Multiradio Press News novembre 2016

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di Carla Passacantando

E’ un grande piacere incontrare negli studi di Multiradio Bruno Borraccini, uno dei fondatori della Compagnia della Rancia, che negli anni si è molto impegnato per il teatro in città. Ora è un manager dello spettacolo di tutto rispetto con una grande passione per il teatro che promuove commedie, comprese quelle di sua produzione. Vive a Tolentino con la famiglia, ma durante la settimana è fuori, a Roma o Milano, per portare avanti la sua attività.

editoriale

di Carla Passacantando

segue...

C’è grande incertezza e tristezza in città dopo l’ultima forte scossa di terremoto che tantissimi danni ha causato. Tolentino però non molla, ma si sta rimboccando le maniche, con grande forza e solidarietà sta cercando di reagire. In un momento così difficile che penalizza tutti si scopre che tante divergenze sono ormai dietro l’angolo. Anzi si sono trasformate in confronto ed unione. Dobbiamo essere uniti, dobbiamo aiutarci a vicenda per fare in modo che la città torni a brillare. Siamo tolentinati, forti e tenaci. Continueremo tramite Press News ad informare sulla situazione post sisma alla quale in questo numero abbiamo dedicato molto spazio, sul nuovo decreto legge per la ricostruzione. Un ringraziamento particolare all’amministratore dell’Assm, Graziano Natali, per aver installato in tempi brevissimi i punti luce davanti alla chiesa dello Spirito Santo che ospita gli sfollati. La redazione di Press News è aperta per qualsiasi comunicazione. MPN novembre 2016

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Anno X n. 9 - novembre 2016 - numero chiuso in redazione il 11/11/2016 - PERIODICO EDITO DA MULTIRADIO - Autor. Trib. di Macerata n.466/07 del 23 Aprile 2007 - Direttore Responsabile: dott.ssa Carla Passacantando - Stampa: Tipografia San Giuseppe - www.multiradiopressnews.it

BRUNO BORRACCINI, MANAGER DI SUCCESSO


...segue dalla prima

Radio, teatro, promozione, tre momenti che racchiudono l’attività di Bruno Borraccini. «Tutto nasce dalla radio. Da giovanissimo io ed altri ragazzi tolentinati abbiamo fondato Rt. Più tardi, dal 1976 al 1982, sono stato redattore del notiziario di Radio Onda. Dopo la pausa del servizio di leva sono entrato nel gruppo di Saverio Marconi che stava cercando persone per promuovere uno spettacolo teatrale. Sono stato poi tra i primi allievi della scuola di recitazione, il Centro Teatrale Sangallo con insegnanti Marina Garroni e Michele Renzullo ed infine abbiamo costituito la Compagnia della Rancia. Era il 1983. Per il nuovo gruppo già dall’inizio ho svolto mansioni di carattere amministrativo-finanziario e di sviluppo, fino a ricoprire, nel quinquennio 1999-2003, la carica di amministratore delegato. Non ero un grande attore così mi sono specializzato come manager. Ecco, allora, che la mia passione per il teatro ad un certo punto si è trasformata in lavoro. All’epoca il difficile è stato all’inizio far capire ad amici e parenti che questo era un lavoro e non un semplice hobby».

In questi anni come mai non ha lasciato la sua città per andare a vivere a Roma o MiIano per motivi di lavoro? «Sono cresciuto troppo bene nella mia città e non ho mai pensato di trasferirmi. Così vado avanti ed indietro tra Tolentino, Roma e Milano. Il fatto di vivere nella mia città mi

aiuta a tenere i piedi per terra. Tornare a casa nei giorni di riposo mi aiuta a non perdere il senso della realtà. Quando arrivo a Tolentino faccio una pausa che non avrei se vivessi solo a Roma. E poi ora con la nuova superstrada raggiungere la capitale è diventato veramente semplice». Quali progetti ha sviluppato fino ad oggi? «Ho lavorato ventidue anni con la Compagnia della Rancia, che nel tempo è diventata un’azienda importante. Ho così partecipato all’affermarsi della compagnia tolentinate in tutt’Italia con spettacoli come “Grease” con Lorella Cuccarini, “A qualcuno piace caldo” con Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi, “Hello Dolly” con Loretta Goggi e Paolo Ferrari, “Sette spose per sette fratelli” con Raffaele Paganini, “Tutti insieme appassionatamente” con Michelle Hunziker e Luca Ward. Con la società di licensing Bottega internazionale ho poi collaborato con le maggiori agenzie internazionali del settore teatrale, Music theatre international, William Morris agency, Samuel French, per la gestione in Italia dei diritti di alcuni fra i musical di Broadway di maggior successo. Tra il 2003 e il 2005 ho fatto parte del consiglio di amministrazione di Forumnet teatri, gruppo Cabassi – forum – Milano, entrando nel gruppo di lavoro che ha progettato e lanciato il teatro della Luna di Assago, Milano, del quale sono stato direttore organizzativo nel 2004-2005, quando si è affermato come primo teatro d’Italia per numero di spettatori. Nel 2005 ho lasciato la Compagnia della Rancia per portare avanti i miei progetti e l’anno successivo ho fondato la Project Leader, società di produzione ed organizzazione di eventi live, collaborando, fra gli altri, con Arturo Brachetti, Christian De Sica, Maurizio Costanzo e curando fra il 2011 e il 2013 la programmazione “Conciliazione Live” all’auditorium della Conciliazione di Roma. Nel 2013 ho creato il marchio “Familyshow.it” sotto il quale sono stati prodotti spettacoli per tutta la famiglia come “Il Gatto con gli stivali e la magica notte di Natale”, “Cenerentola” e, nella stagione 2014–2015, “La famiglia Addams” con Elio e Geppi Cucciari, regia di Giorgio Gallione.

Nel maggio 2015 ho riportato in Italia il musical-culto “Rocky horror show” nella versione della multinazionale dello spettacolo tedesca “Bb-promotion”. Dal settembre 2015 collaboro al progetto “Musical weekend” di Francesca Cipriani. Quest’estate poi, per la prima volta in 33 anni di carriera, ho organizzato un concerto allo Sferisterio di Macerata ed è stata un’esperienza bellissima, nonostante il terremoto ci abbia messo lo zampino». Per il futuro che proporrà? «Ora sto portando avanti il progetto “Familyshow Festival”, un festival dedicato a tutta la famiglia che prevede tre produzioni: “Monster allergy”, che vedrà in scena una compagnia di soli bambini dagli 8 ai 12 anni, “I Ciprix”, “Aladin e la lampada meravigliosa” musicato dai Pooh, “Pippi calzelunghe” con musiche di Cinzia Pennesi. Per il futuro abbiamo grandi produzioni da proporre, sicuramente nell’ambito “Familyshow.it” ed abbiamo altri progetti come un musical originale che stiamo

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preparando con Stefano D’Orazio e il regista cinematografico Fausto Brizzi». Come vede Tolentino senza teatro Vaccaj, distrutto dal 2008 da un incendio? «Il teatro è importante per la città come centro di unione culturale. Se ci fosse il Vaccaj si riaprirebbe il colloquio culturale. E’ certo che se il teatro fosse già in funzione saremmo venuti a Tolentino a proporre i nostri spettacoli». Come è oggi Tolentino rispetto al passato dal punto di vista culturale? «Sicuramente da quando avevo 15 anni ad oggi c’è stata una decadenza legata al tessuto sociale a livello culturale. Oggi mancano entusiasmo e soprattutto l’orgoglio di essere di Tolentino che bisognerebbe ritrovare. Sicuramente la città deve riprendere. Occorre tirare fuori nuovi progetti. L’amministrazione deve dare lo stimolo, la possibilità di far fiorire le idee, di far confrontare le persone per far nascere nuove iniziative».


SCONTI E SORRISI PER TORNARE A VIVERE

Sconti e sorrisi nei negozi per far tornare a vivere il centro storico e per mettere la paura alle spalle. L’iniziativa, con lo slogan “Metti il cuore nello shopping”, è del comitato Tolentino commercio centro storico. Da alcuni giorni nelle vetrine dei negozi del centro storico che hanno riaperto, non avendo subito danni dovuti al terremoto, è appesa una locandina con un cuore rosso in parte spezzato, ma attaccato con un cerotto, che invita i clienti ad entrare per trovare sconti e sorrisi. «Noi ci mettiamo il cuore. Vogliamo lanciare il messaggio – dice la commerciante Tiziana Costantini di J&J – che siamo aperti. Nonostante quanto accaduto con la buona volontà andiamo avanti». Dopo un primo momento di sconforto i negozianti si sono impegnati

e da qualche giorno hanno rialzato le serrande. Chi ha subito danni ai locali o chi li ha nelle zone rosse sta trovando altri spazi agibili nel centro storico, ma anche nei quartieri. In questi giorni si sono susseguiti i sopralluoghi da parte dei tecnici nei diversi negozi per verificare l’agibilità o meno. E ciò ha riguardato non solo il centro storico, ma anche i quartieri. Anche in questo caso i commercianti della zona si sono rimboccati le maniche per riaprire il negozio ed in caso di inagibilità per riavviare l’attività in un altro locale. Nel frattempo sono state riaperte al traffico, sia veicolare che pedonale, diverse vie, Ceselli e Massi, che consentono di raggiungere agevolmente piazza Martiri di Montalto e le altre zone del centro. ”Sorrisi e sconti”, comunque, non è la sola iniziativa che si sta allestendo per reagire al dramma. I commercianti dell’intera città e i produttori imboccano anche la strada del web. Si sta allestendo “DajeMarche”, il nuovo sito per l’e-commerce di prodotti “made in Tolentino” e non solo, in vista soprattutto del Natale. L’iniziativa è stata proposta da alcuni giovani professionisti del territorio uniti insieme per vincere la sfida più grande: rilanciare il prima possibile l’economia marchigiana attraverso la costruzione del sito.

Il fine è quello di spronare i cittadini colpiti dal terremoto a credere ancora nel futuro e non arrendersi. Tutti i commercianti si sono poi riuniti nei giorni scorsi alla sala Giometti. C’erano il sindaco Giuseppe Pezzanesi, l’assessore Orietta Leonori, il dirigente Giovanni Rosini della Regione Marche che ha illustrato il decreto emesso dopo il terremoto del 24 agosto a favore delle zone terremotate. Erano tantissimi i commercianti. Tra loro anche Rosalba Gattari, con un negozio in viale Vittorio Veneto, che è arrivata con il camice da lavoro. «Non mollo. Ho riaperto il negozio – afferma -

ma sono fuori ad attendere i clienti che non ci sono. Cosa dobbiamo fare?». Nel corso dell’incontro tanti sono stati gli interventi dei titolari delle attività commerciali, artigiani, imprenditori che hanno evidenziato le diverse difficoltà e problematiche che stanno attraversando in seguito alle ultime scosse telluriche. Alla fine il dirigente regionale ha comunicato che ci sarà un esperto degli uffici regionali allo Sportello unico per le attività produttive, ubicato negli uffici comunali di piazzale Europa per rispondere a tutte le problematiche e spiegare quanto dispone anche il nuovo decreto a favore dei terremotati.

LA TIGAMARO LA SERA APRE LE PORTE AI DIPENDENTI SFOLLATI di Carla Passacantando

Le aziende la sera aprono le porte alle famiglie dei dipendenti che hanno le case danneggiate dal sisma o che per paura preferiscono passare la notte fuori dalle loro abitazioni. A mettere a disposizione i locali per i lavoratori in difficoltà e le loro famiglie è la Tigamaro pelletterie, in contrada Colombo, dove lavorano 110 persone, tutte donne. L’azienda si è presa cura dei suoi dipendenti dallo scorso 31 ottobre ospitando una famiglia di un dipendente, ma poi con il trascorrere dei giorni sono aumentate le persone che stanno usufruendo del punto di prima accoglienza allestito esclusivamente per i lavoratori della Tigamaro. Sono una quarantina i tolentinati che vi trascorrono la notte. Brandine e materassi vengono disposti nel tardo pomeriggio, alla chiusura della fabbrica, nei locali attigui al punto vendita, poi vengono tolti la mattina seguente. Nello showroom, invece, è stato creato un servizio di baby sitting dove i bambini possono stare insieme per disegnare, giocare, fare i compiti e si possono dilettare anche a fare prodotti in pelle come le mamme.

Tra loro ci sono anche un bimbo di 4 mesi e una studentessa universitaria. «Tutti uniti – dice il titolare Luca Bortolami - possiamo farcela. Casa e lavoro vanno di pari passi. L’azienda deve farsi carico delle problematiche dei dipendenti ed è un vecchio modo di fare impresa. La vita continua e si vuole tornare alla normalità. Con tale iniziativa tutti i dipendenti sono tornati al lavoro. Invitiamo anche le altre aziende a seguirla».

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Insoliti Noti Enzo Calcaterra

Chiamatemi Filelfo Il cognome Cicchi non dice sicuramente nulla al lettore. Ma se lo sostituiamo con Filelfo, almeno i tolentinati lo sentiranno ancora un po’ familiare; se non altro, per averlo incontrato in diversi punti della città: per strada, nelle intitolazioni, in qualche testo di storia locale. Siamo all’ultimo protagonista di questa serie, per l’appunto l’umanista Francesco Filelfo a cui dedicheremo le prossime due puntate. Non ci occuperemo tanto delle sue opere – sulle quali generazioni di esperti e no stanno ancora dibattendo dopo secoli per verificarne valore, importanza, qualità, – ma semplicemente di due questioni. La prima: dimostrare che Filelfo fu protagonista e rappresentante di un momento storico eccezionale come moltissimi altri suoi contemporanei, con pregi e difetti non diversi dai loro. In secondo luogo, ci preme sottolineare quanto le sue radici tolentinati ne abbiano fatto una figura ancor oggi significativa e in grado di suggerirci riflessioni per il presente. Infine, questa potrebbe essere la sua vera eredità, più che i suoi scritti destinati a un pubblico ristretto di addetti ai lavori, che non rappresentano certo la totalità dei suoi compatrioti di ieri e di oggi. Altro che “nascita oscura”, come ha scritto un poco informato Walter Pedullà sulle origini familiari di Francesco Filelfo. La sua era una delle famiglie più facoltose e nobili di Tolentino, con genitori piuttosto ben messi economicamente e socialmente: il padre, uomo di lettere e di legge; la madre, una Buccelli di nobile schiatta fiorentina. Non gli mancarono, dunque, le condizioni per cominciare a farsi strada negli studi e nella carriera; oltretutto, senza l’ossessione di una miseria atavica da cui allontanarsi e affrancarsi a tutti i costi. Nacque nel 1398 a Tolentino e non a Roma, Milano o Firenze, certo. Se ne allontanò abbastanza presto, non per fuggire ma per proseguire gli studi e fare altrove il grande balzo, altrettanto certo. Ma, al contrario di moltissimi nel passato come ai nostri tempi, non rinnegò mai né dimenticò le sue radici, come vedremo. Le sue sole doti di ingegno, non certo conoscenze illustri o protettori di rango (che ancora ovviamente non possedeva), presto intuite dai suoi maestri, gli procurarono a soli vent’anni una cattedra a Padova, poi a Venezia. È di quel periodo la decisione - un po’ secondo la

moda e il vezzo degli intellettuali, ma anche per una buona dose di incipiente amor proprio - di fargli adottare lo pseudonimo col quale sarà conosciuto, onorato e perseguitato. Dal padre aveva ereditato quel “Cicchi”, un pluralizzato da “cicco”, toscanismo equivalente a “piccolo”. Non faceva certo per un giovane in carriera come lui, già con smisurate ambizioni in testa. Come sentenziavano gli antichi? «Nomen omen»: nel nome un presagio. Cioè un’anticipazione na-

adulati, celebrati, confezionati per contemporanei e posteri da chiunque sapesse farlo meglio. Filelfo, come altri, aveva per sole armi quelle della parola, sostenuta da una spregiudicatezza e consapevolezza dei propri mezzi davvero rare. Era insomma un parvenu, ma di grande talento, deciso ad entrare in un’arena che non faceva sconti, in costante bilico tra rovina e trionfo, lode e disprezzo, alloro e pugnale. Il Nostro non si tirò mai indietro, ma con una differenza che

scosta di ciò che si è e sarà; ancor più, di ciò che si vuol diventare. E il “diventa ciò che sei” non fece davvero eccezione in Filelfo. In un greco allora di gran voga presso i dotti, significava “sempre sperante” o “amico della speranza”. E speranze tutt’altro che celate pulsavano in gran quantità nel giovane umanista. Del resto, aveva le carte in regola e lo sapeva bene fin dal principio. Non restava che giocarsele. Questo avrebbe fatto, con coerenza e con chiunque. Ai suoi tempi, per salire e arrivare in fretta le strade, poche ma chiare, passavano per i potenti e prepotenti di turno. Si trattava per lo più di Signori in guerra per allargare i loro confini e patrimoni personali, papi più impegnati a inseguire il mondo che a redimerlo per il cielo. Ma tutti avevano in comune il bisogno di essere immortalati,

non va sottovalutata. Al contrario di altri contemporanei, più celebrati e osannati, non si mascherò mai dietro ipocriti moralismi o finti ideali per autoassolversi condannando concorrenti della stessa pasta. Aveva fiutato fin troppo bene il vento e annusato sufficientemente l’animo umano per farsi illusioni sulla bontà delle intenzioni, tantomeno dei fini. Una volta ebbe a confessare, nientemeno a Cosimo dei Medici, che tre cose gli sembravano “carissime e necessarie”, cioè «honore, utile e piacere». Poi spiegò. L’onore desiderato come premio alla virtù - cioè le capacità effettivamente dimostrate -; l’utile economico per le necessità e il superfluo della vita. Quanto al piacere, oltre che dall’anima e dal corpo, si può far derivare dal suddetto onore e dalla “robba”, ossia i beni materiali. 4

Essere onorato significa essere pagato. Ne consegue “la robba”, necessaria al godimento dei piaceri mondani. Più che la filosofia di un cinico, è il codice di un realista che precede Machiavelli. Proprio lui avrebbe infatti messo in guardia il suo Principe (al quale concesse ogni mezzo e arma per raggiungere il potere) dal toccare la “robba” altrui, «perché gli uomini sdimenticano più presto la morte del padre che la perdita del patrimonio». Per tutto questo, Filelfo aveva un suo listino prezzi, una chiara consapevolezza di ciò che il suo tempo avrebbe dato e preteso in cambio da tutti, senza riguardi per il posto occupato nella scala sociale. Uno più attento a preservare i soldi che gli amici (quali amici?)? Un tagliaborse dei principi e dei papi? La risposta è quanto mai esplicita: «Poiché io so di valere, non esito a pretendere che mi si tratti come esige il mio rango». Non ha padroni, giacché in lui prezzo e valore sono strettamente legati. Del resto, con armi diverse, fa lo stesso” lavoro” dei condottieri, i capitani di ventura a lui contemporanei. Compreso il suo non meno spregiudicato e richiesto concittadino Nicolò Mauruzi. Il suo stile di vita è lo stesso a cui, sotto sotto, aspirano tutti (e sono moltissimi) quelli che fanno il suo mestiere, celebri o meno che siano. Filelfo ostenta (anche l’ostentazione è parte irrinunciabile del benessere) spese principesche: servitù, cavalli, sussidi a parenti e amici, banchetti luculliani e sempre affollati. Almeno ogni volta e finché gli è possibile. Fino all’ultimo. Naturalmente, non si fa mancare le donne, che preferisce “vergini e fanciulle” alle “anziane e vedove”. Capricci a parte, ne sposerà tre di rango da cui avrà una caterva di figli. Eppure, la sua esistenza fu tutt’altro che tranquilla, spensierata e senza problemi. Anzi. Fu sregolata, soprattutto spericolata, attraversata da odi sanguinosi, gelosie, rischi mortali. Ma di questo parleremo, e d’altro ancora, compresa la sua “tolentinità”. Grazie anche a quest’ultima, ebbe a meritarsi un cantuccio non appartato nell’”Età dei giganti”. Giganti in tutto: nelle idee, nelle ambizioni, nelle imprese, ma anche nelle miserie, nei vizi, nella spietatezza delle contese. Proprio come il nostro Filelfo. Né più né meno.

(1. Continua)


IL CONSIGLIO COMUNALE APPROVA IL RIPRISTINO DEL MERCATO IN PIAZZA DELLA LIBERTA’ precedente ordinanza ripristinando l’ubicazione del mercato nell’ambito del centro storico, nella sua sede di origine, inIl mercato settimanale del mar- clusa piazza della Libertà dal 1 tedì, una volta terminata l’emer- novembre, ma in seguito al tergenza terremoto, tornerà nel remoto la data è slittata. centro storico compresa piazza della Libertà. Ampia è stata la discussione sullo spostamento del mercato Nella seduta dell’ultimo Consi- settimanale nell’ultima assise glio comunale, che si è tenuta consiliare che, come la preceprima delle ultime scosse tel- dente, a causa dell’inagibilità luriche, è stato approvato all’u- dalla sala consiliare, per i danni nanimità l’atto di ripristino nella dovuti al terremoto, si è svolta piazza degli Orologi dei posteg- all’auditorium della Biblioteca gi di commercianti su aree pub- filelfica. bliche trasferiti in via sperimentale in via Tambroni e piazza Dopo le comunicazioni del sindell’Unità. daco Giuseppe Pezzanesi, inerenti un prelevamento dal fondo E così da via Ramundo e Gio- di riserva e del terremoto, si è vanni XXIII, dove è dislocato per passati all’interrogazione su problemi di sicurezza dopo ter- “Rimborso buoni pasto famiglie remoto, il mercato si trasferirà, con 3 o più figli in età scolare”, una volta cessata l’emergenza presentata da Gian Mario Mersisma, nella sede originale in- corelli del Movimento 5 stelle, clusa la piazza degli Orologi. che subito dopo è stata ritirata Nella precedente collocazione e quindi non trattata in quanto erano escluse piazza dell’Unità l’Amministrazione comunale e via Tambroni che tante po- aveva già chiarito la questione. lemiche avevano creato tra gli Approvata all’unanimità la ratifiambulanti ed i cittadini. ca della deliberazione di Giunta comunale per la parte relativa Lo scorso 5 luglio i 17 banchi di alla variazione di bilancio. piazza della Libertà erano stati sistemati in piazza dell’Unità e Di seguito, sempre all’unanimivia Tambroni. tà è stato espresso parere favoIl sindaco Giuseppe Pezzane- revole alla variante parziale al si alla fine ha così revocato la Prg via Willy Weber “Conceria Obiettivo Trasparenza di Carla Passacantando

del Chienti”. Riguardo l’adozione della variante parziale al Prg ai sensi dell’art.26 ter della Lr.4/1992 e Smi per la realizzazione della palestra a servizio degli istituti scolastici superiori della città sull’area del parcheggio di viale Matteotti hanno tutti votato a favore con la sola astensione del

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consigliere Mercorelli. La mozione d’urgenza, infine, sulle mense scolastiche presentata dal Movimento 5 stelle, che è stata anche emendata, è stata respinta con sette voti contrari della maggioranza, mentre tre sono stati quelli favorevoli, della minoranza.


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Forza Tolentino! abbiano la possibilità di rimettersi in piedi, continuare a lavorare e tornare a essere una delle città più attrattive e produttive delle Marche.

Il Partito Democratico di Tolentino, in questo momento tremendo, esprime vicinanza e solidarietà alle tantissime famiglie tolentinati colpite dal terremoto e a tutti coloro Nessuno sarà dimenche in pochi secondi ticato! hanno visto crollare Forza Tolentino! una vita intera. Un ringraziamento speciale va alla Protezione civile, alle Forze dell’ordine e ai tanti volontari che tempestivamente, sin dalle prime ore dal sisma, si sono adoperati ininterrottamente per i soccorsi. Presto incontreremo i cittadini per spiegare loro nei dettagli il decreto sulla ricostruzione, in modo che tutti

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#DAITOLENTINO

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speciale terremoto

Di Carla Passacantando

OLTRE 11.000 TOLENTINATI COSTRETTI A VIVERE FUORI CASA La terra continua a tremare. In città regna il panico. Tolentino è stata colpita dal sisma in maniera violentissima su quasi tutto il territorio comunale. Tantissimi danni per la forte scossa di terremoto la mattina dello scorso 30 ottobre, moltissime le persone che sono costrette a dormire fuori dalle loro abitazioni. Sono oltre 11mila, più della metà della popolazione, i tolentinati che hanno perso la casa per crolli e danni ingenti dovuti al sisma o che per paura preferiscono passare la notte fuori casa. Ed oltre mille sono le persone che giornalmente vengono accolte nei diversi punti di prima accoglienza il primo dei quali è stato allestito nell’oratorio e nella chiesa dello Spirito Santo grazie al parroco don Sergio Fraticelli. Gli altri sono ospitati negli impianti sportivi di zona Sticchi, di fianco la piscina comunale; nella palestra della scuola King, in piazza Ugo La Malfa; al palasport “Chierici” in viale della Repubblica; negli ex locali Tigotà nella zona commerciale Oasi, di fronte alla multisala Giometti; negli spazi dell’ex concessionaria Toyota, nella zona commerciale La Rancia”; nei locali ex Dico in piazza Ugo La Malfa vicino all’asilo comunale Green; nell’oratorio della parrocchia Santa Famiglia in viale Trento e Trieste; nello stabile “Antonio Cesaroni”, in contrada le Grazie. Continua il grande lavoro del personale delle mense della scuole Grandi, Lucatelli e King dove si

preparano e servono ogni giorno una media di circa 3000 pasti. Da una prima stima sembra che più della metà delle case del centro urbano siano non agibili. In questi giorni proseguono i sopralluoghi dei tecnici, cominciati un po’ troppo tardi. Per ora sono state presentate oltre 2.500 domande per sopralluoghi. Continuano poi gli accessi effettuati dai Vigili del Fuoco per prendere vestiario e medicinali dalle case dichiarate inagibili. Parecchi i crolli che si sono verificati in abitazioni del centro storico. Nei quartieri, in particolare nella zona di viale Vittorio Veneto, sono tantissime le abitazioni lesionate. Una palazzina è crollata in via Pasubio, che era già stata dichiarata inagibile con il sisma dello scorso 24 agosto. «Ho sentito un boato – racconta Serena Gattari che abita nello stabile adiacente – poi ho visto tanta polvere. Grande è stata la paura». Tutta la via è stata transennata. Crollata in parte l’abitazione in via Gramsci già dichiarata inagibile, caduto parte del tetto di una casa in via del Ponte poco lontano dal Ponte del Diavolo che è stato momentaneamente chiuso per precauzione, poi riaperto. Danneggiata l’edicola sacra. Problemi in abitazioni in via Accoramboni, Valporro, Montecavallo, I Maggio, Sparaciari, Filelfo, Foro Boario, Zampeschi.

Crollato parte del tetto in una casa di contrada Santa Croce. Pericolante la ciminiera della ex fornace Massi in via Lucentini. Caduta una casa in contrada Baroncia. Crollato un cornicione della casa a fianco della chiesa di San Giuseppe. Caduti i merli di Porta Marina che risulta molto danneggiata così come parte delle mura storiche in via Murat. Si è aggravata la situazione del torrione di San Catervo dove sono caduti altri merli. Danneggiate anche alcune cappelline del cimitero comunale. In via Corridoni sono crollati pezzi dalla facciata della chiesa del Sacro Cuore, il soffitto della chiesa del Santissimo Crocifisso chiusa dal 24 agosto. Nella basilica di San Nicola si sono verificati dei danni al chiostro, al cappellone e ad altri locali. Caduto parte del muraglione di via delle Caserme. I pezzi di pietra si sono ammassati lungo la strada. Danni consistenti alla scuola Bezzi, Don Bosco, all’Istituto tecnico economico, ai liceo classico e scientifico. Evacuato il monastero delle Carmelitane in via del Carmelo, poco lontano dal cimitero. Le monache, una ventina, sono state trasferite al convento di Fano. Si sono trasferite anche le Maestre Pie Venerini, problemi quindi alla scuola d’infanzia.

Danni alla concattedrale di San Catervo e nella chiesa di San Francesco la situazione è peggiorata tanto che c’è il rischio del crollo. Chiuso il teatrino di San Francesco. «Non abbiamo più una chiesa dove celebrare le funzioni – ha detto don Andrea Leonesi – per ora le messe si tengono all’oratorio di San Francesco». E per verificare la situazione delle chiese dopo alcune ore dalla forte scossa del 30 ottobre è arrivato in città anche il vescovo di Macerata, monsignor Nazareno Marconi. Il sindaco Giuseppe Pezzanesi poi da subito ha iniziato a girare per la città per verificare i danni. «Stiamo vivendo ore davvero tragiche – ha affermato il primo cittadino - e lo facciamo con compostezza. Siamo tutti molto provati. Con l’ultima scossa c’è stato il ko. La città è in ginocchio. Abbiamo tanta gente che ha caricato le auto per andare a vivere in altre destinazioni. Ma stiamo lavorando affinché torni la normalità». Alcune ore dopo l’ultima forte scossa sono arrivati in piazza della Libertà il governatore Luca Ceriscioli e l’assessore Angelo Sciapichetti. A Tolentino è giunto anche Cesare Bocci per assistere la madre che si è trasferita al punto di prima accoglienza dello Spirito Santo. L’attore è rimasto per alcune ore nei locali della parrocchia per mettersi a disposizione degli altri.

COMUNICAZIONI EMERGENZA TERREMOTO Per coloro che debbono segnalare danni o richieste di sopralluoghi possono rivolgersi o al Coc, il cui ufficio è stato trasferito da piazza della Libertà alla nuova sede di piazza Peramezza, ex locali Linea Casa, nelle vicinanze dell’Hotel 77, oppure compilare l’apposita domanda modello Ipp scaricabile sul sito del comune di Tolentino all’indirizzo www. comune.tolentino.mc.it che può essere inviata via mail all’indirizzo info@comune.tolentino.mc.it Per ogni informazione o chiarimento si può contattare il numero 0733.1960101 oppure il numero della Polizia Locale 901263. Per segnalare eventuali problemi, tutte le attività economiche possono rivolgersi al Suap, Sportello unico per le attività produttive, ubicato negli uffici comunali di piazzale Europa. Per segnalazioni inerenti i servizi sociali è a disposizione l’apposito

ufficio al piano terra della palazzina ex caserma dei carabinieri in via Roma, telefono 0733.901323. A seguito dell’emergenza terremoto, per le regioni Marche, Umbria e Lazio, l’Alzheimer Uniti Italia mette a disposizione il numero di telefono 0733.1870545 per i familiari e gli operatori delle case di riposo che avessero necessità di supporto o consiglio. Si ricorda l’inaccessibilità, per tutti i pedoni e i veicoli non muniti di apposita autorizzazione rilasciata dal comune, nelle zone rosse del centro storico, così come anche a tutti i proprietari e occupanti degli immobili ricompresi dentro tali aree; di lasciare le abitazioni e tutti gli edifici e di non farvi ritorno se non muniti di specifica autorizzazione e con accompagnamento del personale dei vigili del fuoco o delle Forze di polizia. All’Ufficio della Polizia locale, in piazza della Libertà possono es-

sere ritirate le ordinanze di inagibilità e di sgombro emesse dai tecnici che stanno effettuando i sopralluoghi. Continua, infine, incessante l’azione degli uffici comunali di Tolentino, della Protezione civile, dei pompieri, delle Forze dell’ordine e di tanti volontari per rispondere alle più disparate problematiche dei cittadini colpiti dal sisma. Il sindaco, data l’espressa richiesta di più cittadini di contribuire con donazioni per gli eventi sismici, ha aperto un conto corrente dedicato “Comune di Tolentino pro sisma” presso la Nuova Banca delle Marche - filiale di Tolentino, Iban: IT55I060556920 0000000019300, c/c 19300. Attivato anche a Tolentino il sistema “Alert System” con il quale il comune ti avvisa telefonicamente con messaggi vocali in caso di allerta e notizie importanti. Le notizie di allerte del comune 8

vengono inviate ai residenti sul telefono fisso. Se si vuole riceverle anche sul cellulare ci si può registrare al servizio, collegamento al sito http:// registrazione.alertsystem.it/tolentino.


PRIMO PUNTO DI ACCOGLIENZA ALLA CHIESA SPIRITO SANTO CON DON SERGIO Il primo punto di accoglienza allestito in città per gli sfollati è quello creato nella chiesa dello Spirito Santo e negli attigui locali dell’oratorio grazie al parroco don Sergio Fraticelli. E sta ospitando circa duecento tolentinati, per la maggior parte residenti nella zona. «Tutto è

stato avviato in modo semplice – racconta il parroco – la notte delle scosse del 26 ottobre. Quella sera ho visto tanta gente fuori casa che piangeva. Ho detto loro così di venire in chiesa, che era sicura, per parlare un po’, per stare insieme. Ho acceso le luci e tanti resi-

denti mi hanno seguito. Da li è nata l’esigenza, dopo l’ultima forte scossa, di dare accoglienza agli sfollati. Tante persone che abitano poco lontano dalla chiesa hanno cominciato a dormire in chiesa. Ci siamo allora organizzati in merito».

IL MEDICO ANDREA MOSCA DA SFOLLATO A VOLONTARIO Da sfollato a volontario. Il medico tolentinate Andrea Mosca, tra l’altro coordinatore dell’equipe territoriale di medicina generale, si è trovato, dopo l’ultima forte scossa tellurica, con la casa dove vive, in largo Santa Teresa, danneggiata. Aveva anche ospitato una famiglia la cui abitazione lo scorso 24 agosto era stata dichiarata inagibile. «La mia casa ha subito lesioni nel vano scale – racconta il medico – così siamo usciti tutti, anche la famiglia che ospitavo in un appartamento». Alcuni miei familiari sono andati a vivere momentaneamente nella nostra dimora di campagna, io e mia moglie siamo stati accolti da mia madre che abita in viale Buozzi». E così lo scorso 30 ottobre Andrea Mosca ha sistemato la famiglia, poi ha iniziato

a girare nei diversi punti di prima accoglienza che di ora in ora stavano nascendo in città per le tante persone rimaste senza abitazione a causa dei danni subiti dal terremoto e che per paura preferivano passare la notte fuori casa. «Siamo stati subito interpellati dai medici del 118 – afferma per seguire le persone nei punti di prima accoglienza. Ho inviato anche una e-mail a tutti i colleghi, anche a quelli che hanno lavorato volontariamente come me ad Arquata del Tronto, mettendo in evidenza la drammatica situazione di Tolentino dopo l’ultima forte scossa. Alla fine all’appello hanno risposto una ventina di medici di base volontari tra i quali due pediatre. Facciamo ambulatorio tra gli sfollati.

Per due giorni interi, dal 30 ottobre, ho girato nei diversi punti di prima accoglienza, mentre ora vado solo quando il mio ambulatorio è chiuso. Gli sfollati chiedono la prescrizione di ricette, la misurazione

della pressione e poi vogliano essere coccolati. Sono poi intervenuto in diverse abitazioni dove vi erano malati per valutare se dovessero essere trasportati in una RSA o in strutture alberghiere».

TRA GLI STABILI INAGIBILI C’E’ ANCHE QUELLO DELL’ASSM L’ultima scossa tellurica ha danneggiato lo stabile della sede dell’Assm. Nel giro di tre giorni si è provveduto a fare il trasloco. Il personale dell’azienda con l’ausilio dei vigili del fuoco si è impegnato per l’operazione. Ora gli sportelli dell’Assm e Prometeo sono ospitati nei locali al primo piano dello stabile n.46 di viale XXX Giugno dove era la sede di AeM - Alimentazione e Movimento.

Quest’ultimo centro recentemente si è trasferito al piano terra del medesimo palazzo. «Abbiamo fatto un nuovo miracolo – afferma l’amministratore Graziano Natali – siamo soddisfatti per aver provveduto ad effettuare il trasferimento in pochissimo tempo. Ringrazio quanti hanno contributo all’operazione. Tutto è stato possibile grazie al grande spirito di collaborazione».

GRAVI I DANNI ECONOMICI, MA LE AZIENDE NON MOLLANO Ai danni dell’alluvione dello scorso mese di agosto si aggiungono quelli dovuti al terremoto: ma non molla l’Ortofrutta in contrada San Martino n.25 di Tolentino. «Le vendite di frutta - affermano i titolari dell’azienda, Danilo Mucci e Manlio Alfei – si sono ridotte del 50% in questi giorni, dopo le ultime scosse. Ad agosto abbiamo dovuto sostenere i costi per pulire stabile e piazzale che erano stati allagati in seguito all’esondazione del fosso detto “Vallato vecchio”, oltre tutto abbiamo dovuto bloccare l’attività per tre giorni. Nessuno ci ha risarcito in merito. Ed ora ci troviamo a non rifornire più alcuni negozi, che sono chiusi a causa dei danni subiti dal sisma, della città di Camerino, Pioraco, Muccia, Pievetorina.

Stiamo subendo un danno economico alquanto consistente, la struttura dell’azienda invece non è stata danneggiata dal terremoto. La situazione è quindi molto peggiorata in questi giorni. L’Ortofrutta ha venti dipendenti che vorremmo mantenere, ma non sarà facile». Doppio svantaggio quindi per l’azienda tolentinate che non si dà per vinta, ma lotta per andare avanti. «Constatato il momento che stiamo vivendo con il terremoto – aggiungono – il comune avrebbe dovuto aiutare gli operatori tolentinati facendoli lavorare. Saremmo stati contenti se ci avessero chiamati per rifornire di frutta i punti di prima accoglienza allestiti in città. Nonostante tutto cerchiamo di andare avanti.

Ci rimbocchiamo le mani come abbiamo fatto dopo l’alluvione. Ad agosto abbiamo pulito all’interno dello stabile, nel piazzale ed anche sulla strada. E man mano che procedeva9

mo con l’intervento scoprivamo nuovi danni. Togliendo la melma all’esterno dello stabile ci siamo accorti che era andato in tilt anche l’impianto antincendio».


Sebastiano Girmenia: esperienza e umanità di un medico senza frontiere. (II° parte) COMUNICARE di Solidea Vitali

Le situazioni d’emergenza, le esperienze che presuppongono capacità di assumere decisioni e interventi sanitari immediati, hanno sempre fatto parte del lavoro del dottor Girmenia. Una carriera in crescita che, di volta in volta, si arricchisce di significato. Quello vero e profondo, quello sul quale si fonda la professione di medico. Non si diventa medici per caso, o almeno questa dovrebbe essere la regola valida per tutti. Essere medico significa scegliere con la consapevolezza della missione che si deve portare avanti. Su questo presupposto proseguiamo alla scoperta della storia di vita e di professione del dottor Sebastiano Girmenia. “Il mondo lontano e diverso, l’interesse per la molteplicità culturale, sono elementi che hanno destato sempre curiosità. Ma quando si iniziano a percorrere quegli spazi, si entra nella storia delle persone, soprattutto dei deboli, e nasce la consapevolezza che, come medico, si può essere un motore di cambiamento. Certo, il prezzo da pagare è alto, non ci sono medaglie né vantaggi economici, viene sacrificata la vita privata, si corrono pericoli, i colleghi ti emarginano”

ca, e traspare la fascinazione per il lavoro. Informato e preciso sui dettagli e sulle analisi, Sebastiano s’interessa di tante tematiche sociali, culturali e d’approccio alla persona. Approccio che non fa nessuna distinzione tra uomo e donna, bambino e bambina, per-

distinzioni. “Risale a quando avevo 34 anni la mia prima esperienza in Africa, un esperienza di cooperazione breve ma straordinaria. Il fascino e mistero del deserto li avevo percepiti a venti anni nel mio primo

il dottor Sebastiano Girmenia

sona nata nel posto giusto e persona nata nel posto sbagliato del mondo. Conversare con il dottor Girmenia equivale a viaggiare senza tempo e senza limiti, è come poter vedere le cose, e la vita, dall’alto. Da un punto in cui chi prende forza Nel dottor Girmenia sono evidenti sono i valori e non i giudizi, prela curiosità intellettuale e scientifi- giudizi, facili conclusioni e grette

viaggio/vacanza. Ma nell’Etiopia del 1986, in guerra, devastata dalla carestia, l’Africa è un momento di vita emotivamente forte e coinvolgente, è un richiamo alla coscienza, ed allo stesso tempo, all’urgenza di soccorrere. Suonava qualcosa nell’aria che era il segno dei tempi. La consapevolezza di chi è fortunatamente

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nato dalla parte giusta e l’ingiustizia subita da chi nasce dalla parte sbagliata”. Ricorda così il momento in cui la musica si unisce all’azione. Voci e cantanti notissimi si esibiscono per portare un messaggio di solidarietà attiva, chi non ricorda “We are the world”? Era il 1985, il progetto “Usa for Africa”, il momento in cui sembra svegliarsi l’attenzione per il sud del mondo. “La musica fa parte della mia vita,ho una personale colonna sonora che racconta, attraverso le melodie, la mia esperienza, le mie riflessioni, il modo di concepire il mondo”. E al rientro la voglia di continuare nell’impegno medico in un mondo diverso, lavoro duro, ma ricco di fascino e umanità rispetto al vuoto stereotipato delle riviste patinate”. Parliamo di contesti duri, secchi e feroci, taglienti e brutali. Parliamo di guerra, di bombe, di suoni che lasciano il segno, che feriscono e che, inevitabilmente, non guardano in faccia a nessuno. Si tratta di urgenza, di vite annientate da menti pronte a tutto pur di comandare, e che comunque non rispettano, non accettano e quindi si prendono la ragione con la violenza. C’è qualcosa di fisico, certo, ma anche di psicologico. Basta ricordare l’esperienza del Ruanda: un anno e mezzo di missione vissuto dal dottor Girmenia con la moglie e due figli. Era l’Africa vera, quella del post genocidio, quella in cui furono uccise un milione di vite in tre mesi con 200mila pallottole e il resto a colpi


di bastone o machete. Come se fosse possibile aumentare l’intensità di una barbarie. Vedere quei corpi ancora insepolti nelle chiese, le ferite non guarite nei corpi, e quelle più profonde nell’anima di una nazione… gli occhi di chi resta vittima di una ferocia ingestibile e invadente sono immagini indelebili. Lo sono per il dottor Girmenia che ricorda con emozione esperienze di interventi di cooperazione sanitaria internazionale, come quella in occasione del terremoto a Giava, momenti di aiuto e di solidarietà dove ogni cosa, anche la più piccola, contribuisce ad arricchire e dare valore alla vita, alla persona. Pur continuando nell’impegno in ospedale in Italia come chirurgo ortopedico, si conferma, ad ogni nuova esperienza, la sua volontà di dedicarsi anche a chi è privo delle opportunità di cure ortopediche e traumatologiche ampiamente presenti invece nei paesi sviluppati. Nel 2007 è in Cambogia, nell’Ospedale di Emergency, poi con la stessa organizzazione è in Sierra Leone, nel moderno Ospedale Chirurgico di Freetown, dedicandosi soprattutto alla formazione alla pratica ortopedica e traumatologica dei medici africani. Finchè il centro diviene ospedale di riferimento ortopedico-traumatologico universitario a valenza regionale. Nel 2013 ancora una parentesi di guerra, a Bangui, in Repubblica Centrafricana, sconvolta dalla guerra civile, ad organizzare il Centro Traumatologico Pediatrico di Emergency. Con l’epidemia di Ebola, che colpisce la regione, deve lasciare Freetown. Allora con Medici Sen-

za Frontiere si reca in Afghanistan, responsabile ortopedico del Trauma Hospital di Kunduz. “In Afghanistan, ho svolto una missione di otto mesi. E’ stato il momento per capire fino in fondo che la ferocia umana supera ogni limite. E’ stato come scoprire una nuova realtà e intravedere nella guerra una strategia ancor più perversa: il bombardamento degli ospedali. Una guerra moderna che passa sopra a ogni cosa, compresi la protezione di un malato, o ferito, e il ruolo dell’ospedale. Chiunque sia ferito, in quel momento cessa di essere un combattente. Non importa più l’etnia, l’origine, la divisa, il ruolo. E’ un essere umano in pericolo di vita e con necessità di essere curato.” 35 anni d’esperienza e profonda conoscenza dei contesti culturali, sociali e scientifici internazionali. E, a oggi, un preciso studio sui cambiamenti della cooperazione, delle modalità di guerra, delle relazioni e del valore del medico. - Dottor Girmenia, in che modo si lavora nel settore della cooperazione sanitaria internazionale? - Ci sono due ambiti ben distinti: il primo è quello della “emergenza sanitaria” in casi di guerra, terremoti o altre calamità. In questo caso, l’attività si concentra nell’installazione dell’ospedale da campo, oggi sempre più sofisticati, la cui funzione è quella di rispondere all’assenza di ogni assistenza medico-chirurgica organizzata. E’ tuttavia importante ricordare che un ospedale così attrezzato non è qualcosa né d’improvvisato né di arrangiato. Per lavorare in questa particolare situazione sono necessari corsi di formazione e collau-

dato training che puntano anche alla preparazione psicologica. Si lavora in emergenza, si lavora in team multidisciplinari e si deve essere in grado di gestire le proprie emozioni. E’ una dura esperienza di vita fattibile solo per un tempo circoscritto, che lascia immagini indelebili. Ma anche ricordi di affiatamento, di collaborazione e condivisione. L’altro ambito è quello dello “sviluppo”. Questo significa che la cooperazione internazionale lavora, nel tempo, alla costruzione di strutture, competenze e conoscenze da far vivere nel territorio. In entrambi gli ambiti il medico vive esperienze talmente importanti dal lato umano e scientifico che meritano di essere condivise anche nelle nostre realtà locali. Non è un caso che Università prestigiose di paesi avanzati richiedano ai propri specializzandi di svolgere al termine un periodo formativo in simili contesti. Il trasferimento di conoscenze a doppio senso è una grande risorsa anche nella formazione dei medici occidentali. Nelle fasi acute di catastrofi l’improvvisazione non contribuisce a determinare un intervento efficace: i protocolli della medicina delle catastrofi sono differenti dalle pratiche mediche o chirurgiche ordinarie, così come la logistica e le competenze richieste, e occorre quindi una preparazione costante. In un mondo pieno di incomprensioni, di mancanza di rispetto e gelosie, questa filosofia unisce le persone in ogni angolo del mondo, cementa rapporti fra persone con culture profondamente differenti, generando rispetto reciproco e arricchimento di conoscenze. E le catastrofi non colpiscono solo

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il sud del mondo, come insegna il recente terremoto in centro Italia. Purtroppo invece in Italia prevale una mentalità provinciale che contrappone interessi di bottega al bene pubblico. Il mio grande rammarico è stato di vedermi negata la opportunità di rientrare in ospedale e mettere a disposizione della collettività le competenze acquisite in questi anni. - Quali sono i suoi valori ispiratori? - Li esprimo con un concetto: nessun uomo è una isola, siamo tutti connessi e ognuno investito di una responsabilità collettiva. Nessuno si salverà da solo. Sulla base di questo, sono incapace di comprendere la follia della guerra e della violenza, è necessario un cambiamento radicale che definisca “crimine” la guerra, anzi, quest’ultima deve diventare un tabù come l’incesto. Come ha detto Mujica: “il Nobel per la Pace è una presa in giro. Una burla. Noi usciremo dalla preistoria dell’umanità soltanto quando non ci saranno più armi ed eserciti”. E’ necessario abbandonare l’idea del razzismo e guardare invece il diverso con curiosità e con capacità di accoglienza. La fuga dalle guerre (a cui contribuiamo non poco), o la ricerca di una vita più ricca di opportunità sono inarrestabili. La sfida a cui siamo chiamati è la nostra capacità di integrazione. E per fare questo dovremo anche adeguare il nostro sistema sanitario e la formazione medica per confrontarci con i grandi bisogni sanitari di questi esseri umani che sempre più spesso arrivano con malattie ed esiti traumatici con cui i medici occidentali hanno scarsa confidenza.


Tolentino si candida per ospitare l’ospedale unico di Area Vasta di Carla Passacantando

La città si candida per ospitare l’ospedale unico di Area Vasta. La candidatura arriva dopo l’evacuazione del reparto di lunga degenza dell’ospedale “Santissimo Salvatore” di Tolentino con il trasferimento dei trenta degenti in altre strutture sanitarie, del Punto di primo intervento, del reparto dialisi, in seguito ai danni dovuti alle ultime scosse telluriche. Ad annunciare la proposta è stato il sindaco Giuseppe Pezzanesi ed il progetto è stato condiviso dal consigliere comunale di minoranza Francesco Comi, segretario del Pd regionale. «Si vuole dare un senso di unità all’iniziativa – ha detto - che si propone. Abbiamo presentato il nostro progetto per l’ospedale unico di 600 posti a Tolentino e siamo consapevoli che per questioni di viabilità nella vallata del Chienti sia il più titolato grazie alle quattro uscite della superstrada, al collegamento con il territorio del Potenza». La zona interessata comprende un’ unica area di 44 ettari ed è di proprietà comunale e privata. L’area è adiacente all’Arena, nella zona di Colmaggiore e della Cisterna. Ulteriore beneficio è quello di

essere adiacente ad una linea ferroviaria attiva; ad oggi importante collegamento su rotaia tra Civitanova Marche e Fabriano, il che permetterebbe di realizzare un’ulteriore stazione con fermate dedicate oltre alle attuali corse della Rfi, o una metropolitana di superficie, che in maniera veloce ed efficace consentirebbe di collegare l’intero comprensorio. Non meno importante è il fatto che l’area sorge proprio di fronte alla zona dell’avio superficie dove atterrano facilmente sia elicotteri che piccoli aerei. Anche Comi ha valutato positivamente la proposta avanzata dal sindaco. «Sono onorato di condividere il progetto – ha affermato – per un’area il doppio delle dimensioni richieste così in tale spazio ci sarà la possibilità di inserire diversi servizi sanitari. E’ una zona che si trova al centro della provincia di Macerata». L’area in esame rispetto all’asse della provincia di Macerata è mediana tra mare e monti, una posizione privilegiata che consente di evitare il totale congestionamento delle arterie stradali quando tutto il traffico proveniente dalle vicine regioni dell’Umbria e del Lazio, grazie al completamento del recente tratto della Quadrilatero, con-

fluirà verso le località balneari dell’Adriatico. L’ospedale unico di Area Vasta a Tolentino sarebbe molto importante per la città che dopo il terremoto si ritrova con la struttura sanitaria “Santissimo Salvatore” ko. L’ospedale tolentinate era già parzialmente inagibile dallo scorso 24 agosto. Successivamente di fronte al piazzale del nosocomio sono stati piazzati dei moduli abitativi, donati dalla Valle d’Aosta, per ospitare il servizio del Ppi essendo stato dichiarato inagibile il piano terra della struttura

sanitaria tolentinate. Spostata per il momento la dialisi all’ospedale di Macerata, mentre gli ambulatori in strutture private. E’ ripresa, invece, l’attività dei prelievi di sangue.

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L’IGIENE E L’ANZIANO Verso Sera

dott. Franco Belluigi

L’Igiene, secondo una famosa definizione, è quella scienza che, agendo sull’uomo e sull’ambiente fisico e sociale che lo circonda mira e renderne la vita più sana, sicura e … felice. L’allungamento della durata media della vita che si è determinato negli ultimi decenni in Italia è un fenomeno evidente a tutti ed è stato sicuramente favorito dall’applicazione dei principi dell’Igiene: prevenzione delle malattie infettive e cronico.-degenerative, sorveglianza sulla salubrità dell’acqua e degli alimenti, controlli nei luoghi di lavoro, lotta all’inquinamento ambientale (difesa ecologica). In conclusione, dove funziona l’Igiene, si vive più a lungo. Nel caso del paziente anziano la progressiva riduzione delle autonomie, sia in senso fisiologico legato all’età , sia per la presenza di stati patologici, comporta inevitabilmente numerose condizioni di rischio della propria integrità psicofisica. Nell’anziano tono muscolare, riflessi e senso di equilibrio diminuiti favoriscono le cadute, isolamento sociale e ridotta

disponibilità economica possono portare ad una alimentazione incongrua, stati di disidratazione, inadeguata protezione dagli eventi climatici, il sistema immunitario è meno efficiente con maggior rischio di infezioni (ad esempio durante le epidemie influenzali) vi può essere scarsa igiene personale sia per limitazioni funzionali (incontinenza, difficoltà ad utilizzare i servizi igienici) sia per comportamenti errati o pregiudizi: “se mi lavo prendo freddo e mi ammalo” oppure “se apro la finestra entrano le malattie” (sic!). La risposta agli eventi stressanti nelle persone anziane è spesso insufficiente, con aggravamento dello stato di salute generale e aumentata suscettibilità a ulteriori complicazioni. E’ noto a tutti i medici, ad esempio. come ad una frattura di femore spesso fanno seguito deterioramento cognitivo e scadimento delle condizioni generali. Nel corso di catastrofi naturali, come purtroppo il terremoto di questi giorni a Tolentino, la popolazione anziana è esposta a più gravi danni della propria salute rispetto alla popolazione generale: numerosi studi hanno documentato un aumento dei casi di demenza e ictus

nelle zone colpite da un cataclisma naturale. Considerata l’estrema complessità e variabilità dei possibili danni alla salute del paziente anziano, le strategie di prevenzione (Igiene in senso lato) sono ovviamente numerose. In primo luogo è fondamentale rendere sicura la casa, cioè il luogo in cui l’anziano trascorre la maggior parte della giornata, quindi dotare l’abitazione di tutti quegli accorgimenti tecnici in grado di ridurre il rischio di cadute (tappetini antiscivolo, adeguata illuminazione, corrimano, maniglie anticaduta e così via …) anche in rapporto al livello di autonomia del paziente. Il rischio di infezioni e lesioni da decubito diviene importante nel paziente anziano allettato e richiede l’intervento di personale addestrato o dei familiari anch’essi correttamente informati, la cura dell’igiene personale e la regolare mobilizzazione sono due capisaldi della prevenzione a domicilio. Paradossalmente il ricovero ospedaliero per un evento acuto (ad esempio polmonite, frattura del femore, scompenso cardiaco) può interrompere le procedure di prevenzione fino a quel momento messe in atto e alla dimissione il pazien-

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te può tornare a casa guarito da una polmonite, ma con segni di deterioramento cognitivo o presenza di lesioni da decubito. Per definire questo tipo di problematiche è stato introdotto nella letteratura scientifica il termine anziano fragile cioè una persona avanti con gli anni con ridotte riserve funzionali e scarsa risposta a fattori esterni dannosi di tipo infettivo ambientale o sociale. E’ evidente che solo un approccio globale di tipo preventivo può essere efficace per la persona, in questo ambito saranno ugualmente di beneficio provvedimenti di tipo medico come vaccinazioni e controlli clinici regolari e di tipo sociale come iniziative di sostegno economico o aiuti per la vita di relazione. Prevenire le malattie e preservare le funzioni sono in definitiva gli obiettivi fondamentali dell’Igiene in grado di rendere la vita della persona anziana più sicura e serena. Loris Paolucci

(Medico di Medicina Generale Tolentino. Specialista in Gastroenterologia e Igiene e Medicina Preventiva. Medico Tutor del Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale della Regione Marche).


CANTIERE A PALAZZO EUROPA PER GLI UFFICI COMUNALI Le vecchie aule del liceo scientifico, ospitate al primo ed al secondo piano di un’ala di Palazzo Europa, a breve saranno occupate dall’Ufficio lavori pubblici del comune di Tolentino. Da alcuni giorni sono stati avviati i lavori di sistemazione di quella parte di Palazzo Europa. L’intervento, che sta comportando qualche disagio alla viabilità e alle soste, dovrebbe terminare nel giro di diversi mesi: gli spazi, infine, che si stanno restaurando saranno collegati ai locali dell’Ufficio urbanistica sistemati alcuni anni fa. Ecco, allora, che una volta concluso l’intervento l’Ufficio tecnico si trasferirà dallo stabile di via Roma, ex caserma dei carabinieri, appunto nei locali restaurati di palazzo Europa. Tante novità quindi nei prossimi mesi.

Il palazzo di via Roma, inoltre, verrà sistemato e sarà sede dell’Assm, Azienda specializzata settore multi servizi. Cambiamenti in vista così per i tolentinati, che riguardano quindi anche il trasferimento dell’ente che recentemente ha acquistato la palazzina in questione. Occorrerà però del tempo affinché ciò possa avvenire dato che in seguito alle scosse telluriche dello scorso 24 agosto il municipio di piazza della Libertà è inagibile. Ciò ha comportato lo spostamento degli uffici comunali che sono stati temporaneamente trasferiti nella palazzina dell’Ufficio tecnico, in via Roma. Al piano terra ha trovato sistemazione l’Ufficio servizi sociali. Al primo piano sono stati allocati l’Ufficio del sindaco, del segretario comunale, dello staff del primo

cittadino, della segreteria, del protocollo, degli appalti e contratti e dei messi comunali. Al secondo piano, oltre all’Ufficio lavori pubblici, manutenzioni e ambiente, protezione civile sono stati trasferiti quelli dell’economato, patrimonio e ragioneria. L’Ufficio tributi è stato, invece, momentaneamente trasferito al polifunzionale in via San Salvatore dove continuano a funzionare l’anagrafe, lo stato civile, l’elettorale ed il Ced. L’Ufficio personale è stato allocato al secondo piano nei locali della Polizia municipale in piazza della Libertà. Il centralino è stato sistemato all’urbanistica, a palazzo Europa. Per andare incontro alle esigenze dell’Amministrazione comunale di Tolentino, l’amministratore delegato di Nuova Banca Marche

Luciano Goffi ha messo a disposizione, gratuitamente, i locali di proprietà della Banca, al piano terra di Palazzo Europa, un tempo sede della “Serima”. Gli ambienti, ampi e facilmente accessibili, saranno temporaneamente utilizzati, non appena sistemati, per trasferire alcuni settori burocratico-amministrativo del comune.

SESSANTA ANNI DI VITA RELIGIOSA PER SUOR MARIA SACCINTO Sessanta anni di vita religiosa per suor Maria Saccinto, che gestisce la scuola d’infanzia Maestre Pie Venerini in via Corridoni di Tolentino con le consorelle suor Eliah Limiti, suor Maricica Ciceu ed il dirigente Silvio Minnetti. Grande festa per la ricorrenza nella basilica di San Nicola, gremita di familiari, amici, consorelle che non sono voluti mancare all’evento. Durante la messa, celebrata da padre Gabriele Pedicino, c’è stato il rinnovo dei voti da parte di suor Maria che era emozionatissima.

Ed è stato certamente il momento quando vivevano insieme. Ha portato i saluti a nome della citpiù sentito della festa. E per suor Maria sono stati mo- tà anche il sindaco Giuseppe PezFesta che è poi proseguita al risto- menti bellissimi. zanesi. rante per il banchetto che si è concluso davanti ad una mega torta ed ad un brindisi augurale. Tanti poi i doni per la festeggiata, mazzi di fiori, un orologio e preziosi rosari. Non sono poi mancate le foto ricordo. Per l’occasione in città sono giunti tutti i dieci fratelli della suora che durante il banchetto hanno voluto ricordare attraverso delle vecchie foto il passato, il periodo di

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STEFANO: un ricercatore in America Tolentino nel mondo di Ilaria Gobbi

In questi giorni così devastanti per la nostra Tolentino ognuno di noi è alla ricerca di risposte. Chi si aggrappa alla religione, chi alla fortuna, chi alle previsioni, chi ai detti popolari delle nonne. Ritengo, però, che prima di tutto dovremmo affidarci alla scienza e aiutare la ricerca e la prevenzione in ogni ambito. Per questa ragione ho scelto di intervistare Stefano Pierini, un ragazzo che ha dedicato tutta la sua giovane vita allo studio scientifico. «Mia mamma è un biologa, mio padre è un chimico, quindi l’amore per la scienza è sempre stato presente nella mia vita. Dopo essermi diplomato all’Itis di San Severino in chimica, ho proseguito i miei studi con una triennale in biotecnologie presso l’Università di Camerino. Non avevo ancora chiaro quale ramo seguire, ma dopo essermi laureato ho deciso di specializzarmi in biologia molecolare». Stefano spiegaci di cosa ti occupi attualmente. A volte il gergo scientifico può essere astruso per noi non addetti, quindi aiutaci a comprendere... «Grazie per la domanda, per me è importante che la scienza venga divulgata soprattutto tra le persone lontane da questo ambito. Precisamente sto lavorando presso l’University of Pennsyl-

vania a Filadelfia per sviluppare una terapia antitumorale all’interno del Centro di ricerca sul tumore ovarico. Questo trattamento è chiamato immunoterapia e si fonda sulla possibilità di usare il sistema immunitario del paziente per attaccare le cellule maligne e curare il tumore. E’ una terapia che unisce nuove tecniche, molte ancora sperimentali, a quelle più tradizionali come la chemioterapia e la radioterapia». Facendo un passo indietro come sei arrivato in America? Raccontaci delle tue esperienze fuori dai confini di casa. «Ho sempre amato viaggiare, così ho sfruttato tutte le opportunità che ho avuto a disposizione. Prima tra tutte l’Università che mi ha aiutato a partire per l’Erasmus per un’esperienza di 9 mesi a Londra. Poi dopo la laurea ho partecipato e vinto il progetto Leonardo Da Vinci che mi ha permesso di trasferirmi a Sofia in Bulgaria per un anno per fare ricerca. In seguito, dal 2013 al 2016 ho intrapreso un dottorato di ricerca presso l’Unicam. Casualmente, durante una conferenza, ho conosciuto un professore italiano che insegnava in America. Avevamo molte idee in comune, quindi mi ha subito offerto la possibilità di unirmi al suo team di ricercatori». A tuo parere, il livello che hai ottenuto grazie alle esperienze all’estero sarebbe stato possibile raggiungerlo rimanendo fisso in Italia?

Stefano Pierini

«Ad essere del tutto sincero penso di no. In Italia si investono pochi fondi per la ricerca. Ovviamente ci sono dei posti di eccellenza, ma sono limitati e saturi. Anche in America c’è molta competizione, non è facile inserirsi, però si va avanti in base al merito e ai risultati raggiunti». Ad un giovane che vorrebbe intraprendere la tua stessa carriera cosa consiglieresti? “Il mio consiglio e’ di specializzarsi in un settore definito e circoscritto. Naturalmente per farlo si deve lavorare molto, a volte anche gratis, ma e’ essenziale non arrendersi. Inoltre, e’ importante sfruttare le borse di studio messe a dispo-

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sizione dalle Università o dagli enti pubblici, al fine di poter fare esperienze diverse dall’ordinario e costruire la propria rete professionale, allargando il giro di conoscenze e amicizie per dar vita a nuove collaborazioni, proprio come è accaduto nel mio caso». Stefano grazie per averci aiutato a comprendere l’importanza dei tuoi studi e del lavoro che stai portando avanti con passione e determinazione. «Per me è un piacere parlare di ricerca. Mi piacerebbe che questo messaggio arrivasse lontano. In Italia abbiamo tutti i mezzi per crescere, basterebbe solo investire di più per assicurarci un futuro migliore».


PREMIO FEDELTA’ DELLA CAMERA DI COMMERCIO A MOLTI TOLENTINATI

Tanti sono i tolentinati che l’altra mattina hanno ottenuto riconoscimenti nell’ambito del Premio “Fedeltà al lavoro e del progresso economico” da parte

della Camera di commercio di Macerata, giunto alla 41° edizione, nel cui consiglio siede anche un tolentinate, Andrea Passacantando, presidente di Copagri Macerata. Ancora una volta Tolentino si dimostra una realtà economica di rilievo a livello provinciale. Nel corso della consueta cerimonia, che annualmente conferisce riconoscimenti a quanti si sono distinti per longevità ed abilità di attività nel mondo imprenditoriale, sono stati premiati i tolentinati: l’imprenditrice Oriana Forconi titolare di Multiradio che quest’anno compie quaranta anni di attività, per il settore artigianato nell’ambito del Premio donna impresa; Franco Serafini dipendente del settore privato; Giovanni Cappelletti, ciali; Otello Pascucci ed Adolfo maceratese nel mondo l’attore Gianfranco Montecchiari e Feli- Ciarlantini imprenditori artigiani. Cesare Bocci, la cui mamma ce Vagni imprenditori commer- Ha, invece, ricevuto il premio di vive a Tolentino.

OTTANTENNI IN FESTA A TOLENTINO Ottantenni in festa nella città di Tolentino. L’altro giorno trentaquattro tolentinati si sono ritrovati per festeggiare insieme la ricorrenza degli ottanta anni. Dopo la messa celebrata nella basilica di San Nicola, i festeggiati si sono trasferiti al ristorante dell’Hotel 77 per pranzare insieme e per brindare davanti ad una mega torta. Ed è stata una giornata bellissima all’insegna del divertimento e

piena di ricordi, dai partecipanti sono stati ripercorsi i meravigliosi momenti vissuti nel corso degli anni. Durante la festa è stata anche scattata una foto di gruppo in ricordo dell’evento. L’organizzazione è stata curata da Giovanni Lucentini. E’ la prima volta in città che gli ottantenni si ritrovano per una simile ricorrenza. Il medesimo gruppo in passato si era già riunito per festeggiare i 77 anni, i 75, i 60.

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