Multiradio Press News luglio 2016

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di Carla Passacantando

La Tre mori compie sessantacinque anni. Una lunga storia per l’azienda tolentinate leader nella produzione dell’orzo che vogliamo raccontare ed approfondire. Raggiungo così, insieme ad Oriana Forconi, il nuovo stabile in contrada Rosciano per incontrare il fondatore della Tre Mori, il cavalier Nello Lucentini, che ogni mattina è in azienda, il quale ci accoglie con tanto calore. Entriamo e siamo subito attratte dal profumo dell’orzo e dalla vetrina espositiva. Sono una trentina in totale i prodotti che attualmente vengono realizzati dall’azienda, dall’orzo da caffè dai mille gusti, prodotto principe, al torrone creato nel 1961 ed alle ultime nate, le tisane. La Tre Mori è una grande impresa, forse un po’ troppo dimenticata dai tolentinati. segue...

editoriale

di Carla Passacantando

Dopo il nuovo piano parcheggi a pagamento, questione che sembra proprio caduta nel dimenticatoio, a tenere banco ora è la nomina del presidente del consiglio comunale di Tolentino, incarico che è stato assunto, nonostante le dure critiche dell’opposizione, dal giovane Francesco Colosi di Fratelli d’Italia. Una nomina senz’ altro da ricordare. Ampio è stato il dibattito in merito alla questione accompagnato da discussioni, riconsegna di deleghe, minacce, promesse mancate o aspettative ignorate, raccolte di firme per invitare l’assise consiliare a non procedere alla nomina di Colosi quale presidente del consiglio comunale. Una simile situazione non si era mai verificata in città. Nonostante tutto Colosi ora siede sullo scranno del presidente del consiglio ed è già al lavoro per indire la prossima seduta consiliare. Ha riconsegnato al sindaco le deleghe allo sport ed attività giovanili, di cui era titolare. Allo stesso tempo Colosi ha lasciato la veste di capogruppo consiliare di Fratelli d’Italia che è stata assunta dal consigliere Franco Feliziani. Auguriamo a tutti una buona lettura. MPN luglio 2016

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Anno X n. 6 - luglio 2016 - numero chiuso in redazione il 14/7/2016 - PERIODICO EDITO DA MULTIRADIO - Autor. Trib. di Macerata n.466/07 del 23 Aprile 2007 - Direttore Responsabile: dott.ssa Carla Passacantando - Stampa: Tipografia San Giuseppe - www.multiradiopressnews.it

LA TRE MORI COMPIE SESSANTACINQUE ANNI


Nel 1951 il tolentinate Nello Lucentini nonostante le grandi difficoltà economiche, politiche e sociali in cui versava l’Italia dopo la fine della seconda guerra mondiale, decise di iniziare un suo percorso personale di rivincita e riscatto. Avviò l’attività della Tre Mori che è sinonimo di qualità e garanzia per il consumatore. L’azienda ha sempre soddisfatto ed anticipato le richieste del mercato creando nuovi prodotti, ideati per consumatori sempre più attenti alla salute ed alla forma fisica, rimanendo inoltre una delle poche aziende ad utilizzare per tutti i suoi prodotti tostati la varietà Orzo Mondo. ...segue dalla prima

Era il 1951 quando fu avviata l’attività della Tre Mori. «Iniziai, spinto dal ricordo di quando il profumo dell’orzo da caffè riempiva di buon mattino le case degli italiani, con una piccola tostatrice da quindici chilogrammi, nella zona dei Cappuccini, in via Gramsci dove ora vi è la tabaccheria poi ci trasferimmo in viale Terme Santa Lucia, mentre nel 2000 abbiamo realizzato il nuovo fabbricato in contrada Rosciano. Diedi così vita alla nostra azienda di torrefazione d’orzo. Con l’avvento dell’industrializzazione furono poi soppresse molte varietà di cereali antichi che lasciarono il posto a culture più redditizie, ma più povere di valori nutrizionali ed oltre tutto, a causa dell’utilizzo di sostanze chimiche, anche nocive per l’ambiente e per i terreni. Nonostante ciò scelsi, anche per tali motivazioni, fin da subito di adoperarmi affinché non andasse persa l’antica varietà dell’Orzo Mondo, il cosiddetto ‘’caffè d’orzo della nonna’’, che già nel 400 a.C. veniva consigliato da Ippocrate per le sue proprietà terapeutiche. L’orzo Mondo a differenza di tutti gli atri tipi di orzo è ricco di proteine, vitamine e fibre, ed inoltre per natura nasce con il chicco senza glumella esterna ed è pertanto consumabile in modo integrale». In questo percorso di riscoperta e coltivazione hanno collaborato anche diversi enti? «Si. Grazie al mio forte impegno e passione sono riuscito a coinvolgere il Cermis di Abbadia di Fiastra e l’Università di Ancona, ottenendo così la possibilità di avere un protocollo di produzione che seguisse il prodotto in tutte le fasi della filiera, dalla scelta delle aziende agricole fino alla consegna al punto vendita, per fornire ai consumatori un prodotto garantito, tracciato e certificato dalla sua azienda e dagli agricoltori». Lucentini è da sempre convinto che l’agricoltura è vita e che per un’alimentazione sana serve quella di tipo eco-sostenibile. «Si, ho scelto poi di aiutare lo sviluppo di quest’ultima fornendo maggior contributo alle aziende agricole che appoggiano come me una cultura

senza dubbio di minor produzione, ma certamente di maggior qualità. La Tre Mori è una delle poche aziende che nel 1970 ha creduto nell’importanza del biologico, certificazione all’epoca di nicchia, ma molto importante per la salute del consumatore, dell’agricoltore e dell’ambiente. Ecco, allora, che decisi pertanto di trasformare gran parte della produzione verso tale disciplina». Come nasce la denominazione Tre Mori? «Due sono le motivazioni: il tre è il numero perfetto, mentre Mori è stato scelto perché all’epoca all’uomo piacevano le donne more ed erano proprio queste ultime che a quei tempi si recavano nei negozi a fare acquisti». Dapprima il prodotto si distribuiva nei negozi ed ora nei centri commerciali. «Nel 1957 avevamo 3200 negozi che acquistavano i nostri prodotti e la distribuzione avveniva con i rappresentanti. Ora i clienti sono meno, una cinquantina, perché vendiamo alla grande distribuzione, ai centri commerciali ed oggi quello che conta non è il numero dei dipendenti, ma il mercato che si possiede. I nostri prodotti girano per tutto il mondo come del resto il nome di Tolentino riportato in ogni confezione. In città, comunque, ci sono tanti tolentinati che non sanno neanche che la Tre Mori è a Tolentino». Ecco, allora, che come tutti gli imprenditori, lei ha sempre creduto che lo sviluppo di un’azienda è strettamente legato all’apertura verso nuovi cambiamenti commerciali? «Si, infatti ai piccoli grossisti e alimentari che erano i clienti della Tre Mori alla metà degli anni 80 si sostituirono i piccoli supermercati, che a loro volta si associavano tra di loro, così capì che era in corso una grande evoluzione commerciale che divenne con il tempo la distribuzione organizzata di oggi e scelsi pertanto di inserirmi nel nuovo sistema che mi diede la possibilità di acquisire grandi e prestigiosi gruppi. E’ in questa fase che l’azienda riuscì a crescere e ad abbandonare la veste di piccola torrefazione. Venne così avviato il progetto per la realizzazione di

il cav. Nello Lucentini con la figlia Elisabetta

il cav. Nello Lucentini con la moglie

un nuovo e moderno fabbricato dotato di nuovi macchinari e di una tostatrice da 300 chilogrammi per far fronte alla sempre più elevata crescita produttiva. Oggi la Tre Mori attraverso una sempre e costante ricerca scientifica, coniugando la tradizione all’innovazione, è pronta a rispondere ai cambiamenti del mercato creando nuove linee di prodotti a base di orzo ideali per consumatori moderni sempre attenti alla salute e alla forma fisica». E’ soddisfatto di quello che ha ottenuto o c’è qualcosa che non è riuscito a realizzare? «C’è sempre qualcosa che si vorrebbe fare. L’unico rammarico che ho, comunque, è quello di non aver avuto il miglior governo. La monarchia l’abbiamo vissuta e non ci è piaciuta, la dittatura fa acqua da tutte le parti, dura alcuni anni e poi decade, mentre la democrazia è una “babilonia”, una confusione dalla mattina alla sera, si

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cambia colore ma “babilonia” rimane, ogni sei mesi cade il governo, l’attuale sta durando da due anni, ma è come se fosse caduto dieci volte. Sta di fatto che devo ancora trovare il governo che mi piace». Come vede il futuro, è ottimista? «Bene e sono ottimista, altrimenti non potrei fare l’imprenditore. Le crisi ci sono sempre state e quella attuale, rispetto le altre, è più generale. Il problema è che bisogna saperle affrontare. Da diversi anni in azienda c’è anche mia figlia Elisabetta. Da piccola veniva spesso in laboratorio, viveva l’ambiente dell’azienda e dopo aver concluso gli studi ha iniziato ad impegnarsi ed a lavorare alla Tre Mori. Il nuovo stabile è stato realizzato per mia figlia. Ecco, allora, che sto accompagnando Elisabetta alla direzione dell’azienda. E’ lei poi che crea i prodotti e la ringrazio per quello che ha fatto». Carla Passacantando



Insoliti Noti Enzo Calcaterra

Uno svizzero nient’affatto neutrale Lo sappiamo da sempre: la Svizzera? Pulita, precisa, soprattutto neutrale. Cioè, non si schiera con nessuno ma fa affari con tutti. Ne ha fatti perfino coi nazisti e con la criminalità internazionale. Per tacere d’altro e di peggio. Insomma, Una Svizzera al di sopra di ogni sospetto, come la definì nel suo omonimo libro-shock di qualche decennio fa Jean Ziegler. Svizzero, ma nient’affatto neutrale. Proprio come Willy Weber, il protagonista della nostra storia. Era anche lui uno svizzero che parlava tedesco, capitato da queste parti in un tempo in cui la maggioranza dei tolentinati masticava appena un po’ d’italiano. Eppure, in anni terribili come pochi altri vissuti dalla nostra città, quasi tutta Tolentino lo conobbe, riconobbe, cercò di conoscerlo, si rivolse a lui per avere un aiuto. Perché WW si impegnò a favore di una città e di gente tanto distanti e diverse dalla sua, a rischio della propria vita e di quella dei suoi familiari, non è facile comprendere. Ma per noi posteri dovrebbe contare non tanto il perché quanto soprattutto il cosa e il come delle sue azioni. Tra la fine del 1943 e i primi sei mesi del ’44, Tolentino condivise con il resto d’Italia le tragedie seguìte alla caduta del fascismo: una guerra disastrosamente perduta, l’occupazione nazifascista, la sofferta guerra di Liberazione, la Campagna d’Italia, rappresaglie, deportazioni, bombardamenti, miseria, distruzioni, terrore. Sulla scena di queste vicende che qui non staremo a ricordare, comparve WW. Non sarebbe azzardato (in questo caso, anzi, è più che appropriato) definirlo il nostro “uomo della Provvidenza”. Nacque a Wittwil nel 1902, da una famiglia medio-borghese. Dopo gli studi di ingegneria a Zurigo, negli anni Venti si trasferì ad Ancona come libero professionista. Lavoratore indefesso, carattere rigoroso, era anche uomo di profonde convinzioni ideali, vicino ai principi socialisti quasi sicuramente ereditati dal padre. Non aveva mai nascosto un particolare amore per l’Italia. Negli anni Trenta conobbe Vittorio Conti, che allora si oc-

cupava come lui di caldaie per riscaldamento. Tramite i suoi contatti, fu incaricato di realizzare l’impianto del Villaggio Scolastico di Tolentino allora in costruzione. Quando i bombardamenti del ’43 su Ancona lo costrinsero a evacuare, Conti convinse i De Stefani a ospitare nella loro villa di viale Matteotti il profugo svizzero con famiglia al seguito.

portazione; anticipare o evitare rappresaglie su singoli e popolazione; far destinare giovani arrestati al servizio civile per scongiurarne l’arruolamento coatto. Detestato dai fascisti e malvisto con diffidenza dai tedeschi, non ebbe scrupoli ad avvalersi dei loro contrasti, riuscendo a corrompere piccoli funzionari e sottufficiali pur di far liberare prigionieri.

tanata altrove. L’Ingegnere ottenne il permesso di rimozione, mentre un numeroso gruppo di sfollati riusciva a spostare il carico di morte fino al ponte di Mancinella. La violenta esplosione distrusse completamente il ponte, fece crollare molte abitazioni circostanti, ma non si portò via altre vite né aggiunse altri e più gravi danni.

Willy Weber (al centro) e i componenti del Tribunale Militare Tedesco

Assunto come interprete giurato presso il Tribunale Militare tedesco di Macerata, W si trovò a svolgere il ruolo di informatore “sotto copertura”, utilissimo per i collegamenti tra città e montagna della lotta clandestina, che allora stava facendo i suoi primi, incerti, maldestri passi. Si formò così un sodalizio prezioso tra lui, Redano Serangeli (membro di primo piano del CLN cittadino) e Conti, traitd’union infaticabile quanto onnipresente. Li legava oltretutto un profondo senso di amicizia, stima e fiducia reciproca. In stretta unità d’intenti e di azione con i suoi due collaboratori, W si spese fino in fondo con un’audacia ai limiti della temerarietà, svolgendo un’abilissima opera di mediatore, moderatore, consigliere, garante. Non esitò a intercedere per giovani rastrellati destinati alla de-

Per suo diretto intervento, fu documentato il salvataggio di almeno 67 persone, oltre ad una famiglia di ebrei che riuscì a far espatriare. Alla vigilia della Liberazione, nel giugno 1944, con i tedeschi in ritirata intenzionati a lasciare dietro di sé ulteriori lutti e rovine, le industrie e le centrali idroelettriche di Tolentino, autentici cuori pulsanti dell’economia cittadina, eredità di una grande storia, entrarono nel mirino. Con le sole armi della persuasione e del denaro, W riuscì a convincere i genieri-guastatori incaricati del minamento a limitare le distruzioni. Ma la sua opera non si fermò qui. La fine dell’incubo sarebbe stata comunque tragica se una carica di esplosivo con bombe d’aereo, abbandonata sulla piazza principale, non fosse stata tempestivamente allon4

Nel dopoguerra, W subì le conseguenze delle difficili condizioni economiche e fu costretto a fare ritorno in Svizzera con tutta la sua famiglia. Vi sarebbe morto nel 1955. Sentiamo ripetere da un bel po’, come una specie di mantra, il nobile principio ebraico «Chi salva una vita, salva il mondo intero». Ebbene, WW, svizzero e straniero, fece assai di più per Tolentino. Ne salvò, con molte delle sue vite, anche i mezzi di sopravvivenza, le concrete possibilità di ricominciare a costruire il futuro. Tutto iniziò semplicemente dalla sua scelta di rinunciare a una neutralità (leggi: ignavia) che nella Storia, ieri come oggi, ha sempre quel retrogusto inconfondibile di egoismo e vigliaccheria.


BIUMOR 2016 LA POPSOPHIA DELL’UMORISMO al Castello della Rancia di Tolentino dal 26 al 28 agosto La filosofia si sente piccola e sola davanti a così grandi potenze, ma, se proprio deve morire, che almeno muoia dal ridere. G. Deleuze Dal 25 al 28 agosto torna a Tolentino la quarta edizione di BIUMOR, il primo festival italiano dedicato alla Filosofia dell’Umorismo, organizzato da Popsophia in collaborazione con la Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte di Tolentino. Due realtà culturali di richiamo internazionale, quindi, uniscono ancora una volta le forze per portare negli splendidi spazi del Castello della Rancia artisti, giornalisti e filosofi per una sfida culturale completamente nuova e originale nel panorama italiano. “Il pubblico e gli ospiti delle precedenti edizioni di BIUMOR hanno condiviso con noi un’atmosfera sospesa e festosa, il carattere irripetibile e unico dell’evento. Il linguaggio della filosofia nel mondo di oggi è quello della sperimentazione. Gli appuntamenti inediti del nostro festival l’hanno reso un modello per altri e ci hanno permesso di raggiungere il pubblico nazionale” ha dichiarato Lucrezia Ercoli, direttrice artistica di Popsophia. Quattro giornate – da giovedì 25 agosto a domenica 28 agosto – per interrogarsi attraverso la lente della filosofia pop sulla qualità che più di ogni altra ci rende umani: l’umorismo. A partire dalle 17.00 fino a notte inoltrata 5 mostre, 8 rassegne, 15 protagonisti e oltre 20 appuntamenti accenderanno il dibattito sulla capacità tutta umana del riso attraverso l’analisi dei prodotti culturali di massa. Dalla sit-com ai film, dai social network alla musica pop con mostre, dibattiti e spettacoli legati dal filo conduttore della leggerezza ironica con il contributo di affermati intellettuali e giovani filosofi come Monia Andreani, Francesca Boccuni, Umberto Curi, Giulio Giorello, Massimo Donà, Roberto Mordacci, Salvatore Patriarca, Simone Regazzoni, Luca Vecchi, Marcello Veneziani. Lucrezia Ercoli

Stefano Benni

L’ospite d’onore di quest’anno sarà lo scrittore Stefano Benni, che farà divertire e riflettere il pubblico del Castello della Rancia con un “Dialogo sull’umorismo” insieme a Umberto Curi. Si parte giovedì 25 agosto con l’inaugurazione delle mostre di BIUMOR 2016. La LECTIO INAUGURALIS di venerdì 26 agosto, invece, sarà di Giulio Giorello, dedicata al quattrocentesimo anniversario della morte di Shakespeare e Cervantes, maestri di follia e tragica comicità. Poi sarà il turno delle rassegne di Popsophia: dalla filosofia delle serie tv con la PHILOFICTION delle 19.30 fino agli inediti PHILOSHOW delle 21.30. Gli elementi della cultura pop si trasformeranno magicamente in spettacolo filosofico con la regia di Marco Bragaglia, le letture di Pamela Olivieri e le straordinarie performance della nuova band di Popsophia, FACTORY.

Tra le novità di questa edizione la rassegna COMICS&GAMES delle 17.00, dedicata a cartoni animati, fumetti, manga e anime. Alle 23.30, invece, arriva Youtubers, con giovani videomaker sempre più amati dal grande pubblico che si esibiranno dal venerdì alla domenica con “La comicità 2.0”. Entusiasti anche il sindaco Giuseppe Pezzanesi e Alessandro Massi, Delegato alla Cultura del Comune di Tolentino: “Le giornate di Popsophia e Biumor sono un’opportunità incredibile di promozione del territorio e di riflessione sul fenomeno dell’umorismo e della Biennale, un’eccellenza tolentinate a livello internazionale”. L’evento vedrà anche la preziosa collaborazione dei ragazzi del Liceo Filelfo di Tolentino, protagonisti di un appuntamento dedicato alla satira classica.

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COLOSI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE eletto alla terza votazione solo dalla maggioranza Obiettivo Trasparenza di Carla Passacantando

Francesco Pio Colosi è il nuovo presidente del consiglio comunale di Tolentino. Il giovane ventinovenne tolentinate, titolare delle deleghe alle politiche giovanili ed allo sport, nonché capogruppo di Fratelli d’Italia, ha assunto il nuovo incarico l’altro pomeriggio. La nomina è avvenuta dopo le dure critiche della minoranza. Ampia è stata la discussione in assise consiliare. Ed era prevedibile in seguito alle dichiarazioni degli ultimi due giorni prima della seduta consiliare da parte del sindaco Giuseppe Pezzanesi e del consigliere comunale Carmelo Ceselli, candidato in lizza per rivestire tale carica. E tra i due si è instaurato un clima alquanto teso. Ceselli non ha partecipato all’assise consiliare e con una nota ha ribadito la sua posizione, la conferma della riconsegna delle deleghe al sindaco Pezzanesi».

Alla fine è servita la terza votazione, a scrutinio segreto, con la maggioranza delle preferenze sui votanti per eleggere Francesco Pio Colosi.

rà – ha detto – come presidente del consiglio solo la maggioranza e non certo la minoranza. Eleggere Colosi è un atto molto grave. Non giudico le sue doti personali. Entro nel merito della figura politica, non possiamo eleggere un rappresentante come Colosi in una citta’ con medaglia d’argento al valor militare per la lotta partigiana». Dello stesso avviso è anche Gian Mario Mercorelli del M5s «La lite con Ceselli – ha affermato – è venuta fuori per spartirsi un ossicino da 5mila euro fino a fine mandato». Francesco Comi del Pd ha aggiunto che doveva esserci in assise consiliare da parte del sindaco la presentazione del candidato Colosi. «Per la nomina del presidente del consiglio – ha dichiarato Comi - si doveva coinvolgere tutta l’assise consiliare». C’è poi il primo cittadino che ha difeso il capogruppo di Fratelli d’Italia. «La democrazia – ha detto - è saper accettare il risultato alle urne». E non sono mancati i ringraziamenti da parte di Francesco Colosi, dopo la nomina, per la fiducia

Cinque della minoranza del Pd ed il consigliere del Movimento cinque stelle sono usciti dall’aula così hanno votato solo in undici, nove rappresentanti della maggioranza, il vice presidente del consiglio Marco Romagnoli e Mauro Scalvi. Nove sono state le preferenze a favore di Colosi e due le schede bianche. Il tutto è avvenuto per tre votazioni. Durante la discussione contro la nomina di Colosi si è espresso Bruno Prugni del Pd. «Colosi rappresente-

a sindaco, giunta, consiglieri e Mauro Sclavi. «Rappresenterò non solo la maggioranza – ha concluso - ma l’intero consiglio comunale. E così in considerazione dell’alto significato istituzionale del ruolo ricoperto, contrariamente a quanto affermato da alcuni membri della minoranza, mi impegnerò per essere il rappresentante di tutti i cittadini della comunità in quanto eletto democraticamente con 239 preferenze. Sono quattro anni che servo la città. Non risponderò a quanto dichiarato da alcuni consiglieri, gruppi politici o associazioni sui media o sui social volendo chiudere tutte le pretestuose polemiche sollevate anche con pesanti attacchi personali. Cercherò di svolgere il mio lavoro nel miglior modo». La seduta consiliare è stata seguita da Carlo Ciccioli, portavoce regionale di Fratelli d’Italia. I lavori sono poi proseguiti con la discussione delle interrogazioni e con gli altri punti all’ordine del giorno. Assente alla seduta l’assessore Giovanni Gabrielli.

L’ANPI NON CI STA: NON ACCETTA LA NOMINA DI COLOSI Poche ore prima dell’ultimo Consiglio comunale il direttivo dell’Anpi, Associazione nazionale partigiani d’Italia, di Tolentino ha diffidato il sindaco Giuseppe Pezzanesi ed i consiglieri ad eleggere Francesco Pio Colosi presidente del Consiglio comunale. Il primo cittadino però è andato avanti nella sua strada così ora ad indossare la fascia è il giovane di Fratelli d’Italia. «Il direttivo dell’Anpi di Tolentino, di fronte all’eventualità che in consiglio Comunale venga eletto presidente

del Consiglio Francesco Pio Colosi, fascista per nascita e per scelta convinta, diffida il sindaco Giuseppe Pezzanesi, gli assessori e i consiglieri di maggioranza a compiere quest’atto in spregio ai morti per la Resistenza contro la dittatura fascista e il nazismo, a quanti hanno lottato per la liberazione dell’Italia dalla dittatura mussoliniana e all’occupazione tedesca, a quanti hanno costruito una nuova Italia all’insegna dell’antifascismo e della democrazia. La nomina di Colosi, che organiz-

za banchetti di casa Pound nei giorni della commemorazione dei Martiri di Montalto, che strappa di mano il microfono al presidente dell’Anpi in occasione del giorno del Ricordo di fronte agli studenti delle scuole della città perché gli argomenti non gli piacciono, che si dichiara apertamente fascista è un affronto che la maggior parte dei cittadini di Tolentino non possono tollerare. Per questo invitiamo la maggioranza e il sindaco a trovare un’altra figura di riferimento per non

screditare definitivamente la nostra città. Ci rivolgiamo comunque ai rappresentanti dell’opposizione in Consiglio comunale perché si oppongano in ogni modo a questa elezione scellerata. Chiediamo a tutti i cittadini che hanno a cuore la democrazia, l’antifascismo e la Costituzione a essere presenti in Consiglio comunale per far sentire il proprio sdegno».

CARMELO CESELLI SI DIMETTE ED ESCE DALLA MAGGIORANZA «Siamo nell’anno straordinario della Misericordia e in cuor mio non posso non perdonare chi vuol farmi passare per un cacciatore di incarichi. Ma altrettanto fermamente diffido costoro a smetterla di fare illazioni, mentendo spudoratamente e sapendo di mentire». Inizia così lo sfogo di Carmelo Ceselli, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Tolentino, dopo le schermaglie dei giorni scorsi che lo hanno portato a decidere di riconsegnare le deleghe che solo quattro mesi fa gli erano state assegnate dal sindaco Pezzanesi. Il comunicato diffuso nella giornata di ieri a firma del primo cittadino, non solo non rispecchia quanto accaduto veramente, e lui e la sua segretaria personale questo lo sanno bene. In quelle poche righe vengo fatto passare come una sorta di caimano affamato di incarichi retribuiti e come un ricattatore seriale della maggioranza. Tutti sanno chi sono e quale è il mio rigore umano e morale. Quando sono stato chiamato dal signor Pezzanesi per discutere in merito alla nomina del nuovo presidente del consiglio comunale, il primo cittadino ha espresso la volontà di sostenere la candidatura di Francesco Colosi. A quel punto, di fronte allo stesso Colosi e a tutta la Giunta, ho manifestato la mia perplessità, invitando il giovane capogruppo di FdI a un atto di umiltà. E questo lo ho detto come un padre di famiglia e non certo per avere un tornaconto personale, anche se appariva a

tutti evidente come una delle pochissime alternative fosse proprio il sottoscritto. Questo è successo più di venti giorni fa. Giovedì scorso, mentre stavano relazionando in merito alla collocazione del luna park per le festività di San Nicola, il sindaco mi ha proposto l’assessorato attualmente in carico a Giovanni Gabrielli perché, a suo dire, i loro rapporti non si basavano più sulla fiducia reciproca di un tempo. Devo ammettere che di fronte a questa proposta ho avuto delle serie perplessità, in quanto mai ho avuto problemi personali con l’assessore Gabrielli e con la Lega Nord. Quando questa proposta è diventata quasi di dominio pubblico, giustamente l’assessore Gabrielli in occasione dell’ultima Giunta, mi ha chiesto spiegazioni su questo presunto baratto che vedeva al centro le sue deleghe e, di conseguenza, la sua permanenza in Giunta. A quel punto, sono stato io a chiedere un confronto di fronte a tutti i consiglieri di maggioranza e agli assessori, alla presenza del sindaco. Lasciandomi sconcertato e profondamente deluso, il signor Pezzanesi di fronte a tutti ha negato fermamente di avermi proposto gli assessorati di Gabrielli, facendomi passare per un mentitore e un cacciatore di incarichi. Concetti poi ribaditi nel comunicato stampa ufficiale diffuso ieri. Tutto questo nonostante due mesi prima i consiglieri di maggioranza all’unanimità avevano espresso la

loro sfiducia nei confronti dell’assessore Gabrielli e il sindaco si era impegnato a dare una risposta. La pochezza dei concetti espressi dal sindaco nel suo comunicato stampa viene amplificata nel momento in cui afferma che Forza Italia è rappresentata in consiglio comunale dal consigliere Antonio Trombetta, ben sapendo, come a tutta la città noto, che da più di un anno il consigliere Trombetta si è dimesso da Forza Italia approdando nel Gruppo Misto. Questa è la verità: nessuno al mondo può confutarla. Devo ancora aggiungere che quando quattro mesi fa ho accettato le deleghe al Commercio e alle Attività Produttive, lo ho fatto spinto dal mio partito e dallo spirito di servizio al bene comune che da sempre caratterizza la mia partecipazione alla vita pubblica. Vedevo, e ho sempre visto, come articoli di stampa datati possono confermare, nell’accettare le deleghe senza assessorato una sorta di “contentino” fatto ad hoc per zittire eventuali dissensi. Ma, ho accettato in quanto, comunque, ritenevo giusto e corretto che Forza Italia avesse un ruolo nella maggioranza che dal 2012 ha sempre sostenuto con lealtà e dignità. Comprendo che parte dell’opposizione in qualche modo cavalchi l’onda: io ribadisco solo che non ero e non sono a caccia di nulla. Sono un pensionato che vive dignitosamente della sua pensione e non ha 6

bisogno di incarichi pubblici retribuiti per

vivere. Confermo che riconsegnerò le deleghe al sindaco Pezzanesi, perchè la delusione stavolta ha superato la voglia di proseguire nell’impegno per il bene della nostra Tolentino e anticipo che non prenderò parte al consiglio comunale di questo pomeriggio, in quanto qualsiasi mia posizione verrebbe strumentalizzata ad uso e consumo di chi non ha più interesse che Forza Italia faccia parte di questa maggioranza. Saranno i cittadini a decidere chi ha mentito e chi ha detto la verità. Io, in coscienza, mi sento tranquillo e sereno. Tolentino, 14 luglio. Carmelo Ceselli


EUROSUOLE COMPIE QUARANT’ANNI Il presidente di Eurosuole Germano Ercoli, conosciuto da tutti non solo per il suo essere imprenditore capace e instancabile ma anche per la sua umanità e generosità, per festeggiare i 40 anni della sua azienda ha deciso di donare un premio in denaro a tutti i suoi dipendenti in una serata insieme a tutti coloro che hanno lavorato e contribuito al successo dell’azienda. Per la ricorrenza ha donato una ambulanza alla Croce Verde di Civitanova Marche dotata di una unità cardiologica che servirà sicuramente a salvare molte vite. I festeggiamenti si sono conclusi poi con una serata di gala per amici, rappresentanti, clienti e autorità, durante la quale Ercoli ha parlato di economia e della lunga congiuntura economica negativa che perdura nonostante i tentativi di combatterla del governo. C’e’ stata anche la messa celebrata dal vescovo mons.Luigi Conti al termine della quale si e’ tenuta la cerimonia per la consegna dell’ambulanza alla Croce Verde di Civitanova Marche. «L’azienda» - racconta Ercoli - «è rimasta sempre in Italia e ha sempre investito in ricerca e innovazione, sta realizzando un nuovo capannone e rinnovando quello vecchio

con macchine e sistemi sempre più all’avanguardia. Sembra ieri quando è stata avviata l’attività ma sono trascorsi quaranta anni. Il nostro modo di pensare e di procedere tenuto per tutto questo tempo è sempre quello ed è come se fossimo partiti l’altro giorno». Come nasce il suo gesto di generosità verso i dipendenti? «In un primo momento non volevo festeggiare per risparmiare i soldi e poter donare tutto il denaro rimasto ai dipendenti. I collaboratori più stretti però si sono ribellati così abbiamo deciso per la festa, ma spendendo meno. Il denaro rimasto l’abbiamo donato. L’idea iniziale era quella di fare un grande spettacolo all’Eurosuole forum, ma abbiamo optato per una festa meno costosa, ma pur sempre bella. E tutti hanno espresso soddisfazione per la donazione a favore dei dipendenti».

che abbiamo per lungo tempo rifornito con grandissimi quantitativi. La situazione è poi cambiata perché alcune sono state hanno costrette a delocalizzare in Romania, Cina, India e con ciò abbiamo perso dei clienti. Pian piano ci siamo adattati, trasformati, abbiamo cominciato a seguire la moda e i suoi principali artefici. Oggi possiamo dire che la nostra azienda si è sviluppata in Italia, non si è mai delocalizzata riuscendo a produrre fatturati di una certa importanza, sempre con utili. L’azienda in questi ultimi anni si sta trasformando, è in fermento. Abbiamo realizzato un capannone nuovo, ne demoliremo uno vecchio per rifarlo ed avremo il reparto gomma con la possibilità di ampliarlo e migliorarlo. Tra

Come è cambiato il lavoro in questi quaranta anni? «Il lavoro naturalmente è cambiato di molto perché quando siamo partiti avevamo ancora tante aziende italiane calzaturiere di grosse produzioni che lavoravano in Italia e

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qualche anno la nostra azienda sarà la prima in Europa». Siamo ancora nella fase di crisi economica? «E’ ancora molto dura. Nel 2008 avevo stimato che la crisi sarebbe terminata dopo dieci anni, ma oggi mi accorgo che siamo all’inizio. Sono trascorsi otto anni e siamo al punto di partenza. Le mie aziende, comunque, vanno bene. Occorrerebbe che lo Stato cominciasse a pagare i debiti verso le imprese private, che ci fosse la possibilità di dare più soldi ai dipendenti e si tagliasse il cuneo fiscale». Noi di Multiradio Press News ringraziamo Germano Ercoli per la stima e simpatia sempre dimostrata nei nostri confronti invitandoci sempre ad ogni sua manifestazione. A Germano auguriamo altri 40 anni e più di successi.


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Il sindaco Pezzanesi dopo il moderato Sclavi caccia anche il moderato Ceselli e si consegna alla destra più radicale Grazie all’ennesimo colpo di mano del Sindaco Pezzanesi, il Consiglio comunale di Tolentino ha un nuovo Presidente e si chiama Francesco Pio Colosi. Proprio così. Anche in questa circostanza Pezzanesi ha imposto la sua volontà ad una maggioranza che supinamente appoggia ogni scelta del capo. Col risultato, stavolta, che a sedere sullo scranno più alto dell’aula consiliare sarà una persona priva dei necessari requisiti di esperienza, competenza. E non solo. Ma si sa, non sono queste le doti che il nostro Sindaco ricerca nelle persone di cui si circonda. Molto di più apprezza la cieca ubbidienza, la fede religiosa nella sua infallibilità. Ne hanno fatto le spese, Mauro Sclavi, che proprio per la sua integrità morale, per la sua onestà intellettuale, è stato da Pezzanesi costretto ad abbandonare il ruolo oggi affidato a Colosi. Ma ne esce malconcio anche Carmelo Ceselli, capogruppo di Forza Italia, fatto a pezzi sulla stampa per aver osato obiettare che forse quella di Colosi era una scelta infelice. Gli è stato rinfacciato di parlare solo per risentimento, solo per la rabbia di non essere stato scelto lui. Noi non possiamo sapere la verità, ma sappiamo (e con noi lo sa qualunque persona di buon senso)

che la candidatura di Ceselli sarebbe stata di gran lunga migliore di quella di Colosi e su di essa sarebbero potuti confluire anche i nostri voti, e forse quelli dell’intera opposizione, pur di evitare ciò che invece è accaduto. L’imbarazzo della stessa maggioranza in Consiglio era del resto palpabile. Di essa, nessuno ha avuto il coraggio di commentare in positivo la candidatura di Colosi. Nessuno è intervenuto per difendere la scelta del Sindaco. Forza Italia, poi, per protesta, non ha neppure partecipato alla seduta. Un fatto grave. Uno schiaffo all’Assemblea ed alla Città intera. Ma pezzanesi non è certo nuovo a queste cose. E’ questo il concetto che egli ha della democrazia. Del resto, a lui che è un gran volpone, una sola cosa interessava, non ripetere lo sbaglio già fatto una volta di affidare la conduzione dell’Aula ad una persona che non offra sufficienti garanzie di asservimento ai suoi diktat di “principe asburgico”. L’alternativa sarebbe potuta essere nominare un altro parente ancora, ma avendo evidentemente esaurito la lista, il Sindaco deve aver optato per il più ubbidiente dei consiglieri, il solo che non avesse mai aperto bocca o si fosse per qualsivoglia motivo mai lamentato. Poco importa se trattasi di persona espressione

d’una cultura che non solo non ha mai rinnegato le sue origini fasciste, ma al contrario di esse fa platealmente motivo di vanto e di autoesaltazione. Credevamo di aver visto di tutto con questo Sindaco, ed invece no. Dovevamo aspettare quest’ultima seduta di consiglio comunale per poter dire di aver davvero toccato il fondo. Perché Tolentino – medaglia d’argento al valore civile, città dei Martiri di Montalto - è davvero arrivata al punto più basso della sua storia se a presiederne il Consiglio comunale è ora, una persona che, oltretutto, proprio nell’aula consiliare ha più volte beffardamente fatto, entrando, il saluto romano. Né del resto si sentirà solo il nuovo Presidente. In consiglio siedo-

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no altre persone che condividono le sue nostalgie fasciste. C’è ad esempio l’ineffabile Trombetta, che su Facebook va pubblicando post inneggianti al duce, ovvero - nel giorno stesso in cui si festeggia la liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo – sberleffi contro la Resistenza ed i Partigiani che per essa anche a Tolentino sono morti. Ovvero ancora – data la matrice politica – odiose offese agli omosessuali, che evidentemente considera esseri inferiori immeritevoli di alcun rispetto. Tolentino non merita tutto questo. Noi lavoreremo con tutte le nostre forze, e con chiunque vorrà collaborare per riscattare la Città e ridarle un futuro migliore.


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PROFESSIONE POLITICO? ANCHE NO! E’ accaduto a Roma, Torino e in altri 17 comuni (compresa la vicina Castelfidardo): senza apparentamenti e coalizioni improbabili, accordi e sotterfugi, hanno vinto i candidati sindaci del MoVimento 5 Stelle. La macchina da guerra piddina, nonostante i disperati tentativi di gettare fango e di arruolare anche “l’ultimo dei moicani”, si è arresa di fronte al voto libero dei cittadini. Cosa sta accadendo? Niente, diciamo noi pentastellati convinti. La rivoluzione culturale sta andando verso la sua naturale direzione, un po’ come la piccola quantità di neve che, staccandosi dalla cima della montagna, genera una valanga. Pian piano stiamo dimostrando in ogni dove la capacità di amministrare. Si amministrare, perché il “governare” lo lasciamo ai professionisti della politica: persone variegate, pronte a cambiare casacca ad ogni battito d’ali. Persone che scelgono di fare i “politici” di professione e che si sentono investite di una sorta di diritto di “primogenitura” autoproclamato. Una forzatura bella e buona, che i cittadini hanno sempre accettato o sopportato convincendosi che i politici di professione siano più capaci. Ma di chi? Una volta che il partito ti lancia, sei candidabile per tutto. Più incarichi contemporaneamente e ruoli di responsabilità all’interno dell’apparato partitico. Da consigliere ad assessore il passo è breve. Assessore a cosa? Anche al “breccino” va bene per iniziare!.

Poi dal breccino passiamo ai lavori pubblici, con una puntatina al bilancio. Da qui a divenire responsabile regionale della breccia che gira è un secondo. Planando, alla prima trombatura, tra le braccia accoglienti di società partecipate e controllate, tanto per non farsi mancare uno stipendio a carico dei cittadini. Ma ora siamo di fronte a un passaggio forte, una moderna rivoluzione industriale. A Tolentino siamo pronti? Siamo pronti a far amministrare la cosa pubblica a cittadini prestati alla politica per massimo due mandati, che svolgeranno il loro ruolo non con lo scopo di essere rieletti o fare carriera ma solo per il bene della loro città e che torneranno da semplici cittadini a godere delle scelte fatte durante il periodo trascorso nelle istituzioni? Il MoVimento 5 stelle di Tolentino ha alzato il sipario dietro il quale è stata portata avanti per anni una gestione dissennata della città ed è pronto a mettersi in gioco per la comunità. Come Roma, con le dovute proporzioni, ogni piccolo paese italiano ha accumulato una serie di storture che non sono proprie di una comunità. Un’amministrazione dinamica e volta al futuro dovrebbe occuparsi di poche questioni fondamentali: prima tra tutte il garantire la dignità sociale di ogni cittadino. Di certo non dovrebbe sostituirsi alle agenzie immobiliari e dedicarsi agli appalti edilizi, che vanno lasciati ai privati. E tantomeno far salire alle stelle il costo di un posto a teatro. Si perché ogni poltrona del Vaccaj ci sta costando, a questo punto, 28.000

euro. Ma chissà, magari l’ultima cittadinanza onoraria avrà in serbo, con nobiltà d’animo, di procurare quanto ancora necessita per ridare ai cittadini il teatro. Forse il Ministro Gentiloni, dei Gentiloni Silverj, dopo i tanti ossequi ricevuti dalla nostra Amministrazione ci farà arrivare 3 milioni di euro per completare il Vaccaj. E i nostri politici lanceranno proclami sul successo ottenuto per imbonirsi la cittadinanza senza, però, ricordarsi di spiegare dove siano finiti i soldi che già erano stati stanziati. Insomma un tuffo nel ‘500, quando il mecenate, prima di gettare ai cani l’osso, ne faceva rosicchiare l’ultimo brandello di carne al servo ossequioso. Non si può leggere e sentire che “grazie a Lupi” il Comune di Tolentino pulirà e metterà in sicurezza il Lago delle Grazie. A parte che la città è ancora in attesa che l’annuncio del Sindaco secondo il quale i lavori sarebbero iniziati nell’agosto del 2015 abbia un seguito, la domanda che ci facciamo è: i soldi ce li mette Lupi? No, i soldi sono delle tasse dei cittadini e l’ex Ministro Lupi decideva solamente (pima di essere costretto alle dimissioni per le note vicende che lo hanno coinvolto) come e a chi farli spendere. E non si possono continuare a leggere sui giornali gli annunci trionfali di un’Amministrazione che si vanta di aver fatto scendere il debito di 3.000.000 di euro senza precisare che questa diminuzione riguarda la sola quota capitale dei mutui (che il Comune paga con i nostri soldi) mentre la quota interessi, a causa dell’allungamento dei mutui stessi,

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è aumentata di 11.000.000 di euro. Oppure le parole dell’assessore al bilancio che ammette che i conti della nostra città si sono retti per anni su cifre da incassare fittizie dopo averlo smentito a ripetizione in Consiglio Comunale rispondendo alle nostre interrogazioni in merito. Ricordiamolo: sono politici di professione. Se non ci riappropriamo della sostanza, cioè se non ricordiamo di essere cittadini e non sudditi, subiremo sempre il fascino di questi personaggi. Quelli che si vantano di aver fatto una buona cosa con i nostri soldi come se fosse un concessione e non un dovere. Tutti facciamo politica, senza rendercene conto. Ogni scelta che facciamo è politica. Quindi ogni cittadino di buona volontà può essere un buon candidato ad amministrare. Davvero credete di non essere capaci nel sostituire chi dal dopo guerra ad oggi siede sugli scranni degli apparati pubblici, con il risultato che un italiano su cinque, oggi, è sotto la soglia di povertà? Cambiamo, non le sole facce, ma il pensiero comune in politica. Tra meno di un anno saremo chiamati a rinnovare il consiglio comunale cittadino. Facciamolo con cognizione di causa. Non sottoscriviamo la solita miriade di liste, in appoggio ai soliti noti. Rendiamoci fautori di un sentire comune di rivoluzione culturale. Partecipiamo, informiamoci, diciamo la nostra. Una nazione si cambia con piccoli passi, ma senza tornare sui propri.


SERENA PASQUALINI E IL TEATROPERA FESTIVAL l’opera che arriva al cuore COMUNICARE di Solidea Vitali

Giunto alla quarta edizione, il TeatrOpera Festival è un appuntamento estivo di spessore e rilievo culturale per il nostro territorio. La direzione artistica è affidata a Serena Pasqualini, mezzosoprano e ideatrice di questo nuovo modo di presentare la lirica. Nuova formula, approccio mirato e una missione importante da compiere: avvicinare tutti all’opera. Ne parlo insieme a Serena, mi lascio spiegare e trasportare in un mondo caratterizzato dalla bellezza e dalle emozioni.

magia attraverso le caratteristiche della regia, il contesto scenico, le luci, le melodie, la voce, la presenza e i movimenti dell’artista. “Pensiamo all’Aida. Viene rappresentata da oltre 150 anni ma ogni appuntamento resta unico. Tutto dipende da come viene creato e impostato il progetto artistico. Sono tanti i modi di dar vita a un’opera: dal moderno all’innovativo, dal futurista al tradizionale.”, chiarisce Serena. Allo stesso tempo è sorprendente sapere che le versioni preferite da chi ama la lirica sono quelle tradizionali, quelle che si avvicinano all’originale senza sovrastrutture o carichi di messaggi che tendono a stupire con concetti astratti. Le produzioni “buone”, quelle che restano impresse, sono quelle che continui a canticchiare per una settimana dopo la rappresentazione, quelle che fanno arrivare il messaggio senza filtri, quelle classiche. L’opera, che racconta l’animo umano con la melodia di grandi compositori, è un mondo ricco di valori: impegno, bellezza, cultura e tradizioni.

“TeatrOpera Festival nasce per eliminare le distanze tra la gente e la lirica. L’obiettivo è quello di tornare alle origini: all’epoca di Verdi, l’opera si cantava per la strada, è nata per il popolo. La lirica in quanto emozione, diversa dall’intelletto, non contempla differenze, distanze, selezioni. L’emozione è per tutti, grandi e piccoli.”, premette Serena Pasqualini. Decisa, determinata e consapevole del valore del suo lavoro, Serena ha una passione autentica per il canto, una passione iniziata da piccolissima nella corale “Domenico Silveri” guidata dal maestro Andrea Carradori. Lo stesso maestro che aveva scoperto le potenzialità della voce di Serena, voce importante, imponente, presente. Doti e peculiarità che hanno portato il mezzosoprano sui palchi e teatri di tutta Italia, e poi in Brasile, Perù, Germania, Tokio e Cipro. - Serena, cosa c’è dietro al grande risultato professionale? - Tanto impegno e desiderio di crescere e sperimentarsi in un settore che è la mia più grande passione. L’opera è una forma mentis, richiede costanza, preparazione, disciplina, consapevolezza e presenza. Quando si va in scena si deve dare il massimo perché è in quel preciso momento che le emozioni dell’opera devono vivere e fluire verso il pubblico. C’è una grande responsabilità e tutto il lavoro richiede una preparazione psicologica mirata.

E’ con l’Associazione Opera che Serena Pasqualini porta avanti questi valori e diffonde l’amore per la lirica. Tra le tante attività, è stato avviato con successo il laboratorio lirico corale. La formazione degli allievi è strutturata in maniera innovativa, e prevede una parte tecnica, vocale e scenica. Le lezioni si svolgono sia individualmente che in gruppo e puntano a una preparazione che permetta di andare sul palcoscenico vicino ai professionisti. Punta di diamante dell’associazione è il TeatrOpera Festival, un concentrato dei valori sui quali Serena Pasqualini fonda la sua carriera e i suoi prestigiosi impegni professionali. - Serena, “teatro” e “opera” formano una sola parola. Qual è la caratteristica di questo festival? - E’ una nuova forma di presentare e raccontare l’opera lirica. Oltre ai cantanti, ci sono anche gli attori. Questi non partecipano a intervalli o con tempi delimitati con letture, ma diventano personaggi, protagonisti, all’interno della rappresentazione.

Recitano un testo scritto appositamente per loro, testo che contiene un linguaggio moderno, immediato e adatto anche ai più piccoli.

S.S. Annunziata – Camerino “Compositori d’immagini dal teatro al 3d”, concerto Gioachino Orchestra; 25 Agosto, ore 21.30 – Teatro Comunale – Caldarola, “Concerto lirico degli allievi della “Masterclass”; 26 Agosto, ore 21.30 – Teatro Comunale- Caldarola, Concerto di chiusura del pianistra “Marcos Madrigal”. Tanti appuntamenti importanti tra spettacoli e mastercalss di alto perfezionamento in canto lirico, dal 13 al 20 agosto a Tolentino e dal 18 al 25 a Caldarola con la straordinaria partecipazione di Fiorenza Cossotto.

La collaborazione del drammaturgo e regista Paolo Baiocco impreziosisce questo festival che “apre il palco alla gente” e che si avvale di professionisti di spessore come il pianista cubano Marcos Madrigal, Sabrina Trojse - pianista, Patrizia Biccirè – soprano, Maria Papaioannou – soprano, Fabrizio Romagnoli – attore, Genny Ceresani – attrice, Elena Fioretti – attrice, Laura Cannara – attrice, Fabio Bacaloni – attore. Insieme agli artisti professionisti i Cori dei Laboratori Lirici di TeatrOpera. L’impegno dell’associazione Opera è costante. E per portare avanti il progetto che crea un ponte tra la gente e la lirica, sul quale si fonda TeatrOpera, la stessa associazione ha organizzato una speciale lotteria. “La Lotteria è uno strumento semplice, per consentire a tutti di partecipare, di costruire insieme a noi questo progetto, ci sono tanti bei premi da vincere ma soprattutto, comprando un biglietto da 2 euro si difende la cultura, e la cultura è libertà!”, dichiara Monica Bellesi , e aggiunge Un cartellone ricco di appuntamenti, “Abbiamo voluto dare a tutti l’oppornove serate importanti dal 6 luglio al tunità di assistere ai nostri spettaco26 agosto, con la novità, per questa li, fissando il costo dei biglietti a 10 edizione, di essere un festival itine- euro e alcuni eventi sono addirittura rante, dai monti fino al mare, che gratuiti. Abbiamo voluto spalancare coinvolge quattro comuni: Tolenti- le porte di TeatrOpera festival per no, Camerino, Caldarola, Porto San accogliere soprattutto i giovani, che Giorgio. vengano con mente aperta a riprenIl TeatrOpera è partito proprio da dersi le loro radici, a raccogliere la Porto San Giorgio, il 6 Luglio, con sfida della cultura, perché la cultura “La lirica da Oriente a Occidente” e è la vera rivoluzione, dell’anima e proseguirà con i seguenti eventi: delle coscienze.” 29 Luglio, ore 21.30 – piazzale Bazzani – Porto San Giorgio, “Terra Un TeatrOpera che quest’anno renmia”, spettacolo di musica popolare; de omaggio e celebra l’Anno Santo 5 Agosto, ore 21.30 – Rocca Tiepo- della Misericordia, indetto da Papa lo – Porto San Giorgio – “Serata di Francesco e che unisce le Marche Gala”, concerto lirico; all’Italia, giovani promesse, artisti e 19 e 21 Agosto, ore 21.30, Abba- professionisti tolentinati, italiani, cidia di Fiastra – Tolentino, “Mater”, prioti, cinesi e cubani. messa in scena dello stabat Mater di E’ questo il senso che acquista l’oG.B. Pergolesi, che vedrà sul palco pera: l’unione, la condivisione. E la l’attore tolentinate Fabrizio Roma- bellezza del mescolare culture, di argnoli, da sempre sostenitore e pro- ricchire le anime, di nutrire il nostro motore del teatrOpera festival; corpo emozionale perché l’opera è 20 Agosto , ore 18,00 – cortile del- una grande opportunità per sentire, la Biblioteca Filelfica – Tolentino, scoprire e vivere le emozioni. Quelle concerto lirico della “Masterclass”; che fanno vibrare le corde del nostro 20 Agosto, ore 21.30 – cattedrale Essere.

L’opera è una valanga d’emozioni, è l’insieme di tante arti che si muovono all’unisono per arrivare ai sensi del pubblico, per toccare le corde emotive che liberano forti sensazioni. Le opere liriche sviluppano la loro 10


ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE? Tolentino nel mondo di Ilaria Gobbi

Il numero di questo mese racconta la storia di una ragazza, che incontrandola in giro per strada, difficilmente non vi voltereste ad osservare incuriositi. Tatuaggi, piercing, abiti stampati abbinati nei modi più assurdi, questa è Alice Leggi, una ragazza che da sempre ha sentito Tolentino fin troppo stretta per il suo estro alla moda. La saluto, notando con stupore che ha cambiato il colore dei capelli nel giro di pochi giorni. Alice risponde sorridendo: «Qui è tutto rapido, anche il look va cambiato velocemente!»

Alice hai 27 anni e abiti a Londra quasi da 9 anni, cosa ti ha fatto fuggire dalla cittadina di provincia? «Sai, avevo davvero seri problemi con la mentalità dei nostri concittadini. Purtroppo, non riusciamo a capire la bellezza della differenza. Ci interessa solo omologarci! Ad

esempio, nell’abbigliamento, se tutti hanno il giubbino rosso e tu non lo possiedi, sei uno sfigato, invece che una persona originale e fuori dagli schemi». Quali esperienze ti hanno portata a scegliere Londra come tua nuova casa? «Stavo facendo uno stage per Malloni già da qualche tempo, quando frequentando le sfilate di moda, mi sono resa conto che l’inglese era essenziale per diventare una professionista in questo settore. Così, sono partita per un’esperienza di 3 mesi. Come sai, quei pochi mesi si sono trasformati in anni e ancora adesso non mi sono stancata di vivere qui». Come è andata la tua carriera nella moda una volta trasferita? «A Londra devi fare la cosìddetta “scalata”, quindi è necessario partire dal basso qualunque ruolo tu voglia ricoprire. Io ho iniziato la gavetta in una grande catena (H&M), per poi diventare responsabile di una catena di moda di livello più alto e continuare a crescere. Attualmente sto aspettando una promozione. Inoltre, ho formato una crew (gruppo) con altri addetti al settore e stiamo lavorando per aziende di moda di tutto il mondo. Presto andrò anche a New York per un incarico da stylist». Sei mamma di un bellissimo bambino di nome Aidan. Come sei riuscita a conciliare le tue ambizioni con la gravidanza? «Aidan è la mia vita ed è stato un bimbo voluto. Naturalmente, quando ero incinta e

soprattutto dopo, ho dovuto mettere in pausa me stessa per un po’. Ma con la grinta e il sostegno di chi mi vuole bene, sono riuscita a portare a termine dei corsi di studio specialistici nel settore del fashion design e trovare finalmente la mia strada». So che stai cercando di imparare l’italiano a tuo figlio, ma non è molto facile… «Per lui è davvero difficilissima come lingua, ma io insisto perché voglio che conosca la cultura italiana, la letteratura, l’arte e tutto ciò di cui vado orgogliosa quando entro in un museo e vedo un artista italiano esposto. Questo mi fa sentire patriottica». Come è la qualità della vita in una metropoli per una giovane mamma? «La città ti risucchia. Qui si lavora 24h su 24, 7 giorni su 7, senza mai fermarsi. Ogni giorno vedo crescere palazzi, aprire negozi, bonificare aree dismesse. E’ qualcosa di frenetico, ma assolutamente stimolante. Inoltre, non è una città estremamente cara, perché gli stipendi sono molto alti. Poi sei te a dover fare i tuoi calcoli per capire come spendere correttamente». Ti faccio una domanda di rito ormai. Cosa ti manca di Tolentino? «Mi mancano senza dubbio, le lunghe chiacchierate dopo cena a casa mia, il fatto di non avere fretta, il verde e la natura e assolutamente il cibo locale». Per il futuro del tuo bambino, cosa ti auguri? «Io sono stata cresciuta in una fa-

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miglia estremamente creativa. Fin da piccola, i miei cari mi hanno insegnato ad amare e rispettare la musica, la cucina, l’arte e la tradizione. Mi auguro di riuscire a tramandare questi valori anche ad Aidan». In fine, dai un consiglio sincero ai ragazzi che hanno dubbi su dove vivere il loro futuro. «Se devo essere sincera, non è tanto dove, ma come vivi. Aprite la testa e provate ad incuriosirvi per qualcosa di diverso dall’usuale. Conoscete gente proveniente da ogni angolo del mondo e ascoltatela. Solamente così riuscirete ad arricchirvi anche restando a casa vostra. Se sceglierete di venire a Londra, comunque, per la mia esperienza posso solo dirvi che fate bene e che sicuramente vi farà crescere molto… Io ho trovato il mio Paese!»


FABIO NARDI NUOVO PRESIDENTE DEL ROTARY DI TOLENTINO di Carla Passacantando

Il settempedano Fabio Nardi, dottore commercialista, è il nuovo presidente del Rotary di Tolentino e subentra al docente universitario tolentinate Roberto Ballini. Il passaggio del “martelletto” si è tenuto nei giorni scorsi nel cortile adiacente a piazza della Repubblica di Treia. E Nardi è già al lavoro insieme al direttivo per avviare i primi service dell’annata rotariana appena iniziata che si concluderà il prossimo 30 giugno. «Obiettivi principali del club – dice il nuovo presidente – è sostenere lo spirito di amicizia tra soci e mettersi a disposizione del territorio attraverso il proprio impegno e progettualità». Tanti i progetti in programma per l’annata rotariana tra i quali alcuni inerenti l’orientamento nelle

scuole; il “Tirotary” che è stato avviato nel 2009 e fino ad oggi sono stati visitati 2.263 ragazzi di cui 500 frequentanti le scuole superiori, dai 14 ai 19 anni, mentre il resto 1763 le medie; un corso per persone affette da malattie degenerative; una scuola di formazione chirurgica. Altro service è quello del campus Marche. Il progetto consiste in un soggiorno estivo di una settimana che i rotariani offrono gratuitamente a molti ragazzi diversamente abili marchigiani. Una macchina organizzativa complessa che si mette in moto almeno quattro mesi prima per organizzare, migliorare e coordinare al meglio un piacevole soggiorno nel villaggio agli ospiti. C’è poi il “Rotary in favola” che

viene proposto nelle scuole elementari per far vivere una nuova esperienza all’insegna delle favole per i più piccoli, ma anche per i “grandi”. I bambini ascoltano favole e cantano insieme agli amici rotariani, interpreti delle rappresentazioni. I rotariani leggono a più voci dei racconti e favole scelti per l’occasione. Il tutto è accompagnato da musiche di sottofondo appositamente selezionate. Oltre alle favole vengono cantate piacevoli canzoni per i più piccoli creando quella particolare atmosfera magica che coinvolge anche i “grandi”. Obiettivo del progetto è la riscoperta della tradizione e del valore della favola. Non si vuole semplicemente o esclusivamente far ascoltare

favole ai più piccini ma, cosa ancora più importante, “spingere” i giovani genitori a raccontarne una ai loro bambini la sera prima di addormentarsi.

LA RIEVOCAZIONE SUL PONTE DEL DIAVOLO APRE L’8 SETTEMBRE Torna a vestirsi a festa il Ponte del Diavolo di Tolentino, in una veste storica proponendo la rievocazione che ricrea anche la leggenda in un ambiente duecentesco ruotando proprio attorno al 1200 l’edificazione della struttura. Il Ponte del Diavolo fu costruito nel 1268. Alla leggenda così si associano frammenti di storia tra i quali la corsa all’anello a cavallo tra contrade che si svolgeva a Tolentino nel 1200, in programma il prossimo 17 settembre sul Ponte del Diavolo con testimonial della serata personaggi del mondo dello spettacolo.

La corsa all’anello a cavallo è l’unica giostra al mondo che si svolge sopra un ponte. La manifestazione, comunque, aprirà i battenti il prossimo 8 settembre, alle 21, in piazza della Libertà con la firma del gemellaggio tra i Ponti del Diavolo. Il secondo appuntamento è previsto 10 settembre, alle 21, in piazza della Libertà per la consegna del premio “Ponte del Diavolo” al cittadino tolentinate dell’anno. L’11 settembre, con inizio alle 18, è in programma messa e rievocazione delle “antiche canestrelle” al Ponte del Diavolo.

Al termine ci sarà una degustazione di prodotti tipici. La rievocazione si concluderà il prossimo 17 settembre con inizio alle 21 in piazza della Libertà, centro storico e Ponte del Diavolo. Nel corso della serata, con testimonial personaggi del mondo dello spettacolo verranno proposte sfilate, giochi con tamburini della Corte dei miracoli di Offagna e della Margutta di Corridonia, rievocata la leggenda ed al termine ci sarà una degustazione di prodotti tipici. La rievocazione rientra nell’ambito della manifestazione “Sul

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Ponte del Diavolo… tra storia e leggenda”, organizzata dall’associazione culturale “I Ponti del Diavolo” in collaborazione con il Consiglio di contrada Pianciano – Ributino – Ancaiano – Calcavenaccio - Parruccia ed il comune.


CAMMINANDO, CAMMINANDO... Verso Sera

dott. Franco Belluigi

Un evento molto importante caratterizza la vita dell’anziano determinandone la qualità di vita, mi riferisco alla sarcopenia e alle cadute, tipiche dell’età avanzata, legate anche a questa. E’ giusto spiegare subito cosa si intende col termine medico, sarcopenia. E’ un termine del greco antico con il quale si indica una perdita di carne, in termini più scientifici, progressiva diminuzione della massa muscolare che ha come conseguenza una riduzione della forza muscolare (con un pizzico di cattiveria inviterei le persone anziane ad osservare bene quello che rimane della loro florida muscolatura). E’ evidente che una riduzione della forza muscolare comporti per l’anziano un peggioramento delle sue attività fisiche, rendendolo più fragile; a volte può farne un disabile. Una riduzione della massa muscolare e quindi della forza muscolare comporta: una riduzione della capacità di mantenere l’equilibrio, un aumento di rischio di cadute

con relative potenziali fratture, una alterazione del trofismo osseo, della termoregolazione e di altri funzioni. Sono molte le cause che determinano la sarcopenia a livello scientifico sulle quali non indagheremo, lasciando che se ne preoccupi il medico; quello invece che ci interessa sapere è che fra le cause che aggravano la perdita della massa muscolare con l’età sono: la sedentarietà, la malnutrizione calorico-proteica, alcune malattie neurologiche, le malattie croniche dell’apparato respiratorie, l’artrosi, le infezioni ad andamento cronico, molti farmaci di uso comune quali, il cortisone, i lassativi, quelli per ridurre il tasso di colesterolo ed altri. Alla luce di quello che abbiamo detto la sarcopenia è una lesione tipica della vecchiaia che implica conseguenze negative sullo stato di salute e sulla capacità di mantenere una buona attività funzionale e quindi una buona qualità di vita. Allora per invecchiare bene è necessario mantenere efficiente l’apparato muscolare. La chiave per conservare in buono stato la propria muscolatura è l’attività fisica che può essere praticata,

sempre nei limiti del possibile, anche nei soggetti di età avanzata sani e malati. Se rileggete il titolo di questo articolo, (camminando, camminando….) per attività fisica non dobbiamo intendere chissà quali prestazioni, ma basterà fare tutti i giorni una bella passeggiata. Se poi l ‘anziano sarà in grado di andare in palestra per fare una ginnastica dolce tanto meglio. Come abbiamo detto gli anziani non sono chiamati a fare nessun record, ma a camminare un po’ tutti i giorni, a fare attività fisica magari anche in casa quando le

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condizioni atmosferiche non permettono di uscire. Allora il grido di allarme da lanciare a quanti hanno imboccato il viale dell’età avanzata, se volete possiamo chiamarla vecchiaia, sarà: praticare tutti i giorni una attività fisica che va dalla semplice camminata giornaliera alla frequentazione di una palestra, di una sala da ballo, alla pratica di un qualsiasi sport nella consapevolezza che dobbiamo chiedere al nostro fisico quello che ci può dare. Chiedere di più potrebbe essere nocivo. Ed allora muoviamoci!


DISAGI DOVUTI PER LE MODIFICHE DEL MERCATO SETTIMANALE di Carla Passacantando

Disagi dovuti alle modifiche del mercato settimanale. Dal primo martedì di luglio alcune bancarelle hanno cambiato collocazione. La nuova disposizione ha riguardato i diciassette banchi che erano in piazza della Libertà i quali ora devono piazzarsi in altre zone, in via Tambroni, in piazza dell’Unità ed alcuni in spazi del centro storico lasciati liberi da ambulanti che hanno cessato l’attività per raggiunti limiti di età o per crisi. E la nuova collocazione ha creato alcuni disagi per gli automobilisti che di solito transitano per Palazzo Europa, ma anche per i condomini, in totale circa 130 famiglie, che risiedono nello stabile di Palazzo Europa i quali fanno fatica il martedì mattina ad uscire con l’auto dai loro garage. Per i residenti nello stabile si aggiungono così ulteriori disagi a quelli dovuti agli schiamazzi notturni, alle soste selvagge. Con la modifica viene bloccato il traffico lungo via Tambroni. Problemi così, nel primo giorno dopo il cambiamento, si sono registrati anche per il parcheggio privato di Antonella Parrucci. «Un mio cliente era infuriato – ha scritto sulla pagina di facebook - perché con lo spostamento del mercato era tutto sbarrato così non ha potuto sostare nel mio parcheggio. Non sono contro lo spostamento del mercato, ma occorre trovare una soluzione». E non si è fatta attendere la risposta dell’assessore Orietta Leonori. «E’ solo il primo giorno – ha scritto – poi le transenne non ci saranno più. Date il tempo di sistemare. E’ momentaneo il disagio per chi usufruisce del parcheggio».

La modifica al mercato settimanale ha interessato diciassette posteggi che fino alla fine di giugno erano in piazza della Libertà. Il trasferimento è stato autorizzato con una delibera del Consiglio comunale per motivi di pubblico interesse in applicazione dell’art.36 della legge 27/2009, su altre aree, in modo che la piazza possa essere fruita da cittadini e turisti in visita a Tolentino. La nuova disposizione, comunque, è di tipo sperimentale. Il trasferimento prima di divenire definitivo deve essere sottoposto ad un periodo di prova di tre mesi, quindi fino al prossimo 31 ottobre. Sulla base della graduatoria redatta dall’ufficio suap, i titolari di autorizzazione al commercio su aree pubbliche dislocati in piazza della Libertà hanno così potuto scegliere nuovi posteggi in altre zone del centro storico. Ma gli ambulanti non sembrano proprio tanto contenti della novità. «Difficile affermare per ora se con la nuova collocazione avremo più clienti rispetto a quella storica di piazza della Libertà – dichiara Davide Vitali – nel primo giorno non abbiamo visto i clienti abituali, ma ne abbiamo conosciuti nuovi. Due mesi fa quando abbiamo saputo dello spostamento del mercato abbiamo richiesto subito un incontro, ma era già stato tutto deciso. C’erano già state delle riunioni con le associazioni di categoria e dei sindacati. Sono ventisette anni che lavoro qui a Tolentino con il banco in piazza della Libertà. Quando sono stati installati i palchi per le diverse iniziative ci siamo sempre adeguati. Sono

così amareggiato». Dello stesso avviso è l’ambulante Gabriella Di Paolantonio. «Nel periodo estivo lavoriamo di più – dice – così sostengo che non fosse questo il momento per fare un simile trasferimento». La pensa così anche Remo Pasqualini. «Speriamo che non sia una modifica definitiva – aggiunge l’ambulante – perché il trasferimento danneggia tutti, anche i negozianti che sono in piazza della

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Libertà dove ora il martedì mattina non c’è più movimento come una volta». C’è poi Graziella Eleonori titolare della tabaccheria a Palazzo Europa. «Un po’ di disagi ci saranno – conclude - però in mezza giornata non ci si riesce a rendere conto a riguardo. Se questa modifica deve essere fatta la si accetta perché non bisogna guardare solo alle proprie esigenze, ma a quelle di tutti».


UNA SCELTA DI CUORE cambio alla guida dell’U.S.Tolentino LO SPORT di Mario Sposetti

«Nei miei programmi c’era l’aspettativa di trascorrere un’estate tranquilla, con la prosecuzione del progetto iniziato l’anno prima come allenatore in seconda» – sono le prime parole in occasione dell’investitura alla guida della prima squadra dell’Unione Sportiva Tolentino da parte di Paolo Passarini per la stagione 2016/17 nel campionato regionale d’Eccellenza Marche fortemente voluto dalla dirigenza cremisi – «l’orizzonte è invece improvvisamente cambiato ma sono certamente più che mai felice. Si è trattato di una scelta presa dopo un paio di notti insonni dove il fattore cuore ha prevalso in primis rispetto a tutte le altre variabili del caso». Una grossa soddisfazione è una lusinghiera aspettativa per il trentanovenne neo allenatore, tolentinate doc, che ha proprio iniziato a giocare in maglia cremisi, come under, a metà degli anni 90, nella stagione della vittoria del campionato di serie D con alla giuda Fabrizio Castori, alcune apparizioni nel campionato di serie C2 nella stagione successiva e carriera calcistica ricca e lunga che è continuata per svariate stagioni prendendo parte a diversi campionati tra serie D, Eccellenza e Promozione. Per te Paolo si tratta della secon-

da esperienza come primo allenatore di una squadra di calcio? «Ho avuto un’esperienza non ufficiale in passato, con il contestuale ruolo sia di allenatore che di giocatore, tale opportunità mi ha dato l’input per coltivare questo che al momento non posso certamente considerare un lavoro ma un semplice e piacevole hobby». La formazione cremisi nel campionato appena conclusosi, è stata riconosciuta dagli addetti ai lavori come quella che ha espresso il miglior gioco, quindi ci sono tutti i presupposti, seppur con qualche accorgimento, per potersi ripetere. «I presupposti certamente ci sono tutti, ma io non parlerei di gioco e tattica di gioco; la cosa certa che mi accomuna a Matteo Possanzini, è la medesima visione dell’impostazione della partita, di voler fare la gara senza subire l’avversario.

Sicuramente le caratteristiche della nuova squadra saranno diverse, non è affatto nelle mie corde fare un copia ed incolla di quello che ha proposto il precedente mister, ritenuto comunque il miglior allenatore del campionato regionale d’Eccellenza per la stagione 2015/16». Anche se nel segno della continuità gestionale ed operativa, in primis con la missione di poter far crescere i giovani di valore, il nuovo mister cremisi avrà un team di collaboratori tutto nuovo a partire dall’allenatore in seconda Luca Giacconi, dal preparatore atletico Omar Ippoliti e da quello dei portieri Valerio Vissani. Già stabilità anche la data di partenza della nuova stagione con l’inizio della preparazione della prima squadra fissata per il 25 luglio.

L’U.S. Tolentino 1919 ha ufficializzato la cessione, a titolo definitivo, del centrocampista cremisi Giorgio Pagliari al club di serie A Atalanta Bergamasca Calcio. Nato il 24 giugno 1999, Pagliari ha esordito a soli sedici anni nella prima squadra del Tolentino collezionando ben 33 presenze nel campionato di Eccellenza. Lanciato nella stagione 2014/2015 da mister Aldo Clementi ha disputato 5 gare per, poi, essere costantemente utilizzato da mister Possanzini nella stagione appena conclusasi (28 gettoni). Dopo moltissimi anni un giocatore cresciuto nel vivaio del Tolentino viene acquistato da un club di serie A, oltretutto molto attento a monitorare giovani dal futuro promettente su tutto il territorio nazionale. E’ per tale motivo che la conclusione di questa trattativa riempie di orgoglio tutti coloro che, in questi anni, si sono prodigati per dare continuo impulso al settore giovanile cremisi, per il quale, a riprova della bontà del lavoro svolto, la società cremisi ha ottenuto dalla FIGC il riconoscimento di scuola calcio di Elite.

LE CULOTTE DE CHEVAL Tipico idioma che sta ad indicare quell’accumulo tra cosce e glutei (zona gluteo/ femorale) di adipe e cellulite. Questo stato è tale da allargare la silhouette della donna fino a renderla sproporzionata. Se anche tu hai questo inestetismo, fai parte di quella categoria di donne così chiamate a pera. La donna a pera, riflette uno dei 3 fenotipi delle costituzioni del corpo. La costituzione Ginoide. Attraverso questa classificazione in costituzioni, si identifica come e dove un soggetto è più predisposto di un altro ad accumulare chili di troppo in una zona specifica del Corpo. Sei una donna ginoide e quindi la sproporzione tra busto e gambe è davvero evidente e fortemente antiestetica. Hai un vitino da vespa, ma glutei e cosce sono di due taglie in più. L’ accumulo di cellulite e di grasso é fortemente in squilibrio e localizzato nella zona inferiore, le tue gambe sono pesanti, dolenti e sicuramente non da mostrare. Sei limitata anche nell’abbigliamento, non sono certo per te i pantaloni a sigaretta e/o la minigonna. Anzi, ti nascondi spesso in gonne lunghe “alla gitana” e ti vesti di pantaloni morbidi, che non fasciano la tua gamba. Essendo una consulente di bellezza ho il culto del bello e del fatto bene. La mia missione non è solo esaltare ciò che di più bello c’è in ogni singola donna ma anche di farla tornare ad amare se stessa, perché anche nella donna più pigra e trascurata c’è il desiderio di piacersi e di piacere.

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“ASAD E IL SEGRETO DELL’ACQUA” DI ALBERTO COLA

Dopo tante pubblicazioni con case editrici nazionali, tra le quali Mondadori e Curcio, e dopo Premi letterari di spessore, Alberto Cola torna in libreria con

“Asad e il segreto dell’acqua”. La sua scrittura arriva alla narrativa per ragazzi nella storica collana “Il battello a vapore” della Piemme Edizioni. “Asad e il segreto dell’acqua” è un libro ricco di valori, ad alta leggibilità, adatto a bambini dislessici, e consigliato a partire dai 9 anni. Il rispetto, l’amicizia, il credere in se stessi e farsi coraggio nelle avversità, sono i temi che accompagnano Asad lungo il viaggio avventuroso nel deserto del Sahara.

Immagini, impreziosite dalle 18 illustrazioni di Alberto Madrigal, suoni e sensazioni del deserto vengono descritti da Alberto Cola alla perfezione attraverso una storia che cattura l’attenzione dei ragazzi. Molte le foto postate nella pagina ufficiale Facebook del libro, e molte le domande che rivolgono con curiosità allo scrittore. Dopo diversi eventi importanti di presentazione del libro, Alberto Cola, da settembre, porterà “Asad e il segreto dell’acqua” in molte scuole di tutta Italia.

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