Dicembre 2009

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Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo

- Domenica 10 Gennaio 2010 Festa della Santa Infanzia. ore 11 Santa Messa e benedizione dei Giovani.

- Mercoledì 6 Gennaio 2010 Epifania del Signore. ore 11 Santa Messa.

- Venerdì 1 Gennaio 2010 Solennità di Maria Madre di Dio. ore 11 Santa Messa.

ore 16.30 Santa Messa di ringraziamento.

- Giovedì 31 Dicembre Ultimo giorno dell’anno.

ore 11 Santa Messa.

- Domenica 27 Dicembre

- Sabato 26 Dicembre Santo Stefano, Diacono. ore 11 Santa Messa.

- Venerdì 25 Dicembre Santo Natale del Signore. ore 11 Solenne Messa del giorno.

- Giovedì 24 Dicembre ore 16.30 Novena di Natale e Santa Messa. ore 24 Santa Messa di Mezzanotte.

- Santo Natale 2009 Novena di Natale dal 16 al 24 Dicembre. ore 16.30 Santa Messa.

Parrocchia di S. Sabina


La Zuncheiia

Il g i

orn o Monferra ale di Poma r to

Periodico trimestrale di informazione del Comune di Pomaro Monferrato ANNO I - Numero 4 - Dicembree 2009 Iscrizione n°259 del17/03/09 Tribunale di Casale Monferrato

http://lazuncheiia.wordpress.com lazuncheiia@gmail.com

E D I T O R I A L E

Trecentosessantacinque giorni fa se ne parlava soltanto, ma ora

eccoci qui: cinque numeri, 1.500 copie consegnate “in mano” ad almeno 402 lettori (voi pomaresi), più di 4.000 visite al sito internet. Numeri che non ci saremmo mai aspettati e che ci hanno

piacevolmente stupito. La Zuncheiia festeggia, così, un anno di

vita, e lo fa regalandovi un numero speciale, in stile natalizio, con-

tenente le solite ormai storiche rubriche (astronomia, storia, computer, giardino) e quel qualcosa in più per aiutarvi e

accompagnarvi, in qualche modo, anche durante le feste (e qui mi riferisco, in particolare, alla cucina). Buon compleanno a noi, dunque. E Buon Natale a tutti voi.

Valentina Frezzato

UMBERTO BASTIANEL: un vanto tutto pomarese Sono state consegnate giovedì 29 ottobre dal Prefetto di Alessandria Francesco Paolo Castaldo, su iniziativa del Presidente della Repubblica, le medaglie alla memoria e ai sopravvissuti ai campi di lavoro della Germania nazista. La presenza dei cittadini benemeriti, ex deportati, internati nei lager nazisti e destinati ai lavori forzati, ha riportato alla memoria quei momenti drammatici della nostra storia. A ricevere l’importante riconoscimento a nome di Umberto Bastianel, pomarese deceduto a 85 anni, pochi mesi fa, c’era il figlio Massimo. Nell’occasione Massimo e la moglie Margherita hanno ricordato che il papà raccontò una sola volta di quegli anni terribili vissuti nel lager nazista vicino a Berlino a confezionare esplosivi, essendo troppo il dolore e la morte che lo circondava. Amava invece raccontare, anche forse per sdrammatizzare, di quando mangiò a stomaco vuoto ortiche bollite che gli causarono una forte indigestione e che, quando per fare ritorno a casa gli americani gli diedero qualche soldo per il viaggio in treno, con quei soldi comprò subito una pagnotta che poi tenne nascosta sotto un’ascella fino al suo arrivo. Direttore responsabile: Roberta Zemide. Caporedattore: Valentina Frezzato. Redazione: Luciano Coggiola, Fausto Daquarti, Franco Daquarti, Gianfranco Durante. Hanno collaborato a questo numero: Anna Bigoni, Giuseppe Bigoni, Anastasia Giorcelli, Luisella Rota, Mario Sassi, Mara Ines Terzariol. Distribuzione: Roberto Rota.

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Il Vescovo Catella in visita a Pomaro La Visita Pastorale èun segno della presenza del Signore che visita il suo popolo nella pace. Con tale segno il Vescovo esercita il suo ministero, quello cioè di essere immagine viva di Gesù Buon Pastore che cura il gregge, che gli è stato affidato, con l’insegnamento, la santificazione e il governo, animato da vera carità pastorale al fine di perpetuare l’opera di Cristo, Pastore eterno. La Visita Pastorale è quindi una delle forme, collaudate dall’esperienza dei secoli, con cui il Vescovo mantiene contatti personali con il clero e con gli altri membri del Popolo di Dio. È un occasione per ravvivare le energie degli operai evangelici, lodarli, incoraggiarli e consolarli, ed è anche l’occasione per richiamare tutti i fedeli al rinnovamento della propria vita cristiana e ad un’azione apostolica più intensa. Domenica 29 novembre, in occasione della Santissima Cresima che si è celebrata in paese, sua eccellenza Mons. Alceste Catella, insieme al Parroco del nostro paese Don Walter Badengo, ha incontrato presso la sede del Municipio l’Amministrazione Comunale. Il Sindaco ha presentato Pomaro, un paese di soli 400 abitanti, che si conoscono tutti e che vivono nella tranquillità, per ora lontani dai grandi problemi quali la droga la criminalità e l’inquinamento. Ha ricordato il percorso fatto sino ad ora collaborando ognuno per le proprie competenze e capacità; sono state realizzate opere importanti, come il restauro della chiesa di S. Rocco, e si è cercato di andare sempre incontro ai propri concittadini, come quando, in occasione di manifestazioni organizzate dall’amministrazione o dalle associazioni locali, il Parroco ha messo a disposizione i locali dell’ex asilo o quando è stata utilizzata la Chiesa di S. Sabina in occasione di concerti patrocinati dal Comune. La collaborazione tra l’Amministrazione, un gruppo di cittadini e le associazioni locali Pro Loco e SOMS sta dando vita anche al restauro funzionale dell’organo della Chiesa. Mons. Catella, dopo aver espresso i propri auguri al Sindaco ed all’Amministrazione, ha manifestato la sua felicità per aver trovato in Pomaro “una realtà viva e impegnata sia sul versante civile che su quello religioso”, queste le prime parole coinvolgenti della lunga chiacchierata fatta insieme ai presenti. Partendo dai ringraziamenti ai sacerdoti, alcuni ormai ultra settantenni, il suo discorso ha portato alla presentazione delle “unità pastorali”, quale strumento per meglio servire il popolo di Dio. Un insieme di più parrocchie nelle quali, con il coordinamento di un sacerdote “moderatore”, altri preti, diaconi, religiosi e religiose e laici impegnati saranno «a servizio di tutti, vale a dire della gente che abita nel territorio». Dice il vescovo: «Le unità pastorali non sono una “grande parrocchia” che assorbe le piccole comunità, ma sarà una vera risposta ai problemi concreti della gente. Dobbiamo impegnarci tutti (famiglie, associazioni, parrocchie, scuola) ad educare i nostri giovani. A sua Eccellenza è stata donata una targa in argento con l’immagine del nostro paese a ricordo dell’evento. E’ stata proprio una bella esperienza che tutti hanno vissuto intensamente.

Franco Daquarti

Grafica: Fausto Daquarti per BlackGrafica (black_inside@live.it)

Per inviare lettere al giornale:

La Zuncheiia c/o Municipio di Pomaro 15040 Pomaro M.to e-mail: lazuncheiia@gmail.com

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Notizie dal Comune

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Il Cimitero sotto una nuova luce

L’intervento che sta interessando l’illuminazione del cimitero di Pomaro vuole essere un esempio di come le nuove tecnologie possono intervenire a vantaggio del risparmio energetico e di contenimento dei costi di gestione dell’impianto. La nuova illuminazione si propone come elemento discreto e rispettose del luogo; è stata realizzata interamente con l’impiego di luce LED. Si ritiene che la luce allo stato solido, i LED, rappresentino l’innovazione più significativa nel panorama della luce, sin dalla primissima produzione di energia elettrica. Grazie alle sue caratteristiche tecniche ed estetiche, consente una elevata libertà di progettazione sia in termini di uso del colore e di effetti dinamici, sia di inserimento architettonico, date le dimensioni spesso ridottissime. I LED di ultima generazione vantano una durata di vita utile elevatissima, fino a 50.000 h (circa 25 anni al 70 % del loro flusso iniziale), inoltre offrono un rendimento energetico superiore rispetto a molte altre sorgenti luminose. Il loro fascio luminoso è quasi del tutto privo di emissione termica ed ha uno spettro pressoché esente da raggi ultravioletti ed infrarossi. Non si prevede alcun cambio di lampada, riducendo al minimo le opere di manutenzione sull’impianto di illuminazione. Abbinando ottiche ad apparecchi efficienti, un nuovo impianto può abbattere i costi energetici e di conseguenza le emissioni di CO2. Non è inconsueto ottenere risparmi energetici superiore all’80% rispetto ad un impianto tradizionale. Quindi non ci si deve stupire se tutto il nuovo impianto consumerà come una lampadina da 100 W!

Auguri dell'Amministrazione Comunale In queste poche righe vogliamo ricordare i fatti e le attività che hanno caratterizzato l'anno appena trascorso. Forse non tutto quello che è accaduto è stato riportato sul giornalino del nostro paese, ma abbiamo cercato di fare una scelta e di mettere in luce le iniziative in cui l’Amministrazione Comunale è stata parte attiva. Abbiamo cercato di dare ascolto anche alle Associazioni del territorio, alle loro attività e a tutti gli organismi che sono parte integrante del nostro tessuto sociale: dalla Parrocchia alla Pro Loco ed alla SOMS. Riteniamo che tutti coloro che lavorano attivamente in queste associazioni debbano essere ringraziati per la loro preziosa attività che, oltre a far conoscere Pomaro anche al di là dei propri confini, hanno contribuito al miglioramento della qualità della vita di questo nostro piccolo comune. Come amministrazione abbiamo cercato di dare risposta alle esigenze dei nostri concittadini senza strafare, ma prestando un’attenzione “particolare” ai bambini, ai ragazzi e agli anziani. Ci siamo attivati anche per realizzare opere importanti per il nostro comune. Abbiamo lavorato molto (tutti noi), dimostrando che l’unione fa la forza e che in tanti si pensa meglio e si lavora di più. Nel ringraziare quindi tutti coloro che hanno collaborato per la riuscita delle numerose iniziative che si sono svolte quest’anno, auguriamo gioia e serenità per le prossime feste natalizie ed un felice e buon anno nuovo.

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3 La Zuncheiia

giu’ per la rocca

A dire la verità, non rammento il motivo per il quale, in quel duro inverno e nei giorni del crudo Gennaio, parte della mia famiglia fosse a Pomaro. Si era sicuramente nel ‘42 o ’43 ed i motivi potevano essere svariati: un malessere della Cichina o Giusep, il timore di reiterati “allarmi” a Casale con l’alea di possibili bombardamenti, oppure le forzate vacanze scolastiche per motivi bellici. Stà di fattoW ch’ero a Pomaro con mia sorella Anna Maria, mentre Pinot badava al suo negozio di tessuti in piazza “del Cavallo” e mia madre ai lavori di casa in via Alerami, facendo la spola ogni due-tre giorni, usando il treno che fermava alla stazioncina di Villabella per raggiungerci. Erano cadute due spanne abbondanti di neve a Pomaro ed il paese pareva l’immagine di un presepio. Lungo le strade era passato lo spartineve (la losa) e, sulle aguzze selci delle vie, tre dita di ghiaccio brillavano come lame di cristallo, mentre la gente misurava i passi, giostrando tra i cumuli che ricoprivano sponde e marciapiedi.

Dalla notte dei tempi la neve è motivo di gioco ed allegria per tutti i ragazzi ed anche noi a Pomaro non facevamo eccezione. Le strade del paese, pur essendo in buona pendenza, non rispondevano appieno ai nostri disegni e non solleticavano a sufficienza il nostro desiderio di cimentarsi in un gioco particolare e spericolato. Inoltre, il passaggio di persone e carri sconsigliava la nostra chiassosa presenza, che poteva sortire giusti richiami e rimproveri da parte degli adulti.

Ma c’era un luogo a cui rivolgere la nostra attenzione, un luogo che, per il rigore dell’inverno e la collocazione topografica in ombra e tra innumerevoli alberi, attraverso i quali la luce faticava a farsi spazio, si prestava a meraviglia per quanto eravamo intenzionati di mettere in atto: la Strada della Rocca, che dalle ultime case del paese mena alla roggia. Strada che nel primo tratto - il più scosceso - scende a fianco del muro che delimita la proprietà Margara (Sacco) e che poi si digrada a valle con inclinazione meno erta, ma pur sempre severa. In totale, almeno duecento metri di delizia e rompicollo, accovacciati sul pianale di una pesante slitta di legno con tanto di timone direzionale e larghi pattini al di sotto. Chi poteva aiutare un gruppo di scavezzacolli se non quel grande cuore del fabbro del paese a nome “Stevu” ( Stefano Quartero)? Tanto lo pregammo - non mollando la presa come tante mignatte - che Egli infine cedette dopo parecchie e giuste esitazioni ed inviti alla prudenza: “cercate di distribuire il peso in modo uniforme su tutto il pianale e - sopratutto azionate il timone che comanda la direzione dei pattini anteriori, molto prima d’imboccare la curva. In caso andrete a finire tra gli alberi della sponda destra che cala quasi a strapiombo e vi romperete l’osso del collo, razza... di malandrini, che ne studiate almeno una al giorno!”. Con la lena e la perizia che lo caratterizzavano, “Stevu “ finì la sua opera in breve e noi vincemmo la partita. La slitta ci parve il più bello dei regali, anche se il Natale - tempo allora di poveri doni

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- era trascorso da un pezzo. Era un veicolo essenziale come struttura, ma robusto ed affidabile. I pattini, corti e ricurvi, erano stati probabilmente ricavati da una vecchia balestra d’automobile. Non rimaneva che cavalcare questo ” bob” artigianale e mettere alla prova il nostro coraggio. Malgrado i moltissimi anni trascorsi, rammento l’emozione che ci saliva dal cuore in quel primo pomeriggio del rigido Gennaio. La strada, nella fredda luce invernale che filtrava attraverso gli alti alberi, luccicava di gelidi bagliori come la superficie di uno specchio, tra le due alte sponde di neve che la “losa” aveva prodotto.

Seguimmo alla lettera i consigli del fabbro e ponemmo il più robusto di noi ad azionare la leva dei pattini. Consapevole di tale importante incarico, Egli impugnò la leva e l’azionò molto prima che la slitta imboccasse velocissima la perigliosa curva della Rocca. Gridavamo la nostra gioia con tutto il fiato che avevamo in corpo. Per lo slancio poderoso, la slitta era giunta ben oltre il sentiero che porta alla “ciacchetta”. A tal punto giunse il problema, per altro logico e previsto, di riportare a monte il nostro “gioiello”. La fatica a trascinare il mezzo in cima alla salita non fu per niente lieve. Ai margini della strada il ghiaccio era più cedevole, per cui, aiutandoci l’un l’altro, riuscimmo a farcela. Ci sorreggeva il pensiero che avremmo risentito sul nostro volto il gelido vento della velocità e, nel cuore, l’emozione che la nostra giovinezza stava donandoci. Nei giorni che seguirono riprese a nevicare e la slitta venne affidata a Stevu affinché ce la serbasse per altre emozionanti discese. Nevicò così intensamente che pareva non dovesse smettere mai. Mia madre tornata in paese, rimase bloccata con noi e cominciò a preoccuparsi per il marito a Casale: ”guarda Catalinna che Pinot sa badare a sé stesso Wha fatto sei anni di militare Wtra “ferma” e guerra sul Piave” le dicevano per rassicurarla. Ma Catalinna non volle sentire ragione e, dal momento che la ferrovia era bloccata, optò per il cavallo di S. Francesco; aveva deciso di tornarsene a piedi: ”Wvoi pensate che 14 chilometri di neve mi spaventino? Ho quarantatre anni e non ho paura di niente!”. Anna Maria ed io decidemmo di tornare con lei: in tre ci saremmo confortati a vicenda. Per fortuna, dal primo mattino, la nevicata era cessata. Sulla strada il manto era alto da fare paura. Pochi solchi segnavano il passaggio di carri ed armenti. Partimmo di tardo mattino e fummo fortunati poiché, giunti al crocevia con la statale, vedemmo arrivare un uomo da Monte Valenza. Era il “Moro”, un mandriano casalese noto per la bontà ed il carattere simpatico e gioviale. Ci disse: “Wche bella combinazione per me! Ho portato una mandria a Sartirana passando da Terranova ed ho deciso di tornare da Torre Beretti. Molto brigata W.vita beataW!”. Siccome io avevo le gambe corte impiegammo oltre quattro ore per giungere a Casale! Con lui accanto la fatica ci parve piùà lieve e – per di più – era tornato il sole.

Luciano ‘dla Catalina


4 La Zuncheiia

Natale! In molte case si allestiscono presepi ed alberi. Anche mia

qualche importante avvenimento. Nel 12 a.C. era apparsa una

prio lo stesso, che aiutavo a preparare nella mia infanzia. Già una

stata descritta anche da altri osservatori. La tradizione della co-

madre prepara il presepe come più di cinquant’anni fa, anzi è pro-

decina di giorni prima si raccoglie il muschio ed un po’ di ghiaia, che viene lavata e messa ad asciugare, si scelgono i ceppi di

cometa, quella di Halley e, se ne fosse apparsa un’altra, sarebbe

meta probabilmente affonda le sue radici in un dipinto di Giotto. Il

pittore infatti, forse colpito dalla visione della cometa di Halley nel

legno che daranno forma alle montagne e si preparano le statuine

suo passaggio del 1301, dipinse una cometa sulla scena della

store che si porta la mano alla fronte per osservare meglio in lon-

che il fenomeno astronomico, che coincise con la nascita di Cri-

(ancora oggi mi soffermo ad guardare quelle che prediligo: il patananza la capanna, con accanto la pecorella zoppa per la rottura di una zampa, esito di una caduta dal tavolo su cui poggiava il

presepe). Alla fine, eccolo lì il presepe, con il suo prato di mu-

schio, la strada di ghiaia, un po’ di farina a mò di neve sui monti,

la capanna con la Sacra Famiglia e la cometa sul tettoW Ma era

veramente una cometa quella che hanno visto i Magi? Solo il Van-

gelo di Matteo riporta la descrizione di un fenomeno celeste: “Quando Gesù' fu nato a Betlemme di Giudea ai tempi del Re

Erode, ecco apparire dall'Oriente a Gerusalemme alcuni Magi, i

quali andavano chiedendo dove fosse nato il Re dei Giudei, perché – dicevano – avevano visto la sua stella al suo sorgere ed

erano venuti ad adorarlo.. Allora Erode, accolti segretamente i

Magi, si informò accuratamente da loro circa l'epoca in cui la stella

era apparsa... Udito il Re, essi partirono ed ecco la stella che ave-

vano visto al suo sorgere, apparve di fronte a loro, finché si arre-

Natività , nella cappella degli Scrovegni a Padova. È quasi sicuro sto, non fosse un qualcosa di molto appariscente, ma piuttosto un fenomeno importante più per gli astronomi che per la gente

comune. I Magi, infatti, appartenevano originariamente a una

delle tribù in cui era diviso il popolo dei Medi. Essi costituivano la

classe sacerdotale: in Persia infatti, dove vivevano, il loro nome assunse il significato generico di sacerdoti. I Magi esercitavano la professione che oggi definiamo astrologia: alla corte di Babilonia

essi interpretavano i segni celesti, osservando i moti delle stelle

e dei pianeti, traendone auspici favorevoli o meno. Da perfetti co-

noscitori della volta celeste quali erano, i Magi sicuramente si resero conto che ciò che videro, nel loro lungo viaggio da Babilonia

a Betlemme, era qualcosa di importante per la propria esperienza di studiosi del cielo, anche se poi, a livello popolare, poteva passare del tutto inosservato. Ecco dunque perché furono i Magi a

vedere "la stella" e non altri: solo loro erano in grado, come esperti

stò sul luogo dove stava il Bambino". Se si vuole tentare

osservatori delle stelle, di apprezzarne la particolarità. Il famoso

ciò che apparve in cielo in quel periodo, dobbiamo cercare di sta-

testimone dell’apparizione in cielo, nel 1604, di una supernova

un’interpretazione storico-scientifica del testo al fine di ricostruire

bilire quando è nato Gesù. Lo storico Dionigi il piccolo, nel VI secolo, stabilì che l’anno 0, o meglio l’anno 1 del computo cristiano,

poiché lo zero non esisteva ancora, coincideva con l’anno 753

astronomo polacco Keplero (1571-1630), coetaneo di Galileo, fu nella nostra galassia (sono stelle che terminano la loro esistenza

con una esplosione violentissima, che le rende visibili in cielo

anche di giorno). Poiché divenne luminosa come Venere, Keplero

dalla fondazione di Roma. Ma la data non è ancora esatta. Infatti

pensò che potesse trattarsi dello stesso fenomeno descritto da

scita, Gesù sicuramente nacque prima del 4 a.C. e non oltre il 7

visto dai Magi, che si protrasse per alcuni mesi, mentre le super-

Erode morì il 4 a.C. e poiché i Magi lo incontrarono dopo la na-

a.C., perché questo è l’anno in cui fu indetto il censimento voluto da Augusto, a causa del quale Giuseppe e Maria si recarono a

Betlemme: quindi dobbiamo cercare un qualcosa che apparve in

cielo tra il 7 ed il 4 a.C., intorno al 25 dicem-

Matteo. Contro questa ipotesi c’è però la durata del fenomeno

nove restano visibili solo per due, tre settimane. Anche Keplero si

era reso conto di questa difficoltà, tanto è vero che lui stesso fu il

primo a ricercare soluzioni alternative e, forse, ad intuire la verità. Il fatto è che Keplero fu anche testimone,

nello stesso periodo, di una spettacolare

bre. In questa data forse si celebrava la

congiunzione (leggi: avvicinamento pro-

festa pagana del Sol Invictus, che cadeva

spettico) tra Giove e Saturno, avvenuta

nel solstizio invernale di allora, data in cui il

nella costellazione dei Pesci alcuni giorni

sole iniziava a salire man mano in cielo, al-

prima del Natale del 1603. Ebbene, facendo

lungando le giornate. La scelta del 25 di-

dei conti a ritroso Keplero si rese conto che

cembre, quindi, rispondeva all’esigenza di

un simile fenomeno era avvenuto anche nel

contrapporre una festa cristiana ad una pa-

7 a.C. e poteva benissimo avere avuto un

gana. È molto improbabile che si trattasse

grande significato simbolico per i Magi. In-

di una cometa: infatti l’Evangelista non parla di una cometa, ma genericamente di una

fatti con l’aiuto delle ricostruzioni al compu-

l’antichità ed il loro apparire era di solito ri-

effettivamente avvenuta una triplice con-

ter

stella. Le comete erano ben note anche nel-

tenuto un segno di sventura o di presagio di

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si

è

potuto

accertare

che

è

giunzione tra Giove e Saturno nella costella-


5 La Zuncheiia zione dei Pesci. Congiunzioni triple tra Giove e Saturno si ripetono ogni 120 anni, ma occorrono circa 800 anni perché questo si ri-

peta nella costellazione dei Pesci! Questo fenomeno sviluppatosi per un periodo di tempo così lungo da accompagnare i Magi du-

rante tutto il loro viaggio, sembra davvero l'evento celeste ideale descritto nel Vangelo di Matteo. In fondo la costellazione dei Pesci

godeva di un significato assolutamente particolare per gli Ebrei, e la presenza contemporanea, in quella regione di cielo, di due pia-

neti come Giove (simbolo della regalità) e di Saturno (protettore degli Ebrei) non poteva certo passare inosservata. Siamo di fronte

quindi ad un fenomeno da sempre considerato mitologico che, grazie alla ricerca astronomica, acquista per la prima volta basi realistiche, e che si era verificato il 29 maggio, il 29 settembre ed il 4 dicembre del 7 a.C. Riassumendo i fatti, ecco una possibile rico-

struzione degli eventi: nel maggio del 7 a.C. i Magi osservano la prima delle tre congiunzioni di Giove e Saturno nella costellazione

dei Pesci e le attribuiscono un valore simbolico relativo alla nascita del Messia ebraico. Essendo poi stati in grado di calcolare le successive congiunzioni dei due pianeti, essi si sono messi in cammino per giungere ad ottobre a Gerusalemme e quindi proseguire verso

Betlemme per vedere nascere Gesù Bambino a dicembre, data della terza congiunzione.

Qualunque sia la verità è ora di sistemare per bene la cometa sulla capanna. Come sempre.

Buon Natale! Gianfranco Durante

Anziani in festa Una domenica diversa, per festeggiare i cittadini “di vecchia data” del paese, iniziata con la messa officiata da Don Walter nell'antica chiesa di santa Sabina, per poi continuare nei locali della SOMS. Il 25 ottobre tutti gli anziani del paese, e non, si sono ritrovati per la tradizionale “Festa dell'Anziano”, che ormai da anni è diventata un appuntamento fisso, calendarizzato e atteso da molti. Grande successo per il pranzo, che ha annoverato tra i partecipanti non solo gli anziani residenti a Pomaro, ma anche ex concittadini e alcuni consiglieri comunali. La SOMS e l'Amministrazione Comunale, fautori dell'iniziativa, ringraziano tutti coloro che si sono prodigati per la buona riuscita della manifestazioni. L'augurio è che il prossimo anno i partecipanti siano ancora di più.

La Zuncheiia si fa bella

Continuano i lavori di abbellimento della nostra fontana. Da poco sono state comprate presso la ditta “Varallo” di Paolo Gilardino, a prezzo scontato, alcune piante di Lonicera Pileata, subito piantate intorno alla fontana. Si tratta di un arbusto sempreverde tappezzante che formerà una siepe bassa (60 cm circa). La piantumazione permetterà di abbellire la vista nel suo insieme, ma soprattutto conterrà la terra nella pendenza retrostante. La Lonicera Pileata in inverno assume una colorazione verde. Altro “ospite della Zuncheiia: un pioppo bianco (tremolo), che, appena sarà cesciuto un po', ci permetterà di avere un'ampia zona ombreggiata, grazie alla sua folta chioma. La particolarità di quest'albero è che d'estate assume una colorazione verde-viola: il colore must di quest'anno! Non essendo un sempreverde, perde le foglie per alcuni mesi all'anno.

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6 La Zuncheiia

Anche da noi i mercatini di Natale L’occasione per molti di ritrovarsi per due chiacchere, accompagnata dalla possibilità di acquistare i primi regali per le feste, girovagare per le bancarelle in compagnia di un ottimo vin brulè preparato da Sandro, del panettone offerto dalla SOMS... E' stata questa forse la miscela del successo della prima edizione del mercatino natalizio organizzato presso i locali della SOMS di Pomaro Monferrato. Gli organizzatori affermano: “la festa è andata molto bene, è prevalso il desiderio di allegria e di partecipazione da parte di chi ha fatto anche tanta strada per raggiungerci”. Un sentito grazie va tutti i partecipanti, soprattutto a quelli che hanno curato l’allestimento (e che già prenotiamo per il prossimo anno!!), a Piera, Massimo, Sandro e Marino che hanno dedicato tanto tempo per il montaggio e l’organizzazione della manifestazione, ma soprattutto un grande ringraziamento agli Amici e ai Soci della SOMS per la loro disponibilità.

Il presepio di s. sabina Anche quest’anno grazie al prezioso lavoro di: Rosina, Graziella, Mirella, Clelia, Luca e Don Walter sarà possibile ammirare nella nostra Parrocchia uno splendido presepe.

Inviateci le fotografie dei vostri presepi o alberi di natale, le pubblicheremo sul nostro sito internet.

Scriveteci a: La Zuncheiia c/o Municipio di Pomaro 15040 Pomaro M.to oppure via e-mail: lazuncheiia@gmail.com o lasciateci i vostri scritti nella cassetta delle lettere presso l’ingresso del Comune

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L’angolo Cottura

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Ditalini con la zucca

Dosi per 6 persone: 200 gr di ditalini, 400 gr di zucca, 60 gr di Parmigiano grattugiato, 1 patata, 1 spicchio d'aglio, 1 cipolla, 1 dado di brodo vegetale, 6 cucchiaini d'olio d'oliva, 1 ciuffo di prezzemolo tritato, sale e pepe.

Eliminate la scorza della zucca e tagliate la polpa a pezzetti. Pelate la patata, lavatela e tagliatela a pezzetti. Mondate e tritate l'aglio e la cipolla, rosolate il trito in una casseruola con tre cucchiai d'olio. Unite i pezzetti di zucca e la patata e lasciate cuocere per quindici minuti, unendo qualche cucchiaino di acqua calda. Versate nella casseruola un litro e mezzo d'acqua, aggiungete il dado e portate a ebollizione. Gettatevi la pasta e portatela a cottura, spolverizzatela con il prezzemolo e conditela con il resto dell'olio e il parmigiano e servite.

Risotto con fontina e noci

Dosi per 4 persone: 250 gr di riso Carnaroli, 1 scalogno, brodo di carne, 80 gr di burro, 120 gr di Parmigiano Reggiano, 100 gr di gherigli di noci, 15 gr di fontina, timo fresco, sale quanto basta.

Pelate e tritate lo scalogno, poi in una casseruola soffriggetelo con una noce di burro. Unite il riso, tostatelo, versate il brodo di carne bollente, unite i gherigli di noce sbriciolati e il timo fresco tritato, cuocete per circa 10 minuti; aggiungete un po' di brodo nel caso il riso si asciugasse troppo. Tagliate la fontina a tocchetti, unitela al riso, continuate la cottura per 6 minuti circa, spegnete e mantecate il risotto con il burro e il parmigiano. Ecco qua il risotto pronto per essere servito.

Stracotto della Ca’ Granda ai tartufi

Dosi per 6 persone: 800 gr di polpa di manzo di vitellone, 4 acciughe, una cipolla affettata, una costa di sedano affettata, 30 gr di burro, cucchiai di senape ( a piacere), due bacche di ginepro, una foglia di alloro, quattro cucchiai di aceto buono, mezzo litro di brodo di carne, tartufo, sale e pepe.

Pulite le acciughe sotto il getto d'acqua fredda, aprendole per sfilettarle e privandole delle teste e delle lische della coda. In una casseruola rosolate nel burro e nell'olio il pezzo di carne, rigirandolo più volte per uniniformarne la cottura; quindi calate le verdure affettate in precedenza. Sulla polpa di manzo spalmate la senape, disponendovi sopra i filetti di acciughe sminuzzati con le dita, poi la foglia di alloro spezzettata e il pesto di bacche di ginepro; bagnate il tutto con l'aceto, regolate di sale e pepe, quindi lasciate asciugare. Trascorsi pochi minuti, versate il brodo e fate sobbollire adagio per almeno due ore. A cottura ultimata tagliate la carne a fette e disponetela nel piatto di portata; irroratela col sugo passato al setaccio affettatevi il tartufo e portate in tavola.

Dolce di mele della zia Corneglia

Dosi: 500 gr di mele, 80 gr di amaretti pestati, 20 gr di pangrattato, 2 uova, un bicchierino di marsala, una tazzina di caffè, un cucchiaino di cacao amaro, zucchero a velo, un cucchiaino di miele di acacia, 2 cucchiai di sultanina, una scorzetta di limone. Per ungere la tortiera: un pezzetto di burro e un pizzico di farina.

Mettete a bagno in acqua tiepida l'uva sultanina, tempo di ammorbidirla, scolarla e strizzarla. In una ciottola mettete il pangrattato, gli amaretti pestati, il marsala, il caffè e le uova, poi lasciate riposare. Nel frattempo pelate le mele e grattugiatene la polpa. Unite al composto l'uva sultanina, la scorzetta di limone, il cacao e la purea di mele; mescolate bene e versate la crema nella tortiera precedentemente imburrata e infarinata. Mettete in forno già caldo a 160°, lasciando cuocere per circa un'ora. Tolta dal forno, sfoderate la torta e lasciatela raffreddare. Servitela imbiancata dallo zucchero a velo, come i tetti delle case d'inverno carichi di dolci fiocchi di neve. A voi tutti Buon Appetito e un caro augurio per un inverno felice e sereno.

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Luisella Rota


Aperitivo di Natale

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Con l’arrivo delle feste Natalizie si creano più occasioni per ricevere ospiti. Il miglior benvenuto è sicuramente un aperitivo, che crea una nota piacevole alla conversazione. Ho pensato a qualche cosa di semplice, di elegante e di grande gusto: il “Cocktail Champagne”, dove possiamo anche sostituire lo champagne con uno dei nostri spumanti brut. Dosi per una persona: 2 gocce di Angostura (si può trovare tra gli scaffali della sezione liquori al supermercato) 1 quarto di zolletta di zucchero 2 gocce di cognac

Versare in un bicchiere e colmare con lo champagne o con lo spumante, aggiungere il cognac, l’angostura ed infine la zolletta di zucchero. Per decorare in stile natalizio, sicuramente gradito sarà un tocco di frutta di colore rosso, magari brinata con un po’ di zucchero. Auguri a tutti! Mara Ines Terzariol

La Stella di Natale

E’ una pianta ornamentale perenne diffusa nel periodo natalizio che fiorisce in pieno inverno. Nonostante sia originaria del Centro America, se opportunamente curata può sopravvivere facilmente ai nostri climi. L’altezza massima è di un metro, il fiore della pianta è di colore rosso vivo, rosa o bianco, si chiama bratea ed è in realtà una foglia modificata; e dura per qualche mese, mentre il fiore vero e proprio è nel centro ed è piccolo e giallo, con minuscoli sepali e petali. La stella di Natale ha bisogno di una temperatura minima di 14 gradi e va tenuta lontana dalle correnti d’aria. Può sopportare il freddo più intenso, ma solo per brevi periodi, purché non esposta al gelo. È molto indicata alla vita in casa anche perché possiede la proprietà di rimuovere vapori chimici nocivi dall'aria . Questa sua qualità è stata dimostrata nell'ambito di studi effettuati da scienziati per conto della NASA, l'agenzia aerospaziale americana. Necessita di un ambiente luminoso, durante l’inverno può tollerare il sole diretto ma va tenuta lontana da fonti di calore. Le innaffiature devono essere scarse durante la fioritura, evitando i ristagni di acqua nel sottovaso. Dopo la fioritura è normale che la pianta perda qualche foglia, senza che questo segnali malattie o sofferenza, per ridargli vitalità si può concimarla con prodotti a base di potassio o fosforo.

In primavera la si può trasferire all’aperto, ma in posizione riparata. Per produrne nuovi esemplari a maggio la si può tagliare a metà, facendo attenzione a proteggersi le mani con i guanti, perché il lattice della pianta è irritante; in seguito va rinvasata utilizzando un terriccio drenante a base di torba. L’operazione va eseguita con delicatezza perché le radici e i fusti sono delicati. Per far rifiorire la stella di Natale da un anno all’altro è necessario mantenerla, al buio 13/14 ore al giorno durante i mesi di ottobre e novembre, coprendola con un telo o con uno scatolone. Fausto Daquarti

I consigli di nonna Marieta Primo consiglio

Esiste un metodo, prettamente invernale, per profumare la vostra casa in modo gradevole e personale: provate a versare qualche goccia dell'essenza o del pofumo che preferite nelle vaschette piene d'acqua che si appendono ai termosifoni per umidificare l'aria; il risultato sarà piacevolissimo. Secondo consiglio

Si stanno avvicinando le feste natalizie e una tavola ben apparecchiata, con le candele accese, riesce a rendere calda (e allegra) anche l'atmosfera. Un inconveniente c'è: la cera può colare sulla tovaglia, macchiandola. Per impedirlo, provate a immergere le vostre candele in acqua molto salata e lasciatele asciugare all'aria. Vedrete: la tovaglia rimarrà pulita.

Terzo consiglio Per rendere la vostra posateria lucente, passatele con una fetta di limone prima di lavarle come

fate sempre. Otterrete un risultato “splendente”!

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L’ABC del COMPUTER

In questo numero de “La Zuncheiia” parlerò del sistema operativo nuovo di zecca della Microsoft: Windows 7. Queste sono constatazioni sul campo realizzate da me. Prima cosa importante da sapere è che non si può fare l’aggiornamento da Windows Xp a Windows 7 (per me una pecca poiché ancora milioni di utenti usano Windows Xp), ma per fortuna lo si può fare con Windows Vista (il sistema operativo peggiore di tutti i tempi, come ammesso dalla stessa Microsoft) avendo l’accortezza di scaricare prima un fix per correggere un blocco dell’installazione in aggiornamento. Per chi ha Windows Xp, per passare a Windows 7 bisogna necessariamente formattare il pc con la conseguente perdita di dati; per ovviare a questo è necessario creare un dvd con tutti i documenti personali per poterli riavere nel sistema nuovo. Se non si è certi di poter passare al nuovo S.O. perché si ha un pc datato, al momento dell’installazione si può fare una verifica di compatibilità con l’hardware del pc. Non ci saranno problemi di installazione dei driver delle periferiche, schede video, audio, rete, webcam, gamepad, stampanti multifunzione, monitor e altro. In circa mezz’ora si è pronti ad usare Windows 7. Ci si accorgerà che è molto più veloce all’avvio e ha un’interfaccia grafica che non ha niente a che vedere con i suoi predecessori (lo stile rimane quello: una barra in basso), si vedrà che la barra degli strumenti trasparente e più grande questo perché è il primo S.O. a poter essere usato anche con un monitor touch screen (utilizzabile con le dita). Si sono aggiunte molte funzionalità, tutte tese a migliorare la prestazione della macchina in possesso senza perdere in qualità: tanto è vero che i requisiti minimi sono un processore a 1 Ghz e 1 Gb di memoria Ram. Windows 7 è utilizzabile con quasi tutti i programmi (anche in modalità di compatibilità non danno problemi), mentre altri bisogna necessariamente aggiornarli all’ultima versione compatibile: pochi sono i programmi incompatibili (Partition Magic è uno di questi). Per i giocatori nessun problema, anzi: la qualità di gioco è migliorata molto per l’utilizzo delle Direct-x 11. Chiaramente bisogna avere una scheda video compatibile con le stesse (anche se io personalmente ne ho una datata ma il gioco è ottimo). Questo perché Windows 7 è ottimizzato: carica in memoria solo quello che è necessario in quel dato momento. Se avessimo voglia di vederci un film con Windows Media Center, il S.O. caricherà in quel momento i codec per la visualizzazione, la barra del volume e la grafica e altre cose, solo per quel momento e alla fine del film chiudendo il programma si chiuderanno tutte le risorse utilizzate, dando modo a noi di utilizzare altri programmi senza perdere in prestazione e qualità. Questa è stata una piccola presentazione di Windows 7. A mio giudizio è il miglior sistema operativo creato fino ad oggi, certo un po’ caro, ma ne vale la pena. Per chi vuole solo provarlo come ho fatto io, si può fare gratuitamente per ben 90 giorni, poi chiaramente bisogna acquistare una licenza o ritornare al proprio S.O. con la licenza originale in possesso. Per qualsiasi domande o problemi potete contattarmi all’ indirizzo e-mail moscalieno@yahoo.it

Buon Natale e Felice Anno Nuovo dal vostro Moscalieno

La pagina della salute:

Aggiornamento influenza A/H1N1

Come preannunciato nell’articolo precedente, l’influenza H1N1 è arrivata e non sono mancate le sorprese. La prima è stata l’anticipazione del picco di massima estensione dei contagi, che è avvenuto a novembre anziché a dicembre. Non sappiamo se ci sarà una seconda ondata, tutto dipenderà dalle nuove mutazioni del virus (che iniziano ad essere segnalate), dalla loro contagiosità e dalle loro caratteristiche antigeniche. Una seconda sorpresa è costituita da un diffuso clima di diffidenza nei riguardi nel nuovo vaccino che viene distribuito, dovuta ai tempi rapidi di allestimento ed alla presenza di un adiuvante (sostanza che stimola il nostro corpo a “reagire” maggiormente al virus del vaccino, producendo una maggiore quantità di anticorpi), lo squalene, ritenuto, a torto, responsabile di una strana epidemia di malanni che ha colpito i soldati americani reduci dalla cosiddetta “Guerra del Golfo” e sottoposti a vaccinazione contro l’antrace (vaccino peraltro privo di squalene). A mio avviso la nuova influenza ci ha insegnato due cose: • Il sistema di sorveglianza sanitaria, rappresentato dalla Organizzazione Mondiale della Salute (WHO) e dei vari Centri di Controllo e Prevenzione delle malattie infettive (CDC), ha funzionato efficacemente, segnalando ed identificando rapidamente il nuovo agente virale; • L’industria farmaceutica è riuscita a preparare in tempi ristretti un vaccino efficace e sicuro. Fortunatamente la nuova influenza sinora si è rivelata di blanda gravità, per cui si può discutere sull’utilità della vaccinazione, ma nel caso di un virus più letale, come quello della SARS o dell’aviaria, faremmo a gara per averlo! Ecco la situazione attuale della pandemia in Italia, secondo il Ministero della Salute: - Sono state vaccinate al 29 novembre circa 611.425 persone. - In totale sono 5.030.851 le dosi di vaccino distribuite. - Totale casi stimati di influenza dall’inizio della pandemia al 29 novembre: 3.455.000 - Totale vittime correlate alla nuova influenza A al 30 novembre: 111 - Percentuale vittime in rapporto al totale dei malati di nuova influenza A: 0,0032 per cento. - Totale casi che hanno necessitato di assistenza respiratoria al 30 novembre: 391 - Percentuale dei casi che necessitano di assistenza respiratoria in rapporto al totale dei malati: 0,011. Aggiornato al 3 dicembre 2009 - ore 17.00

Come si può notare la severità della nuova pandemia è veramente bassa, per fortuna, e spero di non dover scrivere altri aggiornamenti!

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Gianfranco Durante


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Una specie di miracolo della natura che d'inverno spicca nei boschi quando alberi e arbusti mostrano solo rami spogli. É una nostra usanza, nel periodo del Natale, addobbare negozi, vetrine e gli ingressi delle case con composizioni e ghirlande di vischio naturale o color oro, simbolo di gioia, serenità, pace e amore. Per far sì che il vischio infonda la sua magia, secondo i nordici, si sconsiglia di raccoglierlo dall'albero con le mani e soprattutto con quella sinistra: si attirerebbe la malasorte; una volta lo si faceva cadere colpendolo con un bastone o una freccia e si doveva afferrarne il cespo al volo. La pianta è ben augurante ancora oggi: come da tradizione, nella notte di San Silvestro ci si scambia saluti, baci e auguri sotto il ramo di vischio (che non deve mai toccare terra per non perdere i suoi magici poteri) in genere appeso sulla porta di casa, appunto là, come spiegava Plinio, tra cielo e terra. Anastasia Giorcelli

CÊera una volta a Pecetto

Sulla strada che dalla piazzetta a lato della Chiesa si stacca ed affonda incontro ai prati del “Fontanino”, uno slargo ghiaioso abbracciato da una siepe di mirto, stava là, come un invito ad entrarvi, in ciò che “allora” era il Parco. ParcoW nome ampolloso che presumeva! In realtà, consisteva in una porzione di collinetta di poche decine di metri quadrati, trasformati in una piazzetta che, dopo leggera angolatura, si biforcava in due vialetti limitati da alberelli di piccolo fusto. A fianco d’ognuno, un paletto di ferro reggeva una targa di bronzo sulla quale era inciso il nome di un soldato caduto. Forse per ciò, questo breve spazio di verde era indicato da tutti come “il Parco della Rimembranza”. Mi soffermavo spesso da ragazzo davanti alle targhette per leggervi i nomi. Un velo di orgoglio m’invadeva allorquando – indugiando su una di esse – leggevo il mio nome: un lontano parente – mi fu detto – che perse la vita tra le pietre del Carso. Mi è sempre stato caro questo luogo, forse perché in esso, quasi, ci sono nato. Sullo slargo, con lieve declivio, correva incontro alla valle, incastonato fra cespugli di rose, il sentiero. Dopo un tratto rettilineo abbracciava con ampio anello un’aiuola che – in primavera – era una tavolozza di colori. Due altissimi abeti si tuffavano nel cielo come sentinelle a guardia sulla vallata più in basso. Sulla piazzetta ghiaiosa, a ridosso di un muro, un basamento baroccheggiante reggeva un putto in cemento, dalle cui labbra fluiva discreto un argenteo zampillo; morbido come una carezza si scioglieva lungo la parete. Con sciacquio appena udibile increspava la superficie dell’acqua raccolta nella conca sottostante. La luce del sole dipingeva instabili figure astratte sul fondo levigato. Sul lato destro dello spiazzo e diametralmente opposto, si apriva l’altro vialetto, anch’esso ghiaioso e al contrario del primo, ubicato in posizione ombreggiata. Rigogliose chiome di gaggie svettavano e con le loro radici tormentavano quel lenzuolo di terra dipingendola con i gialli forti e i rossi come ultimo sangue sparso sotto i grandi alberi. Un luogo delizioso questoW romantico se vuoi, con le panchine di legno pitturate d’un verde sfacciato. Mi è particolarmente caro ricordare questo luogo: silenzioso rifugio per intense letture che impegnavano la mia amica Pia nel momento in cui nel cielo si andava diffondendo il terso chiarore della prima sera. La prospettiva del vialetto ombroso sfumava tra i sambuchi delle rocche e la parete incolore della Casa di Riposo. Più in alto, da un terrazzino sporgente, una suora minuta, con voce querula, al calare del giorno, dava inizio al rosarioW “Ave Maria gratia plena” e così giù, giù fino all’”Agnus dei qui tollis peccati mundi”. Oggi quel parco non esiste più. La mia mente lo ricorda come fu e tale vorrei vederlo risorgere. Solo utopie. Di rado ritorno in quel luogo trasformato in un modesto e spoglio praticelloW campo gioco per bambiniW che non incontro mai! Mi domando che fine avranno fatto le targhe con i nomi incisi dei soldati caduti. Dove sarà finito il putto con il suo zampillo?! Rimangono solo i ricordi. Rimembranze di giochi fatti da bambino, gioiosi incontri tra amici, rincorse e canzoni di ieri, esperienze adolescenziali, batticuori per aver incrociato lo sguardo sognante di una coetanea. Indugio a guardare. Nel silenzio che mi circonda riesco sentirmi pensare, ritrovare il profumo degli anni giovani, fragranze di aromi del tempo fu. CercoW ma non trovo più nulla di quel Parco. Resta solo il Cielo striato da qualche nube sfilacciata, sospesa sopra la collina. Ancora un pensiero mi corre a Colui che per anni ebbe cura ed amore nella manutenzione di quella che fu, per la mia generazione, una tranquilla e romantica oasi: Pipen Crivelli, uomo ironico e di grande umanità.

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Mario Sassi


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Idee di découpage

Con il Natale alle porte, vorrei darvi qualche idea per gli addobbi del tradizionale albero.

Procuratevi delle palle di plastica o delle sagome di varie forme (io ho scelto delle stelle e dei dischetti), scegliete dei soggetti natalizi e la carta di riso colorata con cui decorare le sagome scelte.

Gli strumenti che ci servono sono: colla da découpage, colla a velo, colla glitter, una ciotola con un po’ d’acqua, carta da cucina, un bisturi o un cutter, un bisturi a lama rotante con tappetino, almeno due pennelli e vernice trasparente opaca o lucida all’acqua, pronta per l’uso. (Foto 1) Iniziamo il lavoro, ritagliamo i soggetti con il bisturi a lama rotante (Foto 2) e immergiamolo nella ciotola pien d’acqua, solo qualche istante per ammorbidirli (Foto 3); dopo averli fatti asciugare dall’acqua in eccesso sulla carta da cucina, stendiamo con il pennello uno strato sottile di colla da découpage dalla parte del disegno. Ora appoggiamo il nostro ritaglio sulla sagoma (Foto 4) facendolo aderire bene, stendiamo un altro strato di colla, facendo attenzione che non si formino bolle (Foto 5) e lasciamo asciugare.

Nel frattempo prendiamo un foglio di carta di riso, tagliamone un pezzo (quanto basta per coprire la sagoma), appoggiamola sul retro del disegno e stendiamo uno strato di colla a velo, facendo aderire bene la carta di riso e facendo sempre attenzione alle bolle (Foto 6); facciamo asciugare e con il bisturi o il cutter tagliamo la carta in eccesso (Foto 7).

Con un pennello asciutto stendiamo uno strato di colla glitter sul lato anteriore, e, una volta che si sarà asciugato, anche su quello posteriore (Foto 8). Una volta asciutto, diamo uno strato di vernice trasparente opaca o lucida all’acqua (scegliete voi), anche qui sia davanti che dietro; lasciamo asciugare e ripetiamo l’operazione. Ad asciugatura completata, faggiungiamo il nastro. Ora la vostra decorazione è pronta per essere appesa (Foto 9).

Sperando di essere stata abbastanza chiara nelle spiegazioni, vi dico: tocca a voi. Buon lavoro e auguri di Buon Natale!

Per eventuali suggerimenti contattatemi all’indirizzo di posta Palanthas@hotmail.it

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Anna Bigoni


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