Qui ho posto il cuore novembre 2013

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Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo!

Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti Anno II — n. 19 NOVEMBRE 2013 D A T A

SOMMARIO:

Editoriale

1

Luigi M. Monti 3 e dintorni Una preghiera 4 per… Preghiere per le vocazioni

4

Con Maria, come Maria

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Parole montiane

5

Glossolalie

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Vita di Famiglia

7-8

Forse non tutti sapevate

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I Vostri messaggi

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Il Mio grazie a

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Padre Monti La Porta aper- 11 ta Riconoscere

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vocazioni Nelle mani di

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un amore più grande Anno mariano 14 CFIC La Giovinezza

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dei vecchi La nostra chiesa nonni

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E arrivò il decimo anno di Aleandro Paritanti E arrivò il decimo anno. Velocemente e senza sconti. Dieci anni dalla beatificazione di Luigi Maria Monti mi sorprendono, scuotono la memoria assopita e disturbata dall’alone del pregiudizio che incombe sulla mia Congregazione. Dieci anni e sembrano un secolo, come un lontano parlare di una terra arida. Dieci anni raccontano la carità di uomini e donne dietro un sogno carismatico. Luigi Monti continua a scrivere pagine di eroismo. Noi, però, siamo distratti da clamore, emotività, previsioni di futuro. Che fine faremo?... e giù, con la costruzione di scenari possibili, condizionati da processi mentali disumanizzanti. È come restare paralizzati dentro un varco senza riuscire ad andare indietro o avanti. L’attesa toglie le forze necessarie a sognare ed osare. Eppure, dieci anni di nostra vita incasellano eventi e grazie straordinarie, segni della bontà divina e dell’assistenza amorevole della Madre, del silenzioso San Giuseppe, dell’umile servitore Luigi Monti. Questa semina graziosa appare lontana, come se i doni fossero stati affidati ad altri, come se ogni abbraccio si sia macchiato di sangue, per guerre insane e diaboliche. E le parole sono diventate aride, sabbiose, infuocate di rabbia, l’amore

le

ia tor

di E ’ L

trasformato in rivendicazione e giustizia punitiva. Eppure, dieci anni non sono passati invano. Quel giorno pieno di sole descrisse un evento storico, un passaggio miracoloso, una grazia invocata e immeritata. Siamo stati fatti “figli nel Figlio” attraverso un “figlio della terra”. E noi impastati di terra abbiamo assorbito quell’acqua che sgorgava dalla sorgente: “Vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua... Quelle acque, dove giungono, risanano” (Ez 47,1.9). Eppure, dieci anni hanno scritto pagine di bene sulle terre incolte del mondo. E noi ci siamo e continuiamo a starci, come Maria sotto la croce, in piedi. Il tempo della risurrezione attraversa il silenzio, il buio e lo scoraggiamento del sepolcro. Solo chi porta la croce è degno di arrivare alla beatitudine del servo fedele, al premio della gloria. Solo chi si fa discepolo del vangelo conosce il percorso e le condizioni: la santità sfida l’umiliazione e la persecuzione, il giudizio dei benpensanti e di coloro che dalla strada insultano. Non spaventa stare sotto la croce; spaventa fuggire, restare soli, rinchiudersi dentro un cenacolo che rischia di farsi memoria di qualcosa che non c’è più. Segue a pag. 2

SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA)  02 96 702 105  02 96 703 437 e-mail: santuario@padremonti.org sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892 Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0 presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA – Filiale di SARONNO Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe


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>>> segue dalla prima pagina

E arrivò il decimo anno Proprio nel cenacolo, invece, si celebra la festa della Risurrezione e la discesa dello Spirito. Irrorati da fiammelle di fuoco, scossi da vento impetuoso, animati da preghiera unanime, con Maria e la Chiesa, apriamo le porte, e con Pietro riconosciamo: non ho né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, alzati e cammina! (Atti 3,6). Al Dio della Vita e a quanti abitano il Cielo chiedo un po’ di sole, un nuovo giorno ricco di stimoli e dell’armonia che rimette in pace mente e cuore, azione e preghiera, sogno e comunione fraterna. Tocca a te, Beato Luigi Maria, scomodare il Cielo per noi. Un po’ d’acqua di sorgente puoi lasciarla scorrere nei nostri solchi inariditi: dove trovi residui ingombranti, aumenta la gittata e libera la no-

stra vita con decisione; dove trovi terra buona, irriga il seminato con la dolcezza della pioggia ristoratrice. E dato che ci sei, fornisci i tuoi figli di strumenti nuovi e utili per vivere e per lavorare, per guadagnare il pane e per sorridere a sera con la soddisfazione d’aver fatto quello che era possibile fare. E se ti accorgi che il peccato resta, coprilo col tuo mantello, donaci fiducia nella misericordia di Dio, e rendici capa-

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ci di continuare a cantare l’inno della riconoscenza a Colei che è Madre nostra Immacolata. Graziet,Lugpdnofl.OùscmP. Aleandro

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Cipriano, un buono Nel mondo ci sono tante persone, tutte con un loro personale carattere, buoni o cattivi con tante variabili. A volte ne incontri alcune davvero molto buone, ma, purtroppo, la loro stessa generosità li acceca. Finiscono con creare dei nuovi problemi. Descriviamo uno di questi: fratel Cipriano Pezzini. Nato a Cremona nel 1817 da una famiglia di discrete possibilità, è intelligente, possiede buona cultura e voglia di fare. Ardente, di grande carità, è subito pronto a spendersi per gli altri. Nel 1846 lo troviamo tra le file della Pia Unione dei Fratelli Ospitalieri della Carità a Cremona. Sono un gruppo di giovani che, attorno alla bella figura di quel sant’uomo di Mons. Fernando Manini, hanno deciso rivolgere la loro carità verso gli ammalati giacenti nell’Ospedale della città. Cipriano si fa notare per l’impegno e la competenza nell’assistere il malato. È stimato e, di fatto, assume il ruolo di leader. Purtroppo le cose non vanno molto bene, i suoi compagni dopo un primo momento di euforia stentano a mantenere alto il profilo e Cipriano s’indigna. Inizia a rimproverare, anche aspramente, richiamandoli all’impegno promesso, a migliorare. Questo suo modo, benché rivolto a un sano fine, è molto irritante. Poi, una serie di disavventure anche amministrative, fanno passare il governo della Pia Unione ai Padri Camilliani.

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Egli non ci sta. Si allontana, cerca nuove strade. La carità gli brucia dentro. Don Luigi Dossi a Brescia era alla ricerca di qualcuno con cui costituire un nuovo istituto ospedaliero. Un colloquio con la santa suor Ma-

ria Crocefissa di Rosa fa emergere il nome del Pezzini. I due si incontrano, si capiscono e il Dossi sogna una nuova congregazione di frati infermieri. Un primo tentativo nella stessa Brescia, per incomprensione dei dirigenti, fallisce. Tuttavia sono presto chiamati dall’Ospedale di Bergamo. Cipriano, insofferente alle attese - il Dossi infatti voleva reclutare fra i suoi giovani qualcuno disposto a questa forma caritativa e questo chiedeva tempo si presenta da solo a Bergamo. Più tardi chiamò qualche suo vecchio compagno cremonese. È gente poco fedele. Eccolo nuovamente solo. Chiese aiuto al Dossi. Con qualche giovane brianzolo, il Pezzini riprese il suo operare a Bergamo. Sembra ingranare bene. Cipriano si fa forte, domanda al Vescovo il riconoscimento ecclesiastico del nascente istituto. Per spianare la strada, chiede aiuto al

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cappellano dell’Ospedale, un cappuccino. Questi non aveva per nulla fiducia nelle capacità del Pezzini e lo contrasta furbescamente. Propone così al Vescovo di inglobare quei giovani nei Terziari Francescani. Una bella confusione! Cipriano reagisce a modo suo. I rapporti con l’ospedale, grazie anche alle subdole manovre del Padre Cappuccino, si inacidiscono, sino all’inquieto abbandono dei giovani. Si deve ritornare dal Dossi. Quest’ultimo a sua volta capisce che Cipriano Pezzini non è uomo adatto alla formazione di un nuovo istituto. È troppo generoso, troppo buono, troppo irruente, troppo esigente, per un compito importante e delicato. Decide di mettere Luigi Monti a capo di questa complicata faccenda. Cipriano ancora una volta anticipa. Riesce a strappare al Dossi l’autorizzazione di un viaggio a Roma. Lì deve cercare la possibilità di insediarsi in uno degli grandi Ospedali Romani. Vende tutto quello che ha e parte. Un caratterino questo Cipriano! Solo una certezza: è un uomo buono. Non temere Marco

3

Luigi Maria e dintorni

L’irruenza

della

carità al servizio degli ammalati: la storia

di

Fratel

Cipriano Pezzini, un uomo buono.

La Tomba del Beato Monti nella Cripta del Santuario di Saronno


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Preghiera per le vocazioni

Noi Ti cerchiamo Signore, noi ti cerchiamo e desideriamo il tuo volto, fa' che un giorno, rimosso il velo, possiamo contemplarlo. Ti cerchiamo nelle Scritture che ci parlano di te e sotto il velo della sapienza, frutto della ricerca delle genti. Ti cerchiamo nei volti radiosi di fratelli e sorelle, nelle impronte della tua passione nei corpi sofferenti. Ogni creatura è segnata dalla tua impronta, ogni cosa rivela un raggio della tua invisibile bellezza. Tu sei rivelato dal servizio del fratello, al fratello sei manifestato dall'amore fedele che non viene meno. Non gli occhi ma il cuore ha la visione di te, con semplicità e veracità noi cerchiamo di parlare con te. (Dalla liturgia di Bose)

“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti

Una preghiera per...

PER CHI NE HA BISOGNO: - Per la famiglia di N., una preghiera davvero "speciale", come loro chiedono, per il periodo "faticoso" che sta attraversando. Siamo vicini. E siamo certi che il beato Luigi Maria vi porta per mano. Coraggio!

PER I PIU’ GIOVANI: - per il piccolissimo Daniele, nato da pochi giorni, che fa tanta fatica a “mettere in moto” la vita… dai, piccolo, ce la fai di sicuro, noi siamo con te e per te!

PER I MALATI: il beato Monti interceda per loro:

Crocifisso. Vetta “Rasciesa” 2285 m (Val Gardena)

- Giorgio, 16 anni, che deve subire un delicato intervento al cervello. - per mamma Antonia, inferma ormai da anni: che il Signore compia la Sua volontà!

PER I DEFUNTI: - per Elisabetta, 42 anni, che la sorella gemella ha trovato morta in casa per un improvviso infarto, lo scorso 3 ottobre. Il Signore consoli soprattutto il papà, anziano e malato.

- per Eva L., insegnante al “Father Monti Shelter Home” di Quezon City, Manila (Filippine), alla quale era stato riscontrato un tumore, morta il 7 ottobre. - Sr. Gisella, sorella di P. Giuseppe Pusceddu, morta l’8 ottobre, dopo lunga malattia. - per Kurian, il papà di P. Mathew Kalliyadiyil, superiore della comunità di Arco (TN), morto in Kerala all’età di 82 anni. - per Enzo e Antonietta, per i quali avevamo molto pregato a sostegno della loro lotta contro il tumore. Alla fine, non ce l’hanno fatta, sono tornati alla casa di tutti. Il Padre li accolga con braccia grandi d’amore.

Inviateci le vs. intenzioni di preghiera a: quihopostoilcuore@padremonti.org ANNO

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Con Maria, come

L’esperienza di rottura e di riconciliazione Maria di Nazareth vive una rottura con quello che poteva essere lo svolgimento della vita normale di una ragazza del suo tempo come lei. Dopo la Resurrezione, però, questa esperienza per sé traumatica rimargina le ferite di ogni rottura, perché Maria diventa consapevole di aver collaborato alle promesse divine fatte dai Profeti. Il consacrato, con la scelta vocazionale, vive una rottura con il mondo esterno. La prima rottura è il distacco in sé, lo staccarsi che mette da parte, che allontana dalla vita ordinaria della gente. La seconda rottura, al contrario, consiste nella

partecipazione alla vita degli altri, nell’aiutarli a riconciliarsi con Dio. Non si parla di distacco dal mondo come nel primo caso, ma di aiuto attivato in favore degli altri: in altre parole, riuscire (ed aiutare altri a riuscirvi!) a diventare coeredi di un'unica eredità, Cristo Gesù. È come se il mondo si fosse distaccato da Dio e il religioso, che è inserito nel mondo, con la propria scelta vocazionale si distacca da esso per “tonare” a vivere con Dio; il passo successivo è quello di aiutare altre persone a farlo. L’iniziativa del movimento di distacco e riconciliazione è di Dio, ma ognuno deve partecipare

alla realizzazione di questo immenso progetto di Salvezza. In tal modo, si capisce meglio che la rottura non è legata al peccato quanto all’umiltà di quelli che si staccano dal mondo per vivere con Dio. La nostra scelta di vita è rottura con la normalità delle nostre culture, delle nostre famiglie e anche dei nostri sogni d’infanzia. Essere fedeli a questa chiamata è lavorare per una vera riconciliazione in Dio con noi stessi e con le nostre culture e famiglie. Come Maria, la nostra riconciliazione sarà nella nostra salvezza e in quella degli altri. P. Emmanuel Mvomo

Distacco dal mondo per vivere con Dio riportando l’uomo a Dio in umiltà e carità. Come Maria, la nostra riconciliazione sarà nella nostra salvezza e in quella degli altri.

Venite a me voi tutti … ed io vi solleverò Suole Iddio talvolta mettere a dura prova la fedeltà de’ suoi servi, ma non abbandona! Che anzi Egli stesso ci invita a ricorrere a Lui nel tempo dell’afflizione con quelle dolci parole: “venite a me voi tutti che oppressi gemete sotto il peso dell’avversità, ed io vi solleverò”. Preghiamo adunque, preghiamo fervorosamente, facendosi ora sentire più che mai il bisogno della preghiera anche pel nostro istituto. (BLM, Lettera Circolare del 24 agosto 1889)

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Le Parole montiane


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Dalle Comunità di Padre Monti nel mondo

Ho dato alla luce undici religiosi

Cronache di un

Salve Padre. Domenica scorsa ho dato alla luce 11 religiosi. Li affido a Dio ed alla Congregazione. GRAZIE DI TUTTO. Ne ho ricevuti altri 10.

noviziato-madre,

(dalla lettera di P. Emanuel, Maestro dei Novizi, il giorno della prima professione di 11 nuovi religiosi e dell’accoglienza in noviziato del successivo gruppo di 10 giovani)

di undici professioni e d’un pollaio in Camerun

SANGMELIMA COME SARONNO Guardando Saronno - Casa madre, santuario, scuola e poliambulatorio - noi dalla lontana città di Sangmelima in Camerun, ci sentiamo orgogliosi perché anche noi siamo “Casa Madre” in Africa, con un santuario, un noviziato, un college, un dispensario ed un lebbrosario. Anche noi vogliamo curare tutto l’Uomo! Ci sentiamo pienamente montiani, braccia dell’Immacolata, tese per l’uomo, in tutte le situazioni. Viviamo del nostro lavoro, delle nostre galline, dei maiali e dei frutti che dalla terra riusciamo a trarre. Facciamo fatica, è vero, come tutti i poveri, ma la nostra povertà è garanzia e forza. E noi sappiamo che il Beato Monti veglia e guida.

come dalla Casa Madre di Saronno sono partiti tanti Fratelli per i cinque continenti. A Saronno, il santuario con la tomba del Fondatore è culla spirituale della Congregazione; il santuario mariano a Sangmelima si propone come culla spirituale della Congregazione in Africa. È vero che la tomba del Fondatore non c’è e neppure c’è una qualche apparizione mariana, ma

noi assistiamo qui a Sangmelima all’incontro tra amore e miseria umana. Sì! L'Immacolata, tramite Fr. Clemente Maino il Dokita, P. Francesco Cavalieri, Fr. Abbondanzio Millefanti, P. Sergio Ianeselli e tanti altri, ha visitato questa nostra terra e merita di essere venerata in questo luogo. Così, come Saronno, saremo anche noi referimento degli spiriti. Sangmelima è la nostra madre africana.

Dall’inizio della fondazione nel nostro continente, Sangmelima è la culla della famiglia montiana africana. Da questa comunità sono nate tante vie di salvezza per l’uomo - spiritualità, educazione, formazione religiosa e salute dei malati. Da Sangmelima sono partiti missionari per cinque Paesi africani, così ANNO

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RADIO, TEATRO ed altre STRADE P. Joel Saballa, cfic, a Manila, su RADIO VERITAS, lancia la devozione al Beato Luigi Maria Monti a livello nazional-internazionale, per le Filippine e regioni limitrofe. Fr. Aldo Genova, cfic, su RADIO MATER, Erba (Italia), ogni quarto martedì del mese, ore 21, trasmette “L’alfabeto della Carità. Alla scuola del Beato LMM”, oltre che un’apprezzato programma sulla problematica psicopedagogica degli adolescenti (“Lavori in corso”). Fr. Gioacchino Santoro, cfic, edita a Foz do Iguaçu il bellissimo bollettino SEM FRONTEIRAS, coinvolgendo gli adolescenti-giovani del CAIA ed i Coroinhas “Frei Bonifacio Pavletic” (chierichetti). In Argentina il musical “El carpintero de Dios”, sceneggiatura teatrale della vita di Padre Monti, sta riscuotendo notevole successo ad ogni rappresentazione eseguita. A Merida, Messico, si indice il Primo Concorso di Canto Inedito sulla vita e l’opera del Beato Monti. MI PARE UNA EFFERVESCENZA STRAORDINARIA che trasmette messaggio e parola tramite la tecnologia, evangelizzazione attualizzata. Anche noi di QPC ne facciamo parte, e ne siamo orgogliosi. Viva Padre Monti… se lo merita proprio !!!

P. Joel Saballa, cfic, a Manila, su RADIO VERITAS, lancia la devozione al Beato Luigi Maria Monti a livello nazionalinternazionale, per le Filippine e regioni limitrofe. Fr. Aldo Genova, cfic, su RADIO MATER, Erba Italia), ogni quarto martedì del mese, ore 21, trasmette “L’alfabeto della Carità. Alla scuola del Beato LMM” .

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Vita di famiglia

Mountian volunteers IL PROGETTO MONTIAN VOLUNTEERS si rivolge a giovani (18-35 anni) che vogliano dedicare parte della vita per aiutare i più deboli. Si propone l’esperienza di volontariato in una Comunità CFIC nel mondo, tramite giornate di impegno, conoscenza apostolica, visite guidate, iniziative di vario tipo (spirituale, di preghiera, oratorio, animazione, sistemazione, logistica, accompagnamento…). I volontari vivranno insieme alla comunità religiosa la preghiera, i pasti e degli altri propri della vita comunitaria.

Saronno, 1 ottobre. Santuario del Beato Monti. I Fratelli Valentine e Albert dopo aver rinnovato il proprio sì a Dio, con la professione dei voti, insieme a P. Elvis improvvisano una danza etnica in onore del Signore della vita e di Maria, benedetta Madre sua e Madre nostra.

A SARONNO Danza etnica per il proprio si a Dio Ha preso il via il terzo ciclo di incontri “Per una primavera montiana”

Per una Primavera Montiana (terzo ciclo – Saronno ottobre 2013 – giugno 2014) Ha preso il via, lo scorso 13 ottobre, il terzo ciclo di “PER UNA PRIMAVERA MONTIANA. Leggiamo i Salmi insieme a Padre Monti”, serie di incontri di studio, riflessione e preghiera sui Salmi. Notevole la partecipazione al primo incontro, di tanti che hanno voluto riflettere sul salmo 122, cercare la volontà di Dio nella sofferenza, pregare sul dolore del mondo e della vita di ognuno. Momenti intensi e favorevoli allo sviluppo di rapporti d’amicizia, oltre che di consonanza intellettuale e spirituale. ANNO

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… a spulciar gli archivi e rimescolar le carte della storia, per sapere…

Vocazioni: occhi aperti Questa volta riportiamo solo due frasi brevi, ma che parlano d’un modo d’essere, di uno stile, di una fede professata tra le pieghe del quotidiano. Come due lampi che illuminano l’orizzonte e fanno vedere più lontano di quel che ordinariamente si può.

V

Due frasi brevi,

edo che conviene pigliare le cose con occhi aperti e con molta ponderazione, e poi presto risolvere.

Con gli indugi pare che le vocazioni si dileguino.

ma che parlano d’un modo d’essere, di uno

Padre Angelo TAGLIORETTI, Oblati Missionari di San Carlo, Rho, al Padre MONTI (9 giugno 1882)

stile, di una fede professata tra le pieghe del quoti-

Riutilizzare carta usata

Q

Da ultimo sorvoliamo l’Atlantico fino al BRASILE, a

IN- fece sul retro delle buste o nell’interno. uante minute

gustare la bellezza dell’

FIORATA di FOZ

E quando gli facevo notare che non era da Superiore GeneradomiIGUAÇU, le, chiudeva realizla bocca con un: zata per il Corpus Domini, do-

“anche troppo per chi ha fatto voto di povertà”. menica 2 giugno. (Testimonianza di P. Stanislao PASTORI)

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Lettere alla Redazione I Vostri mess@ggi Email e lettere dal mondo

Scriveteci a quihopostoilcuore@padremonti.org

Il mio Grazie a Padre Monti

Grazie per il puntuale aggiornamento, sempre molto ricco di iniziative e con tanta grazia del Signore. Un cordiale saluto. dGP

Grazie del bollettino, sempre molto gradito, vedo che porta sempre un soffio di Spirito creativo e unitivo! Ti ringrazio di aver messo un richiamo ai bambini della Siria. Mai come adesso mi sento ferita da ciò che sta accadendo in quella regione, affettuosamente e dolorosamente coinvolta nella mia preghiera. Hai ragione quando parli del campetto di calcio... la costruzione della pace potrebbe cominciare proprio da un piccolo sito, come un prato per giocare a pallone! E poi se non doniamo qualcosa noi religiosi, in modo gratuito rischiando anche la perdita di un pò di noi stessi per i giovani, chi lo deve fare? I politici sappiamo che di sicuro non fanno anche se hanno soprattutto loro il compito di preoccuparsi per la società per incarico degli elettori. Grazie anche per il richiamo allo stile di Maria, il bollettino tutto intero media la vicinanza della Madre di Gesù che, con infinita tenerezza, sembra dirci senza interruzione: Fate quello che Egli vi dirà. E grazie anche per il "sorriso delicato e simpatico" delle glossolalie... insomma se volessi commentare il bollettino di questo

mese di ottobre che ho letto di un fiato, ma che esige la rilettura degli articoli densi di spiritualità, verrebbe troppo lungo... lascio agli altri il resto. Nella preghiera reciproca e sotto lo sguardo benedicente di Padre Monti ti saluto.

Penso faccia piacere sottolineare la bella qualità di QPC e un ringraziamento va a tutti coloro che contribuiscono con impegno alla sua costruzione. Come Confratello membro di questa Comunità sento il dovere di ringraziare e di dedicare una preghiera particolare a chi ha realizzato il restauro del nostro grande Crocifisso: dono per P. Aurelio, ma dono anche per noi. GRAZIE. Fratel Rolando Non ho ancora letto tutto, ma ieri avevo quasi le lacrime agli occhi: non ricordavo di aver scritto cosi la storia di Marina... Se penso all’articolo “Giovani disoccupati e soli” (stesso argomento trattato dal Tg1, proprio ieri) ricordo quanta difficoltà anch’io ho sofferto; e prego che tutti i giovani possano trovare una mano tesa ed una occupazione seria... Da parte di tutti ci vuole molta buona volontà

e tante idee per rimettersi in gioco completamente. Ce la possiamo fare, tutti insieme! Lasciami anche dire che la pagina “Glossolalie” è fantastica!

Bello quello che ha detto Papa Francesco ieri! Chi lo sa se la Chiesa/il vaticano riuscirà ad essere più spirituale? Continuo ad incontrare gente che ha lasciato la Chiesa, ma non la fede. La mondanità nella Chiesa distrugge tutte le buone intenzioni; solleva dubbi; stimola gli abbandoni di persone serie, dietro l’indifferenza di molti. Fa male davvero. I più non si accorgono o non vogliono vedere, ma chi pensa di capire qualcosa è scosso e non entra a patti con una Chiesa che chiede "altro", ciò che solo il mondo può chiedere. Stupore, meraviglia, scoraggiamento... sogno una Chiesa libera da sovrastrutture che sappia ritrovare il vero "cuore" della gente e rispondere a dubbi e perplessità.

È proprio bello questo giornalino. Complimenti! Laura

Ho ricevuto anche questo mese la vostra bellissima rivista, dove ci sono tante cose interessanti. Per questo voglio ringraziarvi immensamente. Grazie, dei preziosi spunti. Molte grazie!

Un buon padre Perché io possa essere un buon padre per i miei figli e un buon figlio ancora per la mia anziana madre. Perché possa fare per loro tutto quello che Gesù mi donerà tramite la tua preghiera di intercessione. Perché nel mio cammino io possa diventare sempre più giusto e caritatevole; e questo serva a rendere me ed i miei figli migliori ascoltatori della Parola di Dio e delle parole di quelli che di Dio hanno più bisogno. Per tutto questo ti prego e ti ringrazio, amico mio santo! ANNO

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150 anni di vita consacrata Aleandro, Michele, Mario… così come appaiono in foto. In tre assommano a 150 anni di vita consacrata, un bel patrimonio d’amore per Dio e per i fratelli. Momento tipico di festa familiare, il ricordo della loro prima consacrazione, avvenuta nel lontano 1° ottobre 1963, ha permesso di confermare per un giorno in più, come per tutti i giorni fin qui, una decisione lontana e ancora giovane, vissuta e non ancora stanca, gioita e sofferta e ancora in cammino verso la pienezza. 50 anni di professione religiosa, all’insegna della gratitudine e della fiducia. Nella cappella della casa

P. Aleandro Paritanti, P. Michele Perniola, Fr. Mario Di Leginio festeggiano insieme il 50° di vita consacrata nell’ottobre el 1963. L’alleanza di Dio dà senso provinciale in Piazza Mastai, a Roma, attorno a loro tre si sono raccolti confratelli, familiari e collaboratori. L’alleanza di Dio dà senso alla vita; l’alleanza con Dio

permette di superare anche i cammini di difficile salita, nella certezza dell’amore che Egli ha per ciascuno di noi. In Lui riposano i nostri sogni.

Una testimonianza laica scritta con il cuore di oggi e il senno di poi... Al mio arrivo all’Istituto Padre Monti di Saronno fui subito colpito da una pubblicazione che segna, ancora oggi, il mio cammino quotidiano: “La voglia di farsi santo” di Aleandro Paritanti. Mai avrei immaginato che quella Casa, dove ero giunto dal lontano sud per studiare, sarebbe diventata la mia dimora per tanti anni, la mia scuola di carità e di spiritualità. Alcuni anni dopo sentii il bisogno della cresima e lo feci consacrandomi al carisma di carità del Beato Luigi Monti e di povertà di San Francesco. Ebbi l’onore di partecipare alla beatificazione di Padre Monti e di collaborare poi alla promozione del suo carisma. Tutt’oggi, anche se lontano dal Santuario del Beato Monti di Saronno, sento rinnovarsi ogni giorno quella promessa, seppure in ambito laico. Grazie di cuore al mio maestro di Carità, Padre Aleandro, che ci ha insegnato a ricercare la perfezione di Dio e l’Amore della Madre Immacolata nelle cose quotidiane –anche nelle asperità— per “fare straordinariamente bene le cose di ogni giorno”, come insegnatoci da Padre Monti. Grazie a Fr. Mario che, con la sua ‘delicatezza’, ci ha insegnato a rispettare nell’intimo ogn’uno e ciascuno. Grazie a tutti i fratelli montiani per il loro carisma. Grazie agli Amici di Padre Monti che, con la loro testimonianza, contribuiscono a rendere ancora più santo il luogo dove Padre Monti, i suoi figli spirituali e tutti noi laici (poveri della ns. umanità), cresciuti in questa palestra di Carità, abbiamo posto il cuore. R.M. ANNO

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alla vita e permette di superare anche i cammini di difficile salita.


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Riconoscere

Vocazioni

Rubrica a cura dei Cercatori di Dio

Decisi di cercare il Dio che ama e che rende felici. La Porta di Dio, e non la porta d’albergo, è stata quella che mi ha portato a vivere la vita come dono incommensurabile.

La porta di Dio: dall’albergo al convento I miei genitori erano proprietari del più grande albergo a quattro stelle della mia grande città. Dalla mia infanzia ho visto la gente che entrava ed usciva da quella porta, che l’usciere apriva con grazia e lentezza, educatamente e puntualmente salutando. Ricordo visi e frammenti di storie ed anche qualche caramella per farmi stare buona…. Sì, potevo dire che non me la passavo male: i miei genitori erano ricchi e avevano intenzione di passarmi la proprietà dell’albergo. Figlia unica e tanto amata. Io ci avevo fatto l’abitudine, ma dentro non mi sentivo contenta e non sapevo perché. All’Università mi misi a studiare lettere e non economia. Prima grande delusione. Invece di stare con un ragazzo mi trattenevo in Chiesa a pregare. Seconda grande delusione. Alla fine dell’Università decisi di entrare in Convento. Terza grande delusione, per dei genitori che contavano solo su di me. Prima di partire, donai tutti i miei bei vestiti e gioielli alle compagne di università ed alle amiche. Fu un gesto per me automatico, ma che per molte di esse divenne fonte di riflessione e magari di un ritorno a Dio, nella preghiera silenziosa. Non di un ritorno in chiesa, ma di un ritorno con il pensiero a Dio: quel Dio tanto criticato che in fondo donava ciò che più si era desiderato: un vestito firmato, un profumo importante, un gioiello di valore… Dopo, nella mia preghiera in convento, ho molto pensato a ciò che è eterno o effimero. Non posso e non voglio giudicare, ma io avevo posto la mia scala di valori altrove. Avrei tanto desiderato che quella gente avesse un po’

di luce, per capire che non si trattava d’un nuovo modo per mettermi in mostra, ma per alleggerirmi del peso delle cose, per trovare veramente Dio. Il Dio che ama e che rende felici. Il convento era situato in un grande palazzo vicino al Vaticano. Con le sue grandi scalinate, mi ricordava il mio albergo. Quelle stanze singole allineate, anche se spartanamente accessoriate, mi ricordavano il mio albergo. Eppure ero lì, per un motivo ben diverso ed il convento non era un albergo. Era la casa dove Dio aveva il primo posto. Quelle consorelle non erano come le ospiti

visto anche chi il convento l’ha vissuto come un albergo; ma poi, dopo un periodo più o meno breve, quella gente se ne è andata… Il convento mi ha insegnato che la “Porta di Dio” non è come quella dell’albergo. Anche quando tutti i rimorsi e le domande ti prendono dentro, la preghiera riporta in alto, ad un Dio che non abbandona mai e che non tratta come un albergatore. La mia preghiera più forte e sentita, soprattutto all’inizio, era “il bene è più forte del male”, ripetuta incessantemente, per ore, per giorni, per mesi… Ho combattuto contro

dell’albergo, che entravano/uscivano senza lasciare traccia. Stare lì era una ferita al mio orgoglio, alla mia vita d’alta società, ai miei “altri” progetti. Erano i superiori a decidere tutto per tutti. Non fu facile abituarmi. A distanza di tanti anni, tornando indietro con il mio pensiero, oggi so che non ho mai avuto dubbi. Era quello che volevo. Anche se contrastava radicalmente con la volontà dei miei genitori. Quella porta dell’albergo che si apriva e si chiudeva, l’ho vissuta anche qui. All’inizio ho

me stessa, contro il mondo, contro il male. E non è stato per niente facile. Lontana dai miei affetti, dal mio albergo, dalle cose che possedevo. Oggi, dopo 40 anni di Professione, so che è stata la decisione più giusta da prendere. La Porta di Dio, e non la porta d’albergo, è stata quella che mi ha portato a vivere la vita come dono incommensurabile. Il molto che ho lasciato non ha paragone con la ricchezza interiore che ho trovato.

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Soltanto insieme possiamo credere “La trasmissione della fede, che brilla per tutti gli uomini di tutti i luoghi, passa anche attraverso l’asse del tempo, di generazione in generazione. Poiché la fede nasce da un incontro che accade nella storia e illumina il nostro cammino nel tempo, essa si deve trasmettere lungo i secoli. È attraverso una catena ininterrotta di testimonianze che arriva a noi il volto di Gesù. Come è possibile questo? Come essere sicuri di attingere al "vero Gesù", attraverso i secoli? Se l’uomo fosse un individuo isolato, se volessimo partire soltanto dall’"io" individuale, che vuole trovare in sé la sicurezza della sua conoscenza, questa certezza sarebbe impossibile. Non posso vedere da me stesso quello che è accaduto in un’epoca così distante da me. Non è questo, tuttavia, l’unico modo in cui l’uomo conosce. La persona vive sempre in relazione. Viene da altri, appartiene ad altri, la sua vita si fa più grande nell’incontro con altri. E anche la propria conoscenza, la stessa coscienza di sé, è di tipo relazionale, ed è legata ad altri che ci hanno preceduto: in primo luogo i nostri genitori, che ci hanno dato la vita e il nome. Il linguaggio stesso, le parole con cui interpretiamo la nostra vita e la nostra realtà, ci arriva attraverso altri, preservato nella memoria viva di altri. La conoscenza di noi stessi è possibile solo quando partecipiamo a una memoria più grande. Avviene così anche nella fede, che porta a pienezza il modo umano di comprendere. Il passato della fede, quell’atto di amore di Gesù che ha generato nel mondo una nuova vita, ci arriva nella memoria di altri, dei testimoni, conservato vivo in quel soggetto unico di memoria che è la Chiesa. La Chiesa è una Madre che ci insegna a parlare il linguaggio della fede. San Giovanni ha insistito su quest’aspetto nel suo Vangelo, unendo assieme fede e memoria, e associando

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L’ANNO DELLA FEDE, aperto da Benedetto XVI il giorno 11 ottobre 2012, si conclude il 24 novembre prossimo. Anche noi, con questo numero, chiudiamo la Rubrica NELLE MANI DI UN AMORE PIÙ GRANDE, che ci ha accompagnato durante questo anno. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a portarla avanti.

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Nelle mani di un Amore più grande

ANNO DELLA FEDE (11 ottobre 2012 – 24 novembre 2013)

LETTERA ENCICLICA ambedue all’azione dello Spirito Santo che, come dice Gesù, «vi ricorderà tutto» (Gv 14,26). L’Amore che è lo Spirito, e che dimora nella Chiesa, mantiene uniti tra di loro tutti i tempi e ci rende contemporanei di Gesù, diventando così la guida del nostro camminare nella fede. È impossibile credere da soli. La fede non è solo un’opzione individuale che avviene nell’interiorità del credente, non è rapporto isolato tra l’"io" del fedele e il "Tu" divino, tra il soggetto autonomo e Dio. Essa si apre, per sua natura, al "noi", avviene sempre all’interno della comunione della Chiesa. La forma dialogata del Credo, usata nella liturgia battesimale, ce lo ricorda. Il credere si esprime come risposta a un invito, ad una parola che deve essere ascoltata e non procede da me, e per questo si inserisce all’interno di un dialogo, non può essere una mera con19

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fessione che nasce dal singolo. È possibile rispondere in prima persona, "credo", solo perché si appartiene a una comunione grande, solo perché si dice anche "crediamo". Questa apertura al "noi" ecclesiale avviene secondo l’apertura propria dell’amore di Dio, che non è solo rapporto tra Padre e Figlio, tra "io" e "tu", ma nello Spirito è anche un "noi", una comunione di persone. Ecco perché chi crede non è mai solo, e perché la fede tende a diffondersi, ad invitare altri alla sua gioia. Chi riceve la fede scopre che gli spazi del suo "io" si allargano, e si generano in lui nuove relazioni che arricchiscono la vita. Tertulliano l’ha espresso con efficacia parlando del catecumeno, che "dopo il lavacro della nuova nascita" è accolto nella casa della Madre per stendere le mani e pregare, insieme ai fratelli, il Padre nostro, come accolto in una nuova famiglia. (LF 38-39)

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LUMEN FIDEI DEL SOMMO PONTEFICE FRANCESCO

AI VESCOVI AI PRESBITERI E AI DIACONI ALLE PERSONE CONSACRAT E E A TUTTI I FEDELI LAICI SULLA FEDE


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Necessità di uno scatto Anno Mariano 2013-2014 C’è bisogno di uno slancio di purificazione, poiché un’inerzia autoreferenziale e una competizione tutta mondana ha fatto svanire la fede. Anche noi, Figli dell’Im-macolata Madre, anche noi abbiamo il compito carismatico di vivere una relazione tanto profonda con la Madonna da essere esecutori del testamento di Gesù.

Deposizione di Gesù sulle ginocchia di sua madre Maria. Quadro custodito presso la Casa generale CFIC (Roma, Italia)

Che ci sia bisogno di uno slancio di purificazione è chiaro, poiché un’inerzia autoreferenziale e una competizione tutta mondana ha fatto svanire la fede. La mancanza di fede ha prodotto un tasso di nervosismo del rendimento, di angoscia della perdita, di litigiosità permanente, che ci hanno letteralmente stremati. Queste pennellate di sociologia ecclesiale le prendo dal teologo Pierangelo Sequeri, per trasferirne la portata dalla Chiesa alla nostra Congregazione. Anche papa Francesco riconoscendo una diffusa “mondanità spirituale” non ha esitato a parlare di “clericalismo ipocrita” e di “cristiani da salotto” fino ad affermare che senza il sale di Gesù siamo “cristiani da museo”. Ciò significa, per noi, riscoprire nella spiritualità mariana il contributo più vero che possiamo dare alla Chiesa di oggi in questa delicata fase di transizione. Maria è colei che crede con intelligenza e amore. I brani evangelici dell’annunciazione e delle nozze di Cana sono esemplari di questa attitudine mariana ad una fede responsabile, non priva di domande, obbediente nell’azione, avvolgente nel suo calore tutto umano, capace di anticipare l’altro in una relazionalità concepita come dono. La laicalità dello stile mariano è spiazzante: mai il prevalere dei ruoli sui rapporti, mai impone una religiosità intransigente, sempre ha il volto della misericordia e, ovunque, la vedi scentrare da sé il riferimento ultimo. Ben altro, rispetto a certi diffusi comportamenti dal protagonismo spinto fino all’individualismo, dall’autocentrata imposiANNO

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zione della propria storia. Tutt’altro: la fede di Maria è sentimento ed emozione, è presenza silente, azione risolutiva, generosità capace di generare di generazione in generazione. Partecipando alla passione del Figlio, Maria vive la dinamica civile e religiosa dell’esserci nella storia: non fugge, sa di non potersi opporre, ma c’è e fa compagnia. C’è prima, durante e dopo. Quando si prepara, quando si sopporta, quando si ricomincia. Sotto la croce, dentro il Cenacolo. Lungo i secoli. Con questo stile il suo ruolo assume nella Chiesa “statu nascenti” una centralità che gli viene riconosciuta anche se non ha carattere ministeriale. Questa è la profezia della dimensione laicale. Più l’istituzione si allontanerà da lei, più si allontanerà dal proprio carisma e dalla propria missione. Anche nel momento più oscuro Maria è con noi per consolarci. Ci tiene sulle ginocchia. A lei siamo stati affidati da Gesù morente sulla croce e Lui ci ha affidato sua madre Maria. L’apostolo Giovanni la prende nella sua casa, tra le sue cose, nella sua sfera di azione. Anche noi, figli dell’immacolata Madre, anche noi abbiamo il compito carismatico di vivere una relazione tanto profonda con la Madonna da essere esecutori del testamento di Gesù.

Fratel RUGGERO VALENTINI (estratto dalla Lettera di Indizione dell’Anno Mariano. Częstochowa, Polonia. 1 giugno 2013)

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Cristo non è più sul golgota è sepolto, ancora una volta, con mille e mille occhi sbarrati, con gole riarse di sale, i corpi straziati e violati sott’acqua: a due miglia da una terra promessa! e dio dal cielo guarda. impotente. muto. lontano. non salva gli oppressi. non fulmina gli oppressori. può solo prestare la sua voce a uomini che urlano: vergogna! si squarcia il velo sgualcito e liso del tempio. ma la terra non trema per un cataclisma che ribolle nelle viscere, ma non ha la forza di emergere, quasi fosse sempre spento l’ardore del fuoco presente in una coperta bruciata, per chiedere aiuto da un barcone impazzito: così da sembrare l’unica colpa imputabile all’imprudenza di sprovveduti disperati o rassegnati al peggio! lo lascia intendere l’ennesimo necrologio pronunciato, con enfasi, da chi, intanto, cancella dalla lista tanti nomi impronunciabili di gente che almeno non è più da mantenere, come mangiatori di pane a ufo… o da sociologi, il cui rimpianto sembra essere, insieme alla denatalità locale, per tante vite giovani “forza lavoro”. necessarie (malgrado tutto!) per riequilibrare un popolo, incapace di meticciarsi, ma sempre più vecchio nel nostro paese. i semplici pescatori di corpi morti, non vogliono un premio nobel per la loro pietà, ma denunciano i venditori di armi, i nemici della pace presenti ovunque. ANNO

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forse è a loro e a noi vivi che dio presta la sua voce, necessariamente neutrale. lui ci ha dato mani da usare, non per discolparci lavandole come “sempre presenti pilati” e allora i morti risorgeranno come cristo. nel regno promesso più sicuro della spiaggia ove giacciono , misericordiosamente coperti da cerate, dagli abitanti generosi dell’isola di lampedusa. (SIL)

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La Giovinezza dei vecchi Cristo è sepolto, ancora una volta, con mille e mille occhi sbarrati, con gole riarse di sale, i corpi straziati e violati ott’acqua: a due miglia da una terra promessa! I pescatori di corpi morti, non vogliono un premio nobel per la loro pietà, ma denunciano i venditori di armi, i nemici della pace presenti ovunque.


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La Nostra Chiesa nonni Da circa un anno e mezzo esiste in città una Commissione Battesimale che si occupa d’accogliere e accompagnare le famiglie delle varie Parrocchie che richiedono il Battesimo per il loro bambino. L’Equipe vuole raggiungere sempre più famiglie che vivono questo Sacramento, soprattutto quelle che per ragioni diversi negli anni si sono allontanate dalla realtà cristiana. Siamo solo all’inizio di questa grande e bella avventura. Confidiamo molto nella creatività umana e nella voglia di costruire insieme qualcosa di nuovo e di bello per le famiglie di oggi.

Prestare massima attenzione alla vita dei bambini Da circa un anno e mezzo esiste in città una Commissione Battesimale che si occupa d’accogliere e accompagnare le famiglie delle varie Parrocchie che richiedono il Battesimo per il loro bambino. Questa Equipe nasce con il desiderio di fare un passo importante insieme come comunità pastorale sulla tematica del Battesimo, nell’ottica di raggiungere sempre più famiglie che vivono questo Sacramento, soprattutto quelle che per ragioni diversi negli anni si sono allontanate dalla realtà cristiana. Il tempo che trascorre tra questo primo sacramento e l’iscrizione al catechismo è lungo, 7 anni circa, e sia per i genitori che per il bambino si tratta di un tempo di crescita, di formazione, di grandi cambiamenti, conquiste e scoperte. E c c o perché è nata l’idea di organizzare degli incontri POST battesimali coinvolgendo i bambini da 1 a 6 anni. In alcune parrocchie della città si sono già organizzati incontri sperimentali di questo genere, ma con la nascita dell’équipe si è pensato di organizzare un incontro cittadino con la collaborazione di tutte le parrocchie. Il primo incontro si è tenuto nel maggio di quest’anno presso l’Istituto Padre Monti e con l’occasione di fare festa alle mam-

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me, i bambini da 1 a 6 anni hanno festeggiato le loro mamme in un momento di condivisione e una merenda speciale. Il secondo incontro si è tenuto invece pochi giorni fa, il 13 ottobre, presso il Salone Parrocchiale della San Pietro e Paolo, ed i bambini tra i 3 ed i 6 anni, hanno festeggiato i nonni: il tema centrale era quello degli angeli custodi. Nella foto allegata, Federica racconta una storia ai bambini dove un Angelo Custode (interpretato da me) salva la vita di Lorenzo, un bimbo vivace che, attratto da un cagnolino, sta per finire in mezzo alla strada… l’incontro si è concluso con un bel canto e una ricca merenda! Siamo solo all’inizio di questa grande e bella avventura… Sentiamo che la Chiesa Italiana nel documento "Educare alla vita buona del Vangelo" e la Diocesi ci chiedono con forza di prestare massima attenzione a questo delicato periodo della vita dei bambini e delle famiglie e con il sostengo dello Spirito del Signore confidiamo molto nella creatività umana e nella voglia di costruire insieme qualcosa di nuovo e di bello per le famiglie di oggi. Il prossimo appuntamento? La festa della vita nella prima domenica di febbraio… per i bimbi più piccoli da 0 a 3 anni! Vi terremo aggiornati sui prossimi appuntamenti! Laura, Equipe Battesimale

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Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno nel Cuore della Carità Montiana

Orario delle Celebrazioni del Santuario GIORNI FERIALI 6.30 7.00 9.00 18.50

Lodi del Mattino (lunedì in cripta) Santa Messa (lunedì in cripta) Santa Messa Rosario e Vespro

TUTTI I GIOVEDI’

18.30

Adorazione Eucaristica per le Vocazioni

DOMENICA E FESTIVI 8.30 Lodi del Mattino 9.00 Santa Messa 19.00 Santa Messa SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong

QUI HO POSTO IL CUORE Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione Hanno collaborato per questo numero: Aurelio Mozzetta, FG, pfs, Marco Perfetti, Emmanuel Mvomo, CFIC Brasil, SIL, I cercatori di Dio, R.M., Ruggero Valentini, Laura Aceto, Raffaele Mugione www.padremonti.org

Direzione: Via San Giacomo, 5 21047 – Saronno (VA) : 02 96 702 105 : 02 96 703 437 e-mail:

quihopostoilcuore@padremonti.org sito web: www.padremonti.org (Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è realizzato da volontari)


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