MPN novembre 2009

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Anno III n. 10 - Novembre 2009 - spedizione A. P. Art. 2 Comma 20/C Legge 662/96 - Filiale di Macerata - Taxe Perçue - PERIODICO EDITO DA MULTIRADIO Autor. Trib. di Macerata n.466/07 del 23 Aprile 2007 - Direttore Responsabile: Roberto Scorcella - Progetto grafico: K-Brush Tolentino - Stampa: Tipografia San Giuseppe

anno III n°10 - novembre 2009

CAPACITÀ DI EMOZIONARE COMUNICANDO a colloquio con Paolo e Maurizio Maria Guerra

Paolo e Maurizio Maria Guerra, titolari dell'omonimo Studio Legale Associato Guerra di Tolentino, sono due avvocati esperti di pensionistica pubblica, civile e militare, un settore del Diritto non facilmente accessibile per la complessità della materia e dei diversi ordinamenti. Due legali particolarmente noti a migliaia di pensionati pubblici italiani per avere risolto, dinanzi alla Corte Costituzionale e alle Sezioni Giurisdizionali Regionali e Centrali della Corte dei Conti, importanti problematiche di elevato interesse economico e finanziario per la categoria. Lo Studio, con sede legale nella nostra città, è considerato un punto di riferimento in Italia nella materia previdenziale dei dipendenti civili e militari dello Stato, delle Amministrazioni Pubbliche, delle Forze Armate e di tutte le Forze di Polizia (Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Guardia Forestale e Polizia Penitenziaria). Entrando nel loro sito internet, www.avvocatoguerra.it, ci siamo resi conto di quanta importanza essi abbiano dato al moderno modo di “comunicare”. Non semplice informazione, fredda e noiosa, ma comunicazione interattiva, avvincente, accessibile e confidenziale, con immagini evocative, 0 750 emotive e coinvolgenti. IE

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UZIONE DISTRIB ITA GRATU

Capacità di emozionare comunicando, la ritroviamo soprattutto nella loro personalità e la domanda che gli rivolgiamo è la seguente: qual è il segreto del successo di un professionista? “Capacità, utilità e unicità”, insieme a credibilità, coerenza e competenza, sono il segreto di ogni fiorente attività. C'è chi produce economia e chi produce cultura. Noi vogliamo appartenere al secondo settore, inseriti a buon diritto nella libera professione. Abbiamo da tempo capito nel nostro quotidiano lavoro che anche per i professionisti che vogliono emergere valgono gli stessi principi del settore lavorativo e industriale sintetizzati nelle virtù sopra elencate. Bisogna essere capaci, utili, unici e arrivare a essere leaders nell'attività che si svolge. Il successo, allora, è sicuramente proporzionale alla capacità dimostrata, all'interesse suscitato e all'utilità del settore nel quale ci si impegna e in cui si deve cercare di essere primi anche se inter pares. Quindi, il segreto è tutto nel rispetto di quei principi: per essere leaders, capacità, unicità e utilità devono accompagnarsi a trasparenza e lealtà. In altre parole, il cliente valuta innanzitutto le doti umane del professionista cui si rivolge e, nel momento in cui entra nel suo studio, ne valuta anche l'accoglienza. I collaboratori costituiscono una parte rilevante del successo di uno studio professionale. Prima di qualsiasi assunzione, noi abbiamo sempre valutato, nella scelta del personale, oltre la predisposizione alla materia, le doti umane e comunicative. La nostra attività è rivolta a chi sacrifica e perde la salute e, a volte, anche la vita durante il servizio e a causa del servizio stesso, a difesa della democrazia e della collettività. Noi partecipiamo moralmente alle loro sofferenze e a quelle dei loro familiari, prima ancora di impostare qualsiasi azione a tutela dei loro diritti. Il primo elemento della regola, la capacità, è per noi il frutto dell'esperienza di tre generazioni di avvocati dedicati ai temi della previdenza pubblica. Tale esperienza ci ha consentito di essere sempre più utili nei confronti di chi chiede la nostra assistenza, altro elemento della regola, e ci ha fatto diventare un punto di riferimento nella speciale materia che trattiamo. Per migliorare la nostra capacità di servire e

valorizzare il rapporto con la nostra clientela, inoltre, abbiamo sempre cercato di stare al passo coi tempi e con i progressi della tecnologia, particolarmente attenti a ogni novità capace di rendere più moderno, razionale e fruibile il nostro servizio. In pratica abbiamo strutturato il nostro sito internet in modo snello, ponendo il servitore dello stato, il nostro cliente, al centro dell'attenzione, facendogli capire l'importanza delle tutele previdenziali e dell'assistenza tecnica, dandogli nello stesso tempo voce in uno spazio tutto suo per raccontarsi e farci ascoltare la propria storia, per chiederci pareri sul fondamento del proprio diritto e su eventuali azioni da intraprendere. Un sito cioè più interattivo, che ci consente di ascoltare e non soltanto di informare e di fare dottrina. L'utente telematico, entrando nel nostro sito web, deve sentire lo stesso calore umano che sente il cliente quando varca materialmente la soglia dello studio. Non abbiamo inoltre dimenticato la nostra vocazione a fare cultura. Nel 2008 e 2009 abbiamo organizzato due importanti convegni di risonanza nazionale e di elevato prestigio per l'eccellenza dei temi trattati nella specialistica materia. Non più noi, come relatori al centro degli incontri, ma gli stessi servitori dello Stato, magistrati, uomini di rango delle Forze Armate, direttori generali dello Stato, presidenti di organi di rappresentanza delle Forze Armate e di Polizia, medici qualificati e docenti universitari che hanno con noi condiviso e discusso gli aspetti critici della materia previdenziale pubblica, alla ricerca di proposte e soluzioni, successivamente raccolte in atti e ampiamente divulgate, con evidente ritorno d'immagine per lo Studio Guerra. Abbiamo anche molto investito nella formazione del personale con il quale abbiamo uno stretto e fidelizzato vincolo di collaborazione, altrimenti non avremmo avuto la possibilità di estendere la nostra attività dalla Sicilia all'Alto Adige. Siamo fieri e soddisfatti perché abbiamo dato sostanza e coerenza alla nostra “mission”: “il tuo diritto il nostro dovere”. La risposta alla vostra domanda, è, quindi, tutta qui”.

multiradio@multiradio.it


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ISOTERM una realtà in continua crescita da oltre 50 anni Nel 1958 a Tolentino Ivo Dignani fonda la “Isolbit”, che poi si trasformerà nell'attuale Isoterm. Inizialmente l'azienda è nel settore delle impermeabilizzazioni di coperture. A partire dai primi anni 60 la Isolbit introduce nel nostro territorio i concetti di isolamento termico, acustico e di risparmio energetico. Ivo Dignani fu pioniere nell'importazione di isolanti termici, facendo conoscere al nostro territorio in primis gli isolamenti in lana di vetro e in vermiculite. Negli anni l'azienda si distingue per qualità, competenza e affidabilità, specializzandosi nei settori che ancora oggi rappresentano i suoi punti di forza. Nel 1976 si ha il passaggio dell'azienda ai figli, con la nascita della Isoterm, mantenendo inalterate le caratteristiche per le quali si è sempre differenziata. "Il rispetto del confort abitativo e il soddisfacimento dei nostri clienti" spiega Maurizio Dignani, titolare della Isoterm insieme ai due fratelli "è ancora oggi la nostra principale priorità". La Isoterm è oggi leader nel settore edile, grazie al prezioso apporto di un team tecnico e commerciale in grado di fornire un servizio di consulenza e certificazione a progettisti ed imprese e fornitura di prodotti innovativi e competitivi. La Isoterm è specializzata nei settori dell'isolamento termico e acustico, della bioedilizia, delle impermeabilizzazioni, delle pareti leggere in cartongesso e della protezione antincendio. Attualmente la Isoterm occupa undici

dipendenti, compresi i tre soci. A questi vanno aggiunte altre sei persone che, normalmente, ruotano intorno all'azienda. "La crisi c'è, anche se, paradossalmente, il lavoro non manca. Il problema è soprattutto quella della mancanza di liquidità. Quando va tutto bene per riscuotere, oltre ai canonici sessanta-novanta giorni, i tempi oggi come minimo raddoppiano con tutti gli scompensi che una situazione del genere può comportare". Malgrado ciò, la Isoterm cambia e dalla storica sede di via Foro Boario si trasferisce in una, decisamente più moderna e funzionale, in via

Cristoforo Colombo. "Un grosso investimento per una sede che solo di coperto occupa tremila metri quadrati necessario per servire meglio la clientela. Dove ci troviamo attualmente si perde troppo tempo perchè la struttura non è razionale, ma solo adattata alle nostre esigenze nel corso degli anni. La nuova sede ci permette di dare un servizio migliore, nonostante fare un investimento del genere di questi tempi possa essere considerata una pazzia. Speriamo che una volta fuori dalla crisi, questo investimento possa essere una strada spianata verso la ripresa".

STIAMO RICOSTRUENDO L’AQUILA

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Campagna ASSM sulla mobilità sostenibile ne parla il presidente Sandro Feliziani L'Assm ha dato il via alla campagna sulla mobilità sostenibile. Ne abbiamo parlato insieme al presidente Sandro Feliziani. Presidente, come procede la campagna sulla mobilità sostenibile? “A Tolentino abbiamo una capillare rete di servizi di trasporto urbano che serve l'area urbana, le zone rurali e quelle industriali. Abbiamo notato che questi servizi vengono sfruttati poco. Ecco, quindi, la campagna sulla mobilità che stimola la cittadinanza, studenti, impiegati e operai, ad usare di più il mezzo pubblico” Come si svolge la campagna? “Abbiamo iniziato nel mese di ottobre, fornendo gratuitamente tutti i passaggi gratis a coloro che avessero fatto uso dei nostri mezzi pubblici. A chi acquisterà

un abbonamento in questo mese di novembre, invece, sarà consentito l'utilizzo gratuito anche per il mese di dicembre” Quali sono i vantaggi? “I vantaggi sono diversi e non solo economici. Basti pensare che ogni persona che va a lavorare con il proprio mezzo nelle zone industriali consuma mediamente un litro di benzina immettendo nell'aria 150 grammi di anidride carbonica. Abbiamo calcolato che alla fine dell'anno vengono immessi circa 16 quintali di anidride carbonica nell'aria nella zona di Tolentino. Per non parlare, poi, dell'ingorgo di traffico che si crea davanti alle scuole ad ogni uscita dei bambini” Come possono contattarvi i cittadini per conoscere gli orari e usufruire della campagna? “La fortuna di Tolentino è che ha un'azienda elettrica che funziona e ha uno sportello proprio in città a portata di tutti dove i cittadini possono chiedere tutte le informazioni del caso, orari e spiegazioni”

Padre Massimo Giustozzo è il Nuovo Priore Padre Massimo Giustozzo è il nuovo Priore della Basilica di San Nicola. Succede a padre Luciano De Michieli, chiamato a ricoprire un nuovo, importante incarico a Roma. Nato nel 1961 a Pollenza, padre Massimo Giustozzo è religioso agostiniano dal 1987 e sacerdote dal 1994. Prima di arrivare a Tolentino ha trascorso anni importanti a Roma e Firenze. A padre Massimo Giustozzo i migliori auguri di un proficuo lavoro a vantaggio di tutta la comunità da Press News.

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LA CADUTA DEL MURO E L'EUROPA UNITA Ampliamento, nuove sfide ed opportunità nell'Unione Europea Per noi giovani troppo spesso molti concetti nel passato considerati come una conquista oggi sono divenuti scontati, acquisiti e consolidati. I concetti di libertà personale, eguaglianza, di libertà di professare la propria fede religiosa, di libertà di manifestare il proprio pensiero non sono più, ormai, nella nostra testa come un traguardo da raggiungere, a volte, lontano come potevano esserlo per i nostri coetanei della Romania, della Bulgaria, dell'Ungheria, della Germania dell'Est di 20 anni fa e purtroppo anche dell'Italia di 70 anni fa. Seguendo questo ragionamento c'è un altro concetto, che ha ovvio una misura minore rispetto a questi sacrosanti principi, ma ,allo stesso tempo, svolge un ruolo fondamentale nella società di oggi, il concetto di EUROPA UNITA. L'Europa unita è un'idea che ha avuto e sta avendo un processo travagliato di formalizzazione tra stipulazione di trattati (vedi Maastricht), discussione sui valori fondanti, ratifiche e referendum nazionali, ma è una realtà che per nostra fortuna ESISTE, c'è e si manifesta ogni giorno nell'Unione Europea. La Caduta del Muro di Berlino ha significato non solo la fine del Comunismo e della Guerra Fredda, ma anche l'abbattimento di barriere mentali e psicologiche. Il Muro di Berlino è stato per 28 anni il vero simbolo della contrapposizione tra Democrazia e Comunismo; esso aveva la presunzione di dividere un popolo e per questi superare quella costruzione voleva dire passare il confine tra due mondi completamente diversi e in contrapposizione tra di loro. L'Unione Europea, cosi, dopo la data storica del 9 novembre 1989 ha avviato il processo di allargamento e di riunificazione verso i paesi che avevano sofferto il dominio della dittatura sovietica. Da ricordare nel 2007 l'entrata della Romania e della Bulgaria, cui era preceduta l'entrata nel 2004 di altri Paesi dell'ex U.R.S.S. come l'Estonia, la Lettonia, la Lituania, la Polonia, l'Ungheria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia. Sono stati accolti Stati ancora giovani, ,le cui frontiere etniche e politiche non sempre coincidevano e per il quale era assai forte il desiderio di affermare la sovranità, appena conquistata la libertà. Quest'ingresso in Europa ha, quindi, consentito all'Unione Europea di condizionare il cammino e di sostenere le sfide delle nuove democrazie dell'Europa centrale ed orientale. Due specialmente sono le nuove prospettive create dall'ingresso di questi nuovi Paesi in passato soggetti al regime comunista: una di natura essenzialmente politica, vale a dire che si è voluto unire, riconciliare e stabilizzare un' Europa per lungo tempo separata e divisa dalla “cortina di ferro”, nell'intento di creare un nuovo spazio europeo di libertà e di pace. Allo stesso tempo si è creata anche una prospettiva di carattere economico, un mercato di 500 milioni di consumatori sostenuto da un'unione economica e monetaria consente una maggiore prosperità interna e un ben diverso peso sui mercati mondiali. Con tali risorse l'Europa sembra ora pronta a sostenere le nuove sfide e a cogliere le opportunità di un mondo globalizzato. Solidarietà, prosperità, sicurezza ed un ruolo propulsivo dell'Unione sulla scena internazionale devono essere gli obiettivi del futuro. In conclusione se il XX secolo con i due terribili conflitti mondiali ha segnato l'epoca della disgregazione del continente europeo, il XXI secolo sembra ormai destinato a rappresentare il momento culminante dell'unione fra i popoli europei, ma al contempo le istituzioni comunitarie e gli Stati Membri sono consapevoli che occorre agire sia per rafforzare il consolidamento interno, sia per condizionare i nuovi paesi ad acquisire i valori europei, sia per comunicare meglio e di più l'Europa ai suoi cittadini. Alessandro Massi

Un giro nel centro storico di domenica rischia di far cadere in depressione chi si azzarda a recarVisi. La maggioranza dei negozi o ex esercizi sono ora a disposizione, ma nessuno rischia in un centro storico pressoché deserto, ad aprire una qualsivoglia attività che vede prospettive zero. IL colmo è che questa amministrazione sta operando per un nuovo centro commerciale a ridosso di quello già esistente. Questo significherà ulteriori chiusure nel centro storico e nel centro commerciale esistente, già con una parte vuoto. FIERA antica, l'ultima ha visto la presenza di 5 o 6 bancarelle, con esercenti demoralizzati che lamentavano il pieno disinteresse dell'amministrazione, e qualcuno ha anche azzardato che l'attuale amministrazione ha interesse a eliminare questo tipo di mercatino. Il pubblico pressoché assente, come assente era centro storico. SALA ROSSA NAPOLEONICA: l'inaugurazione con invito esplicito per le 18,30. orario che poteva andar bene per i diretti interessati che dovevano avvicendarsi per l'inaugurazione, non per i cittadini che a quell'ora prendono la strada di casa, quindi ad uso e consumo dei soliti noti............ TEATRO VACCAI: le manie di grandezza dell'amministrazione rischia soltanto di poter riaprire il teatro fra dieci anno. (A proposito nessun responsabile fino ad ora è stato individuato eppure la legge 626 parla molto chiaro ed individua le responsabilità senza alcuna possibilità di errore, chi doveva vigilare che fossero state applicate le norme previste dalla legge stessa? Temo di avere occupato troppo spazio, ma vorrei che qualcuno riassuma e pubblichi. GRAZIE a PressNews. P.N.

NOTA: LE LETTERE INVIATE VENGONO PUBBLICATE INTEGRALMENTE. LA SCELTA DEL MATERIALE INVIATO È A DISCREZIONE DELLA REDAZIONE. LE LETTERE RICEVUTE VENGONO CONSERVATE NELL’ARCHIVIO CARTACEO ED INFORMATICO DI MULTIRADIO PRESS NEWS E NON VENGONO RESTITUITE. 4



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Gentile Multiradio Press News, vorrei prima di tutto farvi i miei sinceri complimenti perchè il vostro è l'unico organo di informazione veramente libero della nostra città. Parlo da uomo di sinistra e mi rendo conto di quanto possa essere difficile per voi lavorare in un ambiente tanto ostile come quello che vi circonda, eppure numero dopo numero riuscite a essere sempre più concreti e a mettere in luce le piccole grandi problematiche tolentinati. Una nota particolare sul direttore dottor Scorcella al quale va indubbiamente dato atto di essere un vero giornalista “libero”. La critica negativa che sento spesso rivolgere a Press News riguarda il fatto che sarebbe schierato politicamente a favore di una parte politica, quella oggi all'opposizione in città. Fra le righe, onestamente, leggo invece da parte del direttore un malcelato malcontento anche verso il centrodestra. Quello che probabilmente non si capisce (o non si vuole capire) è che la critica, sempre documentata e puntuale, basata sui fatti e non sulle chiacchiere, serve a tutti per crescere. Non possiamo fare finta che vada sempre tutto bene, non sarebbe giusto neanche verso le nuove generazioni che meritano qualcosa di più. Quando Press News è nato non posso nascondere che anch'io ero diffidente. Oggi posso dire che grazie a questo strumento di informazione, unico in città senza lacci e vincoli politici, riusciamo a sapere qualcosa di più e così ognuno pensa con la propria testa. Da cittadino lancio un appello all'Amministrazione Comunale: utilizzate questo mezzo per confrontarvi con i cittadini. Aprite un dialogo con la gente, non restatevene chiusi in Comune. C'è bisogno, anche per Voi amministratori, di un contraddittorio che non possono essere certamente i monologhi del Sindaco in tv. Ne guadagneremmo tutti, soprattutto la nostra Tolentino. Grazie e buon lavoro L.M. P.S.: si vocifera, egregio Direttore, che questo lavoro sia propedeutico a un Suo impegno politico trasversale in prima persona alle prossime Amministrative. Sono solo chiacchiere...? Partiamo dalla fine. Uno dei grossi problemi di questo paese sono proprio le chiacchiere. E le etichette. Viviamo in un paese dove chi sbaglia e finisce sul giornale, invece di ammettere l'errore (umano e per questo comprensibile) se la prende con i giornalisti. Viviamo in un paese dove esporsi, non solo in politica, vuole dire essere marchiati per tutta la vita. Io mi porto dietro ancora marchi sbiaditi dal tempo che spesso condizionano un giudizio sereno nei confronti del mio lavoro. Se le devo dare una risposta secca questa sarebbe chiara e inequivocabile: no, non ho nessuna intenzione di fare politica attiva. Anche perchè, in questo momento, sarebbe difficile per me trovare una collocazione. D'altro canto, però, è fin troppo facile criticare dall'esterno. Al di là delle convinzioni politiche generali di ognuno di noi, ho maturato negli anni l'idea che per amministrare una città, specialmente una piccola come la nostra, non sia necessario essere di destra o di sinistra. Credo che serva tanto buon senso. Asfaltare una strada rovinata non è una cosa di "centrodestra" o di "centrosinistra", sempre che queste categorie oggi abbiano ancora un senso. In concreto: restituire il Politeama e il Vaccaj senza stravolgimenti alla città, studiare un piano del traffico adeguato, pedonalizzare parte del centro storico, costruire un albergo a servizio delle Terme Santa Lucia, razionalizzare la spesa corrente con una attenzione particolare alle situazioni di disagio, riqualificare le strade urbane e extraurbane attualmente disastrate, studiare la delocalizzazione delle industrie insalubri presenti nel centro cittadino, realizzare strutture sportive indispensabili alla crescita dei giovani. Sono solo alcune idee, realizzabili senza alcuna spesa faraonica. Sono di destra? Sono di sinistra? Non lo so. Se qualcuno vorrà metterle in pratica, sicuramente avrà il nostro appoggio, di qualunque colore esso sia. La ringrazio, comunque, per le parole che ha scritto e mi sembra superfluo aggiungere che ha colto pienamente nel segno. Speriamo di non deluderla. r.s. 6

A Roma si è svolta una manifestazione nazionale per la libertà di informazione. Non ho voluto e potuto partecipare e ho spiegato le mie ragioni in una lettera inviata a tutti i quotidiani nazionali: naturalmente nessuno l'ha pubblicata. Questo è il testo integrale: Sono un giornalista precario di quasi 40 anni. Da venti mi dibatto nel mondo dell'informazione senza aver mai avuto uno straccio di contratto, un perenne co.co.co. A tutt'oggi non ho certezze, niente mutua, niente Tfr, niente ferie, nessuna tutela e una famiglia da mantenere. Ho deciso di scrivere questa lettera per spiegare i motivi per cui non ho voluto e potuto partecipare alla manifestazione di Roma. Non ho voluto partecipare prima di tutto perchè avrei voluto che si manifestasse per dare dignità ai precari dell'informazione. Siamo decine di migliaia in Italia e da anni le nostre condizioni sono sempre le stesse. Avrei voluto che qualcuno avesse manifestato o perlomeno avesse preso posizione quando l'editore del Quotidiano Nazionale (Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno) variò unilateralmente le retribuzioni per i collaboratori arrivando in alcuni casi a pagare due euro lordi per articolo. Era il 2007 e non vidi manifestazioni, scioperi o proteste ufficiali neanche da parte dell'Ordine. Un silenzio imbarazzante per una situazione che per molti collaboratori significava la fame. Oggi sembra che la stessa cosa stia per accadere al Messaggero con un taglio del 30 per cento dei compensi. Questo sono soltanto esempi, ma non ho visto mai manifestazioni per la sistematica mancata applicazione del tariffario nazionale, il mancato pagamento dei pezzi commissionati e non pubblicati, la costante ricattabilità e l'assoluta mancanza di tutele sociali. Noi precari dell'informazione siamo fantasmi. La preoccupazione di essere liberi nel nostro lavoro nemmeno ci tocca lontanamente. Purtroppo la deontologia diventa un lusso, che a fatica si riesce a rispettare, cercando di sfruttare ogni piccolo margine di scelta che la posizione del precario permette. Io cerco nel mio piccolo di essere il più fedele possibile ai miei principi, ma non ho il coraggio di deprecare quei miei colleghi, anch'essi precari, che pur di lavorare accettano compromessi. Già domani potrei trovarmi nella loro stessa condizione. Infine, la logica conseguenza di tutto ciò è che non ho potuto partecipare alla manifestazione di Roma. Noi precari, se per un giorno non lavoriamo non portiamo a casa niente. Non sarebbe stato più naturale proclamare una giornata di sciopero e organizzare pullman gratuiti da ogni Regione per far partecipare anche noi, per i quali è già un lusso potersi spostare, figurarsi perdere una giornata di lavoro? I have a dream... Io sogno che un giorno tutti i precari dell'informazione d'Italia possano ritrovarsi per una grande manifestazione dove far valere i propri diritti oggi negati. Sarebbe questo il vero punto di partenza per una informazione libera che parta anche dal basso, che consenta anche a noi di poter esprimere liberamente le nostre idee e le nostre considerazioni senza dover pensare alla censura del politico di turno cui il nostro articolo non è piaciuto. Io sogno anche che un giorno potrò scendere in piazza per difendere il diritto alla libertà di informazione che a quelli come me oggi, purtroppo, viene negato fin dal principio. Roberto Scorcella


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URBANISTICA E "PATATE" BOLLENTI Intervista all’assessore Paolo Ruggeri

Assessore Ruggeri, ci voleva lei all'Urbanistica per far trovare "corrispondenze d'amorosi sensi" a Partito Democratico e Popolo delle Libertà... Ma no! altre volte PD e PDL hanno fatto fronte comune su alcuni argomenti, la novità politica, o se si preferisce l'anomalia, sta nel fatto che questa volta il PD ha cercato una nuova alleanza acuendo le divergenze in materia di urbanistica tra PD e Voce alla Città. Nello specifico, si fa un gran parlare delle vicende "patata" e "Gasparrini". Vogliamo spiegare ai cittadini una volta per tutte di cosa si tratta? Innanzitutto sono due questioni molto diverse tra loro. Partiamo dalla questione Gasparrini, si tratta di un piano di recupero di iniziativa privata adottato in Consiglio Comunale all'ultimo minuto utile della passata consiliatura; il successivo esame dell'ufficio urbanistica, svolto anche in relazione alle osservazioni presentate da vari cittadini, rilevò gravi anomalie in termini di eccessiva cubatura da realizzare e di mancato rispetto delle distanze dai confinanti tali da indurre l'ufficio urbanistica a proporre al Consiglio Comunale l'annullamento

della delibera precedente. E qui si è generato tutto quello che conosciamo: lamentazioni, memorie, mozioni e dibattiti estenuanti in Consiglio Comunale fino alla richiesta di predisporre un nuovo piano particolareggiato con tanto di data di scadenza! Forse molti dimenticano o non sanno che il Sig Gasparrini, volendo, può presentare una nuova proposta di piano di recupero già oggi vedendosela approvare alla sola e semplice condizione di rispettare le norme del Codice Civile e degli strumenti urbanistici vigenti. E veniamo alla “patata”, si tratta di un'area posta a nord della città, diciamo sopra viale Trento e Trieste, che, in forza delle prescrizioni della Regione Marche, il Piano Regolatore Generale destina ad “area a verde pubblico ad assetto naturalistico” e quindi non edificabile a fini residenziali. Dal 1995 i proprietari di quelle aree chiedono che si faccia una variante urbanistica per renderle edificabili. Le Amministrazioni succedutesi da allora non hanno accolto quella richiesta anche se oggi sappiamo che, durante la campagna elettorale del 2007, vari esponenti degli attuali PD e PDL si erano impegnati a favorirne l'approvazione nel più breve tempo possibile. Il sottoscritto non ha mai detto che “la variante patata non si deve fare” però ho sempre fatto presente che per adottare una variante di questo tipo è necessario predisporre atti amministrativi e politici, in termini tecnici adeguamento del PRG al Piano Territoriale di Coordinamento provinciale, articolati e complessi sui quali l'ufficio urbanistica ed il sottoscritto stanno già lavorando. Sottovalutare queste considerazioni per asserire che si tratta di una variante “non speculativa” di poco conto appare poco sostenibile. La priorità dell'assessore è la programmazione urbanistica complessiva della città e non la risoluzione di richieste puntuali e specifiche.

Si sente un "rivoluzionario" dell'Urbanistica tolentinate? Ovvero, crede che il suo modo di amministrare questa delicata materia sia innovativo per la città? In che cosa si differenzia dai suoi predecessori? Non mi sento affatto rivoluzionario, questa consiliatura ha una opportunità importante: essendo ormai sostanzialmente attuate le più importanti previsioni del PRG approvato nel 1995, abbiamo l'occasione di delineare lo sviluppo futuro della città in relazione ad argomenti decisivi come infrastrutture per la viabilità, luoghi e strutture culturali, sportive, turistiche, interventi per la valorizzazione del centro storico, aree per nuovi insediamenti residenziali. Aver proposto di sviluppare questi temi attraverso l'elaborazione di un “piano delle strategie”, a cui sta lavorando il noto urbanista Prof Stanghellini, rappresenta indubbiamente una innovazione per la nostra città e nelle prossime settimane tutti i cittadini saranno chiamati a confrontarsi sulle evidenze risultanti dalla prima fase di analisi del “piano delle strategie”. Infine, mi conceda un'ultima domanda. Perchè il Pd ce l'ha tanto con lei? Il futuro di questa Amministrazione si gioca sulla sua persona? La domanda andrebbe rivolta al segretario del PD che ha richiesto al Sindaco, attraverso la stampa, la mia sostituzione, in realtà piuttosto che l'assessore a me sembra che ad essere considerato scomodo sia il movimento Voce alla Città forse perché, per la prima volta, la rilevante delega all'urbanistica è stata assegnata ad una vera lista civica. Sicuramente il futuro dell'Amministrazione non si gioca su un assessore o semplicemente sulle questioni urbanistiche, pure importanti, quanto piuttosto sul ripristino del pieno rispetto e del leale confronto tra le forze politiche di maggioranza necessari per affrontare e risolvere positivamente i problemi della nostra città.

LA CONFCOMMERCIO ALLE IMPRESE: non firmate contratti per l’area in zona pace Prosegue la battaglia della Confcommercio contro l'apertura di quello che viene definito un nuovo centro commerciale in zona Pace. "in un territorio totalmente saturo di grande e media distribuzione commerciale, è una scelta incosciente e scellerata portare avanti il progetto per la realizzazione del nuovo centro commerciale di contrada Pace, soprattutto poi in un periodo di crisi generalizzata che sta colpendo più fortemente la nostra città. Aggiungerà altra disoccupazione a quella già esistente, il centro storico andrà verso la desertificazione, il denaro circolerà ancor meno nel nostro territorio e l'area del centro commerciale La Rancia andrà incontro a una dequalificazione costante. Nonostante il parere favorevole della Regione Marche che indica la struttura come media distribuzione, siamo invece convinti che si tratti di grande distribuzione in quanto vi sono diverse parti comunicanti come parcheggi, scale interne e altro ancora. Pertanto, consigliamo a tutte le imprese interessate ad aprire un punto vendita nell'area, di non firmare alcun contratto in quanto il Comune di Tolentino non potrà rilasciare nessuna autorizzazione di media distribuzione (fino a 2500 metri quadrati). Nel caso lo facesse, il Comune violerebbe le normative che ne regolano la materia". E lo scontro rischia di farsi sempre più duro. 8


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STORIA DI UN’AMICIZIA Tutti per uno, uno per tutti Anno 1950 Eravamo dodici ragazzi, andavamo a giocare a pallone sul piano caricatore della stazione ferroviaria di Tolentino. Sognavamo nella nostra fantasia di emulare il Grande Torino allora emergente. I sognatori: Lucentini Giovanni (Patò), Cretone Antonio (Nino), Muscolini Elio, Salerni Antonio, Migliozzi Giuseppe, Luconi Mario, Verdolini Giovanni e Dino, De Angelis Enrico, Ruscio Tommaso, Bibini Benito e Muscolini Manlio. Fra calci al pallone e calci sugli stinchi, nacque una bellissima e vera amicizia. Dal calcio passammo al ballo. Con pochi spiccioli a disposizione comprammo a rate un giradischi ed organizzavamo, le domeniche, balli a turno nelle nostre case, invitavamo ragazze che poi col passare del tempo, sarebbero quasi tutte diventate le nostre spose. Nella stagione estiva noi ragazzi andavamo spesso al mare in bicicletta, sostenuti da panini imbottiti e da qualche spicciolo in tasca. Arrivò la “Naia” e allora ci fu una separazione forzata. Finita però, tutti insieme ci riunimmo di nuovo, riscaldando la nostra amicizia con spaghettate e salsicce e danze in qualche veglione a Tolentino e dintorni. Prima o poi tutti ci siamo sposati felicemente, oramai con i nipoti. Spesso e

volentieri ci ritroviamo con le nostre famiglie e, sorretti dalla nostra cimentata amicizia, ricordiamo con gioia i bei tempi passati, se pure con qualche traversia che la vita ci serba. Affetti straordinari, che purtroppo in questi tempi, senza valori etici e carichi solamente di egoismi, si trovano raramente. Sono Giovanni Lucentini “Patò”, con queste foto voglio fare una sorpresa

Prima Fila: Luconi, Ruscio Tommaso, Cretone, Migliozzi G., Muscolini. Seconda Fila: Salerni Antonio, Lucentini, De Angelis Enrico

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ai componenti della cricca delle magliette alla marinara esternando (anche se non ce n'è bisogno) la mia più cara ed eterna amicizia.

Così eravamo!... Così siamo e saremo, “sempre uniti” TUTTI PER UNO, UNO PER TUTTI!

Prima Fila: Verolini Giovanni, Muscolini Manlio, Lucentini Giovanni, Muscolini Elio. Seconda Fila: Luconi Mario, Cretone Nino, Verdolini Dino.


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Lu Spì Ciao Pè!

Che avrìo fatto? Tontolò! Avrìo accettato senza pensacce du

Ciao Renà!

orde, tanto più che lu capitanu de ventura che ha dato lustru a

L'altru jornu rvinio da Macerata sulla vecchia strada ex statale,

lu paese e che se chiamava Nicolò Mauruzi era dittu "Il

statìo sovrappenziero e me parìa de avè sbajato direziò, perchè

Tolentino". In piùavrìo chiesto a lu conte de mette come

quasci all'ardezza de lu centru commerciale, prima de Tulindì,

etichetta l'immagine de Mauruzi, che per chi non lo sa sarvò

ce sta un par de cartellù cò su scritto "Pollenza". L'agghio fatto

anche Firenze, e j'avrìo anche chiesto de pubblicà un bellu

notà a mi moje che invece m'ha ditto che adè la reclame de lo

libbru su quistu personaggiu che ha fatto parte della storia

vì che produce lu conte Brachetti

d'Italia e che ha anche finanziato, pè fasse perdonà un po' de

E che non lo sapii? Le chiacchiere de lu paese dice che lu conte

peccati, la costruziò della facciata della Basilica de San Nicola

vulìa mette nome a lo vì sua "Il Tolentino" Invece, a quarcuno

Certo che se quissi che comanna adesso pè fasse perdonà li

che comanna su lu Cumune, la proposta non j'adè piaciuta

peccati doesse fa costruì che cosa, duvrìano almeno fà

perchè avrìa vuluto in cambio de lu nome un po' de sordi.

cinquanta ponti sullu strettu de Messina!

Allora lu conte, justamente 'ncazzatu, j'ha misso nome "Il

Invece non gliela fa manco a fà lu ponte de Mancinella

Pollenza"

Sai che te dico? Che simo stati proprio lardelli a facce scappà

Voli dì che l'ha fatto pè dispettu?

'n'occasiò cuscì bona

Io quesso non lo so. So solo che appena l'ha chiesto a quilli de

Oh, quesse adè le chiacchiere de lu paese e cuscì come l'agghio

Pollenza, quilli ha fatto li sarti mortali per la felicità e, quello

sindite te l'ho 'rditte: qui lo dico e qui lo nego!

che adè più importante, è che non hanno chiesto un sordu!

Tanto non ce sente mai gnisciù!

Mentre a noiltri non ce 'rmane che 'ncazzacce pè un'andra

Ciao Pè

occasciò persa pè potè fà pubblicità a stu paese, per giunta

Ciao Renà

gratis Ma dimme un po', te che critichi tanto, che avristi fatto se comannavi te?

In un mondo di rumori...

la vostra quiete

vetri stratificati

antirumore

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TOLENTI(BLASO)NATI NEWS

FEDELI, INFEDELI E COSÌ COSÌ Spada o Croce? Ricordi, caro lettore? Nella puntata precedente venivo avvicinato da un folto gruppo di nobili fantasmi, che mi accusavano di aver trascurato le loro casate. A quei giusti reclami ho cercato di rimediare concedendo di raccontarci fatti e personaggi degni di nota. Ma senza tirarla tanto per le lunghe. Dopo gli Accoramboni, i fratelli Orselli hanno iniziato a rievocare la loro impresa più importante, cioè la partecipazione alla battaglia di Lepanto. Su mia richiesta, da tolentinati e marchigiani. Ripartiamo da Lepanto, il colossale scontro sul mare tra cristianità e islam, che fermò i Turchi nel Mediterraneo e la minaccia degli infedeli sull'Europa. Chiariamo, però, che l'accusa di “Infedeli” rimbalzava dall'una all’altra parte dei contendenti. Ebbene sì, noi tolentinati c'eravamo con molti altri marchigiani. Livio Parisani, i conti Giovanni e Cristoforo Mauruzi, voi Orselli... Ma i marchigiani sono poco ricordati, anche in questa occasione. Vogliamo spendere due parole per loro? Ben volentieri. Si mossero da Ascoli, Fermo, Macerata, Fabriano, Camerino, San Severino. Un centinaio da Jesi, Ancona e la provincia fornirono duemila combattenti, Fano sessanta. Urbino inviò anche un comandante, Francesco Maria della Rovere. Ma furono molti, molti di più. Praticamente impossibile elencarli tutti. Possiamo aggiungere altro? Sicuro. Recanati, con altre città della costa spesso minacciate dalle scorrerie ottomane, come Montesanto (poi Potenza Picena) e Loreto. Dal nostro Piceno affluirono soldati, rematori, guastatori, ufficiali, offerte in denaro raccolte ovunque. Parliamo di Tolentino, ora. Anche noi fummo della partita, tra i primi. Per fedeltà alla Chiesa, per fede, soprattutto sentendo che quello sarebbe stato uno scontro decisivo per tutti, potenti o no. Qualcuno lo riconobbe? Basti dire che Marcantonio Colonna, Comandante in capo delle milizie pontificie, scelse proprio le Marche come quartiere militare. E Ancona fu il porto da cui lanciare l’impresa. Colonna passò a Tolentino e vi si fermò, sia pure per una sola notte. Sappiamo che fu ricevuto con tutti gli onori e volle pregare sulla tomba di San Nicola; che fu ospitato in un appartamento del palazzo comunale; che ripartì all'indomani per Macerata e Loreto. Siete ben informati, mi sembra. Poi venne il gran giorno, la storica battaglia di giganti il cui nome ci riempie ancora d’orgoglio, come cristiani, marchigiani e tolentinati. Quando e come si seppe a Tolentino della vittoria? La notizia arrivò il 23 di ottobre (ben sedici giorni dopo!), con una lettera recata da un messaggero per conto del vescovo Lorenzo Lenzi, allora Monsignore Governatore della Marca. Recava un "annunzio di grandi allegrezze per la vittoria dell'armata cristiana contro la turchesca".

di Enzo Calcaterra Angelo e Nicola nobili "honoris causa", dunque. E gli Orselli? Fummo aggregati alla nobiltà tolentinate con Pascolino e Aquilio tra il 1591 e il 1594, soprattutto per quell'impresa. Ma già nel 1776 non eravamo più a Tolentino e ci siamo estinti da più di un secolo. Come i qui presenti Accoramboni. Adesso comprendo meglio l'irritazione per la straducola che vi hanno dedicato. Ma anche alla nobile famiglia Sparaciari non è andata meglio. Eppure tra loro ci sono stati molti comandanti militari al servizio dei papi, oltre a magistrati e prelati. Tutti a combattere per la Chiesa con spade, croci e codici in pugno. Se vogliamo parlare di combattenti per la santa fede, allora mi sembra che anche il mio casato meriti una menzione! Il vostro casato...? Rutiloni! Stai parlando con l'ultimo discendente conte Pietro, che ha lasciato questa terra nel 1929. Dato che ho esplorato a lungo gli archivi storici, penso di poter fornire un competente contributo a questa chiacchierata. Perché no? Però non dilunghiamoci troppo. Sa, non mi concedono più di una pagina... Non abuserò di tempo, spazio e pazienza. Come dicevo, abbiamo servito a lungo la Chiesa contro gli infedeli d'ogni risma. Da giuristi e da soldati. Cioè con la spada della legge e la legge... della spada? Mettila come vuoi, ma noi Rutiloni ci siamo fatti valere nelle occasioni importanti. Vuoi qualche nome? Ha promesso di andare al sodo, ricorda? Promesso. Giovan Francesco Seniore è stato Governatore e Luogotenente pontificio di molti papi, tra cui Alessandro VI Borgia e Giulio II, in Umbria, Marche, Lazio e Romagne, tra il 1468 e il 1524. Niente male. E poi? Sebastiano, Governatore militare per conto di Paolo III a Imola e Cesena, tra il 1539 e 1542. Ebbe stima e fiducia nientemeno che da Pio V! II Papa di Lepanto?! Bravo! Un guerriero nato, quello! Scatenò una lotta senza quartiere contro i protestanti a Occidente e gli infedeli dell'Islam a Oriente. Mobilitò mezzo mondo per schiacciare i nemici della vera fede e, perdìo! ci riuscì. Senza di lui oggi in Europa forse saremmo tutti protestanti o tutti mussulmani. Non è detto, non è detto, Rutiloni mio! Prego?!

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Andiamo avanti, per cortesia. Qualche altro vostro pezzo da novanta targato Rutiloni? Giambattista, senza dubbio. Fu nominato Colonnello nel 1571 per meriti di guerra in Francia contro gli ugonotti e in Dalmazia con la Repubblica di Venezia. Cioè dove occorreva. Vi siete misurati solo in guerra e come uomini di legge? Anche in pace ci siamo mossi bene con i “maritaggi”, gli apparentamenti prestigiosi e vantaggiosi, come s'usava tra nobili. A Tolentino, per esempio, si combinarono matrimoni con i Mauruzi e i Parisani. Non so se mi spiego. Più che bene, conte Rutiloni. Ma, da nobile e studioso, le chiedo un parere schietto sui rapporti tra Tolentino e la Chiesa. La nostra città è stata sempre “nei secoli fedele” o... così così? Questa è un'altra storia, curioso d'un professore! Per ora posso solo dire che Tolentino, come moltissime altre città italiane per secoli, non è stata quel che si potrebbe definire un modello di coerenza. L'argomento stuzzica me come, credo, anche i nostri lettori. Teniamocelo caldo per la prossima volta. E sia. A presto, dunque.

Pio V, la ramazza di Dio

(2 - continua)


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PISTA CICLABILE, VIABILITÀ E MARCIAPIEDI A PEZZI non c’è pace in viale della Repubblica

La pista ciclabile in viale della Repubblica continua a suscitare lamentele e proteste. E non poteva essere altrimenti. Al di là di quanto da noi evidenziato nei numeri precedenti, in merito all'opportunità di costruire una porzione oggettivamente troppo corta, seppur in prospettiva futura per una pista ciclabile, con il trascorrere delle settimane sono sorti anche problemi di natura logistica non indifferenti. Quello più grave riguarda sicuramente la sicurezza stradale. Infatti, tanti cittadini ci hanno segnalato che quando un pullman o un camion si trova a dover attraversare il tratto di strada interessato dalla pista ciclabile, nel momento in

cui nell'altra corsia passa un'auto lo spazio a disposizione per transitare entrambi non è più sufficiente. Considerando, poi, che la pista ciclabile da quando è stata realizzata ha visto passarci sopra poche decine di biciclette, qualcuno ha paventato anche l'idea di smantellarla e allargare così la carreggiata. Insomma, c'era davvero bisogno di quel tratto di pista ciclabile? Per avere una risposta basta spostarsi di qualche metro e imboccare il marciapiede che da viale della Repubblica porta verso l'ingresso principale dell'ospedale. Commentare le foto che vi proponiamo è probabilmente superfluo: il degrado regna

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sovrano con situazioni di pericolo evidenti per l'incolumità dei pedoni che vi si trovano a transitare. Per non parlare dei danni causati alle automobili che hanno la sventura di parcheggiare a ridosso del marciapiede. Ci si risponderà che quel tratto di marciapiede e di strada saranno oggetto di altri stralci di lavori da effettuarsi negli anni a venire. Impossibile, però, non verificare come i soldi spesi per una attualmente inutile e dannosa pista ciclabile potevano essere utilizzati per migliorare un marciapiede in condizioni pietose. Intanto, però, sarebbe già un passo avanti poter ritornare in quel tratto di viale della Repubblica a una viabilità quantomeno normale.


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QUARTIERE REPUBBLICA - PEEP: Severini prende il posto di Raponi Cambio al vertice del comitato di quartiere "Repubblica - Zona Peep". Infatti, a seguito di una mozione di sfiducia presentata nei confronti del presidente uscente Catervo Raponi (foto), il direttivo del comitato di quartiere ha nominato quale nuovo presidente Franco Severini. La norma che prevede la sfiducia nei confronti del presidente di un comitato di quartiere o di contrada è prevista da un apposito regolamento, applicato quando si sono riuniti i componenti del direttivo che, a maggioranza, hanno sfiduciato Raponi ed eletto Severini. Contestualmente è decaduto anche il vicepresidente Stefano Salvatori cui è subentrato Sante Pascucci. La votazione sulla sfiducia ha avuto l'esito finale di 5 voti favorevoli e 3 contrari, anche se si sono contate delle assenze fra cui quella del vicepresidente uscente. La mozione verso Raponi era stata presentata perchè "non c'è un confronto adeguato fra il presidente e gli altri membri del comitato di quartiere". Alla riunione erano presenti anche diverse figure istituzionali fra cui l'assessore al Decentramento Alessandro Bruni e il presidente del Consiglio Comunale, Gianni Principi. Il nuovo presidente resterà in carica fino al prossimo rinnovo dell'Amministrazione Comunale il cui termine naturale scadrà nel 2012. E' la prima volta, da quando sono stati istituiti i comitati di quartiere, che un presidente viene sfiduciato. Raponi nei mesi scorsi aveva più volte criticato l'operato dell'Amministrazione Comunale ed era stato fra i primi a dichiarare manifestamente la propria contrarietà alla pizzeria nel parco Isola d'Istria.

VIALE MATTEOTTI, ancora nessuna soluzione Passa il tempo, trascorrono i mesi, ma la situazione non cambia. Stiamo parlando di viale Matteotti, dove neanche lo spostamento del cantiere di fronte all'ingresso del parcheggio coperto è riuscito a migliorare una situazione di traffico pesantemente critica. Viale Matteotti resta una delle arterie maggiormente a rischio nella nostra città e l'ostinazione con la quale non lo si trasforma in una via a senso unico onestamente non trova spiegazioni. La carreggiata è stretta, la velocità con la quale viene attraversato spesso troppo sostenuta, attraversare la strada per i pedoni diventa una roulette russa dalle conseguenze imprevedibili. Per non parlare della condizioni in cui versa il manto stradale, oggetto talvolta di interventi "tampone" che non possono essere di certo risolutivi. Crediamo, per la sicurezza e la tranquillità di tutti, che trasformare viale Matteotti in una arteria a senso unico sia una questione non ulteriormente procrastinabile. E praticamente senza spese.

Sci Club Tolentino A.D. - Via Foro Boario, 84 - Tolentino (MC) Tel. 0733/971418 www.sciclubtolentino.it - info@sciclubtolentino.it L’arrivo dell’autunno porta all’interno di ogni Sci Club frenetico lavorio e molteplici progetti. Anche lo Sci Club Tolentino ha iniziato di gran lena la preparazione per l'imminente stagione invernale. Come al solito, tutte le proposte del sodalizio saranno bilanciate tra il mantenimento di una tradizione gloriosa e la proposta di novità interessanti. Si è da poco insediato il nuovo direttivo con la conferma di Salvatori Giuliano alla Presidenza e di Fabio Del Balzo alla Segreteria; Vicepresidente è Roberto Lupidi mentre i Consiglieri sono Mauro Dignani, Paolo Dignani, Laura Ferrari e Andrea Mosca. Il nostro Sci Club (unico del Comitato Umbro Marchigiano) ha ottenuto per il 2009 un importantissimo riconoscimento dalla F.I.S.I. nazionale, vale a dire il Distintivo d'Oro per 'i risultati conseguiti in campo organizzativo, promozionale e agonistico' in particolare con i più giovani. È un graditissimo riconoscimento per il continuo e qualificato lavoro svolto dal nostro sodalizio per la diffusione dello sci.

AGONISMO Durante la stagione invernale, i ragazzi della squadra agonistica difendono i colori del nostro sodalizio partecipando alle numerose attività Nazionali e Regionali. TESSERAMENTO La tessera F.I.S.I. permette ad ogni sciatore o appassionato della montagna di usufruire di convenzioni e sconti sui campi da sci, di sconti nei negozi convenzionati ma soprattutto di una Assicurazione sulle Piste, indispensabile per garantire la copertura assicurativa personale e contro terzi. In pista per essere sempre sicuri! SETTIMANA BIANCA Appuntamento ormai tradizionale è quello della Settimana Bianca che si svolgerà a San Martino di Castrozza (TN) dal 24 al 31 Gennaio 2010. Iscrizioni entro il 30 Novembre 2009.

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CORSO DI SCI Anche quest'anno verrà organizzato un corso di sci durante le festività di Natale dal 26 al 30 Dicembre 2009. GIORNATE SULLA NEVE Verranno organizzati pullman per andare a sciare nei comprensori Abruzzesi. A fine stagione verrà organizzata la tradizionale Gara cittadina, da sempre piacevole ritrovo per soci e simpatizzanti sia vecchi che nuovi. CONTATTI UTILI Per ogni ulteriore informazione vi invitiamo a visitare il rinnovato sito dello Sci Club e ad iscrivervi anche alla mailing list (cliccando nel sito su contatti automaticamente si aprirà l'iscrizione alla mailing list; da riempire, per essere sempre aggiornati sulle attività). www.sciclubtolentino.it info@sciclubtolentino.it


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I NOSTRI FIGLI

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MAMMA, VOGLIO FARE LA VELINA... di Luciana Zengarini Che confusione per i nostri ragazzi il mondo televisivo e quello cinematografico! Se ci fermiamo un po' a guardare almeno una parte dei “nuovi dei”, di quello che rappresentano, dei risultati dell'influenza da loro esercitata, ci accorgeremmo di quanti falsi ideali vengono “nutriti” i cervelli dei nostri giovani. Essi troppo spesso prendono come modello personaggi sbagliati, ma creati ad hoc per condizionare scelte ed ideali di vita. I ragazzi sono l'anello debole della società, essi a volte vivono nell'incertezza, nella difficoltà di trovare punti di riferimento nella famiglia e faticano a leggere più profondamente la realtà, così difficile da capire. La loro è una rivolta psicologica , che deve essere capita e non assecondata altrimenti l'educazione andrà a scapito di VALORI IMPORTANTI quali l'onestà, l'amicizia, la solidarietà e la libertà. È di vitale importanza POTER SCEGLIERE! La tecnica è ripetutamente la stessa: si crea un personaggio, si da corpo ad un mito e lo si usa per imporre gusti ed ideali, non importa se il personaggio ha dubbie qualità morali, egli rappresenta notorietà e successo e i ragazzi vengono attirati in un vortice più forte di loro. In una trasmissione televisiva mi ha fatto riflettere questa frase: “Lo sa chi sono io? Sono un tronista...” È molto grave che un ragazzo bello e muscoloso si

RIV. N.

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senta tanto importante perché è seduto su una sedia, o meglio chiamata trono, in una trasmissione dove si fanno incontri e si creano delle coppie. Non importa se quando apre bocca è volgare e un po' sciocco, anzi le “parolacce2 che dice, diventano di moda. Il personaggio appena creato sponsorizza qualche società e ne pubblicizza i prodotti, così innesca una serie di mimetismi a catena che poco spazio lasciano alla espressione della personalità dei ragazzi. Il “tronista” è un simbolo per i nostri adolescenti che vogliono a tutti i costi somigliargli. Vestire, gesticolare e parlare come il proprio eroe è l'aspirazione più grande, ma quando un ragazzo non ci riesce crolla psicologicamente, si emargina o viene emarginato dal gruppo. Un pericolo questo che spesso porta alla solitudine e alla depressione. I miti di oggi non traducono grandi IDEALI bensì FUTILI BISOGNI. Non ci meravigliamo poi se una ragazza vuole “fare la velina”... È un trampolino di lancio che permette di entrare nello spettacolo senza studiare e prepararsi con sacrificio; “TUTTO e SUBITO”, è il motto ricorrente, la fretta del nostro tempo travolge anche i nostri figli.

Cari ragazzi, “si vola basso” quando non siamo in grado di credere in noi stessi, quando non sappiamo lottare per un ideale, quando ci scoraggiamo e non crediamo nel TALENTO che è in ognuno di noi. Ricordate tutti abbiamo un talento, ce lo ha detto QUALCUNO 2000 anni fa. Essere giovane è avere ENTUSIASMO per la vita, VOGLIA di fare, di CREARE, di CRESCERE, molle indistruttibili che spingono e lanciano sempre più in alto. È questo il lato positivo dell'essere GIOVANI: NON ARRENDERSI e lottare in ciò che si crede, senza distrazioni illusorie che possono soltanto nuocere.

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l’instancabile ticchettio del tempo moderno

ciò, solamente quando rischiamo di perderlo, o addirittura l’abbiamo già perso. Pensate di ritrovarvi soli, senza nessuno, in un posto lontano, lontano da casa vostra, dalle vostre abitudine, insomma da quanto avete sempre considerato quotidianità. Credete forse che la vostra individualità, la vostra razionale solitudine sarebbe abbastanza forte da affrontare, sola, questa nuova e difficile avventura? Siamo degli animali sociali, e in quanto tali abbiamo bisogno di una società alla quale rapportarci, una società fatti di nostri simili, di persone nelle quali in un certo senso siamo in grado di riconoscere una parte di noi stessi. La consapevolezza di non essere soli è l’arma più potente nella quale ci è dato confidare. Non vi stupirete dunque se vedrete per strada, tra i tanti indifferenti, lo straniero, l’immigrato, che solo, in una nuova realtà, vaga proprio alla ricerca di un suo simile, un suo connazionale, con il quale scambiare un semplice gesto o due parole, giusto per sentirsi a casa, per illudersi, anche se per un istante, che nulla è cambiato, che tutto va bene. Io stessa ho sperimentato sulla mia pelle questa necessità, trovare qualcuno che condivida con te una lingua, una cultura, una storia, significa molto più di quello che si crede. Significa poter

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esprimere se stessi, sentirsi accettati e quindi, sotto un certo punto di vista, vivi. È vero, spesso questo tipo di comportamento causa emarginazione o addirittura segregazione, è come se all’interno di una stessa realtà si formassero tanti piccoli mondi a sé stanti; l’integrazione sarebbe la chiave, ma non è così semplice, una parola è sola una parola, la sua attuazione è tutta un’altra cosa. Concordo pienamente con coloro che affermano che non è possibile accettare questa situazione, che queste nuove multi realtà tendono più che altro a confondere e a creare una società disomogenea, “ingestibile”, se effettivamente possiamo definirla in tal modo. Eppure che la tendenza a socializzare e a unirsi con persone a noi più simili esiste è semplicemente innegabile, è umano, dunque quello che vi chiedo è di non fermarvi alla superficie: non giudicate questi comportamenti da un’ottica razzista, bensì da una umana, poiché in fondo questo siamo, uomini. Scendiamo dai nostri piedistalli, ascoltiamo ogni tanto la voce delle nostre anime e regaliamo un sorriso al mondo che ci circonda.

di Ilaria Del Dotto

Siamo sempre indaffarati, viviamo nella più totale frenesia dei sensi, e s p e s s o nemmeno ci accorgiamo di quello che capita attorno a noi, quindi non c’è da stupirsi se dimentichiamo di salutare il conoscente, o addirittura l’amico che ci cammina accanto: semplicemente non abbiamo tempo; alle volte siamo talmente tanto di fretta che non abbiamo a disposizione nemmeno quell’attimo che occorre a fare un cenno, un sorriso. Non è cattiveria la nostra, sono più incline a credere che sia abitudine, abitudine all’indifferenza; siamo troppo presi dalla nostra strada, dalla nostra individualità per osservare ciò che ci circonda, il mondo e la gente che vive con noi quotidianamente. Non diamo più la giusta importanza ai valori umani, a quei gesti, quei comportamenti, che dopotutto ci distinguono dalle bestie. Che sciocchi che siamo, o meglio ciechi e sordi verso quelle esigenze che la nostra natura richiede a gran voce.. La cosa divertente è che, come al solito, ci rendiamo conto della reale importanza di tutto

TOM TOM nuova generazione

LA FRETTA DI UN SORRISO


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VITTORIE E SCONFITTE Storie di una città che cambia Le settimane che ci siamo appena lasciati alle spalle entreranno, nel bene o nel male, nella storia della città. La battaglia condotta dai lavoratori di Poltrona Frau alla fine ha avuto un esito positivo: nessun licenziamento coercitivo dall'azienda, solamente fuoriuscite su base volontaria. Ci sono voluti mesi di trattative e l'accordo è stato raggiunto soltanto in extremis, dopo diciannove ore ininterrotte seduti intorno a un tavolo insieme alle istituzioni. È stata la vittoria di tutti, soprattutto delle Rsu aziendali. Grazie a questo risultato tutto un territorio, un intero distretto può continuare a

contare su un'azienda storica. Sono state messe nero su bianco le basi per poter guardare più serenamente a un futuro che, visto con gli occhi di oggi, non appare certamente roseo. Negli stessi giorni, però, si consumava un'altra vicenda che non ha avuto nessun lieto fine. Il fallimento di Pelletterie 1907 e la possibile vendita all'asta del marchio Nazareno Gabrielli sono una sconfitta per tutti. Sia chiaro: chi di lavoro vive e non riceveva lo stipendio da mesi, probabilmente non aveva altra strada per veder riconosciuti i suoi diritti. Ma i problemi della Nazareno Gabrielli non sono nati certo con questo fallimento.

Se nella vicenda Frau il territorio ha vinto, in quest'altra vicenda abbiamo perso, in primis chi ha fatto in modo che un marchio da oltre un secolo caratteristica di una città finisse costantemente nelle mani sbagliate. Se si potesse fare qualcosa per salvare il salvabile non siamo certo noi a poterlo dire. Ma l'epilogo, probabilmente, era inevitabile.

PER I VOSTRI CONSIGLI, SUGGERIMENTI, PROPOSTE, LAMENTELE E QUALSIASI COSA VI VENGA IN MENTE CONTATTATECI A: Multiradio - casella postale 143 - Tolentino Tel. 0733.960241 - multiradio@multiradio.it


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