Multiradio press news giugno 2016

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SERGIO SCIAMANNA, UN GIOVANE MANAGER DI SUCCESSO

di Carla Passacantando

Nero, grigio e viola. Sono i colori dell’ultima collezione di borse ed accessori, quella del prossimo autunno – inverno, della Laipe. Un incanto quei modelli, tutti in pelle che fanno bella mostra allo showroom dell’azienda. Si rimane colpiti dalla bellezza e qualità di quelle borse create con grande stile ed artigianalità. Alla Laipe, che non conosce crisi, sono accolta, con Oriana Forconi, dall’amministratore unico Sergio Sciamanna al quale facciamo i complimenti per l’ultima collezione e per il successo dell’azienda, ma allo stesso tempo cerchiamo di capire come è attualmente la situazione economica e come la sta vivendo la Laipe azienda leader nel settore della pelletteria. segue...

editoriale

di Carla Passacantando

E’ un momento di tregua. Dopo tanto chiasso, clamore e molti scontri, insulti, manifestazioni, litigi perfino tra cugini, dimissioni in assise consiliare, proclami di progetti faraonici, sembra che il caso parcheggi a pagamento si sia dissolto nel nulla. In quest’ultimo periodo l’argomento, che tanto ha fatto discutere nei precedenti due mesi, pare sia andato in fretta a finire nel dimenticatoio. Se da una parte il comitato “No al nuovo piano parcheggi” ha continuato la sua attività per ottenere il ritiro del bando con la preparazione e presentazione della diffida nei confronti del comune, dall’altra l’Amministrazione comunale non si è più pronunciata a riguardo dopo l’assise consiliare dello scorso 16 maggio. Ma la città vuol sapere, vuol conoscere la sorte dei parcheggi. E grande è l’attesa per capire se sarà un privato a gestire le soste a pagamento oppure l’Azienda Specializzata Settore Multiservizi di Tolentino. C’è anche l’eventualità che alla fine tutto rimanga così come è ora. L’estate, comunque, incombe è già si pensa alle vacanze estive. E’ certo che nel mese di settembre si entrerà nel clima elettorale in vista delle amministrative del prossimo anno ed allora se ne vedranno delle belle. E’ bene così ora godersi il periodo estivo in campagna, al mare, in montagna o rimanendo in città divertendosi con le diverse manifestazioni previste e rimandare in autunno le grandi novità per le imminenti elezioni per il rinnovo del parlamentino locale, in termini di lavori di manutenzione ordinaria o straordinaria per la città e di nomi riguardo i probabili candidati alla guida di Tolentino. Auguriamo a tutti una buona lettura. MPN giugno 2016

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Anno X n. 5 - giugno 2016 - numero chiuso in redazione il 10/6/2016 - PERIODICO EDITO DA MULTIRADIO - Autor. Trib. di Macerata n.466/07 del 23 Aprile 2007 - Direttore Responsabile: dott.ssa Carla Passacantando - Stampa: Tipografia San Giuseppe - www.multiradiopressnews.it

la Laipe non conosce crisi: tanti negozi sparsi nel mondo


La Laipe, fondata nel 1963 dal commendatore Germano Sciamanna, è un’azienda a conduzione familiare che opera nel campo della moda ed è specializzata nel settore della pelletteria. Dal 1981 l’azienda collabora con le più importanti griffe della moda internazionali quali Versace, Gucci, Valextra, Aigner, Bally, Hugo Boss, Swarovsky, Berluti, Yves Saint Laurent, Marc Jacobs. Alla fine degli anni ‘90 entrano in azienda Sergio e Gino Sciamanna che affiancano il padre nella conduzione dell’impresa, occupandosi rispettivamente della parte commerciale e dell’organizzazione della produzione. Sergio Sciamanna ricopre dal 2007 la carica di amministratore unico. Nel 2003 la famiglia Sciamanna lancia sul mercato il proprio brand di borse ed accessori per la donna Cromia, che in poco più di dieci anni diventa un marchio di riferimento e che a partire dal 2013 apre il proprio canale retail con numerosi flagshipstores nelle principali città dello shopping internazionale tra le quali Milano in via della Spiga), Roma in piazza di Spagna, Venezia, Dubai e Singapore. ...segue dalla prima

Sergio Sciamanna è un giovane manager di successo, sempre in giro per il mondo. Sta vivendo una grandissima esperienza. «Guardare il mondo da turista è molto diverso da quello visto dall’imprenditore, per lavoro. Nel mondo sono tante le esigenze del mercato, le culture, così si viaggia per cercare di capirle. Sono più di venti anni che lavoro in azienda, ho iniziato quando frequentavo l’università e con il tempo ho acquisito esperienza. In particolare ho cominciato a viaggiare con l’avvio del nuovo marchio e con l’apertura di diversi punti vendita sparsi nel mondo. E pensare che mi sarei dovuto dedicare alla contabilità dietro ad una scrivania invece ho fatto tutt’altro». Cosa prova il manager Sciamanna, che gira per il mondo, ogni volta che ritorna a casa, a Tolentino? «E’ una piccola realtà di provincia Tolentino. E basta arrivare a Milano per notare la differenza. La grande metropoli ti offre molto di più in termini di locali di intrattenimento, teatri, ristoranti, ma ci sono più difficoltà per spostarsi da un luogo all’altro e mi riferisco al traffico caotico. A Tolentino, invece, per la viabilità non ci sono problemi». Come è attualmente il mercato italiano e quello internazionale? «Il mercato italiano, ma anche un po’ quello europeo, è in stagnazione da diversi anni, da tre o quattro, mentre quello estero, prima degli attentati, era ancora abbastanza ricettivo. I mercati che prima trainavano erano quelli dell’Asia, Emirati Arabi e paesi emergenti. C’è un po’ di fermo anche in quello della Cina. Ora il mercato migliore è quello della Corea ed è diventato punto di riferimento per tutti gli asiatici. E’ trend andare a fare shopping a Seul, piuttosto che ad Hong Kong». Siamo entrati nella fase di ripresa economica o siamo rimasti in quella della crisi? «L’inizio del 2016 è stato forse il peggior periodo per il mercato italiano ed europeo, che già erano in crisi, ma anche per quello internazionale per effetto di diversi fattori come la diminuzione del prezzo del petrolio e la svalutazione della moneta». Quali sono state le carte vincenti che hanno reso forte la Laipe durante la crisi? «Sono state diverse, l’impegno e la diversificazione aziendale con il lavoro contro terzi ed il nostro marchio. Lavoriamo poi molto con l’estero. Le esportazioni sono del 75 per centro. E per il futuro siamo sicuramente ottimisti».

Sono mancati gli “aiuti” da parte delle istituzioni nel periodo di crisi? «L’Italia si sta portando dietro da molti anni un consistente debito pubblico e la tassazione per le aziende è pesantissima. Qualcosa è stato fatto per ridurla, ma non basta». La Laipe produce solo a Tolentino e come avviene la vendita? «Produce a Tolentino e non solo, in Abruzzo ed in altri luoghi. La produzione all’estero sta scendendo perché non c’è più il grande vantaggio di una volta e ciò è dovuto alla svalutazione dell’euro ed all’aumento dei prezzi. La vendita del prodotto avviene tramite distributori e showroom. Ora abbiamo una diecina di negozi di monomarca di proprietà: a Dubai, in Russia, a Sofia in Bulgaria, a Hong Kong, in Vietnam. Ci si sta allargando nel mondo. Stiamo inaugurando un outlet nella zona delle Cinque Terre, abbiamo già il punto vendita a Venezia, in via della Spiga a Milano, Roma, Palermo, Senigallia, Bari, Rimini, Casette d’Ete, Tolentino». C’è poi stata una commessa dopo la visita di una delegazione della città cinese di Taicang, allo showroom della Laipe, grazie al rapporto instaurato dal comune di Macerata, Confindustria e l’Exit della Camera di commercio con vice presidente il tolentinate Andrea Passacantando. «Si recentemente la delegazione cinese, accompagnata da Andrea Passacantando, ha visitato l’azienda per conoscere i nostri prodotti. Alla fine ha acquistato un consistente quantitativo di borse della collezione primavera estate. I cinesi hanno molto apprezzato i nostri modelli. Sicuramente ci saranno ulteriori commesse». Come sarà la moda per i prossimi anni, si andrà avanti con borse in pelle o si invertirà la tendenza verso l’uso della finta pelle? «Le aziende che realizzano borse in finta pelle lo fanno per avere minori costi, ce n’è solo una che ne fa una questione animalista. All’estero sono ricercate le borse in pelle. In Italia non c’è differenza anche se ultimamente in parecchi stanno richiedendo borse in pelle però più semplici». E’ ritornato di moda lo zaino per l’uomo? «Si e non solo per i giovani, ma anche per gli uomini ed anziani. Nelle grandi città, dove ci sono problemi di parcheggi per auto ed il traffico è caotico, per motivi di lavoro si parte la mattina e si rientra a casa la sera con scooter e moto così gli uomini

usano molto gli zaini». Come mai non avete acquistato il marchio Nazareno Gabrielli? «E’ un marchio defunto, è fuori dal mercato da quattro o cinque anni. Non era conveniente. Se domandiamo ad una donna dai 25 ai 40 anni, fascia di età nel corso della quale si spende di più per l’acquisto di borse, non sa che cosa sia Nazareno Gabrielli. I sessantenni invece conoscono il marchio, ma spendono molto meno rispetto alle giovani. E sicuramente più redditizio creare un nuovo marchio, l’importante è sapere comunicare l’idea. E’ tutto la co-

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municazione». Seguono l’azienda anche Germano e Gino Sciamanna. «Mio padre Germano è molto orgoglioso dell’andamento dell’azienda di cui è stato fondatore ed anche mio fratello Gino è impegnato nella direzione della Laipe. Mio padre è in azienda tutti i giorni, sviluppa il campionario e, comunque, nota che la situazione non è più come quella di qualche anno fa». Padre e figli uniti nella famiglia e nell’azienda con successo. Carla Passacantando



Insoliti Noti Enzo Calcaterra

Quell’eroe senza futuro Per una manciata di anni, tra la fine dei trenta e l’inizio dei quaranta dell’ormai secolo scorso, il Villaggio Scolastico (ora “Don Bosco”) di Tolentino fu dedicato a un giovane maestro caduto in Spagna nel 1937. Franco Luconi morì in camicia nera, volontario nelle truppe fasciste, a soli 26 anni. Celebrato dapprima da eroe, venne dimenticato in fretta come un fantasma scomodo e imbarazzante. Da (quasi) tutti. Per sempre. Rimosso da quella enorme scritta sopra il portone principale, ma anche dalla memoria collettiva con moltissimi altri, testimoni o protagonisti di anni bui, ideologie aberranti e guerre ingiuste. Sapere chi fosse e perché gran parte dei suoi concittadini volle considerarlo un eroe e un modello, significa semplicemente restituire il diritto-dovere a una memoria comune. Quella che non ha colore né bandiera, non è proprietà o privilegio di nessuno perché tutti le apparteniamo. Giusto ottant’anni fa iniziava in Spagna una guerra che gli storici considerarono, per molti e non irrilevanti motivi, premessa alla Seconda guerra mondiale. Terminata nel marzo 1939, la precedette solo di qualche mese. L’Italia di Mussolini vi spese immani risorse in uomini, armamenti, denaro. Un’armata denominata genericamente CTV (Corpo Truppe Volontarie) per aggirare i trattati internazionali, composta da generali, ufficiali, soldati tra i 18 e i 60 anni partiti volontari con le più svariate motivazioni (idealismo, carriera, denaro, spirito d’avventura…), affiancò Francisco Franco e i suoi alleati nazisti nella prima e più sanguinosa guerra civile del ‘900. Si arrivò a 72.000 uomini impegnati su tutti i fronti, decisivi con alcune vittorie per l’affermazione del Franchismo. Caddero sui campi di battaglia e rimasero nei cimiteri di Spagna 3.819 fascisti italiani dell’Esercito e della Milizia. Su loro calò il silenzio nel giro di pochi anni. Ne scomparve ogni traccia, dai monumenti come dai libri di storia. La provincia di Macerata fornì in tutto 186 volontari, con 13 caduti. Due di questi erano tolentinati: Marcello Muscolini, morto alla battaglia dell’Ebro nel marzo 1938, e Franco Luconi. «Chi era costui?». Perché partì volontario? Perché Tolentino volle dedicargli una delle opere

urbane più importanti? Quale fu la sua damnatio memoriae? Cercheremo in breve di rispondere a queste domande. Franco Luconi era nato il 24 dicembre 1911 da Attilio, falegname ebanista, e Adorna Ferranti, maestra molto stimata e battagliera. Dal padre ereditò la passione per la musica (suonava con profitto il clarinetto), il carattere gioviale, il gusto per gli scherzi e le allegre comitive. Dalla madre, donna di forte tempra morale e sincera credente, il culto del dovere, l’amore per lo studio, una fede vissuta intimamente. Il giovane praticava anche sport con eccellenti risultati, ma non trascurava gli studi.

contro «il furore rosso». Partito nel gennaio 1937, raggiunse Cadice e Siviglia, risalendo la penisola iberica e partecipando alle principali battaglie. Di lui riferirono che a Brihuega si era battuto «con valore, ardore, coraggio». Nel marzo 1937 fu a Guadalajara, lo scontro che vide drammaticamente per la prima volta italiani battersi su campi opposti. Scrissero: «Si è comportato esemplarmente per ordine, spirito di sacrificio, disprezzo del pericolo». Durante la campagna del nord per la conquista di Santander, a Virtus venne colpito al capo da una scheggia di granata il 14 agosto 1937. Morì all’istante.

un gran numero di cittadini. Da quel momento, il nome di Franco Luconi campeggiò sulla facciata principale, contornato da fasci littori. Ma non vi restò per molto. Con la caduta del fascismo, il 25 luglio 1943 segnò lo spartiacque tra il passato e il futuro, seguìto da venti mesi di tragedie. Scomparve, con i simboli del regime, la memoria di quanti avevano legato ad esso le loro scelte, identificati con le macerie morali e materiali che aveva lasciato dietro di sé. Stessa sorte di tanti altri, soprattutto coloro che più ne avevano incarnato miti, idee, valori, toccò anche a Luconi. A viverne il ricordo con pudore, riserbo e rispetto rimasero, con la sorella Fernanda, soltanto i genitori.

Si diplomò maestro a San Ginesio nel 1933, insegnò per qualche tempo, poi s’iscrisse al corso Ufficiali di Fano. L’influsso materno, la propaganda ecclesiastica e quella di regime formarono nella sua personale Weltanschauung (“visione del mondo”) una sintesi tra amor di Patria e spirito di missione, influendo sulla scelta di arruolarsi volontario per la Spagna con determinazione e consapevolezza. Si sentì convintamente parte di un’impresa il cui scopo era insieme ideologico e religioso. Nelle sue lettere parla di «Santa Crociata per il Fascismo e la Chiesa», di «guerra antibolscevica ingaggiata dalle nazioni fasciste» per la civiltà

A Tolentino divenne immediatamente l’EROE: giovane, idealista, educatore, caduto per una nobile causa contro la «tirannìa rossa». Il fascismo volle esaltarlo come «esempio per la scuola e le future generazioni», per «tramandare al futuro il volontario eroismo dell’insegnante». Nel 1937 fu insignito di Medaglia d’Argento al Valor Militare. Nel 1938 il Comune deliberò di intitolargli il Villaggio Scolastico in via di completamento. Il 28 ottobre 1939 venne solennemente inaugurato il nuovo edificio, sede delle scuole elementari cittadine. La cerimonia fu imponente. Vi intervennero le più alte cariche politiche, religiose, militari del territorio, rappresentanze scolastiche, organizzazioni di regime, scolaresche, con

Ciascuno a suo modo: la madre, in un lutto composto e intimo consumato fino agli ultimi giorni; il padre, mai tiepido col fascismo, nel risentimento verso tanti suoi coetanei dell’armiamoci e parti-te, tra i primi a prenderne le distanze. Il resto lo avrebbero fatto i posteri, distratti e confusi; la natura che assottiglia i sopravvissuti; la distanza degli anni, complice subdola e ruffiana dell’oblìo. Il tempo degli umani condanna prima o poi alla polvere e al silenzio molti di coloro che prima aveva posto sugli altari, sostituendoli con altri e altri ancora. «…E più di lor non si ragiona»: almeno in questo, le storie degli eroi si assomigliano un po’ tutte. Sbagliate o no.

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FIBROSCAN: UN NUOVO ESAME NON INVASIVO PER MISURARE LA SALUTE DEL FEGATO Controllare la salute del fegato con un esame indolore, non invasivo e che consente diagnosi precoci oggi è possibile grazie a una nuova metodica francese, detta Fibroscan o Elastografia epatica (con tecnica share wave). Gli scorretti stili di vita, soprattutto in campo alimentare, possono favorire lo sviluppo di malattie metaboliche quali diabete, ipercolesterolomia ed ipertrigliceridemia che spesso sono campanelli d’allarme per patologie non solo del cuore, ma anche del fegato. Molto importante, quindi, è fare diagnosi accurate e precoci. Da oggi, grazie strumenti quali il Fibroscan,I pazienti hanno a disposizione un “alleato” prezioso. L’esame permette di tenere sotto controllo l’evoluzione di alcune malattie del fegato, tra cui l’epatite B, l’epatite C, senza bisogno di ricorrere al prelievo bioptico di parte del tessuto dell’organo (che comunque rimane il Gold Standard). L’esame, infatti, è molto meno invasivo del tradizionale prelievo di tessuto e per l’attrezzatura che sfrutta, ricorda un po’ l’ecografia.

Si tratta di un’apparecchiatura dotata di una sonda, che viene appoggiata sull’addome superiore in corrispondenza del lobo destro del fegato. Questa sonda emette una vibrazione meccanica che viaggia all’interno del fegato con una velocità diversa a seconda che l’organo sia sano o che ci siano fibrosi e/o cirrosi, che rendono più duri i tessuti. La sonda è collegata a un computer che calcola la velocità cui le vibrazioni meccaniche raggiungono il fegato e le traduce in un numero, che indica lo stato di salute del fegato.scritto L’esame può essere prescritto a qualsiasi malato che soffre di una malattia del fegato che comporta un rischio di fibrosi e di cirrosi. In genere deve essere ripetuto 1-2 volte l’anno e, in un prossimo futuro, diventerà l’esame di routine per chi soffre di una malattia del fegato.

Inoltre è in grado di misurare la stadiazione della fibrosi epatica, di fondamentale importanza per definire la prognosi e indirizzare le scelte terapeutiche nei pazienti con epatite cronica. Per le sue caratteristiche, dunque, il Fibroscan con tecnica “share wave” , è particolarmente utile per un monitoraggio nel tempo delle malattie epatiche, della loro evoluzione e della risposta al trattamento.

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Istituto Comprensivo “Don Bosco”: LA NOSTRA SCUOLA E’ APERTA …PER FERIE!

come trascorrere divertendosi i primi giorni dell’estate Il nostro Istituto, come ogni anno, offre a ragazzi e ragazze l’opportunità di poter continuare a frequentare gli spazi scolastici, dopo la fine delle lezioni, per sperimentare attività ludico-formative. Gli alunni delle classi quinte delle Scuole Primarie dei tre plessi dell’Istituto, “G. Bezzi”, “Don Bosco” e “A. Grandi”, e delle classi prime della Scuola Secondaria di I grado “D. Alighieri” che parteciperanno a tale iniziativa, infatti, saranno impegnati nei locali e nel cortile della sede centrale in piazza Don Bosco in attività manipolative e di espressività corporea, in giochi psicomotori e pet therapy, in laboratori di cucina e ceramica, in lavori di orto e di giardinaggio. Sarà un’esperienza entusiasmante tornare a scuola ogni mattina per ritrovarsi insieme e divertirsi cimentandosi in tante attività nuove, piacevoli ed interessanti. La gestione delle giornate,

l’assistenza e la conduzione dei gruppi sarà affidata agli stessi insegnanti e a personale qualificato che cureranno la buona riuscita dell’esperienza, come già accaduto nelle precedenti edizioni durante le quali i partecipanti hanno dimostrato notevole apprezzamento. Non mancherà il pranzo finale che si svolgerà in allegria insieme a tanti graditi ospiti. È il caso di augurare buon divertimento a tutti nella nostra Scuola aperta per ferie! Vi aspettiamo!

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SALTA LA FUSIONE PER INCORPORAZIONE DI CAMPOROTONDO AL COMUNE DI TOLENTINO Obiettivo Trasparenza di Carla Passacantando

“Questo matrimonio non s’ha da fare” scriveva Alessandro Manzoni nei Promessi sposi. Salta la fusione per incorporazione di Camporotondo di Fiastrone nel comune di Tolentino. L’operazione, avviata qualche mese fa con grande urgenza, è stata sospesa. Lo ha comunicato nell’ultimo Consiglio comunale il sindaco Giu-

e’ mancata un’unanime condivisione seppe Pezzanesi leggendo una lettera inviata dal primo cittadino di Camporotondo di Fiastrone, Emanuele Tondi. Tondi non avendo avuto più notizie, da oltre due mesi, dal comune di Tolentino ha invitato Pezzanesi a soprassedere sulla fusione per incorporazione. «La proposta di fusione del comune di Camporotondo di Fiastrone – afferma Tondi - in quello di Tolentino necessita di un’ampia se non unanime condivisione da

parte delle forze politiche di Tolentino». Nessun referendum ci sarà per ora a riguardo. Si è aperta nel frattempo una costruttiva e concreta discussione nel territorio per una fusione dei cinque comuni, Belforte del Chienti, Serrapetrona, Cessapalombo, Caldarola, Camportondo di Fiastrone. I rappresentanti di quest’ultimo comune hanno partecipato a diversi incontri in merito.

IL COMITATO “NO AL NUOVO PIANO PARCHEGGI” DIFFIDA L’AMMINISTRAZIONE

apertura verso l’ASSM per la gestione delle soste Il comitato “No al nuovo piano parcheggi” continua la sua attività per ottenere il ritiro del bando, da parte del comune, che affiderà per 25 anni la gestione dei parcheggi ad un privato. Per il comitato ciò penalizza cittadini ed attività commerciali del centro storico, ma aggrava anche una situazione già critica dovuta ad anni di crisi economica. Il comitato ha così presentato una diffida nei confronti del sindaco, segretario comunale, assessori ed uffici tecnici preposti, che è stata protocollata in comune proprio in questi giorni «in maniera – secondo il comitato - che eventuali danni alle casse comunali, prodotti da questo assurdo piano parcheggi, verranno fatti ricadere in prima persona sui soggetti diffidati, che pagheranno di tasca loro». Dopo le modifiche apportate nel Consiglio comunale dello scorso 16 maggio con più forza il comitato invita l’Amministrazione comunale a ritirare il bando e tutt’al più a riformularlo ex novo rispettando le normative vigenti anche in tema di anticorruzione della recente legge Cantone. «L’introduzione della sospensiva di dieci giorni a favore dell’Assm – per il comitato - potrebbe inoltre dare il via a una serie di ricorsi al Tar da parte dei potenziali partecipanti. Senza contare che resta da definire il pagamento della Tosap da parte del futuro gestore: l’esonero deciso ad oggi potrebbe configurare un danno erariale ai danni del comune». La diffida è stata sottoscritta da Alessandro Saracchini, Daniele Crudeli e Fabrizio Coccia. All’inizio il comitato pensava di far firmare l’atto ai cittadini e sono stati 483 i tolentinati che lo hanno fatto, ma poi per problemi di tempo ed altro si è deciso di soprassedere a riguardo. Alla fine il documento è stato sottoscritto da tre persone, dai responsabili del comitato. Oggetto dell’atto sono due delibere di Consiglio comunale, la n.31 dell’11/04/2016 e la n.35 del 16/05/2016. Ed in merito si invita l’Amministrazione comunale a non dar seguito a quanto previsto in entrambi gli atti consiliari ed ai conse-

guenti, a ritirare cioè il bando relativo all’affidamento in concessione dei parcheggi a pagamento. Allo stesso tempo i sottoscrittori si riservano la facoltà di evidenziare l’intera procedura relativa alla questione soste alle magistrature ordinarie e contabili. «Nel frattempo continuiamo con la raccolta firme – afferma Alessandro Saracchini – non avendo una sede ci spostiamo per la città in base alle richieste di chi vuole aderire. Prevediamo, inoltre, di organizzare altre iniziative». Da parte dell’Amministrazione comunale, in base a quanto emerso nell’assise consiliare dello scorso 16 maggio, il progetto parcheggi va avanti con qualche modifica e con l’apertura verso l’Assm per la gestione delle soste. L’ente secondo le dichiarazioni del sindaco Giuseppe Pezzanesi in Consiglio comunale, all’inizio del quale Mauro Sclavi si è dimesso da presidente dell’assise per entrare a far parte del gruppo misto, sta valutando la possibilità di accedere ai finanziamenti necessari per l’operazione. L’Assn dovrà comunicare entro 10 giorni dalla scadenza del bando le sue intenzioni. Se saranno positive il bando sarà revocato. Le altre modifiche sono: la rettifica dell’orario della sosta a pagamento nella zona blu e rossa che rende gratuito il parcheggio dalle 12.30 alle 14.30; l’esonero al pagamento della tariffa nei parcheggi di San Catervo e Foro Boario per gli over 60 titolari di tessera Acli e Bocciofila; la concessione ai possessori di abbonamenti di so-

stare di giorno nei parcheggi Filzi, Foro Boario, Matteotti; la possibilità dell’abbonamento 0-24 per i parcheggi Filzi, Foro Boario, Matteotti a 40 euro al mese o 400 all’anno; la rettifica dell’esonero previsto dal pagamento dei tributi locali a favore del concessionario mantenendolo per la Tosap, ma non per la tari. Sta di fatto che nella medesima assise sono state respinte tutte le richieste portate in Consiglio comunale dal M5s e votate dal Pd e Sclavi cioè il referendum abrogativo della delibera dei parcheggi, il ritiro di quest’ultima e del bando. E’ stata una seduta alquanto animata. La discussione sul tema parcheggi è stata accompagnata da applausi e fischi da parte dei tanti cittadini presenti in assise. E non sono mancati battibecchi tra consiglieri ed il segretario comuna6

le. Tanta confusione quindi. La seduta, con le dimissioni di Sclavi, è stata diretta dal vice Marco Romagnoli del Pd. Alla fine sono rimasti inascoltati gli appelli del M5s e Pd di ritirare il bando. Gian Mario Mercorelli ha risollevato i tanti dubbi riguardo al nuovo progetto. I consiglieri del Pd, Bruno Prugni e Loredana Ricci, hanno sottolineato che sul parcheggio Matteotti non si può costruire la prevista palestra essendo la struttura vincolata dalla legge Tognoli e dai finanziamenti regionali che indicano la destinazione d’uso. A riguardo, invece, non ci sono problemi per il sindaco Giuseppe Pezzanesi. Prugni ha anche sottolineato che l’aggiudicatario del bando deciderà chi sarà il direttore dei lavori.



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IL FALLIMENTO DI PEZZANESI Il PD di Tolentino nella prima parte della consiliatura ha svolto un’opposizione di tipo istituzionale. Con senso di responsabilità si è voluto mettere alla prova l’operato della nuova amministrazione. Il tempo trascorso ed il modo di operare della Giunta Pezzanesi ci impongono di riprenderci il ruolo di protagonisti e di garantire alla prossima tornata elettorale un Sindaco ed un programma degno di Tolentino. Stiamo lavorando per offrire un’alternativa al disastro sociale ed economico fin qui raggiunto da Pezzanesi. La misera propaganda politica del Sindaco sa solo mistificare la realtà e nascondere sotto il tappeto i problemi. Costui continua a scaricare i propri fallimenti amministrativi sul PD, reo di non collaborare. Nonostante governi da quattro anni con una maggioranza consiliare schiacciante, il suo primo impegno (anche attraverso il sito ufficiale del Comune di Tolentino) è quello di denigrare, anche sul piano personale, gli avversari politici e tutti quelli che si permettono di non condividere le sue idee (vicenda Asilo Green, Piano Parcheggi, Fusione con Camporotondo, ecc). Non si può essere né collaborativi né propositivi con chi tratta la cosa pubblica come un bene personale, da usare a colpi di maggioranza e senza un minimo di confronto democratico. Su tutti i grandi temi questa amministrazione ha saputo solo fallire. TEATRO VACCAJ La prima fase della ricostruzione doveva essere completata nell’estate del 2012. Hanno raccontato che sarebbero ripresi i lavori del 2° stralcio per 300 mila euro su circa 4 milioni necessari al completa-

mento. I lavori sono in ritardo clamoroso, ma non si ha notizia né di penali nei confronti dei responsabili né di rescissione del contratto con l’impresa. E’ trapelato che, ora all’improvviso, c’è la disponibilità dell’intera somma necessaria al completamento. Pezzanesi ha smentito se stesso. Nei fatti, come abbiamo sempre sostenuto, la disponibilità di cassa (ovvero soldi liquidi e disponibili) c’è sempre stata; non si poteva utilizzare per il patto di stabilità e non perché “smarrita” dalla precedente amministrazione. La verità sta finalmente emergendo. Le menzogne volutamente espresse sui fondi del Vaccaj sono state miseramente scoperte. ASILO GREEN Si è ipotizzata la vendita di un’area verde e di un asilo ancora in buonissime condizioni e soprattutto a norma antisismica, per fare spazio ad un nuovo centro commerciale (per dimensioni superiore alla coop). Nonostante la raccolta di ben 4000 firme di cittadini contrari a tale progetto si vuole proseguire su tale intento e vengono anche offesi i firmatari, colpevoli, a detta del Sindaco, di non aver capito quello che firmavano! E’ bene leggere la sentenza del TAR che ha rigettato il ricorso del comitato: il principale motivo del rigetto si rinviene nella circostanza data dal fatto che, essendo andata deserta la gara, non si è prodotto alcun danno alla collettività. Una nuova gara dovrà attenersi alle indicazioni dei giudici amministrativi. Indire una nuova gara, però, significa sfidare l’intera città e smentire se stessi visto che la giunta Pezzanesi ha individuato il Green come asilo nido di riferimento mentre il Cucciolo esclusivamente per il servizio ad ore. TASSE

Tolentino ha raggiunto un poco invidiabile primato in provincia, quello delle tasse più alte di tutti. Ci si vanta di aver finalmente sistemato il bilancio comunale. Non è così. Sono stati soltanto dilazionati i mutui (con un maggiore incremento di oltre 10 milioni di euro senza nessuna ulteriore nuova opera) e si sono aumentate tutte le tasse possibili al massimo: TARI, IMU, TASI, buoni pasto, luci votive ed, infine, l’aumento delle tariffe dei parcheggi ed il numero dei posti auto a pagamento.

mento superficiale e senza ritenere utile e necessario coinvolgere le minoranze e la cittadinanza. A Tolentino tutti ricordano la brutta figura del Sindaco Pezzanesi che pensava di poter modificare, con i soli voti della maggioranza, lo Statuto comunale (per la modifica dello Statuto occorrono i 2/3 dei Consiglieri). Nessuna responsabilità, invece, nel comportamento del Sindaco Tondi, che forse ha commesso il solo errore di fidarsi delle allettanti promesse del Sindaco Pezzanesi.

PARCHEGGI Il nuovo piano prevede l’estensione del pagamento da 510 a 1461 stalli di sosta nel centro urbano di cui oltre 450 (i cosiddetti parcheggi di cintura) 24/24 ore tutto l’anno: a livello economico un bagno di sangue per i cittadini tolentinati ed il miglior modo per far morire il centro della città. Contro tale insano e devastante progetto il Partito Democratico ha presentato due esposti al Presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, evidenziando le illegittimità dei bandi di gara. Il tempo passa e dall’amministrazione non si hanno più notizie. Che gli esposti abbiano spaventato qualcuno?

FUTURO Il Partito Democratico di Tolentino è pronto alle prossime sfide per il futuro, prima fra tutte quella di restituire la democrazia a questa città e quindi di tornare a vincere le prossime elezioni comunali. ll PD c’è e ci sarà da protagonista, insieme a quanti vorranno lavorare con noi per riunificare la città dopo gli scempi e le divisioni che questa amministrazione ha creato.

INCORPORAZIONE COMUNE DI CAMPOROTONDO DI FIASTRONE La mancata fusione che, secondo Pezzanesi avrebbe portato tanti euro a Tolentino, non si è fatta non per “l’opposizione strumentale delle minoranze” ma per macroscopici errori (politici e tecnici) dell’amministrazione. Il fallimento del progetto di incorporazione del Comune di Camporotondo con quello di Tolentino è esclusivamente da imputare alla superbia del Sindaco Pezzanesi, che ha affrontato la questione con un atteggia-

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La RIFORMA COSTITUZIONALE #bastaunsi L’altra battaglia che si propone alla città riguarda invece il referendum sulla riforma della Costituzione. Una riforma contrastata per pura contrapposizione politica. Occorre un ammodernamento dell’architettura istituzionale e legislativa: più velocità nell’approvazione delle leggi significa più velocità nel miglioramento della vita dei cittadini. Il PD di Tolentino fino ad ottobre sarà impegnato a far conoscere ed apprezzare la riforma, e sarà anche promotore della costituzione dei comitati per il SI. Per un futuro sicuro e per tutti #bastaunsi


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UN’AMMINISTRAZIONE IN STATO CONFUSIONALE Nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale il M5S ha presentato tre atti riguardanti il tanto discusso piano per l’affidamento della gestione dei parcheggi a un privato: la richiesta di un referendum che avrebbe permesso ai cittadini di scegliere sull’argomento, la richiesta di ritiro della delibera che ha dato il via al progetto a causa di alcune “incongruenze” della stessa e la richiesta di ritiro del bando a causa della mancata previsione del pagamento da parte del concessionario privato di TOSAP e TARI. Non solo ci era stata negata l’indizione di un Consiglio Comunale straordinario dedicato all’argomento (che avevamo richiesto nelle forme previste da regolamento), ma la maggioranza ha anche deciso di accorpare la discussione dei tre atti senza lasciarci il tempo di illustrarli a fondo bocciando, alla fine, tutte le nostre proposte. Il Sindaco si è poi prodotto in un colpo di teatro presentando un documento per modificare il bando con l’introduzione della TARI (ma non della TOSAP) e mettere una toppa, parziale, ad alcune delle anomalie che avevamo riscontrato. Pezzanesi ha definito “una vergogna” quello che è successo in Consiglio Comunale accusando le opposizioni di generare “bagarre” e “inficiare il lavoro in aula”. Forse i lavori in aula sarebbero più efficienti se l’Amministrazione cominciasse a presentare atti che non facciano acqua da tutte le parti. Il caso paradossale del documento

a sorpresa sui parcheggi è illuminante: è arrivato in aula tra lo stupore di tutti (maggioranza compresa) e non si sapeva cosa fosse. Prima è stato definito “un appunto”, poi si è cercato di farlo passare per un emendamento, poi per una deliberazione. Dopo nostri vari richiami al rispetto delle regole e un paio di riunioni urgenti dei capigruppo, la maggioranza ha realizzato che presentare all’ultimo minuto un documento secondo queste “interpretazioni” non era compatibile col regolamento del Consiglio Comunale e si è passati al considerarlo una mozione urgente. Insomma, un caos che fornisce la misura della totale confusione di idee di un’Amministrazione ormai costretta a rincorrere i propri errori finendo ogni volta per peggiorare quello che cerca di rattoppare. L’unica nota positiva è che tra le modifiche è stata introdotta una sorta di diritto di prelazione a favore dell’ASSM. Si, proprio quell’ASSM che ha detta del Sindaco, fino a pochi giorni fa, non era in grado di gestire i parcheggi. Per rimanere in tema di “confusione di idee”, sembra che il progetto per la fusione tra Tolentino e Camporotondo sia stato rinviato o sia addirittura saltato e, secondo il Sindaco di Camporotondo Tondi, la causa sarebbe da individuare nella contrarietà delle opposizioni. Vogliamo ricordare a Tondi che il programma nazionale del M5S prevede, fin dal 2013, l’accorpamento dei Comuni con meno di 5.000 abitanti con l’obiettivo di diminuire

gli sprechi e di razionalizzare le risorse di piccole realtà che spesso da sole fanno fatica a far fronte alle necessità dei cittadini. Ma, per come era stata impostata, è complicato far rientrare l’incorporazione del Comune di Camporotondo in quello di Tolentino nella categoria delle “ottimizzazioni” e non in quella delle “furbate”. E’ vero che la fusione avrebbe sbloccato alcuni finanziamenti da parte dello Stato, ma è vero anche che il Comune di Tolentino avrebbe dovuto far fronte a una serie di impegni (trasporti pubblici, assistenza sociale, manutenzione, ecc.) su un territorio tutto sommato distante. I cittadini di Camporotondo una volta ottenuti i benefici degli investimenti promessi dal Comune di Tolentino e terminato il periodo per il quale avrebbero potuto mantenere i tributi e le tariffe dei servizi attuali, si sarebbero trovati a dividere con i Tolentinati il debito accumulato dall’Ente (circa 70.000.000 di euro) e la tassazione al massimo. Per non contare il fatto che anche il Sindaco Tondi ha dovuto, alla fine, confermare quanto il M5S aveva sostenuto da subito: i finanziamenti disponibili si sono rivelati molto minori di quelli che le due Amministrazioni Comunali hanno sbandierato ai cittadini e la maggior parte degli impegni presenti nell’accordo non erano legittimati da alcuna normativa, ma costituivano solo una dichiarazione di intenti politica e, in quanto tali, non sarebbero stati vincolanti e non avrebbero fornito alcuna garanzia. Il progetto messo in campo testimo-

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nia la distorta e limitata visione delle amministrazioni locali circa le fusioni: l’accorpamento ha senso tra piccole realtà omogenee tra loro, non con città molto più grandi. Secondo noi la fusione più naturale, sia dal punto di vista territoriale che da quello della similarità dei Comuni coinvolti, e che porterebbe nel lungo periodo sicuramente più benefici, sarebbe quella tra Camporotondo, Belforte del Chienti, Caldarola, Serrapetrona e Cessapalombo. A conferma dell’approssimazione con cui si è arrivati a predisporre la fusione c’è quanto accaduto in Consiglio Comunale: Il Sindaco ha portato a votazione una delibera ad hoc per modificare il regolamento comunale sui referendum e una seconda per indire il referendum consultivo necessario a far esprimere i cittadini. Delibere che erano palesemente in contrasto con quanto previsto dallo Statuto del Comune di Tolentino. Il M5S ha fatto rilevare le incongruenze e ha ottenuto che si riportassero a votazione, nel Consiglio successivo, delibere corrette. Come nel caso dei parcheggi, il M5S ha semplicemente preteso che venissero rispettate le regole, ma secondo il nostro Sindaco, questo significa “mettere i bastoni tra le ruote” e “non avere rispetto dei cittadini”. Detto da colui che è arrivato a “sbeffeggiare” la protesta dei Tolentinati che è sfociata in una manifestazione di piazza (evento unico negli ultimi decenni) è veramente il massimo del paradosso.


Grazie alla Fiducia delle persone e nella Vita: la storia di Alessandro Scenna COMUNICARE di Solidea Vitali

Tra un vento che sembra non finire più e un sole che cerca di riscaldare questa strana primavera, io e Alessandro ci sediamo su una panchina al parco. E chiacchieriamo, mi racconta la sua esperienza di vita, i suoi “credo” e parliamo del suo lavoro. 35 anni, originario di Milano, Alessandro è una persona sincera, tenace e lungimirante. Dopo dieci anni di esperienza lavorativa, accumulata tra Torino, Ravenna, alcune città dell’Abruzzo e Milano, decide di lasciare il nord Italia. Un trasferimento per certi versi forzato: la sua vita privata è ridotta a un numero pari allo zero. Alessandro deve ricominciare. «Ho scelto di ricominciare da me», mi dice. Arriva nelle Marche, soggiorna da un’amica a Porto Sant’Elpidio, e poi riesce a prendere una camera a Macerata. Il lavoro, quello stabile e fisso, non si trova, ma lui non si lascia frenare da questo ostacolo. Lavora nei call center e nei ristoranti come lavapiatti, si destreggia in piccoli e diversi impieghi pur di trovare la possibilità di vivere. E di realizzare i suoi sogni. Cattura la sua attenzione tutto ciò che è innovazione, moda, tendenze, creazioni e life style. Gli piace definirsi “visionario”, come persona capace, quindi, di anticipare il futuro, dettare strade, ma sempre con i piedi per

terra e la testa sulle spalle. Quando arriva a Tolentino, la sua situazione lavorativa non cambia. Sempre disposto ad accettare qualsiasi lavoro, inizia a focalizzare la sua idea di attività. Fa chiarezza sui suoi obiettivi, definisce il settore in cui vorrebbe esprimere le sue potenzialità, si basa sulla sua passione. E’ così che nasce “The Time Creator”, creatore del tempo. Un’attività diversa rispetto a quelle che conosciamo, una nuova e originale formula per offrire servizi. Alessandro, qual è il concetto di base di “The Time Creator”? «Oggi le persone hanno tantissimi impegni: familiari, lavorativi, sociali. La costante che si avverte è la mancanza di tempo. Da qui ho sviluppato la mia idea di attività. La mia missione è quella di sbrigare piccole o grandi commissioni, ad esempio andare a pagare le bollette, fare la spesa, le pulizie, assistere gli anziani. L’obiettivo è quello di creare il tempo alle persone, alleggerendole da impegni che, a volte, di tempo, ne richiedono molto». Tre anni fa, Alessandro avvia la sua attività aprendo una pagina Facebook. Nessun investimento, ma una connessione internet e tanta voglia di realizzare il suo obiettivo. «Ero solo e avevo una vita che comunque desideravo vivere. Nella mia famiglia d’origine, ho avuto un padre non presente e una madre che mi supportava solo con cose materiali. Sono molto legato a loro, ma quello

che ho ricevuto non era ciò di cui un figlio ha bisogno. Ogni rapporto dovrebbe sempre basarsi sull’affetto, sui sentimenti. Questi ti aiutano a crescere e ad affrontare la vita. Le cose materiali vengono dopo». Alessandro che non poteva e non voleva arrendersi, fonda “The Time Creator”, attività che offre servizi alla persona, nei più svariati campi: dagli eventi agli allestimenti, dalle commissioni al servizio baby sitter, dalle idee regalo al dog sitter. L’altra particolarità è che il prezzo lo determina il cliente. Di anno in anno amplia la tipologia di servizi, fino ad arrivare all’assistenza personale domiciliare o ospedaliera. Mi fa vedere l’attestato che ha conseguito con la Croce Rossa. E’ fiero, è un traguardo importante per chi s’impegna ogni giorno. «Per me non è un cliente o un paziente, è piuttosto un essere umano al quale vanno rivolte le giuste attenzioni, in modo naturale, usando il cuore», mi confida. E, dal portafoglio, estrae le foto ricordo di anziani che ha assistito e che ci hanno lasciato. Si commuove, dice che non si abitua alla loro assenza, li porta con sé. E questo lascia trasparire la sua indole sensibile e vera. Alessandro, dove si trova la forza per reagire a una vita che presenta problemi? «Nella vita stessa. So cosa vuol dire non avere cibo da mangiare e toccare con mano la povertà. Sono arrivato a vendermi anche l’oro più caro e più bello che ave-

vo. Nella vita devi sperimentare tutto, non dare niente per scontato, bisogna invece tentare e lottare per crearsi una strada. E’ necessario far forza su se stessi, sempre e comunque. Quando si presenta un ostacolo, dobbiamo essere flessibili. La felicità è un secondo livello, prima viene la serenità interiore. I giovani devono credere in un sogno, trasformarlo in obiettivo e farlo diventare realtà. Tutti abbiamo questa possibilità, l’importante è fare le cose con il cuore» Alessandro, che incita a non fermarsi all’apparenza ma a guardare oltre alle persone, che ha trovato la fiducia della gente di Tolentino, punta sul ridare il tempo e sul valore umano. Prima e al di sopra di tutto. “Sii forte che nessuno ti sconfigga, nobile che nessuno ti umili, e te stesso che nessuno ti dimentichi”. Paulo Coelho

L’EX PARROCO DI SAN CATERVO E’ MONACO BENEDETTINO dom Frediano Salvucci ha scritto un libro di catechesi Il religioso Frediano Salvucci, ex parroco di San Catervo di Tolentino, ora è un monaco benedettino. E’ dom Frediano Salvucci. La professione solenne è stata celebrata nei giorni scorsi all’Abbazia di Subiaco, comune in provincia di Roma ed è stata presieduta dal padre abate dom Mauro Meacci. Alla cerimonia hanno assistito parenti ed amici dell’ex parroco, alcuni giunti in pullman da Tolentino. I tolentinati dopo la funzione si sono fermati a pranzare e festeggiare con dom Frediano ed hanno visitato il monastero Santa Scolastica dove l’abate vive e svolge la funzione di “foresterario” accogliendo pellegrini e turisti. Il religioso originario di Colmurano, nel 2010 ha lasciato la parrocchia tolentinate per abbracciare la vita di monaco a Subiaco «in modo da recuperare – dice - quella seconda dimensione della vita sacerdotale che aveva vissuto poco». Nel 2009, inoltre, ha conseguito il premio “Ponte del Diavolo” cittadino tolentinate dell’anno per aver contributo al restauro della concattedrale di San Catervo con le offerte dei fedeli. Nel periodo vissuto a Tolentino ha scritto un libro di catechesi, termi-

nato poi a Subiaco e pubblicato lo scorso settembre dall’editrice Centrostampaschio. Il volume, “Alle sorgenti del Cristianesimo. Itinerario di catechesi alla luce del racconto biblico”, è un testo che raccoglie e presenta tutti gli elementi essenziali della fede cristiana, sia la storia biblica con i suoi fatti e personaggi che le verità principali della fede e della morale. E’ diretto principalmente ai catechisti come aiuto alla loro formazione, ma forse può essere utile anche a chi personalmente è alla ricerca del senso della vita. Cerchiamo di approfonfire il contenuto del testo con l’amico dom Frediano Salvucci. Come mai ha voluto scrivere un catechismo quando già esistono molti testi e sussidi di catechesi? «Quando mi trovavo in parrocchia e dovevo programmare dei corsi di catechesi per i ragazzi della cresima o per gli adulti non riuscivo mai a trovare qualche testo che fosse completo e allo stesso tempo facilmente comprensibile. In particolare nella catechesi degli ultimi decenni è mancato il racconto dei fatti della Storia della salvezza, il ricordo dei personaggi che hanno preceduto e seguito Gesù Cristo.

Negli ultimi Sinodi dei vescovi, quelli sulla famiglia, alcuni padri sinodali avevano chiesto dei corsi di catechesi biblica: questo potrebbe essere un modesto esempio, anche se con i suoi limiti». Un libro di 360 pagine non potrebbe risultare pesante per un normale lettore? «Il genere del libro certamente non è per essere letto tutto d’un fiato, come un romanzo, ma per essere meditato un po’ alla volta. E’ difficile leggere in un giorno più di una delle 45 unità che lo compongono. Tuttavia lo stile pratico e narrativo dovrebbe rendere gli argomenti trattati accettabili e anche piacevoli».

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Il testo è proposto dal movimento mariano “Regina dell’Amore”. Qual è il suo rapporto con tale movimento? «E’ stato da molti anni un rapporto di amicizia e di stima. In questo caso il direttivo del movimento ha acquistato i diritti di autore e propone il libro come testo di formazione per i suoi gruppi, presenti in vari paesi del mondo. La Diocesi di Vicenza ha già dato il “nulla osta” e si è già costituita una commissione che ne estrarrà di volta in volta i temi per gli incontri dei gruppi, accompagnati dai messaggi di Maria». Carla Passacantando


Francesca Torresi in Germania, ma con le Marche nel cuore Ilaria Gobbi Per la rubrica di questo mese, ho contattato una ragazza che non conoscevo molto bene. Lei è Francesca Torresi. Prima di intervistarla avevo solamente pochi ricordi sfocati; una ragazza bionda, solare, che da qualche tempo non avevo più incontrato in giro per le strade di Tolentino. Quando l’ho chiamata, mi aspettavo di sentire la voce di quella ragazza che avevo impressa nella mia memoria. Invece, al telefono mi ha risposto una donna sicura, dalla voce ferma e allo stesso tempo gentile. Ciao Francesca, io in realtà non so nulla di te. Raccontami la tua storia. «Volentieri! Io sono laureata in Lingue Straniere a Macerata, in verità, la mia non è una storia come quelle di molti ragazzi, che non trovando lavoro, decidono di espatriare. In realtà, un’azienda di Fermo mi prese a lavorare appena finita la triennale, facendomi da subito un contratto». Così, hai deciso di lasciare non solo gli affetti, ma anche un posto di lavoro sicuro? Scelta coraggiosa, ma quale è stato il motivo scatenante? «Proprio a lavoro, avendo studiato tedesco, ho iniziato a contattate fornitori in Germania e ho potuto perfezionare la lingua. Dopo un po’, ho deciso di partire per un placement universitario, ossia di lavorare per qualche mese all’estero, mentre stavo

completando la specialistica. La scelta di andare in Germania è venuta da sé. Quei mesi sono diventati anni, e come sai, ora vivo stabilmente a Monaco di Baviera». Quindi, hai cambiato vita per una tua aspirazione personale? «Assolutamente sì. Non mi mancava il lavoro e avevo anche una buona posizione, ma volevo formarmi a pieno. Dunque, avendo studiato lingue, mi sembrava quasi scontato dover provare la vita all’estero. Dopo l’esperienza universitaria fuori, mi sono data un mese di tempo per trovare lavoro a Monaco, altrimenti sarei ritornata in Italia, ma solo dopo 2 settimane di ricerca ho ricevuto un’altra offerta e l’ho afferrata al volo!» Attualmente quale ruolo ricopri? «Lavoro per un’azienda medica e mi occupo del commercio con la Svizzera dal 2013. Sono molto soddisfatta, più che altro per la condizione e i diritti che i lavoratori hanno in Germania rispetto all’Italia». Di sicuro un tema molto attuale. In Italia, sempre più spesso si parla di pensioni che forse non arriveranno mai per la nostra generazione. Quali differenze noti? «Quello della pensione è uno dei fattori, ma non è l’unico. In Germania abbiamo molte più ferie, perché si sta attenti al benessere psico-fisico del lavoratore. La mia azienda, ad esempio,

mi paga l’abbonamento in palestra, e una volta al mese, mette a disposizione un fisioterapista, qualora noi impiegati avessimo bisogno di farci massaggi, poiché passiamo molte ore seduti alla scrivania». Per me è fantascienza! Comunque, come è stato integrarsi in uno Stato che non ha un’alta considerazione dell’Italia? «Nel mio caso non è stato difficile, ho creato da subito una cerchia di amici del posto, ma forse perché sono una ragazza e perché parlavo la lingua già molto bene. Altrimenti, tanti italiani si lamentano del trattamento ricevuto da questo popolo molto più chiuso rispetto al nostro. Però, non ne faccio una colpa ai tedeschi, perché, essendo Monaco fin troppo cosmopolita, a volte è difficile convivere in armonia con altre culture». Cosa ti manca di casa tua, al di là degli affetti? «Il cibo tantissimo!» risponde senza esitare un secondo «Quando torno a casa chiedo a mia madre di farmi dei piatti specifici, perché a Monaco non trovo tutta la varietà di prodotti che abbiamo in Italia. Inoltre, mi manca il paesaggio variegato dei borghi marchigiani, ognuno con la propria caratteristica. In Germania, al contrario, l’architettura è uniforme nei vari paesini, quindi non crea quelle preziose differenze che rendono ricco il territorio». Ti faccio un’ultima richiesta,

se dovessi fare un appello ai giovani che vogliono partire ma non hanno coraggio, cosa diresti loro? «Io a casa avevo paura di tutto, anche di passeggiare da sola, ma quando sei fuori ti riscopri diversa, più forte in un certo senso. Non è stato facile, specialmente il primo anno, ma oggi sono soddisfatta di quello che ho fatto, sia personalmente, che professionalmente. Ai ragazzi/e voglio dire che io sono sempre a disposizione come supporto per chi volesse venire in Germania, ma dovete essere voi i primi a non piangervi addosso e a prendere in mano la situazione per partire. Consiglio a tutti di fare un’esperienza fuori e di provare la vita lontano da casa … a ritornare si fa sempre in tempo!».

di Pazzelli Letizia

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UN RAGIONEVOLE DUBBIO SU PARCHEGGI E NUOVA PALESTRA le considerazioni di Giuseppe Foglia Per scelta negli ultimi anni non ho più partecipato al dibattito politicoamministrativo, ma chiamato in causa sull’argomento Piano Parcheggi e proposta Palestra per i Licei, ringrazio Multinews per l’invito ad esporre il mio punto di vista. I miei sono spunti di riflessione in un processo di libera “Governance”, senza nessuna polemica perché ho sempre avuto massimo rispetto delle istituzioni e dei ruoli; da ex-sindaco che ha realizzato il Piano Urbano Parcheggi ed altre infrastrutture essenziali per la città ed oggi da semplice cittadino, orgoglioso di aver amministrato Tolentino, un invito a fermarsi a riflettere (to stop and think). La Storia. I tre ”Parcheggi di Cintura”, exForo-Boario, ex-Cinema-Europa (Matteotti) ed Osmani-Filzi facevano parte del Programma di intervento, ai sensi della legge 24/3/1989, n. 122, avviato dal Ministero per le aree urbane. Il Regolamento di Attuazione, Decr. 14/2/1990 n. 41, stabiliva la concessione di contributi a titolo di concorso statale nelle spese per la realizzazione dei parcheggi, privilegiando quelle strutture volte a favorire il decongestionamento dei centri urbani; determinava inoltre i criteri di priorita’ ai fini dell’ammissione e della misura del contributo, sulla base delle tipologie dei parcheggi e dei costi standard prefissati. Il Comune di Tolentino rientrò tra le dodici città delle Marche che ottennero un contributo pari al 90%

della rata dei mutui concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti per la realizzazione diretta da parte del comune. La spesa complessiva ammessa a contributo fu di 3,7 miliardi di Lire. La loro ubicazione fu studiata a ridosso della città storica e furono costruiti in quei punti proprio perché a servizio del Centro Storico e del suo intorno urbano. In particolare il Park Osmani-Filzi (con impianto di risalita) sarebbe stato a servizio della zona centrale di Piazza della Libertà, per la presenza degli uffici comunali, Giudici di Pace, Musei ed altro. Il Park ex Foro Boario destinato al movimento turistico organizzato (Bus) in funzione del Santuario di San Nicola, oltre alla sosta breve e quella lunga dei residenti. Il Park ex Cinema Europa (Matteotti) di riferimento per l’area direzionale di Piazzale Europa e zone limitrofe con Scuole e Banche. Riflessioni sulle attuali Proposte. La proposta di una “nuova Palestra sul Parcheggio Matteotti” ed il “ nuovo Piano Parcheggi” stanno su due piani di merito diversi: la prima è “un’Idea” per dare risposta ad una esigenza reale e ben vengano idee nuove per risolverla. Però perché l’Idea diventi Progetto deve passare attraverso uno studio di fattibilità e di compatibilità economica, un preliminare etc. Ad oggi la proposta è nella fase di valutazione di fattibilità. E’ per questo che mi permetto di fare le mie riflessioni nel merito della scelta. La prima considerazione è

legata alla fattibilità rispetto ai vincoli e norme vigenti. E’ vero che la L. 122/89, mentre per i parcheggi pertinenziali sancisce l’immodificabilità dell’esclusiva destinazione a parcheggio, per quelli pubblici nulla dice in merito. In questo caso però è da tener conto dell’iter procedurale della realizzazione dell’opera. Il Park Matteotti è stato realizzato come opera pubblica in variante al Piano regolatore su un’area privata con l’occupazione d’urgenza. Ha ottenuto un finanziamento a carico dello stato sulla base di una selezione regionale che prevedeva rigidi criteri di priorità come sopra descritto. Credo quindi che il finanziamento avesse un “Vincolo di destinazione” proprio per la sua peculiarità. Non ho potuto verificarlo negli atti dell’epoca e perciò la pongo come dubbio. La seconda è di merito ed è legata, fatta una valutazione di costi/benefici, alla opportunità di realizzare l’opera, perché costruire una palestra sopra un parcheggio a silos con quelle caratteristiche morfologiche presenta difficoltà e costi elevati (strutture, sicurezza etc.), non è il massimo per la sicurezza e ridimensiona il Park. Tutto questo per avere una Palestra “risicata”. Ecco un altro dubbio: non è forse meglio tornare alla soluzione del 2001(campi da tennis) che prevedeva una Palestra polivalente ed in grado di rispondere alle esigenze della scuola e delle associazioni sportive, con costi paragonabili e minori difficoltà? In merito al

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Piano parcheggi credo che esso non risponde ad una esigenza reale, ma è un mezzo per reperire fondi per lavori di manutenzione. E poiché penso anche che l’impostazione e il dimensionamento di fine anni ’90 sia ancora attuale, viste le scelte urbanistiche che hanno ridotto il traffico nel centro, fatta anche qui una valutazione economica, per Tolentino non conviene forse pagare una “imposta di scopo comunale” di circa 1.200.000 euro (a tanto assommano i lavori di manutenzione previsti per la città nel bando) piuttosto che vincolarsi per 25 anni? Concludo ribadendo che queste sono riflessioni a voce alta che vogliono insinuare un “Ragionevole dubbio” in coloro che debbono valutare le soluzioni invitandoli ad una rilettura della strategia con un occhio alle prospettive future.


VITA LUNGA, FIATO CORTO Verso Sera

dott. Franco Belluigi

Questa volta parliamo di cuore. Si tratta di un organo vitale del corpo umano, posto al centro del torace, in grado di “battere” (cioè contrarsi e rilasciarsi) per tutta la durata della nostra vita. L’attività cardiaca consente a tutti gli altri organi del corpo di svolgere le proprie funzioni , proprio per questo motivo l’immagine di un cuore pulsante (pensiamo all’ecografia in gravidanza) si identifica con la vita stessa. Nella cultura popolare si fa riferimento al cuore quando si parla di amore, coraggio, generosità. Per la medicina , meno poeticamente, il cuore è una “pompa” costituita da un particolare tipo di tessuto muscolare, sempre in attività, che rende possibile la circolazione del sangue del corpo umano. In particolare il sangue viene “pompato” dal cuore verso gli organi periferici (ad esempio: i muscoli) attraverso le arterie e ritorna al cuore mediante le vene. Col passare degli anni l’efficienza e le prestazioni di

questo incredibile “motore” che abbiamo nel torace, purtroppo, tendono a diminuire oppure a ridursi drasticamente quando il cuore si ammala. A questo punto banali atti della vita quotidiana come salire le scale, fare una passeggiata, o semplicemente alzarsi dalla poltrona per andare al bagno diventano difficili, se non impossibili da compiere …per mancanza di fiato. In termini medici si parla di dispnea da sforzo e scompenso cardiaco: il cuore non è più in grado di garantire un adeguato flusso di ossigeno agli organi periferici e l’organismo reagisce aumentando la frequenza degli atti respiratori. Mantenere una funzione cardiaca integra anche in età avanzata rappresenta una delle due condizioni indispensabili (l’altra è la lucidità mentale) per garantire al paziente anziano autonomia personale e buona qualità di vita. Se si escludono le cardiopatie congenite, presenti fin dalla nascita, i veri nemici del cuore sono l’ipertensione arteriosa, il diabete, il fumo, l’eccesso ponderale e la

mancanza di esercizio fisico. Nel corso della vita, se non adeguatamente trattati, questi fattori di rischio causeranno un progressivo danno al nostro cuore che potrà manifestarsi i maniera acuta e drammatica (infarto miocardico) o in modo graduale, ma comunque a prognosi infausta (scompenso cardiaco). La terapia medica prescritta ai pazienti affetti da diabete o ipertensione, come anche le raccomandazioni riguardo allo stile di vita (fumo, eccessi alimentari, sedentarietà), hanno proprio l’obiettivo di preservare la funzione cardiaca e permettere così al paziente anziano di vivere senza la quotidiana e frustrante esperienza del “fiato corto”, responsabile di progressive rinunce e ritiro sociale. A proposito di terapie, i farmaci usati per la cura delle malattie cardiovascolari sono numerosi e richiedono un costante impegno da parte del medico e del paziente per monitorare benefici e effetti collaterali, invece, per quanto riguarda i consigli sullo stile di vita, questi sono semplici ma difficili da seguire: smettere di fumare è complicato a tutte le età, a tavola,

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come dicevo l’altra volta, si può allegramente continuare ad esagerare in barba al tempo che passa e, infine, un adulto pigro raramente diventa anziano sportivo … In questi ultimi anni, tuttavia, l’importanza dell’attività fisica per il mantenimento della salute è divenuto un principio riconosciuto in ogni settore della società, si moltiplicano quindi le offerte di corsi di “ginnastica per la terza età”. Ovviamente tutto questo va benissimo, a patto di non inserire un elemento di stress (altro nemico del cuore) nella giornata del nostro paziente anziano, ma dinamico, che, tra corse dietro i nipotini, allenamenti in palestra e magari gare di ballo, rischia di strafare. A volte può bastare un passeggiata quotidiana in compagnia … e il cuore ringrazierà. Loris Paolucci (Medico di Medicina Generale Tolentino. Specialista in Gastroenterologia e Igiene e Medicina Preventiva. Medico Tutor del Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale della Regione Marche).


DA PICCOLO OSPEDALE A STRUTTURA DI COMUNITA’

l’opinione di Maria Rita Mazzoccanti, direttore sanitario degli ospedali di Macerata, Tolentino e Treia La scelta organizzativa rappresentata dall’Ospedale di comunità risponde alla esigenza di un radicale cambiamento del quadro epidemiologico, demografico e tecnologico degli ultimi decenni, sempre meno concentrato sull’area ospedaliera e sempre più orientata al rafforzamento di quella territoriale. L’Ospedale di comunità si colloca come anello di congiunzione fra la realtà ospedaliera e quella territoriale rappresentando un nuovo nodo della rete dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria che va pertanto ad integrarsi con gli altri servizi territoriali. L’ospedale di comunità, la cui responsabilità igienico-organizzativa e gestionale fa capo al Distretto, non solo rappresenta un nuovo modello organizzativo, ma costituisce la tipologia di struttura a maggior valenza sanitaria territoriale rappresentando una integrazione tra le risorse presenti, sia professionali che strutturali, con livelli di assistenza modulari che attraverso il coinvolgimento dei medici di medicina generale/ pediatri di libera scelta, medici di continuità assistenziale, degli specialisti ambulatoriali, degli operatori infermieristici, sociali e riabilitativi realizza una rete di servizi integrati ambulatoriali, domiciliari e residenziali garantendo percorsi assistenziali completi alla popolazione. Esso rappresenta inoltre il luogo ove si sviluppano le cure primarie e le cure intermedie:

Le cure primarie costituiscono l’area nella quale sono comprese forme essenziali di assistenza sanitaria che sono basate su tecnologie di base e metodi pratici, scientificamente validi, accessibili a tutti gli individui. Le cure intermedie costituiscono l’area delle cure che si trovano a metà strada fra l’intensività assistenziale delle cure ospedaliere e l’estensività assistenziale per la cronicità garantita a domicilio o nelle strutture residenziali. L’accesso alla struttura avviene attraverso un front-office gestito con personale amministrativo e/o infermieristico che garantisce l’accoglienza e prima risposta al cittadino: valutazione, orientamento, accompagnamento verso i servizi sociali e sanitari di competenza per i bisogni semplici e avvio alla presa in carico per i bisogni complessi, informazioni, prenotazioni. I servizi che offre l’ospedale di comunità sono: • Ambulatori MMG/PLS; • Ambulatori visite specialistiche; • diagnostica per immagine: ecografie e radiografie; • ambulatorio infermieristico; • centro prelievi, • attivazione del servizio domiciliare; • accesso alla residenzialità Nella struttura di Tolentino sono previsti:

• 50 posti letto di Cure intermedie; •Presenza di un centro dialisi assistenza decentrata CAD; • Presenza di un mezzo di soccorso avanzato h24; • Presenza di un medico di continuità assistenziale; • Presenza delle seguenti attività specialistiche: dermatologia, psichiatria, cardiologia, otorinolaringoiatria, pediatria, diagnostica per immagini, nefrologia e dialisi, analgesia/terapia del dolore, chirurgia, oculistica, medicina, ostetricia/ginecologia, oncologia, fisiatria, urologia, percorso territoriale DCA. In particolare nella struttura di Tolentino a tutt’oggi oltre ad essere attivi gran parte dei servizi sopra citati troviamo realtà di alto livello qualitativo: • un centro delle ferite difficili (Hub dell’Asur) che lavora in rete con l’ambulatorio dermatologico, chirurgico e si avvale di infermieri specializzati, nutrizionisti, diabetologi e fisiatri; • il centro dialisi assistenza decentrata, struttura recentemente inaugurata, di 450 m2 con 16 postazioni disponibili; • l’ambulatorio oncologico che lavora a pieno regime e continuerà a garantire i controlli ambulatoriali, le terapie orali ed endovenose nei giorni in cui sarà presente l’anestesista; • l’ambulatorio della terapia del dolore due giorni alla settimana; • l’ ambulatorio per visite specialistiche cardiologiche tutte le mattine.

Questa nuova organizzazione che prevede l’integrazione funzionale tra strutture territoriali ed ospedaliere riveste un ruolo centrale in quanto le strutture territoriali svolgono un ruolo di filtro per il contenimento dei ricoveri ospedalieri inappropriati e organizzativo attraverso le dimissioni protette assicurando l’adeguata continuità dell’assistenza. Ci aspettiamo che l’ospedale di comunità diventi uno “strumento” in grado di dare risposte alla cronicità e ai bisogni socio- assistenziali, vecchi e nuovi, indotti anche dall’invecchiamento della popolazione e che valorizzi sia il territorio sia i medici di medicina generale/ pediatri di libera scelta che diventano i veri protagonisti delle cure ai pazienti.

INAUGURATO IL NUOVO REPARTO DI TERAPIA INTENSIVA ALLA FUTURAVET

la medicina interna del centro ospita strumenti sofisticati Nuovi servizi al centro di riferimento veterinario Futuravet di Tolentino avviato il 10 maggio 2014, a Largo 815. E’ stato recentemente inaugurato il nuovo reparto di terapia intensiva e pronto soccorso con lo staff del medico Giovanni Pavone. «C’è tutta una serie di pazienti – dice Giovanni Pavone - che, per la patologia di cui sono affetti, è a rischio di vita. Ecco, allora, che con il pronto soccorso, ma soprattutto con la terapia intensiva, cerchiamo di stabilizzare tutti i parametri vitali permettendo all’animale, cane o gatto, di superare tali fasi di difficoltà. E si utilizzano strumenti e farmaci particolari, ma a ciò si associa anche un monitoraggio continuo del paziente, di giorno e di notte. Le condizioni del paziente si possono aggravare rispetto a quando è entrato in clinica così bisogna monitorale la situazione per avere un trend che può essere in miglioramento o in peggioramento.» Il servizio di pronto soccorso del centro è aperto 24 su 24 ore per le emergenze. Difficilmente nel reparto una visita viene programmata. Grazie al personale si riesce a coprire per tutta la durata della giornata il pronto soccorso. E ci si arriva per traumi da incidente stradale dell’animale, cadute, problemi respiratori, cardiaci, oncologici, avvelenamento ed altre situazioni. La terapia intensiva è una grande passione per il medico Giovanni Pavone, nata nel periodo in cui era studente universitario di veterinaria. «E’ iniziata da una brutta esperienza – racconta – vissuta quando mi trovai di fronte a due cani avvelenati contemporaneamente. Dopo la scoperta dell’avvelenamento iniziammo a girare diversi ambulatori nel maceratese e nessun di questi riuscì a darmi un pronto soccorso e quindi a gestire tali casi così entrambi gli animali dopo un pò morirono. Da li è nata la mia grande passione per la terapia intensiva.» Alla Futuravet si da sempre una speranza ai proprietari dei cani ammalati, ma possono capitare quadri clinici talmente gravi. La decisione deve essere comune al medico ed al proprietario dell’animale. Al reparto medicina interna, diretto dal medico Laura Stizza, gli animali arrivano per appuntamento. «In tale reparto – afferma Laura Stizza - trattiamo casi di animali più stabili, per problemi ematologi, gastroenterici, renali, al fegato. Tramite la nostra documentazione più avanzata riusciamo a raggiungere diagnosi più appropriate. Da noi i proprietari degli animali si sentono molto più sicuri perché ci sono strumenti più sofisticati. Arrivano i casi più complicati che hanno girato tanti veterinari. Il proprietario deve essere disposto ad avere pazienza, serve tempo e denaro. Ogni anno poi è il caso di fare un test all’animale per vedere se ha malattie o meno. Riguardo poi l’avvelenamento dei cani bisogna come primo intervento cercare di farlo vomitare, ma è sempre meglio chiamare il veterinario». 14

il dottor Giovanni Pavone

la dottoressa Laura Stizza

FUTURAVET

Reperibili 24 ore su 24 -7/7

numero unico:

0733 96 19 37


IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE

Traguardo del mezzo secolo di vita raggiunto dell’A.T. Tolentino LO SPORT di Mario Sposetti

Se è vero che la vita inizia a cinquant’anni, posticipandola di circa due lustri come afferma una ricerca dell’Australian Institute of family studies, rispetto a quanto si diceva tempo addietro potremmo quindi giustamente confermare che l’associazione tennis Tolentino è proprio nel pieno dello splendore della propria capacità di essere fattore aggregante e stimolante anche per le nuove generazioni. E’ infatti trascorso mezzo secolo da quando tale società che in quel tempo era denominata Unione Sportiva Tolentino – Sezione Tennis, affiliatasi alla stessa Federazione Italiana Tennis, ha iniziato a svolgere la propria attività nella città di Tolentino. Al posto dei tre campi attuali di via Santini, chi aveva il privilegio in quel tempo di impugnare una racchetta, esclusivamente in legno, lo poteva fare giocando sull’unico campo disponibile in terra rossa di via Boccalini, nello stesso punto in cui oggi è sistemata la tribuna ospiti dello stadio Della Vittoria. I primi tre articoli del primo statuto datato 1966 recitano quanto segue: ”E’ costituita in Tolentino, in seno all’Unione Sportiva Tolentino, la Sezione Tennis alla quale può iscriversi chiunque.

Scopi della sezione sono: A) promuovere, sviluppare e tutelare, anche con finalità agonistiche, lo sport del tennis, a carattere dilettantistico, secondo le norme e gli scopi della Federazione Italiana Tennis; B) indire, all’uopo, manifestazioni sociali e tornei; C) coltivare i migliori rapporti con le altre Società sportive. Soci della Sezione possono essere tutti coloro che godono di diritti civili e politici e che siano in possesso di ogni altro requisito morale idoneo a rivestire la qualifica di socio e a collaborare al buon andamento della Sezione stessa.” Regole e vincoli che sono più che mai attuali e sinergici a distanza veramente di tanto e tanto tempo ma che però sono più che mai vivi e che dovrebbero essere anche da insegnamento e da monito per le attuali generazioni, che antepongono sempre più lo spirito dell’associazionismo e dell’integrazione collettiva a quella dell’individualismo del vivere appartati nel proprio mondo al cospetto di quelle che sono le più semplici regole del vivere quotidiano. Ben otto presidenti (dall’ Ing. Valerio Ceccarani all’attuale Roberto Lucentini) si sono alternati nel corso di questo primo cinquantesimo di vita, e l’associazione tolentinate guidata da un consiglio direttivo composto da ben sette membri guarda più che mai al futuro con l’obiettivo, non seconda-

rio, di poter quanto prima avere una nuova dislocazione più ampia e funzionale alle esigenze attuali. Anche quest’anno abbiamo abbondantemente superato la soglia dei duecento soci iscritti – ci riferisce con estremo orgoglio e piacere l’attuale presidente Roberto Lucentini – a livello agonistico abbiamo l’opportunità di poter schierare ben undici squadre a partire dall’under 14 e per finire con gli over 45. Il nostro impegno quotidiano è quello di poter fare in modo che il circolo tennis possa più che mai essere competitivo e vivo sotto ogni punto di vista. Per ben 36 anni consecutivi, dal 1978 fino al 2014, nella seconda parte del mese di giugno abbiamo potuto organizzare il torneo “Città di Tolentino” riversato alle varie categorie di giovani under, ai non classificati ed alle categorie superiori. Il mio auspicio, e soprattutto del futuro presidente che mi

avvicenderà nei prossimi mesi , è quello di poter riproporre tale evento magari in uno scenario diverso e più consono alle aspettative di tutti coloro che giorno dopo giorno con immensa passione e dedizione frequentano con assiduità il nostro circolo tennis”.

ABITO BENEFICO NEL RICORDO DELLA SORELLA a farlo realizzare è stata Monica Munafò di Carla Passacantando

Fa realizzare un abito da sposa da un atelier tolentinate, CM Creazioni, con un modello disegnato dalla sorella deceduta qualche anno fa per una malattia. Ora l’abito nuziale è in vendita ed il ricavato verrà devoluto in beneficenza all’Associazione italiana per la lotta alle sindromi atassiche, Aisa, Marche. Il progetto è stato avviato da Monica Munafò di Tolentino, presidente e fondatrice nel 2009, insieme ad altri volontari, dell’Aisa regionale. La tolentinate sta portando avanti l’iniziativa in ricordo della sorella Daniela, scomparsa nel 2012, all’età di 42 anni. Era affetta da sindrome atassica, malattia comparsa quando la donna aveva solo 15 anni. «Daniela – ricorda Monica Munafò - conseguì il diploma di “Modellista sviluppatrice capi classici e fantasia femminili” nel 1990 all’Istituto Callegari di Ancona. Aveva già i sintomi dell’atassia. Era solare, amava la vita ed il bello, era molto discreta e sensibile. Le sue grandi passioni erano disegnare e creare. Finché ha potuto, ha ideato modelli di abiti da sposa e pret-àporter». E ne ha disegnati molti. «Ho impiegato un anno – continua - per concretizzare l’iniziativa, ma alla fine ce

l’ho fatta. Il desiderio di mia sorella si è concretizzato. Il tutto è iniziato quando nel rimettere a posto gli oggetti di Daniela ho trovato i diversi modelli di abiti creati da lei. A quel punto ho pensato di utilizzarli per qualche iniziativa benefica a favore dell’Aisa Marche. Ecco, allora, che ho inviato un’e-mail a diverse ed importanti sartorie di abiti da sposa marchigiane per illustrare il progetto. Mi ha risposto solamente la Cm creazioni di Tolentino che ha poi fissato un appuntamento. Sono andata nell’atelier ed ho incontrato Grazia Maggiori. Ho portato diversi modelli e ne è stato scelto uno, l’abito nuziale Dàila. Il vestito dal color avorio con tanto di strascico, dallo stile principesco e fascino intramontabile, è stato realizzato». Ora si attendono le spose per indossarlo nel giorno più importante della loro vita, al matrimonio. «Aiutatemi a far volare il desiderio di Daniela». Monica lancia l’appello affinché le future spose possano innamorarsi dello splendido vestito. Il ricavato della vendita andrà a favore all’Aisa Marche, con sede a Tolentino, che attraverso le donazioni può sostenere la ricerca scientifica, le attività e i progetti della onlus.

L’associazione opera nel campo del volontariato sociale e sanitario, svolge attività di promozione ed informazione sulla prevenzione, presta sostegno a pazienti atassici, alle famiglie, ai disabili. Le persone affette da sindrome atassica, malattia rara ed incurabile, perdono gradualmente la capacità di coordinare i movimenti, fino a diventare, completamente dipendenti. Ne sono circa 5mila solo in Italia. Per informazioni: telefono 393 2090458 Presidente A.I.S.A. MARCHE ONLUS Monica Munafò A.i.s.a. Marche Onlus Sede Legale: Via Martin Luther King 35 62029 Tolentino (MC) Codice Fiscale: 93121430420 C.C.P.: 98286933 Tel: 393.2090458 e-mail: sez.marche@atassia.it www.atassia.it Facebook:atassiaaisamarche Iban: T04L0760113500000098286933

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IO CITTADINO

Il progetto DEFIBRILLA-SCUOLA ha portato all’acquisto di 2 defibrillatori per l’istituto comprensivo LUCATELLI di Tolentino. Progetto che consisteva in una raccolta fondi tra genitori di alunni, docenti e personale scolastico delle 3 scuole Lucatelli, King e Rodari. Ho avuto l’idea di acquistarli dopo aver frequentato un corso di primo soccorso, che evidenziava l’importanza di un intervento nei primissimi minuti dall’arresto cardiaco.

Perché DEFIBRILLA-SCUOLA? Certo, per dotare la scuola dei nostri figli di un defibrillatore semiautomatico (DAE). Ma si nasconde un altro significato in questo nome. L’intento di quest’iniziativa era anche di dare una “scossa”, metaforicamente parlando, a docenti, genitori e personale scolastico sul tema prevenzione. [...] I due DAE sono stati ufficialmente consegnati mercoledì 18 maggio all’Istituto comprensivo Lucatelli di Tolentino alla presenza della Dirigente scolastica dott.ssa Mara Amico, e saranno da subito posizionati nei Plessi King/Rodari e Lucatelli. In breve si procederà alla formazione degli insegnanti e dello stesso personale delle strutture, inoltre le due scuole saranno segnalate anche presso il 118 come presidi DAE.

Samuel Bacaloni

In questi giorni in cui il profumo dei tigli (che qualcuno verrebbe tagliare) invade la nostra città qualcosa ha suscitato la mia curiosità: una siepe intermezzata da esili e minuscoli oleandri lasciati alti, non potati. Secondo me sono molto brutti da vedere e non ho potuto fare a meno di domandarmi a cosa serva aver lasciato qualche povero alberello spelacchiato qua e là in mezzo a una siepe così bassa. Questo accade intorno a Palazzo Europa. Di chi sarà stata mai questa “fantastica idea?

(lettera firmata)

AIUTARE UN GIOVANE A PARTIRE Padre Gabriele Pedicino, agostiniano di San Nicola, insieme a trentatré giovani di Tolentino si prepara a partire per Cracovia dal 24 al 31 luglio 2016 per la Giornata Mondiale dei Giovani in cui ragazzi di tutto il mondo si radunano per incontrare e ascoltare Papa Francesco. Da tempo la Comunità agostiniana e le parrocchie si sono attivate per recuperare fondi così da permettere a tutti coloro che lo desideravano di partecipare. Se qualcuno volesse in qualche modo contribuire per “aiutare un giovane a partire” può rivolgersi a padre Gabriele o effettuare un bonifico sul conto: Santuario San Nicola. IBAN: IT47F0605569200000000017579

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