La Zuncheiia n°7 settembre 2010

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Si avvertono i fedeli che, una volta da mezzogiorno del 1° a tutto il 2 novembre, sarà possibile ottenere l’indulgenza plenaria per i defunti se, confessati e comunicati, visiteranno una chiesa dicendo il Padre nostro e il Credo, pregando secondo le intenzioni del Papa. Inoltre, dal 1° all’8 novembre per la visita al cimitero, con la preghiera per i defunti, è concessa ogni giorno (una sola volta) l’indulgenza plenaria.

Indulgenza Plenaria

Ore 14.30: Santo Rosario del Camposanto.

Ore 10.30: Commemorazione di tutti i Defunti.

2 Novembre 2010

Ore 14.45: Nel Camposanto Santa Messa

Ore 11: Santa Messa e ricordo di tutti i caduti del paese per la patria. Al termine preghiera davanti alla lapide commemorativa.

1 Novembre 2010

Parrocchia di S. Sabina


La Zuncheiia

Il g i

orn o Monferra ale di Poma r to

Periodico trimestrale di informazione del Comune di Pomaro Monferrato ANNO II - Numero 7- Settembre 2010 Iscrizione n°259 del17/03/09 Tribunale di Casale Monferrato

http://lazuncheiia.wordpress.com

E D I T O R I A L E

lazuncheiia@gmail.com Finalmente siamo andati in stampa! Nonostante il

Un grande traguardo:

piccolo ritardo siamo sempre felici di potervi dare la possibilità di leggerci, di permettervi di rimanere

100 Anni

informati su tutte le novità del nostro paese; sempre

Tutto il paese, e tutta la redazione del giornale rivolgono il più

aggiornamenti come la nuova piazza adiacente al

Elena, che lo scorso mese ha raggiunto l’importante traguardo

ricco di iniziative come la sagra del pesce, o di comune; e di dare libero sfogo a tutti i vostri consigli,

come nella lettera che ci è giunta in redazione. Anche

in questo numero non mancheranno le “storiche”

caloroso e sentito augurio alla nostra cara concittadina Muzio

dei 100 anni!

rubriche (astronomia, storia, computer, giardino) e se

ne aggiungerà una nuova, curata dalla nostra nuova

collaboratrice esperta in decoupage, che oltre a

ringraziare per l’importante aiuto, accogliamo

calorosamnete nel nostro piccolo ma intraprendente team di lavoro... Ricordo a tutti i lettori che la redazione è sempre aperta a tutti, a chiunque voglia

portare qualche novità, qualche idea o iniziativa...vi

lascio ora alla lettura, augurandovi un buon autunno!

A piero... Quando devi ricordare una persona tanto cara, le parole non potranno mai ne descrivere, ne tantomeno ricordare una figura di questa

caratura. Il Piero era un uomo tutto d’un pezzo, un vero saggio, sapeva sempre cosa era giusto e corretto fare; e come pochi sanno fare, senza far torto a nessuno.

Per la famiglia aveva dato più di quanto è umanamente possibile, noi tutti sappiamo come lui era sempre pronto ad aiutare, tranne lui, non conosco uomo che materialmente abbia costruito le case per i propri cari.

Ci ha incoraggiati sempre, ci ha sostenuto anche quando le cose parevano insormontabili, e solo con il suo aiuto e i preziosi consigli ci ha permesso di andare oltreU Non ricordo di averlo visto triste, ne abbattuto, nemmeno gli ultimi giorni; non era proprio nelle sue corde l’idea di arrendersi o fermarsi.

Accanto ai tanti ricordi, e alle giornate memorabili passate insieme a giocare-lavorare, credo proprio che uno dei più grandi insegnamenti che mi abbia trasmesso sia quello di non fermarsi mai, di continuare a “costruire” con ritmo fermo ed inesorabile.

E’ proprio vero che il vuoto che una persona lascia è grande quanto il suo animo.

Editore: Francesco Daquarti. Direttore responsabile: Roberta Zemide. Caporedattore: La Zuncheiia. Redazione: Luciano Coggiola, Fausto Daquarti, Franco Daquarti, Gianfranco Durante. Hanno collaborato a questo numero: Anna Maria Bertazzo, Giuseppe Bigoni, Anastasia Giorcelli, Luisella Rota, Mara Ines Terzariol.

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Distribuzione: Roberto Rota. Grafica: Fausto Daquarti

Per inviare lettere al giornale: La Zuncheiia c/o Municipio di Pomaro 15040 Pomaro M.to e-mail: lazuncheiia@gmail.com

Iscrizione n°259 del17/03/09 - Tribunale di Casale Monferrato


Notizie dal Comune

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fonte: Daquarti Franco

Nuovi lavori per il ripristino del manto stradale Sono iniziati i lavori di asfaltatura e ripristino del sottofondo stradale, e relativo adeguamento della rete fognaria in località Madonna della neve. In contemporanea hanno preso avvio i lavori di ripristino del manto stradale superficiale nelle zone del paese dove erano presenti buche o dissesti, a partire dal centro storico, fino a giungere alla periferia e alla zona del cimitero. L’importo totale delle opere è di 60 mila euro, parzialmente finanziati dalla Regione Piemonte . Come di consueto l'amministrazione ha cercato di ottimizzare il più possibile le risorse a disposizione, cercando di operare sull’intero territorio comunale, con il preciso intento di migliore la viabilità.

M.A.M.M.A. Migliore Ambiente Migliori Modelli Associativi Si è appena conclusa la settimana Europea della Democrazia locale, dedicata alla valorizzazione dell’ambiente e del territorio. L’evento è una nuova iniziativa del Consiglio d'Europa, che ha deciso di organizzare una manifestazione annuale per sensibilizzare i cittadini europei sul funzionamento della collettività e sull'importanza della loro partecipazione agli affari locali. Il progetto M.A.M.M.A. (Migliore Ambiente Migliori Modelli Associativi ) è stato organizzato dall’Unione dei Comuni e Terre di Po e Colline del Monferrato, insieme all’istituto Comprensivo Don Milani e al Comune di Ticineto. L’evento ha goduto di una grande partecipazione, grazie alle numerose iniziative locali, e al contributo dei ragazzi delle scuole medie ed elementari. L’iniziativa ha voluto far emergere gli aspetti della gestione democratica, promuovendo le energie rinnovabili, sensibilizzando la valorizzazione dell’ambiente, e promuovendo servizi e politiche ambientali . Il ruolo delle scuole è risultato essenziale alla buona riuscita della manifestazione, il loro punto di vista, lontano da interessi politici ed economici, ha messo in risalto l’importanza dell’ambiente e la consapevolezza che solo rispettandolo si potrà migliorare la qualità della vita.

I mercatini di natale

Come da tradizione, durante il periodo natalizio, Pomaro sarà sede dei mercatini di natale. Con l’intento di crescere e migliorarsi sempre, l’evento di quest’anno è stato completamente riorganizzato, e per poter ospitare maggiori visitatori si svolgerà nelle piazze del paese. Grazie alla preziosa collaborazione di molti cittadini che hanno voluto materialmente partecipare alla programmazione, sollecitando l’amministrazione, e partecipando numerosi alle riunioni svoltesi presso la nostra sala consigliare, si è riusciti a coinvolgere un gran numero artigiani e partecipanti. Ad oggi la manifestazione, che si terrà il 5 dicembre, conta una trentina di banchetti, tra cui rivendite di cioccolato e vivande, stand di caldarroste, panettoni, pesca di beneficenza, gli immancabili artigiani di oggettistica e a grande sorpresa un’esposiozione di oggetti d’epoca del nostro paeseU A contorno della manifestazione saranno presenti un gruppo di arcieri, i quali insegneranno ai nostri ragazzi e a chi lo vorrà le tecniche del tiro con l’arco tramite l’ausilio di manichini impagliati. I più piccoli potranno divertirsi allo spettacolo di magia del mago Starman.

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La primula rossa „dal RUSTIN-NI‰

Il gradito incontro ed il breve colloquio con il Prof. Piero Capra-Marzani, persona amabile, legata a Pomaro dagli stessi miei vincoli

parentali, ha rinverdito un ennesimo e sopito ricordo riguardante una figura autorevole e stimata quanto mio nonno Giuseppe (già

Podestà del Paese) e suo buon amico. Mi riferisco ad Agostino Capra (cl. 1883) di professione agricoltore e zio del Prof. Piero.Il

Signor Agostino, a tutti noto come “al Cichin ‘d tonna” (etimo di natura famigliare), persona di alta statura e dal tratto aristocratico, era

ovunque apprezzato non solo per la dirittura morale e l’eloquio misurato e civile, ma per il temperamento sincero e risoluto. Abitava in una delle prime case del Paese, case adiacenti la Piazza del Peso, dal lato in cui ha inizio la collina. La moglie Rosa, minuscola e

garbata, gestiva un piccolissimo “emporio” nel quale riuscivi a trovare dallo spazzolino per i denti al rocchetto del filo “Cucirini Cantoni”,

al nastro acchiappa-mosche da appendere al soffitto della cucina. La coppia aveva una figlia –Luigina- amica diletta di mia sorella

Anna Maria. Inutile precisare che a quei tempi (1940-45) il rispetto di noi giovinetti nei confronti degli adulti era una regola assoluta, come assoluta era l’attenzione e l’ascolto – quando ci era concesso – ai loro discorsi o suggerimenti. In un taro pomeriggio d’inizio

Settembre, mentr’ero di ritorno con mio cugino Piero Lupano (“Piero ‘dl’Oreste”) ed il caro Nino Monighini (“Nino ‘d Giulian”) da una ‘puntata’ (..che sarebbe più opportuno definire ‘tentativo’) di pesca “a la rusin-na adl’ Arsu” (piccola roggia che scorreva a fianco

dell’argine di Bozzole fino a giungere alle ‘cascine Nuove’) molto ricca di pesci che risalivano dal vicino torrente Grana, attirati dalle

acque limpidissime e ricche di cibo,vidi nonno Giusepp con un cesto di frutta ai piedi e Cichin ‘d tonna con la doppietta ad armacollo,

impiegati in un serrato discorso. Noi stupimmo, ben sapendo che i due erano soggetti di poche parole. Fermi a rispettosa distanza, tendemmo le orecchie ad ascoltare il loro dialogo. Cichin narrava all’amico – ovviamente in vernacolo e con voce misurataU ma con

una vago e represso sentore di rivalsa- : “Usi U tratta di un leprone veloce come una saettaU che scatta dagli ultimi filari delle vigne

e s’imbocca nei roveti “dal rustin-ni” che salgono impervi sull’erta di Montevalenza. Il mio cane riesce a scovarla, ma – considerato il

terreno in estrema pendenza- né a me, né al fidanzato di Luigina (Pierino Ricaldone) è dato margine di tempo sufficiente a piazzarci in posizione utileU credetemi Giuseppe (..il “Voi” era la normaU)Uè come “la Primula Rossa”Ue fila via con le orecchie diritte, veloce

come un demonioU” Il Nino mi guarda con fare interrogativo e dice: “Uma che ca l’è ‘sta Primula russaU!?”.In quei mesi- a conflitto

in pieno svolgimento – oltre all’affetto sviscerato che portavo alla mia piccola carabina ad aria compressa, leggevo aidamente (Uinvece

di fare i compiti delle vacanzeU) tutto ciò che riuscivo a reperire riguardo ai pochi film in programmazionr. Nel 1934, il regista Young aveva diretto un film – che nei mesi di cui scrivo era già divenuto “un culto” – dal titolo : “La primula rossa”, interpretato in modo

magistral e scanzonato da Leslie Howard. La trama – in sostanza – narrava le avventure di un nobile il quale, durante la Rivoluzione

Francese, riusciva a sottrarre alla ghigliottina un buon numero di personaggi di sangue blù, beffando i rivoluzionari; talmente

imprendibile era costui che una poesiola ne rimarcava le dori istrioniche. Pertanto dico ai miei due amici con buona dose di saccenteria: “Usi-j dui gnurantUanveci da fa “ aeromodelli ‘d boscUcai volu nènUlegì la trama di poc cine cai danU La “Primula russa” a l’è in

film cun in cont cal ciulla Robespierree l’è talmet dritu ca ian fin-na faji ‘na puesi-jaU” la cercanUqua Ula cercan làU ovunque siaU nessun lo saU ma che afferrare mai non si possaU questa dannata PRIMULA ROSSA..?!”.

Mentre il nino mi guarda con compatimento, Piero, punto sul vivo dal momento che costruisce aeromodelli bellissi, ribatte: “Cianooo.. cala giù dal cadreghinU parchè i mè aeromodelli ai voli cmè i clomb!” In ogni caso il nomignolo appioppato dal Cichin alla lepre era

più che appropriato.

Nonno Giuseppe a caccia non era mai andato in vita sua, però aveva il massimo rispetto per le passioni altrui

e – sopra utto – era un saggio. Dopo breve riflessione dice: “..al posto vostro – Cichin – terrei il cane tranquillo e legato ai primi pali della vigna con un tozzo di pane da sbocconcellare..poi – nel massimo silenzio - andrei a piazzarmi a fronte dell’ultimo filare in alto.. subito sotto al roveto.. mentre Pierino sta di guardia in cima al

sentiero laterale. Portatevi appresso un amico o una ragazzo che tenga calmo il cane e che lo sleghi non appena voi due siete piazzati.. e poi.. sparate diritto..! Se la lepre andrà a finire “an tal rustin-ni” (nel folto), il cane riuscirà a riportarvela..!”.

Pochi giorni appresso, Agostino Capra e Pierino Ricaldone tornarono alla Piazza del Peso. Era l’imbrunire. “Cichin ‘d tonna”, con evidente soddisfazione, portava la lepre in cacciatoria. “Il leprone” spuntava con le lunghe orecchie da un lato e le allampanate zampe posteriori dall’altro. Tornavano “dal rustin-ni”!!

Che cosa si dissero in seguito i due vecchi amici contadini non mi fu dato sapere.

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Luciano ‘dla Catalina


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Il cielo autunnale di quest’anno è caratterizzato dalla presenza del pianeta Giove, il gigante gassoso, che splende in cielo per buona parte della notte come un faro luminoso. Infatti il pianeta si trova in opposizione, cioè la Terra si trova tra Giove ed il Sole, quindi noi siamo nelle migliori condizioni per osservare un pianeta; ma questa volta il pianeta si trova particolarmente vicino a noi, e ,per questo, il suo disco appare grande e luminoso. Il fenomeno è dovuto alla seppur piccola eccentricità delle orbite e tale situazione così favorevole non si verificherà più sino al 2022. Il giorno esatto dell’opposizione è stato il 21 settembre, ma per tutto ottobre Giove si allontanerà molto poco dalla Terra e resterà ben visibile sino alla fine dell’anno. Usando con un binocolo o un piccolo telescopio si potranno osservare i satelliti di Giove, quelli scoperti da Galileo nel 1609, Io, Europa, Ganimede e Callisto. Si possono osservare i loro movimenti orbitali attorno a Giove, i transiti dei loro dischi davanti superficie del pianeta gassoso con la proiezione della loro ombra sulla superficie di Giove. Osservato al telescopio, il pianeta presenta una superficie chiara solcata da bande trasversali, chiamate equatoriali. Due sono particolarmente evidenti ,una nell’emisfero Nord ed una in quello Sud. La novità di quest’anno è rappresentata dalla scomparsa della banda equatoriale meridionale, probabilmente dovuta a coltri di nubi, che la nascondono. Un’altra formazione molto intrigante visibile su Giove è la Grande Macchia Rossa, un ciclone grosso come due Terre, che è visibile sin dalle prime osservazioni, e cioè dal XVII° secolo! Appena sopra Giove, alla distanza di 1 grado, si trova Urano, anch’esso in opposizione, visibile già con un binocolo come un piccolo puntino di colore bluastro. Infatti è un pianeta gassoso costituito per la maggior parte da metano.

Mentre scrivo l’articolo, alla fine di settembre, un visitatore solitario si sta avvicinando al nostro sistema solare, è la cometa Hartley 2, che raggiungerà la visibilità ad occhio nudo, sempre da luoghi bui e incontaminati, intorno all’8 ottobre. Verso il 20 ottobre si troverà vicino alla stella Capella, la più luminosa della costellazione dell’Auriga e, qualche giorno prima, transiterà vicino al doppio ammasso del Perseo. Verso questa cometa la NASA, l’ente spaziale americano, ha indirizzato una sonda , la Deep Impact, che si trova già in orbita da alcuni anni e che ci ha regalato le spettacolari immagini del nucleo della cometa Tempel 1. La Deep Impact fotograferà il nucleo della Hartley2 dalla distanza di circa 1000 Km.

Le comete nell’antichità erano considerate presagi di disgrazie. Gli astronomi dell’antica Roma sostenevano che la morte di Cesare fosse stata accompagnata dalla comparsa di una cometa La Hartley 2 è una cometa che ritorna ogni 6 anni, per questo si chiama a corto periodo, mentre quelle che ritornano dopo decine o centinaia di anni si chiamano a lungo periodo. Sono proprio le comete a corto periodo , che, con i loro frequenti passaggi vicino al Sole, perdono una scia sempre più abbondante di polveri. Se le polveri si trovano sul piano orbitale della Terra, ecco che, quando il nostro pianeta le attraversa, le particelle attraversano velocemente l’atmosfera vaporizzandosi in scie luminose, che chiamiamo stelle cadenti. Così prendono origine gli sciami meteorici, come quello delle Perseidi, visibile intorno al 10 di agosto, ed a quello delle Leonidi, che sarà visibile intorno al 17 di novembre. Ecco allora un’occasione per osservare ad occhio nudo numerose meteore, anche 30-40 all’ora, che sembrano provenire dalla costellazione del Leone, nell’ultima parte della notte, a ridosso dell’alba. I più volenterosi possono recarsi, ad esempio, nei pressi dell’acquedotto di Pomaro,meglio appena oltre il colmo della collina per nascondere le luci del paese, e guardare verso est, da dove verso il mattino incomincerà a sorgere la costellazione del Leone.

Un altro sciame di meteore sarà osservabile il 13-14 dicembre, sono le Geminidi, che, come dice il nome, sembreranno provenire dalla costellazione dei Gemelli. Per quella data la costellazione campeggerà alta in direzione Sud. Per quanto riguarda le costellazioni e gli oggetti celesti autunnali non dimentichiamo di osservare la galassia di Andromeda, nell’omonima costellazione, l’ammasso globulare M 15, nel Pegaso, formato da migliaia di stelle racchiuse in una specie di palla luminosa, molto suggestiva da contemplare in un binocolo o in un telescopio. Oltre le costellazioni di Andromeda, di Pegaso, Cassiopea e Cefeo, di cui abbiamo parlato l’anno scorso, vorrei richiamare l’attenzione sulla costellazione dei Pesci. E’ una costellazione zodiacale ed in essa si proietta il Sole all’equinozio di primavera, mentre in precedenza si proiettava in quella dell’Ariete. È formata da poche stelle, peraltro poco luminose. La mitologia greca, derivata da quella babilonese, vede raffigurati nella costellazione Afrodite (Venere) ed Eros (Cupido), il figlio, che sono stati trasformati in pesci per potersi tuffare nel fiume Eufrate e sfuggire alle ire del mostro Tifone, durante la guerra per la supremazia tra Dei e Titani. I due pesci vengono raffigurati legati per la coda , per non perdersi. Nella costellazione possiamo ammirare la bella galassia a spirale M 74. Gianfranco Durante

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La sagra del pesce

A fine Agosto ormai è tradizione, nelle serate pomaresi, gustare ottimi piatti di pesce alla sagra organizzata dagli amici e soci della Pro Loco, con il supporto dei pescatori di Cogoleto. Il dopo cena è stato allietato dalle musiche del complesso “I Mambo” e da “Isa e Beppe”.Quest’anno è stato registrato il tutto esaurito per tutte e 3 le serate, a riprova dell’ottima qualità dei piatti serviti, e grazie alla piacevole atmosfera di festa che si è respirata durante tutta la manifestazione.

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I Gerani in Inverno

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I gerani sono sicuramente le piante da fiore più popolari. Oggi troviamo in commercio tantissime varietà differenti per colore, dimensione e forma. Sembra che i primi gerani furono importati dagli Olandesi dal Sud Africa intorno al 1600 e nel 1800. Gli Inglesi ne importarono molte specie utilizzate poi per ottenere nuovi ibridi. Tutti li conosciamo comunemente come gerani, ma dobbiamo sapere che il vero nome, attribuitogli dagli studiosi intorno alla fine del 1700 è Pelargonium. Oltre ai gerani che comunemente troviamo in commercio nei vari garden center, esistono quelli botanici che crescono spontaneamente in natura.

Ci sono i vari metodi per conservare i gerani da un anno all'altro. I gerani-pelargoni non sono rustici ma possono essere conservati facilmente anche senza una serra riscaldata. Bisogna toglierli dalla terra prima dell'arrivo dei primi geli (di solito alla fine di settembre) e metterli in vaso coprendone le radici con paglia o foglie secche. In novembre si taglia tutto fino a 10 cm da terra , rimuovendo le foglie più vecchie. I vasi vanno tenuti in un locale luminoso, al riparo dal gelo. È importante tenere le piante quasi asciutte per evitare che, specialmente in caso di basse temperature, possano marcire. Si può cominciare a dare più acqua all'apparizione della nuova vegetazione, in primavera. In aprile le piante possono essere messe in un vaso più grande, pronte per essere piantate all'aperto, in piena terra o nel contenitore definitivo, non appena sia passato il pericolo di gelate tardive. Daquarti Fausto

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6 La Zuncheiia

La pagina della salute:

lÊIctus

L’ictus, termine latino per colpo, stroke in inglese, culp in dialetto, è una malattia ben nota, che rappresenta la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari ed i tumori ed è la prima causa di invalidità permanente. Ogni anno in Italia si registrano circa 196 mila nuovi casi di ictus; sono colpiti più i maschi delle femmine e l’incidenza aumenta con l’aumentare dell’età,raddoppia ogni decade,con un massimo dopo gli 85 anni.

Che cos’è l’ictus? È una interruzione dell’apporto di sangue ad una parte del cervello. Tale interruzione può essere dovuta all’occlusione di una arteria, ed, in tal caso, si definisce ischemico, oppure per la rottura di una arteria, ed in tal caso si definisce emorragico. L’ictus ischemico è il più frequente e costituisce l’80% dei casi.

Quando una parte del cervello viene colpita, si ha la perdita della funzione o delle funzioni che tale parte comanda, dalla parte opposta del corpo. Se viene colpito l’emisfero sinistro si ha la perdita dei movimenti nella parte destra del corpo,e, nel caso sia questo l’emisfero dominante, anche della parola. La paralisi, che colpisce un lato del corpo, si chiama emiplegia, la perdita della parola afasia. La perdita di una funzione cerebrale per un periodo inferiore alle 24 ore vie definito TIA (attacco ischemico transitorio). La diagnosi di ictus e la diagnosi differenziale tra ischemia ed emorragia si avvalgono soprattutto della TAC (tomografia assiale computerizzata) e della RMN (risonanza magnetica nucleare). Secondo i casi si possono eseguire anche l’ecocolordoppler dei tronchi sovraortici e cardiaco. I fattori di rischio sono rappresentati dall’età e dalla razza caucasica, che sono fattori non modificabili, mentre sono fattori modificabili l’ipertensione arteriosa, l’eccessivo consumo di alcool e di sigarette, il diabete mellito, alcune cardiopatie (soprattutto la fibrillazione atriale), la stenosi delle carotidi, la ridotta attività fisica ed una dieta inappropriata. L’associazione dell’ipercolesterolemia con l’ictus non è ancora completamente stabilita, mentre è certo che sia il più importante fattore di rischio per la malattia coronarica. Per quanto riguarda la terapia si è diffuso il modello di un reparto ospedaliero con personale medico e paramedico specializzato, specificatamente dedicati alla terapia della fase acuta dell’ictus, che è indicato dal nome di “stroke unit”. Essa prende in carico il malato al suo arrivo, effettua il più rapidamente possibile gli accertamenti diagnostici e mette in atto i provvedimenti terapeutici e di sostegno opportuni. A questo riguardo la novità è rappresentata dalla terapia trombolitica endovenosa, cioè dalla possibilità di infondere in vena un farmaco in grado di sciogliere il trombo che occlude il vaso cerebrale. La terapia, però, si può praticare entro tre ore dalla comparsa dei sintomi. Ecco perché è fondamentale l’intervento della stroke unit, che possa effettuare l’inquadramento diagnostico e la selezione dei pazienti nel più breve tempo possibile. Un’altra limitazione è rappresentata dall’età del paziente: tranne casi selezionati, non si pratica su persone con più di 80 anni. La mortalità nel primo mese dall’ictus è del 20-25% circa, a distanza di un anno sale al 30-40%. Un terzo dei soggetti che sopravvivono, a distanza di un anno presentano un grado di disabilità elevato. È molto importante cercare di limitare i danni invalidanti, mettendo in atto una terapia riabilitatativa precoce, assicurare una adeguata nutrizione, evitare l’instaurarsi di decubiti, limitare le complicanze infettive. La nostra arma migliore per combattere l’ictus rimane la prevenzione. Se non possiamo agire sull’età, sicuramente possiamo contenere l’ipertensione, attuare una terapia anticoagulante nella fibrillazione atriale permanente, limitare il consumo di alcool, abolire il fumo, consumare cibi ricchi di verdure, pesce, frutta, praticare quotidianamente una attività fisica moderata.

Ricordiamoci che l’ictus colpisce duro dopo i 65 anni e che, quello che conta, è quello che facciamo o non facciamoU. prima.

Gianfranco Durante

L’articolo è ricavato dalle linee guida italiane di prevenzione e trattamento dell’ictus cerebrale e sono consultabili sul sito:www.spread.it.

Le rondini

La rondine è un uccello di piccole dimensioni dalle lunghe ali di colore blu metallico. Dalla fronte sino alla gola è di un colore rossiccio, mentre la parte inferiore è di color crema. L’alimentazione di questa specie sono gli insetti, che catturano in volo. Le rondini sono capaci di fare ogni tipo di acrobazia in aria, grazie alla loro coda biforcuta. Il loro volo leggero ed aggraziato, si trasforma in un saltellare goffo sulla terra a causa delle loro zampe molto piccole. Il nido di terra e rami viene costruito dalla coppia di rondini in otto giorni, poi viene utilizzato annualmente per più di dieci anni. Il periodo di riproduzione parte da metà maggio nel sud Italia; invece da metà giugno nel nord. Solitamente all’anno le rondini si riproducono due o tre volte e vengono deposte quattro o cinque uova. L’incubazione dura due settimane circa, e dopo venti giorni il piccolo è simile ai genitori e imparerà a volare. Alla fine di agosto le rondini ritornano in Africa. Nel meridione non è raro vedere rondini ai primi di novembre, anche loro migreranno verso la terra più calda e con più cibo. L’età di questi esemplari arriva a sedici anni. Questo splendido animale è presente in molte favole, la più conosciuta è quella esopica che racconta l’amicizia tra uomo e rondine. "Era da poco germogliato il vischio e la rondine avvertendo il pericolo che incombeva sugli uccelli, li raccolse tutti a parlamento e li esortò a tagliare le querce produttrici di resina; nel caso però che ciò non fosse possibile per loro, li consigliava di ricorrere agli uomini, pregandoli che non usassero il vischio per catturarli. Ma tutti gli uccelli cominciarono a deriderla, dicendole che stava proponendo delle assurdità; allora la rondine andò lei stessa dagli uomini, chiedendo di essere accolta come supplice. Grazie alla sua perspicacia quelli acconsentirono e le permisero di diventare una loro coinquilina. Per questo motivo, mentre a tutti gli uccelli gli uomini danno la caccia per mangiarli, soltanto la rondine, rifugiandosi presso di loro, può impunemente fare il nido anche nelle loro case.” Anastasia Giorcelli

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Scriveteci a: La Zuncheiia c/o Municipio di Pomaro 15040 Pomaro M.to oppure via e-mail: lazuncheiia@gmail.com o lasciateci i vostri scritti nella cassetta delle lettere presso l’ingresso del Comune

Ogni volta che percorro la strada per tornare a casa non posso fare a meno di soffermarmi a guardare la bellezza del nostro paese,

dopo l’incrocio di Barcaro inizia una lunga infilata di pioppetti fino ad arrivare al ponticello sul Grana su cui si affaccia il nostro Castello. In estate, con i campi coltivati, si è immersi nella natura, quasi quasi pare di essere tra le colline senesiU Tutte le volte penso alla grande fortuna che ha avuto Pomaro, a differenza di tante realtà a noi limitrofe è rimasto indenne allo scempio paesaggistico degli speculatori edilizi, prima negli anni ’60 e poi negli anni ’90U

Purtroppo, passato il ponte, la bella sensazione comincia ad incrinarsiU il verde comincia a cedere spazio ad una lunga colata di

cemento, alla quale l’occhio proprio non vuole abituarsi, e che in questo mese è stata anche usata come lavagna per appuntarsi un

compleanno. Di buono c’è che l’autore ha usato la stessa tonalità della linea che corona il muro, almeno ha dimostrato un po’ di gusto sui coloriU

Poi comincio a riflettere sulla possibilità che la collina di fronte al centro storico possa divenire sede di tante piccole villette tutte uguali,

un po’ come le ultime costruzioni alle porte di Villabella; al nauseante olezzo serale di qualche allevamento che accompagna alcune cene, o all’ex discarica bonificata alle porte della Fagnana. Quasi quasi invece che verdeggianti colline alla mia mente affiora la

periferia di Milano.

A differenza di realtà a noi simili, ma più intraprendenti, come Lu, Vignale, Conzano, Ticineto, Valmacca; oltre ad avere una certo valore

paesaggistico, il nostro paese è anche più comodo da raggiungere dalle grandi città come Casale ed Alessandria. Pomaro ha un grande potenziale, si dovrebbe incentivare la creazione di un ristorante, o di un bar che nelle serate estive rimanesse aperto (per

rendersi conto basta recarsi a Moleto un qualsivoglia giovedì d’agosto); oppure un piccolo negozio d’artigianato o ad un’investimento

sulle energie rinnovabiliU e naturalmente a preservare maggiormente l’ambiente.

Così facendo si darebbe un po’ di vita al paese, lo si renderebbe più vivibile e più interessante.

Sapendo di non essere l’unico così fiducioso per un futuro più roseo, spero che le persone autorevoli e capaci di

questo paese, che in alcune circostanze hanno già dimostrato di saper fare, tralascino sterili politiche conservatrici, anche perché a breve rimarrà ben poco da amministrare, e comincino ad allargare le proprie prospettive.

Lettera Firmata

Alla nostra redazione l’amico e lettore Ing. Ezio Volta ha inviato alcune belle e molto interessanti foto. In questo piccolo spazio dedicato ai lettori le pubblicheremo di volta in volta, sia per mostrarvi la bellezza delle immagini, sia per sucitare in voi qualche ricordo, che naturalmente potrete inviarci per poterlo condividere con tutti i lettori. Ringrazio ancora l’amico Volta di Genova, per la grande cortesia e disponibilità... salutandolo gli rinnovo l’invito a partecipare a qualche riunione del giornale o ad inviarci uno scritto; saremo ben lieti di pubblicarlo!

fonte: Ezio Volta - 1952 carro con buoi - Pomaro Monferrato

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L’angolo Cottura

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Panfocaccia alla zucca

Dosi: 200 gr di farina,200 gr di zucca, 1 radicchio trevigiano,1 cipolla, 10 gr di lievito di birra fresco, olio extravergine, sale.

Cuocete al vapore o in poca acqua salata un pezzo di ZUCCA gialla, privata della buccia e dei semi, dopodichè con il passaverdura riducetela in purea. Mentre stemperare il lievito di birra con poca acqua tiepida, disponete la farina a fontana su una spianatoia, aggiungete un pizzico di sale e il lievito sciolto; quindi amalgamate lentamente il tutto con la purea di zucca, unendo acqua fino ad ottenere un impasto morbido. Una volta ultimato l’impasto siponetelo in un luogo tiepido, coperto da uno canovaccio, e lasciatelo lievitare per circa un’oretta.

Sbucciate la CIPOLLA, tagliatela a fette e fatela cuocere con poca acqua; a cottura quasi ultimata aggiungete il RADICCHIO pulito e tagliato nel senso della lunghezza; salate e lasciate cuocere per qualche minuto. Quando l’impasto è lievitato, stendetelo uniformemente in una teglia unta d’olio in modo che sia alto 1 centimetro almeno; quindi distribuite la cipolla e il radicchio sulla superficie, e fate cuocere per 45 minuti nel forno riscaldato a 180° C.

Pasta e Fagioli di zia Maria

Dosi: 1,5 hg di fagioli secchi oppure 4 hg da sgranare, 20 gr di pancetta l lardo 4 cucchiai di olio extravergine di oliva,1 spicchio di aglio,1 cipolla, 1 pezzo di sedano, 1 chiodo di garofano , 1 rametto di maggiorana o basilico, 2 cucchiai di vino bianco, 1 scatola di salsa di pomodoro a pezzetti o di pelati , pasta corta, ( mezze penne o tortiglioni..) o maltagliati all’acqua, formaggio pecorino o parmigiano. Se utilizzate i fagioli secchi ricordarsi di metterli a bagno la sera prima. Fate bollire i fagioli, nel frattempo in una casseruola, possibilmente antiaderente, disponete l’olio il lardo, il sedano, la cipolla intera ,il chiodo di garofano, lo spicchio d’aglio intero, il rametto di maggiorana o 2 foglie di basilico. Fate rosolare un pochino, quindi versate 2 cucchiai di vino e fate evaporare. A questo puntova aggiunto il pomodoro e il sale.

Dopo 1 ora di cottura scolare i fagioli ed aggiungetevi il sugo con qualche cucchiaio di acqua di cottura dei fagioli, ora, fate cuocere ancora una mezz’ora aggiustando di sale e volendo, potete aggiungere un po’ di dado vegetale o di carne. Cuocete la pasta e conditela con il sugo (ZIA MARIA consiglia di togliere la cipolla, il sedano e l’aglio prima di condirla) e il parmigiano o il pecorino a piacere. Volendo si può anche spadellare per renderla più asciutta.

Quadrotti di manzo con le noci

Dosi per quattro persone: 800 gr di spalla di manzo o di cappello del prete in un pezzo solo,40 gr di burro, una manciata di noci tritate , un trito di aglio e prezzemolo, 250 gr circa di pomodori pelati,farina sale pepe macinato brodo q.b.

Tagliate la carne a quadrotti e passatela nella farina mescolata con sale e pepe. Fateli rosolare nel burro imbiondito, poi unitevi le noci tritate il trito di aglio e prezzemolo e i pomodori passati. Dopo qualche minuto aggiungete del brodo, coprendolo con il coperchio fatelo cuocere lentamente per circa due ore versando di tanto in tanto del brodo. Aggiustate di sale e pepe a piacere.

Questi deliziosi quadrotti possono essere accompagnati con la fumante...buona ... polentina gialla.

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Il dolce dell’autunno

Dosi per sei persone Per la pasta occorre: 4 uova, 4 cucchiai di zucchero,4 cucchiai di cacao amaro 2 cucchiai di farina. Per il ripieno occorre: 4 dl di panna 10 marrons glacès, 3 cucchiai di marmellata di castagne 1 cucchiaio di cognac.

Mettete in una ciotola i tuorli d’uovo,tenendo da parte gli albumi, unite lo zucchero e sbattete tutto insieme sino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Quindi unite la farina ed il cacao in polvere e lavorate tutto per altri due o tre minuti. Montate gli albumi tenuti a parte a neve ed incorporateli con delicatezza al composto preparato. Ungete un foglio di alluminio stendendolo sopra la placca da forno e adagiatevi sopra il composto allo spessore di un centimetro. Passate tutto in forno caldo a 220° per circa 15 minuti. Levate il dolce dalla placca e lasciatelo raffreddare. Montate bene la panna e incorporatevi la marmellata stemperata con un cucchiaio di cognac. Unite alla crema i marrons glacès spezzettati. Stendete il tutto sopra al dolce cotto, tenendone un poco da parte. Arrotolate il tutto ricoprite con la crema rimasta. Potete servire il rotolo intero o a fette. Luisella Rota

La ricetta Gourmet:

Care colleghe di fornelli, le foglie ormai cadono e questo è proprio l’autunno con le sue temperature in diminuzione e l’accensione più lunga dei ” nostri beneamati” fornelli. La cucina si veste con un primo cappotto leggero proponendoci cotture più lunghe di cibi più calorici per aiutare il nostro organismo alle difese dei primi freddi , lasciando il posto alle preparazioni di piatti rapidi e freschi.

Novembre mese non allegro, proprio l’inizio di una lunga stagione buia e fredda U.. e allora ravviviamo l’animo con qualcosa di caldo e gratificante, come ad esempio un cotechino ingabbiato in pasta sfoglia con una dolce salsa di mele. La preparazione è semplice ma di grande effetto ecco come si può fare: Per ridurre il tempo possiamo aiutarci con un cotechino precotto, una pasta sfoglia già pronta, 1 uovo.

Per la salsa di mele occorrono 2 mele Golden o semplicemente a buccia gialla, 1 scalogno, sale pepe q.b e un po’ di olio d’oliva.

Portare a bollore in una capiente pentola dell’acqua ed immergervi il cotechino cuocendolo per circa 15 minuti (il tempo medio è di circa 20 minuti, ma ultimando la cottura in forno terminare prima).

Procedere quindi con l’eliminazione della “buccia del cotechino” un coltello a lama liscia. Stendere la pasta sfoglia, avendo cura di terminare il giro sotto la pancia del cotechino. Spennellare con il tuorlo d’ uovo la superficie della pasta, adagiarlo sulla teglia ricoperta di carta da forno e cuocerlo a 200 gradi per circa 20 minuti, fino a quando la crosta si presenterà dorata al suo esterno. Durante la cottura del cotechino possiamo preparare la salsa di mele, sbucciando e tagliandole a pezzi , tritando lo scalogno e mettendo il tutto in una pentola antiaderente aggiungiamo un filo d’olio un pizzico di sale e di pepe. Stufiamo il tutto a fiamma viva, mescolando e appena saranno appassite, passiamole nel frullatore per ridurle in purea.

EUa questo punto tagliamo il cotechino a fette, posizionandolo sul piatto di portata e accompagnandolo con la salsa di mele.

Ottimo come antipasto e di grande effetto eUbuon appetito!

P.S. in questa stagione è difficile dire no ai legumi, ceci e fagioli, troppo, troppo buoni, si sostituiscono alla carne, con ammirevole sapore!!! PoiU..se avete voglia di mettere mani alla farina, vi consiglio gli gnocchi di farina di castagne al pesto.

Occorrono per 6 persone, circa 700 gr di patate, 100 gr di farina bianca, 100 gr di farina di castagne, 1uovo, un pizzico di sale e 1 vasetto di pesto genovese (anche già preparato, nessuno si offende e se ne accorge).

Lessiamo le patate con la buccia, quando sono cotte si sbucciano come al solito e si passano nello schiacciapatate direttamente sulla spianatoia. Aggiungiamo le due farine, l’uovo ed un pizzico di sale. Impastiamo il tutto, prepariamo le serpoline e le tagliamo a tocchetti di circa 2 cm, li passiamo sul rovescio di una grattugia premendoli delicatamente con l’indice, disponendoli quindi sulla spianatoia infarinata (meglio di farina di semola, non attecchiscono tra loro). Procediamo con la cottura in abbondante acqua salata con l’aggiunta di un po’ di olio (così rimarranno ben distaccati gli uni dagli altri) e man mano che verranno a galla scolarli e condirli con il pesto. S U B L I M I ! Mara Ines Terzariol

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L’ABC del COMPUTER In questo numero parleremo di come ci si può proteggere da virus e malfunzionamenti senza perdere i file personali.

La situazione tipica di un Pc nuovo (e non modificato con l’aggiunta di un ulteriore disco fisso) è l’avere a disposizione un hard-disk di capacità di 200 Gb o

superiori, con installato il sistema operativo, i programmi in uso e i file personali.

Questo purtroppo è il modo migliore per perdere tutto a causa di virus o malfunzionamenti. Si, certo, alcuni di voi diranno “ma io faccio

le copie di backup una volta al mese” si, è vero, può funzionare, ma tra il lasso di tempo dell’ultima copia al disastro si possono

perdere dei dati importanti. Il mio consiglio è di partizionare il disco fisso (cioè dividere il disco, non fisicamente... ma virtualmente). Immaginate che il vostro disco sia un cassetto, dobbiamo solo mettere un divisore così avremmo due vani a disposizione.

Per fare ciò abbiamo bisogno di uno specifico programma , “Partition magic” (sfortunatamente a pagamento); è il top per tutti i sistemi

operativi fino a Windows Vista, purtroppo con il nuovo sistema Windows 7 non funziona ancora. Possiamo avvalerci di un’altro

programma: “EASEUS Partition Master 5.0.1 Home Edition”, a differenza del primo è gratis e molto sempice da usare. Tramite questo potente strumento possiamo ridurre la partizione denominata C a circa 50 Gb, più che sufficienti per contenere il sistema

operativo ed i relativi aggiornamenti. Si deve tener presente che alcuni programmi si potranno installere solo sul disco C. Fatto ciò creiamo una nuova partizione con lo spazio inutilizzato dopo il ridimensionamento di C, a questo punto riavviando il sistema si

salveranno le modifiche apportate.

Ora dobbiamo creare nella partizione nuova, probabilmente denominata E, la cartella documenti e le relative sottocartelle Immagini,

Video e Download, Per automatizzare tutti i salvataggi si può, cliccando sull’icona della cartella Documenti presente sul desktop, indicizzarla tramite il menù proprietà alla nostra nuova cartella Documenti nel disco E. Naturalmete dobbiamo prestare attenzione a

salvare tutti i nostri dati personali all’interno dello spazio E e non più sulla memoria denominata C! Dovremmo inoltre ricordarci che,

nel momento decidessimo di installare programmi nuovi, tramite l’installazione personalizzata, dovremmo cambiare la directory di destinazione nel modo seguente E:\Programmi\nomeprogramma oppure E:\Program files\nomeprogramma. A questo punto siamo protetti dalle formattazioni o dai danneggiamneti del disco C!

Ora possiamo spostare l’attenzione ai tanto temuti Virus! Prima di tutto va installato un antivirus con particolari specifiche, ad esempio

che possa funzionare anche in Modalità provvisoria (utile in caso di guasti) o che abbia una protezione attiva in tempo reale. Un

esempio può essere “Avira AntiVir Personal” (ottimo, ma poco adatto a Pc dalle prestazioni non elevate). L’antivirus deve poter

funzionare sempre, e se non svolge la funzione di anti Malware, ci si deve dotare di apposite protezioni. Sarebbe quindi meglio installare un programma come: “Malwarebytes’ Anti-Malware”; questo programma è molto efficace, scansiona i dati caricati in

memoria, il registro di sistema e tutti i dischi fissi e removibili (penne usb, lettori mp3, hard-disc portatili e cellulari). Purtroppo non ha

una protezione attiva se si scarica la versione free, ma è ugualmente utile. Una buona regola, per proteggerci da “indesiderate visite”,

è qquella di eseguire una scansione a settimana, sia con l’antivirus sia con l’antimalware e comunque di scansionare tutti i file che si

scaricano da internet e unità removibili non di nostra proprietà.

Ora siamo abbastanza protetti da virus e malware. Si deve però sempre porre attenzione a non scaricare programmi da siti non sicuri

ed evitare di modificare i file contenuti nelle cartelle del sistema (è sempre buona norma, in caso di dubbio, rivolgersi ad un espero, prima di incorrere in cattive sorprese).

Per qualsiasi domanda o problema potete contattarmi all’ indirizzo e-mail moscalieno@yahoo.it

Se avete dei Pc e portatili inutilizzati vecchi e obsoleti contattatemi, daremo nuova vita ai vostri Pc da buttare!

Nel caso vogliate disfarvene posso ritirarli io.

Moscalieno

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Idee di decoupage Ho scovato in cantina una damigiana e mi è venuta un’idea: perché non trasformarla in una lampada? Detto fattoU.. Occorrente: damigiana, carta di riso in due tonalità (ocra chiaro e ocra scuro), carta con soggetti di bosco (io ho scelto le castagne), colla a velo, colla per decoupage, vernice finale opaca , portalampada, lampadina a misura, filo elettrico, pulsante e spina. Dopo aver lavato e asciugato accuratamente la nostra damigiana, prendete la carta di riso ocra scuro, strappatela a pezzi grossolanamente e incollatela, sovrapponendo leggermente i pezzi con la colla a velo sino a ricoprire completamente la nostra damigiane. Lasciate asciugare bene, nel frattempo ritagliate i soggetti di carta scelti (in questo caso le castagne). Una volta asciutto il primo strato di carta di riso ripetiamo lo stesso procedimento questa volta usando la carta di riso ocra chiaro, lasciate asciugare completamente. Immergete i ritagli per qualche istante in una ciotola d’acqua per ammorbidirli, asciugateli dall’acqua in eccesso con della carta da cucina, stendiamo sul retro del ritaglio uno strato di colla per decoupage e creiamo una composizione sulla nostra damigiana, stendiamo uno strato di colla sul ritaglio incollandolo sulla damigiana lasciate asciugare. Stendiamo uno strato di vernice finale opaca su tutta la damigiana, lasciamo asciugare e ripetiamo l’operazione. Ad asciugatura ultimata, forate il tappo di sughero della damigiana in modo che possa passare il filo di corrente, se non sapete maneggiare spelafili e cacciaviti chiedetelo a qualcuno in grado di farlo, fate scorrere il cavo all’interno fino a che la lampadina rimanga al centro della damigiana. Ora con un nastro o una corda fissate il cavo sotto l’imboccatura. Et voilà la lampada-damigiana è pronta a far bella mostra di sé. Provate. Per eventuali suggerimenti contattatemi all’indirizzo di posta

Anna Maria Bertazzo Palanthas@hotmail.it

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