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Carpenè Malvolti, dal 1868 la storia del Prosecco

Carpenè Malvolti piera genta DAL 1868 LA STORIA DEL PROSECCO

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Un marchio che sin dal 1868 scrive e narra al mondo la storia del vino spumante più diffuso nel mondo; quel vino che si degusta ovunque e con chiunque, perché ogni occasione è buona per apprezzare l’eccellenza italiana della spumantistica, che riporta in etichetta la fi rma di Carpenè-Malvolti.

Sin dalla sua fondazione ha fatto della centralità del marchio un asset imprescindibile, modellandolo e attualizzandolo, senza mai spogliarlo di quei valori fondanti delle origini, che si identifi cano nell’autenticità espressiva della medesima impresa. Cinque generazioni che hanno posto - ciascuna con le specifi che competenze - altrettante pietre miliari nella storia del Prosecco, la cui paternità è ascritta proprio al fondatore dell’attività d’impresa, Antonio Carpenè. Uomo

di “scienza e coscienza”, mise tutto il suo sapere a disposizione del territorio, condividendolo coi viticoltori, inizialmente attraverso le “cattedre ambulanti” e poi contribuendo fattivamente alla creazione di una vera e propria cultura enologica tra le generazioni attraverso l’istituzione nel 1876 della Scuola Enologica di Conegliano, prima nel suo genere nell’Italia post-risorgimentale. Anni di studio e lungimirante visione sulle potenzialità del territorio, convinsero Antonio Carpenè che i tempi fossero maturi per imprimere un primo signifi cativo contribuito al suo sviluppo. Lo fece fondando la Società Enologica Trevigiana, insieme ad altri soci pubblici e privati, che divenne punto di riferimento nella produzione di vini e in particolare di uno spumante avente i connotati sensoriali dello Champagne, ma il DNA autoctono della Glera, vitigno tipico delle colline di Conegliano e Valdobbiadene. E contemporaneamente diede avvio anche alla produzione di distillati. È su questo background che, dopo alcuni anni, la Società Enologica Trevigiana - a causa di una crisi innescata da un’epidemia di fi llossera che decimò la produzione d’uva - diviene l’attuale Carpenè-Malvolti, grazie all’energia dei 2 soci fondatori, Antonio Carpenè - che ivi conferì tutte le sue conoscenze scientifi che - e Angelo Malvolti, che portò in dote le uve provenienti da 11 ettari di vigneti di sua proprietà. Era il 1884 e, da quel momento in poi, il marchio è sempre rimasto lo stesso, col nome di Malvolti sempre ben presente, pur essendo quest’ultimo uscito dalla società a inizio del Novecento. È stato proprio per perpetrare nel tempo il valore di quell’unione che, nonostante le modifi che stilistiche apportate nel corso del tempo a livello grafi co, il marchio è rimasto il medesimo. Ecco quindi che il visual design diventa la traduzione in etichetta di sogni, traguardi, riconoscimenti e onori di cui fregiarsi: grappoli, medaglie e una corona che richiama alla prestigiosa qualifi ca di Fornitori Uffi ciali della Real Casa. Un restyling eternamente in progress dunque, sempre al passo coi tempi e con l’evoluzione dei linguaggi comunicativi, sempre attenti al contesto sociale, culturale ed economico. Oggi l’immagine dell’impresa si attualizza ancora, senza snaturare i canoni di storicità che la contraddistinguono coi i tratti grafi ci che in etichetta hanno segnato le epoche e impressionato generazioni di consumatori. In essi emergono quegli elementi di riconoscibilità, capaci di trasmettere garanzia di qualità e fi delizzazione identitaria su un marchio evocativo di tradizione e innovazione. L’intero assortimento dei vini spumanti e distillati della Carpenè-Malvolti - attraverso l’impegno costante d’interpretare il contemporaneo, nel rispetto assoluto della propria storicità - vede dunque attualizzarsi l’intera immagine d’impresa, che restituisce la centralità storica al marchio originale. Un “ancoraggio storico”, in un contesto attuale che necessita di certezze, per riprendere il virtuoso percorso evolutivo delle generazioni correnti.