a 20 marzo 2013

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ANNO X - Numero 03 - MARZO 2013

Editoriale Cari lettori, non posso iniziare questo editoriale senza fare riferimento all’elezione del Pontefice. Francesco, come credenti e non familiarmente lo chiamano, ha, in pochi giorni, conquistato la simpatia di tutti, grazie alle innegabili doti di comunicatore che lo contraddistinguono. Ma, non basta, il nuovo Vescovo di Roma, come egli stesso ama definirsi, ha indotto tutti, grazie alle sue parole, e soprattutto, ai suoi comportamenti, a riflettere su quelli che sono i valori fondanti dell’essere umano e della sua intrinseca dignità e, quindi, della imprescindibilità dell’apertura e dell’aiuto agli altri. Dal sacro al profano, passiamo ad un altro argomento: sono stati eletti i nuovi Presidenti di Camera e Senato. Il primo e positivo segnale che hanno dato alla nazione è stato quello di ridurre il proprio stipendio . Al solito, Arzano è all’avanguardia: i nostri Amministratori avevano già adottato questo provvedimento a partire dal mese di febbraio(vedi numero precedente A20). Altro argomento di viva attualità è la situazione del plesso scolastico di Via Sette Re. Il responsabile della sicurezza del III Circolo, avendo riscontrato problemi di staticità della struttura, ha indotto il provvedimento di chiusura dello stesso edificio da parte del Sindaco. La conseguenza è stata il trasferimento delle classi frequentanti il plesso, presso le rispettive scuole di appartenenza. A quando la riapertura? Nell’approssimarsi delle prossime festività, auguro a tutti una serena e Santa Pasqua. Buona lettura, Ciro Mainini

“il vero potere è il servizio” Buona a Pasqu

La redazione Augura a tutti lettori Buona Pasqua


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in...f ede Habemus Papam...

Papa Francesco, nato Jorge Mario Bergoglio (in latino Franciscus, Buenos Aires 17 dicembre 1936), è dal 13 marzo 2013 il 266° vescovo di Roma e Papa della Chiesa cattolica. Di nazionalità argentina e appartenente alla Compagnia di Gesù è il primo pontefice di questo ordine religioso eletto al soglio di Pietro, nonché il primo proveniente dal continente americano. È il primo papa dopo undici secoli, ad adottare un nome mai utilizzato da un predecessore se si esclude Giovanni Paolo I, il quale unì i nomi dei suoi due immediati predecessori Giovanni XXIII e Paolo VI.Nato in una famiglia di origini italiane, specificamente piemontesi il nonno Giovanni Angelo era nato in località Bricco Marmorito di Portacomaro, frazione di Asti. Sicuramente la cosa che più ha colto nel segno del Santo Padre, è stata la comunicazione del nome, Francesco, rivelando probabilmente subito il senso della nuova fase della cristianità che si viene ad aprire. Ovviamente, il riferimento a San Francesco, fondatore di una spiritualità pratica, basata sulla povertà e la semplicità, non è casuale e viene percepito subito come rivoluzionario, ed accolto come anima fondatrice della cattolicità intera. Le cose che si possono dire, dunque, sono tantissime. E tantissime

se ne diranno, nei prossimi mesi, di un Papa gesuita. Ma, la prima che veramente viene in mente è la consapevolezza che attraverso i suoi segni la sua comunicativa, la distinzione tra gerarchia e laicato, tra il vertice e la base della Chiesa, le stesse distanze tra le persone, diventano quasi impercettibili. Capacità sicuramente straordinaria di comunicare al cuore di tutti, cristiani e non, con semplicità ed una grande umiltà. Una grazia straordinaria. Qui, la considerazione diventa delicata, profonda. Il nostro Francesco, ha per tre volte detto che è il nuovo vescovo di Roma, senza parlare del suo essere Papa. Ciò non significa, evidentemente, che la sua presenza sarà meno universale delle precedenti. Anzi, è vero piuttosto il contrario. L’universalità della Chiesa è

di Luigi Del Prete

la sua romanità, come amava dire Benedetto XVI, dove il valore dell’istituzione petrina è di rappresentare il mezzo, indispensabile, per la santificazione del popolo di Dio. Eccoci, dunque, al cuore del Concilio Vaticano II, magicamente reso da Papa Francesco. Sembra di voler riannodare le fila di una cristianità che non deve vivere nella contrapposizione laici-presbiteri, prodotta dal culto del potere ecclesiastico e dalla secolarizzazione laicista, ma della condivisione unitaria dei fedeli nella prassi di vita coerente. Ponendo al centro, una rappresentanza sempre più rappresentativa non soltanto esterna, quantitativa, dei battezzati, ma di una forza spirituale unita e coesa. A tenere insieme la Chiesa è e sarà sempre lo Spirito Santo, non il potere, ma la semplicità, umiltà che rende cristiani veri. E ciò può avvenire solo quando tutti i membri sono attivi nello svolgere un cammino apostolico forte e incisivo nel mondo, perché la Chiesa possa sentirsi più raccolta e più compatta, espandendosi dal centro dell’Europa fino alla fine del mondo non attraverso l’esibizione della potenza ecclesiale ma attraverso l’autorevolezza della FEDE. Un uomo, un cittadino, un cristiano, un Papa che sicuramente ci sorprenderà. Santa Pasqua!

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Vi dà appuntamento al 27 aprile 2013

Periodico dell’Associazione Pro Loco di Arzano Direzione - Redazione e Amministrazione Via Isonzo, 3 - Arano (NA) Tel. 0815737125 - 3460683482 Registrazione Tribunale di Napoli n° 43 del 07/04/2004 www.prolocoarzano.it • e-mail: aventi@hotmail.it Direttore Editoriale: Ciro Mainini Direttore Responsabile: Bianca Desideri Redazione: Milena Mallardo - Angela Maria Marfella Tiziana Barone Redattore Capo: Gabriella Botticelli Collaboratori: Valeria Barone - Giuseppe Inniciello Davide Mainini - Adele Esposito Marco Mainini - Angela Vastarella Gilda Piscopo Vignettista: Massimiliano Di Giacomo Stampa e Grafica: Printing House srls Via Capri, 2 - Casoria (Na)

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Via Tavernola: la storia infinita “Stavo per imboccare via Tavernola quando, vedendo dei fari in lontananza, mi sono fermata per consentire il passaggio a chi stava arrivando nel senso opposto al mio. Nel frattempo, a quest’auto se ne sono aggiunte altre ed io, per evitare ingorghi, sono rimasta ferma. Quando ho visto che stava transitando l’ultima auto mi sono accinta a passare. Dal lato opposto, sebbene ormai avessi già percorso parte del strada, una persona, con fare alquanto prepotente, si “lancia” lo stesso. Dinanzi al suo ostinato rifiuto a retrocedere (intanto si erano accodate altre auto) non ho potuto fare altro che tornare indietro.”. Questa l’avventura, o meglio la disavventura, in cui si è imbattuta una giovane automobilista che, poveretta, ha avuto come sua unica colpa quella di voler attraversare via Tavernola. Per chi non lo sapesse, via Tavernola è quella stradina o strada, come la si preferisce definire, che collega via C. Colombo all’incrocio via Volpicelli-via Sensale. Chi la conosce sa benissimo quanti disagi si incontrano nel percorrerla, che sia in auto, a piedi o in bicicletta. A chi ad esempio non è accaduto, dopo essere giunto a metà della strada, di doversi fermare e retrocedere per consentire il passaggio a qualche altro automobilista? A chi non è capitato, soprattutto di sera, di imbattersi in qualche pedone mimetizzatosi con l’ambiente circostante? Pedone che a sua volta deve prestare particolare attenzione e camminare in modo da non farsi travolgere da qualche autovettura, mentre quando piove deve sperare e confidare nel buon senso degli automobilisti (spesso molto poco civili), per non essere sopraffatto da qualche “onda anomala”. Quello di via Tavernola è un esempio concreto delle innumerevoli storture presenti sul

nostro territorio. Una strada tanto trafficata e strategicamente posizionata che sembra però aver mantenuto le sue originarie connotazioni di viottolo di campagna. Alcuni anni fa la redazione dell’A20 cercò di far luce sulle vicende che interessavano questa strada e dalle informazioni allora raccolte risultò che i lavori di ampliamento progettati dal comune prevedessero il mantenimento sinuoso della strada e l’esproprio di una parte delle proprietà a est di essa. Questa soluzione non fu però condivisa da tutti, perché ritenuta

iniqua e non corretta. Perché? A sentire il parere di esperti e non, il progetto proposto presentava alcune imperfezioni in quanto così come strutturato non avrebbe comportato benefici in termini di percorribilità e sicurezza. Il reale miglioramento della strada implicherebbe l’esproprio di una parte dei terreni non solo ad est ma anche ad ovest. Grazie a tali modifiche, riducendo il raggio di curvatura e conferendo alla strada un andamento lineare, si recupererebbe in visibilità. Alcuni proprietari, per consentire

di Tiziana Barone una corretta esecuzione dei lavori, si sarebbero resi disponibili a rinunciare ad una parte delle loro proprietà. Questa stessa disponibilità sarebbe venuta però a mancare nei confronti di un progetto che, evitando l’esproprio di alcuni terreni per favorire probabilmente qualcuno, risolverebbe solo parzialmente il problema. Perché salvaguardare l’interesse del singolo a discapito dell’interesse collettivo? Da qui fu presentato ricorso al TAR da parte di un proprietario della zona il quale da questa situazione si è visto leso nei propri diritti. Il Tar ha accolto nei vari gradi l’istanza di questo cittadino e quindi si suppone che il cittadino in questione qualche ragione deve pur averla. A fronte di questa situazione il Comune di Arzano non ha più preso posizioni, anche per eventuali accordi diretti con i proprietari dei terreni da espropriare, che potrebbero portare ad una rapida soluzione. Ai lettori le proprie considerazioni. In ogni caso, al di là delle vicende che ruotano intorno a questa strada che, come per molti altri aspetti della nostra realtà peccano di chiarezza, e viste le lungaggini con cui spesso operano le nostre amministrazioni, nell’attesa e soprattutto nella speranza che la strada venga messa a nuovo e a norma, non sarebbe forse il caso di adottare delle misure precauzionali volte a ridurne la pericolosità? O bisogna aspettare qualche tragedia? Non si potrebbero ad esempio installare dei semafori per creare il senso unico alternato, o posizionare degli specchi in modo da aumentare il campo visivo degli automobilisti? Nell’attesa di un riscontro concreto da parte dei nostri amministratori, invitiamo tutti coloro che quotidianamente attraversano via Tavernola a prestare attenzione e ad essere più civili e meno aggressivi.


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“Sai la gente è strana, prima ti odia, poi ti ama…..” Gli umori volubili della folla

“Sai, la gente è strana, prima ti odia e poi ti ama, cambia idea improvvisamente….Sai la gente è matta forse è troppo insoddisfatta, segue il mondo ciecamente, cambia idea improvvisamente, quando la moda cambia, lei pure cambia continuamente e scioccamente…”. (Almeno tu nell’universo di Mia Martini). Che gli umori della folla siano volubili e soggetti a mutamenti repentini di opinione, è cosa risaputa. Prendiamo in prestito la strofa del celebre brano musicale citato che bene esprime questa realtà di fatto, per riferire al mutamento di opinione che la rinuncia al soglio pontificio ha prodotto nei confronti di papa Benedetto XVI. Nessuno si sarebbe mai aspettato, né avrebbe previsto una scelta che ha, però, dato positività, messo in una luce nuova e quasi rivalutato la sua figura. La storia del Papato ha precedenti di analoghe rinunce. Il più celebre fra tutti, quello di Celestino V, posto da Dante nell’Antinferno, fra gli ignavi al quale sembrano dedicati questi versi del III canto dell’Inferno: “Poscia ch’io v’ebbi alcun riconosciuto, vidi e conobbi l’ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto”. Prima di Celestino V aveva abdicato papa Clemente I, in carica dall’88 al 97 d.C . Ultimo papa ad abdicare Gregorio XII in carica fino al 1415, il cui periodo coincide con il cosiddetto scisma d’Occidente, la crisi, cioè, dell’autorità papale che colpì la Chiesa per circa quarant’anni, dopo lo spostamento della sede apostolica ad Avignone. Dopo Gregorio XII lo Stato Pontificio non ha più registrato abdicazioni e rinunce fino all’11 febbraio 2013, quando Papa Benedetto XVI, con una dichiarazione tanto sorprendente quanto inaspettata, ha rinunciato all’incarico di sommo pontefice. L’opinione comune ha allora rivisto la figura di Papa

Benedetto, ha quasi cambiato idea sul di lui e, nel momento che ha scelto di uscire di scena, lo ha circondato di calore e di affetto mai avvertiti nei suoi confronti, come ha dimostrato l’enorme folla presente in piazza San Pietro il 24 febbraio, durante l’ultimo Angelus e l’ovazione che ne interrompeva il discorso di addio. Quando ascese al soglio pontificio nell’aprile del 2005, Benedetto XVI si trovò ad assumere la guida della Chiesa in un momento molto difficile per le vicende ecclesiali e mondiali degli ultimi anni. In più aveva raccolto un’eredità davvero pesante per essere subentrato ad un grande, a Giovanni Paolo II,

col quale è stato sempre messo a confronto. E il giudizio su Papa Ratzinger non sempre è stato giusto ed equilibrato perché, confrontando la sua statura con quella del suo predecessore, non si è tenuto conto del diverso vissuto personale dei due Pontefici, della diversità di formazione, della diversità caratteriale e di temperamento, delle diverse esperienze di vita fatte, della diversità di carismi di ciascuno dei due e soprattutto della diversa spiritualità che in Papa Giovanni Paolo II era quella di uomo azione, in Benedetto XVI, fine teologo ed uomo di studio, inclinava, invece, di più alla contemplazione.

Tirando le somme, si deve, però, riconoscere a Benedetto XVI una gestione complessivamente equilibrata del suo pontificato. Benedetto XVI ha lottato energicamente contro la pedofilia del clero, imponendo una inversione di rotta nella coscienza, nelle norme e negli atteggiamenti della Chiesa nei confronti di preti e vescovi pedofili. Ha scritto, fra l’altro, tre encicliche («Deus caritas est», nel 2005; «Spe salvi», nel 2007; «Caritas in veritate», nel 2009), per dire che l’amore e la speranza non sono qualcosa ma Qualcuno, cioè Cristo, e per rinnovare la dottrina sociale della Chiesa. La sua rinuncia che ha stupito e scosso il mondo ha messo in luce un uomo semplice ed umano, ha rivelato la personalità di un pontefice che ha saputo farsi umilmente e generosamente da parte nel momento in cui ha sentito che l’avanzare dell’età ed il venir meno delle energie fisiche non gli consentivano di continuare a svolgere il ministero petrino e, per questo, ha invertito la rotta, dopo aver avvertito “la chiamata di Dio a salire sul monte per dedicarsi ad una vita di preghiera e meditazione”. La sua missione nella Chiesa continua, quindi, in modo diverso, in un diverso contesto e l’ex Pontefice, nascosto al mondo, sarà diversamente presente in quella Chiesa che ha guidato per otto anni. La sua sarà una presenza orante che gli “permetterà di continuare ad essere al servizio di essa in modo più adatto alla sua età ed alle sue forze”. Con la preghiera, forza dell’uomo, ma debolezza di Dio e con la vita di meditazione da lui prediletta e volontariamente scelta, Benedetto XVI supporterà colui che avrà il pesante compito di succedergli nella guida della barca di Pietro e sarà di grande aiuto ad un’umanità sofferente che ha enorme bisogno di mani alzate nella preghiera per intercedere davanti a Dio pace e serenità ben lontane dall’essere raggiunte in quest’ora storica fra le più difficili e tormentate.


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Mal...di vivere “Spesso il male di vivere ho incontrato; era il rivo strozzato che gorgoglia, era l’incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato. Bene non seppi, fuori del prodigio che schiude la divina Indifferenza: era la statua nella sonnolenza del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato”. (Eugenio Montale) - dalla Raccolta “Ossi di seppia” 1925. 9 marzo 2013: due fratelli di Villaricca, di 30 e 26 anni, hanno deciso di porre fine insieme alla loro vita, impiccandosi nella loro abitazione. A motivazione del tragico gesto, questo messaggio: “Siamo stanchi di vivere. Vogliamo farla finita. Il nostro viaggio è terminato”. Il triste e raccapricciante episodio suscita angoscia, tristezza ed è frutto di un male di vivere presente nella normalità della vita di ogni giorno, che serpeggia, dilaga a macchia d’olio e che tante, troppe volte ha il suo tragico epilogo nel suicidio. Esso non nasce dalla semplice depressione, ma dalla consapevolezza della sofferenza insita nella vita e nelle cose (sunt lacrimae rerum scriveva, oltre 2000 anni fa, Virgilio nel verso 462 del libro primo dell’Eneide), dalla sensazione di non avere un posto nell’universo, di non trovare un senso all’esistenza e al futuro. Il male di vivere che Montale descrive è un male oggettivo, radicato, evidente già dall’osservazione della natura. Nella poesia, Montale enumera una serie di cose, animate e inanimate, nelle quali ravvisa il “male di vivere”: il fiume in piena che gorgoglia, sul punto di straripare o già straripato e che

di Gabriella Botticelli

trascina, perciò, nella sua furia tutto quello che incontra al suo passaggio; la foglia secca caduta a terra, riarsa dal caldo o dall’uragano, che si accartoccia su se stessa; il cavallo stramazzato al suolo, ormai morente. Gli esseri e le cose diventano simboli evidenti di un male profondo che sta sotto la superficie dell’esistenza. Il poeta, percependo ciò, non riesce più a vedere il divino nella realtà che lo circonda e l’indifferenza sembra quasi prenderne il posto nell’immagine della statua, immobile e consumata, al tramonto; nella nuvola distante nel cielo; nel falco che vola alto ed è lontano da ciò che accade al suolo. Il male di vivere che intuì Eugenio Montale ha un tragico corrispettivo nel mondo di oggi. C’era forse in Montale uno spirito profetico, quando scriveva questa poesia e le dava questo titolo? Montale non aveva di certo la sfera di cristallo, non immaginava le implicazioni di ciò che ha voluto esprimere nei suoi versi, né che sarebbe sopraggiunta

un’epoca storica di vuoto e di non senso, tale da portare ad un senso di inutilità e di impotenza. Se, però, un poeta è uno capace di intuire, creare o descrivere concetti e realtà che non hanno riscontro nell’epoca in cui è vissuto perché i tempi non sono ancora maturi, ma lo avranno fra decenni o comunque molto più in là, Montale è stato allora veramente profeta perché dalla fine del XX secolo ed agli inizi del XXI, il male di vivere è una realtà palpabile, tangibile che pervade ogni piega e struttura della società nella quale viviamo, è presente e radicato ovunque ed il suicidio dei due giovani fratelli di Villaricca ne è la tragica dimostrazione. Uomini e donne, giovani e ragazzi che si suicidano vogliono dire “basta” alla sofferenza, ad una delusione, ai problemi quotidiani, a situazioni difficili. Facile giudicarli, dire che sono deboli, fragili, ma chi non ha mai pensato, anche solo lontanamente, al suicidio, come facile via di fuga da difficoltà, piccole, grandi, insormontabili? I ragazzi

sono attanagliati dalla solitudine perché, pur avendo tutto quello che serve per comunicare (telefonini, internet, etc.), si sentono spesso abbandonati a sé stessi, vittime di una pazza corsa verso non si sa chi o che cosa: la bellezza, la carriera, meriti da conquistare per essere magari scavalcati da raccomandati scansafatiche. E allora molti, giovani o meno giovani, stanchi di lottare e sopravvivere decidono di uscir di scena. Il male di vivere colpisce oggi chi cerca lavoro e non ne trova, chi lo ha perso e protesta nelle piazze e per le strade perché lo Stato gli garantisca di che vivere per sé e la propria famiglia. Il male di vivere nasce dal vuoto di valori, di ideali, di solidarietà reciproca, di affetti, di sentimenti positivi, dall’ossessione del danaro subentrata ai riferimenti umani e naturali più indispensabili per l’uomo, trasformando la vita in un gigantesco sistema di compravendita. Ce n’è abbastanza per definire disperata la situazione, ma non per questo bisogna arrendersi. Si deve, anzi, opporre resistenza, in tutti i modi possibili, al male, qualsiasi forma esso assuma, ovunque sia e per quanto potente possa sembrare. Per combatterlo e vincere si devono impugnare le armi della fede, dell’amore, vivere gli affetti, la compassione, il senso di fratellanza, la solidarietà, aver consapevolezza che la vita è una e, proprio per questo, va vissuta e rispettata come valore inestimabile e prezioso.

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Mondoscuola Ridimensionamento della rete scolastica

di Angela Vastarella

La Giunta Regionale della Campania ha approvato, su proposta dell’Assessore all’Istruzione Caterina Miraglia, la riorganizzazione della rete scolastica per l’anno scolastico 2013/2014. La delibera regionale è finalizzata a rendere il sistema scolastico moderno ed efficiente. Tale razionalizzazione prevede la necessità di aggregare gli Istituti Principali che non rispettano le soglie minime. A Napoli e provincia sono previste 57 autonomie in meno. Secondo l’Assessore all’Istruzione, la Campania doveva recuperare un grave divario rispetto alle altre regioni che già in passato avevano fatto importanti operazioni di ridimensionamento del sistema scolastico, in base alla legge 111 del 2011 quindi questa scelta è stata sofferta ma necessaria. Il linguaggio burocratico amministrativo è spesso difficile da comprendere, le leggi appaiono oscure e possono generare confusione se non vengono chiarite sufficientemente, a maggior ragione su temi molto sentiti dai cittadini, come in questo caso la scuola. Ad Arzano sono stati costituti quattro Istituti comprensivi. L’Istituto comprensivo aggrega in un solo organismo le Scuole dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di Primo grado di uno stesso territorio. In greco antico letteralmente vuol dire in comune, insieme che appartiene a molti. Nell’Istituto Comprensivo si costituiscono una sola Presidenza, un solo Consiglio di Istituto, un Collegio dei docenti unitario per affrontare in modo integrato i vari aspetti didattici. Uno dei vantaggi di questo tipo di istituto è che gli allievi sono coinvolti in un percorso educativo unitario dalla scuola dell’Infanzia fino alla secondaria di I grado creando una continuità di relazione con la medesima Istituzione scolastica. Si vuole dunque garantire la continuità e la verticalità di curriculo o meglio definita progressività. Per curriculo si intende il percorso formativo di un certo segmento scolastico. Gli svantaggi invece possono derivare da eventuali identità sottratte o modificate in vista della “nuova ”identità. Pertanto sono stati costituiti i quattro Istituti comprensivi così riportati: Istituti comprensivi di Arzano: • I Circolo didattico don Lorenzo Milani scuola secondaria di I grado Ludovico Ariosto; • II Circolo Didattico Vincenzo Tiberio scuola secondaria di I grado Vico – De Filippo; • III Circolo Didattico Karol Wojtyla, autonomo • IV Circolo Didattico on. Antonio D’Auria, scuola secondaria di I grado G. Nosengo Per ulteriori ragguagli sulla gestione della nuova realtà ci siamo recati presso il 3° Circolo Didattico “Karol Wojtyla”ed abbiamo chiesto notizie al Dirigente scolastico prof. Antonio Siciliano che ha tenuto a precisare che il malcontento dei genitori generato da questa legge è stato frutto di una cattiva informazione e che invece si è operato nella massima trasparenza ed onestà intellettuale per garantire la migliore ed ampia offerta formativa limitando i danni.“Il cambiamento genera dubbi ma noi abbiamo cercato di dare una risposta tecnica e non emozionale al problema”. Ad Arzano sono state ridotte al minimo le conseguenze degli accorpamenti stabiliti dalla legge, sacrificando una sola autonomia cioè la sede centrale della Scuola Secondaria di Primo Grado“Ludovico Ariosto”. Con la speranza che all’atto pratico queste scelte possano risultare vantaggiose e funzionali per tutte le platee scolastiche e che questa voglia di cambiamento porti concretamente a delle priorità quali maggior attenzione allo sviluppo del sapere e ad una scuola che sia concepita come luogo di cittadinanza attiva, ponendo l’accento sulle diversità individuali e sulla valorizzazione tra i momenti di passaggio tra una fase e l’altra del ciclo scolastico, valorizzando la creatività di ogni studente.

I diari dei segreti

“Era l’anno in cui decine di abitanti della città di Salem, erano stati accusati di stregoneria e bruciati al rogo. Non doveva esserci per forza una prova certa di tale accusa. La sola ipotesi era necessaria a condannare il reo. Furono uccise settanta persone, tra uomini e donne e solamente sei di loro erano, effettivamente, delle streghe. Erano chiamate le “originarie” proprio perché erano state le prime, ma anche le ultime, streghe di Salem”. “I diari dei segreti” è un romanzo appartenente al genere “fantasy”, ma non solo, l’Autore Giuseppe Fioretto, un giovane studente all’ultimo anno dei sui studi liceali, aggiunge ad una ricca trama fatta di avventure e inattesi colpi di scena, una dose ben bilanciata di sana ironia e sguardo disinteressato sul mondo. In una piccola cittadina americana, Johns Creek, irrompe nella vita del giovane protagonista Adam Bell, un vecchio diario, unica traccia del padre, misteriosamente, scomparso, dalla copertina in legno e dai fogli ingialliti in attesa di probabili scritture. E’ su quel diario che Adam a poco, a poco comincerà a scrivere se stesso, per fermare sulla carta emozioni e pensieri destinati, come la maggior parte delle cose della nostra vita, a sparire, senza lasciare traccia alcuna, nell’ inarrestabile fluire dell’ inconsistenza del tempo. Ma il diario, misteriosamente, sembra cancellare tutto ciò che Adam su di esso scrive e sarà proprio l’amico Miles a balenare l’ipotesi di vampiri e di strani detentori del controllo del diario. Se Adam sembra, all’apparenza, impacciato, insicuro, Miles, al contrario, si mostra da subito come l’amico pronto a tutto, che riesce, all’occasione, a dare un valido aiuto al protagonista, quando gli sarà richiesto. Sarà l’incontro casuale con Sara, una compagna di corso, trasferitasi da poco in città, a segnare l’inizio di una delicata storia, dai contorni tipicamente adolescenziali, che porterà il protagonista a confrontarsi con esperienze e sensazioni, sino ad allora, sconosciute. Preso dal turbinio di nuove emozioni, Adam si lascerà sottrarre il diario dall’enigmatica Sara e solo quando da quest’ultima sarà condotto ad accettare un inatteso invito a cena, scoprirà tra le quattro mura di una casa in stile neoclassico la verità di una famiglia, gli Haveny, che vede il proprio destino, indissolubilmente, legato a quello delle streghe di Salem vissute nel 1692. Il diario attivato, impudentemente, da chi su di esso osa scrivere costituisce un pericoloso segnale per l’Inquisitore, un personaggio del passato che ha la capacità di trasferire i malcapitati in una dimensione d’incoscienza, senza né spazio, né tempo da cui è impossibile il ritorno. La conclusione vedrà impegnato attivamente il protagonista a salvare la sua eroina, lasciando il lettore con il fiato sospeso fino alla fine. Non mancano i momenti in cui l’Autore, sapientemente, prepara scene ad effetto, con l’equilibrato dosaggio di suspense e humour. Siamo di fronte ad una prima prova letteraria ricca di feconde prospettive future. Al giovane Autore i nostri migliori auguri.


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Mondoscuola Poesie degli alunni della S.M.S “L. Ariosto”

Attraverso un percorso trasversale fra le significative parole di Dacia Maraini e i versi di Giuseppe Ungaretti su alcune tematiche della vita dell’uomo, come la pace e la guerra sono nate, con grande spontaneità da parte dei miei alunni, un ricco e nutrito ventaglio di poesie. Un percorso nato perché i giovani conoscano quello che è stato il nostro recente passato e ne trasmettano la testimonianza, a loro volta, alle future generazioni. Per ricordare e riflettere, sono state scelte alcune poesie più rappresentative, nelle quali, come in un respiro, vita e scrittura si sono coniugate magistralmente. Vincenza Davino

QUANDO C’E’ LA GUERRA… Quando c’e la guerra non si è liberi di esprimere opinioni, si può aver paura di morire. Quando c’è la guerra hai paura di andare avanti e vivere. Quando c’e la guerra svanisce la speranza che tutto questo orrore possa finire. Quando c’è la guerra c’è dolore, c’è tristezza, c’è odio, non c’è amore. D’Angelo Giusy III F

LA GUERRA La morte, la guerra Il buio, la guerra. La vita è pace, guerra no. I colori la gioia, la guerra distrugge La musica non esiste, il suono è delle bombe I sorrisi diventano pianti. Ma tu che sei in guerra ricorda, non mollare sii più forte e continua a guardare avanti anche con un occhio al passato per migliorare il tuo futuro. Lupoli Gianluigi IIIF

DOVE C’E’ LA PACE Dove c’è la pace non esistono i nemici: ci sono gli amici. Dove c’è la pace non esiste l’odio: governa l’amore. Dove c’è la pace non ci sono armi: esiste la felicità. Dove c’è la pace non conta l’odio: ci pensa l’affetto. Dove c’è la pace non contano lacrime: regnano i sorrisi. Dove c’è la pace non c’è tristezza: suona la felice musica. Dove c’è la pace non troviamo il sangue, tutto è a colori vivaci. Dove c’è l pace c’è l’allegria: non c’è il silenzio del terrore. Dove c’è la pace c’è il colore, c’è amore. Bruna Nocera III F

P O E S I E

Tornerà la pace Dolore, sofferenza, morte, ecco ciò che la guerra porta. Forte, forte batte il cuore, perché ha paura di cessare da un momento all’altro. Anche se il suono sprezzante delle bombe, sovrasta la dolce melodia delle parole, anche se hai paura, tu non mollare, perché sai che un giorno tornerà la pace e l’uomo sarà fratello dell’uomo. Serao Martina III F

DOVE C’E’ LA PACE: REGNA L’AMICIZIA Dove c’è la pace regna l’amicizia: siamo tutti uniti Dove c’è la pace regna la felicità: la gioia segna le giornate Dove c’è la pace regna l’amore: non c’è più spazio per l’odio Dove c’è la pace regnano i colori che ci illuminano di allegria Dove c’è la pace regna l’armoni: la musica rende piacevole la vita Dove c’è la pace regnano le parole, i sorrisi e le stelle che fanno sognare e accendono speranze Dove c’è la pace no esiste alcuna PAURA. Russo Ilaria III F

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Protocollo di intesa del Comune con la II Università, Dipartimento di Psicologia e le scuole medie e superiori del territorio Sottoscritto il 7 marzo presso la Casa Comunale un protocollo di intesa fra il Dipartimento di Psicologia della Seconda Università degli Studi di Napoli, il Comune di Arzano, le scuole medie statali L. Ariosto, G. Nosengo, G.B. Vico e gli istituti di istruzione secondaria liceo polispecialistico Giordano Bruno e l’istituto professionale Don Geremia Piscopo. L’iniziativa è scaturita da una delibera approvata dall’Amministrazione Comunale su proposta congiunta dell’assessore alla Pubblica Istruzione, Mauro Annibale e di quello alle Politiche Sociali, Giuseppina Grasso. Il Comune di Arzano parteciperà, nel ruolo di partner del Dipartimento di Psicologia della seconda Università di Napoli, delle scuole medie statali e delle scuole di istruzione secondaria di secondo grado sul territorio comunale, alla realizzazione di un’attività di ricerca della durata di 36 mesi, che vedrà il coinvolgimento degli alunni delle scuole predette. Obiettivo è quello di indagare, in corso di tempo, i correlati personali, familiari, scolastici e socio-ambientali delle diverse manifestazioni di disagio in età evolutiva ed individuare al tempo stesso i fattori che promuovono un sano ed equilibrato sviluppo psico-sociale ed il successo formativo, anche per meglio indirizzare gli interventi dell’Ente Comunale nel settore delle politiche giovanili e delle iniziative finalizzate a contrastare i molteplici fattori che causano la dispersione scolastica e la devianza minorile. Il Comune di Arzano ha una popolazione complessiva di circa 36.000 abitanti, di cui il 18% sono minori. Sono presenti sul suo territorio istituti scolastici di ogni ordine e grado fra i cui fini istituzionali sono previste anche iniziative per promuovere lo sviluppo delle competenze cognitive, relazionali e sociali dei minori

Un’iniziativa congiunta degli assessorati alla Pubblica Istruzione ed alle Politiche Sociali residenti sul territorio, volte a contrastare le diverse manifestazioni di disagio in età evolutiva. Il progetto prevede l’acquisizione di dati di ricerca scientifica per individuare i fattori che promuovono un sano ed equilibrato sviluppo psico-sociale ed il successo formativo nella fase adolescenziale. Il protocollo di intesa sottoscritto, immediatamente operativo dalla data di sottoscrizione, avrà la durata di tre anni, tanti quanti sono quelli della durata del progetto e non comporta impegno di spesa né per il Comune sottoscrittore, né per le scuole. L’assessore alla Pubblica Istruzione, Mauro Annibale ha espresso la sua personale soddisfazione per l’iniziativa andata in porto ed ha auspicato che dalla stessa venga fuori un rapporto di collaborazione più intenso di interazione fra le scuole e gli organi di governo locale, che non devono fungere da pronto soccorso. Ha poi sottolineato che il governo locale guarda con interesse alla scuola come fucina che, attraverso l’attività educativa e di istruzione, ha il compito e la responsabilità di forgiare i quadri dirigenti della società di domani. L’assessore alle Politiche Sociali,

Giuseppina Grasso, ha evidenziato che il criterio guida che ha portato all’approvazione del protocollo è stata una riflessione di natura politico-sociale. “L’iniziativa - ha detto l’assessore Grasso – è indicativa della sensibilità dell’Amministrazione che ha voluto dare un forte impulso alla promozione del progetto, un segnale forte che ne dimostra la vicinanza ai minori a rischio che sono generalmente minori a disagio. Col progetto approvato si vogliono mettere a punto misure per evitare fenomeni di devianza e di emarginazione”. Ha poi ringraziato i dirigenti scolastici per la collaborazione e la sensibilità dimostrata. Il Sindaco, Giuseppe Antonio Fuschino, nell’auspicare che l’iniziativa porti i migliori risultati, ha, invece, sottolineato come il momento congiunturale di crisi incida in misura notevole su fenomeni di dispersione scolastica. Il Comune deve, però, pur in presenza di risorse finanziarie sempre più limitate, offrire servizi il più possibile completi alla città e pensare a politiche, progetti e strategie di intervento che la contrastino, saper raccogliere i dati per analizzare la realtà, scambiare opinioni e ragionare sui risultati. L’attivazione di sinergie fra Amministrazione Comunale, Scuola e Sanità permetterà di offrire al cittadino servizi il più possibile efficienti. E’ stato poi preannunciata la sottoscrizione di un protocollo di intesa fra il Comune di Arzano, la Croce Rossa Italiana ed i vari Circoli Didattici per l’iniziativa “postura corretta” che si propone di prevenire le alterazioni morfostrutturali della colonna vertebrale in età scolare. E’ nei progetti dell’Amministrazione Comunale, per porre le basi di un discorso di educazione dei giovani allo sport, anche una convenzione con la società di Pallavolo, sport particolarmente indicato per i ragazzi affetti da patologia scoliotica.

“Arzano: da borgo a sobborgo” Sabato 9 marzo si è svolto nella Sala del Consiglio Comunale in piazza Cimmino il convegnodibattito “Arzano: da borgo a sobborgo”. Passato, presente e futuro della nostra città, coordinato dall’associazione storico-scientifica “Agrippinus” incentrato sul tema della città metropolitana. « le città metropolitane possono essere istituite, nell’ambito di una regione, nelle aree metropolitane in cui sono compresi i comuni di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria... » Ai sensi della legge 42/2009, art. 23 c. 2. Dopo una breve presentazione del Presidente dell’Associazione “Agrippinus” Giustino Aruta che ha chiarito lo scopo del

convegno e cioè non quello di avere rimpianti per il passato e volerlo restaurare a tutti costi per i grandi valori che ci ha trasmesso ma di una riflessione sulla realtà. Il primo a prendere la parola è stato il Vicesindaco del Comune di Arzano Mauro Annibale che ha definito l’Associazione promotrice di questo evento “Sentinella del passato” proponendo una sinergia tra la documentazione di cui è fornita e il nuovo portale del Comune. Tra gli ospiti era presente il prof. Giuseppe Maglione, storico e saggista il cui intervento ha fornito spunti interessanti sul tema della “contaminazione” tra città e provincia, spiegando che dobbiamo essere fieri delle origini di Arzano ma bisogna guardare avanti nel rispetto reciproco delle identità per garantire un’evoluzione di

cultura, essendo dunque contrario al provincialismo inteso come chiusura e l’accontentarsi dei propri confini ma sviluppare forme di “ibridismo” come ci insegna la biologia per cui gli incroci garantiscono una migliore riuscita della razza. Ha aggiunto, inoltre, che è necessario curare la casa comune come tutti noi curiamo le nostre case. Il suo intervento ha evidenziato che non bisogna avere nostalgia del passato che rischia di diventare una zavorra ma esaltare il futuro ricordando le nobili origini. Il successivo intervento, quello dell’agronomo prof. Antonio Di Gennaro ha ricostruito l’origine della cosiddetta Campania Felix che indica il fertile territorio della pianura campana dovuto al tufo

di Angela Vastarella giallo. Territorio fertile in cui rientra anche Arzano che secondo il professore deve stare a testa alta evitando ogni soggezione nei confronti di Napoli. Infine l’ultimo intervento quello dell’urbanista Agostino Di Lorenzo, che si è definito scherzosamente “dottore delle città” per spiegare il proprio lavoro ai suoi bambini ha chiarito alcuni concetti sui piani regolatori delle città. Il convegno dunque è stata l’occasione per spiegare come usi, costumi, tradizioni, mestieri, modi di vivere e mentalità sono cambiate radicalmente negli ultimi 50-60 anni e come è cambiata la conformazione urbana di Arzano che da piccola cittadina contadina e realtà rurale è diventata una vera e propria realtà cittadina.


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Sport

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Sgombrato l’edificio scolastico di via Sette Re Chiuso il plesso scolastico di via Sette Re: la scuola è ad alto rischio di crollo. La situazione si è rivelata di gravità tale da richiedere i’immediata interruzione di tutte la attività scolastiche e l’allontanamento dal plesso delle platee scolastiche per il pericolo di crollo imminente di alcuni solai che hanno rivelato la presenza di crepe e di altre anomalie che comportano concreto rischio di cedimento e di crollo. La scuola di via Sette Re ospita classi di istruzione primaria ed anche tre classi della scuola media L. Ariosto ai piani superiori. La pericolosità della situazione era, del resto, già stata segnalata dall’arch. Donatello Diana, ingegnere strutturista della stessa scuola che nella sua relazione ha messo in rilievo che “a seguito di sopralluogo all’interno della struttura, si nota la presenza del distacco di alcune pignatte del solaio di copertura del piano interrato, con conseguente pericolo di cedimento delle stesse, con interessamento di tutto il piano sovrastante e che alcuni pilastri che presentano i ferri delle armature in stato di ossidazione, senza l’idoneo copriferro ed alcuni travi interrotte. Tale stato di cose - si legge ancora nell’ordinanza - a giudizio del tecnico, comporta gravi rischi e si dispo-

ne la chiusura del piano interessato dai cedimenti ”. Essendo il solaio di calpestio molto instabile, la struttura nel suo insieme è ad elevato rischio di crollo. I bambini che frequentano la scuola sono stati trasferiti, in via provvisoria ed in attesa di un intervento che risolva la precaria situazione, presso la sede centrale di via Salvemini. L’episodio verificatosi è la spia e la dimostrazione evidente che il quadro generale delle scuole sul territorio è, dal punto di vista della sicurezza, di elevata criticità ed è tale da richiedere interventi concreti in tempi brevi. Uno dei plessi della Vincenzo Tiberio è infatti stato chiuso per inagibilità. Del pari inagibili e per questo evacuate anche alcune aule nella scuola Antonio D’Auria di via Napoli. Non meno grave la situazione della Karol Wojtyla,

chiusa del tutto e della Don Lorenzo Milani, la scuola più antica del paese. Proprio per la gravità dei rischi così elevati, la situazione va costantemente monitorata e tenuta sotto controllo. ”L’attenzione alla formazione pubblica è stata inadeguata e direi molto scarsa in questi anni, in particolare nel Meridione, in cui si è verificato un impoverimento senza precedenti, determinato dai tagli indiscriminati di risorse finanziarie. In questo quadro, la sicurezza degli edifici scolastici è passata sempre più agli ultimi posti ed è diventata un “optional”, ha dichiarato il Sindaco, Giuseppe Antonio Fuschino. La situazione degli edifici scolastici è un’assoluta priorità da affrontare con serietà e con urgenza. Non è più possibile tirare a campare. Le istituzioni dello Stato devono ren-

dersi conto ed avere consapevolezza che vi sono emergenze non più dilazionabili e che è necessario attivarsi quanto prima per avviare urgentemente un programma di interventi straordinario per trasformare tutti gli edifici in “normali” plessi scolastici, funzionali e sicuri per la tranquillità di alunni e famiglie. Il Governo nazionale, qualunque esso sarà, deve inserire fra le sue principali priorità la difesa e la sicurezza di luoghi in cui si formano alla conoscenza ed al sapere le future generazioni. Dal canto nostro, come Amministrazione Comunale, pur nonostante i tagli dal governo centrale, per quel senso di responsabilità che ci contraddistingue rispetto a situazioni come queste, ci siamo messi in moto per garantire la miglior funzionalità possibile dei plessi scolastici per dare tranquillità e serenità ad alunni e famiglie. Proprio per questo abbiamo riservato una cospicua cifra in bilancio per gli interventi destinati alle scuole del territorio ed abbiamo previsto anche interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Si è fatto fino ad oggi e si continuerà a fare il possibile per rimettere in sesto le scuole, pur dovendo, lo ripeto, fare i conti con le ben misere risorse stanziate dal governo centrale”.

La Marianna Guerriero Arzano un esempio di grande volley Dopo un’amara sconfitta contro il Gela Volley con un punteggio di 3 a 2 la Marianna Guerriero Arzano si è ripresa alla grande contro la Senesi Aversa vincendo 3 a 0, dunque la difficile trasferta in Sicilia ha riacceso gli animi portando all’ottimo risultato della squadra del Presidente Raffaele Piscopo che non nasconde la sua gioia. Importante vittoria anche contro il Primadonna Bari vincendo 3 a 0, la trasferta questa voltaè stata affrontata nel migliore dei modi. Ennesima vittoria anche contro il Caffè Circi Sabaudia, che ha portato un punteggio di 3 a 1 per la squa-

Foto di Salvatore Esposito

ARZANESE Per Antonio Rogazzo è stata fatalela sconfitta interna contro il Melfi per uno a zero a sette giornate dalla fine. Una squadra apparsa un po’ troppo molle e rinunciataria ha convinto la dirigenza biancoceleste a correre ai ripari, congedando seppur con dispiacere il giovane tecnico ex Sant’Antonio Abate. Una scossa, soprattutto perché mancano così poche partite al termine, era doverosa in tal senso. A sedere sulla panchina biancoceleste sarà Giovanni Romano, che già in passato era stato più volte vicino all’accordo con la famiglia Serrao. Un cambio di rotta inevitabile, visti i risultati certo non esaltanti dell’ultimo periodo, con una sola vittoria contro un’Aversa Normanna poco più che modesta, poi l’inspiegabile periodo nero. Inspiegabile, perché dopo quella serie negativa di novembre che già costò il posto a Rogazzo (poi salvato dai suoi calciatori), la formazione biancoceleste aveva serrato le fila rispondendo

dra arzanese. Ancora grande protagonista contro il Lucky Wind Trevi riportando una vittoria di 3 a 0. Il team arzanese ha quindi riscattato la sconfitta dell’andata, contro il Trevi che ormai non aveva più niente da chiedere a questo campionato anche se ha dato filo da torcere alle nostre ragazze. La Marianna Guerriero quindi ha il diritto di credere nella promozione essendo al secondo posto in classifica ed aumenta la consapevolezza di raggiungere un ottimo risultato a fine stagione. La vetta della classifica diventa sempre più vicina ed interessante. di Vincenzo Piscopo

Foto di Salvatore Esposito

con solide ed efficaci prestazioni che le erano valse una posizione di classifica tranquilla se non addirittura qualche ambizione playoff. Almeno così ci eravamo lasciati un mese fa. Oggi lo scenario è ben diverso, e lo è anche la classifica. L’Arzanese è in piena zona playout ed ora dovrà dare il massimo per tirarsi fuori da questa situazione. La dirigenza ha dato un se-

gnale forte, scegliendo un allenatore esperto e tra i migliori sulla piazza. Il neo tecnico arzanese può vantare, infatti, un palmares di tutto rispetto nonostante la giovane età. È ancora sulla bocca di tutti la grande cavalcata sulla panchina del Vico Equense, e il salto dalla Eccellenza alla C2. Non ultima, la rincorsa sfumata col Pomigliano proprio all’Arzanese, ma anche in quel caso il tecnico era subentrato a stagione già cominciata. Ferraro tra l’altro già conosce la piazza arzanese, avendo indossato questa casacca negli anni novanta, quando calcava ancora il rettangolo verde. Al nuovo allenatore va il nostro in bocca al lupo per questa avventura appena cominciata, con l’augurio di festeggiare quanto prima una bella vittoria sulla panchina biancoceleste, magari già da domenica prossima nella difficile gara d’esordio a Foligno.


Rubriche

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Le Ricette INGREDIENTI Per l’impasto: Lievito di birra disidratato 1 bustina o un cubetto se fresco Sale 10g Pepe macinato in abbondanza acqua tiepida 350-400 ml farina 600 gr più quella per la spianatoia (q.b.) strutto 120 gr più quello per ungere (q.b.) zucchero 2 cucchiaini …per il ripieno: Salame tipo Napoli 100 gr Pancetta a cubetti 100 gr Scamorza (provola) provolone 100 gr Pecorino grattugiato 40 gr Grana padano 40 gr …per spennellare: Uova 1 piccolo Per decorare: Uova 5

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Casatiello Napoletano

PREPARAZIONE FASE 1: Per preparare il casatiello napoletano setacciate in una ciotola capiente la farina e aggiungete il lievito di birra, il pepe e lo strutto. Sciogliete il sale nell’acqua tiepida e aggiungetelo nella ciotola, impastando il tutto fino ad amalgamare gli ingredienti. Trasferitevi ad impastare su di un piano di lavoro così da ottenere un composto liscio ed omogeneo che adagerete in una ciotola unta di strutto, coprirete con della pellicola e lascerete lievitare a circa 30° per 2 ore e mezza, o fino a che il volume dell’impasto per il casatiello non sarà raddoppiato. FASE 2: Trascorso il tempo indicato, spolverizzate di farina il piano di lavoro, prendete l’impasto, lavoratelo qualche secondo e poi stendetelo in un rettangolo piuttosto lungo (circa 40 x 65 cm); dal lato più stretto, tagliate via una striscia di 5 cm che vi servirà in seguito per fermare le uova sopra il casatiello (copritela con della pellicola per non farla seccare). Cospargete la sfoglia ottenuta con i formaggi grattugiati la pancetta, il provolone (che avrete precedentemente tagliato a cubetti) e il salame , avendo cura di lasciare un bordo tutto intorno

non cosparso di ingredienti e quindi utile per sigillare il casatiello. Arrotolate la sfoglia sul lato più lungo e formate un grosso rotolo. FASE 3: Ungete uno stampo a ciambella con la chiusura verso il basso con dello strutto e subito dopo metteteci dentro il rotolo; sovrapponete leggermente le due estremità del casatiello napoletano e poi fate lievitare il tutto per almeno un’ora o fino a che il casatiello non abbia raggiunto il margine superiore dello stampo. Quando il casatiello avrà raggiunto il margine, prendete le uova (ben lavate ed asciugate) e premetele delicatamente sulla superficie dell’impasto, posizionandole a uguale distanza una dall’altra. FASE 4: Stendete poi la pasta avanzata e ritagliate delle piccole strisce dello spessore di ½ cm che andrete a posizionare a croce su ogni uovo. Spennellate delicatamente con un uovo sbattuto la superficie del casatiello e infornate poi il casatiello a 200° per circa 45-50 minuti. Buona Pasquaetta!

VISTO PER VOI

BENVENUTO PRESIDENTE!

Peppino è un bibliotecario col vizio delle storie e della pesca alla trota. Onesto e genuino, vive in un piccolo paese di montagna sognando un futuro migliore per il suo unico figlio, venditore rampante di un articolo sportivo. A Roma intanto destra, sinistra e centro discutono le sorti del paese e l’identità del nuovo presidente della Repubblica. A sorpresa e per provocazione viene eletto Giuseppe Garibaldi, generale, patriota e condottiero italiano naturalmente defunto il cui nome e cognome è stato però ereditato da almeno cinque italiani. Eletto suo malgrado, viene prelevato dalle sponde del fiume e condotto a Roma. Pescatore di trote e di sogni, viene risolutamente invitato a rinunciare al mandato. Ma al momento di pronunciare il discorso alla Camera, Peppino Garibaldi avverte l’opportunità di fare qualcosa e di cambiare finalmente il suo Paese. Rifiutate le dimissioni e con l’aiuto di un’avvenente vice segretario ricomincerà dagli italiani. Claudio Bisio diventa presidente per ‘un giorno’ della Repubblica italiana nella nuova commedia di Riccardo Milani, che smaschera cattivi e ‘deviati’ e propone al Paese un programma di rieducazione civica. Un film per tutta la famiglia, molto divertente, consigliato? Decisamente si! Buona Visione!


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Attualità

venti E20

Prima Fiera di Pasqua ai Decumani 2 marzo al 2 aprile 2013 Una vera e propria “destagionalizzazione” del prodotto artigianale tipico della zona (i presepi) con la realizzazione della Prima Fiera di Pasqua ai Decumani che sarà attiva, dal 2 marzo al 2 aprile 2013. I grandi artisti presepiali, che sono una vera eccellenza napoletana, hanno già sviluppato una produzione artistica legata ai temi della Passione e della Resurrezione, il tutto sempre in puro stile ‘700 napoletano, quello che li contraddistingue e li rende unici nel mondo. Pertanto anche nel periodo di Pasqua i visitatori della splendida zona di San Gregorio Armeno e dintorni troveranno un’accoglienza, un richiamo e un’atmosfera di uguale valore a quella del periodo natalizio. Città della Scienza il 13 aprile 2013 ripartirà l’attività dello Science Centre Con una sezione espositiva dedicata ai bambini, l’annuncio durante un intervista al prof. Vittorio Silvestrini, lo scienziato fondatore dello scienze center napoletano. Tornando al 13 aprile sarà riaperta una sezione espositiva dedicata ai bambini nelle aree antistanti il Centro Congressi, che non sono state coinvolte dall’incendio. Torneo di Ruzzle Dal 16 Marzo 2013 al 14 Aprile 2013 E’ possibile partecipare ad un torneo di Ruzzle, l’appassionante gioco di composizione di parole della Mag, al VulcanoBuono semplicemente iscrivendosi presso la postazione che sarà attiva all’ingresso Positano tutti i sabato e domenica del periodo dalle 16,30 alle 20,30. Ai vincitori saranno dati dei gadget in omaggio e il vincitore della sfida finale sarà premiato con un Tablet Galaxy della Samsung. A Castel Sant’Elmo, “Bellebbuono. Napoli, improvvisamente” dal 14 marzo al 1 aprile 2013 Una bella e interessante mostra d’arte aperta gratuitamente a tutti i visitatori. Per i suoi primi cinquant’anni la “Caffè Kimbo” ha radunato più di 40 opere per raccontare “la Napoli che improvvisamente si svela”. Naturalmente sarà possibile gustare anche un caffè offerto da Kimbo godendosi lo splendido panorama della città di Napoli. “I° SALONE DELL’USATO” 25 al 28 aprile 2013 A Pompei nasce su iniziativa dell’Associazione Culturale “USATIAMO” con il preciso obbiettivo di contrapporre alla cultura dell’usa e getta, la cultura dell’usa e riusa, muovendosi in controtendenza rispetto agli stili di vita moderni e ad un totale menefreghismo nei confronti dell’ambiente e quindi delle generazioni future. Info: www. usatiamo.it Pio Monte della Misericordia Dal 19/12/2012 Al 30/06/2013 La scuola di Resina nella collezione d’arte della Provincia di Napoli e da raccolte pubbliche e private. La mostra ricostruisce una delle più felici esperienze artistiche della pittura di paesaggio napoletano dell’Ottocento. L’esposizione intende offrire all’attenzione del grande pubblico il sodalizio che nasce a Resina nel 1866 e che si affianca all’altro grande movimento della “Scuola di Posillipo”.

Via Napoli Principal son del paese Tra i palazzi son distesa Un pochin mi han sistemato Con rotonde cammuffato Ma cosparsa son di buche Sembro piena di verruche Si mi fanno dei rappezzi, E non e’ che non l’apprezzi, Ma per rendermi aggraziata Basterebbe un’asfaltata Si vabbe’ c’e’ stata pioggia Ma sta scusa ndo’ l’appoggi!!!!!! Peppe Cer


Rubriche

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Psicologica...mente

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a cura di Concetta Padricelli psicologa-psicoterapeuta

Cibo e mente...

In ogni momento della nostra giornata siamo sempre più bombardati da immagini di donne belle, snelle alte che “hanno tutto”o uomini “atletici e abbronzati” che fanno capolino da schermi televisivi, cartelloni pubblicitari, dalle copertine delle più svariate riviste e sembrano dirci “ non sei nessuno se non mi somigli almeno un po’….Tutto ciò in contrapposizione invece, con l’abbondanza e lo spreco di cibo della cultura occidentale che induce spesso alle cosiddette “abbuffate”. I danni che provoca un cattivo comportamento alimentare non sono solamente prettamente estetici, perché i disordini alimentari oltre al rischio di farti ingrassare in maniera veramente molto veloce e malsana, provocano seri danni a livello psicologico, quindi sulla tua autostima e nel rapporto che hai con te stessa. Cosa e come mangiamo determina le nostre emozioni e il nostro benessere psicologico. Dispiaceri, stanchezza e un eccessivo controllo sulle calorie, sono alcune delle cause più comuni che fanno spazio ad un comportamento alimentare distruttivo, dove l’effetto consolatorio del cibo la fa da padrone. Per quanto detto è intuibile lo stretto rapporto tra alimentazione e sfera psicologica ed il fatto che, quindi, un adeguato comportamento alimentare preserva un ottima salute sia neurologica che, allo stesso tempo, psichica. Il cibo che la persona ingerisce determina la sua composizione biochimica, ma anche influenza il sistema nervoso centrale. Una cattiva dieta con scarsa, eccessiva e/o squilibrata ingestione di alimenti secondo le loro proprietà nutrizionali può allora provocare spossatezza fisica, diminuzione delle prestazioni cognitive, squilibri neurali e problemi psicologici da non sottovalutare come ad esempio tensione e labilità emotiva, ansia, umore altalenante, nervosismo, apatia, suscettibilità, sonno disturbato, etc. Per funzionare il sistema nervoso utilizza in particolare il glucosio, che si trova negli Zuccheri (detti Carboidrati semplici o Monosaccaridi), dal quale ottiene la giusta energia funzionale. Il glucosio media importanti neurotrasmettitori, ovvero sostanze necessarie per il passaggio degli impulsi nervosi tra un neurone e l’altro, favorendo la sensazione di benessere, l’attivazione e la tranquillità a livello psicologico. Una serie di studi ha però posto in evidenza che chi abusa di Zuccheri, ingerendone eccessive quantità, manifesta successivamente scompensi psico-fisici quali apatia, sonnolenza, spossatezza e rallentamento cognitivo (l’eccesso di glucosio causa infatti un innalzamento della glicemia ed un conseguente aumento dell’Insulina che poi

fornisce un senso di stanchezza e l’abbassamento delle capacità cognitive). Chi invece utilizza quantità non esagerate di Zuccheri, e/o, ancor meglio, si ricarica di energia nutrendosi di Carboidrati complessi (detti Polisaccaridi ad alto peso molecolare), ovvero l’amido di cereali e legumi, non accusa tali sintomi negativi. Queste sostanze rappresentano per l’organismo una fonte di energia primaria, ovvero subito utilizzabile, ed una fonte di energia immagazzinabile per le esigenze future. Per quanto detto il consumo equilibrato di zucchero può aiutare a mantenere il benessere e la reattività mentale e fisiologica dell’individuo, ma un suo utilizzo eccessivo o scarso comporta una modificazione patologica degli stati energetici, cognitivi e psico-emotivi interni. Lo stesso discorso vale per il consumo di Lipidi, cioè di grassi (di cui sono ricchi burro, olio, grassi animali), all’interno della dieta quotidiana. Tutto l’organismo ed anche in particolare il sistema nervoso è costituito da componenti lipidiche (Fosfolipidi), le quali agevolano il passaggio dei nutrienti attraverso le pareti cellulari (e quindi anche nelle strutture celebrali) ed il loro successivo vitale assorbimento, così come forniscono una protezione contro possibili intrusioni patogene esterne. L’uso e l’abuso di grassi insaturi produce invece l’esatto contrario, ovvero la diminuzione del passaggio di sostanze nutritive e, a livello neurale, la conseguente discesa delle prestazioni cognitive come ad esempio ragionamento, memoria ed attenzione e la comparsa di ulteriori problemi psicologici come quelli sopra accennati. Un esempio è il cosidetto Triptofano, un Aminoacido delle Proteine, che presidia e media la formazione della Serotonina, ovvero un neurotrasmettitore che modula l’umore e lo stato emozionale della persona,

così come le funzioni sessuali, la temperatura, la fame ed il sonno (questo spiega le proprietà sazianti e calmanti di tale molecola). Il Triptofano si trova in particolare in cereali, latte e derivati, legumi, riso, frutta secca, verdure (come spinaci, cavolo, asparagi), carne, uova, pesce, banane, pappa reale. L’abitudine di inserire caffè ed alcol nella dieta può incidere negativamente sulla guarigione dalla depressione; il depresso tende all’abuso di certe sostanze nel tentativo (vano) di alleviare le proprie sofferenze. Il caffè ha un’azione psicostimolante e le sue ripercussioni sul sistema nervoso (quindi sulla depressione) sono dose dipendenti. Nella maggioranza dei depressi, il momento peggiore della giornata è il risveglio mattutino; pertanto, l’assunzione di caffè secondo le proprie abitudini (ma evitandone l’abuso), oltre che normale, potrebbe essere anche utile; deve esserne necessariamente evitato il consumo nelle ore serali. La Piramide Alimentare che caratterizza la dieta mediterranea è una stilizzazione, frutto di numerosissimi studi e ricerche sui regimi alimentari, utilizzata per indicare al meglio ed in breve tempo la migliore modalità per una giusta alimentazione. Essa è suddivisa in base all’appartenenza o meno degli alimenti ad un gruppo di nutrienti e sulla loro ripartizione quantitativa raccomandata nell’arco del tempo. Alla base della Piramide Alimentare si situano in tal modo gli alimenti che andrebbero introdotti ogni giorno. Salendo si incontrano progressivamente i cibi che invece è meglio consumere con una certa moderazione e quindi più raramente. La piramide è divisa da rette orizzontali che contornano delle aree, naturalmente sempre meno grandi man mano che ci si sposta dal basso verso l’alto. Ad ognuna di queste aree corrisponde un tipo di alimento ed il consiglio circa la frequenza e la quantità con le quali assumerlo. Secondo la ripartizione della Piramide Alimentare nella dieta mediterranea si possono individuare: - alla base pane, pasta, riso, patate, cereali; - sopra frutta, verdura e legumi; - più su olio di oliva, latte e latticini; - ancora più su uova, carne bianca e pesce; - alla sommità carne rossa e grassi. I disturbi alimentari (anoressia nervosa, bulimia, alimentazione incontrollata ecc. ) diventano purtroppo sempre più spesso, una soluzione, ai fattori stressanti intrapsichici familiari e ambientali, è per questo, che prevenzione ed educazione alimentare assumono sempre più peso ed importanza nell’epoca odierna.

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Fotosegnalazioni

VIA MELITO: quando sarà abbattuto questo mostro? A Proposito di “case sgarubbate”

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in questa rubrica saranno pubblicate tutte le foto inviate dai lettori, che segnalano eventuali disservizi

VIA U. DE VITA: NON E’ UNO SPERPERO DI DENARO PUBBLICO TENERE ACCESI TUTTI QUESTI LAMPIONI? NE HO CONTATI c.ca 34 IN 150 MT DI STRADA!

VIA NAPOLI: SONO NATI PER SALVAGUARDARE I PEDONI, SE IL PALO E’ QUASI ABBATTUTO VUOL DIRE CHE E’ STATA SALVATA UNA VITA UMANA?

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Dalla lettera A alla G presso Pro Loco Città di Arzano Via Isonzo, 3 (Traversa Sette Re) TURNI FARMACIE • APRILE 2013 • 1 LIBERTI 17 FERRANTE 2 FINELLI 18 FINELLI 3 FRANZESE 19 FINELLI 4 LIBERTI 20 FINELLI - FRANZESE - LIBERTI 5 FERRANTE MICILLO - PEDICINI 6 FERRANTE - FINELLI - LIBERTI 21 FINELLI 22 FRANZESE MICILLO - PEDICINI 7 FERRANTE 23 LIBERTI 8 PALMIERO 24 PALMIERO 9 MICILLO 25 PALMIERO 10 PEDICINI 26 ZUCCONELLI 11 PICAZIO 27 ZUCCONELLI - CANTONE FRANZESE - PALMIERO - PICAZIO 12 PICAZIO 28 ZUCCONELLI 13 PICAZIO - CANTONE - FRANZESE PALMIERO - ZUCCONELLI 29 PALMIERO 14 PICAZIO 30 MICILLO 15 ZUCCONELLI FARMACIA NOTTURNA 16 CANTONE

SABATO SEMPRE APERTO

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Dalla lettere H alla Z presso Legambiente Via A. Pecchia (palazzine Ina Casa)


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