MPN aprile 2008

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Via San Nicola, 5 TOLENTINO

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Dipendenti e Pensionati

Anno II n. 4 - Aprile 2008 - spedizione A. P. Art. 2 Comma 20/C Legge 662/96 - Filiale di Macerata - Taxe Perçue - PERIODICO EDITO DA MULTIRADIO Autor. Trib. di Macerata n.466/07 del 23 Aprile 2007 - Direttore Responsabile: Roberto Scorcella - Progetto grafico: K-Brush Tolentino - Stampa: Tipografia San Giuseppe

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La Galleria Europa è da sempre, lo spazio di relazione maggiormente strategico del nostro centro storico. Ideata negli anni '60 come spazio pubblico di centralità funzionale alle molteplici attività commerciali, direzionali e culturali, che da allora si svolgono nel suo intorno urbano, la Galleria è ancora oggi incompleta delle attrezzature necessarie a renderla un luogo di attrazione, dove il pedone possa svolgere il ruolo di unico protagonista. Pertanto, quando mi è stato

anno II n°4 - aprile 2008

GALLERIA EUROPA una proposta concreta per rivalutarla Il progetto dell’architetto Ado Gabrielli

proposto da Multiradio Press News di dare un contributo concreto alla riqualificazione e rivitalizzazione dell'area, suggerendo la soluzione progettuale più idonea a tale scopo, mi sono immediatamente reso disponibile, poiché l'ho ritenuta un'importante opportunità per contribuire al completamento funzionale di uno spazio collettivo da sempre d'uso pubblico, ma mai efficacemente sfruttato. La galleria è stata organizzata nei tre spazi funzionali che la caratteriz-

Quando esattamente un anno fa iniziammo questa avventura, non avevamo idea di dove saremmo andati a finire. Più che un'avventura, probabilmente è stata una scommessa che oggi, a un anno di distanza, non possiamo dire ancora di aver vinto ma crediamo di essere sulla buona strada. Il riscontro ottenuto fra la gente, fra i cittadini di Tolentino è stato assolutamente sorprendente, forse perchè la nostra città aveva bisogno anche di un prodotto come il nostro. C'era

zano, sia a livello tipologico che funzionale: Lo spazio centrale; nel quale il pedone può sostare, incontrarsi, leggere ecc.. A tale scopo le pilastrature presenti lungo tutto il percorso, sono state interamente attrezzate con un sistema di sedute che si alternano a cornici in vetro incassate nella pavimentazioni, entrambe fornite di un sistema di luci nascoste che fungono sia da luce base per illuminare l'area attrezzata, sia da

luce scenica che propagandosi lungo i lati delle pilastrature ne esalta i suoi contorni. Le luci, sulle sedute sono costituite da cubi in cristallo che fungono anche da schienali, mentre; singoli parallelepipedi, sempre in cristallo, situati all'interno di un tappeto in pietre a ff o g a t e n e l c a l c e s t r u z z o , illuminano le due pilastrature con bassorilievi che presenziano le due entrate della galleria. I due percorsi laterali; destinati principalmente alla percorrenza pedonale, sono caratterizzati da una diversa pavimentazione, incorniciata sui fianchi da una fascia pavimentata come lo spazio centrale, che in corrispondenza dell'incontro dei pilastri alloggia una luce ad incasso, funzionale all'illuminazione dei fianchi della galleria. Complessivamente, uno spazio galleria che, oltre al sistema di sedute ed al sistema delle pavimentazioni, individua nell'ideazione e dislocazione delle luci il suo principale elemento di arredo urbano, presentando una visione più moderna e razionale dello spazio pubblico, volta a proporre anche un luogo ideale per i giovani, principali fruitori in alcuni momenti della giornata di questo spazio di relazione. Architetto Ado Gabrielli

bisogno di qualcosa che desse voce ai cittadini, a tutti i cittadini, a chiunque volesse far sentire la propria voce. Questa è stata ed è la nostra forza. La nostra forza siete voi lettori, nostri concittadini che amate come noi Tolentino e quotidianamente ne vivete le bellezze e le difficoltà, i problemi e le ricchezze. Voi Tolentinati che avete sfatato la leggenda secondo cui "a Tolentino non si può fare niente perchè alla gente non ne va bene una". Ad un anno di distanza abbiamo scelto di rinnovare la grafica del giornale e di ampliare ulteriormente lo spazio a vostra disposizione, augurandoci di continuare ad essere un punto di riferimento per chi vuol farsi ascoltare.

Un anno di Multiradio Press News

multiradio@multiradio.it


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IO CITTADINO

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VIABILITÀ CRITICA Il miraggio "piano del traffico" da vent'anni la Città aspetta una razionalizzazione seria Trovarsi ad attraversare il centro, corso Garibaldi, via Roma, viale Matteotti palazzo Europa, nelle ore di punta è diventata una piccola impresa. Traffico congestionato, macchine ferme, smog che aumenta: questo è quello che succede sotto gli occhi di tutti i cittadini in orari compresi fra le 12 e le 13 e fra le 18 e le 20. Per non parlare poi delle code interminabili (e pericolose) che si formano in corrispondenza del passaggio a livello di viale Vittorio Veneto, quando la fila arriva fino in viale Benadduci e per chi deve procedere in direzione viale XXX Giugno o piazza dell'Unità proseguire è praticamente impossibile. Un passaggio a livello posizionato in pieno centro,

oltre ad essere divenuto anacronistico da qualche mese è anche estremamente pericoloso, viste le diverse situazioni in cui le sbarre sono rimaste aperte anche in corrispondenza del transito di un treno. E, a proposito di pericolosità, è evidente come ci sia una diffusa cattiva abitudine di spingere troppo il piede sull'acceleratore delle auto. Non abbiamo mai nascosto la nostra contrarietà all'utilizzo dell'autovelox come strumento per fare cassa, ma lo stesso mezzo potrebbe essere utilizzato in modo più razionale e, soprattutto, più efficace. Una proposta su tutte: piazzare un rilevatore di velocità fisso in via Nenni, l'arteria dove indiscutibil-

mente si corre di più, potrebbe servire a indurre ad una maggiore prudenza. Niente "agguati" improvvisi: una postazione fissa, della quale tutti i cittadini sono a conoscenza e per la quale poi nessuno avrebbe da lamentarsi se gli arrivasse una multa. Continua, invece, l'isolamento in cui è costretta la zona Ovest della città, quella del quartiere Buozzi, che per arrivare in centro deve farsi tutto il giro di Tolentino. Da anni i residenti di quella zona attendono una soluzione che consenta loro di raggiungere in maniera più comoda il centro, ma non se ne è mai fatto nulla. Ma non sono solo i residenti del quartiere Buozzi ad aspettare una soluzione alla questione

traffico. Dai primi anni Novanta, si cominciò a parlare di "piano del traffico" con tanto di elaborazione da parte di un tecnico del settore e parcella di diversi milioni di lire saldata. Di quel piano non se ne è saputo più niente e, soprattutto, non se ne è fatto nulla. Di "piano del traffico" si è tornati a parlare 23 anni or sono. Anche in questo caso è stato incaricato un professionista di elaborare un piano che, però, non è mai stato attuato. La viabilità tolentinate è rimasta quella attuale, contorta e poco pratica, e i "piani del traffico" sono rimasti dentro qualche cassetto del Palazzo a prendere polvere. Quanto ci sarà costato sognare fino ad oggi una viabilità migliore...?

Ponte del Diavolo

Viale Matteotti

Gentile redazione di Multiradio pressnews, sono una cittadina di Tolentino che abita fuori dal centro urbano e cioè "al di là" del Ponte del Diavolo. Pur non essendo ancora patentata guido ormai da qualche anno con il patentino un quadriciclo leggero e quotidianamente per potere entrare in città devo attraversare il suddetto ponte constatando ogni giorno che la pavimentazione stradale si trova in condizioni alquanto indecenti e sempre in peggioramento; essa è costituita da mattoncini di media grandezza che sono si, molto belli da vedersi ma che con il passare del tempo e senza un adeguata manutenzione si rovinano o ancora peggio si scompongono creando delle buche non indifferenti. Attualmente il nostro "unico" ponte si trova così ridotto e quando si percorre quel tratto bisogna farlo a velocità veramente limitata perchè c'è il rischio di danneggiare il mezzo che si sta guidando. Io mi chiedo se non fosse il caso da parte dell'Amministrazione comunale di sistemare la pavimentazione del ponte sopracitato e fare delle periodiche manutenzioni considerando soprattutto che nonostante le tante parole è ancora l'unico ponte che collega il centro urbano di Tolentino con le zone limitrofe. Grazie alla redazione del giornale per l'opportunità concessa ai cittadini di dar voce alle loro insoddisfazioni, problemi e desideri per la nostra città. F.F.

"Guardi, in questa via un giorno o l'altro ci scappa il morto: corrono tutti, non ci sono controlli di nessun tipo e attraversare la strada è un'impresa quasi impossibile. Ne parlai con un assessore diverso tempo fa che mi assicurò sul fatto che presto sarebbe diventato un viale a senso unico, ma ad oggi non è cambiato niente ". Dall'altro capo della cornetta c'è la signora Conti, residente in viale Matteotti, che sottolinea la pericolosità di uno dei viali più importanti di Tolentino. Un viale dove, come giustamente fa notare la lettrice, attraversare la strada è estremamente rischioso ma anche dove quando ad incrociarsi sono un auto e un pulmann il rischio di collisione è molto alto. La carreggiata è stretta, c'è il parcheggio da un lato e lo spazio che rimane è veramente poco. Quando viale Vittorio Veneto divenne a senso unico dopo i lavori che lo interessarono, si parlò a lungo della possibilità di far diventare anche viale Matteotti a senso unico, costruendo una sorta di grande rotatoria che girava intorno alla ferrovia. Viale Matteotti, invece, nel corso degli anni è rimasto pericolosamente a doppio senso. Ripensare alla vecchia idea di farne un bel viale a senso unico, con l'aumento delle auto in circolazione, sembra una soluzione percorribile e condivisa da buona parte dei cittadini. PER I VOSTRI CONSIGLI, SUGGERIMENTI, PROPOSTE, LAMENTELE E QUALSIASI COSA VI VENGA IN MENTE CONTATTATECI A:

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TOLENTI... NATI

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DOPO MARZO... APRILE ragazzi nel ‘44 tra speranza e tragedia

di Enzo Calcaterra

Conservano negli occhi dell'anima il peggio del passato prossimo e negli orecchi il suono inconfondibile delle armi da fuoco, dei passi cadenzati di pattuglie notturne, del rombo di aerei che sganciano morte, dei mitragliamenti, degli allarmi, degli scoppi, delle grida di violenza, dei gemiti di sofferenza senza riscatto. Ma prima di quella giornata del giugno del '44, c'era stato un aprile non certo radioso, come quello che l'Italia avrebbe vissuto un anno dopo e celebrato per decenni tra infinite polemiche. Al marzo della tragedia consumatasi a Montalto in una gelida mattinata di un anno "bisesto", seguì l'aprile della paura. Le SS italiane, i rastrellamenti dei più giovani fino alla fine del maggio successivo, il campo di concentramento di Sforzacosta, le deportazioni, le violenze, la caccia agli ultimi profughi caratterizzarono i giorni di quella "mala Pasqua". I tedeschi erano ancora in grado di far male con gli ultimi colpi di coda che avrebbero lasciato una scia di sangue non ancora coagulato dai decenni trascorsi. Lo si vedrà a Capolapiaggia (la nostra Marzabotto), a Morro, a San Severino. L'odio di chi non ha più nulla da perdere lascia dietro di sè terra bruciata. Tutti sono in pericolo, nessuno è più innocente o immune da odio e terrore. Proprio a un passo dalla fine, "pietà l'è morta". Nei dintorni di Tolentino, il leggendario tenente "Acciaio" e i

Nella foto della Liberazione di Tolentino, come in quelle di molte altre città d'Italia, tra le folle che acclamano i liberatori, si notano spesso grappoli di ragazzini e adolescenti, per lo più vestiti poveramente, i segni della fame sul volto, lo stupore di sentirsi trascinati nella Storia dei padri. Appartengono a quella generazione che spesso ha seguito i fratelli maggiori in montagna, ha portato messaggi sotto il naso di fascisti e tedeschi, ha atteso a lungo nelle case padri e fratelli smarriti in chissà quale fronte o sepolti in chissà quale fossa. Portano nello sguardo, costretto a vedere nel fondo della spensieratezza, membra straziate e corpi di uccisi, magari dello stesso sangue.

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suoi irriducibili - un pugno di ragazzi pronti a tutto - hanno formato un "commando" per dimostrare che non tutti si sono arresi alla paura. Sono i partigiani del "201 Volante", un manipolo di guerriglieri con lo scopo di eliminare fascisti isolati, un'azione gappistica senza quartiere che porta la lotta nel centro abitato, toglie il sonno a molti, si incunea in un momento di tensione che si respira ovunque. Ragazzi poco più che adolescenti sottoposti a pressione da SS italiane perchè si arruolino in questa "armata fantasma" o trascinati via come disertori per oltre un mese, catturati su delazione e avviati alla deportazione dalla quale molti non torneranno, oppure emergeranno invecchiati per sempre, attraversano altri due mesi d'inferno. Sono gli stessi che compariranno in quelle foto di folla festante del 30 giugno: pochi stracci addosso, il volto scavato dai giorni come fossero anni, eppure aperti al futuro, decisi a prendersi quel che resta della loro gioventù bruciata dalla Storia. Ne sanno abbastanza della vita, ma sentono che è arrivato il loro momento. Non se ne stanno ai margini della strada, ma si immergono in quel mondo che non li ha vinti nè piegati alla rassegnazione. Non dimentichiamo quei figli di una Pasqua senza gioia per i quali la resurrezione poteva essere semplicemente un pasto caldo, una notte senza angoscia, un giorno senza notizie luttuose, un orizzonte senza più presagi di morte nè disperazione. Senza di loro, forse, l'Italia non si sarebbe rialzata con l'orgoglio e la determinazione dei suoi giorni migliori. Una generazione di mezzo, dimenticata. Eppure sono state le energie più importanti tra la fine della guerra e la ricostruzione del Paese. Quei ragazzi troppo giovani per aver veramente conosciuto il Fascismo, troppo acerbi per contrastarlo con le idee, tuttavia sufficientemente forgiati dalla vita per le sofferenze quotidiane e le ristrettezze di anni terribili.


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LE ALTRE RESISTENZE note a margine di una Mostra Ci sembra di sentirle, quelle domande: ce n'era proprio bisogno? Perché solo adesso? Ma sarà veramente successo tutto questo? Ancora sulla Resistenza? Per dieci giorni è transitata a Tolentino una mostra itinerante su un argomento che molti (troppi) pensano di conoscere e pochi possono onestamente ammettere d'aver studiato senza pregiudizi o superficialità. In questi ultimi decenni, archivi, testimonianze, documenti non più secretati hanno arricchito la conoscenza di una pagina che ci riguarda come italiani e, proprio per questo, va letta, studiata, meditata nella sua interezza, senza lasciare spazi vuoti o leggere una riga sì e una no. Se è vero, com'è sacrosantamente vero, che la nostra Costituzione è figlia legittima della Resistenza e ne porta le stimmate in ogni sua parte, luci e ombre di quella storia debbono diventare finalmente patrimonio e consapevolezza comuni. Non certo per giocare al massacro delle reciproche rimozioni o allo sciacallaggio sui morti e i

già noti. Non certo sminuire o disconoscere meriti acquisiti con coraggio e storiograficamente attestati, bensì ampliare la prospettiva oltre le interpretazioni che spesso hanno prevalso fino a porsi come dogmi indiscutibili, verità a senso unico, letture più simili a pregiudizi. In definitiva, quanto di più distante dalla storiografia, di per sé "fisiologicamente" revisionista e in grado di sottrarsi a qualsiasi speculazione o "ribaltone" che di culturale hanno ben poco. Senza stravolgere ciò che la Storia e la storiografia hanno ormai appurato, si può e si deve documentare la Resistenza come autentica "lotta di popolo", contributo di ideali, culture, sensibilità diverse eppure tutte con una propria dignità che merita di essere intesa, non sottintesa, tantomeno negata. Prima e più che di "memorie condivise" o "accettate", abbiamo bisogno di una memoria "completa", evidentemente ancora di là da venire, considerati gli imbarazzi, i malumori e i vari mal di pancia che ogni tentativo di muoversi in questa direzione suscita in una parte non piccola del

sacrifici di chi fece le proprie scelte, pagò il proprio tributo in tempi non sospetti. Lo spirito di questa mostra è contenuto nei titoli: Conoscere e far riconoscere ciò che merita di essere posto all'attenzione di tutti, valorizzare gli aspetti etici, ideali di un'esperienza storica determinante in cui un popolo, il nostro, si e messo in discussione, ha fatto i suoi errori (in storiografia non si parla di "colpe"), ha elaborato i suoi progetti, ha lottato per essi, ha conquistato la sua dignità o, in ogni modo, non l'ha barattata per un piatto di lenticchie come spesso avviene al giorno d'oggi. I fatti, le idee, i protagonisti di cui si tratta nelle sezioni della Mostra non sono inventati, bensì documentati, fondati su esistenze, impegni, talora violenti contrasti, passioni, vittorie che assomigliano a sconfitte, sconfitte che assumono via via nel tempo il senso di vittorie. Tutto vero, tutto autentico, tutto vivo. Il fine della iniziativa è semplice, quasi scontato: fornire altri elementi di conoscenza e giudizio oltre quelli

mondo politico e della pubblica opinione. Ma bisogna mettersi in testa che tutto questo, piaccia o no, contribuisce a smentire nel modo più efficace le diverse ipotesi di "attendismo di massa", di "zona grigia", scontro di fazioni minoritarie con un Paese indifferente o assente, cinicamente a fare da spettatore o complice in attesa degli eventi, circolate in questi anni sulla Resistenza. Solo così, quella legittima assunzione di dato storico che da più parti (talora proprio quelle che più osteggiano tentativi di approfondimento e ampliamento di conoscenze) si reclama per la Resistenza avrà possibilità di proporsi con qualche radicamento nel sentire comune, oltre gli addetti ai lavori. Ciò che è stato guadagnato sul campo deve diventare parte dell'identità di ciascuno come di un popolo che voglia considerarsi tale. Anche una Mostra che fa discutere può essere un segno di crescita, una testimonianza da condividere. Enzo Calcaterra

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Il silenzio degli Indifferenti Gentilissimo Direttore,

quanto esprime e gli fanno esprimere e se pur "in ogni dare" ci sono gli aspetti buoni e meno buoni non bisogna restare inattivi (magari adducendo poi la scusante che: così facendo male non si fa - ma non si fa nemmeno bene). Io sono convinto che bisogna chiedere al Palazzo di risolvere le difficoltà, e di essere pronti poi a confrontarlo in questa azione, perché è per questa ragione che il Palazzo risiede nel Palazzo e quindi non deve trovare scuse inventandosi "barriere architettoniche", nella comunicazione con chi sta fuori del Palazzo, per il suo non agire. Ne esistono troppe di barriere architettoniche a Talentino e dintorni, eppure anche i "diversamente abili" hanno il diritto/ragione di poter muoversi a loro piacimento... senza strade, marciapiedi dissestati, buche, mancanza di scivoli... Il Palazzo... il Palazzo dell'indifferenza dentro cui, e fuori pure, non si muove niente, abitato da chi lì è stato messo per agire, risolvere, legiferare e che invece "chiuso in se stesso e in se stessi" fa si che Talentino sia lasciato nel completo disinteresse, salvo, come dicevo all'inizio, svegliarsi o ricordarsene solo ogni 5 anni. Amo questa terra tolentinate, pur non essendovi nato, ma sono deluso però dai suoi abitanti e dalla loro indifferenza verso il "pubblico" che li circonda e che con qualche piccolo gesto "partecipato" potrebbero invece costringere a cambiare e a fare i cambiamenti.

rimanere "al di sopra delle parti" non è facile e soprattutto il tentare di farlo nasconde innumerevoli insidie. Se si critica a destra il centro batte le mani, se lo si fa a sinistra lo stesso, se lo si fa al centro le battono tutte e due... e via di questo passo, eccoci subito a chi dice; "sei di parte", "ce l'hai con noi» , "non sei super-partes"... che cosa si ha da fare per garantire la propria neutralità non facendo la "pecora" silente? Che poi anche quella non è mai silente perché bela... credo che sia importante non accettare le provocazioni, non cadere nel "parlare tanto per parlare" e soprattutto tenere sempre presente il concetto di "giustizia equa" e libertà (la libertà inizia e finisce là dove inizia e finisce la libertà dell’altro e viceversa), e soprattutto il detto kennediano: "ci sono mille modi per storcere la verità, uno solo per dirla, da qui il grande vantaggio dei bugiardi"; e quindi non dire "bugie" e ammettere diligentemente in primis i propri errori, che esistono perché non sono sempre gli altri a sbagliare. Amo questa terra marchigiana, pur non essendovi nato, la sua storia, i suoi abitanti e la loro ingegnosità, il loro acume e non capisco perché, però, continuino a farsi pesare addosso una "statalità" immobile quasi sempre, se non in o nelle vicinanze di una campagna elettorale, che fa stagnare la città, il suo territorio con tutti i suoi abitanti. Non ho mai pensato, nella mia vita di essere un "portatore di verità ", ma solo un "osservatore attento " che ritiene non si debba dire o fare agli altri ciò che non si vuole sia fatto o detto a me. Sono convinto che Talentino, e il suo territorio, meriti molto dì più di

Ivrea, 06 aprile 2008 Francesco Maria Mosconi (accademico tiberino)

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A GUARDIA DI PORTA DEL PONTE ARRIVANO I SOLDATI DELL’ESERCITO DEL BENE E IL COMANDANTE TITTI Un soldato non è necessariamente un militare. O perlomeno non sono militari i Soldati dell'esercito del bene e il loro comandante Titti. E' questo il nome che si è dato un gruppo di cittadini che ha preso particolarmente a cuore le condizioni in cui versa la medievale Porta del Ponte, il più antico ingresso medievale di Tolentino. Capitanati dalla dottoressa Cristina Porcu Flore annunciano che il prossimo sabato 7 giugno saliranno sulla Porta del Ponte per ripulirne la sommità, salvo imprevisti o impedimenti di carattere burocratico. La vicenda ha radici piuttosto lontane e risale a circa tre anni fa, quando la dottoressa Porcu Flore sollecitò un dirigente comunale per un immediato intervento a tutela della Porta del Ponte. Non un restauro, non un intervento particolarmente difficile o oneroso, ma semplicemente la manutenzione ordinaria in quanto, ad esempio, il foro di scolo dell'acqua è parzialmente ostruito dai detriti che con il tempo si sono depositati. L'umidità, come conseguenza naturale, sta lentamente compromettendo l'integrità strutturale della Porta, ma di interventi non se ne sono visti. Ad oggi ancora silenzio scrive in una lettera aperta al periodico locale Multiradio Press News la dottoressa Porcu ancora il desolante abbandono e l'inesorabile declino degli ingressi medievali di questa città. La Porta

del Ponte sta cadendo a pezzi, non è la prima volta che frammenti della stessa colpiscono i passanti e che gli escrementi dei suoi inquilini piccioni accarezzano le chiome dei pellegrini diretti alla nostra bellissima Basilica di San Nicola. Tre anni fa la Porcu disse ai responsabili comunali che se non fossero saliti loro su Porta del Ponte ci sarebbe salita lei. E così sarà il prossimo 7 giugno. Con la collaborazione dei suoi Soldati del Bene: Claudio Ciarlantini, imprenditore italiano che l'aiuterà a calare a terra il materiale e la fornirà dell'attrezzatura necessaria; Benito Lautizi, pensionato italiano che vigilerà per evitare che qualcuno si avvicini alla zona dove cadranno i detriti; Arben Durro, muratore albanese che trasporterà il materiale in discarica; Isuru, bambino di sei anni dello Sri Lanka come sostegno morale. Una vera e propria giornata di volontariato per la città, a tutela dei Beni comuni e senza alcuna strumentalizzazione politica. E sullo sfondo un chiaro invito ai tolentinati ad agire, perchè non si può sempre aspettare. Agire, il modo migliore per non perdersi in chiacchiere e dimostrare che, anche da soli, si può cercare di migliorare la città senza aspettare la burocrazia, troppo spesso ostacolo insormontabile anche per la risoluzione dei problemi apparentemente più semplici.

Le Favole Elettorali

Il ponte... dei sospiri

Il lettore che ci ha inviato questa mail, corredata di foto, ha racchiuso in poche righe un malcontento comune a tanti cittadini, stanchi delle tante promesse fatte nei giorni di campagna elettorale e raramente mantenute. Ne abbiamo avuta una ennesima dimostrazione in queste settimane che hanno preceduto le elezioni politiche. Promesse allettanti alle quali non potrà fare riscontro un reale intervento. Così la diminuzione delle imposte su salari e pensioni si dimostrerà una fiaba poiché non si tiene conto della disastrosa situazione della nostra finanza. Non si considera insomma, il costo del risanamento dell'esorbitante debito pubblico, conservando nello stesso tempo, la ricchezza e i privilegi negli apparati dell'alta burocrazia di Stato. Conseguentemente le tasse non potranno diminuire e il nostro paese si confermerà nuovamente come la nazione europea con i salari più bassi e le imposte più alte. Da tempo siamo entrati in una via senza uscita, con le istituzioni che non funzionano, con deficienze in tutti i campi: corruzione, mancate riforme (dalla scuola, alla giustizia), assenza di un piano energetico e di strategie contro l'inquinamento. Fattori negativi trascurati per decenni che stanno paralizzando la società con incalcolabili danni sociali ed economici. E i cittadini sono stanchi e sfiduciati di sentirsi raccontare favole. R.S.

Spett. Multiradio A Venezia esiste da secoli il famoso ponte dei sospiri. Mentre qui a Tolentino esiste il famoso ponte di Mancinella che da poco tempo si chiama il ponte delle illusioni elettorali. S.B.

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CULTURA

SONETTI

NEWS Il fatto ….

Persone…

Sul ponte di Troiano…

Un uomo normale

Cantano ancora sul ponte di Bassano, le gesta dei gloriosi alpini in coro. Acri le invettive sul ponte di Troiano!

Ho rivisto il sorriso di Paolo Musso, Giovin signore, gentile e garbato. Mi guardava con il suo maglione rosso.

A Tolentino l’orizz0nte diventa scuro: la minoranza, con tutte le sue bandiere, calunnia Francalancia a muso duro.

Ecco un anno, da quando ci ha lasciato: dal palazzo riceve un encomio solenne, in chiesa, per lui, tanti hanno pregato.

di Righetto Toti

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Lassù si cercano per stringersi la mano; da noi, ciascuno, prova con destrezza a sistemare, al proprio nemico… l’ano! … E parlano di politica con fierezza!

La speranza che il ricordo resti perenne, parziale ristoro, al gran dolore provato, per colei che suo compagno lo ritenne. Lieve cordoglio alla tristezza del fato!

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Bugiardo ed impertinente, a lor parere, gli urlano, ormai da tempo, invano. Tutto tace, nessuno che li stia a sentire, al clamore, è attonito il popolo sovrano.

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Enrico Toti era nato a Roma nel 1882 e a 24 anni aveva perso la gamba sinista rimasta sfracellata durante una manovra tra due locomotive. Lasciate le ferrovie scopre nel ciclismo il suo riscatto contro la sventura. Senza protesi, pedalando con una gamba sola, raggiunge in bicicletta la Lapponia e l'anno successivo percorre tutto l'Egitto, sino al Sudan. Scoppiata la guerra, Toti chiede di poter partire volontario, glielo negano, sale sulla sua bici e pedala sino alle spalle del fronte. Dove lo bloccano i carabinieri: "voglio arruolarmi, posso aiutare i soldati, portare il rancio, l'acqua, fare il portaordini…sono forte saprei come combattere….il 6 agosto, durante un assalto alle posizioini austriache del monte Sei Busi (quello che sovrasta il cimitero di Redipuglia), Enrico Toti viene colpito a morte, ma prima di cadere getta verso il nemico la stampella entrata nella leggenda. Alla sua memoria verrà assegnata una delle 362 medaglie d'oro della prima guerra mondiale. Da qualche tempo Righetto Toti, lontano parente di Enrico, abita nella nostra città e da questo numero collaborerà con il nostro periodico con due sonetti in rima: uno racconterà dei fatti principali; l'altro, invece, sarà un profilo di una persona. Buon lavoro Righetto!


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NEWS

lu Spì Li sgagghiù

Do sta la caristia?!...

I dialoghi di Peppe e Renato

di Giovanni Sebastiani (1929)

Ciao Pè Ciao Renà Da dò veni Pè? Vengo da li giardì de lu "cantante". Capirai, ce vulìo portà mì nipoti, ma prima ho vuluto fà un sopralluogu! Robba da mettese le mà su li capelli, da fasse vinì li reumatismi all'occhi da lo piagnè! Perché Pè? Adè ridutti cuscì male? Certo che anche io quanno che c'ho portato mì nipote l'autunnu passatu ho visto che adera tuttu unu sfacelu. Possibile che adè pegghio? L'unica cosa vona è che l'erba è crisciuta per cuntu sua, grazie anche alla cuncimaziò che fà li cà che liberi scorrazza per tutti li jardì. Lu restu è rmastu come dice quella canzona "come prima, più di prima..." La vùscia cò la sabbia l'ha rpulita almeno? Ma come ce penzi!!! Pè pulilla o cambialla ce vurrìa 'na trivella: è diventata tutta un pezzu! Scì, ma almeno, l'artalene funziona?

Una scì, quell'andra è rotta La vasca l'ha leata? che quella adè un piriculu costante pè le creature che ce joca attorno, che se se casca e va a sbatte su li pezzi de marmo che s'è staccati e che gnisciù s'è curatu armeno de lealli, come minimo se pacca la testa come un cucummeru! Senza parlà d lu fattu che l'unica acqua che c'è drentro a stà specie de fontana è quella che ristagna dopo lo pioe e che dopo un pò puzza come na chiavica! Scì Renà, ma lo pegghio è che se te scappa un bisognu, a te o a 'na creatura, non sai dò jì a falla perchè le latrine adè chiuse. D'altronde non putìa rmanè aperte viste le raccomannaziò scritte su lu cartellu che lu "Comando della Polizia Municipale" avìa ttaccatu all'ingressu de li cessi (vedere reperto n.1 - punto 2) Sarìa da mettelu in cornice e fallu partecipà a li concorsu della Biennale dell'Umorismo! E scì... vignirìa de sicuro!!!

Dò sta la caristia?!... Ma che te cridi? No' 'nte pare gnende?! Adesso costa u' 'nocchiu anghe lu pà! Se segueta cuscì la pora jende se doverà 'nguezzasse a non magnà! Dò sta la caristia?!... Cristo me sende, tantu de core lu voglio pregà che spidiscia magara 'n 'accidente a quilli che fà tutto rencarà Ce lo vuria per daero, ce vuria 'stu regalu pè falli filà ritti! Ma, dopo, ar munu chi ce restaria? Chi restaria? Oh che ve sate fritti, tanti magnù de mino e se staria tantu, ma tantu meglio fra puritti!

Si raccomanda di evitare le seguenti azioni! senza Parole...

A settembre un premio giornalistico intitolato a Piero Ciarapica L'idea ci è balenata in mente quasi subito. La figura di Piero Ciarapica meritava di essere ricordata in modo costante e, per così dire, anche "ufficiale". Così, con la collaborazione indispensabile del professor Enzo Calcaterra, abbiamo istituito il premio giornalistico "Piero Ciarapica" riservato agli studenti delle scuole medie e delle scuole superiori di Tolentino. Il bando del premio sarà distribuito nelle scuole all'inizio del prossimo anno scolastico mentre la premiazione avverrà a novembre, in occasione del primo anniversario della scomparsa di Ciarapica. 9

Per questa iniziativa avremo anche il patrocinio del Comune di Tolentino. Gli studenti saranno chiamati a presentare degli elaborati su temi specifici che riguardano da vicino la nostra Città, tanto amata e raccontata in modo inimitabile da Piero Ciarapica. La giuria che deciderà i lavori da premiare sarà presieduta dal professor Calcaterra e composta da altri personaggi di spicco del mondo culturale tolentinate.


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L'Associazione Musicale Nazareno Gabrielli L'intergenerazionalità fa emergere i giovani La "Associazione Musicale Nazareno Gabrielli" è senza ombra di dubbio la forma di associazionismo più antica e ancora in attività nel territorio di Tolentino, basti pensare che proprio in questi anni ricorre il bicentenario della sua fondazione; infatti, anche se non si hanno notizie precise sulla sua nascita, ci sono documenti ufficiali che provano l'esistenza del gruppo bandistico tolentinate prima del 1820. Nata ancor prima della fine dell'Impero Napoleonico e del Regno Italico la formazione musicale ha attraversato la storia della nostra penisola dagli albori della monarchia, all'unità d'Italia fino alla nascita della Repubblica Italiana e ha avuto da sempre fra i suoi obiettivi la divulgazione della cultura musicale in tutte le sue forme. Un punto di distinzione di questa e di altre associazioni è stato da sempre la difesa della intergenerazionalità all'interno delle sue componenti, cioè il fatto di trovare fra i suoi componenti persone di tutte le età, con un divario fra il socio più giovane e quello meno

giovani di oltre 60 anni. Intergenerazionalità che si ripercuote nei rapporti del quotidiano ma anche come tramandazione di cultura ed esperienze al di fuori del proprio ambiente familiare. Nei rapporti quotidiani questa unione si ha partecipando insieme alle varie attività dell’Associazione e confrontandosi con gli altri non avendo nessun vincolo o gerarchia dovuta all’età anagrafica, cosa che non è possibile fare molto spesso nella vita sociale di tutti i giorni. Attualmente la "Associazione Musicale Nazareno Gabrielli" è composta da circa duecento soci a tutti i livelli e si avvale della collaborazione di una ventina di maestri di musica. Opera nel territorio di Tolentino e zone limitrofe sia nel campo dell'insegnamento della musica che in quello concertistico e del servizio bandistico. Nel settore scuola e formazione coinvolge in totale 700 ragazzi e non solo divisi fra le varie iniziative. Oltre all'insegnamento di tutti gli

strumenti a fiato vengono proposti corsi di pianoforte classico e moderno, chitarra classica e moderna, basso elettrico, batteria, percussioni, canto lirico e leggero con insegnanti qualificati e specializzati nella "didattica della musica". Oggi la scuola di musica, con sede presso i locali della sede storica del Fonnaggino, spazio per il vero non più sufficientemente capiente, è stata affiancata da diversi progetti realizzati nelle scuole. Uno di questi progetti è "Finalmente si suona". Interamente finanziato dall'associazione, oggi permette a sei classi del plesso Grandi dell'Istituto comprensivo "Via Grandi" di svolgere attività musicale al di fuori dell'orario scolastico, con lezioni settimanali teoriche e pratiche, per l'apprendimento di uno strumento a fiato e a percussione. Questo progetto è stato al tempo stesso innovativo per la nostra realtà, ma anche una grande scommessa in quanto non si è chiesto nessun esborso finanziario alle famiglie, alla

PER IL 30° anno di attività A QUANTI COMPILERANNO LA LISTA NOZZE REGALEREMO PARTE DEL VIAGGIO DI NOZZE SCELTO IN QUALSIASI AGENZIA DI VIAGGI V i a P a r i s a n i , 3 0 - T O L E N T I N O - Te l . 0 7 3 3 . 9 6 8 4 6 9

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NEWS scuola o al comune. Un altro progetto scolastico è "Musica a scuola", sempre nelle classi della scuola primaria e dell'infanzia del complesso Grandi e della scuola dell'Infanzia Rodari dell'Istituto Comprensivo "Lucatelli". Il progetto ebbe inizio quattro anni fa in collaborazione con il Comune di Tolentino. Da alcuni anni operiamo con progetti di musica della scuola primaria e dell'infanzia nell'Istituto Comprensivo di Caldarola e nelle plessi di sua competenza (Serrapetrona, Cessapalombo, Camporotomdo e Caldarola) e da quest'anno si è aggiunto anche l'Istituto Comprensivo Monti di Pollenza con un progetto musica nella scuola dell'infanzia delle sedi di Sforzacosta e Casette Verdini, nonché in quella di Fiastra. Dall'anno scorso, in collaborazione con L'assessorato dei servizi sociali, la musica è entrata anche nei due asili nidi comunali: "Cucciolo" e "Nicholas Green". Gli incontri si svolgono con i bambini e le educatrici delle varie fasce d'età: dai 3 mesi ai 3 anni. La scuola di musica Nazareno Gabrielli ha inoltre aperto una propria sede distaccata nel comune di Caldarola, in collaborazione con l'amministrazione caldarolese che ha messo a disposizione gli spazi del Palazzo delle Associazione.

Nel campo concertistico l'associazione ha dato la vita ormai più di dieci anni fa, al "Concerto di fiati Giuseppe Verdi" che raccoglie le punte di eccellenza degli strumentisti dell'associazione e che ha visto in questi anni l'inserimento di molti giovani provenienti dalla propria scuola di musica. Questa formazione ha raccolto diversi successi nazionali ed internazionali anche a livello di

concorsi per orchestre di fiati. La formazione storica dell'Associazione è invece il Gruppo Bandistico, che svolge tutti i servizi civili e religiosi per il comune e per le parrocchie. L'invito è per tutti coloro che hanno a cuore la cultura musicale di partecipare alle iniziative dell'associazione e fornire idee e proposte per il futuro.

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I NOSTRI FIGLI

NEL REGNO DELLA FANTASIA di Luciana Zengarini

Nel regno della fantasia le fiabe a volte ci insegnano. Una folata di vento, eccola, è già sulla porta di casa, col sorriso invitante mette a loro agio bambini e grandi: è MARY POPPINS. Sembra un pezzo di legno, è determinata e brusca, con disinvoltura si presenta e non fa nulla per attirare la simpatia dei bambini, li guarda con dolcezza ,quasi con complicità, poi si accosta alla ringhiera e VOLA. Li attrae con

una forza magnetica che li conquista, con la magia della fantasia. Con lei essi imparano a SOGNARE, imparano a INVENTARE giochi meravigliosi, imparano a VIVERE INSIEME. Se viene contestata replica con autorità ma con garbo, si fa ubbidire con uno sguardo, da regole, orari ed abitudini. E i bambini? La amano, anzi hanno paura che vada via, perché da loro SICUREZZA, con lei hanno la certezza che tutto andrà bene. È proprio una maestra ideale! Perché? Perché li fa rigare dritti? NO! Lei sa mettere in pratica il modo migliore per farsi ascoltare: NON SOTTOVALUTA LE REGOLE, pur proponendo percorsi di educazione ricchi di creatività e fantasia. MARY POPPINS, prima della buona notte, estrae dalla sua borsa magica una bottiglina ed ognuno ha il suo bel cucchiaio di sciroppo. Ma è uno sciroppo speciale, fa bene a tutti, per ognuno ha sapore e colore diversi, ogni bambino ha il suo preferito. LEI CONOSCE BENE LE ESIGENZE DI OGNUNO! MARY POPPINS CI FA PENSARE Noi grandi , convinti di essere nel giusto, a volte pecchiamo di "adultismo": insegniamo ai piccoli ad essere grandi in anticipo e critichiamo il loro mondo.

A volte ci ritroviamo a far sentenze: i cartoni sono sciocchi, le canzonette non hanno spessore culturale ecc. Proponiamo linguaggi e costumi adulti perché per noi sono sicuri e ci ripetiamo: "è già grande, deve fare da solo". Altre volte con tanto entusiasmo non diamo regole, perdiamo il nostro ruolo di genitori, o meglio di educatori; cercando di annullare i nostri interessi, giochiamo con le loro figurine... . MARY POPPINS non fa né una cosa né l'altra; lei fa fare sempre qualcosa di nuovo e di magico, qualcosa di SERIO e di CREATIVO. Il suo modo di educare è un miscuglio di REGOLE e di FANTASIA. Ammiro questo personaggio perché ha messo in evidenza il potere magico dell'educazione: IMPARARE A CRESCERE con una miscela esplosiva di SERIETÀ, LIBERTÀ e FANTASIA. Quando lei va via, lo fa serenamente perché la disciplina ha dato certezze e la fantasia il potere di sognare. Non sparisce COME adulto, ma svanisce DA VERO adulto, lasciando i ragazzi senza paura e privi di ansie per il futuro. Lei lascia in loro il gusto della SCOPERTA, la VOGLIA di FARE ed il rispetto della DIGNITÀ.

OPINIONISTA LETTORE

MAGGIORE INFORMA ZIONE sulla raccolta differenziata Gentile redazione di Multiradio Press News, da cittadina tolentinate avrei delle considerazioni da fare sul tema dei rifiuti e della raccolta differenziata. Spesso durante la settimana getto i rifiuti nelle campane per il vetro, la plastica e la carta ma puntualmente tali cassonetti sono stracolmi perchè in primo luogo le isole per la raccolta differenziata non sono molte e nelle poche che ci sono confluiscono i rifiuti di molti abitanti, in secondo luogo perchè non tutti gli abitanti sono correttamente informati su come va fatta la selezione di tali rifiuti. Infatti sui cassonetti

sono specificati i tipi di rifiuti da inserire ma evidentemente tali indicazioni sono poco esaustive dal momento che ad esempio il raccoglitore della plastica contiene anche scatoloni di carta o contenitori di tetrapak (questi ultimi dovrebbero avere una raccolta specifica o essere gettati tra i rifiuti comuni) o il bidone dell'umido contiene sacchi di plastica piuttosto che quelli distribuiti gratuitamente presso l'ufficio ambiente. Altro problema è che mancano, o sono rarissimi, i raccoglitori di batterie esauste mentre quelli per gli oli saturi ci sono ma sono 12

talmente dislocati che è un terno al lotto trovarne uno abbastanza vicino alla propria abitazione. In ultimo volevo rilevare anche che molti bidoni sono sistemati lungo le strade e sui marciapiedi in maniera tale che le aperture sono solo dal lato della strada e non da quello del marciapiede e visto che spesso si trovano in prossimità di incroci, curve o strade a scorrimento veloce rendono pericolosa l'azione quotidiana di gettare i rifiuti. Silvia Tiranti


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Questione di buon senso ... Non che ci aspettassimo che qualcuno si cospargesse il capo di cenere, ma quantomeno una voce ufficiale che si scusasse con i cittadini assicurando sul fatto che si fosse trattato di un caso singolo che non si sarebbe più ripetuto crediamo fosse stato il minimo. Il silenzio, come se si trattasse della cosa più naturale del mondo, sulla foto della macchina della Polizia Municipale posteggiata su un parcheggio riservato ai disabili pubblicata nel numero di marzo è imbarazzante. Cosa ne dovrebbero dedurre i cittadini? Così, sempre chi dovrebbe far rispettare le regole multa un'utilitaria con il contrassegno (regolare) per disabili di domenica a mezzogiorno e tre quarti davanti o nei pressi della chiesa di San Catervo. Per due

volte. I contravventori? Una coppia di anziani, lei con problemi di deambulazione, "rea" di essere andata alla messa e non aver trovato altro posto. Al di là della mera legge che deve essere giustamente applicata e al di là del fatto che un'auto con contrassegno per disabili poteva trovarsi in quel posto anche per una emergen-

za, crediamo che esista anche un altro codice parallelo a quello della strada: il codice del buon senso. Se il primo potrebbe (forse) anche essere stato rispettato, il secondo è stato letteralmente calpestato. Il signor Mario Pianesi, bontà sua, anche se avrebbe potuto fare ricorso, ha pagato regolarmente le due multe per un totale di 72

euro, che di questi tempi per un pensionato (e non solo) non sono propriamente poco e poi, dopo aver letto Multiradio Press News di marzo, ci ha chiamato mostrandoci quanto gli era accaduto. Noi, onestamente, non ce la sentiamo di aggiungere altro, anche se la sensazione fastidiosa è quella dei "forti con i deboli e deboli con i forti".

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Festa del 1° Maggio Sagra dell’Oca e Festa della trebbiatura IV Edizione 11/12/13 luglio 2008 Un appuntamento da non perdere in cui interverrà il colonnello Francesco Laurenzi direttamente da “Rai2 in Famiglia” per trattare argomenti inerenti l’ambiente e l’agricoltura e rivivere la storia con la rievocazione della trebbiatura

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SPETTACOLO

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PAOLO MIGONE al Cine Teatro Don Bosco Sabato 17 maggio alle ore 21.30 sarà ospite al Cinema-Teatro “Don Bosco” di Tolentino, direttamente da Zelig, Paolo Migone, ultimo appuntamento di 'Cabaret Buffet'. Migone è uno degli autori-attori comici più geniali ed innovativi del panorama nazionale. Non ha confini nella sua fantasia, ci sorprende con continue deviazioni della narrazione, ci illumina con trovate verbali, ci folgora con lampi di improvvisazione, corre con l'umorismo come un torrente in piena che percorre la valle, risaie, maremme, dirupi, prati fioriti e quando arriva al mare, il mare non sa più che pesci pigliare. Nei suoi spettacoli c'è verismo, surrealismo, malinconismo, risatismo, è un labirinto intricato come la mente di Paolo Migone, nella quale ci si può infilare senza paura, perché in fondo si trova sempre l'uscita…o l'entrata di un nuovo labirinto. Siamo sicuri di non perderci nella fantasia di Paolo Migone, anche perché è lui stesso a lanciarci delle cime per salvarci dalle tempeste della sua mente. il pericolo è che non si sa mai quando questo gioco ha fine; infatti lo spettacolo non ha una sua durata, potendo potenzialmente durare l'intera notte ed il giorno successivo. Prevendita biglietti presso il Botteghino del Cinema Teatro Don Bosco Tolentino Info 3200741900 o sul sito www.cinemadonbosco.it

CULTURA

“ FRAMMENTI COSMICI - POESIE NELL’ARTE ”: in libreria il connubio artistico di Andrea Simonetti e Monica Gattari Esce in questi giorni per i tipi della casa editrice Il Filo la raccolta poetica “Frammenti cosmici poesie nell’arte” di Andrea Simonetti, impreziosita dai disegni di Monica Gattari. Questa silloge è un lavoro che supera la mera arte poetica, per giungere ad un vero e proprio idillico dialogo tra scrittura e arte figurativa: Andrea Simonetti, il poeta, e Monica Gattari, la pittrice, sono a tutti gli effetti i coautori della raccolta, raccolta che non si potrebbe percepire se mancasse l’uno o l’altro elemento, la poesia o il disegno.

PER I VOSTRI CONSIGLI, SUGGERIMENTI, PROPOSTE, LAMENTELE E QUALSIASI COSA VI VENGA IN MENTE CONTATTATECI A: Multiradio - casella postale 143 - Tolentino - Tel. 0733.960241 - multiradio@multiradio.it

Le opere figurative talvolta fungono da evocatrici didascalie delle liriche, ma anche nella stessa poesia sono presenti effetti grafici particolari, che tendono a suscitare emozioni anche ad uno stesso impatto visivo. Molto frequenti nei componimenti veri e propri richiami alla pittura, ad evidenziare il rapporto costante, indissolubile, inscindibile, tra disegno e lettera, tra arte e sentimento. Monica Gattari, 24 anni, vive a Tolentino e frequenta l’ultimo anno di Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata.


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