MPN marzo 2009

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OFFICINA AUTORIZZATA

T.M. di Tiberi Maurizio ZONA PIP LE GRAZIE TOLENTINO - TEL 0733.961131 - 337.634804

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Anno III n. 3 - Marzo 2009 - spedizione A. P. Art. 2 Comma 20/C Legge 662/96 - Filiale di Macerata - Taxe Perçue - PERIODICO EDITO DA MULTIRADIO Autor. Trib. di Macerata n.466/07 del 23 Aprile 2007 - Direttore Responsabile: Roberto Scorcella - Progetto grafico: K-Brush Tolentino - Stampa: Tipografia San Giuseppe

SEGNALI DI SPERANZA

T.M. di Tiberi Maurizio ZONA PIP LE GRAZIE TOLENTINO - TEL 0733.961131 - 337.634804

anno III n°3 - marzo 2009

PIÙ SENSIBILITÀ VERSO CHI HA BISOGNO a colloquio con Rosanna Baccifava, madre e donna impegnata nel sociale

di Roberto Scorcella In questo inizio di 2009, che veniva prospettato da più parti come un annus horribilis per l'economia, quello dove un po' tutti dovremo fare i conti con la recessione e con la crisi, per la nostra città non sono mancate le buone notizie. In primo luogo, salutiamo con enorme soddisfazione l'avvio di una fase nuova al reparto pelletterie della Nazareno Gabrielli dove, già dalla fine del mese prossimo, si tornerà a regime normale per quanto riguarda l'erogazione degli stipendi. Un premio meritato da chi, con enorme senso di responsabilità e grande amore verso il proprio lavoro, ha continuato a produrre malgrado non ricevesse il salario. Questa gente ha riposto la propria fiducia nella proprietà dell'azienda e ora sta per vedere ripagati i propri sforzi. C'è voluta tenacia, impegno, sacrificio, ma c'è voluto anche l'intervento forte e fondamentale della Regione che, possiamo affermarlo senza tema di smentita, ha raccolto l'appello lanciato su queste colonne pochi mesi fa. A volte basta poco, anche riunirsi intorno a un tavolo, per risolvere situazioni che sembrano disperate. Ora sta alla proprietà, all'azionista di maggioranza Michele Spagna non deludere le aspettative che si stanno creando intorno alla rinascita dello storico marchio Nazareno Gabrielli. In questa storia ognuno ha dato il proprio contributo: i politici, gli imprenditori, il sindacato e, una volta tanto, anche la stampa. Quella stampa per la quale queste 7500 sono le vere, grandi PZIIOENE CTO U IB R DIS ATUITA soddisfazioni. GR

OFFICINA AUTORIZZATA

Come ormai consuetudine, la copertina del mese di marzo è dedicata a una donna di Tolentino. Questa volta abbiamo scelto la figura di Rosanna Baccifava per il suo impegno nel sociale e nel mondo del volontariato. Nata a Tolentino nel 1952, Rosanna Baccifava dopo essersi diplomata ragioniera si è iscritta all'università, salvo interrompere gli studi dopo poco tempo in quanto viene assunta come impiegata alla Nazareno Gabrielli dove resta a lavorare fino al febbraio del 2007. Rosanna Baccifava ha due figlie, una delle quali frequenta il CentroArancia mentre l'altra è laureanda in Giurisprudenza. La frequentazione del CentroArancia insieme alla figlia, ha portato Rosanna ad avvicinarsi sempre di più al mondo, talvolta sommerso, del sociale e del volontariato. Nel 2002 i genitori dei ragazzi che vivono la realtà del CentroArancia hanno costituito una associazione, i "Volontari senza confini" della quale Rosanna Baccifava è presidente fin dalla fondazione. L'associazione si occupa di sostegno alle famiglie e di interfacciarsi con le istituzioni sulle eventuali problematiche che possono sorgere all'interno del centro. I "Volontari senza confini" provvedono anche all'animazione del centro e a quant'altro sia necessario per i ragazzi disabili. L'impegno di Rosanna Baccifava si è poi esteso anche alla Casa di Riposo. "Entrambe le strutture" ci racconta "si occupano di persone che vivono un disagio, che hanno problematiche e difficoltà. Così mi sono

avvicinata anche a questa realtà e da un anno circa presiedo la commissione sulla Casa di Riposo. E' una realtà che ancora non ho approfondito bene, ma la assonanza che c'è con la realtà del CentroArancia credo mi renderà il compito più facile". Conciliare lavoro, famiglia e problemi connessi non è certo stata una passeggiata. "Ho dedicato molto tempo al lavoro sacrificando in parte la famiglia. Forse questo ha contribuito a far responsabilizzare prima le mie figlie. L'ausilio fondamentale è stato quello di mia madre e di mia zia che mi hanno affiancato alacremente nel corso di questi anni. Credo comunque che se ci si mette un po' di buona volontà si riesce a conciliare lavoro, famiglia e impegno sociale. Ed è proprio quest'ultimo quello che alla fine della giornata ti gratifica maggiormente e che ti rende sereno". Cosa vuol dire essere donna a Tolentino in questo momento? "Significa non doversi adattare a quello che c'è, ma crearsi alternative, presupposti che possano contribuire a migliorare un settore sociale troppo spesso nascosto. Non ci sono, infatti, solo gli ospiti della Casa di Riposo o del CentroArancia, ma tante realtà che covano all'interno della famiglia dove resta chiusa anche la sofferenza. Con la buona volontà, anche se capisco che per una donna può essere difficile, possono esserci ulteriori spazi e alternative. I giovani sarebbero i benvenuti per dare una mano alla Casa di Riposo o al CentroArancia e sarebbero sempre affiancati. Il volontario, oggi, è quasi sempre un pensionato come nel mio caso. I giovani contribuirebbero a dare uno spirito diverso, più vitalità. Il mio sogno nel cassetto per Tolentino è avere un ricambio dopo di noi per questi ragazzi del CentroArancia i quali, quando non avranno più la famiglia come punto di riferimento per il decorso naturale della vita, rischiano di non avere nessuno che li accudisca. La sensibilità verso il sociale nella nostra città sta evolvendo, ma c'è da fare ancora molto per far entrare nella mente di oguno che non è chiudendo la porta di casa che si allontanano i problemi degli altri. Il messaggio che vorrei lanciare è questo: avviciniamoci di più a chi ha bisogno. C'è necessità di tempo, attenzione e sensibilità verso gli altri".

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CIBO DI QUALITÀ E ATTENZIONE VERSO L’AMBIENTE l’esperienza quarantennale della SAIPA

Esiste da oltre 50 anni, è una delle più grandi aziende del settore a livello regionale, è in espansione costante. Tante, troppe le cose che non si conoscono quando si passa davanti alla Saipa, azienda che occupa nel suo complesso circa 170 dipendenti. Fondata da Claudio e Enrico Vissani negli anni Cinquanta, ha avuto un costante processo di sviluppo partito dai primi allevamenti per poi passare negli anni Sessanta alle prime sperimentazioni per la trasformazione delle carni fresche e ai primi negozi fino ad arrivare ai primi anni Settanta quando nasce la Saipa come vera e propria società di trasformazione. L'azienda è strettamente familiare e vede ai vertici Paolo, Barbara e Anna Vissani. Attualmente la Saipa si occupa di due settori specifici: la produzione di mangimi per allevamento e l'alimentare con la trasformazione delle carni fresche in stagionate. Gli effetti della tanto sbandierata crisi, qui non si vedono: negli ultimi sei mesi sono state assunte dieci nuove persone. "Sì, il lavoro c'è" spiega Paolo Vissani "anche se nel settore della macellazione siamo legati solo a lavoratori stranieri perchè gli italiani non vogliono fare questo tipo di lavoro. Credo, invece, che se si parla di crisi, quando esiste la necessità bisogna anche sapersi adeguare". Sono centinaia i tipi di salumi prodotti a Tolentino destinati a ogni parte d'Italia, stagionati in apposite camere con

temperature e umidità perfette. Eppure, troppo spesso il nome della Saipa viene accostato ai cattivi odori che ammorbano la parte Est della città. "Negli ultimi anni" racconta ancora Paolo Vissani "abbiamo investito circa 400mila euro per installare filtri speciali, a carbone attivo, per eliminare i cattivi odori. Tutto l'impianto è stato concordato nella sua realizzazione tecnologica con gli enti preposti alla salvaguardia dell'ambiente: Arpam e Asur oltre che Provincia e Comune. Inoltre va precisato che la provenienza dei cattivi odori è spesso confusa con quelli che hanno origine da alcune attività estranee alla Saipa, seppur confinanti. E' vero che la Saipa produce mangimi per pesce utilizzando solo farine di pesce. Attualmente questa produzione è minore del 6% della produzione totale di mangime realizzato in azienda. Per questa produzione abbiamo attivato una collaborazione con l'Università di Ancona. Il mangime Saipa è tra i più apprezzati a livello mondiale. La Saipa è l'unica azienda italiana a produrre questo tipo di mangime ed è in concorrenza solo con grandi multinazionali. Inoltre, ha creato una propria società per la produzione di energia verde ricavata da fonti rinnovabili con lo scopo di ridurre le emissioni nell'atmosfera. Saipa è azienda leader nel proprio settore e svolge tutte le sue attività nel pieno rispetto della normativa e della preservazione dell'ambiente".

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BURRACO Una realtà in continua espansione Ormai da diverso tempo i tolentinati hanno la possibilità e la fortuna di tenersi aggiornati sulle vicende cittadine attraverso il vostro “Press News”, completo e preciso nelle notizie pubblicate. Proprio per questo motivo l'Associazione Tolentino Burraco Social Club ha chiesto di inserire tra le “news” sportive quelle riguardanti la storia e le attività svolte da questa neo-nata realtà cittadina. Asd Tolentino Burraco Social Club Un gruppo appassionato del gioco del Burraco a cui piace stare insieme Il burraco è un gioco di carte che può essere praticato da 2, 3 ,4, 5. 6 o 8 giocatori delle cui origini non si hanno notizie certe e precise. In Italia da qualche anno diverse persone hanno iniziato a praticarlo ed il numero è cresciuto sensibilmente nell'ultimo periodo. Il Burraco è coinvolgente ed appassionante, con precise regole da rispettare ma molto semplice da apprendere; tutto ciò permette a coloro che lo praticano di poter passare dei piacevoli momenti e di mettere alla prova le capacità di gioco, in un contesto di sana competizione. L'A.s.d. Tolentino BSC, nata a settembre 2007, conta a fine anno 2008 numero 84 soci e questo trend di crescita si manifesta anche per il corrente anno. Chi gestisce questa attività agonistica è la

Federazione Italiana Burraco (F.I.BUR) di Milano a cui la nostra Associazione ha immediatamente aderito ed a cui fa riferimento per le regole, gli aggiornamenti ed i calendari dei Tornei. L'Associazione ha la propria sede è in p.za della Libertà (ex. UST - Tolentino) e si propone di far conoscere e propagandare il gioco del Burraco, attraverso l'organizzazione di Tornei ad ogni livello ed programmando dei corsi di insegnamento per principianti o per giocatori “casalinghi” (coloro che giocano nelle mura domestiche senza conoscere completamente le regole e senza poter apprezzare quanto di positivo ci può essere in una sana competizione sportiva). Durante questo breve ma intenso periodo di esistenza l'Associazione ha organizzato ogni Mercoledì ed ogni prima domenica del mese, in sede o presso le Terme di Santa Lucia nel periodo estivo, un torneo federale, dei tornei a tema (al castello di Pallotta, di Natale, de lu Fiottu, di carnevale ecc.) ed un Torneo Regionale; a questi tornei hanno partecipato nel 2008 ben 425 diversi giocatori provenienti da tutta la Regione Marche e da Regioni limitrofe. Nell'organizzazione dei nostri Tornei abbiamo avuto la fortuna di poter contare sulla professionalità di molte attività commerciali della nostra città e grazie a loro siamo riusciti ad offrire ai giocatori la

TOLENTINO CENTRO CITTÀ

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massima accoglienza, a costi contenuti e con piacevoli sorprese. Se l'Asd Tolentino Burraco S.C. è cresciuta e risulta essere tra le più importanti della Provincia di Macerata un grazie particolare va esteso a tutti i soci ed alla disponibilità dimostrata da alcune realtà locali (UST Tolentino – Hotel 77 – ASSM Tolentino ). Non ci vogliamo però fermare qui, lo scopo di far conoscere ed apprezzare questo gioco è il nostro principale obiettivo e per questo ogni venerdì sera organizziamo presso la Sede dei corsi di insegnamento e di approfondimento del gioco del Burraco a cui invitiamo tutta la cittadinanza, esperta o no di questo gioco. Chiunque voglia può contattare i numeri 340 8502552/348 7927930 ed informarsi su come si svolgono i corsi di insegnamento, avvicinatevi a questo gioco e ne rimarrete coinvolti. Il Presidente Marco Attili


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MANCANO GLI SPAZI PER I GIOVANI ci attrezziamo con i tendoni...

La vicenda relativa al tendone installato in piazza della Libertà per consentire l'organizzazione di alcune feste in occasione del Carnevale offre degli spunti molto interessanti per guardare a più ampio raggio quella che è la “questione cultura” a Tolentino. Non è certamente nostro compito dire se sia stato giusto o sbagliato concedere la piazza per posizionare il tendone, ma ci sono due considerazioni che vanno fatte. In primo luogo, va elogiato lo spirito e l'intraprendenza con cui un gruppo di giovani ha deciso di organizzare in città le feste di Carnevale. Dall'altra parte, però, vanno tenuti in debita considerazione i rumori (inevitabili) con cui hanno dovuto fare i conti i residenti del centro e i sampietrini rotti per piazzare il tendone e che vengono sostituiti a spese degli stessi organizzatori della festa. Detto questo, appare evidente che c'è un punto e uno soltanto sul quale bisogna riflettere: la carenza cronica di spazi per i giovani a Tolentino. Mettere un tendone in piazza della Libertà per fare una festa significa essere arrivati davvero alla frutta. Significa che non esistono spazi dove aggregarsi, dove socializzare, dove stare insieme. E tutto questo è preoccupante. Lo è ancora di più se si pensa a quante energie vengono sottratte a quello che

dovrebbe essere il mondo giovanile (e la cultura che si trascina) da eventi che, probabilmente, non hanno più ragione di essere o perlomeno non sembrano trovare un riscontro concreto nella cittadinanza. Parliamoci chiaro: la cultura a Tolentino non può essere solo violini e lirica nelle stanze di un palazzo. Così come non può e non deve essere soltanto ancorata alla Biennale dell'Umorismo. C'è un bisogno forte di spettacoli e manifestazioni che possano offrire ancora divertimento e svago. Sappiamo che ci sono state rappresentazioni del recente cartellone “Tolentino a cinque stelle” che hanno fatto registrare 0 (zero) biglietti staccati. E sono comunque costate denaro delle casse comunali. Certo, le cinque stelle piacerebbero a tutti, ma noi a questo punto ci accontenteremmo anche di un cartellone “ To l e n t i n o b e d & breakfast” purchè la gente partecipi e si diverta. È un discorso 5

che avevamo già affrontato qualche mese fa, ma da allora le cose non solo non sono cambiate ma sono addirittura peggiorate. E in vista di quello che dovrà essere il cartellone delle manifestazioni estive, nell'anno della prima Biennale firmata Maurizio Costanzo, c'è di che preoccuparsi. Ascoltando la gente in giro, sentiamo che c'è bisogno di qualcosa che sgombri la testa per qualche minuto dalle preoccupazioni quotidiane. Sarebbe bello la prossima estate ascoltare oltre ai violini e ai soprani (deliziosi ci mancherebbe, ma certo non alla portata di tutti) magari una fisarmonica in piazza che faccia fare quattro salti in allegria o godersi una bella commedia in dialetto di qualche compagnia amatoriale del circondario. Il tutto senza eventi che si accavallano e spese folli, visto anche il momento congiunturale che si sta attraversando. E se si riuscisse a risparmiare qualcosa, si potrebbe cominciare a pensare di recuperare qualche spazio dove consentire ai giovani di vivere i loro momenti di spensieratezza. Basti pensare al recupero dell'ex Politeama Piceno. Un gruppo per restituire alla città questo immenso patrimonio si è costituito nei giorni scorsi, senza colore politico e senza velleità amministrative. Un progetto concreto, reale, non dispendioso e decisamente più utile di futuristiche palazzine tecnologiche delle quali, onestamente, non sentiamo più di tanto la mancanza.


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IO CITTADINO

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Spett.le Multiradio press news

Oggetto: risposta al n. l di gennaio 2009 Gent. Direttore, le scrivo a proposito di quanto è stato pubblicato nel suo periodico Press News distribuito il mese di gennaio, dove con meraviglia ho appreso come i cittadini si armino di penna (per così dire) e disturbino il Sindaco per problemi oserei dire inutili. Il Cartello era stato messo da anni, giustamente e correttamente, perché li un abitazione c'è e trattasi dell'ex casello ferroviario n. 46, oggetto di ristrutturazione dalla fine del 2008, e perché ci sono lavori in corso. A mio avviso, ritengo che lo sbaglio sia stato del Comune, che chiudendo un occhio, ha permesso anche il transito dei veicoli, su quello che oggi, è ancora un CANTIERE, però come al solito i cittadini hanno da cercare obiezioni, proteste, anche dove non servono e non vedono al di là del proprio naso. Mi permetto di dire questo perché la strada oggetto di tanta attenzione per il suo dissesto o per la segnaletica, sarà presto chiusa, visto le proteste, perché manca ad oggi del muro di cima obbligatorio da disposizioni ferroviarie e dalla legge, e dovrà costeggiare tutto il perimetro del binario ferroviario. In mancanza non potrebbero circolare neanche gli addetti ai servizi funebri. Inviterei i miei concittadini ad occuparsi di problemi più importanti e magari chiedere spiegazioni, non su un banale segnale stradale, ma ad esempio sul ponte di Mancinella, sul nostro teatro Vaccaj ect. Distinti saluti. Dott.ssa Daniela Trombetta

Oggetto: Risposta all'articolo scitto nel numero n. 1 - gennaio 2009 Con la presente vorrei rispondere all'articolo scritto dal geom. Michele Gismondi riportato a pagina 4 del numero del giornale Multiradio press news citato in oggetto. La questione concerne il segnale posto all'inbocco della strada S. Egidio, nei pressi del cavalcavia vicino all'Arena, ed a tal proposito vorrei precisare che questo segnale è stato posto dal comune su richiesta del Comitato di Contrada di cui io sono presidente. L'obiettivo è quello di scoraggiare tutti quei camionisti stranieri, molto probabilmente Greci, a transitare lungo la strada S. Egidio, C.da Colmaggiore e C.da Massaccio in direzione di San Severino Marche poiché trattasi di strade non adatte a questa tipologia di traffico pesante (due autovetture che si incrociamo fanno fatica a procedere regolarmente). Io stesso sono testimone della difficoltà incontrata da questi sfortunati autisti che una volta raggiunta la chiesa di S. Giuseppe sono costretti a fare una miriade di manovre per poter girare l'incrocio in direzione S. Severino. Ecco spiegato al geometra Gismondi come mai questo segnale avverte che la strada è chiusa in inglese “road closed” appunto.

PAZZA IDEA?!? Con i soldi del Vaccaj: sistemazione perfetta di tutte le strade Con i soldi del Vaccaj: recupero spazi comunali (Sangallo, Santa Teresa e altri Santi...) per uffici e magazzini, senza pagare affitti tipo la sede dell'Urbanistica Con i soldi del Vaccaj: unico complesso scolastico con asili, elementari, medie con mense, palestre e servizio di trasporti nell'ex Hotel Marche. I vecchi edifici adibirli a parcheggi, verde e piccole abitazioni civili Con i soldi del Vaccaj: sistemare e far pagare i tre parcheggi di cintura, al momento topaie del Bronx, liberando alcune strade e rendendo la viabilità più scorrevole Con i soldi del Vaccaj: una bella e attrezzata Cittadella dello Sport nei pressi del Castello della Rancia, compreso un cinema tolentinate e il nuovo... teatro Nicola Vaccaj! Che pazza idea... G.M.

Distinti saluti Il presidente di Contrada Scattolini Enea

Organizzazione dell'Asur di Tolentino: visita nel gennaio 2008 dove mi viene diagnosticata un'ernia inguinale. La chiamata per l'operazione è per il mese di febbraio 2009: 13 mesi di attesa. Il problema è stato facilmente risolto: mi sono recato a Villa dei Pini a Civitanova Marche. Sono stato visitato il 16 maggio 2008 e operato il 19 maggio 2008: esattamente quattro giorni più tardi! Naturalmente posso documentare il tutto. M.G.

Ricordo di Mino Reitano Gentile Direttore, vorrei sottoporle una questione che mi ha un po' preoccupato e, come me, anche altri cittadini di Tolentino. A febbraio ci siamo trovati, come di consueto, a ricevere le bollette di acqua, luce elettrica e gas metano. Trovandoci in pieno inverno, mi aspettavo di dover pagare una cifra piuttosto sostanziosa. Invece, con mia grande sorpresa, la bolletta del metano era pari a zero euro, mentre quella di acqua e luce corrisponde a una decina di euro. Il primo sentimento provato di fronte a queste bollette è stato, naturalmente, di felicità, ma poi riflettendo mi sono chiesto se la cosa è normale. Infatti, questa stessa situazione si è verificata in decine di famiglie tolentinati che conosco personalmente e che a febbraio non hanno speso praticamente nulla per luce e gas. La sensazione comune è che ci sia stato qualcosa che non ha funzionato e che ad aprile potremmo trovarci di fronte a "megabollette" con tanto di conguagli e controconguagli. Cifre che potrebbero mettere in difficoltà un bilancio familiare. Per questo chiedo al meraviglioso Press News se può darci qualche informazioni in più. Lettera firmata

E' recentemente scomparso Mino Reitano, indiscutibilmente uno dei protagonisti della musica italiana nel mondo. Reitano era un grande amico della nostra città dove era arrivato anche recentemente, prima dell'aggravarsi della malattia che poi lo ha ucciso. La prima volta che Mino Reitano venne a Tolentino fu nel 1970, in occasione di un Veglione Rosso tenutosi al Teatro Nicola Vaccaj. Una foto di quel concerto è il nostro ricordo e il nostro saluto a Reitano.

Caro cittadino, anche io sono nella sua stessa situazione. Per motivi di tempo non riusciamo in questo numero ad avere notizie precise, ma le garantisco che torneremo sull'argomento nel numero di aprile. r.s.

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L'assegnazione di un immobile da cooperativa Il bene acquistato da una cooperativa edilizia non differisce rispetto agli altri immobili per caratteristiche tipologiche intrinseche. Semplicemente, quando il bene è venduto da una cooperativa edilizia, in realtà il contratto di trasferimento immobiliare non è una compravendita in senso stretto, bensì un'assegnazione, che l'ente effettua a favore dei propri soci: infatti è necessario essere soci della cooperativa per poter acquistare il bene. Dallo status di socio derivano una serie di conseguenze: - non tutti possono essere assegnatari di immobili da cooperativa ma solo i soggetti aventi i requisiti stabiliti dall'atto costitutivo e dallo statuto di ogni singola cooperativa per poter divenire soci e tali effettivamente divenuti;

- il socio è vincolato da quanto stabilito nell'atto costitutivo e nello statuto della cooperativa, per esempio con riguardo al recesso, alla cessione della partecipazione, all'esclusione dalla società; - in capo al socio gravano due distinti ordini di obblighi e, cioè, quelli inerenti allo status di socio, che permangono fino allo scioglimento della cooperativa o al recesso o all'esclusione del singolo, e que lli c olle gat i a ll'as s egn a z ion e dell'alloggio. Fin da queste premesse emerge che l'acquisto da cooperativa richiede l'accertamento preliminare dei requisiti richiesti, oltre all'esame del regolamento statutario, che potrebbe vincolare l'acquirente in modo difforme dalle proprie esigenze economico-giuridiche.

È perciò opportuno che l'aspirante assegnatario si rivolga a un professionista qualificato prima di impegnarsi verso la cooperativa, per verificare fin dall'inizio se proseguire nell'iter dell'acquisto. A fronte dei vincoli e delle limitazioni sopra evidenziati, l'assegnatario gode di agevolazioni riguardanti il prezzo dell'immobile e, spesso, di agevolazioni fiscali in sede di acquisto della titolarità dell'immobile. Ciò premesso si sottolinea che le cooperative si dividono in cooperative senza contributo statale e cooperative con contributo statale: ciò si riflette sulla disciplina applicabile e sul regime di circolazione degli alloggi, sinteticamente esposta come segue.


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DAL PERMISSIVISMO AL LIBERISMO PASSANDO PER IL PADRE SPIRITUALE Il nostro Corpo di Polizia Municipale recentemente è salito agli onori della cronaca in quanto si è dotato di una "Guida Spirituale", individuata nel Priore della Basilica di San Nicola, Padre Luciano De Michieli. Per suggellare questa novità si è scomodato addirittura il Tg3 regionale che ha dedicato all'avvenimento un ampio servizio. Ma, probabilmente, qualcosa non va come dovrebbe. Infatti, nelle ultime settimane ad avere bisogno di una Guida Spirituale sono i cittadini di Tolentino che devono fare i conti con una vera e propria strage di contravvenzioni al Codice della Strada, a volte e troppo spesso per "peccati" veniali. Leggende metropolitane dicono che siano arrivati ordini di servizio ben precisi per cercare di portare nelle esangui casse comunali denaro fresco e, vista l'impossibilità di utilizzare l'autovelox per i ben noti motivi di cui ci siamo ampiamente preoccupati nei mesi scorsi, l'obiettivo principale sono le auto in divieto di sosta, specialmente in aree ritenute a rischio come Palazzo Europa e dintorni. Sgombriamo il campo prima di tutto da eventuali equivoci: chi sbaglia è giusto che paghi e se vengono contestate violazioni la multa è un dovere da parte di chi indossa la divisa. Però... C'è un

però, anzi, forse più di uno. A Tolentino, infatti, nelle ultime settimane siamo passati dal permissivismo più sfrenato che imperava incontrastato in ogni zona della città, al proibizionismo più oscurantista. I malumori non sono pochi, anche perchè una contravvenzione per divieto di sosta costa poco meno di 40 euro e di questi tempi, si sa, si tratta di una cifra decisamente consistente. A tutto questo si aggiunga che chi dovrebbe quantomeno dare il buon esempio continua, invece, a tenere comportamenti irritanti e censurabili. Questa foto è stata scattata in un pomeriggio di qualche sabato fa, nello stesso identico posto dove soltanto dieci minuti prima era stata fatta una "strage" di multe. Alla macchina di servizio la multa chi la fa? Noi cittadini? Ribadiamo che i comportamenti scorretti vanno censurati, ma come in tutte le cose, anche in questo caso usare un po' di buon senso non guasterebbe. Trentasei euro per aver posteggiato qualche istante su un posto "carico e scarico" dieci minuti prima delle 18 sanno

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tanto di persecuzione. Anche perchè poi, fai il giro con la macchina e attraversi piazza della Libertà dove ti trovi di fronte per tutto il giorno a un vero e proprio parcheggio gratuito (per pochi) mentre chi è sceso a prendere un caffè è stato multato. Oppure trovi i parcheggi per disabili spesso impegnati da auto che non ne hanno il diritto o con contrassegni sui quali si potrebbe discutere una vita. Bisogna ripartire dall'educazione stradale, mettere un avvertimento prima di scrivere il verbale, insegnare ai cittadini quello che invece è stato fatto passare come "normale" per anni. E magari anche cominciare a dare il buon esempio per primi.


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AMICI DI FIDO e MULTIRADIO insieme per aiutare i cani meno fortunati AMICI DI FIDO è l'associazione onlus, che aiuta i cani meno fortunati! Se volete aiutarli anche voi, da marzo fate una piccola offerta o regalate all'associazione del cibo per cani, cucce, coperte! Potete fare un'offerta agli amici di fido sul c.c. postale n. 86360799, portate il tagliando del versamento nella nostra sede e noi vi diamo la felpa. Oppure portate in radio qualcosa per gli amici a quattro zampe meno fortunati: medicinali, cibo, coperte e quanto pensate possa essere utile. Riceverete così la strepitosa felpa di Multiradio...

L'Associazione Amici di Fido di Civitanova (con sezione a Tolentino) aderisce completamente all'appello della volontaria del canile di Milano. Presente con propri volontari all'interno del canile Rifugio Monti Azzurri di To l e n t i n o , d e s i d e r a vivamente incentivare le adozioni dei cani più anziani, per offrire loro anche soltanto gli ultimi mesi di vita circondati dal calore e dall'amore che hanno perso o mai ricevuto. In collaborazione con la Comunità Montana dei Monti Azzurri, che si impegnerà a contribuire parzialmente alle spese sanitarie da sostenere, qualora l'animale fosse bisognoso di cure.

ADOTTIAMO UN RANDAGIO Sono una volontaria in un canile privato convenzionato con vari comuni alle porte di Milano. Vorrei tanto che più persone conoscessero e guardassero negli occhi i cani ormai adulti o addirittura anziani che hanno avuto il triste destino di vivere gran parte della vita dietro le sbarre. Sono convinta che se conoscessero la loro dignità, la loro capacità di sopportazione, la loro consapevolezza e riconoscenza, certe persone non desidererebbero solo i cuccioli, magari di razza, ma porterebbero volentieri con loro una di queste creature per condurle a un'esistenza degna di essere chiamata tale. Nonostante la vita di privazioni, l'assenza di affetto, di stimoli e spesso anche di movimento la stragrande maggioranza dei cani di canile conserva una dolcezza e un equilibrio commoventi. E prova una straordinaria riconoscenza verso chi li adotta. Vorrei dire anche che non è affatto vero che i cuccioli imparano prima dei cani adulti ! Questi ultimi sono infatti più maturi, più tranquilli e molto, molto più obbedienti. Segnalo, per chi volesse compiere il grande atto d'amore di adottare un randagio, questo indirizzo internet: http://fuorimilano.misha.cc Grazie Giorgia R. Milano Tratto dalla rivista “Viver sani e belli” n.36 del 05/09/08

NON LASCIAMOLI MORIRE IN CANILE… MERITANO IL NOSTRO AMORE! L'Associazione Amici di Fido coglie l'occasione per invitare tutti coloro che amano gli animali a collaborare con il gruppo volontari all'interno del canile “Rifugio monti azzurri” di Tolentino. Bastano anche un paio d'ore a settimana per rendere felici con una carezza e una passeggiata tante povere bestiole chiuse in gabbia. Chiunque volesse dare il suo contributo può contattare la referente della sez. di Tolentino - Sonia 340.792.44.06 Grazie a coloro che vorranno sostenerci con il loro aiuto

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TOLENTI(BLASO)NATI NEWS

DA CONTADINI A CONTI Una storia divisa in tre Un altro viaggetto, il secondo, per famiglie illustri di queste parti. Stavolta cogliamo tre piccioni (si fa per dire) con una fava. Ho infatti scelto per guida il Conte Aristide Gentiloni per farci raccontare uomini e gesta di tre casate con una storia in comune: i Silverj, i GentiIoni e i Massi. Tutti in ordine di apparizione, com'è giusto. II tipo è interessante, colto, di multiforme ingegno. Soprattutto amante della storia, particolare che mi stuzzica parecchio. Caro Conte Aristide Gentiloni Silverj, le chiedo anzitutto una cortesia. Per evitare che, nel fare la lista dei suoi titoli, questa sia più lunga della domanda, vogliamo essere spicci? Propongo di chiamarla Conte Ari. Me lo concede? Sono stato sempre un tipo pratico, perciò la cosa non mi dispiace. Mi suona anche bene: Ari come ... aristocratico! Vada per Ari e cominciamo pure. Inizierei dalla casata di suo suocero, il conte musicista Domenico Silverj. D'accordo. I Silverj sono, per così dire, sbocciati dalla terra. Poi hanno messo radici in città diventando nobili. Per un paio di secoli hanno fatto la storia di Tolentino da protagonisti. Facciamo qualche passo indietro. Come mi nascono, questi Silverj? All'origine potremmo chiamarli gentiluomini di campagna. Già nel Seicento erano possidenti terrieri nei dintorni di Tolentino, in contrada S. Andrea. A proposito, è ancora piedi il rudere della loro prima dimora.

Anche i miei antenati materni hanno vissuto per secoli nelle campagne intorno Tolentino, sa? Interessante! Discendi anche tu da qualche ramo nobile? Per la verità i miei avi ci salivano, sui rami. Quanto a me, discendo ogni mattina le scale di casa mia! Tuttavia, non sei molto lontano dalla verità. Davvero?! La terra è stata per secoli il suolo comune di nobili e contadini. Non a caso, conte e contadino hanno la stessa radice. Con qualche differenza che qui non staremo a... rivangare! Ma torniamo ai Silverj, Conte Ari. Ecco, i Silverj. A fine Seicento erano di quella che si può definire nobiltà terriera. Ma piccola, s'intende. E senza titoli. Poi nel Settecento tentarono la svolta commerciale, convinti dalla nobile famiglia Micciani. Ma non è sempre stato un disonore occuparsi d'affari, per un nobile? La terra è il vero marchio di nobiltà. E i Silverj fecero la scelta. Meglio nobili che ricchi? In un certo senso sì, ma senza esagerare. Mollarono i Micciani loro soci (che non la presero per niente bene) e pensarono al blasone. Con qualche proprietà fondiaria in aggiunta come dote. Un maritaggio, insomma.

di Enzo Calcaterra Vero. Con le nozze del 1811 tra Stefano e Teresa Guerrieri cancellarono il disonore e un futuro da borghesi in carriera. Ma quando arrivò l'investitura vera e propria? Abbastanza rapidamente. Il Comune concesse il patriziato nel 1730. Nel 1788 Ferdinando Borbone di Parma conferì il titolo di conte ai Silverj. Poi, tra ospiti illustri e amicizie d'alto rango, un titolo dopo l’altro. Magari anche qualche imparentamento con casate illustri? Sicuro. Pietro Silverj (nonno del futuro musicista Domenico) sposò nel 1780 Agnese Parisani. Hai presenti i Parisani? Come no? Ci siamo salutati appena il mese scorso! ??? Ma torniamo ai Silverj. Da queste nozze arrivò anche un beneficio consistente? Certo. La proprietà terriera aumentò e il titolo si inquartò. Nel senso dello stemma? No, proprio nel senso... dell'irrobustirsi. Ma per ricevere gli alti papaveri d'allora come il Duca di Parma, i Cardinali Carlo e Federico Borromeo, i Reali di Spagna, Pio VII, un villotto di campagna mi sembra un po' stretto. Giusto. Infatti, la fusione dei palazzi Rutiloni-Guerrieri diede inizio alla realizzazione della dimora cittadina. Sarebbe stato il palazzo Silverj per conti inurbati, tuttora bello e disteso nel centro di Tolentino. Ma gli uomini di casa Silverj si dedicarono anche a qualche attività? Vedi, ragazzo mio, la nobiltà marchigiana è stata sempre attiva, piena di iniziative, tutt'altro che disposta e starsene ai margini della società. La migliore truppa del Papa. E anche la più redditizia. In quali campi, Conte Ari? Nei posti chiave, ovviamente. Giuristi come Stefano Teodoro e Giuseppe, vissuti nel Seicento. Oppure uomini di Chiesa, soprattutto con incarichi di fiducia presso i Sacri Palazzi di Roma. Più esattamente? Cameriere Segreto di Cappa e Spada, come nell'Ottocento Stefano e Benedetto. Oppure graduati nella Guardia Nobile, corpo scelto con l'onore di scortare e proteggere il Papa. Posto riservato ai soli nobili, naturalmente. Infine tutte le strade, anche e soprattutto quelle dei nobili, portano a Roma. Per forza. Quella è stata la nostra capitale, quello il nostro re per secoli. Vale anche per popolani e contadini. II Papa Re, per l'appunto! Giovanotto, vuoi giocare a fare il sovversivo con un ex garibaldino? Ci mancherebbe! Anzi: lei mi è simpatico anche per questo, si figuri! Così, quando nel 1818 nasce Domenico, il più illustre di tutti, la scena è pronta. Di Domenico potremmo parlare a lungo. Oltretutto l'ho conosciuto molto bene, non solo per averne sposato la figlia ed ereditato il titolo. Gran bella persona e artista di talento! Sono d'accordissimo! Me ne sono occupato qualche anno fa e condivido pienamente il suo giudizio. Tutti lo amavano e fino agli ultimi anni lo chiamarono affettuosamente “Cuccio”. Mi ci spenda qualche parola. Molto volentieri. Amò la musica e ne fece la sua ragione

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di vita. Senza però fuggire dalla vita, dai suoi doveri, dai suoi problemi. Come la politica, per esempio. Ci arrivo. Vi si appassionò con l'entusiasmo e l'ingenuità dell'artista. Ma addirittura schierarsi con la Repubblica Romana del 1849, dopo aver composto la “Melodia delle trombe d'argento” per Pio IX, celebre in tutto il mondo! Mettersi, lui nobile e Guardia Nobile, con gente come Garibaldi e Mazzini! Se è per questo, anch'io l'ho fatto non molti anni dopo. Ma ne riparleremo. Però un nobile pontificio che si mette con il Che Guevara e il Bin Laden di allora è inaudito! Ne avrà passati di guai. Ebbe un bel po' di grane, prima di rientrare nei ranghi. Un processo a porte chiuse, pur clemente. Ma corse il rischio di essere espulso, diseredato, privato di ogni titolo. Anche la casata soffrì per questa pecora... rossa! Poi, con gli anni, le cose si appianarono. Voi nobili vi siete spesso immischiati nelle congiure e nelle rivoluzioni. Non è un po' strano? Mica tanto. Siamo fatti così. Ci piace dirazzare, quando se ne presenta l'occasione. Per noia, per vanità, per idealismo, per spirito d’avventura, per trasgressione. Anche qui a Tolentino e nelle Marche non vi siete persa una trama o una sbandata. Per Napoleone, Murat, i Carbonari, Mazzini, Garibaldi. Forse sta qui un po' del vostro fascino: vi piaceva imbrancarvi col popolo. Talvolta per cambiare pelle, altre volte per scoprirlo, altre ancora per imparare come lisciargli il pelo e governarlo meglio. Ma la vita e la storia sono anche questo, nevvero? Sarà. Abbiamo lasciato il Conte Silverj in veste di figliol prodigo, dopo averla fatta grossa. Perdonato e riaccolto in casa, sembra aver messo la testa a posto. Dove? Ma nella sua adorata musica! Vi si dedicò anima e corpo, da allora in poi. Aveva amicizie celebri: politici, artisti, letterati d’Italia e d’Europa. L'oasi della famiglia e la stanza delle note diventarono il suo mondo. Da quel che sappiamo non rinunciò tuttavia alla vita pubblica, anzi. Nella storia di Tolentino è passato come l'ultimo Gonfaloniere del Regno Pontificio e il primo Sindaco del Regno d'Italia. Sì, la sua opera di amministratore ha lasciato un'impronta nella città, che nella seconda metà dell'Ottocento si andava trasformando come il resto del Paese. Nell'industria, nelle strutture urbane, nella cultura. Artista sì, ma lungimirante e attento agli eventi. E la famiglia? Cresceva in titoli, onori, amicizie, prestigio. Ma le finanze, al contrario, cominciarono a squagliarsi velocemente. La causa? Il musicista, caro giovane! Scriveva opere, melodie e quant'altro. Ma mentre editori musicali e impresari di teatro gli ciucciavano la borsa, il patrimonio si prosciugava a vista d'occhio. A questo punto occorreva un... salvatore? Hai capito bene. Qui entra in scena il sottoscritto. E alla garibaldina, lo puoi ben dire! (1 - continua)



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I NOSTRI FIGLI

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I MALI DELL’UMANITÀ di Luciana Zengarini Quante sofferenze trovano la loro ragione nella natura umana! Purtroppo è così: l'uomo da sempre sa cosa è “male”, ma con ostinazione ne va alla ricerca, perché ne è attratto. Ma non basta! L'autolesionismo, tratto caratteristico della nostra civiltà, che sta superando l'istinto di conservazione, si spinge oltre ai mali causati dall'ambiente e aggiunge la VIOLENZA, di ogni specie, sottile e subdola, una forma di demolizione e di distruzione dell'umanità. L'uomo è stato sempre violento, ma quella odierna, più ancora che la passata, è una violenza che non trova una pur minima motivazione. Oggi abbiamo tutti i presupposti, tutti gli esempi vincenti, tutti i mezzi per evitare la violenza: però sembra che non ce ne rendiamo conto. Basta aprire un quotidiano o accendere la televisione e fatti orribili, di cui sono vittime i bambini, ci fanno inorridire. Non possiamo rimanere indifferenti ! Troppi bimbi sono vittime di una ferocia belluina, nulla a che vedere con il nostro essere “uomini”. Non mi voglio riferire solo alla violenza fisica, sempre molto grave, ma più devastante è quella psicologica, sottile e variegata, una violenza che

lascia segni nel tempo, segni devastanti per la psiche e l'intelletto. Una reazione quasi fisiologica deve farsi sentire in ciascuno di noi; lo dobbiamo alle vittime innocenti, lo dobbiamo a

noi stessi, alla nostra coscienza. Cominciamo ad aprire gli occhi, ad organizzarci per eliminare certi comportamenti “anomali”. Cominciamo a dire “BASTA”! Occorre un intervento di “MORALIZZAZIONE”, teso innanzitutto a

riproporre ai giovani dei VALORI i in cui credere, che assicurino una crescita democratica nel rispetto tra le persone. Ecco la parola chiave “RISPETTO”; rispetto per noi stessi, quando ci assumiamo le nostre responsabilità, di conseguenza rispetto per gli altri, quando siamo pronti al dialogo civile senza prevaricazioni e prepotenze. Signori miei, questa è una strada obbligata: non allontaneremo certo grazie a questo la violenza dal nostro vivere quotidiano, ma creeremo i presupposti per separarla un po' alla volta dalla società. Se la nostra società è malata dobbiamo partire dalle cause per guarirla, cercando di risolvere “i nodi intricati” che portano ad atti tanto perversi quanto violenti. Allontaniamo a poco a poco fattori che creano violenza, lasciando posto a comportamenti responsabili ed altruisti, cominciamo nel nostro ambiente, partiamo dalla famiglia, primo ambiente per eccellenza! Solo rifiutando la logica della prevaricazione, possiamo costruire un futuro migliore per i nostri figli.

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NEWS

UNA PASSIONE FRA TERRA E CIELO di Enzo Calcaterra

II 4 aprile prossimo verrà rappresentata la vicenda della Passione in contrada Bura, tra le colline che si affacciano su Tolentino. La manifestazione si svolge dal 2002, nel solco di una tradizione iniziata dal parroco don Primo Minnoni negli anni Sessanta. Gli abitanti della piccola frazione ripresero l'idea potenziando, con le nuove tecnologie e l’apporto di varie competenze artistiche, tecniche e culturali di alto livello, non solo la parte spettacolare, ma soprattutto atmosfere ed esperienze emozionali, per una partecipazione collettiva sempre più intensa. In tal modo, negli anni, la qualità è gradualmente cresciuta, con il coinvolgimento di un numero sempre più elevato di impegni per affrontare le molteplici difficoltà di carattere organizzativo, logistico, economico. La presenza ogni anno più numerosa di persone, ma soprattutto il forte impatto esercitato sui presenti, sono ad ogni edizione la migliore testimonianza del valore e spessore dell'iniziativa.

Molti i segni, le tracce invisibili, che questa Passione lascia nel suscitare e risuscitare in ciascuno suggestioni che si credevano perdute. Non sempre decifrabili eppure percepiti gli effetti sui singoli, credenti o no, curiosi, nostalgici alla ricerca del fanciullino perduto. Ma anche per i gruppi, che la circostanza aggrega in un pugno d’ore nella concelebrazione di un eventomistero, la condivisione si offre senza diaframmi. La modernità del proprio oggi nel mondo riesce a conciliarsi con il desiderio di staccarsene, senza perderlo. Magari salendo verso l'altura per sentirsi solo un po' più vicino al cielo, ponte fra il trascendente che si allontana quanto più vi si tende e il terreno che trascina al suolo quanto più si tenta di scrollarselo da sotto i piedi. Gli ingredienti sono disseminati sulla collina sospesa tra un paesaggio d'altipiano e orizzonti a perdita d'occhio. Il piccolo parroco don Primo ebbe l'intuizione delle anime semplici nel collocare l'antico rito al centro della Pasqua, tra il grumo della sofferenza e l’irradiamento della Resurrezione. Lo spettacolo si è fatto così insieme teofanìa e "biblia pauperum" ove non solo gli occhi, ma i corpi, i sensi s’aprono alla trasparenza delle immagini. Le molteplici ed eterogenee passioni si fondono in una corale quanto sommessa riscoperta di sé. Così ciascuno vive, in serenità, intimità, commozione, la sua personale Passione, densa di messaggi, allusioni, rimandi, umori segreti. Con genuinità e ingenuità, senza dover fingere inutili pudori, libero dal rispetto umano che appanna, fa chinare lo sguardo o lo sospinge sempre più spesso verso un altrove senza senso. Una visione, la sua, non più "per mezzo di uno specchio, in modo non chiaro", ma con i sensi aperti e l'anima intesa. Riassapora il flusso delle stagioni, il trascorrere delle ore e degli istanti nel trascolorare del cielo e dei luoghi in cui si muove ed è mosso. La Passione di Cristo ridiventa quella di tutti e di ognuno, l'attesa della Resurrezione torna ad essere la cifra più autentica della speranza dove chiunque può finalmente ritrovarsi e comprendersi appieno.

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NEWS LU PRIMU VEGLIO' A TULINDÌ...

Lu Spì Li sgagghiù I dialoghi di Peppe e Renato

di Giovanni Sebastiani

Ciao Pè

(11 febbraio 1893)

Ciao Renà!

Troannome iersera a Tulindì,

Aò! T'è 'rriatu anche a te lu giornale della Provincia che parla de quello che è stato fatto a Tulintì? Certo che ha scerdo lu periudu vonu pè buttà un moccò de porvere sull'occhi alla jende che mò deve jì a votà pè lu rinnovu de li rappresentanti della Provincia… Allora voli dì che adè un giornale de propaganda? Scine! Scine! E oltre tutto ce stà una pubblicaziò praticamente per tutti li Comuni de la Provincia, ma gnisciù parla de quello che duvìa esse fatto e che non adè stato fatto! Ma tutti li sordi che ce vole pè fa tutte queste pubblicaziò do li vanno a pijà? Sulle spalle nostre, e do sennò? Scì, ma io me domanno: primo se non era il caso de fa una pubblicaziò unica per tutti. Secondo, siccome è un elogiu che se fa lu Presidente, me chiedo perché non se l'ha pagate per cuntu sua. Terzo. Ma l'opposiziò do stà? A durmì? Per esempiu, non putìa realizzà lu centru per l'impiego donche statìa lu liceu scientificu che adesso ce balla li surci, cuscì putìa entrà che sordu dentro le casse de lu Comune… Dici vè tu, ma a quassi chi glielu scolla lu culu dalla poltrona: quassi pur de non lascià lu scrannu, darìa anche l'anima ar diavolo e giuriria che Cristu adè mortu de freddo! Voli sapè la mia? Io le province le leìrio…

Jitti su lu treatu a lu vegliò, Ma, sentate, per dia, che succidì... Fino a le ieci non se ‘ncomenzò,

Ché le donne a ballà non vulia ji... Allora unu do' sonaa montò (Da cento parte se sindia fa’: Scii!...) E guardenno le donne predecò:

« Nu' simo stufi, non faccio vuscia, Che ce simo vinuti pe’ ballà... Se non calete jò ce jimo via!... »

Le donne sverde principiò a calà

A chi lo dici! Ciao Pè

E a jirà jò la pratea a braccittu...

Ciao Renà

Mentre le tromme se ‘rmittia a ....stonà!..

A MODO MIO di Venere Ciurumbella Io sono Venere

La Vecchiaia

Io sono Venere,

Tutto invecchia, in questo mondo. Invecchiano le case, gli alberi, i pensieri, i vestiti e naturalmente le persone. Chi meglio chi meno, arrivare oltre con gli anni, saper sopportare le conseguenze ed avere la consapevolezza dell'età è un fatto di cui dobbiamo ringraziare nostro Signore. Ringraziarlo per questa immensa grazia che ci ha permesso di crescere i nostri figli e di conseguenza i nipoti, nettare della nostra vita, specie quando li vediamo crescere sani, soprattutto di mente, cioè coscienti che nella vita la cosa più importante è l'onestà, e ben accetti nella società; questo riempie noi vecchi di orgoglio, pensando, magari con presunzione, che siamo stati buoni educatori. Ben venga dunque la vecchiaia che, se portata avanti con serenità, si sopporta anche quando gli acciacchi, che certo non mancano, si fanno sentire con ritmi abbastanza frequenti e toccanti, ma superabili ; e allora grazie ancora Signore per la forza che ci dai.

una persona penso sul normale, con i miei difetti e i miei pregi, come ogni creatura di questo mondo. Il mio spirito un po' triste, un po' allegro; triste per le cose avute e che non ci sono più, allegro per quello che ho e spero che duri a lungo, non solo per me, ma per le persone care attorno a me, che amo e si amano fra loro. Venere Giugno 2005

Venere C. Aprile 2006

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NEWS

mostra

“L’ONDA E LA SPERANZA” dal 7 al 22 marzo 2009 L'associazione di volontariato onlus Amici Per è lieta di annunciare a tutta la cittadinanza che dal 7 al 22 marzo, è stata allestita presso Palazzo San Gallo la mostra dal titolo “L'Onda e la Speranza” patrocinata in ambito nazionale dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Dipartimento di Protezione Civile Nazionale e dal Magis. La mostra è stata inaugurata a Roma ed è stata già esposta in alcune delle maggiori città italiane. Essa ci ricorda la catastrofe dello tsunami avvenuta il 26 dicembre 2004 e consiste nell'esposizione di disegni eseguiti da bambini che hanno vissuto il dramma e la speranza nata dalla ricostruzione. Gli stessi disegni sono poi commentati da bambini italiani e critici d'arte. L'inaugurazione si è tenuta sabato 7 marzo alla sala Nerpiti con la presenza dell' avvocato Marco Petrini presidente nazionale Magis, Padre Umberto Libralato Vice Presidente Magis, Dott. Agostino Miozzo Direttore Generale del Dipartimento della Protezione Civile e delle Autorità Locali. L'associazione Amici Per ritiene che la mostra possa essere una buona occasione di riflessione e sensibilizzazione per il territorio e invita gratuitamente tutti i cittadini, in modo particolare bambini e ragazzi delle scuole.

PER I VOSTRI CONSIGLI, SUGGERIMENTI, PROPOSTE, LAMENTELE E QUALSIASI COSA VI VENGA IN MENTE CONTATTATECI A: Multiradio - casella postale 143 - Tolentino - Tel. 0733.960241 - multiradio@multiradio.it


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