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Bracco d’Auvergne, bello e bravo

Opinioni differenti per le origini ma concordi sulle doti

Bracco d’Auvergne, bello e bravo

L’aspetto è reso ancor più piacevole dai colori del mantello. Il notevole istinto venatorio lo rende ausiliare efficace per la caccia

Tra le razze da ferma meno rappresentate nel nostro Paese, che comunque vedono un importante lavoro di promozione e tutela, il Bracco d’Auvergne è sicuramente tra i più particolari e generosi compagni di vita per il cacciatore italiano. Storicamente esistono delle opinioni contrastanti che vedono le origini di questo Bracco di Francia nascere dopo la sua introduzione in Alvernia nel 1798 da parte dei Cavalieri di Malta a seguito della sconfitta con Bonaparte, ma anche, (affermazione più probabile) che si tratti di un Bracco autoctono, selezionato pazientemente per lungo tempo grazie alla mescolanza di due razze, l’antico Bracco francese e il Segugio di Guascogna. Esiste una terza teoria per la quale, secondo altri, deriverebbe dalla mescolanza del Bracco francese di grande taglia, (Guascogne) e il Pointer bianco nero e questo spiegherebbe il particolare e caratteristico colore del mantello. Qualsiasi sia la sua provenienza sta di fatto che il colore nero-blu, le caratteristiche venatorie e il metodo di lavoro sul terreno, rappresentano la prova che esiste un legame con il Pointer bianco nero. Una curiosità, il colore scuro, quasi nero del suo pelo diventa di un colore bluastro molto intenso, vivido e ben lucido (da qui deriva infatti la denominazione italiana di BraccoBlu-d’Alvernia).

COLORE Nero a pezzatura bianca d’ estensione variabile. La particolarità della pezzatura fa distinguere due tipi: moschettato o brizzolato. Questa differenza non può servire nella classifica di due soggetti della stessa qualità. La testa deve essere nera, preferibilmente con una lista bianca che si prolunga sulla testa. Il bianco di questa lista può estendersi sulle parti laterali del muso. Un orecchio bianco e moschettato o un lato della testa bianco e moschettato non possono essere considerati difetti Dalla sua nascita e grazie ad accurate selezioni svoltesi nel suo Paese natio da grandi allevatori, (come Mr. De Tournay, considerato da molti il padre della razza) fu rivalutato e molto utilizzato per la caccia, soprattutto nel continente Africano ed in America. È strano a dirsi, ma la sua diffusione in Europa non è mai stata eccessiva, al contrario è stato molto apprezzato in altri Paesi, come ad esempio il Libano, in Canada e negli Stati Uniti. L’Italia ha rappresentato un’ottima opportunità per la razza, la quale ha trovato riscontro positivo sia dall’utilizzatore pratico che da quanti sono rimasti impressionati dalla sua bellezza esteriore e dal suo carattere. Nell’anno 2004 per il Braque d’Auvergne viene pubblicato in seno alla FCI lo standard ufficiale: sostanzialmente si tratta di un cane robusto, di forte costruzione ma senza pesantezza, rettilineo e mediolineo, predisposto per una azione di fondo condotta con elasticità.

DOCILE E INTELLIGENTE È dolce, affettuoso, intelligente e docile, dotato di potente fiuto e che si adatta benissimo anche alla vita di famiglia. Si tratta di un galoppatore medio, caratterizzato dal particolare mantello nero a pezzatura bianca di estensione variabile, (moschettato o brizzolato) braccoide di dimensioni che variano nell’altezza al garrese che misura nei maschi da 57 cm a 63 cm e nelle femmine, (leggermente più piccole) da 53 cm a 59 cm.

LA SELEZIONE IN ITALIA

Nel nostro Paese la razza viene tutelata dal Club Italiano Bracco Francese, (sodalizio dell’ENCI) ed è iscritta nell’elenco della riproduzione selezionata: un Bracco d’Auvergne per essere indicato in quanto “Riproduttore selezionato” deve aver ottenuto almeno un Eccellente in raduno o mostra speciale, stessa qualifica in prova speciale e brevetto di riporto. A ciò si aggiunge anche l’assenza di displasia dell’anca che deve risultare di grado “A”.

ISTINTO VENATORIO

Per quanto concerne la funzionalità possiede uno spiccato istinto venatorio ed è molto disponibile all’addestramento, sopratutto nell’instaurare un sincero e fedele rapporto con l’uomo. Occorre fermezza ma mai metodi severi in quanto si tratta di una razza estremamente sensibile, quindi pazienza e dolcezza sono le chiavi per aprire la sua disponibilità alla cooperazione. Possiede grandi qualità di ricerca e doti psico fisiche che

Tipica espressione del Braque d’Auvergne

gli consentono di espletare un lavoro minuzioso e resistente nel tempo, capace di affrontare differenti habitat senza particolari preclusioni. Si tratta di un ottimo fermatore, predisposto anche per gli ambienti umidi: è infatti un ottimo nuotatore, impavido e senza freni al punto che è capace di manifestare le sue qualità venatorie anche in acqua e nelle paludi oltre che nella fitta boscaglia e nei terreni aperti. Nel campo della cinofilia ufficiale, riferita in particolar modo alle prove di lavoro, in Italia viene pressochè testato in quelle su selvaggina naturale e specialistiche a beccacce: tutto ciò in virtù delle sue particolari caratteristiche che lo rendono molto efficace negli ambienti boschivi e caratterizzati da varia vegetazione piuttosto che in ampie praterie. Fiero e di spiccata eleganza è anche apprezzato nelle passerelle delle esposizioni canine, grazie anche al suo particolare mentello con riflessi “bluastri”.

Marco Ragatzu

MANTELLO - PELO Corto, non troppo fine, mai duro, brillante