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Sassicaia 2019, la leggenda continua

Sassicaia 2019

LA LEGGENDA CONTINUA

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paolo baracchino fine wine critic

info@paolobaracchino.com www.paolobaracchino.com

Alcuni mesi fa sono stato a Bolgheri presso la Tenuta San Guido per scrivere un articolo sui 50 anni del Sassicaia, insieme a me c’erano Priscilla Incisa della Rocchetta, Alessandro Berlingieri, amministratore delegato della società Citai s.p.a. e il Dott. Carlo Paoli, direttore generale dell’azienda.

In quell’occasione è stata fatta una verticale di 7 annate del Sassicaia e al termine della degustazione Carlo Paoli ha portato a ciascun partecipante un bicchiere di vino rosso, senza dirci cosa fosse, anzi precisando che si trattava di un vino che poteva essere anche straniero. Ho messo il naso nel bicchiere e immediatamente ho riconosciuto i profumi tipici del Sassicaia, esclamando che si trattava del Sassicaia 2019, aggiungendo anche che se non fosse stato il Sassicaia era un vino che mi piaceva molto e del quale ero disposto ad acquistarne delle casse. A tali mie affermazioni Carlo si è messo a ridere, confessando che si trattava dell’assemblaggio finale del Sassicaia 2019. Ne ero certo! Ultimamente sono ritornato a Bolgheri a Tenuta San Guido e in quell’occasione ho riassaggiato il 2019, appena imbottigliato, insieme al 2015 e al 2016. Ero curioso di scrivere le mie note di degustazione del 2019, ma anche di fare una comparazione di queste 3 grandi annate. Ricordo quando ho degustato la prima volta il 2015 di averlo trovato strutturato con un olfatto aperto e godibile da subito, al quale ho dato 100/100. Ricordo anche, molto bene, quando ho degustato il 2016 che ho trovato con una lieve maggior struttura rispetto al 2015 e un olfatto un pò più indietro rispetto a quest’ultimo, riconoscendogli 100/100 plus poiché in effetti gli avevo riscontrato sia struttura che eleganza allo stesso tempo. Che dire poi del 2019? Cos’ha di diverso rispetto alle annate 2015 e 2016? La 2019 è inebriante per la sua immediata piacevolezza, finezza ed eleganza sia olfattiva che gustativa. È un vino che ti entusiasma subito coi suoi tipici “profumi Sassicaia”. Al palato è una gioia, un’armonia, un equilibrio con finale di lavanda che ti rimane in bocca per delle ore. È giusto ricordare che la 2019 è stata il frutto di dura selezione sia in vigna che in cantina e che, per tutelare la qualità, è stata di minor produzione. Devo confessare che, dalla 2015 si è arrivati alla 2019 con 5 annate tutte d’alta qualità, una dopo l’altra e questo, almeno secondo me, non era mai accaduto prima in quest’azienda. Seguono le mie note di degustazione del 2019, premettendo le mie osservazioni generali sui tannini. Per quanto riguarda la larghezza del tannino, è importante che faccia le precisazioni che seguono, affinché possa esser compresa. Io sento il tannino del vino sulla gengiva superiore. La totale larghezza del tannino è 6/6, cioè tutta la larghezza della gengiva superiore. Ovviamente, se il tannino è meno largo, potrà esser per esempio 5/6 e così via. La larghezza del tannino è importante quando la qualità dello stesso è di buono o alto livello. Più il tannino è largo, più il vino è degno d’attenzione, ma il tannino, come ho precisato, dev’essere, in ogni caso, di buona qualità. Passiamo adesso a descrivere il vino degustato.

TENUTA SAN GUIDO SASSICAIA annata 2019

(uvaggio: Cabernet sauvignon 85% e Cabernet franc 15%) Si presenta con un mix di color rosso rubino e porpora. Dal bicchiere si innalzano profumi balsamici di menta, eucalipto, rosmarino, alloro e salvia, seguiti da stoppa intrisa di vino, mora e mirtillo. Il percorso olfattivo prosegue con profumi intensi di sapone di lavanda, che mi ricorda la saponetta Atkinson e acqua di mare (melone bianco e parte bianca interna della buccia d’anguria), seguono poi chicchi piccoli di liquirizia, dolci dell’esterno del confetto, agrumati di bergamotto, violetta, pepe nero, lievi di noce moscata per terminare con sussurri di prugna. Il corpo è medio, fine ed elegante. Vino perfettamente equilibrato con la freschezza e i tannini che dominano completamente la massa alcolica. I tannini sono dolci, setosi e completamente larghi (6/6). Lunga è la sua persistenza gustativa intensa con finale di lavanda. Vino dotato di una gradevolissima freschezza. Ha una lunghezza gustativa incredibile. Il sapore di lavanda mi è rimasto nella mente e al gusto fino al giorno successivo. Più lo bevi e più lo berresti! (100/100)

Paolo Baracchino col direttore generale della Tenuta San Guido Carlo Paoli. Foto di Sergio Antonini