Qui ho posto il cuore settembre 2013

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Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo!

Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti Anno II — n. 17 SETTEMBRE 2013 D A T A

SOMMARIO: Editoriale

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Preghiere

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QUIEN SE ACERCA

ascoltate di Aurelio Mozzetta

Luigi M. Monti 3 e dintorni Una preghiera 4 per… Preghiere per

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come Maria Parole mon-

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tiane Glossolalie

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Vita di Fami-

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Egli li definiva con queste connotazioni: chi insegna agli altri e non a se stesso; chi predica di non rubare e ruba; chi, essendo adultero, proibisce l’adulterio; chi detesta gli idoli e si arricchisce sui loro templi; chi si gloria della legge e la trasgredisce senza problemi (Rm 2,21-24)…

glia Forse non

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tutti sapevate I Vostri mes-

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saggi Il mio Grazie

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a Padre Monti La Porta aper- 11 ta Riconoscere

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vocazioni Nelle mani di

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un amore più grande Anno mariano 14 CFIC La Giovinezza

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ad altri il messaggio… Non lo si può, soprattutto, quando sono gli altri ad avvicinarsi ad essa per trovare aiuto e luce oppure per bussare alla porta in cerca di Dio. Non erano, in senso letterale, i “fiscales de la fe” quelli di cui parlava Paolo, quando denunciava che “per causa vostra il nome di Dio è bestemmiato tra la gente”, ma certo ci era andato molto vicino.

le vocazioni Con Maria,

di E ’ L

Quien se acerca a la iglesia debe encontrar puertas abiertas y no fiscales de la fe. Suona davvero melodioso questo parlare di papa Francesco. E non solo per la naturale musicalità della lingua spagnola, ma molto più per la forza dolce del contenuto: chi si avvicina alla Chiesa deve trovare porte aperte e non esattori della fede. A trattar di chiesa - e della fede che in essa si professa - non si può agire come agenti del fisco, sia che si intenda promuoverla e anche difenderla sia che si voglia trasmetterne

In tutt’altro contesto, ma con incredibile affinità di pensiero, Gesù denuncia i dottori della legge che caricano gli uomini di pesi insopportabili ed essi non li toccano neppure con un dito (Lc 11,46); oppure girano il mondo per fare anche un solo proselito e poi renderlo figlio della Geenna il doppio di se stessi (Mt 23,15). Ridurre Dio a morale è un atto immorale, disumano ed antievangelico. È una vergogna. È il servizio peggiore che possiamo fare a Dio, alla sua Volontà e alla sua Parola. Segue a pag. 2

dei vecchi

SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO 10° Festa del Beato Monti

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e ial r to

Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA)  02 96 702 105  02 96 703 437 e-mail: santuario@padremonti.org sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892 Conto corrente bancario intestato a: Santuario Padre Monti Cod. IBAN: IT27 C 08374 50520 00000 8801111 Cod. Bic.: ICRAITMMAE0 presso: Banca di Credito Cooperativo di Barlassina – Filiale di Saronno Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe


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>>> segue dalla prima pagina

QUIEN SE ACERCA Un Dio-morale non è la strada della Chiesa, anche se troppi uomini di Chiesa l’hanno fatta propria, l’hanno predicata come unica, e se ne servono a piacimento. Vivere il vangelo non è far quadrare i conti del dare e avere con il Padreterno. Mi scrive l’amico X: il potere oggi non è tanto in mano ai ricchi (… con la situazione di crisi, non credo ci siano più molti ricchi in giro …), quanto piuttosto agli strilloni delle piazze, a quelli che non hanno fatto il proprio dovere quando ne avevano possibilità, quando avevano ruoli e lavoro o stavano in politica e si sono approfittati di tutto, hanno frodato e contribuito potentemente a svuotare di contenuti la cultura e ad erodere i beni comuni; ed oggi strillano, si dichiarano puri e duri, accusano… e continuano a compiere ogni genere di volgarità. Indisturbati.

Impuniti. Addirittura acclamati. Porto con me il ricordo indelebile di un’esclamazione accorata di mia madre, alla vista di una povera donna abbrutita dalla violenza: "povera creatura! tanti hanno approfittato di lei, ma il Signore vede e sa"… Il Signore vede e sa. Il Signore difende i poveri. Il Signore non dimentica il male fatto agli indifesi. Il Signore non lascia passare il giorno di chi prevarica e crede di essere intangibile ed onnipotente. In realtà, sono i deboli (quelli che non pensano granché di sé) che vincono la storia, perché autenticamente grandi e non resi tali da un titolo. Dice il saggio che le stelle non si vergognano di apparire lucciole… non hanno alcun motivo di preoccuparsene! Anche quando la storia

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sembrerebbe solo una roulette impazzita, il male uccide chi lo fa, pur quando dovesse regalargli giorni e mesi di piacere meschino, inesorabilmente destinato a finire. Il più debole e infamato di tutti i deboli fu un uomo crocifisso sulle alture di Sion, alla periferia di Gerusalemme, fuori dal consorzio civile, maledetto dai ‘santi’ pontificatori del tempio. È lo scandalo continuato (Gesù scandalo e stoltezza!) della fede cristiana, che anche il più santo dei credenti deve affrontare, perché ci vuole grazia dallo Spirito, oltre che cuore e cervello, per accettarlo. Tanto che, costantemente, un sacco di fedeli ed anche di maggiorenti della fede tentano di annacquarlo e addomesticarlo, ridurlo alla propria misura di pretenziosi urlanti nanetti, fiscales de la fe. Aurelio Mozzetta

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L’APPRENDISTA DI DIO Un fatto è certo: nessuno può fare un lavoro senza impararlo. Alcuni mestieri richiedono poco tempo per acquisirne le tecniche, altri invece anni di studio e di metodo. Per tutti comunque la stessa regola: un periodo di apprendimento. Anche il nostro buon Luigi Monti, giunto ormai a Brescia presso i Figli di Maria, deve imparare un mestiere nuovo: l’infermiere. Contemporaneamente uno più importante: servire Dio in una comunità religiosa. Entrambi difficili . Luigi non ha cultura. Don Caldara, parroco di Bovisio, intuendo le capacità del giovane, si era davvero sforzato di passargli qualche nozione in più dei suoi coetanei. Purtroppo la morte del padre e la conseguente necessità di lavorare, avevano represso ogni possibilità di studio. Tuttavia è intelligente, la sua mente è aperta e curiosa, impara in fretta e approfondisce. Più impegnativo il vivere in comunità. Quando Don Luigi Dossi e i suoi giovani brianzoli, fra i quali il Monti, arrivano nell’autunno del 1852 a Brescia, trovano ad accoglierli i Figli di Maria Immacolata detti Pavoniani - al completo: tre religiosi sacerdoti e quattro laici. Nel giro di poco tempo arriveranno tanti giovani da mettere in difficoltà i Superiori di quella congregazione. Il contrasto tra il vecchio e il nuovo è la costante della storia dell’uomo. Attraverso un

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continuo “tira e molla” l’umanità ha fatto i suoi passi sino ad oggi. Succederà così anche in quel convento di Brescia. Luigi e compagni portano la freschezza, l’iniziativa, la forza. Gli altri una consolidata esperienza di lavoro; ma proprio perché i tempi del loro Fondatore, il Beato Ludovico Pavoni, sono mutati, fanno fatica. Passare poi da pochi a tanti frati è ulteriore motivo di disorientamento. Un’amministrazione poco attenta, il solito chiacchiericcio negativo - tanto deprecato oggi da Papa Francesco - teso a difendere posizioni, per quanto di meschino potere, inacidiscono l’ambiente. Il Beato Monti, sarà costantemente la vittima di questa ricerca di un “potere” da parte di altri a lui vicini. Lo definirà “opera del demonio”. Benché ripetitiva, quest’azi-

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one di divisione e ricerca di un “posto”, non necessariamente un potere forte, trova l’uomo, anche se religioso, molto debole. Ci prova sempre quel “dannato demonio”. I risultati sono davanti agli occhi, basta sfogliare i giornali. Il lato positivo si fa fatica a comprenderlo subito. Anzi, nell’immediato ci solo sofferenze, ma è sufficiente leggere la storia di Luigi, un poco distante, come stiamo facendo ora, per rendersi conto che la vittoria non è mai del male. Infatti coloro che per loro scopi contrasteranno i nostri brianzoli, si estingueranno aridamente. Seguire il diavolo non porta frutti. Luigi Maria Monti oggi è Beato … altri … Tuttavia questo percorso così accidentato è un mezzo per apprendere come Dio ha scelto per sé solo coloro che si spendono per il prossimo. Non vuole gente avvitata su se stessa, ma aperta e disponibile: come Luigi. La formazione spirituale e materiale del Monti, tutta la sua vita, passa attraverso il “duro” donarsi. Luigi Monti: l’appren -dista di Dio. Non temere. Marco

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Luigi Maria e dintorni

Luigi Monti, giunto ormai a Brescia presso i Figli di Maria, deve imparare un mestiere nuovo: l’infermiere. Contemporaneamente uno più importante: servire Dio in una comunità religiosa. Entrambi difficili. Seguire il diavolo non porta frutti. Luigi Maria Monti oggi è Beato … altri … La formazione spirituale e materiale del Monti, tutta la sua vita, passa attraverso il “duro” donarsi.

La Tomba del Beato Monti nella Cripta del Santuario di Saronno


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Preghiera per le vocazioni

Nessuno escluso Hai mandato, Signore, i settantadue discepoli in missione per ricordarci che nessun popolo, nessuna creatura, nessuna situazione umana è esclusa dalla buona notizia del vangelo… Li hai mandati poveri. Dona anche a noi, per essere testimoni credibili del vangelo, di non fare affidamento sui beni e sulle cose, di non contare sul potere. Donaci di entrare nelle case e di portare un senso di pace, di entrare nelle situazioni di conflitto e di portare le ragioni del dialogo, di entrare nella complessità del vivere non per risolverla, ma per portare speranza e paziente attesa. Amen. (Angelo Casati)

“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti

Una preghiera per...

PER I GIOVANI:

per come vive questo difficile momento. Il Signore gli doni il suo Spirito, insieme a fortezza e pace; lo sostenga; lo faccia sentire amato nelle mani di Dio e di chi gli è vicino, in particolare la mamma e il fratello con la sua famiglia. (Giovanni)

- per Emmanuele, ancora adolescente e così tanto provato dalla vita. Che il Beato Monti lo guidi nelle sue scelte. - per Mara, chiamata a una decisione importante; perché sappia discernere ed avere il coraggio di non fermarsi.

PER CHI SOFFRE:

PER CHI E’ IN ATTESA: come Angela, in una gravidanza delicata. Preghiamo Sant’Anna, protettrice delle donne incinte, perché accompagni Angela e il bambino del suo grembo e porti il loro tempo a felice compimento.

PER I MALATI: il beato Monti interceda per loro - per l’amico Luigi, cui è stato diagnosticato un tumore maligno in fase terminale. Padre Monti,

- per F. e T., prigionieri della depressione. Liberali, te ne preghiamo. - per Luigia, operata da oltre un mese di protesi all’anca. La ferita non si chiude e deve essere riportata in sala operatoria. sostienilo e impetra da Dio la sua guarigione. - per don Claudio, malato di leucemia e ancora ricoverato in ospedale, in attesa della risalita dei globuli bianchi per sottoporsi all’ultima chemio. Penso a lui con grande tenerezza per l’esempio che ci dà,

PER I DEFUNTI: - PIETRO, morto il 7 agosto scorso, dopo lunga convalescenza a seguito di infarto cardiaco. - PAOLO, morto in missione in Uganda, a causa di un’improvvisa e fulminante malattia.

Inviateci le vs. intenzioni di preghiera a: quihopostoilcuore@padremonti.org A NNO

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Con Maria, come

Nei passi di Maria: l’esperienza di monotonia quotidiana e di meraviglia La piccola Maria di Nazareth vive una singolarità senza alcun vantaggio particolare sulla propria vita: è la vita di una giovane della sua età e della sua condizione sociale. È dunque vita semplice, da casalinga, promessa sposa ... Una tale vita è fatta di monotonia quotidiana, dove ogni giorno si ripetono praticamente gli stessi gesti in cucina, forse nell’orto o ancora nel pozzo per prendere l’acqua … Pur essendo monotona, quella di Maria è anche una vita di meraviglia. Tale è il caso all’annunciazione, alla visitazione, in certi momenti della vita di Gesù e alla risurrezione; altri vivono la meraviglia di Maria (Elisabeth e una don-

l’amore, dei doni e delle grazie che Dio affida a ciascuno di noi. Se non c’è meraviglia, siamo ciechi interiormente e non vediamo più con gli occhi dell’amore.

na nella folla). Anche se è una vita monotona, i momenti di meraviglia sono presenti perché Maria vive in profondità la sua vocazione. Lo stesso possiamo dire della nostra vita di comunità, a volte monotona, ma che ogni tanto conosce la meraviglia della continua riscoperta dell’amore e della volontà di Dio sul consacrato. Nella monotonia, viviamo la riscoperta del-

- Dall’esperienza di monotonia quotidiana e di meraviglia di Maria possiamo imparare che la nostra vita da religiosi sembra monotona: basta guardare il programma di ogni giorno; ma è dentro questa monotonia che possiamo trovare la meraviglia, se in forma spirale facciamo dei passi avanti anche se abbiamo l’impressione di girare invano. P. Emmanuel Mvomo

Anche se è una vita monotona, i momenti di meraviglia sono presenti perché Maria vive in profondità la sua vocazione. Lo stesso possiamo dire della nostra vita di comunità.

Abbi fede e ti libererò Il Superiore fece nella notte un sogno misterioso. Gli sembrava di trovarsi vicino ad un burrone, e di là sulla ripa vide una bestia di smisurata grandezza che sembrava essere un Drago, il quale fissa gli occhi e sembra gli dicesse: ti voglio inghiottire. A tale vista si atterrì, e disse con grande spavento: oh, mio Dio, Signore mio, aiutatemi! L’animale non lo vide più, e temé che presto fosse per assalirlo e divorarlo. Infatti, pochi istanti dopo lo sente da vicino, ed il Superiore si ravvolta fra le coperte per non essere divorato, e di nuovo grida, o Signore aiuto, Gesù mio aiuto, o Dio mio aiuto; ed in tanto il grosso animale mi vien sopra per prendermi la testa; ed in quell’istante sentii una voce che mi diceva: abbi fede che io ti libererò, ma col patto di registrare, come le altre volte, che sono io, il Signore, che opera per la liberazione dell’imminente tua divorazione del nemico: promisi di sì, e all’istante il mostro si ritirò. (BLM, Diari, 26 dicembre 1887)

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Le Parole montiane


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Dalle Comunità di Padre Monti nel mondo

La cura per gli orfani in tutto il mondo è sempre stata la preoccupazione dei

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Religiosi Montiani, come a Enugu Sate in Nigeria.

Caring for the orphans has always been the preoccupation of the Montian Brothers as one of their charism all over the world, wherever they are, and the case of Enugu Sate in Nigeria cannot be different from the reality. The apostolate started three years after the establishment of the Congregation in Enugu State.

La Congregazione aiuta questi bambini a crescere in modo che un giorno possano essere utili a se stessi e per la società in generale.

Initially the community started with six children from different places of the state, especially from families who are finding life difficult and unable to train their children the way it supposes especially sending them to school and giving them good moral and Christian teachings. As time goes on, due to lack of accommodation, the community continued to extend her hands to other children who are outside the state and offering them

distance help, that is while these children are in their various homes, the community visits them from time to time and help them in their school needs and other social needs according to her level. The children presently staying with us are twelve in numbers with the least age of 4yrs but 50 in total. As mentioned above, many are not staying in the community with the Brothers, but are in various states like Anambra which is located in the eastern part of the country, Benue State located in the North East, and other places where distant help is been given to them through the community and donors. For the twelve orphans staying with the Brothers, five are still in primary school and five in secondary school, while one who is the eldest among them just finished his secondary school, preparing to continue further in the

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higher institution. The Congregation helps the children to grow in every aspect of man, so that these children can be useful to themselves some day and to the society at large in the future. Over the years, many have finished their school and are busy in doing or learning some vocational work or the other in order to make them balance in life, and some choose to return back to their extended family after their Senior Secondary School are given the chance to return back for good. Though it has not been easy taking care of the children but out of the generosity of men and women of good will in the state, the community is really trying in her little way to help the children though sometimes difficult. We believe that the Holy Virgin Mary and Blessed Luigi MONTI can intercede on our behalf. Brothers Agu Anthony Chinedu & Philippe Insoni

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Le visite di giugno a QPC La notizia non è recentissima, ma rappresenta un ottimo augurio per il nuovo inizio, dopo il riposo estivo. Dagli amici dell’Editrice Monti, tecnologicamente più avanzati di noi, abbiamo questa bella indicazione: nel mese di giugno le visite a QUI HO POSTO IL CUORE sono state 395! Un bel numero. Un sano riscontro. Peraltro, dicono loro, senza pubblicità alcuna. Dai!, passa parola anche tu, così altri potranno “porre il cuore” in Cristo, tramite la splendida luce del Beato Luigi Maria Monti.

Nel solo mese di giugno le visite a Qui ho posto il cuore sono state 395, senza pubblicità alcuna.

MOVIMO Movimento Vocazionale Montiano Se vai su FACEBOOK puoi incontrare questo sito, MoViMo (come si dice: un blog ?!?), dove ci ritroviamo ogni giorno intorno al pensiero, alla preghiera e alla sensibilizzazione per le vocazioni sacerdotali e religiose. Si tratta di un gruppo aperto, cui tutti possono iscriversi (basta farne richiesta) e su cui inserire contributi (pensieri, riflessioni, preghiere, poesie, foto, immagini, links…). Al momento gli iscritti sono 150, ma (come direbbero in radio dei chilometri di fila sulle strade trafficate dell’estate) “in aumento”. Magari il tuo contributo ci permetterà di continuare a dare ancora l’annuncio positivo, in aumento!!!

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La foto ritrae parte della vecchia MONTINA (oggi tutta restaurata) e la CROCE del giovane Luigi Monti, oggi conservata nel Museo Storico del Beato. Da qui, luogo d’incontro della primissima generazione dei giovani montiani, è idealmente partito il Movimo.


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Vita di famiglia

Fratelli sacerdoti per il bene di tutti Domenica 8 settembre verrà ordinato a Mérida, Yucatán (Messico), P. Armengol HURTADO, confratello boliviano, missionario in Messico da dieci anni. Qui a Saronno abbiamo avuto la gioia di averlo con noi, in comunità, per circa un anno, durante il quale Armengol si è fatto apprezzare per la serietà, la serenità, la fede e… il talento di ottimo calciatore (che non guasta, no?). A lui la nostra affettuosissima vicinanza in questo passo grandioso della sua vita. Insieme ad Armengol, vogliamo ricordare altri Fratelli ordinati sacerdoti in agosto. Ne elenco i nomi, affidandoli al tuo pensiero: Joel, Kennedy, Jean, Martin, Ephraim, Vitalis, Pascal, Cyriaque, Serge, Gerardo, Edwin, Peter… Davvero un elenco delle meraviglie !!!

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… a spulciar gli archivi e rimescolar le carte della storia, per sapere…

LA NOTTE DEL FANTASMA Quel 22 Giugno del 1906 fu davvero un lungo giorno. Fratel Anselmo Borsani moriva. Era giovanissimo, 24 anni. Nato a Nerviano nel 1882. Aveva vestito l’abito della Congregazione nel 1894. Era poco più grande di noi. Fummo turbati per tutto il giorno. I frati ovviamente erano stati occupati nel seguire tutte le incombenze che questo triste fatto comporta, e noi ragazzi avevamo passato una parte del giorno a recitare preghiere e rosari in suo suffragio. Insomma una giornata triste. Tutti a letto presto, malgrado la bella e calda giornata di giugno, non si aveva voglia di giocare. Poco dopo la mezzanotte, uno di noi si alza. Deve recarsi al bagno per un suo bisogno. Infila gli zoccoli e alza gli occhi verso la porta. Stropiccia gli occhi, si sente bloccato in tutto, vorrebbe urlare, non ce la fa. Ansima, ha gli occhi sbarrati dalla paura. Davanti alla porta bianchissimo nella sua veste vede il fantasma di Fratel Anselmo. Finalmente un urlo liberatorio: il fantasma, il fantasma di Fratel Anselmo! Tutto ciDasvegliamo ultimo e vediamo, sorvoliamo bianca come la luna lì la sagoma di Fr. Anselmo. Panico! l’Atlantico fino al BRASILE, a In un lampo, tutti in piedi, su le zoccole gustare la bellezza dell’ e giù per le scale a perdifiato con un rumore assordante che ancor di più spaventa... Mai levata fu così veloce. Le scale, tutte in un salto! realizArriva fratel Luigi Monti. zata per il Corpus Domini, do- Calma, calma, cosa succede? menica 2 giugno. Ho il viso terrorizzato e balbetto: “Il fantasma di Fratel Anselmo e lì … sulle scale!”. Fratel Luigi ci guarda perplessi. Poi sale le scale. Lo vede! Si ferma per un attimo. Chiama. Respira! Il fantasma altri non era che un povero uomo malato, raccolto per carità dalla strada. Era inoffensivo, ma un poco confuso. Voleva prendere il fresco della sera

e darci la buona notte, ma aveva perso il senso dell’ora e soprattutto indossava una lunga camicia bianchissima da notte. Fratel Luigi Monti sorride, ci rinfranca tutti e per consolarci ci fa bere un mezzo bicchierino del suo famoso elisir di sua produzione sciroppo di lamponi – e, salvo i soliti più spaventati o falsi spaventati che ne volevano di più, ritorniamo a letto. La notte fu piena di sogni, non tutti lieti. Che fifoni eravamo! Carlo

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Era inoffensivo. Voleva prendere il fresco della sera e darci la buona notte, ma aveva perso il senso dell’ora e soprattutto indossava una lunga camicia bianchissima da notte.

Fratel Luigi Monti sorride, ci rinfranca tutti e per consolarci ci fa bere un mezzo bicchierino del suo famoso elisir.

INFIORATA di FOZ do IGUAÇU,

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Il fantasma altri non era che un povero uomo malato, raccolto per carità dalla strada.

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Lettere alla Redazione I Vostri mess@ggi Email e lettere dal mondo

Un modo diverso di fare missione Uhao, che bello! Grazie di cuore. Io credo che stiamo mettendo una pietruzza dopo l´altra per realizzare un grande apostolato, un modo diverso per fare “missione”. Bene, sono contento. E mi rimbalzano nella mente le parole del Papa Francesco: “Con le persone ci vuole la proximidade”. Questo é quello che dobbiamo sempre ricercare con tutti i nostri mezzi. Ti abbraccio. Gioacchino Respiro montiano a casa Carissimo, grazie del RESPIRO MONTIANO che da Saronno mi giunge fin qui a casa! Un saluto a te e tutti i Fratelli. B Benedizione

Scriveteci a quihopostoilcuore@padremonti.org

Il mio Grazie a Padre Monti

Altrettanti saluti a te, sempre con la benedizione del Signore. Due citazioni di P. Erasmo Grazie per l'impegno con cui porti avanti l'iniziativa di QPC. Tra l'altro ho visto con piacere che hai citato per due volte P. Erasmo. Ti auguro un buon estate. Ciao P. Michele

Bollettino ricco di spunti per la preghiera

Saluti a tutti Tantissime grazie per avermi inviato il nuovo giornalino per via online nel quale ci sono scritte cose bellissime. Un caro saluto a lei e a quelli della redazione, in Gesu e Maria. GD Dal Messico Buenos dias Mexico, buenas noches Italia... Padre, le doy las gracias porque me siga enviando la revista. La verdad que es muy importante para mi, pues el Padre Monti es un ejemplo a seguir, pues el junto con San Vicente de Paul y Felipe Neri son los que me inspira su carisma para servir a Dios por medio de los mas pobres, enfermos y niños... Un fuerte abrazo y respeto con el cariño de siempre. Bellissime parole

Ho visto il bollettino sempre così ricco di spunti per la preghiera e per le riflessioni, che vanno bene in questo periodo di pausa estiva. Grazie per i riferimenti mariani, che ci aiutano a mantenere una tensione verso la cultura della tenerezza, in questi giorni in cui tutto inclina alla durezza del cuore, del linguaggio e della vita... Grazie per l'articolo sul razzismo: dobbiamo pregare molto perché il Signore ci preservi da questa realtà nei nostri cuori, perché essa è come erba maligna che s’infiltra e ramifica, senza che neppure ce ne accorgiamo. Occorre purificare la memoria, custodirla e tenerla viva davanti a tutti, anche di ciò che si sta consumando oggi sotto i nostri occhi, contro i cristiani e contro le persone di buona volontà. Rispondo laicamente Molto bello. Rispondo con una frase laica, che ha anche costruito il mio passato e che volentieri tramando (è una frase dei Lions che mi è sempre piaciuta): "sempre mirando a costruire e mai a distruggere".

Grazie delle bellissime parole che mi sono giunte con la rivista. Veramente molto profonda e bella. A

Rendici portatori della stessa missione O Dio onnipotente, infinitamente buono e misericordioso, che di noi ti prendi amorosa cura, Tu hai assunto nella gloria immortale il buon padre Luigi Maria Monti: ti preghiamo che egli possa continuare nella sua gloriosa opera e protegga sempre ciascuna delle nostre famiglie. Chiediamo a te, o Signore, di poter farci noi stessi portatori della missione che egli ha svolto con gli ammalati e gli orfani. E ti ringraziamo, perché Tu lo hai posto affianco a Maria Santissima, tua Madre. Nella eternamente stabile unità con la Vergine, l’intercessione del Beato Luigi Maria si fa potente presso il tuo trono e ottiene sempre quello che noi gli domandiamo. Grazie Signore. Grazie Madre nostra. Grazie Padre Monti. A NNO

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JMJRIO 2013 - Copacabana “Santuario joven a cielo abierto” La experiencia vivida en la Jornada Mundial de la Juventud en Rio de Janeiro realmente es una experiencia de fe única, FE JOVEN. Trataré de resumir mi vivencia de ésta semana de KAIROS (tiempo de Gracia o tiempo de Dios) al estilo “francisco” en tres puntos claves que me permitieron resumir todo lo vivido: * CORAZÓN CREYENTE; se necesita un corazón capaz de sentirse llamado a vivir un encuentro único con el Sucesor de Pedro, con el Papa. Para recibir el anuncio de “Petrus” el corazón debe estar preparado, porque el mensaje es verdaderamente incontenible, la persona de Jesucristo; es al mismo tiempo un corazón creyente que cree en el mensaje de salvación para la humanidad, un corazón que escucha la Palabra de Dios y busca constantemente la respuesta a la pregunta, podríamos decir casi diaria, a modo de examen de conciencia:¿dónde vi a Dios pasar durante el día?, las respuestas fueron por millones, cada peregrino de la JMJ era una respuesta a esa pregunta. * GANAS DE SER SANTOS; todo lo vivido en la Jornada Mundial de la Juventud, me pareció incluso lleno de una palabra, que lo puede definir a todo como GRACIA. Regalo

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de Dios. Gracia como modo de actuar de Dios en medio de la vida cotidiana del hombre, y Dios verdaderamente se hizo presente en cada instante, en medio de tantos jóvenes, muchos teníamos la limitación del idioma, pero nos dimos cuenta que no importaba ni el ingles, ni el italiano, ni el polaco, ni el español; todos los que estábamos presente en la JMJ teníamos un mismo lenguaje, el lenguaje del AMOR, éste lenguaje tiene un nombre, este lenguaje es una persona concreta JESUCRISTO. * FE COMPROMETIDA; El Papa nos pidió que seamos revolucionarios, que vamos a en contra corriente y que nos revelemos contra la cultura del provisorio que en el fondo cree que no somos capaces de amar de verdad, y que tengamos el coraje de ir contra corriente. Nos pidió compromiso. Y nos pidió compromiso, y en el momento en que se reunió con los jóvenes argentinos, todos los Montianos allí presente (Julieta Artaza, Luciana Britos, Nicolas Oliva y Belén Berrone, Maria Victoria Gonzales) fuimos capaces de sentir por un momento la presencia del Beato Luis Monti, quién se comprometió de manera particular, con los jóvenes. Y sobre todo que cumplió aquel consejo del Papa

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Francisco, de vivir Las Bienaventuranzas y Mateo 25, las mismas citas bíblicas que seguramente el joven Luis leyó e hizo leer pero no se quedó con eso, sino que la puso en práctica, lo hizo vida por medio de la Compañía de los Frailes y luego con la Congregación de los Hijos de la Inmaculada Concepción. Debo decir que la JMJ, devolvió a mi vida el sentido mismo de mi vocación religiosa, y deseo de servir a Jesús como consagrado al servicio de la juventud. Es por ello que para mí la JMJ es sinónimo de revitalización vocacional y creo que todos los Hijos del Beato Luis Monti debemos participar en instancias como ésta, donde se puede sentir palpitar el corazón joven de la Iglesia junto al Sucesor de Pedro. En otras palabras lo vivido y experimentado junto a millones de jóvenes en Rio de Janeiro, fue una experiencia mundial; de algo mucho más pequeño, pero sin dejar de ser único, me refiero a la MONTINA, “santuario a cielo abierto” de la juventud, y que en la Provincia Latinoamericana intentamos revivir cada dos años con nuestros jóvenes montianos. Hno Jorge ROMERO

L' esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro è stata davvero un'esperienza unica fede …

Fratel Jorge con i giovani del gruppo montiano alla giornata di RIO


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Rubrica a cura dei Cercatori di Dio

Volevo essere Professore Universitario… sono un piccolo frate a servizio degli infermi. Ho lasciato tutto di punto in bianco, senza spiegazioni. Ora sono felice.

Ero una promessa, sono un piccolo frate Volevo essere Professore Universitario… sono un piccolo frate a servizio degli infermi. Ho lasciato tutto di punto in bianco, senza spiegazioni. Ora sono felice. Avevo una vita normale, come tutti i miei coetanei ventiduenni. Non mi mancava nulla… e tutti mi invidiavano. Ero bello, avevo il fascino dell’eleganza. Tutte le ragazze mi avrebbero voluto. Ero gentile, cortese, allegro. All’università sempre voti alti. La carriera universitaria mi attendeva. Studiavo ingegneria. Mi sono laureato con il massimo dei voti ed il professore mi ha preso con sè: prima gli articoli scientifici (ne ho scritti più di 100 a livello internazionale, in soli 4 anni), poi le lezioni, il laboratorio con gli studenti… la mia vita era piena, ricca, felice. Ero una Promessa! E stavo diventando un punto di riferimento internazionale per la mia materia. Un giorno il parroco mi telefonò. Voleva la mia collaborazione per preparare i ragazzi alla cresima. Questa cosa mi accattivava: perché no?! Mia madre fu contenta: almeno non stai sempre sui libri! E la “meravigliosa avventura” ebbe inizio. Non so dirvi cosa è successo. Posso solo testimoniare il mio cambiamento interiore, in parte consapevole e in par-

te no. Sono certo che Dio ci ha messo la Sua mano. Io non avrei mai potuto fare da solo un salto così grande. Ogni settimana avevo due appuntamenti: con i ragazzi a catechismo e con i catechisti per la preparazione degli in-

contri. La domenica si andava insieme a Messa e ci si tratteneva con ragazzi e genitori. Pensate: ho imparato a suonare la chitarra per poter dare una mano a Messa. E ce l’ho fatta. Senza sforzi e senza maestri. Ho imparato davvero bene. La musica non è mai stato il mio forte. Eppure ho vinto la sfida. E il canto è diventato una forma di preghiera. I canti liturgici mi riportavano a Colui che tutto aveva creato; e mi mettevo a pregare. Il mio cuore si stava lentamente dilatando ad un amore più grande. Ragazzi e genitori erano nelle mie preghiere. I miei impegni in parrocchia si centuplicavano ed ero sempre disponibile. Come ce la facessi, non lo so: gli studi, l’università, il lavoro, la parrocchia… Ho iniziato a parlare con il parroco, senza

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un’idea precisa, prima dei problemi con i ragazzi, poi, piano piano di scelte quotidiane. Tutto si faceva strada così lentamente che non riuscivo ad accorgermi dei cambiamenti. Davvero è così difficile spiegare! Ero entusiasta. Tutto mi sorprendeva e m’illuminava. Il parroco mi presentò la Liturgia delle Ore, che divenne per me fonte di preghiera durante la giornata. Mi propose la messa quotidiana e senza esitazione accettai. Tutto mi coinvolgeva personalmente. Era incredibile, ma tutto era sorprendentemente nuovo e bello… perché? Non lo so. Non me lo chiedete perché non lo so neppure ora. So solo che a un certo punto ho scelto. Ho lasciato tutto. Troppo difficile spiegare. Impossibile dire di no ad una chiamata che mi ha interamente affascinato. Ora vivo in povertà, ma non mi manca nulla. Vivo in castità, ma non mi pesa. Vivo in obbedienza, ed è la chiave della mia vocazione. È stata una sorta di obbedienza interiore a chiamarmi. Un qualcosa che ho sentito in maniera indiscutibile. Anche il parroco all’inizio non mi credeva. Poi, ha capito. Ed ora sono solo di Dio e della gente che ho scelto: tutti, con tutto l’amore che mi è possibile. – SETT EMBRE

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LA PIENEZZA DELLA FEDE

“Abramo […] esultò nella speranza di vedere il mio giorno, lo vide e fu pieno di gioia” (Gv 8,56). Secondo queste parole di Gesù, la fede di Abramo era orientata verso di Lui, era, in un certo senso, visione anticipata del suo mistero. Così lo intende sant’Agostino, quando afferma che i Patriarchi si salvarono per la fede, non fede in Cristo già venuto, ma fede in Cristo che stava per venire, fede tesa verso l’evento futuro di Gesù. La fede cristiana è centrata in Cristo, è confessione che Gesù è il Signore e che Dio lo ha risuscitato dai morti (cfr Rm 10,9). Tutte le linee dell’Antico Testamento si raccolgono in Cristo, Egli diventa il "sì" definitivo a tutte le promesse, fondamento del nostro "Amen" finale a Dio (cfr 2Cor 1,20). La storia di Gesù è la manifestazione piena dell’affidabilità di Dio. Se Israele ricordava i grandi atti di amore di Dio, che formavano il centro della sua confessione e aprivano lo sguardo della sua fede, adesso la vita di Gesù appare come il luogo dell’intervento definitivo di Dio, la suprema manifestazione del suo amore per noi. Quella che Dio ci rivolge in Gesù non è una parola in più tra tante altre, ma la A NNO

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sua Parola eterna (cfr Eb 1,1-2). Non c’è nessuna garanzia più grande che Dio possa dare per rassicurarci del suo amore, come ci ricorda san Paolo (cfr Rm 8,31-39). La fede cristiana è dunque fede nell’Amore pieno, nel suo potere efficace, nella sua capacità di trasformare il mondo e di illuminare il tempo. “Abbiamo conosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi” (1Gv 4,16). La fede coglie nell’amore di Dio manifestato in Gesù il fondamento su cui poggia la realtà e la sua destinazione ultima. La prova massima dell’affidabilità dell’amore di Cristo si trova nella sua morte per l’uomo. Se dare la vita per gli amici è la massima prova di amore (cfr Gv 15,13), Gesù ha offerto la sua per tutti, anche per coloro che erano nemici, per trasformare il cuore. Ecco perché gli evangelisti hanno situato nell’ora della Croce il momento culminante dello sguardo di fede, perché in quell’ora risplende l’altezza e l’ampiezza dell’amore divino.

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Nelle mani di un Amore più grande

San Giovanni collocherà qui la sua testimonianza solenne quando, insieme alla Madre di Gesù, contemplò Colui che hanno trafitto (cfr Gv 19,37): “Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate” (Gv 19,35). F. M. Dostoevskij, nella sua opera L’Idiota, fa dire al protagonista, il principe Myskin, alla vista del dipinto di Cristo morto nel sepolcro, opera di Hans Holbein il Giovane: “Quel quadro potrebbe anche far perdere la fede a qualcuno”. Il dipinto rappresenta infatti, in modo molto crudo, gli effetti distruttivi della morte sul corpo di Cristo. E tuttavia, è proprio nella contemplazione della morte di Gesù che la fede si rafforza e riceve una luce sfolgorante, quando essa si rivela come fede nel suo amore incrollabile per noi, che è capace di entrare nella morte per salvarci. In questo amore, che non si è sottratto alla morte per manifestare quanto mi ama, è possibile credere; la sua totalità vince ogni sospetto e ci permette di affidarci pienamente a Cristo.

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ANNO DELLA FEDE (11 ottobre 2012 – 24 novembre 2013)

LETTERA ENCICLICA

LUMEN FIDEI DEL SOMMO

PONTEFICE FRANCESCO AI VESCOVI AI PRESBITERI E AI DIACONI ALLE PERSONE CONSACRATE E A TUTTI I FEDELI LAICI SULLA FEDE

Nella foto: Hans Holbein il Giovane, Cristo morto nel sepolcro, 1521


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Far riemergere l’imprinting mariano

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stesso tempo povero: la costruzione di un “Codice mariano”. Coinvolgente, perché frutto di un lavoro comune, e povero, cioè fondato sulle nostre umili forze. (...)

L’anno mariano non è tappa di un percorso scontato per tradizione o un evento che appartiene al ritualismo celebrativo. Esso si pone davanti a noi come “contenitore temporale” di un processo esistenziale da costruire, guidare, seguire, amare. La connotazione di questo anno come mariano interpreta e delinea il compito che ci sta davanti: quali contenuti, obiettivi, forme e modalità costituiranno il fondamento su cui sviluppare tale processo? Ebbene, proprio Maria sarà il punto di riferimento, con la ricchezza della sua fede che lungo i secoli ha irrorato di fiducia e speranza il faticoso cammino dei credenti. Dobbiamo, quindi, vivere questo anno di travaglio (ri)fondativo con un approccio mariano affinché Lei sia per noi fonte di ispirazione e guida sicura. Non si tratta di moltiplicare le forme della devozione mariana, quanto di suscitare una emersione dal profondo della nostra identità di quell’imprinting mariano che costituisce il nostro punto di forza spirituale. Nel promuovere questo nuovo tratto di cammino, che inizia a Roma e terminerà a Lourdes, abbiamo prospettato un metodo di lavoro che sia il più coinvolgente possibile e nello stesso tempo povero: la costruzione di un “Codice mariano”. Coinvolgente, perché frutto di un lavoro comune, e povero, cioè fondato sulle nostre umili forze. (...) E perché un Anno “mariano”? Nel 2010 è stato il nostro Capitolo generale a chiedere un anno speciale che ponesse al centro dei nostri pensieri la figura di Maria. A cinquant’anni dal Concilio Vaticano II°, dopo diverse riletture e aggiornamenti della nostra “regola di vita” (un codice, dunque!), sentiamo l’esigenza di focalizzare la nostra identità e appartenenza in riferimento alla Madre immacolata, la sorgente che ci ha veicolato l’amore universale di Cristo. Quali sensibilità stanno a fondamento di questa mozione, approvata ad amplissima maggioranza dalla nostra più importante assise? Mi chiedo: per una ritualità dal sapore ormai vagamente retrò, tendente ad organizzare eventi o celebrazione di anniversari con tutto il loro armamentario di convegni, medaglie, pubblicazione di atti e documenti? “Mariano” sta ad indicare un taglio, una prospettiva, una matrice di senso. La

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dimensione mariana è un caposaldo della fede cattolica, nella quale Maria non è tanto l’oggetto, quanto la regola della fede. La fede della Chiesa altro non è se non la fede della Madonna. Non nel significato fuorviante di una spiritualità centrata tutta su Maria, piuttosto del riconoscimento che lei è stata il primo “modello” della fede, al quale gli apostoli stessi si sono ispirati. Maria rappresenta mirabilmente il “come” della fede. Non dimentico la richiesta che mi fece mons. Christophe Zoa, vescovo di Sangmelima (Camerun), di realizzare là un santuario mariano affinché “marchi il vissuto della comunità” per la quale “il carattere mariano diventa indispensabile” e il santuario “è una risposta a questa sete di identità”. Credo che il fondatore Luigi Maria Monti seguisse tale spiritualità nel riferirsi all’Immacolata, avendo saputo evitare forme di devozionismo funzionali ad un appagamento religioso spesso lontano da una scelta cristiana con la sua novità e la sua dimensione alternativa. Il “senso mariano” del Fondatore si esprime nel suo modo d’essere credente: vita come vocazione, spiritualità radicata nella prossimità, centralità della vita fraterna in comunità, priorità del servizio sul potere, appartenenza ecclesiale nella laicalità della consacrazione. Fratel RUGGERO VALENTINI (estratto dalla Lettera di Indizione dell’Anno Mariano. Częstochowa, Polonia. 1 giugno 2013)

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Qui la morte è di casa È una delle sue case, “casa di riposo”: entra all’improvviso, con la sua danza macabra, saltella qui e lì. Conosce a memoria il numero di tutte le camere: s’affaccia, si ritira. Ritorna. Con la cote, tiene lucida la falce e, poi…( sembra a caso)… ZAC!!!, taglia un cespuglio, non necessariamente ormai arido e secco. È successo così anche ieri. È giunta a prendersi un uomo quasi giovane, rispetto agli ultra novantenni che forse la invocano… Giorgio era tranquillo, solitario, ma cordiale, sorridente: occupava poco posto, non usava la carrozzella, perché non lo interessava il parco estivo assolato, in parte ombroso, variopinto. È stato colto alla sprovvista: con la vista annebbiata, non ha riconosciuto il ghigno che quasi sempre spaventa…

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Oggi: la cerimonia funebre; tre parenti, a fatica rintracciati, estranei al luogo sacro e per il loro congiunto! Impacciati, in prima fila: la Direttrice si siede accanto a loro. Un’infermiera in pensione, tre volontari, qualche ospite di fianco all’altare. Mancano alcuni assistenti, perché in servizio. Il più commosso e coinvolto sembra essere il Cappellano: può essere che solo lui fosse il custode di tante domande, in parte senza risposte… Ci conforta un Vangelo di Giovanni, là dove il Signore parla di un Luogo in cui ci sono tanti posti e si è attesi. Alla domanda, sempre attuale: “Dove, Maestro, e chi ci indica la serena destinazione?”, Gesù risponde : “Io sono la Via, la Verità e la Vita!” Alcuni si asciugano una lacrima. Intanto la Morte si è nascosta, sicura di essere sconfitta; ritornerà, implacabile, ma noi continuiamo a sperare nel Risorto che mantiene le Sue Promesse. SIL

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La Giovinezza dei vecchi

Ci conforta un Vangelo di Giovanni, là dove il Signore parla di un Luogo in cui ci sono tanti posti e si è attesi.



Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno nel Cuore della Carità Montiana

Orario delle Celebrazioni del Santuario GIORNI FERIALI 6.30 7.00 9.00 18.50

Lodi del Mattino (lunedì in cripta) Santa Messa (lunedì in cripta) Santa Messa Rosario e Vespro

TUTTI I GIOVEDI’

18.30

Adorazione Eucaristica per le Vocazioni

DOMENICA E FESTIVI 8.30 Lodi del Mattino 9.00 Santa Messa 19.00 Santa Messa SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong

QUI HO POSTO IL CUORE Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione Hanno collaborato per questo numero: Aurelio Mozzetta, Marco Perfetti, Emmanuel Mvomo, Agu Anthony Chinedu, Philippe Insoni, Editrice Monti, Carlo, Sil, Jorge Romero, I cercatori di Dio, Ruggero Valentini, Raffaele Mugione

Direzione: Via San Giacomo, 5 21047 – Saronno (VA) : 02 96 702 105 : 02 96 703 437 e-mail: quihopostoilcuore@padremonti.org sito web: www.padremonti.org (Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è realizzato da volontari)


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