Multiradio Press News Maggio 2019

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di Carla Passacantando

Proseguiamo il nostro viaggio nel mondo dell’imprenditoria. Per questo numero varchiamo i confini cittadini per fare tappa a San Severino Marche dove incontriamo il tolentinate Silvano Lucentini, fondatore della Novavetro, azienda che dal 1978 è leader in Italia nella lavorazione, trasformazione e commercio del vetro piano. segue...

editoriale

di Carla Passacantando

L’uomo si abitua a tutto. I tolentinati si sono abituati anche alla mancanza dell’ospedale. Doveva essere in parte demolito per poi essere ricostruito, ma ad oggi ancora niente. Sembrava tutto fatto, invece i tempi si allungano. Per ora è stato pubblicato il bando per individuare il professionista che realizzerà il progetto esecutivo del nuovo ospedale “Santissimo Salvatore”. Troppo tempo quindi bisognerà ancora attendere per ammirare il nuovo nosocomio. C’è rassegnazione e rabbia tra i cittadini. Bisogna augurarsi di non ammalarsi mai all’improvviso perché se accadesse occorrerebbe, per le cure, partire e raggiungere l’ospedale di Macerata o quello di Camerino. Le persone anziane vivono con il terrore di stare male e di dover andare fuori per curarsi. E tutto ciò è triste. Tolentino che non è un borgo, oltre alle scuole nuove, merita anche un ospedale perché ne ha bisogno. I partiti dicono la loro, ma l’ospedale “ferito” continua a rimanere in piedi ed ogni volta che lo guardi pensi ai bei tempi, quando nella struttura non mancava niente. Siamo così rimasti alle parole, i progetti ancora non ci sono, tra un po’ si svolgeranno le elezioni e niente sta cambiando. Buona lettura. MPN maggio 2019

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Anno XIII n. 5 - maggio 2019 - numero chiuso in redazione in data 8/5/2019 - PERIODICO EDITO DA MULTIRADIO - Autor. Trib. di Macerata n.466/07 del 23 Aprile 2007 - Dir. Resp. dott.ssa Carla Passacantando - Stampa: Tipografia San Giuseppe - www.multiradiopressnews.it - Tel. 0733 960241

SILVANO LUCENTINI: UN TOLENTINATE DOC!


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...segue dalla prima

L’imprenditore ci accoglie nei suoi uffici e, con grande entusiasmo ed ancora tanta voglia di fare per sviluppare le sue attività, ci racconta la storia della sua azienda che nel tempo gli ha dato tante soddisfazioni, facendo riferimento al passato ed al presente, ma puntando l’attenzione al futuro. Quando è nata l’azienda? «Avevo tredici anni quando ho iniziato a lavorare a San Severino Marche, nella ferramenta di mio zio Albino Ciarapica, nel centro storico, dove all’epoca erano occupati tre operai. E lì ho fatto i primi passi della mia carriera professionale. Nel 1965 ho acquisito la ferramenta e successivamente l’ho ampliata facendola diventare anche vetreria. L’attività nel tempo ha cominciato a crescere ed ho assunto nuovo personale. Lo spazio però ad un certo punto era troppo piccolo così ho dovuto trasferire l’azienda nella frazione Taccoli di San Severino Marche. Era il 1986. All’epoca ho creato la società Novavetro srl con quattro operai e l’azienda con gli anni si è andata sempre più sviluppando. Attualmente abbiamo 120 dipendenti e 15 sono occupati nello stabile del distaccamento di Bologna dove abbiamo il magazzino ed operiamo con alcune attività di commercio e trasformazione del vetro. Il sito emiliano, sede di un’azienda che stava chiudendo, lo abbiamo acquistato dieci anni fa per servire i nostri clienti del nord Italia. Recentemente abbiamo comprato anche lo stabile dell’ex Comal, in via Bruni di San Severino Marche, dove abbiamo allestito la produzione delle nuove linee per vetro di

grandi dimensioni: quella per il vetrocamera o “doppio vetro” per ogni tipo di infissi, quella con il processo di molatura che rende la lastra di vetro non tagliente, quella per il vetro temperato trattato con il calore per renderlo più forte e resistente alle alte temperature in modo tale che, quando si rompe, minimizza eventuali infortuni». L’azienda esporta all’estero? «La Novavetro, sinonimo di serietà e successo, serve quasi tutte le vetrerie d’Italia le quali poi esportano i nostri prodotti all’estero. Abbiamo così, dagli ultimi dieci anni, anche clienti francesi, svizzeri, belgi, americani e degli Emirati Arabi. La Novavetro ha da sempre investito in macchinari innovativi e personale per fare la differenza nei confronti di qualsiasi altra vetreria. Abbiamo macchine che sono solamente in Spagna e Germania. Ora stiamo cercando di aprire un nuovo stabilimento in America, in Pensilvania». Una scommessa vinta con la Novavetro quella di Silvano Lucentini che oggi ha trasferito la società ai figli Cristiano e Samuele. L’imprenditore continua, comunque, a scommettere ed a vincere. Silvano Lucentini ha aperto, qualche anno fa, il Blugallery con all’interno un Centro medico e una moderna piscina, considerata tra le migliori del centro Italia per gare sportive (pallanuoto, ecc.), a servizio del Comune e delle scuole. Il centro è un poliambulatorio medico privato dove è possibile usufruire di diverse prestazioni specialistiche. L’obiettivo è quello di fornire un servizio quanto più possibile completo e capace di soddi-

sfare le più diverse esigenze in campo diagnostico. E’ stata sicuramente una grande intuizione quella di creare il Centro Medico, un orgoglio per la città di San Severino Marche... «Oggi il Centro Medico Blugallery è un punto di riferimento qualificato nel settore. Dà un servizio anche per smaltire le liste di attesa. Alla competenza dello staff si affianca una dotazione tecnologica di ultima generazione. Per renderlo unico e di successo abbiamo investito molto in macchinari coinvolgendo anche medici professionisti di grande livello. Da poco tempo è disponibile una macchina per risonanza magnetica aperta e per Tac coronarie di ultima generazione, la più veloce al mondo, che dura meno di un battito del cuore e ciò permette di avere immagini ad altissima definizione con drastica riduzione del dosaggio di radiazioni. Il centro si caratterizza anche per l’alta professionalità del personale medico e degli operatori sanitari, sempre aggiornati e disponibili. Abbiamo

fatto una serie di investimenti seguendo la stessa politica attuata in passato per sviluppare sempre più la Novavetro». Quali cambiamenti farà al Centro Medico Blugallery? «Vogliamo che il centro diventi sempre più importante per le Marche e non solo. Vogliamo sempre più specializzarci per dare servizi puntuali e veloci in modo da andare incontro alle esigenze dei pazienti». Un grande imprenditore Silvano Lucentini, che ora vive con la famiglia a San Severino Marche, sempre pronto ad aiutare il prossimo senza dimenticare le sue origini tolentinati. Lucentini, infatti, ha realizzato “Il giardino d’inverno” all’Asp civica assistenza Tolentino, ex casa di riposo “Vincenzo Porcelli”. Silvano Lucentini ringrazia i figli, Cristiano e Samuele, per la vicinanza e per essere stati in grado di proseguire l’attività della Novavetro in totale autonomia, le nuore, Milena ed Emanuela, per la collaborazione che offrono al centro Blugallery.



MIO PADRE, DEMIURGO IN ORBACE Tolentino, 10 aprile 1956. Un Consiglio a maggioranza DC, affiancato da una minoranza socialcomunista con ex partigiani e militanti di vecchia data, intitola una via del centro storico a Pacifico Massi (1878-1942), Podestà fascista dal 1930 al 1939. Motivazione, votata all’unanimità: «Durante la sua amministrazione vennero eseguite numerose opere pubbliche che hanno contribuito notevolmente al progresso della città». Infatti, dopo l’intervento iniziato da Paolo Giacconi (1897-1927) tra il 1923 e il 1927, in soli nove anni Tolentino conobbe uno sviluppo edilizio e urbanistico senza precedenti. Ne ho parlato con Roberto Massi (1931-2012), suo ultimogenito. Carriera politica e amministrativa di grande prestigio: due volte Sindaco tra il 1965 e 1975; deputato DC nella VI Legislatura. Una serie di onoreficenze, incarichi, riconoscimenti praticamente illimitata. Inoltre: docente liceale e universitario, giornalista, autore di saggi storici. Soprattutto, memoria cittadina sterminata nutrita da profonda cultura. Chi vi scrive lo ricorda come un amico e prezioso maestro di umanità. Domande e risposte sul tema sono tratte da interviste-conversazioni raccolte dal 1994 al 2004. Un grazie particolare a Francesco Massi. Pacifico Massi ha rappresentato un’importantissima parentesi nel trasformare Tolentino in molti sensi. Come intendeva il suo ruolo di amministratore? Credo che negli ultimi cento anni due amministratori, pur tra i molti capaci che la città ha avuto, abbiano veramente lasciato un segno a Tolentino: Giovanni Benadduci e mio padre. Benadduci puntò per primo sull’in-

Pacifico Massi

di Enzo Calcaterra

Tolentino 1965. Il sindaco Roberto Massi (a destra) con l’Onorevole Aldo Moro

dustrializzazione e potenziò l’energia elettrica; mio padre trasformò un paesotto in una moderna cittadina. Certamente era sorretto da un amore smisurato per la sua città. Per dare un’idea, quando divenne Podestà, a Tolentino c’era un solo vigile; con il berretto e senza divisa. Ma prima c’era stato Paolo Giacconi, al quale venne intitolata nello

Roberto Massi

stesso anno un’altra via. Penso che Giacconi non si sia realizzato perché morto prematuramente. Secondo me, avevano molti punti in comune, un’ottica abbastanza simile pur con età diverse. Poi il destino ha escluso uno dei due e consentito all’altro di portare a termine i propri progetti. Tutto qui. Torniamo a suo padre. Come progetta e realizza la sua “città ideale”? Più che di “città ideale”, parlerei di un’ottica molto precisa entro la quale si collocano le sue scelte di amministratore. Pacifico è consapevole che Tolentino ha una posizione di privilegio guadagnata nell’industria e continua a lavorare su questo. Con i suoi interventi cerca di stimolare ancora di più la città nel suo orgoglio, di valorizzarne le risorse e portarle all’avanguardia. Una sorta di… demiurgo in orbace? In un certo senso. Ha plasmato la città, ma seguendo modelli che la sua storia e la sua comunità gli avevano indicato. Non un uomo solo al comando, dunque? Tutt’altro. Le opere sono state il frutto di un’ampia e convinta partecipazione dei tolentinati finalizzata al bene della città. Il regime fascista fece di questi interventi edilizi il suo fiore all’occhiello. C’è una sintonia tra Massi e

il regime di cui è espressione? Confrontiamo Tolentino e gli amministratori dei centri vicini. A distanza di anni, il fascismo non ha lasciato che pochi frammenti del loro passaggio e niente più. Qui Massi ha invece rappresentato e perseguito la visione globale di uno sviluppo in più direzioni: urbanistico, economico, culturale, turistico. Si potrebbe obiettare che Massi è stato favorito da un regime che agevolava il suo decisionismo come principio. Il particolare momento politico lo ha aiutato, in tal senso? È innegabile. Ma mio padre non è mai stato un politico, né nel linguaggio né in certi comportamenti prudenti e insicuri. Era stato e restava un militare: concreto, deciso, diretto. Si muoveva nella città, parlava con la gente, prendeva nota dei problemi reali, delle esigenze diffuse e, quando era convinto che si dovesse prendere l’iniziativa, partiva a testa bassa. Con altre condizioni politiche avrebbe ugualmente tentato di realizzare i suoi progetti? Ne sono certo. Però avrebbe dovuto lottare contro il nemico più potente di tutti: la burocrazia. La stessa che oggi paralizza amministratori e politici, soprattutto la vita e le aspirazioni dei cittadini. Ma questa è un’altra storia, ahimè storia del nostro presente.


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di Carla Passacantando

LAVORI AL COMPLESSO DI ABBADIA DI FIASTRA A breve dovrebbero iniziare i lavori nel complesso di Abbadia di Fiastra, compreso il palazzo principesco che si sviluppa su tre piani e presenta molte stanze con ricche decorazioni. Nel complesso, di proprietà della Fondazione Giustiniani Bandini, parte delle aree erano già state messe in sicurezza nei mesi scorsi per consentire l’accesso ed anche queste saranno interessate dall’intervento. «Il palazzo principesco – afferma il progettista Gianfranco Ruffini – è molto grande e con il sisma ha subito danni in diverse parti in maniera differente come intensità. La sala convegni è la più danneggiata dello stabile dei Principi. Stiamo completando il progetto di restauro che vorremmo farci approvare in tempi brevi, entro il mese di ottobre, in modo da dar seguito all’inizio dei lavori che presumiamo possa avvenire nella primavera del 2020. Ed in due anni e mezzo, al massimo, riusciremo a chiudere il cantiere. Queste sono le nostre aspettative. Cercheremo di fare quest’intervento a breve perché la non fruibilità della struttura è una mancanza importante per tutta la zona. Il costo previsto per i lavori si aggira intorno ai 5milioni di euro ed è sostenuto dai fondi previsti dal decreto 189/2016 che finanzia le opere danneggiate dal terremoto». Al primo piano del palazzo principesco si trova il salone Pompeiano, dove si ascoltava la musica e dove sembra abbiano suonato Wagner e Lizst, una delle parti più pregiate dello stabile, quindi più interessanti a livello artistico, culturale e storico del palazzo. Da un lato del salone si apre una bellissima “enfilade”, una

serie di salottini molto raffinati. Nella maggior parte degli spazi ci sono decorazioni a grottesche della fine del XIX secolo. Tanti ambienti di singolare bellezza che a breve potranno essere nuovamente ammirati. Torneranno, così, presto ad essere fruibili anche gli uffici e gli spazi convegnistici. Il palazzo tornerà quindi ad essere un centro congressi riorganizzato, efficiente e competitivo. Dallo scorso settembre, grazie alle messe in sicurezza, si possono nuovamente visitare il chiostro, l’attraversamento per raggiungere il giardino monumentale, il museo del vino, la sala delle oliere. Tali spazi del complesso erano rimasti chiusi per inagibilità dopo le forti scosse del 2016. La struttura abbaziale, dove fino allo scorso luglio hanno vissuto sei monaci cistercensi, domina il paesaggio di Abbadia di Fiastra con la sua riserva naturale che conta oltre 1800 ettari. L’Abbazia, il palazzo e tutti gli edifici che si trovano all’Abbadia di Fiastra con la riserva naturale circostante, sono di proprietà della Fondazione Giustiniani Bandini. Questa è stata istituita nel 1974 secondo il desiderio di Sigismondo Giustiniani Bandini, morto nel 1918, a 32 anni e senza eredi. Nel suo testamento aveva espresso la volontà di creare una fondazione che avrebbe ereditato tutte le sue proprietà e alla morte di Maria Sofia Giustiniani Bandini, ultima erede della famiglia, anche parte delle proprietà di quest’ultima passarono alla fondazione. Questa ha lo scopo di tutelare, preservare e valorizzare tutto il patrimonio lasciato in eredità dalla famiglia Giustiniani Bandini.


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BORRELLI IN ASSISE PER IL PUNTO SULLA REALIZZAZIONE DEGLI APPARTAMENTI PER GLI SFOLLATI Obiettivo Trasparenza di Carla Passacantando

Il comune ha acquistato l’ultima area dove costruire le case per gli sfollati. Il terreno è in contrada Pace: li saranno realizzati 40 appartamenti. «Se ci verranno riconosciute le procedure agevolate nel giro di tre mesi riusciremo a produrre l’appalto. L’auspicio quindi è quello di avere quanto prima procedure snelle per avviare a breve e con imprese edili adeguate per dimensioni, in tempi certi, sia la ricostruzione che i cantieri per i nuovi appartamenti da destinare alle famiglie rimaste senza casa. La soluzione è quella di avere quanto prima il nuovo decreto per ridurre i tempi.» A dirlo è stato il sindaco Giuseppe Pezzanesi in apertura dell’ultimo Consiglio comunale, ospitato al Politeana, alla presenza del capo della Protezione civile Angelo Borrelli, dell’assessore regionale alla Protezione civile Angelo Sciapichetti e dei funzionari dell’Erap, Daniele Staffolani e Maurizio Urbinati. La convocazione di Borrelli era stata sollecitata dal Movimento cinque stelle e dal Comitato 30 Ottobre. In sala, oltre ai rappresentanti di diverse forse politiche, erano presenti anche Francesco Pastorella, coordinatore fino a qualche giorno da dei comitati pro terremotati del centro Italia e cittadini

che hanno perso la casa in seguito al terremoto. Il capo della Protezione civile ha preso parte ai lavori con l’intenzione di analizzare, insieme a tutta l’Amministrazione comunale, le diverse vicende che riguardano la ricostruzione e soprattutto la realizzazione degli appartamenti da costruire in sostituzione delle sae. In apertura di seduta il sindaco ha fatto un approfondito report di tutte le diverse questioni, precisando gli iter e le difficoltà burocratiche che hanno complicato l’avvio dei lavori. Giuseppe Pezzanesi, oltre a dichiarare che è stata acquisita l’area di contrada Pace per la costruzione di altri 40 appartamenti, ha ricordato che a giorni si apriranno le buste di alcuni bandi di gara per la realizzazione di altri. «Sono venuto a Tolentino – ha affermato Borrelli - per fare un punto insieme all’Amministrazione comunale al completo, con consiglieri di maggioranza e minoranza, sulle tempistiche di realizzazione degli appartamenti per i terremotati che non abbiamo ancora avuto. C’è stato detto che in quindici giorni saranno elaborati i cronoprogrammi. Non demorderò, tornerò alla carica e chiederò di avere notizie su quelle che sono le tempistiche dei vari interventi. C’è anche un’ordinanza che devo firmare, speriamo quanto prima, che ci consente di semplificare

le procedure per la realizzazione degli interventi, cioè di queste abitazioni per gli sfollati. Monitorerò attentamente l’evolversi della situazione perché questa situazione non piace. La formula dell’invenduto per realizzare appartamenti rispetto alle sae è addirittura contenuta nel decreto legge. Ciò consente di realizzare delle abitazioni vere e proprie, definitive, c’è un minore consumo del suolo, nonché un costo più contenuto nella costruzione. Secondo me rimane una scelta valida, però bisogna partire. Stiamo attendendo la nuova ordinanza “sblocca cantieri” e lavorando anche per rimodulare il cas. Ho invitato, inoltre, l’Erap a chiedere alle ditte appaltatrici di prevedere anche il doppio turno lavorativo per realizzare case che comunque sono un patrimonio che, una volta passata la situazione emergenziale, rimarrà per il futuro. I container, inoltre, per me sono da chiudere al più presto, li ci sono però delle situazioni, come è stato ribadito anche dal sindaco, che vanno al di là di quelle che sono le esigenze del terremoto così vanno gestite. Dobbiamo prevedere una compartecipazione alle spese per ospitare persone in condizioni di necessità, bisogna decidere del futuro dei container stessi, discutendo sulla possibilità di acquisto e dobbiamo anche valutare se far

riscattare gli appartamenti che stiamo realizzando da parte degli aventi diritto, magari prevedendo anche contributi.» Borrelli ha aggiunto che è pronto a tornare a Tolentino tra una diecina di giorni per discutere in Commissione sisma tale cronoprogramma da condividere anche con i consiglieri di minoranza. La seduta è poi proseguita con gli interventi dei vari consiglieri comunali di minoranza i quali, in maniera molto argomentata, hanno posto una serie di quesiti a Borrelli che hanno riguardato i diversi aspetti delle scelte fatte dall’Amministrazione comunale. Le minoranze hanno sollevato dubbi sui prezzi di acquisto dello stabile di contrada Rancia e sui terreni nella zona Pace ed in quella antistante la caserma dei carabinieri dove verranno realizzati i nuovi appartamenti, sulla mancata condivisione delle scelte fatte dall’Amministrazione comunale e sulle tante problematiche che stanno interessando gli appartamenti acquistati, facenti parte del patrimonio dell’invenduto, e non ancora consegnati alle famiglie. Ed in alcuni momenti l’atmosfera nel corso dell’assise si è anche surriscaldata. Gian Mario Mercorelli del M5s ha evidenziato che il comune di Tolentino dei tempi che ha fornito per la realizzazione delle case non ne è stato rispettato neanche uno e che ha speso 7milioni di euro per i container.


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Martina Cicconetti del M5s ha posto poi delle domande su alcune questioni «perché - ha spiegato - vanno date risposte ai cittadini.» Sciapichetti ha chiesto una semplificazione delle procedure, mentre Bruno Prugni del Pd ha sottolineato le elevate somme pagate per le aree dove ospitare gli appartamenti. E Borrelli ha concluso, su quest’ultimo aspetto suggerendo che si può pensare di agire presentando un esposto alla Corte dei conti. Il Consiglio comunale è proseguito con la discussione dell’interrogazione presentata dai consiglieri Gianni Corvatta del Laboratorio delle idee di Tolentino, Bruno Prugni ed Anna Quercetti del Pd avente per argomento il Museo della Carica-

tura. Sostituiti i componenti della Commissione permanente “Affari istituzionali e personale”, entrano Andrea Crocenzi e Sonia Dignani, della Commissione consultiva “Sport” Fabio Mazzocchetti, della Commissione consultiva e di studio “Sociale & sanità” Marina Sgamma, della Commissione consiliare speciale per il sisma Antonio Trombetta e Ivano Serraggiotto. All’unanimità è stata concessa l’autorizzazione alla ditta Masito srl a vendere l’immobile sito in zona industriale Pip Le Grazie, comparto L9. Sempre all’unanimità, infine, è stata approvata la mozione presentata dai consiglieri Corvatta, Prugni e Quercetti su “Eliminazione plastica monouso”.

PASSEGGIANDO PER IL BOSCHETTO DELLE TERME SANTA LUCIA Il boschetto delle Terme Santa Lucia torna ad essere fruibile ai visitatori. Ripristinato il suo antico splendore con un intervento dedicato, attento al rispetto del cuore naturale dell’area circostante le Terme, oggi diventa un percorso appetibile per gli amanti della “passeggiata” a piedi. Sono, infatti, in corso di ultimazione i lavori di pulizia e di ripristino dei passaggi che consentono di attraversarlo all’interno e degli angoli di relax. Un’immersione nel verde, nella natura più spontanea che rende l’ambiente circostante lo stabilimento termale tolentinate, unico nel suo genere. Come una volta … sarà possibile tornare a passeggiare tra le secolari piante che circondano le Terme Santa Lucia e sostare nelle aree appositamente attrezzate, amplificando così gli effetti benefici delle acque termali, non solo sul fisico ma anche sulla psiche. Lasciamo alle immagini il compito di evocare, a qualcuno, il ricordo e alle nuove generazioni la curiosità di visitare un patrimonio naturale da custodire con cura e di cui andare fieri. Buona passeggiata!


8 di Carla Passacantando

IACOPO CICCONOFRI: GIOVANE ATTORE E REGISTA Iacopo Cicconofri, giovane attore e regista tolentinate, si racconta. Ha già vissuto grandi esperienze compresa quella all’Accademia di doppiaggio di Christian Iansante e Roberto Pedicini. Il tolentinate è impegnato anche nel territorio maceratese dove si è reso conto di quanto sia bello lavorare nella sua terra e riuscire a portare in teatro tante persone. Come è nata la passione per il teatro? «La vena artistica l’ho sempre avuta. Da piccolo disegnavo molto ed ero portato per l’arte visiva. Alle scuole medie e superiori poi gli studi si sono incanalati verso le arti sceniche, spettacolo, cinema. In quei tempi ero molto lanciato verso il cinema. Ho iniziato a recitare a Tolentino al Centro teatrale Sangallo nel 2008, a 18 anni, con Laura De Santis. Da quel momento è stato tutto un percorso in salita dato che ho cominciato a frequentare corsi di teatro e di recitazione in giro per l’Italia. Mi sono specializzato più che altro nella recitazione cinematografica perché, comunque, la mia passione è sempre stata quella del cinema, prima ancora di quel-

la del teatro. Nel 2014 sono partito per Los Angeles per vivere all’estero un’esperienza di recitazione sempre cinematografica. Lì ho studiato con degli acting coach che lavorano con professionisti del cinema ed è stato utilissimo, mi ha formato. Una volta tornato dall’America l’esperienza è arrivata la regia teatrale dato che ho iniziato pian piano ad insegnare recitazione ai ragazzi nei licei ed ovviamente li si è posta l’esigenza di mettere in scena degli spettacoli di fine anno come saggi finali del corso. Ecco, allora, che ho iniziato a scrivere per questi giovani e da li in poi sono passato dalla professione dell’attore a quella del regista teatrale». Le calza più a pennello la figura di attore o regista? «Preferisco forse quella da regista perché è quella in cui mi trovo più “comodo”. Quando mi chiamano per recitare, a volte, vedo che ho sempre delle paure in più perché è un lavoro dove bisogna mettere in mostra se stesso». Per il futuro cosa vorrebbe realizzare? «Continuerò a recitare, comunque, credo che andrò avanti con il percorso da regista perché mi

piace molto e penso che pian piano produrrò qualcosa a livello cinematografico. Intanto proseguirò a proporre spettacoli con la compagnia “Mezze facce” di Tolentino sperando di riuscire a mettere in scena spettacoli belli e poi vedremo». Come la musica è presente nella tua attività? «La musica è stata sempre una costante molto importante nella mia vita vivendo in casa con genitori musicisti ed addirittura con una sorella maestra di coro. La musica mi aiuta molto anche nella recitazione per sviluppare un ottimo orecchio musicale. Quando ero ragazzino ho iniziato a suonare il basso poi sono passato alla chitarra. La musica per me rimarrà sempre un hobby. E’ una presenza che involontariamente ha influenzato il percorso da attore e regista». Se qualcuno le proponesse di dirigere come regista degli eventi in città per rivalutare il centro storico sarebbe disposto a farlo? «Si, perché il campo regia può avere mille applicazioni nonostante non abbia mai fatto simili lavori». Come è nata l’idea di mettere in scena lo spettacolo dialettale “Messi a nudo” che è stato proposto in città in questi ultimi mesi con ben cinque repliche? «Qualche mese fa ho iniziato a vivere la bellissima esperienza di “Messi a nudo” con la compagnia delle “Mezze facce” di Tolentino. Per quest’anno Giuseppe Gesuelli mi ha lasciato lo scettro della regia dello spettacolo. Siamo ripartiti da zero con gli attori della compagnia che ha

assunto un nuovo nome ed abbiamo proposto uno spettacolo scritto e diretto da me. Abbiamo così portato in scena un testo completamente originale che prende spunto dal successo internazionale di “Full Monty”, riadattandolo ad un contesto attuale e “nostrano”». Ed è stato un gradissimo successo per “Messi a nudo”. Dopo il sold out della prima di marzo è ritornato a grande richiesta al teatro “Don Bosco” di Tolentino lo spettacolo, con cinque repliche, interpretato dalla compagnia “Mezze facce”. Sul palco sono saliti tredici attori in una commedia frizzante che lascia alternare momenti di risate spassionate ad altri di riflessione catturando il pubblico e trascinandolo minuto per minuto fino al tanto atteso “spettacolo” finale. E si sta già lavorando per proporre lo spettacolo al teatro “Feronia” di San Severino Marche. La compagnia sempre con la regia di Iacopo Cicconofri, produrrà altri spettacoli, alcuni come “Lu sequestru”, già messo in scena trenta anni fa con Giuseppe Gesuleli che recitava, che verrà riproposto a luglio a Sarnano. Altri verranno creati da nuovo.


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Tolentino Popolare: Scuola Don Bosco, la Sovrintendenza smentisce la Giunta Come garantito ai nostri concittadini nella conferenza stampa di Alessandro Massi a seguito della revoca delle deleghe da assessore, il gruppo politico Tolentino Popolare ha portato avanti la sua battaglia relativa al recupero della Scuola Elementare e Media Don Bosco, in contrasto alla decisione dell’Amministrazione Comunale di delocalizzare l’Istituto in zona Pace. Sebbene l’Amministrazione abbia provato a porre rimedio all’evidente impoverimento dei servizi presenti nel Centro Storico promettendo la realizzazione di una scuola materna ed elementare nell’edificio che prima del terremoto ospitava le Pie Venerini, noi continuiamo a ritenere la scelta poco lungimirante e soprattutto non dettata dal buonsenso. Come è noto la Scuola Don Bosco non ha subito gravi danni a seguito delle scosse di terremoto del 2016 e ad oggi ospita al pianoterra i 238 alunni della scuola Media facente parte dell’Istituto Don Bosco. Poco convinti dalle motivazioni del Sindaco, della Giunta e dell’Ufficio Tecnico del Comune che senza documenti ufficiali, analisi e rilievi tecnici oggettivi non credono nel recupero della Scuola, che costituisce un patrimonio storico della nostra città, dove si sono formate intere generazioni di Tolentinati, insieme al gruppo di Forza Italia abbiamo deciso di scrivere una lettera alla Sovrintendenza delle Belle Arti delle Marche per avere un loro parere, necessario in quanto bene vincolato, circa il recupero della Scuola. La stessa Sovrintendenza, nella persona della Sovrintendente dott.ssa Mazza e del Responsabile del procedimento Arch. Salvati, ci ha risposto ribandendo il valore dell’edificio della Scuola Don Bosco quale bene storico vincolato, che a loro parere non ha subito danni tali da non poter essere recuperata, auspicando la realizzazione di un processo di recupero post sisma che punti ad arrivare fino all’adeguamento sismico, garantendo i livelli assoluti di sicurezza come previsto dalla legge. Al tempo stesso la Sovrintendenza ammonisce espressamente l’Amministrazione dal realizzare ipotesi alternative per l’edificio, vedasi Casa di Riposo, che poco sarebbe coerente con la storia e con la struttura rischiando di compromettere gli spazi e l’idea con cui la Scuola fu costruita. Riteniamo il parere della Sovrintendenza un passaggio fondamentale per smentire tutti coloro, i quali facendo leva su paure, chiacchiere, illazioni e quanto di più scorretto si possa fare, hanno detto che la Scuola Don Bosco non potesse essere recuperata garantendo l’adeguata sicurezza ai nostri ragazzi. Tale parere garantisce sulla solidità e sicurezza della Scuola che con un intervento ben fatto, vista la somma di 9 milioni di euro a disposizione, potrà garantire sicurezza per gli anni avvenire. Riteniamo che, quindi, il buonsenso imponga di ragionare fino in fondo se valga la pena abbandonare un patrimonio della città ed andare ad

acquistare, utilizzando soldi pubblici, 2 aree una in zona Pace ed una in centro che appartengono a dei privati. E’ una scelta che l’Amministrazione legittimamente può fare ma che sia motivata da dati oggettivi perché in ballo ci sono le risorse dei cittadini.Si rischia di vedere decadere la Scuola Don Bosco nel dimenticatoio e, altrettanto, di sperperare soldi pubblici in trattative con i privati non potendo solo utilizzare la somma concessa per la ricostruzione della Scuola. A tal fine invitiamo, quindi, l’Amministrazione, i consiglieri di maggioranza ed anche il Consiglio di Istituto della Scuola ad analizzare in maniera più oggettiva e concreta la scelta che si andrebbe a fare. Chi prenderà questa decisione se ne assuma la responsabilità politica. NOI siamo orgogliosi di non essere d’accordo, volendo tutelare il patrimonio storico della città, il valore del Centro Storico quale fulcro della vita cittadina e salvaguardare l’armonia dell’organizzazione scolastica attuale. Invitiamo pertanto tutti i cittadini ad aderire alla raccolta firme promossa in città per la salvaguardia e la tutela della Scuola Don Bosco. Infine una ultima precisazione: il Consigliere Andrea Crocenzi e la neo Assessore Silvià Tatò non rappresentano più Tolentino Popolare. L’unico rappresentante della nostra associazione e gruppo politico è il Consigliere Leonardo Salvatori che ringraziamo per il suo impegno e per la condivisione ai valori che hanno portato alla nascita della nostra lista. Auguriamo a lui un buon e proficuo lavoro al servizio e per il bene della comunità. Leonardo Salvatori


L’AMMINISTRAZIONE INFORMA

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LAVORI IN CORSO O GIÀ ULTIMATI IN CITTÀ

Torrione: € 220.000 LAVORI IN CORSO

Ponte San Catervo: € 420.000

RIUNIONE OPERATIVA 9 MAGGIO per modifica piano del traffico e conseguente apertura can�ere 27 MAGGIO 2019

Ponte del Diavolo: € 554.813 LAVORI IN CORSO

Sfangamento Lago delle Grazie: € 2.000.000 LAVORI IN CORSO

Borgo La Rancia: € 2.950.000 LAVORI IN CORSO

Ex Mattatoio:€ 185.000 INIZIO PREDISPOSIZIONE CANTIERE E LAVORI 8 MAGGIO 2019 Ponte Baroncia: € 199.733 LAVORI ULTIMATI

Palestra Lucatelli: € 680.000 LAVORI ULTIMATI - IN ATTESA CONSEGNA GRADINATE

Muro via Nazionale: € 125.758,00 LAVORI ULTIMATI


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CARMELO CESELLI, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE Approfitto dello spazio concesso dalla redazione di Multiradio Press News, che ringrazio per la disponibilità, per fare il punto della situazione dopo le recenti vicissitudini che hanno caratterizzato la vita amministrativa della nostra città. Dopo il rimpasto, come gruppo misto siamo diventati ancora più parte integrante dell’amministrazione comunale, con la nomina del sottoscritto alla presidenza del consiglio. Fin dal momento in cui abbiamo scelto, a malincuore ma doverosamente, di lasciare una Forza Italia nella quale non ci riconoscevamo più (e come noi decine di amministratori e militanti in provincia di Macerata e in tutta Italia), avevamo comunicato la decisione di continuare a sostenere la maggioranza che governa la città. Coerentemente con questa decisione, nel momento in cui ci è stata prospettata la possibilità di andare ad avere un ruolo di ancora maggiore responsabilità, non potevamo certamente tirarci indietro. Insieme al collega Luca Scorcella ci siamo confrontati e abbiamo deciso di accettare, per garantire una sempre maggiore compattezza e unione di intenti della maggioranza che, da qui alla fine del mandato amministrativo, sarà chiamata a mettere in campo tutte le sue forze per dare ai cittadini le risposte che meritano. Il momento storico non è certamente semplice.

Da due anni e mezzo, quattromila nostri concittadini lottano quotidianamente con le conseguenze del sisma e come amministratori siamo chiamati a rispondere alle loro esigenze.

Per quanto riguarda il ruolo che mi onoro di ricoprire, ringrazio i colleghi che mi hanno sostenuto e anche quelli che non lo hanno fatto, perché in linea con quanti mi hanno preceduto finora, cercherò di garantire verso tutti i consiglieri Non abbiamo la bacchetta magica e, il massimo equilibrio con imparzialità e in quanto esseri umani, siamo soggetti nel rispetto del regolamento. all’errore. Voglio salutare con affetto tutti i concitMa continueremo a mettere in campo tadini ai quali continuerò ad offrire la mia tutte le nostre forze per fare in modo che più completa disponibilità, così come si possa uscire tutti insieme nel modo credo e spero di aver fatto da quando migliore da questa situazione. siedo sui banchi del consiglio comunale di Tolentino.


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IL TOLENTINO CALCIO VOLA IN SERIE D

Promozione in serie D per la squadra cremisi. Un grande traguardo per l’Unione sportiva Tolentino 1919 che proprio quest’anno festeggia cento anni di storia. La compagine del Tolentino è approdata nella massima categoria quando ancora mancavano tre partite prima della conclusione del campionato. Ha conquistato 71 punti in 34 gare: 21 vittorie, 8 pareggi e 5 sconfitte. Le reti realizzate sono state 53, 25 quelle subite facendo così assicurare ai cremisi il primato di secondo attacco e terza difesa del torneo. Il capocannoniere è Matteo Minnozzi con dodici reti. Quest’anno è stato formidabile non solo perché il Tolentino, allenato da Andrea Mosconi, ha conquistato con largo anticipo il campionato, con otto punti di distanza dalla seconda in classifica, ma anche perché ha vinto la Coppa Italia Regionale di Eccellenza. E’ la prima volta nella storia che si centra questo duplice obiettivo. Una promozione singolare per il Tolentino che ritorna in serie D dopo dieci anni, nel 2008/2009 ha disputato la sua ultima stagione in tale categoria. Il Tolentino ha vinto il suo ultimo campionato nel 1994/1995 con il presidente Ivano Ercoli ed allenatore Fabrizio Castori: in quella stagione ha conquistato il campionato di serie D ed è salita in C2. Ed ora il ritorno in D. Gioia e tanto entusiasmo per il risultato raggiunto atteso da anni per il presidente dell’Unione sportiva Tolentino, Marco Romagnoli.

Pensava di raggiungere tale risultato? «Vincere un campionato è un obiettivo solo ipotizzabile, ma difficilissimo da centrare. Posso dire che ci abbiamo lavorato sodo sin dall’estate scorsa. Credo che questa impresa sia stata resa possibile dal fatto che la città ha creduto al nostro progetto, ritenendo meritevole di sostegno la nostra organizzazione e perché giocatori ed allenatore sono stati selezionati anche e soprattutto dal punto di vista umano. Abbiamo messo insieme un gruppo straordinario che è divenuto un tutt’uno con l’altro, quello rappresentato dalla società. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno permesso al Tolentino di centrare questa stupenda stagione sportiva: sponsor, tifosi e dirigenti tutti. In particolare voglio ricordare i membri del consiglio direttivo: i vice presidenti Matteo Compari e Fabio Mazzocchetti, Simone Antinori e Mario Lazzari. Fondamentale è stato il contributo del nostro direttore sportivo Giorgio Crocetti e del nostro direttore generale Stefano Serangeli. Purtroppo con quest’ultimo il rapporto si è interrotto nel corso della stagione, ma quando si hanno tanti valori in comune nulla può ostacolare un ritrovarsi insieme per il futuro». Eppure qualcuno sosteneva che l’essere troppo tifoso sarebbe potuto essere un punto di debolezza. Che ne dice? «Questa cosa mi ha e ci ha dato un po’ fastidio. Essere tifosi non significa perdere il lume della ragione, obiettività e lucidità. Abbiamo posto in essere un vero e proprio piano industriale, lasciando poco al caso o a colpi di testa. Il nostro amore per il “Tole”, semmai, ci ha portato a finanziare anche di tasca nostra l’attività della prima squadra e del settore giovanile».

Ora si guarda al futuro, quali politiche seguirà per fare bene nel prossimo campionato? «La serie D è un campionato durissimo. Dopo aver confermato direttore sportivo e mister stiamo subito lavorando sull’organizzazione societaria chiamando a raccolta tutti coloro che possono dare una mano anche da questo punto di vista. Formeremo una squadra fatta di atleti che si sentiranno onorati di vestire la nostra casacca ed affamati di voglia di vincere. Sarà fondamentale aumentare ancor di più la bontà del lavoro svolto a livello di settore giovanile, così come siamo possiamo reggere una o due stagione, ma per il futuro la nostra risorsa principale sarà il nostro vivaio. Sogno, nel giro di un paio di stagioni, un Tolentino in quarta serie in cui militino tanti ragazzi cresciuti in cremisi. Più che un sogno è l’obiettivo concreto al quale si lavora».

a pensare che ci saranno grandi festeggiamenti. Cosa proporrete? «E’ stato costituito un apposito comitato che è presieduto da un altro tifoso storico del Tolentino, il notaio Benedetto Sciapichetti. Nei prossimi giorni verrà presentato il programma per festeggiare questo importante evento in cui non si celebrerà soltanto il calcio, ma si cercherà di cogliere il parallelismo, registrato in questo secolo, tra l’associazione polisportiva storica di Tolentino e la città nella sua evoluzione sociale, culturale ed economica. Chiunque voglia mettere a disposizione cimeli di ogni epoca del Tolentino, maglie, foto, articoli di giornale, gadget, può rivolgersi al presidente dell’Ust Marco Romagnoli ed a quello del comitato Benedetto Sciapichetti. Sarà anche possibile depositare il materiale all’ufficio della Pro loco che rilascerà a ciascuno La serie D è stata conquistata nell’an- ricevuta con descrizione del materiale no che ricorre il centenario dell’U- consegnato. Tutto verrà conservato in nione Sportiva quindi ciò conduce un locale allarmato». di Giusi Minnozzi

SENTIRSI BENE TUTTO L’ANNO Sicuramente questo periodo dell’anno rispetto ad altri è più caratterizzato dalla corsa ai ripari con diete e sport per la famosa prova costume. Certo meglio fare qualcosa che niente, ma dobbiamo sempre tener presente che il nostro corpo e la nostra mente hanno bisogno di sentirsi bene tutto l’anno senza strafare adesso per poi arrivare in estate stressati più di prima e magari con pochi risultati. Abbiamo ospite la Dottoressa Tricia Turtu’ dello staff “Nutrizionista di Te Stesso”, per dare dei consigli utili ma importanti ai nostri lettori. Conosciamo Tricia... Dottoressa lei è la persona più ricercata in questo periodo dell’anno. Ma secondo lei mangiare bene e fare attività SOLO prima della bella stagione serve a qualcosa? «Un saluto speciale a tutti i lettori e soprattutto grazie a voi per la possibilità. Si, devo ammettere che in questo periodo dell’anno le chiamate aumentano in modo fisiologico. Vale sempre il detto “meglio tardi che mai”. Di certo, prendersi cura del proprio benessere non ha un tempo ben stabilito. Nel mio lavoro cerco sempre di promuovere la salute totale e trasmettere alle persone un corretto stile di vita». Ci descrive i concetti base di una buona alimentazione? «Alimentazione sana non vuol dire pri-

vazione. Il mio motto è “siamo quello che mangiamo”. Non bisogna solo guardare alle quantità di cibo, ma soprattutto focalizzare l’attenzione nella scelta della QUALITÀ dei prodotti che abbiamo in dispensa. Il nostro territorio è fortunatamente ricco di prelibatezze alimentari a km 0 (miele, frutta, verdura, formaggi, uova, carne). Possiamo mangiare tutto, purché di qualità. Ogni persona ha una sua personale costituzione fisica/metabolica. Non esiste una verità unica per tutti. Dieta è “corretto stile di vita” e la chiave del successo di ognuno di noi sta proprio nel centrare quello più adatto». Alimentazione e movimento vanno di pari passo? «Quando parliamo di corretto stile di vita è naturale associare sempre una sana alimentazione ad un sano spirito motorio. Ogni attività fisica/sport ha la sua bellezza e, come per l’alimentazione, ognuno di noi deve trovare il giusto movimento che rigenera mente e corpo. Non dimentichiamo che la mente è il motore delle nostre scelte (anche alimentari)». Ci sono differenze tra uomini e donne e quali accortezze dobbiamo avere nelle differenti età? «Naturalmente siamo molto diversi. Anche qui mi sento tranquilla nel dire che non esiste una verità unica. Molto spesso mi capita di seguire coniugi e di elaborare piani nutrizionali per la famiglia. Di base chiedo sempre le abitudini

alimentari e i cibi più e meno graditi in famiglia. Il segreto è combinare gli stessi alimenti che normalmente vengono consumati, facendo sempre attenzione alla qualità alimentare. Sicuramente tra uomo e donna ci sono variazioni nelle quantità dei vari pasti, ma di fatto la linea guida rimane la stessa. Ricordate il detto “colazione da Re, pranzo da principe e cena da povero”? Bene, questo è il segreto della salute per tutte le età. Fare una cena abbondante e soprattutto spizzicare di tutto nel dopocena è la cosa più sbagliata che possiamo fare». Per le donne in menopausa, esiste un’alimentazione specifica? «Assolutamente si. Le fasi della pree post-menopausa sono le più delicate

nella vita di una donna. Un cambiamento strutturale e mentale che difficilmente viene accettato. La cosa più ricorrente è il gonfiore e l’aumento dell’addome. Cerco sempre di strutturare un’alimentazione sostenibile con tutti gli impegni che la donna ha, focalizzando l’attenzione sul bilanciamento della glicemia nei pasti, evitando così gli squilibri ormonali che possono portare alla continua ricerca del dolce e alla famosa “coccola del dopocena”». La Dottoressa Tricia Turtù dello staff “Nutrizionista di Te Stesso” visita presso Centro Associati Fisiomed, Galleria Europa 8 a Tolentino ed a Civitanova Marche.



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di Carla Passacantando

IL PUNTO SULLE DELIBERE DI GIUNTA MUNICIPALE DI TOLENTINO

Con delibera n.134 del 15 aprile 2019 è stato approvato il progetto esecutivo dell’intervento “Valorizzazione del tracciato della Via Lauretana cinquecentesca strada regia postale” redatto da Gianfranco Ruffini e Jonathan Domizi il cui quadro economico ammonta ad un importo complessivo di 900mila euro. La spesa è finanziata con i fondi Por/ fesr 2014/2020, azione 17.1.3.B.1 “I Cammini Lauretani”, definiti dalle deliberazioni di Giunta regionale n.1331 del 3 novembre 2016 e n.416 del 3 aprile 2018 ed è imputata per 130.263 euro al capitolo 2002 e per 769.736 al 2382 del corrente bilancio. Le funzioni di responsabile unico del procedimento saranno svolte da Katiuscia Faraoni, responsabile dell’area lavori pubblici e manutenzioni del comune. Con atto n.135 è stato deliberato di presentare un progetto di catalogazione delle opere del Museo internazionale dell’umorismo nell’arte, Miumor, seguendo il bando per la concessione di “Contributi per progetti di catalogazione del patrimonio culturale” per il 2020, emesso dalla Regione Marche. Con la delibera si stabilisce che il comune mette in campo, per la suddetta progettualità, risorse finanziarie per un totale di 3mila euro, di cui 1.500 sul bilancio 2019 ed il resto su quello del 2020. Per la Giunta è necessario provvedere al completamento della catalogazione delle opere presenti al Miumor, museo che conserva oggi un prezioso patrimonio artistico e storico, accresciuto ogni anno da acquisizioni e donazioni, costituito da più di quattromila opere originali tra disegni, dipinti, sculture, stampe e incisioni. Nuove acquisizioni avvengono in occasione della Biennale internazionale dell’umorismo nell’arte, il concorso d’arte umoristica che si svolge ad anni dispari a Tolentino. Per regolamento, infatti, le opere vincitrici rimangono proprietà del Museo. La catalogazione è stata avviata già a partire dal 2006 con la guida del personale specializzato della Regione Marche, utilizzando il Sirpac, il Sistema informativo regionale per il patrimonio culturale, il prodotto software concepito e sviluppato per la gestione informatizzata del materiale catalografico del patrimonio culturale della Regione Marche. Il lavoro, nella realizzazione del quale si sono avvicendate diverse professionalità, ha dovuto subire negli anni scorsi, per mancanza di personale adeguatamente qualificato, una drastica interruzione. I recenti eventi sismici, inoltre, hanno seriamente danneggiato lo storico palazzo Sangallo che ospita la sede del Miumor, rendendone inagibile una delle sale più importanti e rappresentative.

Gli imminenti lavori di ristrutturazione potrebbero comportare la chiusura dei locali, con conseguente disallestimento delle esposizioni. Il completamento del catalogo garantirebbe maggior controllo sullo stato delle collezioni e sulle loro condizioni di conservazione; la digitalizzazione del posseduto consentirebbe di far fruire i contenuti attraverso percorsi virtuali creati ad hoc. Attualmente è minima la percentuale delle schede di catalogo compilate e corrette nei tracciati dagli esperti della Regione Marche; sono state realizzate molte schede al livello di pre-catalogo; infine tutte le ultime acquisizioni del Miumor sono prive di schede. Anche il corredo fotografico, immagini digitali elaborate secondo le normative previste dall’iccd, risulta incompleto. Quanto realizzato fino ad oggi, dunque, necessita di una revisione e di controllo ad opera di personale qualificato. Le schede catalografiche compilate dovranno essere, laddove mancanti, corredate da immagini o file multimediali ed inviate alla Regione per il controllo dei tracciati. Le acquisizioni avvenute nell’ambito delle ultime tre edizioni di Biennale, 27^, anno 2015, 28^, 2017, 29^, 2019, necessitano di nuove schede. L’obiettivo è dunque di addivenire ad una completa catalogazione del ricco patrimonio del Miumor, ai fini di una sua maggiore valorizzazione e utilizzo. I contenuti resi disponibili sulle piattaforme digitali potranno essere divulgati più diffusamente e fruiti in maniera attrattiva durante lo svolgimento delle attività educative e culturali. La Giunta con atto n.129 ha deliberato la perizia di spesa per l’esecuzione dei lavori di manutenzione alla casa di riposo “Porcelli” ammontante a circa 3mila euro e per finanziare l’intervento ha autorizzato l’utilizzo di un importo ricevuto come donazione. Sta di fatto che recentemente si è verificato un deterioramento dell’impermeabilizzazione della copertura del vano scala posto all’interno della casa di riposo e questo genera infiltrazioni durante gli eventi piovosi. Questi inconvenienti comportano disagi agli ospiti della struttura procurando un peggioramento della situazione attuale tanto che si rende necessario un intervento manutentivo immediato. L’Amministrazione comunale intende provvedere alla riqualificazione di piazza della Libertà, punto focale e luogo simbolo di Tolentino con la sua Torre degli Orologi, rendendola più fruibile ai pedoni ed eliminando la sosta delle auto che ne limita, allo stato attuale, la fruibilità della stessa. Pertanto per la Giunta si rende necessario ridistribuire i parcheggi esterni alla piazza, in particolare lungo corso Garibaldi. La Giunta con delibera n.128 ha così approvato il nuovo schema di posizionamento dei parcheggi in piazza della Libertà, con la creazione di un’area pedonale sicura attraverso l’installazione di nuovi dissuasori, finanziando la relativa spesa, ammontante ad un importo complessivo di poco superiore ai 10mila euro.

Attualmente la piazza è delimitata dalla sede stradale con dissuasori che allo stato attuale risultano fatiscenti e non più rispondenti alle norme vigente e quindi c’è la necessità della sostituzione dei dissuasori che renderebbe sicura la fruizione della piazza ai pedoni, fungendo da separazione tra l’area della piazza e il parcheggio esterno, liberando così la prima dalle auto e relegando le soste previste negli appositi spazi a spina di pesce adiacenti corso Garibaldi e via Roma. Quindi per l’Amministrazione comunale è necessario l'acquisto dei nuovi dissuasori la cui posa in opera verrà effettuata dagli operai dell'area lavori pubblici e manutenzione del comune.

tributo già concesso per la riparazione dei danni subiti dalle scuole Don Bosco e Bezzi, a beneficio della costruzione di due nuovi edifici scolastici che rispettino la normativa sismica in vigore, individuando la loro ubicazione uno nell’ambito del centro storico e l’altro in un’area esterna a sé stante individuata vicino al costruendo Campus scolastico.

Con delibera n.124 la Giunta sostiene il laboratorio “Incontra l’Opera” per il 2019 attraverso l’assunzione a carico dell’ente dell’onere per l’utilizzo del teatro “Nicola Vaccaj”, un costo concordato pari a 900 euro più iva, quantificato per 1.098 euro ,iva inclusa, di far fronte a tale somma con imputazione al cap.565, “convenzioni scholaCon atto n.125 dell’8 aprile 2019 la cantorum, scuola di recitazione comuGiunta ha deliberato l’atto di indirizzo nale e gestione servizi stagione prosa per la ricostruzione dell’edilizia scola- Teatro Vaccaj” del bilancio. stica delle scuole Don Bosco e Bezzi. L’Amministrazione riferisce che nel Con delibera n.122 del 5 aprile 2019 secondo piano delle opere pubbliche la Giunta ha deliberato di approvare lo per la ricostruzione è previsto il finan- schema di convenzione tra il comune ziamento per la nuova costruzione di e l’associazione Antes per la gestione entrambi gli edifici scolastici. del servizio taxi sociale che prevede La stessa sostiene che l’Ufficio speciale l’accompagnamento di persone anziaricostruzione Marche ha chiesto la veri- ne o di soggetti svantaggiati: in strutture fica dell’importo richiesto per consentire sanitarie pubbliche e private; in uffici l’avvio delle procedure di affidamento pubblici o di pubblica utilità; in luoghi di dei servizi di progettazione e quindi interesse personale. l’avvio delle procedure di attuazione del Per situazioni particolari, valutate di volsecondo programma di interventi sulle ta in volta dai servizi sociali, possono opere pubbliche. essere effettuati anche trasporti in altre La Giunta ha preso atto della relazione sedi, purché abbiano carattere di eccedi Francesco Losego, in cui si dichiara zionalità. che gli interventi necessari al ripristino Il “taxi sociale” è rivolto a soggetti residella struttura del Don Bosco possono denti a Tolentino con i seguenti requisiassicurare un miglioramento sismico ti: soggetti portatori di handicap o con delle strutture, ma che si ritiene impos- invalidità superiore al 67%; soggetti che sibile arrivare all’adeguamento struttu- presentano un’autosufficienza ridotta o rale in quanto trattasi di edificio vinco- hanno una impossibilità documentata lato per cui gli interventi non possono all’utilizzo di altri mezzi, indipendentesicuramente essere molto invasivi e mente dall’età che non hanno familiari considerato. di riferimento a cui rivolgersi per l’espleL’Amministrazione comunale che ri- tamento del trasporto. tiene preponderante la sicurezza degli Non è consentito il trasporto di malati edifici scolastici, e intende conseguire il che presentano patologie con carattelivello massimo di sicurezza adeguando re acuto o di emergenza sanitaria; né dal punto di vista sismico ogni struttura si possono effettuare ricoveri urgenti in scolastica, valutato che a parità di costi pronto soccorso. sia maggiormente conveniente costrui- Tali prestazioni prevedono il trasporto re ex novo una o più strutture in grado a cura di autorità sanitaria competente. di ospitare gli alunni presenti al plesso Tale servizio garantisce il pieno eserciDon Bosco ed al Bezzi, anziché limitar- zio dei diritti civili ed un aiuto concreto si ad effettuare lavori di miglioramento nelle incombenze della vita sociale desismico delle due scuole, considerato gli anziani e dei soggetti svantaggiati. che è interesse del comune che un edi- Il comune, con i volontari dell’associaficio scolastico rimanga nel centro sto- zione, svolgerà dal lunedì al venerdì, il rico quale garanzia di funzionamento servizio di trasporto. del servizio scolastico, a beneficio sia Il comune doterà l’Anteas di un mezzo dei residenti che non nel centro stori- attrezzato anche per il trasporto di utenco, nonché fulcro dell’attività cittadina, ti disabili e provvederà alla fornitura del ha valutato l’opportunità di costruire un carburante. nuovo edificio nell’area “ex Maestre Pie L’associazione non ha nessun onere Venerini”, demolendo il vecchio stabile nella gestione dei mezzi, se non per di proprietà privata lesionato a seguito danni dovuti ad eventuali responsabilità del sisma 2016, che ospiterebbe parte dell’autista. del plesso Bezzi, scuola dell’infanzia, Il comune prevede un contributo anprimaria, secondaria primo grado. nuale all’associazione riconoscendo il Pertanto l’Amministrazione ha deciso grande valore sociale della sua collabodi avviare opportune trattative per la razione, che viene quantificato in 1.500 compravendita dell’immobile privato e euro annuali. di considerare anche l’opportunità di L’erogazione della somma stabilita avcostruire un nuovo edificio scolastico a verrà per il 50%, pari ad 750 euro a tisé stante lungo viale Antonino Cassarà, tolo di anticipo entro il 30 giugno 2019, nell’area vicina a quella già individuata mentre per la restante parte, previa reper la costruzione del nuovo Campus lazione del servizio svolto, entro il mese scolastico degli istituti superiori. di gennaio 2020. Pertanto è stato deliberato di richiedere Il servizio “taxi sociale” prevede la soagli uffici competenti di trasferire il con- spensione nel mese di agosto.


IL FUMO DANNEGGIA L’UOMO, I MOZZICONI DI SIGARETTA L’AMBIENTE Le nostre città sempre più spesso sono imbrattate da tanti piccoli rifiuti che di fatto compromettono il decoro urbano. Mozziconi di sigaretta, scontrini fiscali, gomme da masticare, fazzoletti di carta, piccoli imballaggi, pacchetti di sigarette o loro parti ma anche coppette gelato, cucchiaini usa e getta, tovagliolini di carta, eccetera. Questo fenomeno viene studiato anche scientificamente ed è indicato con il nome inglese “littering” ovvero “l’abbandono –deliberato o involontario– di rifiuti di piccole dimensioni in spazi pubblici o aperti all’utilizzo pubblico”. Purtroppo qualcuno conserva la pessima abitudine di abbandonare questi piccoli rifiuti, magari lanciandoli dall’auto in movimento o, ancor più deliberatamente, gettandoli a terra mentre camminano. Due gli effeti nocivi di tanta non curanza: l’acuire una mancanza di rispetto nei confronti della collettività e degli spazi comuni e l’indifferenza delle conseguenze ecologiche che ne conseguono. Anche in presenza di bidoni o cestini stradali persiste una notevole disattenzione con rifiuti comunque gettati a terra. Infatti, sembra che un rifiuto su tre venga abbandonato impropriamente e che gli uomini siano meno attenti e virtuosi del gentil sesso. Da rilevare che l’abbandono è più frequente nelle aree verdi, dedicate allo svago, mentre con minore è la casistica nei centri commerciali. Come anticipato, il rifiuto più diffuso tra quelli dispersi nell’ambiente, è dato dai mozziconi: solo una sigaretta su tre viene gettata nei posaceneri, mentre le altre finiscono inevitabilmente ad inquinare altrove. La cosa più inquietante è la tolleranza sistemica di questa bruttissima abitudine, legata sia alla piccola dimensione dell’oggetto che alla vastità del fenomeno (“lo fanno tutti!”). A tal proposito, il Comune di Tolentino su iniziativa del Consigliere delegato all’Ambiente Antonio Trombetta, in accordo con il Cosmari, sta predisponendo una campagna di sensibilizzazione rivolta a tutti i cittadini, con l’intento di modificare le “cattive abitudini” e ripulire la Città. Inoltre sono stati istallati e verranno implementati nuovi cestini e appositi raccoglitori di mozziconi di sigarette e verranno anche effettuati controlli in considerazione del fatto che è vietato abbandonare piccoli rifiuti con sanzioni che vanno dai 100 ai 500 euro. Infatti, se da un lato il servizio di igiene urbana degli operatori Cosmari ha migliorato la vivibilità e la pulizia del centro urbano, é necessario che ogni cittadino faccia la sua parte contribuendo a mantenere pulite vie e piazze, evitando di gettare a terra qualsiasi rifiuto. In collaborazione con gli alunni delle scuole medie dell’Istituto Don Bosco, con Legambiente “Circolo Il Pettirosso” e con Arci Caccia, il 16 maggio si è provveduto a ripulire dai piccoli rifiuti parte del centro storico. Una prima azione concreta che sarà seguita da altre importanti iniziative, tra cui segnaliamo la partecipazione del Cosmari ad un evento/dibattito sull’economia circolare promosso dall’Università di Macerata. L’Azienda Cosmari, infatti, è considerata una delle prime 100, nel panorama europeo, per l’eccellenza dei propri servizi, la moderna impiantistica, e la completezza dei processi produttivi che consento di realizzare, in maniera concreta, l’economia circolare. di Carla Passacantando

ADRIANA PIERGIACOMI: Occorre Riportare La Quotidianita’ Al Centro Storie di donne. Prosegue il nostro viaggio dedicato al mondo femminile. Adriana Piergiacomi, giovane commerciante, da qualche anno è titolare della storica cartoleria “Filelfo”, in via della Pace. La donna ha rilevato l’attività del negozio, passando da commessa a proprietaria, il primo agosto del 2016, pochi giorni prima delle forti scosse del terremoto. Aveva 17 anni quando è stata assunta in cartoleria dove ha lavorato per 18 lunghi anni. Ed ora si ritrova a gestire l’attività con coraggio, passione e tanta voglia di fare combattendo contro i postumi del sisma. Una grande sfida per la negoziante che ama tantissimo il suo lavoro. Come mai ha rilevato l’attività della cartoleria? «L’ex titolare Sara Pelliccioni ha deciso di andare in pensione così ho dovuto prendere una decisione ed alla fine ho rilevato l’attività per mantenere un lavoro. La trattativa a riguardo è durata sei mesi. Sara e il marito Giuliano mi hanno aiutato nel negozio in questa fase e continuano anche oggi a farlo. Entrambi sono una sicurezza. Sono stupendi e lo sono stati anche nel periodo trascorso in negozio da commessa così non posso fare altro che ringraziarti. L’investimento

fatto rilevando l’attività avrebbe dovuto ripagare molto di più se non ci fosse stato il terremoto. Dal primo agosto 2016 il nome sullo scontrino del negozio è diverso, ma dopo il 24 molto è cambiato con la prima forte e successive scosse del terremoto». Come è cambiata l’attività da prima a dopo il sisma? «E’ cambiata tantissimo. Oggi a distanza di tre anni dal sisma non c’è più movimento nel centro storico anche per la mancanza delle scuole: quella al Don Bosco si è dimezzata perché parte degli alunni sono stati trasferiti nello stabile in zona Pace, i bambini del Bezzi sono stati ospitati alla scuola Grandi. Meno bambini e ragazzi girano nel centro storico con le loro famiglie. Ciò manca ormai da tre anni ed ancora non si ritrova la quotidianità dell’epoca. Ben vengano la manifestazioni, le serate in piazza, ma non c’è quotidianità. Gli incassi sono quindi diminuiti. E ciò riguarda anche gli altri negozianti. Nonostante i riscontri economici che non sono quelli attesi si va avanti con tanta voglia di fare, con proposte, purché valide. Mi rifiuto di credere che un centro storico come quello di Tolentino venga abbandonato o lasciato morire senza almeno provarle tutte».

Qual è la soluzione? «E’ importante la ricostruzione post sisma. Se gli sfollati rientrassero nelle proprie abitazioni, una volta sistemate, ritornerebbe la quotidianità di tre anni fa. E la burocrazia non aiuta sui tempi che continuano ad allungarsi. Non è, comunque, una soluzione immediata. Le diverse iniziative ed eventi che vengono organizzati non risolvono il problema, ma aiutano ad andare avanti. E’ probabile poi che alcuni cittadini sfollati non tornino perché si sono trasferiti altrove alcuni poi hanno anche cambiato residenza. La “Don Bosco”, inoltre, deve rimanere al suo posto, al centro storico,

dopo essere stata messa a norma con i fondi stanziati». Per il futuro? «Dovrò trasferire definitivamente o momentaneamente il negozio tra circa due anni perché il palazzo che ospita la cartoleria verrà demolito per essere ricostruito. Per prendere la decisione giusta è importante sapere quale sarà il futuro della scuola “Don Bosco” perché se si dovesse, come si dice, trasferire in zona Pace, non avrebbe più senso rimanere al centro storico. Quella che sto portando avanti è una attività storica così trapiantarla in un altro luogo non so se sia giusto».


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Il Partito Democratico intende proporre uno “sportello comunale per il sisma” e il CAS per le attività produttive A seguito del Consiglio Comunale del Comune di Tolentino 16 Aprile scorso, il Capo della Protezione Civile Nazionale Angelo Borrelli, presente come ospite al Consiglio comunale e resosi conto della situazione di completo stallo che la Giunta Tolentinate aveva creato con la scellerata scelta di non chiedere per niente le SAE, si è visto costretto ad emanare una nuova Ordinanza (la n. 591/2019 già denominata “Ordinanza Tolentino”) con l’unico intento di sbloccare la realizzazione di strutture abitative da destinare temporaneamente ai concittadini che hanno perso la propria abitazione a seguito degli eventi sismici. Si ringrazia il Capo della Protezione Civile per la sensibilità dimostrata ma allo stesso tempo, questo suo ennesimo intervento “ad hoc” dimostra ancora una volta l’incapacità da parte dell’attuale maggioranza di gestire l’emergenza post sisma, nel Comune di Tolentino. Ad aprile 2019, a quasi 1.000 giorni dagli eventi sismici, i numeri continuano ad essere terribilmente impietosi.

Dei 3.600 cittadini tolentinati costretti ad abbandonare la propria abitazione solo per 8 abitanti è stato concesso di avere una valida sistemazione alternativa. Tutti gli altri continuano ad aspettare che la maggioranza si degni di ricordarsi di loro. In particolare gli oltre 200 nuclei familiari assegnatari di una sistemazione alternativa stanno aspettando ciò che è un loro diritto: una casa alternativa! Tale situazione sta creando anche uno sperpero di denari pubblici non più tollerabile. Aldilà dei prezzi concordati dal Comune per l’acquisto del capannone in zona Rancia o per l’area di fronte alla Caserma per la realizzazione degli appartamenti, entrambi a dir poco sopra la media, gli enormi ritardi provocati dalle decisioni della Giunta, stanno letteralmente facendo lievitare i costi per garantire il sostentamento a chi ha perso casa. Nel solo Comune di Tolentino sono già stati erogati oltre 30 milioni di euro di contributo di autonoma sistemazione, una cifra enor-

me che sarebbe stata sicuramente molto inferiore se il Comune avesse provveduto a fornire gli alloggi promessi oramai da più di 2 anni. Per non parlare dei milioni di euro spesi finora per l’area container… tutti soldi pubblici sperperati che altri soggetti pubblici sono costretti ad erogare per l’incapacità dell’attuale maggioranza di destra. Se si fossero chieste un numero congruo di SAE, la spesa sarebbe stata inferiore ed alcuni nuclei familiari sarebbero tornati già a Tolentino. Ed in tema di scelte incomprensibili, nonostante le migliaia di firme raccolte in queste settimane da varie forze politiche, associazioni e movimenti, permane la convinzione dell’attuale maggioranza di spostare la scuola Don Bosco in periferia. Si pone in questa sede una semplice domanda: Perché? Qual è la vera ragione? Ad oggi le giustificazioni goffamente comunicate dalla maggioranza sono assolutamente risibili e rimbomba forte l’eco del suono delle unghie del sindaco sulla lavagna. Se davvero egli ritiene che la Scuola Don Bosco, anche dopo l’intervento strutturale per l’adeguamento sismico, possa essere insicuro per gli studenti, allora con quale coraggio continua oggi a permettere lo svolgimento delle lezioni nella stessa scuola, nella quale ancora non è stata eseguita l’opera di adeguamento sismico? La verità, anche alla luce di quanto dichiarato dalla Soprintendenza, non è questa e i cittadini di Tolentino meritano di conoscere quali siano le reali ragioni per le quali l’attuale maggioranza intende dare il colpo mortale alla rinascita del centro storico. Il Partito Democratico di Tolentino combatterà in Consiglio affinché vengano finalmente adottate le scelte corrette. In questo senso, nelle prossime sedute verrà presentata una mozione con la quale si chiederà di attivare uno sportello comunale per il sisma, con l’obiettivo di raccogliere tutte le istanze dei cittadini. E’ intollerabile che il Comune con il maggior numero di sfollati, per evitare che si rendessero manifeste le inefficienze e le responsabilità dell’attuale maggioranza, non abbia ancora attivato un servizio grazie al quale poter informare la cittadinanza sulle modalità, termini ed opportunità che l’attuale normativa prevede in favore dei cittadini residenti nelle zone colpite dal sisma. Lo sportello potrà inoltre raccogliere le proposte che eventualmente i cittadini potranno indicare per migliorare l’attuale situazione. Il PD insiste nel chiedere attenzione per le attività produttive costrette a trasferirsi in altra sede per i lavori post sisma. Per esempio un contributo per l’affitto dei locali; incentivare e sostenere le attività produttive è in questo momento una priorità. Partito Democratico - Tolentino


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IL REDDITO DI CITTADINANZA È di questi giorni la notizia dei primi precettori di questo strumento di lotta alla povertà assoluta. Nonostante quello che il nostro caro Sindaco Pezzanesi dichiara durante i vari consigli comunali, molto spesso a sproposito, le testimonianze dirette ci fanno ben sperare per il futuro di questo paese. Ve ne riproponiamo un paio che ci hanno particolarmente colpito: “Dopo aver stretto la cinghia per anni – spiega Daniele – posso andare a mangiare una pizza, non ricordavo più che sapore avesse. E posso entrare nei negozi senza dover controllare i centesimi che mi erano rimasti”. La sua storia è quella di un uomo che ha lavorato per anni al mercato ortofrutticolo di Sassari, poi nel 2016 ha dovuto smettere a causa di un problema di salute. Tutto quello che gli era rimasto è la pensione di invalidità da 280 euro. Il 16 aprile l’Inps gli ha comunicato tramite sms che la sua domanda di reddito di cittadinanza è stata accettata e che la cifra mensile riconosciuta è 500 euro. Una decina di giorni fa gli hanno consegnato la card carica: “Ho pagato l’affitto, la luce e ho preso dei capi di abbigliamento”, ha spiegato. Vive da solo e, dopo la malattia ha avuto un crollo psicologico: “Devo tutto al supporto di una mia amica. So io quanti pianti mi sono fatto in casa in questi anni. E adesso

quando rientro non mi chiudo nella malinconia che avevo quando non sapevo cosa mangiare”. “Prima si acquistava un po’ di carne rossa e pesce in meno – ha detto al Fatto – perché sono alimenti più costosi. Ora sono riuscita a comprarne di più, e non siamo più costretti a mangiare sempre pasta. La nostra dieta è diventata più equilibrata, ho due bambini che sono in fase di crescita ed è importante soprattutto per loro equilibrare l’alimentazione”. Può sembrare una banalità, ma non è così: la possibilità di garantirsi pasti sufficientemente proteici è considerato uno dei fattori che indicano un tenore di vita dignitoso; l’assenza di carne e pesce dalla dispensa, invece, contribuisce a definire uno stato di grave deprivazione materiale. Alla base, insomma, c’è un discorso legato alla salute. “Mio figlio di 14 anni – aggiunge Lilly – stava anche facendo una cura presso un dentista privato, ma poi l’abbiamo interrotta perché non riuscivamo più a sostenerla. Adesso credo che siamo nelle condizioni di riprenderla”. Non dimentichiamo che il Reddito di Cittadinanza è una misura che va ad integrare il reddito già percepito, che nel caso del single può arrivare fino 500 euro ai quali si aggiungono altri 280 euro se il beneficiario vive in affitto. Una somma che aumenta in base al numero di componenti della famiglia e che può arrivare fino a

1.380 euro al mese. Se una persona ha ricevuto una integrazione di 40 euro significa che il suo reddito è già di 740 euro al mese. Non c’è nulla di cui scandalizzarsi. Una cosa è certa: circa il 72% dei beneficiari riceve più di 300 euro al mese di integrazione e il beneficio medio percepito è di 520 euro mensili. Soldi che stanno già consentendo a tantissime famiglie di guardare avanti, di rendere più felici i propri figli, di comprare qualche alimento in più e persino di affrontare qualche cura medica urgente. Nelle Marche sono state presentate circa 15.000 domande, nella nostra provincia poco meno di 3.000 di cui oltre 500 solo nella nostra Tolentino. Riepiloghiamo di seguito come accede a questo importante strumento: chi ha diritto al Reddito di Cittadinanza? - cittadini italiani, europei o lungosoggiornanti e resiedenti in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 in via continuativa; - Isee inferiore a 9.360 euro all’anno (dovrai avere un ISEE aggiornato da richiedere ai CAF oppure on line sul sito dell’INPS); - patrimonio immobiliare (esclusa la prima casa) di valore non superiore a 30mila - patrimonio finanziario inferiore a 6.000 euro, che può arrivare anche a 20mila euro se nella tua famiglia ci sono persone con disabilità. come presentare la domanda

La domanda per il Reddito di Cittadinanza può essere presentata in via telematica, presso i Centri di Assistenza Fiscale (CAF) o presso gli uffici postali. La valutazione dei requisiti verrà gestita dall’INPS che, in caso di esito positivo, riconosce il beneficio che sarà erogato attraverso un’apposita carta di pagamento elettronica emessa da Poste Italiane. Il Reddito di cittadinanza è associato ad un percorso di reinserimento lavorativo e sociale, di cui i beneficiari sono protagonisti sottoscrivendo un Patto per il lavoro o un Patto per l’inclusione sociale. Nessuno vuol mantenere le persone per stare a “poltrire sul divano” come molto spesso sentite dire in malo modo. Ci sono delle condizioni da rispettare l’immediata disponibilità al lavoro, l’adesione ad un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale che può prevedere attività di servizio alla comunità, per la riqualificazione professionale o il completamento degli studi nonché altri impegni finalizzati all’inserimento nel mercato del lavoro e all’inclusione sociale. Chiunque fosse interessato può trovare queste e altre informazioni più dettagliate su redditodicittadinanza.gov.it “Non può esserci libertà senza giustizia sociale e non può esserci giustizia sociale senza libertà” Sandro Pertini

SBIANCAMENTO DENTALE DAL DENTISTA O “FAI DA TE”? Avere den� sani ed este�camente gradevoli a ogni età è importante non solo per la salute e il benessere di tu�o l’organismo ma anche per indurre all’autos�ma; poter sorridere liberamente significa poter accrescere la sicurezza con cui quo�dianamente si tenta di relazionarsi con gli altri senza remore o �midezza. Alimen�, bevande e sopra�u�o il fumo sono i nemici del colore dei vostri den�. Ma anche gli agen� atmosferici e l’invecchiamento comportano una discromia dentale (l’alterazione del colore dei vostri den�). In mol� casi è possibile intervenire e ripris�nare il più possibile il colore originale dei den� a�raverso sedute professionali di sbiancamento. Sono mol� i prodo� in commercio defini� come “automedicazione” vendu� in farmacia o dalla grande distribuzione ma ques� non sono in grado di comba�ere discromie importan� e la loro efficacia è mirata al mantenimento di quanto o�enuto con una seduta di sbiancamento professionale. I prodo� “fai da te” hanno infa� concentrazioni minime di perossido di idrogeno, l’agente che determina lo sbiancamento dentale. La norma�va europea infa� vieta concentrazioni maggiore dello 0,1% e minore o uguale al 6% di perossido di idrogeno, concentrazioni superiori sono consen�te solo per i prodo� ad uso professionale che devono essere prescri� dai soli abilita� all’odontoiatria. Lo sbiancamento è un a�o medico e come tale è indispensabile una preliminare valutazione da parte del den�sta della natura del dife�o di colore del dente naturale ogge�o del tra�amento sbiancante e della propria situazione clinica. Non tu� i dife� di colore dei den� naturali possono essere risol� tramite lo sbiancamento, spesso essendo le discromie dentali dovute a dife� stru�urali dello smalto dentale conseguen� a prolungata assunzione di farmaci in età infan�le, a traumi dentali nonché ad ulteriori cause eziologiche non possono essere risol�. Bisogna poi sempre valutare lo stato di salute delle gengive, dei den� per valutare la situazione in termini di livello di posizione e per accertare se esistano condizioni infiammatorie. Inoltre la presenza di tartaro richiede una seduta di igiene orale prima del tra�amento sbiancante. Sull’argomento bisogna anche specificare che una corre�a igiene orale e periodiche sedute di igiene professionale possono evitare la discromia dentale e, comunque, i tra�amen� sbiancan� non sono defini�vi ma devono essere ripetu� con regolarità almeno ogni 18-24 mesi. Dentalcity grazie alla collaborazione dell’igienista dentale offre la gamma più completa di servizi con par�colare a�enzione all’este�ca: innova�va la pra�ca di sbiancamento dentale che grazie a tecnologie sofis�cate �po Lampade UV e Laser di ul�ma generazione perme�e di o�enere dei risulta� eccellen�.


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Ivano Serraggiotto: poche parole più onestà COMUNICARE di Solidea Vitali

Consigliere comunale, eletto nella Lista “Tolentino nel cuore”, al primo ingresso nell’amministrazione pubblica, Ivano si definisce “uomo di buon senso” piuttosto che “uomo politico”. «Ho sempre stimato il sindaco Pezzanesi e quando si è presentata la possibilità ho accettato con l’intenzione di portare il mio contributo». Di origini padovane, Ivano proviene da una famiglia composta dal padre, muratore, la madre, casalinga, lui e tre sorelle. Unico maschio, e la prima bici tenuta fino ai diciotto anni. Una dimensione che, oltre ad avergli insegnato tanto, ha guidato il suo futuro lavorativo. Dopo il Diploma all’Istituto d’Arte di Padova, inizia subito a lavorare come rappresentante di mobili per varie aziende. Un lavoro autonomo, senza padroni, che punta alla libertà personale e professionale ma che si fonda sulla responsabilità.

erano le basi d’appoggio logistiche: Senigallia e Porto Recanati. Raggiungeva frequentemente Tolentino quando la strada principale era ancora la provinciale. «Ricordo benissimo la Tolentino di quegli anni: una cittadina piena di vitalità, effervescente e movimentata dal punto di vista imprenditoriale, e con una buona qualità di vita». Poi l’incontro e conoscenza con la moglie, Giuseppina Petrini, allora segretaria di un noto mobilificio della nostra città. Fu lei l’ago della bilancia di Ivano nella scelta della città in cui stabilirsi e formare una famiglia. Due figli, Federico e Elena, la quale, cinque mesi fa, li ha resi nonni con l’arrivo di Sofia. «Oggi, siamo nonni a tempo pieno e ci dedichiamo allo spazio in cui abbiamo deciso di vivere. La campagna è decisamente l’ambiente che rappresenta il mio modo d’essere. Aria, libertà e spazi». L’assenza di confini sembra essere il comun denominatore delle sue attività. Non solo confini materiali ma anche di pensiero. In tutto ciò che mi e ci racconta c’è sempre lo stimolo a guardare un po’ più in là, oltre.

«Nessuno ti regala niente, il business lo devi creare da solo con le giuste leve motivazionali e la sana ambizione. È una responsabilità a 360 gradi, tutto dipende da te, dai tuoi risultati e dal comportamento professionale che riesci a sviluppare e affinare».

Quando il suo lavoro di rappresentante era in stallo, vale a dire un giro d’affari che non aumentava e troppa concorrenza, Ivano decise di uscire dalla mischia e porsi un nuovo obiettivo per raggiungere un livello superiore. Così iniziò a lavorare sulla progettazione di mobili su misura che significava visionare la Il lavoro lo porta nelle Marche, due casa, o altri tipi di ambienti interni,

dei committenti, misurare, valutare, progettare, seguire la realizzazione e il montaggio. Una crescita esponenziale che apre il Veneto e l’estero. Chilometri su chilometri, non più in macchina ma in aereo, fino a pendere tre voli consecutivi, tra Stati e città diverse. Ivano, quali sono le leve che portano a una crescita? «Dal punto di vista professionale, e sulla base del mio carattere e esperienze, di sicuro l’ambizione, la passione, la curiosità, la sfida e il credere in quello che si fa. Le cose che fai parlano di te, sono l’unico strumento per ottenere la fiducia. Dal punto di vista umano, il rispetto e l’onestà». I ritmi di quel lavoro, oggi, a Ivano mancano un po’. E se le misure se le sognava anche di notte, quell’esperienza lavorativa è stata una grande scuola. Per progettare un interno devi conoscere alla perfezione chi lo abiterà, le sue esigenze, i suoi movimenti in quell’ambiente, aspettative, i suoi sogni. Si deve raggiungere la sua stessa idea di comfort. «Quando incontravo i clienti, scrivevo tutto, prendevo appunti su ogni singola frase, come sta facendo lei. Poi rielaboravo e progettavo con una visione sia globale che del più piccolo dettaglio». Tanti lavori, case ma anche gioiellerie, una, per esempio, ad Aspen, tante terre toccate, tra le quali l’America è la preferita perché ti sprona a dare il massimo.

Nel raccontarsi, Ivano ha uno sguardo direzionato e focalizzato sui traguardi raggiunti. Ha una memoria di ferro, ricorda date, orari, suoni, profumi e episodi, e una grande capacità di descrizione. Per tanti anni ha praticato le scalate in montagna e la pittura è la sua passione. Dedica molto tempo alla comprensione e valutazione dei fatti, all’autocritica, misura le parole e parla poco. “Per apprezzarmi bisogna conoscermi perché la mia riservatezza potrebbe essere travisata. Non occorrono tante parole, basta essere onesti e non approfittarsi di persone e situazioni”. “L’unico vero realista è il visionario” Federico Fellini di Carla Passacantando

PIAZZA MARTIRI DI MONTALTO SI RIFA’ IL TRUCCO Dopo piazza della Libertà si rifarà il trucco anche quella dei Martiri di Montalto. L’Amministrazione comunale intende provvedere alla riqualificazione del tessuto urbano migliorando diverse aree della città, soprattutto le zone destinate a parcheggio, al fine di renderle più fruibili ai pedoni, partendo così dalle piazze del centro storico. E’ previsto così un restyling per piazza Martiri di Montalto, area particolarmente trafficata da auto e frequentata da pedoni, dove insistono molteplici attività commerciali ed artigianali. E’ stata quindi rilevata la necessità di provvedere alla realizzazione di una zona destinata alla fruizione dei cittadini senza troppo limitare la quantità di parcheggi presenti, attualmente gestiti dall’Azienda specializzata settore multiservizi di Tolentino. Per raggiungere tale obiettivo si sta redigendo un progetto che riveda la distribuzione degli stalli di sosta e la riqualificazione di tutta l’area per una migliore fruizione anche in termini di sicurez-

za per i pedoni. Ecco, allora, che la Giunta municipale ha deliberato di dare mandato all’Ufficio lavori pubblici per l’esecuzione del provvedimento, predisponendo gli atti necessari per la redazione del progetto, finanziando la spesa di 13mila euro per l’incarico di progettazione. Si sta pensando di dare un nuovo volto a quella zona con l’inserimento di una fontana dopo aver tolto il palo centrale e provveduto ad installare una nuova illuminazione con quattro pali di ultima generazione ai lati della piazza. L’intenzione è quella di mettere una fontana di tipo tradizionale al centro di piazza Martiri di Montalto la quale assumerà una nuova bellezza che darà maggior potenzialità a livello commerciale. A breve, comunque, partiranno i lavori in piazza della Libertà punto focale e luogo simbolo di Tolentino con la sua Torre degli Orologi. Lì verranno allestiti una ventina di parcheggi a spina di pesce e per delimitare la sede stradale dei nuovi dissuasori dato che

quelli presenti risultano fatiscenti e non più rispondenti alle norme vigenti. I nuovi dissuasori, già acquistati per una spesa di 8.800 euro oltre l’iva mentre la loro posa in opera sarà effettuata dagli operai comunali, avranno così la funzio-

ne di separazione tra l’area della piazza e il parcheggio esterno. Sarà liberata dai veicoli piazza della Libertà ed i parcheggi previsti verranno relegati negli appositi spazi a spina di pesce adiacenti corso Garibaldi e via Roma.


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DISTACCHI Verso Sera dott.Franco Belluigi

Fra le varie situazioni che caratterizzano la vita dell’anziano varrà la pena di valutare come questi vive il distacco, cioè l’allontanamento da dinamiche e abitudini che fino ad allora avevano caratterizzato la sua vita. E’ chiaro che quando parlo di distacco voglio indicare l’allontanamento da una qualsiasi situazione abituale che ha caratterizzato la vita di una persona ,nella fattispecie di una persona anziana, e che a secondo del tipo di distacco comporta una sofferenza psicofisica. Molte sono le circostanze in cui si verifica un distacco: da uno stile di vita, da un’abitudine quotidiana, da una frequentazione di determinate persone, dal cambiamento di vita determinato dal trasferimento da una città ad un’altra, da un abbandono di una persona cara, da una amicizia importante, dalla cessazione del lavoro fino ad arrivare al distacco che si verifica quando si subisce un lutto. La massima espressione di distacco è rappresentata dalla perdita di una persona cara. Se l’evento si verifica quando si è avanti con gli anni può provocare una sofferenza tanta e tale che diventerà difficile da superare. Il lutto è uno stato psicologico che non si può evitare e che coinvolge la sfera emotiva, co-

gnitiva e comportamentale della persona anziana. Il lutto deriva dalla parola latina ”lugere” che vuol dire piangere e che comporta inevitabilmente anche uno sconvolgimento fisico. Una forma particolare di distacco è rappresentata nella persona avanti con gli anni dal pensionamento che oggi si attua, per l’aumento della speranza di vita, in quella fascia di età che precede la vera vecchiaia, sempre con le dovute eccezioni. Potremmo dire che l’età del pensionamento rappresenta il trampolino di lancio da cui si parte per arrivare a tagliare il traguardo della prima fase della vecchiaia. Come già detto il distacco si realizza in molte situazioni della vita. Per quanto mi riguarda l’ho sperimentato diverse volte, ad esempio all’età di 15 anni quando ho lasciato il mio paese e con esso i miei giovani amici e le mie abitudini per andare a vivere in un altro paese con tutta un’altra realtà, ed oggi che , dopo tanti anni di attività, sto lasciando la mia vita professionale. Ogni forma di distacco, se non elaborato nel modo giusto, può creare nell’anziano problemi psicofisici di notevole importanza che vanno da una tristezza profonda ad una vera e propria depressione. E’ chiaro che ognuno vive il distacco in modo diverso ma soprattutto nella persona anziana il coinvolgimento è maggiore non avendo più questi le risorse della persona giovane. Anche le situazioni in cui l’anzia-

no vive il distacco sono diverse e vanno dall’anziano solo e sano all’anziano in regressione e all’anziano malato e con poche risorse residue. Allora sarà bene cercare di uscire dalla fase acuta della sofferenza che potrebbe cronicizzarsi sfociando in un quadro depressivo che facilita anche un lento ed inevitabile e fisiologico deterioramento cognitivo con perdita della qualità di vita. C’è tutto un percorso da seguire che comprende diverse fasi a partire da una prima fase di rifiuto, a quello del patteggiamento, fino ad arrivare ad una più o meno consapevole accettazione. E’ chiaro che tanto maggiore sarà il dolore provocato dal distacco tanto questo percorso

di riabilitazione sarà lungo e difficile. Questa elaborazione, che procede per gradi, ancora più difficile sarà laddove l’anziano si trovasse da solo, senza il conforto di familiari ed amici. Infatti tutto è proporzionale ai mezzi che ogni persona ha a disposizione. E’ notorio che quando si è avanti con gli anni questi mezzi si riducono fino, in alcuni casi, ad esaurirsi. Da quanto emerge da quello che è stato già espresso, è necessario che ad ogni forma di distacco faccia seguito una terapia, se volete, un rimedio che va da una semplice elaborazione di tipo personale a quella affidata ad un terapeuta. Il tutto per non arrivare alla sensazione di abbandono e di perdita irrimediabile.

NOMINATO IL CDA DELL’ASSM PER UN ANNO Nominato il consiglio di amministrazione dell’Assm, Azienda speciale servizi municipalizzati del comune di Tolentino, che era in scadenza. Nella riunione, che si è tenuta nei giorni scorsi, è stato riconfermato in blocco l’attuale CDA. Il presidente dell’Assm rimane Stefano Gobbi, mentre Graziano Natali è stato riconfermato amministratore delegato ed alla vice presidenza, consiglieri Rosalia Calcagnini, Alessandro Butinelli e Roberta Capotosti. Il CDA rimarrà in carica per un anno e poi si nominerà il nuovo. La compagine societaria non è limitata solo al comune di Tolentino che detiene il 99,9544% del capitale sociale, ma dal 2003 anche a quelli di Belforte del Chienti, Caldarola, Serrapetrona, Camporotondo di Fiastrone e Cessapalombo, mentre da qualche anno di Camerino, Valfornace, Castelsantangelo sul Nera. Il capitale sociale dell’Assm è di 27.613mila euro. Diversi i servizi che la società offre: energia elettrica, gas metano, servizio idrico integrato, tra-

sporti pubblici, parcheggi, terme. Rinnovato, sempre l’altro giorno, pure, il collegio sindacale. Presidente dell’organismo al posto di Daniele Pinciaroli è stato scelto Simone Mangoni, mentre tutti gli altri componenti sono stati riconfermati: tra i sindaci effettivi Fabiola Borgiani e Maurizio Centracchio, tra i supplenti Carla Passacantando e Giovanna Bazzaro. La scelta di rinnovare per un anno i vertici dell’Assm è stata criticata dal Partito democratico e dagli ex assessori Alessandro Massi e Alessia Pupo. Per il Pd le vere ragioni per questo “mini-rinnovo” ha un significato molto chiaro: «il commissariamento dell’Assm da parte della maggioranza e quindi la resa dei conti. In barba all’indipendenza della società, necessaria per operare le scelte migliori per i cittadini, la maggioranza lancia un vero e proprio ultimatum ai vertici dell’azienda dal presidente Stefano Gobbi, alla fedelissima consigliera Rosalia Calcagnini fino all’amministratore delegato nonché vice presidente Grazia-

no Natali. Come dire: state attenti a fare quello che dico io altrimenti tra un anno tutti a casa! L’annunciata futura riorganizzazione dell’azienda poteva essere fatta subito lasciando alla nuova governance un tempo congruo per raggiungere gli obiettivi. Queste incomprensibili decisioni rischiano di indebolire l’azienda e soprattutto di non garantire l’erogazione di servizi efficienti e di qualità». Anche per Massi e Pupo è poco lungimirante e poco utile la conferma per un solo anno degli organi direttivi mandando un messaggio poco confortante anche per chi opera come dipendente all’interno dell’azienda stessa, in quanto dovrà interfacciarsi con un presidente ed un amministratore delegato che comunicheranno obiettivi limitati nel tempo. «La scelta politica fatta – dicono - desta il sospetto che sia dettata da motivazioni che poco c’entrano con la gestione di un’azienda municipalizzata. Da osservatori esterni emerge quasi una fiducia a tempo o meglio una velata sfiducia verso

le figure apicali, le quali invece, poiché hanno ben operato, avrebbero potuto ottenere un mandato pieno con una conferma triennale, come per altro fatto in passato. Al tempo stesso, ci viene altresì il sospetto, ci auguriamo smentito, che abbiano prevalso logiche da vecchia politica e che, quindi, in vista delle elezioni regionali, cui ambiscono oltre al sindaco anche alcuni componenti della Giunta comunale, si sia voluto tenere la porta aperta a future nomine ad usare i posti nel CDA come di oggetto di accordi elettorali all’interno della maggioranza».


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ADDIO ALLA PROFESSORESSA Barriere architettoniche e sicurezza: un nostro suggerimento MARIA PIA VALLI Cara Maria Pia Valli, ci facciamo portavoce di tutte le tue alunne di diverse generazioni per salutarti. Noi ragazze quando entravi in aula ti studiavamo per vedere i vestivi che indossavi. Ti stava bene ogni capo che mettevi. Eri molto moderna nei modi e nel dialogo e ci consideravi tutti alla stessa stregua. Eri sempre sorridente e piena di vita. Cara professoressa, anche se la vita ti ha messo alla prova tante volte, sei rimasta sempre bella. Finalmente sarai in pace con i tuoi figli e i cari. Ti ricordiamo per il tuo sorriso, la tua bellezza e la tua voglia di vivere. E’ questo il nostro ricordo. Ciao Maria Pia.

Gentilissimo sindaco, alcune signore che recentemente sono cadute su questi scalini ci hanno pregato di farle presente il problema. Quando si è di corsa e magari distratti e in sovrappensiero può capitare, come successo già a loro, di inciampare e cadere. Suggeriamo di pitturare gli scalini con un colore ben visibile, oppure di eliminarli trasformandoli in una rampa come quella già presente all’altezza delle strisce pedonali.

RICORDANDO DON FRANCESCO COCILOVA A un anno dalla tragica scomparsa la parrocchia dello Spirito Santo ha deciso di ricordare il sacerdote che per anni l’ha seguita, Don Francesco Cocilova. Don Sergio e Don Diego hanno creato uno spazio a lato della chiesa per omaggialo e ricordarlo che verrà inaugurato dal vescovo di Macerata monsignor Nazareno Marconi. Dopo la messa, celebrata anche in occasione del trentesimo anniversario della consacrazione della chiesa allo Spirito Santo, avrà luogo la cerimonia alla quale parteciperanno parrocchiani, familiari, altri sacerdoti e persone vicine a Don Francesco, il quale fu anche l’artefice, con l’aiuto di molti benefattori, della realizzazione della chiesa e del teatro.

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