a Pinerolo ma nato a San Secondo nel 1891. Dopo aver frequentato a Pinerolo il Ginnasio e il Liceo, vinse il concorso nel Collegio Carlo Alberto dell’Università di Torino, dove si laureò nel 1913 a pieni voti. Tenente nel 5° Reggimento alpini, cadde sul campo nel 1917 sul monte Ortigara presso Asiago. «Sicure l’Alpi, libere le sponde, e tacque il Piave, si placaron l’onde. Sul patrio suol vinti i torvi Imperi, la Pace non trovò né oppressi, né stranieri!». Ma tale contributo di sangue era il giusto prezzo da pagare?

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Società

Donne del pinerolese /1

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a cura di Fanny Bounous

Lidia Caffaro, una vita da ostetrica

«È un lavoro dove hai tra le mani due vite» Lidia Caffaro è l’ostretica che ha fatto nascere nel Pinerolese migliaia di bambini, con la quale altrettante mamme (e papà?), oltre che ginecologi si sono confrontati. Incontro Lidia, ora in pensione, per un dialogo su questa esperienza e professione che ci accomuna. Come è nata in te la scelta di fare l’ostetrica? Io in realtà volevo fare l’insegnante, ma prendevo sempre brutti voti in psicologia e filosofia, e un anno venni rimandata. Proprio in quel periodo, un giorno per caso mio padre incontrò l’ostetrica che aveva fatto nascere le mie sorelle: fu lei che gli fece venire l’idea di portarmi a Torino a fare la scuola per ostetriche. Lì non ci sarebbero state filosofia e psicologia e avrei intrapreso un percorso di studi che mi avrebbe dato una professione. E’ stata quindi una scelta casuale. Non immaginavo che sarebbe diventato il lavoro della mia vita. Per quanti anni e dove hai svolto la professione di ostetrica? Ho iniziato a lavorare come strumentista di sala operatoria e poi come ostetrica già mentre studiavo, al S. Anna. Poi mi sono spostata a Pinerolo, dove ho lavorato trent’otto anni, fino alla pensione. Hai qualche episodio particolare (buffo o serio) da raccontarci? Ne avrei tanti in entrambi i casi! Ho il ricordo di tanti parti tragici: un bambino nato senza braccia, due gemelli siamesi... Ma gli episodi che mi hanno colpito di più sono state le morti di due donne per emorragia, una per un distacco di placenta e l’altra per una rottura d’utero; le morti di queste donne e altre, che avevano già altri figli e quindi hanno lasciato degli orfani, sono tra i ricordi più tragici che ho. Altri episodi strani a cui ho assistito, sono le gravidanze immaginarie. Tra le cose più serie e che mi hanno segnato di più, però, ci sono le storie di abbandono di neonati: una volta l’aborto era illegale e molte donne partorivano e poi per indigenza o altri gravi problemi erano costrette a lasciare i bambini in ospedale, essendo tuttavia dilaniate dal senso di colpa. Ecco, io per la mia esperienza di ostetrica, mi sento di dire a tutti quei ragazzi adottati, che la rinuncia da parte della madre naturale di riconoscerli, non è stato un atto di egoismo, bensì un estremo gesto di amore per permettere loro di crescere in una famiglia che potesse garantirgli un futuro migliore. Come sono cambiate negli anni l’assistenza ostetrica e la “dimensione” del parto? Io ho avuto molta difficoltà quando c’è stato l’avvento del computer; prima dedicavo tutta me stessa, il mio tempo e la mia professionalità alla donna che avevo in

Particolari del monumento ai Caduti in Piazza III Alpini

carico, dopo mi son trovata, con molto dispiacere e peso, a dover togliere del tempo prezioso all’assistenza della partoriente per poter stare dietro ad una parte burocratica che ha preso il sopravvento ed è, ormai, quasi la cosa preponderante nelle sale parto. Tuttavia la tecnologia è stata anche positiva: per esempio, l’avvento dell’ecografia è stato un cambiamento epocale per noi ostetriche, perché il sapere già prima a cosa vai incontro (grandezza del feto, malformazioni, gemellarità, se sono siamesi ecc…) e il non trovarti delle “sorprese” in sala parto, fa davvero la differenza nella pianificazione dell’assistenza. Una volta si lavorava “al momento”, ora si può pianificare l’assistenza, a tutela nostra e della gestante. Tu sei individuata da molti come l’ostetrica “storica” del Pinerolese. Questo ti inorgoglisce, ti turba, ti gratifica...? E’ sicuramente gratificante, lo è per me e lo è stato per la mia famiglia. Ricorderò sempre un episodio in cui mio padre tutto fiero mi raccontò di aver “preso un caffè alla mia salute” offertogli da un compaesano che era diventato nonno di un bimbo che avevo fatto nascere io: questo signore l’aveva fermato per strada colmo di gioia, riconoscendo in lui il padre dell’ostetrica che aveva aiutato il nipote a nascere. Fra poco i ragazzi che terminano le superiori sceglieranno il percorso universitario o lavorativo. Che cosa consiglieresti ad una ragazza che volesse iscriversi al Corso di Laurea in Ostetricia per intraprendere la tua stessa carriera? Tu sai bene cosa ho sempre detto alle giovani allieve ostetriche, perché lo dissi anche a te quando arrivasti a fare il tirocinio in sala parto qui da noi a Pinerolo: “ma che caspita di lavoro ti sei scelta?”. Purtroppo il nostro lavoro è molto impegnativo, di grande responsabilità (abbiamo tra le mani ben due vite di cui rispondere!), ed è poco remunerato per ciò che richiede: questo è un grande cruccio, e mi sento di affermare che quella dell’ostetrica è una delle professioni più mal pagate se conti che lavori i festivi, i notturni e che a volte affronti dei turni davvero gravosi. Inoltre, una volta studiare da ostetrica ti assicurava un posto di lavoro fisso sin da subito, invece ora le giovani ostetriche stentano a trovare lavoro nel loro settore, nonostante gli ottimi risultati scolastici, la dedizione, la passione e la voglia di svolgere questa professione, trovandosi a dover far tutt’altro per mantenersi. Quindi oggi come oggi, ad una ragazza che mi chiedesse un parere, sconsiglierei di iscriversi al Corso di Laurea in Ostetricia.


Società

Donne del pinerolese / 2 di Sara Nosenzo

Isa Demaria, tra i libri e l’ambiente

“È importante agevolare la partecipazione” Isa Demaria è stata direttrice della biblioteca Alliaudi per 5 anni. Si interessa delle problematiche sociali fin dalla giovane età, partecipando attivamente ai movimenti studenteschi e operai del ’68. Isa Demaria, una vita tra i libri. Ci racconta il suo percorso esistenziale? Ho vissuto sulla pelle il movimento giovanile del ’68: un periodo che mi ha influenzata moltissimo e che faceva credere che le cose potevano essere cambiate. Il desiderio di cambiare il mondo mi è sempre appartenuto, così dopo il ’68 ho abbracciato il femminismo anche per quelle donne che non avevano avuto una famiglia “permissiva” come la mia. Dopo questa avventura aderisco al movimento ambientalista e attualmente sono la presidente di Legambiente di Pinerolo. Ho avuto la fortuna di amare il mio lavoro. Ci tengo a precisare che il compito del bibliotecario è trasmettere alle persone l’amore per la lettura. Quindi biblioteca e ambiente. Ci racconta di quest’ultima passione? L’ambiente è intorno a noi, siamo noi. Bisogna capire che è vero che il pianeta soffre i cambiamenti a cui è sottoposto, ma sopravvive. Sono le persone che sopravvivono male al disagio ambientale. Fare la cosa giusta in questo ambito significa adottare come criterio la giustizia sociale: io credo che le cose si facciano principalmente per se stessi, non per forza per un tornaconto, ma piuttosto per migliorare qualcosa che serve in primis a noi stessi e di conseguenza a tutte le altre persone. Dal disagio personale si possono cambiare i disagi sociali e globali. Qual è la situazione del territorio dal punto di vista ambientale? È un territorio pieno d’acqua, con l’aria abbastanza pulita, un panorama meraviglioso e un’agricoltura florida. Vi sono però dei problemi

legati alla città dal punto di vista urbano: si potrebbero riqualificare gli edifici esistenti invece di costruirne dei nuovi; sui rifiuti, anche se la raccolta non è delle peggiori, non è nemmeno tra le migliori. Il clima è diventato sempre più inclemente a causa di alluvioni e piogge violente, e l’agricoltura, che secondo me potrebbe essere maggiormente valorizzata. Tornando alla sua gioventù, quali differenze vede tra i giovani di allora e quelli di oggi? I giovani non sono diversi, sono diverse le circostanze, i contesti, lo spirito. Ai miei tempi le persone sentivano il profumo del cambiamento misto al sapore della speranza. Temo che di questi tempi i giovani abbiano perso proprio il sentore della speranza. Se prima si usava molto la parola, questa oggi è stata sostituita da molte notizie sconclusionate e da una comunicazione limitata alla ricezione di un tweet. Ci può parlare del progetto comunale sulla caserma Bochard? Il Comune sta acquisendo la caserma Bochard, nella quale si contano quattro edifici, più un’area spaziosa. L’ex Palazzina Comando e l’edificio di fronte si è pensato di riconvertirli per ospitare la biblioteca di Pinerolo. Questo purtroppo crea delle perplessità: lo spazio potrebbe essere insufficiente e gli ambienti, piccole aule, non sono consoni alle esigenze moderne che le biblioteche devono avere. Per concludere, una carenza da stigmatizzare e un auspicio per questa nostra città? La partecipazione: bisognerebbe attivare strumenti per agevolare la partecipazione della gente sulle iniziative urbanistiche e sulla vita del territorio. Come auspicio spero che questa crisi economica, e non solo, dia una spinta a reagire per curare e migliorare tutto ciò che ci circonda.

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ondo così per il m

Vita internazionale

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di Alessia Moroni

Intervista ad Elena Orlandin

Midwife in England

«Dopo l’arrivo a Londra ho iniziato a lavorare facendo il caffè in un museo» Elena Orlandin si è da poco laureata in Ostetricia e dopo questo importante traguardo ha comprato un biglietto di sola andata per l’Inghilterra, decisa a cercare lavoro all’estero. Da sei mesi a questa parte vive infatti a Londra ed è tornata a casa da pochi giorni, per un periodo di vacanza. «Ho deciso di partire perché qui c’erano poche possibilità di iniziare a �lavorare come ostetrica. Già l’università ci aveva incoraggiate, attraverso incontri con altre colleghe che lavorano all’estero. Volevo fare pratica e così, con altre due compagne di corso, sono andata a Londra». Prima di cercare lavoro come ostetrica, Elena ha dovuto sbrigare pratiche burocratiche e soprattutto iscriversi al Collegio delle ostetriche inglesi. Questa parte organizzativa richiedeva alcuni mesi, ma nell’attesa si è trasferita a Londra per perfezionare l’inglese. «All’inizio ho cercato lavoro come cameriera ed è stato un po’ traumatico, dato che non avevo mai lavorato prima. Dopo aver risposto ad annunci su internet, sono stata contattata da una catena che si occupa della ristorazione nei principali musei di Londra: ho iniziato quindi a fare il caffè in un museo». Una bella soddisfazione dunque, potersi mantenere da sola.Tramite il suo coinquilino, ha addirittura trovato un’occasione migliore, in un ambiente stimolante e, come lo definisce Elena, “super internazionale”: fino ad ora ha infatti lavorato in un “cafè” in pieno centro. «Mi sono trovata benissimo, ho avuto la possibilità di fare cose nuove tutti i giorni e avevo a che fare con clientela abituale, diversa da quella di un museo in cui non si vedono mai le stesse persone». Londra è sicuramente un ambiente pieno di vitalità e di persone provenienti da tutto il mondo, perciò imparare bene l’inglese non è stato difficile «Il mio livello linguistico era scolastico ed ero terrorizzata, ma lì sono abituati e non è stato un problema. Mi sono subito iscritta alla biblioteca e ho fatto anche un corso di lingua per stranieri, che è stato molto utile». Ma Elena è andata in Inghilterra per

mettere finalmente in pratica ciò per cui ha tanto studiato: sembra infatti che le cose stiano andando proprio per il verso giusto. «Dopo due mesi e mezzo ho ricevuto la registrazione al Collegio delle ostetriche inglesi, che è diciamo “il lasciapassare” per

cercare lavoro. Ho potuto quindi iniziare a rispondere agli annunci. Dopo un paio di settimane sono stata contattata da un ospedale a nord di Londra e ho sostenuto il colloquio. L’esito è stato positivo, ma per motivi burocratici non ho ancora iniziato». Nel frattempo si è concessa qualche giorno di vacanza in Italia, da passare insieme alla sua famiglia e ai suoi affetti.Elena si aspetta il meglio da questa nuova opportunità, ma si augura di tornare presto in Italia e portare qui le competenze che acquisirà all’estero. «Mi aspetto di diventare una brava “midwife” (ostetrica in Inglese) e per il prossimo anno vorrei stare lì, nella speranza che ci sia la possibilità di tornare a casa. Mi piacerebbe infatti fare la specialistica qui in Italia, non escludo però di farla in Inghilterra».


Lettera a...

dal tempo

di Cristiano Roasio

Lettera a chi di dovere

Tra il guidare e il camminare Come per Schopenhauer la vita era un pendolo tra noia e dolore la mia è un pendolo tra la guida e le camminate: scegliete voi dove sta la noia e dove il dolore. La posizione privilegiata del guidatore prima e del flâneur (anche se a differenza dei miei antenati parigini cammino sempre con velocità, d’altronde la società mi spinge ad accelerare, e con una direzione [almeno quando cammino]) dopo, mi consente di fare rilevamenti estetico morali su ciò che mi circonda, quando non sono troppo obnubilato dalla musica. I nostri paesetti saranno tranquilli, calmi e vivibili... ma quanto sono brutti. Alloggi di orwelliana fattura (ah, l’aroma del cavolo bollito!) si innalzano in piani regolatori stabiliti da lanci di dadi su mappe catastali disegnate da bimbi durante la pausa premerenda; fatiscenti (e pericolosi... e brutti!) edifici “storici” vengono lasciati allo sgretolio del mondo e inclinati verso strade butterate di asfalto usurato (sfido io, quando si prende l’auto anche per fare 200 m) ci ricordano che anche nel nostro piccolo la gravità esiste; nascosti da foreste di granoturco e zanzare svettano campanili dalle cupole ossidate; la mattina come larve da un cadavere sgusciamo fuori in centinaia di auto dalle budella del paesetto di circostanza per farvi ritorno la sera sfiniti, sfibrati, sconfitti ogni giorno di più; camioncini di colori diversi, i corrieri come deux ex machina in questa tragedia dell’assenza di servizi (siamo noi a servire loro e non viceversa!), calano a flottiglie e consegnata la futile merce comprata con soldi finti, ripartono verso la prossima consegna di temporanea, e quanto limitata lo dico per esperienza, soddisfazione dell’acquisto; e poi quando si arriva alla

meta eccoli lì i “portici storici” di Pinerolo: sigarette, cartacce, merda di piccione, sguaiate risate nei locali (bar, baretti, pub, baruciu, bettole, bistrot, ristopub... ma dannazione non facciamo altro che mangiare e bere?!) a distanza l’uno dall’altro di 2 o forse 3 metri, e numerose serrande tirate giù, ci siamo trasferiti in località più ridenti, e dentro esercizi commerciali una volta fiorenti, che almeno garantivano pulizia, montagne di spazzatura. Spazzatura. E non solo quella organica, a ben vedere tutta la spazzatura è organica, anche quella morale, la spazzatura del vuoto. Il vuoto fatto della giornata finita il prima possibile, del disinteresse egoistico, e soprattutto il vuoto di una serie di compiti che a ben vedere non servono a nulla e a nessuno e della giornata che non offre nulla, il vuoto di locali vuoti, e dei bar pieni delle stesse facce vuote, il vuoto della democratizzazione dell’acquisto, prezzi più bassi e addio qualità, complessità e diversificazione. Sarò reazionario ma quell’obbrobrioso telone (e non sono vegetariano) dalle dimensioni colossali comparso all’imbocco dei portici principali di Pinerolo, anticipa il futuro dei nostri paesi: carne pesta camuffata da slow food (e non credo sia un caso che un tempio di questa industrializzazione dei sapori di una volta ci saluta ogni giorno col suo cancello auschwitziano). Mangiamo sano ma parcheggiamo di fianco al tavolo. Questa lettera, forse l’ultima, è indirizzata a chi di dovere. Passione non voti. Idee non suv: voti e suv non sono altro che l’ennesima conferma della vostra mediocrità e assenza di cultura. E ora posso andare a farmi il letto nella torre d’avorio più tranquillo.

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in città

Un’App al mese di Fabrizio Ameduri e Rino Sannino

Smart city con e-tick

Un’app smart anche per Pinerolo? L’intervista sulla smart city del numero scorso oltre all’interesse suscitato ci ha fatto entrare in contatto con un paio di persone che la filosofia della smart city hanno cercato di realizzarla con una applicazione intelligente a servizio della comunità, che ha già trovato utilizzo presso il comune di Chieri. Ne parliamo con Rino Sannino e Fabrizio Ameduri, gli ideatori (www.akkattp.com). Ci descrivete questa vostra applicazione? e-tick è un’applicazione web per la gestione delle segnalazioni provenienti dal territorio. Il cittadino che desidera segnalare una disfunzione o un disservizio deve compilare un semplice modulo su una pagina web, indicare su una mappa il luogo esatto del problema riscontrato e procedere con l’invio. Riceverà un’email con il riepilogo dei dati inseriti e, in seguito, verrà aggiornato sullo stato della segnalazione da lui aperta. Il Comune ha invece a disposizione una piattaforma più complessa per gestire tutte le segnalazioni ricevute dai cittadini, tenerne traccia, elaborarle e creare report e statistiche, con indubbi benefici in termini di efficienza e ritorno di immagine. Come è nata in voi questa idea? L’idea è nata parecchi anni fa, dalla constatazione che in molti enti pubblici la gestione e la circolazione delle informazioni era, spesso, ancora effettuata con montagne di appunti su carta che nella maggior parte dei casi giravano da un ufficio all’altro prima di trovare ascolto. In altri casi l’iniziativa di qualche singolo aveva delegato al classico foglio Excel la catalogazione delle segnalazioni, lasciando irrisolto il nodo della comunicazione con i cittadini. È già stata applicata da qualche parte? Sì, nel corso del 2008 abbiamo realizzato una prima versione dell’applicazione (nata con il nome di Geotick) per il Comune di Chieri, entrata in produzione nel 2009 e tuttora in uso. Il bilancio ci sembra molto positivo: le segnalazioni giunte

al Comune sono state più di diecimila, la maggior parte delle quali prese in carico e condotte a rapida soluzione dai tecnici comunali. Inizialmente l’interfaccia per il cittadino era stata pensata per la fruizione da pc; in seguito abbiamo introdotto anche la versione ottimizzata per l’utilizzo da smartphone e apparecchi di nuova generazione. Avete incontrato ostacoli quando avete provato a presentarla altrove? Purtroppo sì. Il primo e maggiore ostacolo è la diffidenza. Poi, la scarsa propensione all’uso delle nuove tecnologie da parte di molti addetti ai lavori ed il timore di vedere sconvolti automatismi di lavoro consolidati nel tempo. Molti dei nostri interlocutori all’interno dei Comuni non hanno percepito appieno i benefici legati all’introduzione di un simile metodo di interazione tra cittadino ed ente. Sovente il cittadino che desidera partecipare attivamente alla gestione della cosa pubblica viene percepito come un rivale, e non come un fedele alleato in vista di un obiettivo comune. Disporre di un sistema di gestione delle segnalazioni razionale aiuta le amministrazioni comunali a prendere decisioni puntuali con il vantaggio di diminuire gli sprechi e gli interventi inutili. Il monitoraggio del territorio da parte dei cittadini può essere d’aiuto nello stilare l’elenco delle priorità di intervento, a tutto vantaggio dell’efficienza e del risparmio. Mettere a disposizione uno strumento che permette al cittadino di interagire con le istituzioni non può che portare benefici in termini di popolarità e concorrere a rovesciare quel luogo comune che vede cittadino e istituzioni su due lati opposti della barricata. È vero che nel comune di Pinerolo ve l’hanno rifiutata? Nel corso degli anni abbiamo provato più volte a sondare la disponibilità del comune di Pinerolo ad adottare e-tick, ma dopo un avvio promettente, culminato con la predisposizione di una versione demo di prova, non si è riusciti a concretizzare. Per informazioni info@akkattp.com

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società

Per Mostre e Musei

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A cura di Chiara Gallo

Eventi d’estate anche con l’arte urbana

La street Art approda nel Pinerolese Summerfest e Street Art Contest a San Pietro Val Lemina L’estate è ricca di eventi all’aperto di tutti i tipi, dalle sagre di paese, ai concerti, ai convegni, alle feste del santo patrono, ecc. Quest’anno due piacevoli novità si sono aggiunte: una è la Festa della musica, appena conclusa, che ha riscosso un discreto successo, l’altra è il Summerfest che si andrà a svolgere a San Pietro a metà luglio. È in collaborazione con il comune di San Pietro Val Lemina e con le associazioni Pro Loco, A.I.B., AVIS, Amici di San Grato, ASD San Pietro, Ass. Bocciofila e Ass. Nazionale Alpini che nelle date del 11, 12 e 13 luglio avrà luogo l’innovativa manifestazione “Summerfest San Pietro Val Lemnina”. L’obiettivo dell’evento è di promuovere le eccellenze del territorio attraverso l’impegno dei giovani, veri protagonisti e fautori di questa prima edizione del Summerfest. Un’idea che nasce dall’incontro di due generazioni aventi

come comun denominatore la passione per la musica, lo sport, la tradizione e la qualità. È all’interno di tale contesto che si è sviluppato il progetto per il concorso di Street Art 2014. Un evento all’interno dell’evento che vedrà la partecipazione di artisti del territorio, impegnati nel recupero di oggetti e muri comunali. Ognuno di essi realizzerà l’opera secondo il proprio stile e la propria tecnica. Si tratta di partecipanti giovani con idee alternative e dinamiche, impegnati nel mondo dell’arte urbana e non solo. Il progetto vuole in egual modo rivalutare zone inutilizzate del comune e al tempo stesso dare l’opportunità a questi artisti di esprimersi liberamente su uno spazio di grande impatto visivo. Augurio degli organizzatori è quello di poter riproporre tale evento anno dopo anno affinché la manifestazione si integri con le tradizioni del territorio.

E!state liberi 2014 Anche quest’anno Libera organizza i campi estivi di “E!state liberi”, occasione di crescita e di confronto per tanti giovani che scelgono di fare un’esperienza di volontariato e di formazione civile sui terreni confiscati alle mafie gestiti dalle cooperative sociali di Libera Terra. Segno, questo, di una volontà diffusa di essere “protagonisti” e di voler tradurre questo impegno in una azione

di Chiara Perrone

concreta di responsabilità e di condivisione. L’obiettivo principale dei campi di volontariato sui beni confiscati alle mafie è quello di diffondere una cultura fondata sulla legalità e giustizia sociale che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto. Si dimostra così


diritti umani

Visibili & Invisibili

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gruppo giovani amnesty international

Immigrati: lettera aperta a un pinerolese Egregio lettore, chi le scrive è il Gruppo Giovani di Amnesty International di Pinerolo in seguito alla sua lettera diffusa tramite vocepinerolese.it. Leggere le sue parole ci ha colpito e ci ha fatto riflettere, per cui abbiamo pensato di risponderle con queste poche righe, sperando che abbia occasione di leggerle. La città di Pinerolo ha accolto alcune persone provenienti dalla Sicilia grazie a un programma di cooperazione nazionale e regionale per la gestione dell’”emergenza immigrazione”. Noi siamo convinti e sosterremo sempre l’accoglienza delle persone, soprattutto se mossa da spirito di aiuto e collaborazione. Il nostro Sindaco, dando ospitalità a questi ragazzi, non ha affatto contribuito a bistrattare questo stivale, anzi, ha semmai dato un colpo al timone nella direzione più rispettosa dei diritti di tutti, quelli dei siciliani e quelli dei migranti che, secondo tutte le norme di diritto internazionale e la nostra Costituzione, devono poter pretendere una vita libera e dignitosa, ovunque si trovino. Non deve necessariamente chiamarli profughi “per rispetto della personalità con cui [sta] interagendo” perché profugo, secondo il vocabolario, si riferisce a persone costrette ad abbandonare la loro terra per motivi di guerra, per ragioni di persecuzione e simili. Conosciamo poco le storie di tutti i migranti ma sappiamo ciò che li spinge a partire: è sempre lasciarsi alle spalle disperazione per trovare una vita migliore. Il lavoro di Amnesty International è un’attività di costante pressione istituzionale e di

che è possibile ricostruire una realtà sociale ed economica fondata sulla pratica della cittadinanza attiva e della solidarietà. Caratteristica fondamentale di E!State Liberi è l’approfondimento e lo studio del fenomeno mafioso tramite il confronto con i familiari delle vittime di mafia, con le istituzioni e con gli operatori delle cooperative sociali. L’esperienza dei campi di volontariato ha tre momenti di

sensibilizzazione della cittadinanza affinché Stato e istituzioni da una parte e cittadini dall’altra rispettino e accettino la dignità e i diritti di tutti, anche di coloro che sbarcano sulle coste siciliane o di Lampedusa. E questa non è retorica perché si traduce in un percorso concreto che va dal primo soccorso sanitario e alimentare, alla possibilità di avere un lavoro, di avere una casa, costruire una famiglia, mandare i propri figli a scuola...in una parola, tutto questo si traduce in integrazione. Proprio per questo il 24 giugno, alla vigilia dell’assunzione della presidenza semestrale dell’Unione europea, Amnesty ha chiesto all’Italia di fare del rispetto dei diritti umani una guida per la politica comunitaria, una politica che sia più attenta alle persone piuttosto che alle frontiere. Tale impegno, però, non dovrà essere un modo per scaricare addosso ad altri la questione immigrazione ma dovrà essere una chiave di svolta per tutti: facciamo dell’accoglienza un punto di forza e inclusione sociale e non un motivo di debolezza e di odio. Noi non siamo giovani illusi e utopisti ma siamo semplicemente ragazze e ragazzi che credono e lavorano (quasi) ogni giorno per costruire un paese come lo hanno in mente: un paese in grado di includere, non di escludere, un paese che non vada alla deriva, ma che si muova dritto verso il rispetto dei Diritti Umani.

Gruppo Giovani di Pinerolo di Amnesty International

attività diversificate:il lavoro agricolo o attività di risistemazione del bene, la formazione e l’incontro con il territorio per uno scambio interculturale. E!state Liberi è la rappresentazione più efficace della memoria che diventa impegno, è il segno tangibile del cambiamento necessario che si deve contrapporre alla “mafiosità materiale e culturale” dilagante nei nostri territori. Chiara Perrone


musica

Officine del suono

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di Isidoro Concas

M u s ic a emergente

Gli Henderwyd

Gli Henderwyd sono una band Folk Metal di Luserna San Giovanni in attività da quattro anni, guidata dai fratelli Simone ed Erich Malan, unici membri fondatori rimasti. Hanno all’attivo un EP e diversi live nei maggiori eventi italiani del loro genere, e sono al lavoro per il loro prossimo album, che promette un deciso cambio di sonorità. Ne abbiam voluto parlare direttamente con loro. Nei vostri ultimi concerti oltre ai riarrangiamenti dei vostri vecchi pezzi avete eseguito alcune canzoni di recente composizione, e nella vostra pagina Facebook avete annunciato di essere al lavoro per fare uscire un nuovo album: ci sono degli aggiornamenti che volete darci? Allora: rispetto al nuovo cd, il progetto in sé è completo, ora stiamo lavorando sulle canzoni, e ce ne sono praticamente tre complete e abbiamo tanto materiale accumulato in questo periodo da utilizzare. A breve usciranno le nuove magliette di questo progetto. Una delle future novità sarà l’accostamento del violino e del violoncello elettrico che produrranno sonorità d’impatto. Negli ultimi due anni la line-up del vostro gruppo è mutata sotto diversi aspetti, sia in quanto a membri che in quanto a strumenti, come si è potuto sentire nei vostri live più recenti. In che modo il vostro sound è andato sviluppandosi con l’apporto di questi nuovi elementi? Il sound e i membri sono cambiati parecchio, ora stiamo cercando di consolidare la formazione e creare qualcosa di originale che ci possa caratterizzare, e siamo ancora in cerca di un secondo chitarrista. Per quanto riguarda le nuove sonorità, con l’introduzione del violino e del violoncello elettrico cerchiamo un genere che abbia sonorità che trasmettano al massimo le sensazioni proposte e che immergano l’ascoltatore come in un mondo a parte. Un po’

come fa la musica da film, ma noi lo facciamo in concerto. Il vostro gruppo ha la base nella Val Pellice, ma Simone, vostro tastierista e violoncellista, abita da un anno a Milano: come siete riusciti a coordinarvi a distanza, ad organizzarvi per provare e comporre? Non è stata facile organizzarci, però tornando in valle una volta alla settimana o ogni due si riesce a lavorare lo stesso. Un esempio: per la composizione ognuno, quando ha un’idea, registra le bozze che produce e le invia agli altri, e poi quando ci si trova tutti insieme le si rielaborano. Tramite Skype è difficile perchè la connessione non è immediata. I vostri testi hanno molti riferimenti ai miti ed alle leggende: quali culture vi hanno influenzato di più nella composizione della vostra musica, e sotto quali aspetti? Nei vecchi testi Dennis (il nostro precedente cantante) si era ispirato a miti e leggende celtiche, mentre nei futuri brani cercheremo di fare un’allegoria di messaggi, sensazioni, situazioni ed emozioni moderne attraverso uno scenario antico ispirato ad avvenimenti realmente accaduti alla popolazione celtica della Taurasia che viveva qua in Piemonte. L’estate è in arrivo, e spesso è periodo decisamente fertile per i gruppi: quali sono i vostri futuri impegni? Come vi possiamo seguire? Le future date importanti sono il 28 giugno a Perosa alla Tavolata Della Solidarietà, che punta a battere il Guinness mondiale (ci saranno probabilmente 4000 persone) e poi il 2 Agosto al Malpaga Folk-rock Festival al Castello di Malpaga vicino a Bergamo. Ci potete trovare su Facebook, ed è online da alcuni mesi il nostro sito, www. henderwyd.com.


società

Andare al cinema di Andrea Obiso

Tutte contro lui

Regia: Nick Cassavetes Attori: Cameron Diaz, Leslie Mann, Kate Upton, Nikolaj Coster-Waldau Multisala, giorno feriale, ore 22:00. In due sale, pressoché adiacenti, troviamo un film d’annata (“per un pugno di dollari”, Sergio Leone 1964, primo estratto della “trilogia del dollaro”) e l’ennesimo titolo estivo dettato dal consueto e micidiale cocktail pre-autunnale (1/3 di bel tempo, 1/3 di pubblico poco esigente e 1/3 di insaziabile appetito hollywoodiano). Consapevoli di dover recensire un film entriamo, un po’ riluttanti, nella sala in cui verrà proiettato “Tutte contro lui”. Mark (Nikolaj Coster-Waldau) e Carly (Cameron Diaz) sono una coppia felice di New York. Una sera Mark annulla una cena accampando la scusa di un guasto che (poco verosimilmente) lo costringerà fuori città per un po’; la realtà è che deve tornare a casa da sua moglie Kate (Leslie Mann). Il piano sembra perfetto ma quando Carly decide di fare una sorpresa al fidanzato finisce con l’incontrarne la moglie; le due (ignare dell’esistenza l’una dell’altra) si rendono conto di essere state raggirate e si disperano ingurgitando quantità industriali di alcol e piangendo lacrime a fiumi. La situazione, già non entusiasmante, precipita nel momento in cui Carly e Kate scoprono l’esistenza di una terza amante (Kate Upton), anch’essa ignara del tradimento plurimo di Mark. Parte così un tremendo piano di vendetta volto a distruggere il bel fedifrago. Dopo diversi tentativi di sdoganare la comicità femminile al pari (poco invidiabile per altro) di quella maschile, arriva l’ennesimo female-buddy-movie infarcito di star e di comicità dozzinale. La sceneggiatura in realtà è ben poca cosa in quanto non consente al pubblico

né di immedesimarsi con le protagoniste né di divertirsi, a causa di una comicità poco efficace e spesso ripetitiva. Come sempre ottimi gli aspetti tecnici, più legati ad un fattore di neutra chiarezza visiva e sonora che a pretese di perfezione o di arricchimento della pellicola. Auguro a tutti una buona estate, ricordando che nel pinerolese (e non solo) ci saranno diversi cinema all’aperto organizzati dai comuni e dalle pro loco. Un modo come un altro per godersi una sera d’estate… Andrea Obiso

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società

Giovani,Tecnologia@Innovazioni a cura di Greta Gontero

Viaggiare verso il futuro In futuro probabilmente cambieranno, oltre a tutto il resto, anche i tradizionali mezzi di trasporto: ci si concentrerà più sull’ecologia, introducendo innovativi ed efficienti sistemi di locomozione adatti a tutti. Ma già attualmente ci sono alcuni prototipi che lasciano a bocca aperta: si pensi allo straordinario modello di aereo comandato direttamente dal pensiero umano. Infatti è stato effettuato un test su un variegato gruppo di piloti (dai più esperti ai principianti), i quali hanno controllato il velivolo in un simulatore grazie alla forza del pensiero e utilizzando un particolare casco. Quest’ultimo possiede degli elettrodi collegati a un piccolo computer con elettroencefalogramma che misura ed elabora le onde celebrali. Il compito dei piloti, durante l’esperimento, consisteva nel visualizzare mentalmente le varie fasi del volo, dal decollo all’atterraggio. Un algoritmo particolare ha poi interpretato le onde celebrali convertendole in comandi diretti ai sistemi di pilotaggio del simulatore di volo. Questo nuovo e “fantascientifico” sistema di volo permetterà viaggi più sicuri e meno stressanti per i piloti e si spera che possa presto tramutarsi in realtà.

Anche nel campo automobilistico si stanno però facendo passi da gigante per quanto riguarda l’innovazione: le Google Car (quelle che viaggiano per tutto il mondo scattando fotografie utili a Google Maps e Google Street View) sono infatti in grado di guidare da sole e sono prive di volante e pedali. Un determinato sistema montato a bordo permette la guida automatica e consente alla vettura di comprendere lo spazio attorno a sé, agendo di conseguenza. Queste auto sono state progettate puntando ad obbiettivi più elevati ancora: rivoluzionare i metodi di spostamento, passando così dall’auto privata a quella condivisa e lasciando grande spazio alla sicurezza stradale (si evita in questo modo che il passeggero ubriaco o al telefono causi incidenti). La vettura di Google non andrà oltre i 50 km/h e avrà la parte frontale morbida e flessibile per proteggere i pedoni da eventuali urti. Se da una parte, con l’aviazione, l’uomo sarà ancora strettamente collegato al suo mezzo di trasporto, dall’altra, con la Google Car, l’intervento umano non sarà assolutamente più necessario: quale futuro mezzo scegliere?

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società

Appunti di viaggio

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di Angelica Pons

tra parchi e rifugi

Il lago di Valscura nell’Argentera Con inizio estate le giornate son lunghe e i campi in quota in piena fioritura: si va in esplorazione nei nostri monti. Da Cuneo a Borgo S. Dalmazzo, un breve tratto in Val Vermenagna e subito la Valle Gesso verso le Terme di Valdieri. Coi mezzi pubblici, da Cuneo (stazione) c’è un bus al giorno dopo le 8 lun.- sab., ritorno 12,05 da giugno a settembre; solo in luglio e agosto uno in più alle 14,30, ritorno 18,15. L’ideale è dormire a Valdieri, o nel primo rifugio, il Valasca, da cui parte il circuito del lago di Valscura. Da dietro le terme si dipana il nastro sassoso dell’antica strada militare carrozzabile, e sale piano allontanandosi dal fiume. In meno di due ore ecco il rifugio, ristrutturato, con le due torri e le strisce ocra e porpora. La Reale casa di caccia è di savoiarda memoria. Prima di esser re dell’Italia unita, Vittorio Emanuele II amava molto i luoghi natii e promosse questa zona nel 1850 a Riserva di caccia reale. A S. Anna edificò la residenza estiva, ora terme di Valdieri, e due Case di caccia, a S. Giacomo ed in questo pianoro, il Piano del Valasco, intorno a cui il massiccio dell’Argentera crea un anfiteatro frastagliato, affascinante, disegnato da ghiacciai e cascatelle. Il re trasmise la passione al figlio Umberto I e poi al nipote: fu proprio Vittorio Emanuele III che negli Anni ‘20 reintrodusse lo stambecco nell’ecosistema. Grazie alla costituzione del Parco la ricchezza della fauna è notevole, con mufloni, camosci, stambecchi, caprioli e marmotte. Si notano le tane, ma per avvistare qualcosa bisogna recarvisi all’alba o attendere il silenzio del tramonto quando gli animali selvatici escono dalla boscaglia e si avvicinano ai ruscelli per bere. Si prosegue al di

sopra del Piano del Valasco e si procede al bivio (ben segnalato) verso destra, su un tracciato in parte ombreggiato dai larici, in parte ancora innevato. Dopo un’ora abbondante si raggiunge il Lago inferiore di Valscura (2.274 m). È possibile scollinare ma c’è neve, meglio essere attrezzati, anche se baldi giovani han risalito il pendio con la montain-bike a spalle. Da lassù si va al Rifugio Questa (1 ora); completando il circuito si scende lungo un sentiero ripido verso il pianoro. Noi siamo tornati lungo la strada già percorsa, tra cinguettii e voli di passeri e fringuelli su pini e abeti bianchi e rossi, faggi e sorbi; tra ginepri, rododendri e rosa canina si risconoscono artemisia, genepi, tarassaco, viole balsamiche, ranuncoli gialli, boccioli di rari anemoni gialli. Si attraversa un’antica galleria poi un ponte che pare un otto volante; piantine di mirtillo promettono una succosa raccolta. Scendendo occhieggiano maggiociondoli fioriti e sambuchi odorosi; di fronte al Bar del faggio vendono miele; si riempie la borraccia d’acqua “nevissima” e si riparte. Mauro vorrebbe affrontare il circuito dei 5 passi che collega Valdieri con Entracque. Un’altra volta, né! * Il parco nazionale dell’Argentera (oggi delle Alpi Marittime) si è unito al parco francese du Mercantour, per proteggere fauna e cultura locale, con documento costitutivo firmato nel 1998.


Cosedell’altromondo

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di Massimiliano Malvicini

Luglio 2014 –Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea Da luglio fino al prossimo dicembre il Governo Italiano avrà l’onore e la responsabilità di esercitare il ruolo di presidenza del Consiglio dell’Unione Europea.Questa istituzione è l’organo in seno al quale i ministri di tutti i paesi dell’UE si riuniscono per adottare le normative e coordinare le politiche (non va confuso con il Consiglio europeo, che è un’altra istituzione dell’UE che riunisce i capi di Stato e di governo all’incirca quattro volte l’anno per discutere le priorità politiche dell’Unione, e nemmeno con il Consiglio d’Europa che non è un organo dell’UE ma una Organizzazione Non Governativa). L’Italia avrà un ruolo di grande responsabilità perché dovrà rapportarsi con

gli altri membri del Consiglio: in sede di riunione ciascun paese è rappresentato dal ministro responsabile della materia trattata in quell’occasione, generalmente il Ministro d’area competente. È da notare come la Presidenza di questa istituzione sia un incarico di grande rilievo comunitario dal momento che tale organo svolge le seguenti funzioni: a) approva, di concerto con il Parlamento e la Commissione, la legislazione unitaria; b) coordina le politiche economiche generali dei Paesi membri interfacciandosi con i governi nazionali; c) imposta gli accordi commerciali e politici tra l’UE e gli altri paesi; d) contribuisce ad elaborare la politica estera e di difesa dell’UE.

Facebook tenta l’apertura ai tredicenni Il mese di luglio vede il primo vero tentativo per il social network di abbattere le barriere d’età tra i suoi “probabili” iscritti: l’obiettivo dichiarato da Zuckerberg sarebbe quello di invertire l’attuale trend di iscrizioni che vede in aumento la quota degli iscritti ultracinquantenni e vede una stagnazione tra i giovani. A questo punto, per allargare il bacino dei papabili utenti, Facebook starebbe cercando di aprire ai tredicenni l’autorizzazione all’inscrizione: con il nuovo meccanismo un ragazzino che non ha ancora 13 anni e

desidera registrarsi può farlo, mentre oggi è vietato, ma deve incassare l’ok di mamma e papà attraverso i loro profili Facebook. Proposta a parte, è da sottolineare come sono molti i giovanissimi che sono già presenti sul social media pur non avendo i requisiti anagrafici richiesti. La problematica sembra allora ampliarsi e nel farlo si trascina dietro la necessità di un ripensamento generale dei vincoli e delle possibilità di mettere in contatto i giovani e le famiglie con i social network.

A trent’anni dalla dichiarazione di Washington A due decenni dalla firma della Dichiarazione di Washington (25 luglio 1994) conclusa tra Israele e Giordania, che mise formalmente fine alle ostilità tra i due paesi che erano in guerra dal 1948, la pace in Medio Oriente è ancora lontana. Se gli accordi sui confini rimangono un problema spinoso (al momento solo Egitto e Giordania hanno ratificato gli accordi con Israele, mentre il Libano e la Siria continuano a rivendicare territori settentrionali di Israele) le questioni che sembrano irrisolvibili sono la pacificazione tra Israeliani e Palestinesi e

la lotta per le acque del bacino fluviale del Giordano. Trent’anni fa la firma degli accordi di Washington permise di risolvere uno degli aspetti più gravi delle crisi mediorientali, segno che la pace non è impossibile, ma è anche vero che la “roadmap” non sembra trovare tempi efficaci di attuazione nel momento in cui le potenze internazionali perdono interesse in Medioriente. Nel XXI secolo, ciò risulta essere difficilmente ammissibile.


eventi

Via Vigone da valorizzare

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Via Vigone , la via degli artisti e degli artigiani, si fa sempre più bella. Da poco con la tinteggiatura della facciata dell’edificio dove ha sede anche la nostra associazione Onda d’Urto ha subito un radicale restyling

Fine anno scolastico dei maturandi del Liceo Porporato all’Oasi Bellavista

L’urlo liberatorio di insegnanti e studenti

Oasi Bellavista, San Secondo di Pinerolo, 4 giugno, le classi finali del Liceo Porporato concludono 5 anni di fatica con la “Festa dei maturandi”, una tradizione ormai decennale a cui partecipano anche gli insegnanti. Una festa all’insegna della gioia e dell’amicizia - a parere unanime, indimenticabile! - che bilancia altre che hanno fatto parlare dei giovani del territorio in termini negativi. È il caso di dire che “non si può fare di tutta l’erba un fascio!” A.D.


Sono amici di Pinerolo InDialogo e di Onda d’Urto 24


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