Newl'Ink N.3

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l’ARTE

NEWL’INK

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marzo | aprile 2012

di Rossella Digiacomo

Non è una mostra che mette a fuoco solo i dilemmi del cristianesimo, ma anche la perdita di amore e le credenze che abbiamo abbandonato. Si tratta di tragiche vite e cadute in disgrazia. Si tratta di ritratti che svelano stati d’animo. Si tratta di persone che diventano fantasmi di se stessi (M.D.). L’immagine del Cristo crocifisso rappresenta il mistero della vita, la percezione di una sofferenza personale e universale ma rappresenta anche la capacità di agire, di prendere una decisione anche quando si è profondamente nel dubbio. Cristo ha scelto di essere un martire, di non arrendersi sotto il peso della pressione.

h veduta dell’allestimento a cura di Paolo Burinato e Rishi Sigurd Vlote

j Marlene Dumas Tree of life, 2011, olio su tela, cm 200x100 (coutesy Frith Street Gallery, Londra)

Marlene Dumas in

arte

Ecce Homo 2011, olio su tela, cm 200x100

(coutesy Frith Street Gallery, Londra)

MARLENE DUMAs sORTE fONDAzIONE sTELLINE

13 marzo | 17 giugno 2012 Corso Magenta, 61 Milano Mostra a cura di Giorgio Verzotti Catalogo Silvana Editoriale Orario tutti i giorni: 10 - 20 lunedì chiuso INfO +39 02 45462 411 +39 02 433403 press@stelline.it www.stelline.it

INF O

Da martedì 13 marzo al 17 giugno 2012, la Fondazione stelline ospita la prima mostra pubblica a Milano di Marlene Dumas dal titolo “sorte”, a cura di Giorgio verzotti. Nei suoi trent’anni di carriera, Marlene Dumas, artista sudafricana e olandese di adozione, ha creato lavori che raccontano soggetti diversissimi e ideologicamente complessi: l’apartheid, gli stereotipi razzisti, la maternità, la perversità in tutte le sue manifestazioni, l’amore e la religione con un’originalità ed una libertà espressiva uniche. L’artista è famosa per la sua pittura ambigua e inquietante, nella quale i suoi personaggi appaiono inermi e consenzienti rispetto al voyeurismo dell’osservatore. in realtà attraverso i temi del corpo e dell’identità, della violenza e dell’amore, il lavoro di Marlene Dumas manifesta, nonostante l’impietosa rappresentazione dell’inadeguatezza umana, comprensione ed empatia. i suoi lavori esprimono una visione capace di far emergere la dignità universale delle persone. per la mostra milanese si è partiti dall’antico ed eterno tema della pietas con l’omaggio della pittrice alla Pietà Rondanini di Michelangelo, per procedere poi, con ritratti di corpi, persone e di umanità del nostro tempo, dalla figura di pier paolo pasolini al luogo stesso dell’esposizione: l’ex collegio delle stelline. Tutto tra il mistero e il dolore del vivere. sentimenti che esplodono con maggiore intensità nelle sei grandi tele della crocifissione, tratte dalla serie “forsaken”. Marlene Dumas prende ispirazione dall’espressione disperata del Cristo morente: «e, verso l’ora nona,

Gesù gridò a gran voce: Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Matteo 27,46). L’artista sceglie l’immagine di Cristo abbandonato sulla croce per il suo valore universale, per il senso di conforto e smarrimento che si prova di fronte all’estremo. in Ecce homo, la Dumas esplora i sentimenti di disperazione esistenziale; è nell’oscurità stessa, fatta con ampi colpi di blu di prussia, quella in cui ci si perde. impiega l’opposizione del bianco-nero per impartire implicazioni spirituali: la purezza angelica di Cristo appare avvolta in un mondo di ombre depravate. Lo sguardo del Cristo è nascosto dietro un ciuffo di capelli ma il dolore si concentra in quei polpacci ritorti e ossuti e nei piedi attraversati dal chiodo a suggerire un corpo umano che freme. in Tree of life Marlene Dumas sostituisce la croce con un albero a forma di Y, esso non segna la rinascita ma ancora una volta lo stesso struggimento che porta alla condanna della carne stretta tra le ossa. insieme a queste grandi immagini, nello spazio milanese, sono presenti due piccoli ritratti di Amy Winehouse. il suo aspetto è gonfio di dolore; le labbra bulbose emettono grida senza voce. La sua vita caotica e priva di bussola morale dà l’idea di chi si è sbarazzato di Dio. Da Nietzsche a sartre si è ritenuto che la perdita della fede in un ordine morale è conseguente alla perdita della fede in Dio. Dio è stato dichiarato morto, ma la necessità di riempire lo spazio che ha lasciato, persiste. amy è stata glorificata. Le rockstar sono gli animali sacrificali della società. oggi l’uomo moderno consuma l’immagine di “sesso, droga e rock’n’roll” perché è troppo terrorizzato per viverla. partecipa per interposta persona. Un po’ come il Cristo, queste figure sono state variamente ripresentate e ripensate. i dipinti della Dumas sembrano voler essere esplorazioni del modo in cui le vite e le morti, i trionfi e le cadute, siano state mitizzate e oscurate. partendo dal grido di abbandono di Cristo e l’utilizzo di quel momento come una metafora per le nostre esperienze comuni di isolamento e di perdita, le crocifissioni iniziano una conversazione in grado di condurci più in profondità sia nell’esperienza che nelle conseguenze della morte di Cristo.


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