LeSiciliane n.72

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Per un simbolo pericoloso

Nuova letteratura processuale Graziella Proto 904 pagine. Tante sono le pagine con cui vengono spiegate le motivazioni della sentenza che ha condannato Mimmo Lucano a 13 anni e due mesi: queste motivazioni ci dicono ancora una volta che questo è un processo politico. Già tutto ciò era emerso durante il processo e prima ancora durante le indagini, ma nessuno poteva pensare che si arrivasse a tanto.

«A leggere le 904 pagine delle motivazioni della sentenza di condanna nei confronti di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, e dei suoi soci e collaboratori, c’è da trasecolare – scrive Luigi Manconi, politico e sociologo – Il testo e la sua scrittura costituiscono un documento chiarificatore su come NON si dovrebbe giudicare e sanzionare all’interno di uno stato di diritto. Un esempio di letteratura processuale perversa, dove abbondano i giudizi morali e quelli moralistici, le considerazioni politiche, le riflessioni sociologiche, le analisi di natura generale (proprio quando entra in vigore il decreto legislativo sulla presunzione d’innocenza)».

Un orientamento condiviso dalla magistratura giudicante e dalla magistratura inquirente, cose strabilianti, strane, forse audaci e stravaganti. Tutto l’opposto di ciò che è la legge. O almeno dovrebbe essere. Per quelli di sinistra leggere o sentire dire «la legalità è un valore di sinistra» è senz’altro una botta di orgoglio. Ma tutti coloro che di sinistra non sono saranno contenti? Soprattutto magistrati. «Quando è stata letta la sentenza assurda di Mimmo Lucano, ero lì e ho pianto», ha commentato padre Zanotelli. «Si è capito subito che si trattava di una condanna politica, è ovvio che a qualcuno non andava giù che ci fosse un sindaco antiLeSiciliane - Casablanca 5

’ndranghetista come Domenico, che ha fatto rinascere il piccolo borgo di Riace, da cui buona parte dei calabresi era andata via come in altri posti della regione, ripopolandolo di migranti – aggiunge Zanotelli – Oggi di quella esperienza resta poco, per questo siamo ancora qui, come siamo stati in tanti qualche settimana fa nella grande mobilitazione che si è svolta giù a Riace, a indignarci ancora contro una sentenza che ha devastato non solo il sindaco ma una intera comunità». Mimmo Lucano – si legge e si evince spesse volte nelle motivazioni – è onesto, è integerrimo, non ha rubato un centesimo, non ha intascato nulla di nulla ma.. non è


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