Qui ho posto il cuore giugno 2014

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Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo!

Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti Anno III n. 26 - GIUGNO 2014 D A T A

SOMMARIO: Editoriale

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Il mio grazie a

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Padre Monti Luigi M. Monti 3 e dintorni Una preghiera 4 per… Preghiere per

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le vocazioni Con Maria,

5

come Maria Parole mon-

5

tiane Glossolalie

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Vita di Fami-

7-8

glia Forse non

9

tutti sapevate Parole di fuo-

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co I Vostri mes-

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saggi La Porta aper- 11 ta Riconoscere

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vocazioni Tracce per

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una lettera da Saronno Anno mariano 14 CFIC La Giovinezza dei vecchi

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Come nudi soldati

di E ’ L

(di pulcini, tigri e varie scimmie)

e ial r to

di Aurelio Mozzetta

Quando il Signore Gesù invia i suoi discepoli in missione, chiede loro - come racconta il decimo capitolo di Matteo - di non sovraccaricarsi di bagagli, anzi di non avere niente in tasca e ben poco addosso: né oro né soldi né valigie né vestiti né scarpe né bastoni. Poveri al punto da dipendere dalla generosità di chi li riceve, deboli come pecore e disarmati di fronte alla violenza dei lupi rapaci. Apostoli svuotati di sicurezze. Praticamente nudi. Al più, affidati al buon cuore del mondo: se vi accolgono restate, se non vi accolgono andate via! Avesse insegnato loro raffinate strategie di marketing, tecniche di mantenimento, processi di mercato e potenti dinamiche di sviluppo, possiamo star certi che la Chiesa sarebbe scomparsa già da secoli. Si tratta di una verità semplice e sconcertante. Quello che ci mettiamo addosso, e che con orgoglio sbandieriamo, genera violenza e distruzione: nome, nazionalità, religione, politica, appartenenza, uniforme, titoli, pretese, ruoli, incarichi… È stato scritto che se i soldati fossero mandati nudi sui campi di battaglia, non ci sarebbero più guerre (Alphonse Allais). Chi aspira ad essere “qualcuno” e non ha scrupoli, fa di tutto per arrivare in alto. C’è gente che per anni gravita attorno a qualche polo d’attrazione ad inseguire sogni di carriera, scodinzolando come cagnolini dietro seggi, toghe e

tonache. Ci sono pulcini - dice mestamente il mio amico D - che una volta cresciuti e diventati galli ritengono che il sole si levi ogni mattina per sentirli cantare. Non si può non provare tanta pena per essi e... per tutti noi. Infatti, il dramma nella Chiesa e nella società civile arriva quando qualcuna di queste non-figure riesce davvero a ricoprire un ruolo di responsabilità. Allora sì, c’è da avere paura! Il tempo della crisi è particolarmente propizio all’attivarsi di processi involutivi. Come l’amico R ama citare, quando il vecchio è morto e il nuovo ancor non sorge, è proprio allora che si generano mostri. E i mostri sono come scimmie che si atteggiano a tigri quando - beninteso! - le tigri non sono nei paraggi; ma sempre scimmie rimangono. Tutti i bunga-bunga system non sono altro che ripetute iniezioni di cellule cancerogene nel tessuto vivo della società. Sono pericolosi e mortali. Allettano il basso ventre, svuotano il cervello e inaridiscono l’animo, riconsegnando alla società solo scheletri: pretese culture del nulla e vuoto delle coscienze, dove a bell’agio il furbo di turno può piazzare i suoi “prodotti”. Ideali e sogni che non siano supportati da lavoro duro e continuativo, restano solo bolle d'aria. Anche nella Chiesa. Anche quando si parte in missione. Segue a pag. 2

SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA)  02 96 702 105  02 96 703 437

e-mail: santuario@padremonti.org sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892 Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0 presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA – Filiale di SARONNO Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe


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Il mio Grazie a Padre Monti

>>> segue dalla prima pagina

Guarda la mia strada Ti ho trovato come per caso. Ora sono qui. Sii accanto a me nelle difficili scelte di questi giorni. Per la pienezza di vita che ci dona il Risorto, soccorri la pochezza mia e aiutami a fare la volontà di Dio sempre, come hai fatto tu. Guarda la strada che percorro e dammi la possibilità di fare tutto il bene che non ho potuto compiere fin qui. Accogli il grazie di questa mia povera preghiera e portalo davanti alla Madre Immacolata. (Sonia)

Come nudi soldati (di pulcini, tigri e varie scimmie) Soltanto i profeti sono rivoluzionari veri; ma il profeta è inviato da Dio e parla in nome di Lui, non si elegge da se stesso. Anche perché non è per nulla conveniente farlo, dato che i profeti sono destinati al martirio, come Cristo alla croce: chiamati a pagare sulla propria pelle, con il proprio sangue, e soprattutto con il “sì” di ogni giorno, nella trasparenza, nella fedeltà, nella fede, nella speranza... Quello che da profeta si dice deve esser incarnato nella vita. Se così non è, ricadiamo nella categoria dei ciarlatani e degli approfittatori, che parlano parlano parla-

no e urlano e criticano e lanciano minacce e anatemi, ma essi non muovono neppure un dito per essere e fare quel che pretendono dagli altri... D’altra parte, è vero che dalle parole all'azione c'è di mezzo un'infinità di variabili, che possono anche inceppare il processo di attuazione; ma questo non può mai costituire alibi al non essere e al non fare! Se poi il popolo è duro di testa, ci pensa lo Spirito a scompigliar le carte e mandare tutto per aria.

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Francesco ne è un esempio, in un tempo di bassezze e corruzioni generalizzate; ma lo stesso è (con tutte le differenze del caso) per Agostino, Benedetto, Ignazio, Domenico, Caterina, Teresa, Vincenzo de Paoli, Angela Merici, Lasalle, don Bosco, Padre Monti e giù giù fino agli uomini sani e santi di oggi. Ad ogni tempo lo Spirito dona profeti (e martiri) necessari al vivere nel presente e alla costruzione del futuro. Essi non sono mai armati.

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Terziari si, terziari no Che confusione Il giorno 6 maggio 1858 è la data del nuovo percorso di Luigi Monti verso la fondazione della Congregazione dei Figli di Maria Immacolata. Cipriano Pezzini è stato scacciato in quel giorno ritornerà all’ospedale Santo Spirito solo per morirci nel 1861. Luigi Monti è solo. Da questa data del 1858, passo dopo passo, fra innumerevoli difficoltà, quest’uomo riuscirà a

dopo il Pezzini, quel padre Giovanbattista da Genova che ai suoi occhi sembrava il maggior sobillatore. Nello stesso tempo diminuiva il potere dei frati Cappuccini. In effetti, si creò un momento di stallo. Luigi, comprende la gelosia fra loro ed interviene: io e i miei compagni, non siamo una creatura propria dell’Ospedale Santo Spirito, siamo il frutto della libera scelta

inserire nella galassia delle stelle di Cristo anche questa sua opera. Luigi si accorge, con maggiore lucidità del Pezzini, cosa stesse “ronzando” sopra la loro testa. Il nuovo Commendatore, Mons. Narducci, voleva avere il potere assoluto su di loro, ma si trovava davanti il grosso ostacolo dei Frati Cappuccini che rivendicavano lo steso diritto. Come prima mossa, il Narducci fece cacciare,

di dedicare la vita agli ammalati, che si trovano in tutti gli ospedali del mondo. I Frati Cappuccini sono la nostra guida spirituale, perché al momento siamo sprovvisti di sacerdoti. Il risultato: sul Monti si scaricheranno tutte le antipatie del commendatore Narducci, e successivamente quelle del successore Mons. Fiorani, più i sospetti dei Cappuccini; vedremo. Luigi si rende conto

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che deve appoggiarsi ai frati Cappuccini. Il suo gruppo è ancora troppo fragile per poter tentare proprie avventure. I padri Cappuccini, a loro volta, faticano a capire che questo stare su due fronti - contro il commendatore e nella gestione di giovani che non sono veramente terziari francescani non porterà a nulla di buono per loro, ma non si può andare contro i piani di Dio. Questi vuole una nuova Congregazione, dedita all’assistenza ai malati, ai più deboli, in modo specifico e professionale. San Francesco, viceversa, propose ai “fratelli e sorelle della penitenza” il proposito di vivere onestamente nelle proprie case, esercitando opere di carità, allontanandosi dalla mentalità del mondo. Le due forme si possono sovrapporre, ma per dedicarsi in modo esclusivo agli ammalati occorrono altri contributi spirituali e professionali. Sono inoltre necessari i voti di povertà, castità e obbedienza, che non rientrano nella prospettiva dei Terziari. Che confusione. Non temere. Marco

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Luigi Maria e dintorni Il 6 maggio 1858 è la data del nuovo percorso di Luigi Monti verso la fondazione della Congregazione dei Figli di Maria Immacolata. Cipriano Pezzini è stato scacciato in quel giorno ritornerà all’ospedale Santo Spirito solo per morirci nel 1861. Luigi Monti è solo. Da questa data del 1858, passo dopo passo, fra innumerevoli difficoltà, quest’uomo riuscirà a inserire nella galassia delle stelle di Cristo anche questa sua opera.

La Tomba del Beato Monti nella Cripta del Santuario di Saronno


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Preghiera per le vocazioni

Donaci padri che aprano strade Dacci, Signore, santi papà!, che sappiano attingere al tuo essere Padre, che non fuggano davanti alla responsabilità, che sappiano credere in se stessi, per dare forza e sostegno ai propri figli. Dacci papà che sappiano mischiare forza e dolcezza, che sappiano giocare con i figli. Dacci papà che non blocchino i figli nel loro cammino, ma diano loro sicurezza per ciò che già vi è, e fiducia per esplorare vie nuove. Donaci padri che aprano la strada: una strada buona, sana, di impegno, di bene costruttivo, e su quella strada pongano i figli, ed insegnino loro a non giudicarla troppo faticosa, perché anche “papà l’ha già percorsa”. Donaci la forza creativa di un padre, che incoraggi a proseguire il cammino, anche se oscuro, e ci insegni a dire: ne vale la pena. PENELOPE PITTI

Una preghiera per...

“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti

PER I GIOVANI: - per Sebastian, figlio di Marco e Manola, nato il 4 maggio. Un augurio da tutti noi. Benvenuto! - per Giulia e per le giovani donne che come lei si trovano a dover anteporre la razionalità, là dove il cuore, si dice sia il monarca assoluto. Per lei e per loro, che dopo il superamento di mille dubbi, si trovano ad essere vittime di chi non sa distinguere tra “volere” e “volere bene”. - per Marc Charles, seminarista, nel suo cammino di preparazione al sacerdozio.

PER GLI AMMALATI: il beato Monti interceda per loro: - Alejandra Rios, tiene 32 años y hace 5 días le diagnosticaron cáncer de páncreas en estadio terminal con metástasis.

Tiene un hijito que es su - per Paola, operata per fortaleza para continuar esta un nodulo sospetto al seno. lucha… te la encomiendo a tus - per tutte le vittime delle oraciones, esto solo queda en manos de Dios, a la medicina guerre dimenticate, soltanto viste in televisione. La soffeno le queda mucho x hacer. renza di milioni di oppressi - Ombretta, giovane donna da logiche di potere e sfrutdi 38 anni e mamma di un tamento cambi il cuore di chi bambino piccolo, che in segui- ha la responsabilità delle to a un gravissimo infortunio decisioni. sul lavoro rischia la paralisi totale alle gambe. PER I DEFUNTI: - Marianna, 42 anni, in fin - per l’amico ANDREA, di vita per tumore: “una perso- morto il 26 aprile scorso a na eccezionale per come com- Carrara. batte contro il male che ha invaso il suo corpo”. - Lucia, che ha già passato un tumore al seno ed oggi lotta contro un secondo brutto tumore alle ossa, che di se stessa dice: “mi sento tanto coccolata dal Signore”…

PER CHI SOFFRE: - per Sharon, 13 anni, per un sospetto tumore all’occhio. Padre Monti ti liberi e ti protegga. Noi preghiamo intensamente per te. Forza!!!

Inviateci le vs. intenzioni di preghiera a: A NNO

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Con Maria, come

Un santo mariano Roma è, da molti secoli, identificata con la persona del Papa.

confidente, paterna, magistrale, rivolta a tutti, grandi e piccoli.

Sicuramente lo è stata ancora di più per 27 anni con il Papa Giovanni Paolo II, considerando la semplicità che egli esprimeva nella comunicazione e nei rapporti, la sua precisione, il suo affetto per i giovani, la sua devozione mariana, la sua fede.

In ben settanta catechesi, San Giovanni Paolo ha offerto preziosi insegnamenti sulla Madre Immacolata, mentre egli stesso in prima persona rivolgeva lo sguardo contemplativo verso la Beata Vergine, Colei che ha perfettamente realizzato la santità della Chiesa e ne costituisce il modello.

Dall’impegno ad essere Totus Tuus, il SANTO Padre aveva fissato tutto di sè su Cristo per Maria, segnando così la propria vita ed il proprio ministero pietrino. Era il suo modo d’essere e d’agire; e davvero non ha mancato di trasmetterlo nelle encicliche, nelle esortazioni apostoliche e gli altri atti di magistero. Anche nei viaggi, nelle udienze del mercoledì e negli Angelus della domenica, egli trovava sempre occasione per offrire ai pellegrini e agli altri fedeli la possibilità d’ascolto di una voce semplice, amicale,

In tal modo, egli regalò alla Chiesa un vademecum prezioso per conoscere, amare ed imitare la TEOTOKOS. Dal 7 settembre 1995 al 13 novembre 1997, il SANTO Padre aveva offerto alla cristianità un’organica e completa catechesi mariana, a disposizione di tutti i fedeli per lo studio, la meditazione, la preghiera e l’approfondimento. Percorrendo la vita, le virtù, la santità e le verità della Madre di Dio, il SANTO Padre ogni volta esortava i cristiani ad

essere nel mondo veri profeti della speranza che non delude. Che la sua intercessione e quella della Madre Immacolata ci aiutino ad essere noi stessi profeti di speranza.

Dall’impegno ad essere Totus Tuus, il SANTO Padre Giovanni Paolo II aveva fissato tutto di sè su Cristo per Maria, segnando così la propria vita ed il proprio ministero pietrino.

SANTO SUBITO! Sì. Subito è stato per volontà della Madre e di Dio Altissimo! SALUTO IL SANTO! P. Emmanuel Mvomo

Non vorrà abbandonarci Certo che per noi sarà una crisi un poco dura, ma Iddio non vorrà abbandonarci, così Maria SS.ma proteggerà i suoi figli, nonché San Giuseppe non vorrà fare brutta figura. Anzi sarà il momento di dimostrare la sua generosità e l’affetto di Padre. A tale necessità facciamo oltre la Novena della Natività, un Triduo all’Immacolata nostra Madre, interessando S. Giuseppe. Quindi prego ancora V.R. a raccomandarci nella S. Messa. (BLM, Lettera a Don Giuseppe Rossi, Roma 26 agosto 1889)

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Le Parole montiane


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Dalle Comunità di Padre Monti nel mondo

¿Por qué Jesús dobló la servilleta ? Esta es una historia que puedo asegurar que nunca he visto circular en los mensajes de correo electrónico, por lo que decido contarla. Si te toca el corazón, es posible que desees reenviarla. ¿Por qué Jesús dobla el sudario de lino después de su resurrección ? Nunca me di cuenta de esto... El Evangelio de Juan (20:7) nos dice que el sudario, que se le colocó sobre el rostro a Jesús, no sólo estaba echado a un lado junto con las vendas. La Biblia dedica un verso entero para decirnos que el sudario fue bien doblado, y que se colocó en un lugar aparte (quizás en donde estuvo tendido). El domingo por la mañana, cuando todavía estaba obscuro, María Magdalena fue al sepulcro y encontró que la piedra había sido removida de la entrada. Ella corrió y encontró a Simón Pedro y al otro discípulo, a quien Jesús amaba. Ella dijo: "Se han llevado el cuerpo del Señor del sepulcro, y no sabemos dónde lo han puesto!" Pedro y el otro discípulo corrieron a la tumba para ver. El otro discípulo corrió y llegó antes que Pedro. Se detuvo, miró dentro del sepulcro y vió las vendas en el suelo, pero no entró. Luego llegó Simón Pedro y entró. También notó las vendas en el suelo, mientras que la tela que había cubierto la cara de Jesús estaba doblada y situada a un lado. ¿Era importante eso? ¡Por supuesto! ¿Es realmente importante? ¡Claro que Sí! Para comprender el significado de la servilleta doblada, hay que entender un poco acerca de la tradición hebrea en esos días. La servilleta doblada tenía que ver con el Maestro y el Siervo, y cada niño judío conocía esta tradición. Cuando el siervo ponía la mesa de la cena para el maestro, se aseguraba de ponerla exactamente de la manera en que el maestro quería. La mesa estaba decorada a la perfección, y luego el criado iba a esperar fuera de la vista, hasta que el maestro había terminado de comer. El siervo no se atrevía a tocar la mesa, hasta que el maestro hubiera terminado. Ahora bien, si el maestro había terminado de comer, se levantaba de la mesa, se limpiaba los dedos, la boca, y la barba, y hacía un nudo la servilleta y la lanzaba sobre la mesa. El siervo entonces sabía que era el momento para limpiar la mesa. Porque en aquellos días, la servilleta arrugada quería decir, "he terminado". Pero si el maestro se levantaba de la mesa, doblaba la servilleta y la ponía junto a su plato, el siervo no se atrevería a tocar la mesa, porque... La servilleta doblada significaba... "¡Volveré!". (a cura di Hno Miguel Grosso)

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Un libro sospeso UN LIBRO SOSPESO… Come si fa nei bar di Napoli con il CAFFÈ sospeso, così abbiamo voluto riproporre nella Libreria In Chiostro: compri un libro per te, ne compi un altro e lo lasci al gestore, da donare a qualcuno in specifico oppure a chiunque entri in negozio dopo di te. Regaliamo cultura, diffondiamo “cibo buono” che faccia bene a chi lo gusta.

Pastorale della Salute - Attestato Lo ha ottenuto il nostro Padre ROY, dopo aver frequentato il Biennio presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano. L’impegno pastorale di Padre Roy come cappellano presso l’Ospedale Civile di Saronno è ampiamente apprezzato.

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Vita di famiglia

L’annuale Giornata delle Associazioni si è celebrata a Saronno domenica 11 maggio, con la tradizionale Sfilata storica. Quest’anno il

Gli amici di Padre Monti alla Giornata delle Associazioni L’annuale Giornata delle Associazioni si è celebrata a Saronno domenica 11 maggio, con la tradizionale Sfilata storica. Quest’anno il tema da illustrare riguardava la vita sociale degli Anni Dieci (fine Ottocento - prima decade Novecento). Le signore dell’APM hanno voluto riprodurre un Atelier di Moda, progetto che ha ottenuto uno dei primi tre premi in palio. La scena vede le modiste Gianna e Anna, con le clienti Rita e Mariangela, che presentano il proprio lavoro, con l'intento di rievocarne la memoria e promuovere il prodotto italiano. L'idea parte da lontano, da quando il sig. Bertoli Luigi, venditore ambulante e riparatore di ombrelli, giunse a Saronno e mise un negozio in Corso Italia insieme alla moglie Emilia. Il negozio veniva aperto anche di domenica alle ore sette, perchè i cavallanti di Rovello, diretti a Milano, passavano a quell'ora.

tema da illustrare riguardava la vita sociale degli Anni Dieci (fine Ottocento - prima decade Novecento). Le signore dell’APM hanno voluto riprodurre un Atelier di Moda, progetto che ha ottenuto uno dei primi tre premi in palio.

Bertoli ottenne quindi l'esclusiva per la vendita di cappelli della famosa fabbrica "G.B. Borsalino fu Lazzaro & c." di Alessandria. Negli Anni Cinquanta la figlia Piera si specializzò in modisteria per cappelli, guanti, borse, valigie e acconciature da sposa, conferendo al negozio un’impronta più femminile. L’attività chiuderà nel 1963 e l'esclusiva Borsalino passò al signor Bellini Guglielmo, altro famoso cappellaio di Saronno, proveniente da Belgirate. Il figlio Gianni, subentrato al padre, continua la tradizione familiare nel negozio di Via Portici. Le nostre “modiste" ringraziano di cuore gli amici Banfi Tiziana e Gianni Bellini per le preziose notizie storiche ed il materiale messo a disposizione per allestire lo stand. Degna di nota è l'antica caldaietta del vapore in rame (in dialetto banfuss, dal verbo “banfare”, che significa vaporizzare il feltro, per ammorbidirlo e renderlo malleabile).

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… a spulciar gli archivi e rimescolar le carte della storia, per sapere…

La storia dei tre setacci Rinuncia del Vescovo di Peterborough (Canada) e nomina del successore

Nell’antica Grecia Socrate aveva una grande reputazione di saggezza. Un giorno venne un uomo a trovare il grande filosofo, e gli disse: - Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico? - Un momento – rispose Socrate – prima che me lo racconti, vorrei farti un test, quello dei tre setacci. - I tre setacci? - Ma sì – continuò Socrate – prima di raccontare ogni cosa sugli altri, è bene prendere il tempo di filtrare ciò che si vorrebbe dire. Lo chiamo il test dei tre setacci. Il primo setaccio è la verità. Hai verificato se quello che mi dirai è vero? - No… ne ho solo sentito parlare… - Molto bene. Quindi non sai se è la verità. Continuiamo col secondo setaccio, quello della bontà. Quello che vuoi dirmi sul mio amico, è qualcosa di buono? - Ah no! Al contrario. - Dunque, – continuò Socrate – vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non sei nemmeno certo che siano vere. Forse puoi ancora passare il test, rimane il terzo setaccio, quello dell’utilità. È utile che io sappia cosa mi avrebbe fatto questo amico? - No, davvero. - Allora – concluse Socrate – quello che volevi raccontarmi non è né vero né buono né utile; perché volevi dirmelo?

Nell’antica Grecia Socrate aveva una grande reputazione di saggezza. Un giorno venne un uomo a trovare il grande filosofo, e gli disse: - Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico? - Un momento – rispose Socrate – prima che me lo racconti, vorrei farti un test, quello dei tre setacci.

Riflettiamoci e applichiamolo nelle nostre vite…

Sono venuto a cercarti, amico. Ho camminato, per venire qui. Perché poi? Ho i piedi gonfi, il fiato corto, il corpo piagato. Perché? Lasciami sedere, non ce la faccio più! Per..... Sono qui. Sorridi. Sorrido.

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Parole e fuoco


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Lettere alla Redazione I Vostri mess@ggi Email e lettere dal mondo

Scriveteci a quihopostoilcuore@padremonti.org

L’EDITORIALE DI MARZO - Condivido e sottolineo i contenuti dell’editoriale. L'Omelia e la sua preparazione è atto importante che diventa sempre più oggetto d’attenzione. Qualche tempo fa leggevo su AVVENIRE la proposta di corsi per approfondirne il senso ed il significato. Saluti sempre ricchi d’incoraggiamento per la fatica, che non è poca, e per la qualità del risultato. fratel Rolando Sebastiani - Bello "tosto" il tuo editoriale. Molto bene. Le conseguenze sono chiare, alla luce del sole e, forse, non ci sarebbe bisogno di tante altre chiacchiere, perché il Vangelo lo abbiamo sempre sul comodino o a portata di mano. Molto spesso è un "soprammobile", come tanti altri che riempiono i nostri vuoti. In realtà dovrebbe essere l'unica vera "parola" che riempie e trasforma: ma quanto è complicato "realizzare" il Vangelo! È più facile parlare, parlare e parlare... Grazie. Per me ora è ancora mattina e un’ottima riflessione ha dato il via alla giornata. Ho gustato molto anche l'articolo di Giorgio G. Molto forte, molto vero! Fr. Gioacchino Santoro cfic - La liturgia di ogni giorno ci arricchisce, meditarla, comunicarla e contemplarla ci porta a contemplare il volto del Padre nel fratello Gesù e nei fratelli che incontriamo ogni giorno. Ecco perchè mi piace il richiamo alla liturgia. Il 30 aprile erano trent'otto anni della mia ordinazione, chiedo preghiere perchè con il mio sacerdozio possa compiere un servizio sempre di giustizia e verità con la parola e con l'esempio. Possa essere dispensatore di benefici della grazia del Signore. P. Giuseppe Decina - Il tuo editoriale parte come sempre con “uno spunto in salita” per poi allargare le

vedute sulle ragioni di verità. Si vede che sei stato forgiato dalla montagna! Bello, grazie! - Grazie per Qui ho Posto il Cuore. Il cuore va al centro degli articoli che fanno trasparire una testimonianza spirituale incoraggiante a camminare nella strada della parresia. Mi hanno colpito quasi tutti gli articoli, specie l'editoriale, gravido di franchezza. Le tue parole mi richiamano istintivamente quella espressione della Parola di Dio: "è più importante obbedire a Dio che agli uomini". La priorità della Parola è indiscutibile, essa è sorgente di libertà interiore, di vera intelligenza, sapienza, forza, coraggio e autenticità nella sequela di Gesù. Mi sembra che anche Papa Francesco dica ai predicatori che se non ascoltano e praticano la Parola possono diventare dei vuoti ciarlatani. Il pericolo riguarda tutti. Lo stimolo che viene dal vostro bellissimo Bollettino è un prezioso aiuto fraterno e un invito a pregare ed essere impegnati nella vigilanza. Ricambio con tanta preghiera e la costante lettura della Rivista, con lo stesso piacere di un ascolto delle cantate per la Pasqua di Bach! - L’editoriale mi fa riflettere, soprattutto la frase: “Noi ascoltiamo realmente solo quello che è annunciato in verità e con serietà; ogni annuncio, a sua volta, dipende da un vero ascolto”. Un bell’esame di coscienza. Ma è verissimo. In questo mondo fatto di parole, solo ciò che dietro ha vita vissuta trova ascolto, il resto sono parole che passano… Forse è per questo che la gente A NNO

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presta attenzione a ciò che dice Papa Francesco: percepiscono che dietro le parole c’è vita e di certo anche il vero ascolto della Parola. Il Signore ci conceda di seguire il suo esempio e di gioire al massimo di questo nostro fortunato tempo di Papi Santi (che simpatica la foto con quattro Papi!). La poesia Fidati del Vento è molto bella, di chi è? PADRE NICOLA Carissimo, faccio riferimento a quanto scrivi su Mons. De Angelis: “Aveva già avuto l’opportunità di dimostrarsi per noi ragazzi di quel tempo uno splendido professore di greco ed un musicista preparato ed accorto. Uno di quelli che si ricordano e si rimpiangono, quando la loro opera si conclude”. Per me, solo “musicista preparato ed accorto”, in quanto non lo ebbi come professore di greco; ma ho di lui, riferito a quel tempo, un gran bel ricordo, avendo fatto parte insieme a te del coro. Francesco Paris - Grazie! Una preghiera all’Immacolata per te, la Comunità di Saronno, la Congregazione. - Chiediamo l’intercessione di Maria e preghiamo a vicenda. Complimenti per la rivista! Un abbraccio - Eccoci, con Maria e come Maria! Il giornalino è un appuntamento che aspetto con piacere. Vi chiedo una preghiera perché anche io, CON MARIA E COME MARIA, possa riuscire ad accettare e sopportare con amore cristiano questo momento di particolare dolore. Vi abbraccio tutti e mi unisco in preghiera a voi, sopratutto in questo meraviglioso mese mariano! - Abbiamo ricevuto QPC e ringraziamo vivamente. La Vergine Santissima ci guidi e interceda per noi.

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La lezione del cavallo Questa l'ho letta a Paolo, mio alunno un po' gay, che tutti sfottono e toccano e prendono in giro e accusano... La regalo a tutti, perchè è bellissima e può fare molto bene!

Un giorno il cavallo di un contadino cadde in un pozzo. Non riportò alcuna ferita, ma non poteva uscire da lì con le proprie forze. Per molte ore l'animale nitrì fortemente, disperato, mentre il contadino pensava a cosa avrebbe potuto fare. Finalmente il contadino prese una decisione crudele: pensò che il cavallo era già molto vecchio e non serviva più a niente, e anche il pozzo era ormai secco ed aveva bisogno di essere chiuso in qualche maniera. Cosi non valeva la pena di sprecare energie per tirare fuori il cavallo dal pozzo. Allora chiamò i suoi vicini perché lo aiutassero a interrare vivo il cavallo. Ciascuno di essi prese una pala e cominciò a gettare della terra dentro il pozzo. Il cavallo non tardò a rendersi conto di quello che stavano facendo e pianse disperatamente. Tuttavia con sorpresa di tutti, dopo che ebbero gettate molte palate di terra, il cavallo si calmò. Il contadino guardò in fondo al pozzo e con sorpresa vide che a ogni palata di terra che cadeva sopra la schiena il cavallo la scuoteva, salendo sopra la stessa terra che cadeva ai suoi piedi. Così in poco tempo, tutti videro come il cavallo riuscì ad arrivare alla bocca del pozzo, passare sopra il bordo e uscire da lì, trottando felice.

La vita ti getta addosso molta terra, tutti i tipi di terra. Soprattutto se sei già dentro a un pozzo. Il segreto per uscire dal pozzo è scrollarsi la terra che portiamo sulle spalle, salire sopra di essa. Ciascuno dei nostri problemi è un gradino che ci conduce alla cima. Possiamo salire dai buchi più profondi se non ci daremo per vinti. Adoperiamo la terra che ci tirano per fare un passo verso l'alto! Ricordati 5 piccole regole per essere felice: 1 Libera il cuore dall'odio 2 Libera la mente dalle eccessive preoccupazioni 3 Semplifica la tua vita 4 Dai in misura maggiore e coltiva meno aspettative 5 Ama di più e... accetta la terra che ti tirano, poiché essa può essere la soluzione e non il problema.

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Riconoscere

Vocazioni

Rubrica a cura dei Cercatori di Dio

Ancora è possibile visitare il blog di Olalla Oliveros, anche se non è più aggiornato. Se vi entri, vedrai la bellezza di una donna che ha avuto grande successo come modella e la cui immagine circolava nel vasto mondo del cinema e della televisione.

La modella diventata suora Ancora è possibile visitare il blog di Olalla Oliveros, anche se non è più aggiornato. Se vi entri, vedrai la bellezza di una donna che ha avuto grande successo come modella e la cui immagine circolava nel vasto mondo del cinema e della televisione. Spagnola, nativa della Galizia, con un percorso pluriennale di formazione in danza e teatro (presso il laboratorio teatrale di William Layton), Olalla ha partecipato ad innumerevoli progetti nel campo della moda, della cinematografia, del teatro, dei programmi d’attualità culturale e musicale; è stata testimonial di marche famose; ha vissuto e intensamente amato la propria professione, della quale usava dire: è quello che mi piace di più. La voglia di migliorare e d’affrontare sfide nuove e nuove formule di lavoro le permette di divertirsi, di sentirsi libera e realizzata (quel che più apprezzo della mia professione è la libertà che mi fa vivere); ma le instilla dentro anche l’ansia d’un di più non facilmente definibile. Poi il fatto-bomba che nessuno immagina: il 1 maggio 2010 Olalla lascia tutto ed entra in un monastero di vita semisclaustrale, a Vilariño (Oia). Ha 36 anni. "El Señor no se equivoca. Él me hizo casting y no pude decir que no", dice Olalla per spiegare la propria decisione (Dio non si sbaglia. Ha fatto un casting e mi ha scelto. Non ho potuto dire no). Oggi si chiama Suor Olalla del Sì di Maria, presso una nuova Famiglia religiosa, denominata “Orden y Mandato de San Miguel Arcángel”, fondata da pochi anni presso la diocesi di Tui-Vigo e con sedi in San Miguel de Oia e Madrid. Suor Olalla veste un saio con velo azzurro e giallo. Quell’1 maggio non era fuggita da qualche delusione, come si potrebbe pensare. Al contrario, la sua carriera al culmine le stava prospettando ottimi successi futuri. Solo che - scherzi della vita - come lei stessa dice ridendoci su, il gran Manager, Dio, la ingaggiò in un diverso cast di attori, per una “produzione” tutta sua. Pare sia stato un viaggio al santuario di Fatima a darle l’ultima spinta: malgrado successo e fama, il cuore non trovava pace e cercava, cercava… fino a che non si è accorta che era lei ad essere cercata. Da Dio.

Carissimi, ci sono momenti in cui lo stupore mette tremore … Ieri stavo uscendo in macchina e vedo Enrico che arriva a piedi. Abbasso il finestrino per un saluto ed egli mi comunica che in settembre entrerà in seminario. Che dire? Sento gioia e fremito, che mi impegnano ad esser sempre grato per scelte di questo tipo, che ancora oggi raccontano il senso del vivere: il nostro baricentro non è in noi stessi, ma negli altri e nel buon Dio. Giovanni

A NNO

III,

NUMERO

26

GIUGNO

2014


qui ho posto il cuore

P AG INA

I brividi lungo la schiena

Ciao, fratello mio, ho una grande tristezza dentro il cuore per come la gente soffre e come a volte, quando la morte ti tocca da vicino, senti la fragilità del tuo essere. Mamma diceva che alla morte bisogna abituarsi. A me lo diceva che ero una bambina. Me lo ricordava ogni volta che saltavo sentendo i brividi lungo la schiena e lei dolcemente mi ricordava che la morte sta sempre alle nostre spalle e ogni tanto ci sfiora lasciandoci un brivido e ce lo ricorda! Tu senti mai i brividi alla schiena? C’è un disagio in giro - ed io lo tocco ogni giorno a scuola - che fa rabbrividire. Bambini soli, ragazzi soli, adulti soli, donne sole. Ed io nella mia fragilità stringo a me i miei piccoli e continuo a raccontare loro la grandezza e la bellezza dell'universo, affidando la loro notte a mio padre e a mia madre che stanno nei cieli. Tvb. Gianna Caro Livio, l’altro ieri è morta Lorenza. Si è tolta la vita a 26 anni. La reazione di Gianna, mia sorella, è tutta in questa breve lettera che riporto sopra. Non ho trovato cosa rispondere; avrei detto solo parole inutili. Così, ho preso la macchina e sono andato a casa sua, rientrando solo a notte fatta, dopo aver cenato insieme con tutta la sua famiglia. L'abbraccio tra lei e me è stato così "carnale" da essere assolutamente spirituale, manifestazione di Dio. La tenevo stretta a me e sentivo il suo fiato sul mio collo, con le parole che diceva piano, piangendo: grazie, grazie, ti voglio bene... Ogni volta che rifiutiamo questa nostra carne (di fratelli e sorelle, di amici, di padre e madre, di marito e moglie...) rifiutiamo Dio. E Dio era lì, tra me e Gianna, dandoci risposte all'assurda morte di Lorenza. Stamane sono andato al funerale. Donata, madre di Lorenza, era distrutta, eppure bellissima nella sua dignità di mamma, offesa da una morte voluta dalla carne della propria carne. Andreina, la sorella, era una statua silente accanto alla madre: quasi la portava lei con il braccio sotto il braccio, forte e debolissima. Più volte durante la messa i nostri occhi si sono incontrati e, assurdo dire, sembrava mi sorridesse. Ovvio, non sorrideva, stava soltanto dicendomi: grazie perché ci sei. Gianluca, il fratello di Lorenza, nemmeno si è accorto del mio saluto e dell'abbraccio che gli davo. Aveva gli occhi fissi su quella bara e al centro del suo cuore non c'era niente e nessun altro, solo una sorella morta, sparita, non più presente. Era stato lui a trovarla appesa all'albero, di sera, dopocena, e mi dicono che le sue urla sembravano raggiungere il cielo... Caro Livio, ecco qui. Anch’io questa sera sono cosa inutile. Penso a quello che mi hai chiesto circa il “come pregare”, se in forme tradizionali (ad es. con il rosario) oppure in forme più consoni alla nostra mentalità, e davvero mi sembrano (scusami!) tutte domande bambine, inutili, un bel passatempo di gente che si trastulla con Dio. Andare a messa o pregare, tradizionalmente o "modernamente", possono diventare delle autentiche stupidaggini quando si perde il "contatto" con la carne di chi soffre. Dio c’è, ovvio!, ma da solo non esiste. Esiste solo con noi. Gesù stesso ha detto che l'amore di Dio si misura sull'amore dell'altro. Se noi diciamo di amare Dio senza amare la persona siamo falsi e quel che diciamo sono soltanto belle parole: possono anche fare un po’ bene a chi ascolta, ma non salvano. Chi ci salva è solo l’amore. Io spero con tutto me stesso, questa sera, che l’amore di Dio tenga Lorenza stretta a sé e non la lasci più andare.

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Tracce per una lettera da Saronno

CHI SCRIVE A CHI


P AGINA

qui ho posto il cuore

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Madre della Pace Anno Mariano 2013-2014

La pace, non è soltanto un prodotto nostro umano; è anche e soprattutto un dono di Dio. La pace scende dal Cielo; ed essa regnerà realmente fra gli uomini, quando finalmente avremo meritato che ci sia concessa dall'onnipotente Iddio, il quale al pari della felicità e delle sorti dei popoli tiene nelle sue mani anche i cuori degli uomini.

Maria è pur sempre strada che conduce a Cristo. Ogni incontro con lei non può non risolversi in un incontro con Cristo stesso. E che altro significa il continuo ricorso a Maria, se non un cercare fra le sue braccia, in lei e per lei e con lei, Cristo Salvatore nostro, al quale gli uomini, negli smarrimenti e nei pericoli di quaggiù, hanno il dovere e sentono senza tregua il bisogno di rivolgersi, come a porto di salvezza e come a fonte trascendente di vita?... Se consideriamo, infatti, le necessità presenti della Chiesa e le condizioni in cui versa la pace nel mondo, abbiamo seri motivi per credere che l'ora è particolarmente grave, e urge più che mai l'appello ad un coro di preghiere, da rivolgersi a tutto il popolo cristiano… La pace, non è soltanto un prodotto nostro umano; è anche e soprattutto un dono di Dio. La pace scende dal Cielo; ed essa regnerà realmente fra gli uomini, quando finalmente avremo meritato che ci sia concessa dall'onnipotente Iddio, il quale al pari della felicità e delle sorti dei popoli tiene nelle sue mani anche i cuori degli uomini. Noi perciò perseguiremo questo insuperabile bene pregando; pregando con costanza e vigilanza, come ha fatto sempre la Chiesa fin dai primi tempi; pregando in particolar modo facendo ricorso all’intercessione e alla protezione di Maria Vergine, che è la Regina della pace. A Maria adunque si innalzino le nostre suppliche, per implorare con accresciuto fervore e fiducia le sue grazie e i suoi favori... Ella che ha conosciuto le pene e le tribolazioni di quaggiù, la fatica del quotidiano lavoro, i disagi e le strettezze della povertà, i dolori del Calvario, soccorra adunque alle necessità della Chiesa e del mondo; ascolti benigna le invocazioni di pace che a lei si elevano da ogni parte della terra; illumini chi regge le sorti dei popoli; ottenga che Dio, il quale domina i venti e le tempeste, calmi anche le tempeste dei contrastanti cuori umani e ci dia la pace in questo nostro tempo, la pace vera, quella fondata sulle basi salde e dure-

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voli della giustizia e dell'amore; giustizia resa al più debole non meno che al più forte; amore che tenga lontano i traviamenti dell'egoismo, in maniera che la salvaguardia dei diritti di ciascuno non degeneri in dimenticanza o negazione dei diritto altrui. Sappiate che Noi facciamo particolare assegnamento sulle preghiere degli innocenti e dei sofferenti, poiché sono queste voci che più di ogni altra penetrano i cieli e disarmano la divina giustizia. E poiché si offre l'opportuna occasione, non mancate di inculcare con ogni cura la pratica del santo Rosario, la preghiera così cara alla Vergine e tanto raccomandata dai Sommi Pontefici, per mezzo della quale i fedeli sono in grado di attuare nella maniera più soave ed efficace il comando del divino Maestro: Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto.

(PAOLO VI, Enciclica Mense Maio, 29 aprile 1965)

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qui ho posto il cuore

P AG INA

Prima di “gustare” i Salmi Quando ero bambina, tantissimi anni fa, alla domenica con le mie sorelline andavo all'oratorio. Non ero proprio entusiasta: intanto non ero quasi mai inserita nei giochi di squadra, perché decisamente poco portata agli sport (ero gracile e maldestra) e dunque non competitiva. Mi capitava, invece, di essere scelta per le recite e soprattutto per partecipare alla “disputa”: si trattava d’imparare a memoria alcune formule del catechismo e poi, in Parrocchia, davanti a un pubblico adulto costituito in gran parte da vecchiette, recitarle in forma dialogante con una compagna dotata di pari capacità, sui gradini dell'altar maggiore! Mi piaceva molto, però, fermarmi dalle Suore per il “dopo-oratorio”. In una auletta dell'asilo, una Suorina dolcissima ci incantava con gli episodi della Bibbia. Con l'ausilio di qualche illustrazione e partendo da Adamo ed Eva, ecco apparire, di domenica in domenica, personaggi e avvenimenti quasi da favola: Caino, Abele, il diluvio universale, Noè, la torre di Babele, Mosè salvato dalla figlia del Faraone… Intanto si faceva a gara per raccogliere la carta stagnola staccata delicatamente da preziosi e scarsi cioccolatini e eravamo certissime che il ricavato dalla vendita di tali profumati involucri sarebbero stati inviati ai Missionari in Africa, dove, nella foresta si occupavano dei negretti e soprattutto facevano di tutto per convertirli e battezzarli! (Si parlava poco di bimbi ebrei, perché discendenti di Coloro che avevano messo in croce Gesù e quelli si chiamavano tutti Giudè). Solo dopo essere stata rimandata a settembre, in scienze, già alle superiori, per avere affermato che lo scheletro di una donna è diverso da quello di un uomo, perché quest'ultimo ha una costola di meno... cominciai ad avere dubbi. Fui derisa dal professore della Commissione esterna: per ignoranza non del tutto colpevole! Decisi, allora, che mi sarei messa d'impegno a studiar bene la Bibbia, soprattutto corredata da un buon commento! Intanto, però, diventavo adulta ed aumentava il senso critico, prima latente e soprattutto sconsigliato; pian piano mi persi in meandri dai quali mi è stato difficile uscire… Ci volevano i Salmi proposti da Padre Aurelio, nel corso delle “Primavere Montiane”, per aprire il mio cuore e la mia mente alla bellezza dell'Antico Testamento! Esperienza che dura da tre anni, con compagni di viaggio dei quali non si misura il grado di preparazioni, tanto siamo eterogenei, ma messi nella situazione di poter intervenire, a proposito e anche a sproposito forse, però sempre in un clima di accoglienza ed apertura che ci permette di “fare comunità” dopo le esaustive spiegazioni, nella cripta, dove si prega spontaneamente, senza soggezione, avvertendo la presenza di Padre Monti. Se ricordo bene un personaggio importante della Bibbia masticava la Parola, per farla propria! Noi prendiamo solo appunti, siamo spronati a continuare la ricerca gioiosamente, a non crucciarci eccessivamente per eventuali dubbi; e poi se ci capita anche di condividere il pranzo sobrio e sostanzioso con i confratelli, cresce o si consolida un'amicizia che fa bene all'anima e al corpo. PS: Non ho mai detto alla Suorina dell'oratorio che non è vero che i discendenti di Adamo hanno una costola di meno e che il pomo d'Adamo sotto il mento di certi uomini non è il pezzetto di mela offertagli da Eva, la tentatrice istigata dal serpente: l'avrei turbata! Ora lei è sicuramente in Paradiso, a ricevere il premio per lo zelo catechistico preconciliare ampiamente giustificato! SIL

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La Giovinezza dei vecchi

Quando ero bambina, tantissimi anni fa, alla domenica con le mie sorelline andavo all'oratorio. Non ero proprio entusiasta: intanto non ero quasi mai inserita nei giochi di squadra, perché decisamente poco portata agli sport (ero gracile e maldestra) e dunque non competitiva.


Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno Nel Cuore della Carità Montiana

Orario delle Celebrazioni del Santuario GIORNI FERIALI 6.30 7.00 9.00 18.50

Lodi del Mattino (lunedì in cripta) Santa Messa (lunedì in cripta) Santa Messa Rosario e Vespro

TUTTI I GIOVEDI’

18.30

Adorazione Eucaristica per le Vocazioni

DOMENICA E FESTIVI 8.30 Lodi del Mattino 9.00 Santa Messa 19.00 Santa Messa SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong

QUI HO POSTO IL CUORE Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione Hanno collaborato per questo numero: Collaboratori di questo numero: Aurelio Mozzetta, Penelope Pitti, Sonia, Marco Perfetti, P. Emanuel Mvomo, Hno Miguel Grosso, Amici di Padre Monti, Fratel Rolando Sebastiani, Fratel Gioacchino Santoro, P. Giuseppe Decina, Francesco Paris, SIL, M.E., I cercatori di Dio, Giovanni, Raffaele Mugione.

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MA GGIO

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Direzione: Via San Giacomo, 5 21047 – Saronno (VA) : 02 96 702 105 : 02 96 703 437 e-mail: quihopostoilcuore@padremonti.org sito web: www.padremonti.org (Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è realizzato da volontari)


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