Qui ho posto il cuore gennaio 2014

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Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo!

Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti Anno III — n. 21 GENNAIO 2014 D A T A

SOMMARIO: Editoriale

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Il mio grazie a 2 Padre Monti Luigi M. Monti 3 e dintorni Una preghiera 4 per… Preghiere per le vocazioni

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Con Maria, come Maria

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Parole montiane

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Glossolalie

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Vita di Famiglia

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Forse non tutti sapevate

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I Vostri messaggi

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La Porta aper- 11 ta Riconoscere

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vocazioni Tracce per

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una lettera da Saronno Anno mariano 14 CFIC La Giovinezza dei vecchi

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Come can che abbaia a un’ombra

la non verità delle bolle di sapone di Aurelio Mozzetta

Quando un solo cane si mette ad abbaiare a un’ombra, diecimila cani ne fanno una realtà. Così dice il proverbio e così conferma l’esperienza. E l’immagine s’attaglia perfettamente all’effetto bolla-di-sapone di qualunque tam tam mediatico: il nulla si gonfia, si gonfia, si gonfia, fino a trasformarsi in realtà, in verità giurata.

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inalienabile “diritto” all’informazione? E noi tutti che, quotidianamente, fondiamo il nostro credo sulla vacuità del “si dice”; che viviamo in funzione di quello che di noi stessi deve apparire, affinché sia gradito agli occhi altrui e gratificante per i nostri; che affidiamo la nostra sorte a persone e voci che, se

Mammasantissima televisione ha detto augh! e, dunque, la verità non si discute… Mi viene da ridere quando sento parlare del dogmatismo della Chiesa e poi mi ritrovo di fronte al più dogmatico dei dogmi, quello dell’ideologia e dell’interesse personale o di parte. Arriverà - anche se, purtroppo, mai troppo presto - il momento in cui la bolla scoppia e il nulla implode su se stesso, rivelandosi per quel che è: un niente rivestito di lustrini ad hoc. Nel frattempo, però, quanta sofferenza è stata la bolla capace di spargere in giro, a piene mani? E quante persone sono state ferocemente ammazzate nel proprio nome, nella dignità, nell’ostracismo sociale, nella perdita di lavoro…? Ma questo non andrà mai in prima pagina. Che libertà di parola è quella che costantemente uccide persone su persone, con le armi della carta stampata e dei network, su base di infinite supposizioni, ma in nome di un cosiddetto

davvero conosciute, non vorremmo posizionate neppure all’undicesima cerchia esterna dei nostri conoscenti… Proverbio ed esperienza dicono anche che se un cane scorge una lepre e si mette a rincorrerla, mille altri si metteranno a correre a imitazione di lui. Poi, però, pian piano questi si stancano e - chi prima, chi dopo - tutti si fermano. Solo chi vede la lepre ha motivo per correre. Chi non la vede non ne ha: è solo una foglia secca in balia di movimenti d’aria, un ripetitore di voci che gridano. Segue a pag. 2

SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA)  02 96 702 105  02 96 703 437 e-mail: santuario@padremonti.org sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892 Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0 presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA – Filiale di SARONNO Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe


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Il mio Grazie a Padre Monti

>>> segue dalla prima pagina

La dolcezza di una mano tesa Padre Monti non ti conoscevo ed ora eccomi qua: tu che proteggi gli orfani, aiutami e proteggimi, perché io sono una di loro. Tu solo sai quanto è “grave” la mia sofferenza, ma ora che ti ho incontrato confido e spero in te. Sii per me padre, accompagnami nel cammino della vita e donami la dolcezza di una mano tesa. Ti chiedo protezione anche per i miei progetti di vita. E per tutto quello che sei e che fai per me ti ringrazio, o padre pieno d’amore. (Teresa V.)

Come can che abbaia a un’ombra Finirà presto per stancarsi, perché non ha né contenuto né basi né idee. Di battitori d’aria fritta, senza identità e senza ideali, ne sono piene le stanze di tanti ambiti di potere, non esclusi quello politico e parlamentare e neanche quello ecclesiale. Non hanno neppure una qualsiasi lepre da rincorrere. Il guaio è che sono forti di nomi, norme e ruoli, che giustifichereb-

bero il posto che occupano: in realtà, la loro è solamente una pretesa che tenta di mascherare debolezza, pressappochismo, timore della verità ed ignoranza… E qui sbatto contro la parola di Isaia, il profeta della chiarezza, più duro e più violento di un sasso in fronte: quale diritto avete di pestare la faccia ai poveri (Is 3,15)?

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Ecco!, all’inizio di questo nuovo anno - il terzo di un martirio costruito con diabolica destrezza e al quale nessuno sembra voler porre fine - io oso ripetere il mio grido contro tutte le bolle di sapone inventate da chi ne aveva gli strumenti. La Parola non ha indagini da fare né sconti da concedere. Per ognuno sarà come fuoco, sia egli oro sia egli paglia. Aurelio Mozzetta

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Arciospedale di Santo Spirito in Saxia Guido di Montpellier, un extemplare. Era il 25 Novembre 1198. L’ordine si esaurirà verso la metà del 1800. Con gli ammalati Innocenzo III volle che fossero ricoverati anche i bambini orfani e abbandonati. A tal fine fece costruire una celebre “Ruota degli esposti”: mezzo anonimo per il ricovero e la cura di bambini di solito appena nati, indesiderati, o abbandonati da madri prive di mezzi di sostentamento. Nel 1471, un tremendo incendio distrusse quasi completamente l’edificio. Papa Sisto IV decise d’intervenire ricostruendolo e rendendolo più funzionale di prima. Diventerà un ospedale dove saranno scientificamente sperimentate cure innovative. Basti solo ricordare che nella sua “Antica Spezieria” fu studiata e applicata la corteccia di China per combattere la malaria. A servizio, o gravitanti intorno all’Ospedale, durante i secoli, troviamo anche affascinanti figure di santi, tra i quali Filippo Neri e Camillo de Lellis. Sin dall’origine, ammalati ed orfani erano assistiti gratuitamente. I maschi, dopo il periodo di “baliato” presso la casa della balia, di solito dei contadini, erano indirizzati ad un lavoro e successivamente inseriti nella vita sociale. Le femmine invece restavano nel Pio luogo sino a quando non erano

Non appena il cristianesimo ebbe l’opportunità di far conoscere a tutti i suoi valori di solidarietà, alcuni uomini di buona volontà si attivarono per la cura degli ammalati. Con il primo Concilio di Nicea, nel 325, i vescovi di ogni città prendono l’impegno di costruire un fabbricato per ospitare i pellegrini, i poveri, gli ammalati. Il desiderio di assistere gli esseri più sfortunati stimolò anche la costruzione di orfanotrofi e case per anziani. A Roma, fra i molti, ne fu costruito uno per assistere i pellegrini anglosassoni che visitavano la città. Un nosocomio ordinato da “Ina re del Wessex”. Roma, meta dei pellegrinaggi altomedievali di tutta Europa, era visitata da moltitudini di anglosassoni che, a vario titolo, trovavano rifugio attorno alla “Schola” presso il citato nosocomio. Lì trovavano assistenza e soprattutto potevano esprimersi nella loro lingua. Tuttavia non appena fu possibile recarsi in Palestina, a seguito delle Crociate, tutti i pellegrini si rivolsero ai luoghi santi trascurando Roma. Così la Schola degli Anglosassoni andò in disuso. Fu Papa Innocenzo III a trasformarlo in luogo di ricovero ed assistenza per gli ammalati poveri. Diventerà uno fra i più celebri ospedali del mondo. Questo illuminato Papa accoglie a servizio del luogo l’ordine religioso degli Ospitalieri, fondato da

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richieste in moglie oppure sino alla morte. Per mostrale alla cittadinanza – per “esporle” - si organizzavano specifiche processioni per la città. A sostegno di tutto questo impegno sociocaritativo erano stati stabiliti legati, benefici, terreni agricoli, e perfino un Banco. Si era formata nei secoli una specifica Confraternita di laici, che a turno assistevano i malati. Vi aderivano anche persone importanti, nobili della città. Prestavano il proprio servizio coprendo le vesti con una tunica azzurra. Questo, brevemente, il luogo dove Luigi Monti presterà il proprio servizio di infermiere: l’Arciospedale di Santo Spirito in Saxia. È la culla della Congregazione dei religiosi da lui fondati, che lì ebbero la loro prima espressione nel 1857. Saranno affettuosamente chiamati “Concettini”. Un soprannome derivato direttamente dal loro nome specifico: Figli dell’Immacolata Concezione. In molte parti li chiamano ancora così. Non temere. Marco

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Luigi Maria e dintorni

Con il primo Concilio di Nicea, nel 325, i vescovi di ogni città prendono l’impegno di costruire un fabbricato per ospitare i pellegrini, i poveri, gli ammalati. A Roma, Papa Innocenzo III trasformò la Schola degli Anglosassoni in un Ospedale che diventerà uno fra i più celebri del mondo. Fu affidato all’ordine religioso degli Ospitalieri

La Tomba del Beato Monti nella Cripta del Santuario di Saronno


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Preghiera per le vocazioni

Continua a far risuonare Signore Gesù, come un giorno hai chiamato i primi discepoli per farne pescatori di uomini, così continua a far risuonare anche oggi il tuo dolce invito: «Vieni e seguimi!». Dona ai giovani e alle giovani la grazia di rispondere prontamente alla tua voce! Sostieni nelle loro fatiche apostoliche i nostri Vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate. Dona perseveranza ai nostri seminaristi e a tutti coloro che stanno realizzando un ideale di vita totalmente consacrata al tuo servizio. Risveglia nelle nostre comunità l'impegno missionario. Manda, Signore, operai nella tua messe e non permettere che l'umanità si perda per mancanza di pastori, di missionari, di persone votate alla causa del Vangelo. Maria, Madre della Chiesa, modello di ogni vocazione, aiutaci a rispondere «sì» al Signore che ci chiama a collaborare al disegno divino di salvezza. Amen.

(Giovanni Paolo II)

“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti

Una preghiera per...

PER I GIOVANI: - per il piccolo Giacomo, nato il 22 dicembre scorso. Un augurio di vita. - per quei giovani, come M., che non sperano più in un futuro. Possano gli Angeli del cielo e lo Spirito Santo ben consigliarli; e possano altri intervenire in loro aiuto.

PER CHI E’ IN ATTESA: Recurro a este medio para pedirles que nos unamos en oración por la salud de Leticia Benítez, hermana de nuestro Hermano Novicio Emanuel. Leticia está embarazada y ha tenido una serie de complicaciones y actualmente se encuentra internada en la unidad de terapia intensiva. Emanuel ha viajado la semana pasada debido a la gravedad del cuadro. Junto a los Hermanos de esta Comunidad les pedimos que sumen esta intención a las que siempre tienen por

diversas intenciones y más que nada por las personas que atraviesan situaciones difíciles a causa de la enfermedad. Que el Señor, por la intercesión de la Inmaculada Madre, nos conceda la gracia de ver recuperada a Leticia y pidamos por la fortaleza para toda la familia. Ojalá que esta intención se multiplique y halle eco en muchos que con fe intercedan. Hno. Raúl, cfic

PER I MALATI: il beato Monti interceda per loro:

PER CHI SOFFRE: - Per A. che ha perso il lavoro e per chi come lui lo sta perdendo e rischia di non avere più mezzi per sostenere famiglia e figli. Che il Signore venga in aiuto e li sostenga, anche tramite la nostra preghiera. - per Mario e Isa, perché possano superare il momento difficile del loro matrimonio e ritrovare pace, luce e serenità.

PER I DEFUNTI: - Riccardo, ricoverato in terapia intensiva, dopo aver - Marco, detto Mucci, subito due operazioni al cuore morto per tumore all’età di a seguito di infarto. 66 anni lo scorso 1 dicem- Padre Enzo e Ugo, bre. anch’essi ricoverati in terapia - per Fabio, che si è tolto intensiva, in lotta perchè la vita la vita tre giorni prima di vinca contro il male. Natale. Ci domandiamo perché e non troviamo risposta. Chiediamo perdono a lui, se la vita non gli è stata amica e noi non siamo riusciti a capirlo. Ti accolgano gli angeli, amico!

Inviateci le vs. intenzioni di preghiera a: ANNO

quihopostoilcuore@padremonti.org

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Con Maria, come

L’esperienza di povertà e di benessere Maria di Nazareth viveva in una situazione sociale di povertà economica adeguata al suo tempo. Partendo da quel che raccontano i vangeli dell’infanzia (Matteo e Luca), ci troviamo di fronte ad una famiglia del tutto ordinaria. Il contesto sociale in cui essa vive è di tipo agricolo: si trattava di un paesino di campagna. Non per nulla anche tutte le parabole di Gesù girano intorno a questa realtà. Il padre, Giuseppe, pur essendo un falegname, si trova a lavorare in un paese piccolo, dove la richiesta di manufatti lignei è scarsa. Posso dedurre che non guadagnasse molto; e questo genera uno stato di povertà. Ora, la povertà di una

povertà non può essere concepita come un impedimento alla cura della propria interiorità: il distacco dalle cose materiali genera e favorisce un benessere che non è materialmente definibile.

persona non ne impedisce il benessere interiore. Maria fa questa esperienza e vive la propria serenità esistenziale: pur essendo povera, è serena e vive la ricchezza della propria interiorità, ben sapendo che il benessere dell’anima è infinitamente più prezioso di quello materiale. Nella vita religiosa, la

Maria vive nella povertà di una donna semplice del suo tempo. Non nella miseria. Accettando questa sua vita, lei è in grado di sperimentare un certo benessere interiore, spirituale e, suppongo, anche materiale. Il nostro voto di povertà ci porta ad uno stesso stile di vita che permetta a ciascun consacrato di non distrarsi dalla “sequela Christi”.

Maria di Nazareth viveva in una situazione sociale di povertà economica adeguata al suo tempo. Questa povertà non ne impedisce il benessere interiore. Maria vive la propria serenità esistenziale: pur essendo povera, è serena e vive la ricchezza della propria interiorità.

P. Emmanuel Mvomo

Confidare nella Provvidenza

S

oprattutto infine vi raccomando di confidare nella Divina Provvidenza, sicuri che quel Dio che non lascia senza alimento neppure gli augelli dell’aria, non abbandonerà certamente i suoi Figli che tutta in Lui ripongono la loro speranza. (Beato LM Monti, Lettera Circolare, Roma 24 agosto 1889). ANNO

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Le Parole montiane


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Dalle ComunitĂ di Padre Monti nel mondo

What Would Fr. Monti Say? After experiencing many aspects of the CFIC life in various parts of Africa and recently also here in Italy, I’m quite sure that Fr. Monti would be happy to see that his labour has not been in vain, mainly looking at the many souls he has won for God and the many areas his works have brought light and happiness to. It is true, at the moment we are experiencing problems, even difficult ones, which is normal in life. Fr. Monti had his own way of doing things when facing big problems. So, even though for some aspects he would express worry, I strongly believe that he would be really happy to see the global progress of the Congregation in many parts of the world. Taking into account his example, I consider the qualities of a good CFIC leader, thinking for instance on open mindedness, creativity, well organised mentality, readiness to accept critics, love and understanding, to mention but a few. It is dramatically important the capacity to overcome difficulties, to handle serious problem with competence and beyond personal feelings, to evaluate the changing world process going on, to

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foster proper formation for formators and new leaders. And it is a must for superiors to be strict in supervision, but foresighted in the projecting work. They are the bedrock for unity and peace to the brothers entrusted to them. Fr. Monti would tell them not to forget the true charism of the Family and, with the same attitude, to be observant to the changes of the world, beginning from the very place they are living in and operating. As a man full of insight, the Founder would always like to work according to the changes, demands and needs of the local society. The reading of our Constitutions, the community and family spirit founded on love and justice, and the diligent and sincere prayer to Mother Mary, are the other keystones of the CFIC construction. Working for the progress of the existing centres and trying to see how charism and apostolic engagement can be carried to other parts of the world, make each of us feel the direct responsibility of the present and future life of the Congregation. Bro. Anthony

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LA LUCE DELLA FEDE La sera del 6 dicembre, a conclusione del ciclo di manifestazioni culturali dei venerdì di Novembre (“Novembre dai Frati”) si è tenuto l’incontro sulla Enciclica di papa Francesco LUMEN FIDEI, orgnizzato dal Club Don Sturzo, per iniziativa del suo presidente dott. Carlo Mazzola, in collaborazione con l’Istituto Padre Monti. Relatori sono stati il prof. Fulvio De Giorgi, il prof. Marcello Bertoli e p. Aurelio Mozzetta. Un bel momento di condivisione e di conferma della nostra fede.

Enciclica di papa Francesco Lumen Fidei a conclusione del ciclo di manifestazioni culturali “Novembre dai Frati”

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Vita di famiglia

Ventesima Mostra Presepi Siamo alla 20esima edizione della Mostra artistica del Presepe dell'Istituto Padre Monti (8 dicembre - 12 gennaio). Decine sono le composizioni realizzate dai volontari, particolarmente dai membri della Associazione AMICI DI PADRE MONTI. Con una media di 10-12mila visitatori, la mostra arricchisce ogni anno la proposta di nuovi modelli, ma si sicuro l'attrazione principale rimangono i diorami, particolarmente quelli più storici, realizzati tutti con materiale povero da Fratel MATTEO CHITA, di venerata memoria.

La Mostra Artistica del Presepe dell’Istituto Padre Monti di Saronno giunge alla 20° edizione. Con i suoi 10-12 mila visitatori ha come principale attrazione i diorami.

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… a spulciar gli archivi e rimescolar le carte della storia, per sapere…

Comprensione verso chi soffre Come tutto il corredo delle sue qualità, anche questa della comprensione l’infermiere deve apprenderla dal suo maestro Gesù (che seppe avvicinare e comprendere tutte le miserie) e tradurla quotidianamente in pratica al capezzale dell’ammalato. Bisogna saper comprendere chi soffre e specialmente chi dalla malattia è stato reso egoista e schiavo del dolore; chi, non sopportando la malattia, diviene insopportabile. Conseguentemente al corpo egli si ammala nello spirito, per cui si diventa più ammalati di orgoglio che di infermità. Gli ammalati spesso non sanno vedere che odio e ingiustizia, e ad una mano o un sorriso amici rispondono con sarcasmo. Questi ammalati però non giudichiamoli solo dai loro atti, dalle loro parole, anche se poco educate e severe, osserviamoli bene vi troveremo delle attenuanti, motivi che giustificano il loro contegno: ansie, timori … Alle volte non sapendo comprendere l’infermo lediamo non tanto la carità, quanto la giustizia, ché come infermieri ci richiede una attenta assistenza. Una delle cause che maggiormente impediscono di comprendere l’ammalato è l’abitudine che presto si fa del suo stato. Di costoro pensiamo che, per il solo fatto che si prolunga oltre il previsto, la malattia rende all’infermo ogni giorno più penosa la stasi. Valutiamo la sua sofferenza, la dura lotta che deve sostenere, le continue privazioni; non dobbiamo vedere solo la malattia come oggetto del nostro lavoro, perché è evidente che se così è giudicata, anche alla malattia si fa l’abitudine. Povero malato, era venuto a chiedere la guarigione e compatimento e deve invece sopportare e compatire! Non siamo di quelli che lasciano comprendere come la malattia sia più noiosa a loro che al paziente; sarebbe un’ironia aver indossato quell’abito bianco, che ha qualcosa di sacro, di altruismo, e poi elemosinare dagli ammalati stessi compassione. Sappiamo comprendere tutti gli ammalati di qualunque età: il bimbo che piagnucola per il solo fatto di essere all’ospedale; il giovane che si avvilisce di trovarsi Da ultimo sorvoliamo nell’inattività; il vecchio permaloso e incontentabile. l’Atlantico fino al BRASILE, a Per ben comprendere dovremmo aver provato a malatgustare la bellezza dell’ tia, il dolore, il tedio delle ore vespertine, la paura dell’imminente notte, il susseguirsi della fisionomia dei propri cari e di altre persone che si tengono gelosamente custodite nel proprio intimo. realiz-

INFIORATA di FOZ do IGUAÇU,

zataTutto per il questo Corpus Domini, doper l’ammalato non sono delle semplici menica 2 giugno. attenuanti, ma delle complete giustificazioni alle sue lamentele, alle sue insistenti domande, al suo agire anomalo.

Ricordiamoci questo e non sarà difficile allora comprendere, compatire e identificarsi con l’infermo, qualunque sia l’entità della prova. Fratel Ludovico (da Vita Concezionista, luglio 1947)

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Padre Monti: come tutto il corredo delle sue qualità, anche questa della comprensione l’infermiere deve apprenderla dal suo maestro Gesù (che seppe avvicinare e comprendere tutte le miserie) e tradurla quotidianamente in pratica al capezzale dell’ammalato.


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Lettere alla Redazione I Vostri mess@ggi Email e lettere dal mondo

1000 grazie di cuore Sicuramente ci uniamo alla preghiera affinché Leticia possa guarire perfettamente. Affidiamo la nostra richiesta al nostro fondatore Beato Luigi Maria Monti e ad un suo figlio "speciale" l'Hno Bonifacio Pavletic. Siamo fiduciosi perché la nostra richiesta è ben riposta. Fr. Gioacchino Santoro Grazie di cuore per le preghiere e l'attenzione! Ricambio a tutta la comunità. Con affetto, Nicoletta e famiglia

Scriveteci a quihopostoilcuore@padremonti.org

Grazie. La risposta potrà sembrare banale, Buon Natale anche a te e ai tuoi cari. Un grande abbraccio da noi tutti. F e C Grazie per QPC. Bello e ricco di contenuti come al solito. Le immagini di questo numero sono particolarmente belle. Grazie degli spunti. I testi non li leggerò con calma. B. Il numero di Dicembre testimonia la fedeltà ad un impegno forte e non sempre facile. Una preghiera particolare per tutti i fedeli Collaboratori, nel segno anche del ringraziamento e come buon augurio per le festività. Fratel Rolando Grazie del bollettino, che come sempre è così denso di spunti e di novità per lo spirito. Non

solo è denso di spunti, ma lo trovo sempre più carico di vita, di creatività e di bellezza armonica nella scelta degli argomenti, appropriato e in sintonia con i tempi liturgici, quindi davvero "vitale" e prezioso. Auguri per il cammino di Avvento e per la prossima festa dell'Immacolata... Noi stiamo facendo gli esercizi. Ciao un abbraccio. ST Grazie e buon natale a tutti i fratelli della comunita del santuario di Padre Monti. Grazie per le preghiere, ne abbiamo bisogno sempre. Qui cerco di aiutare efficacemente la congregazione che tanto ci ha dato. Insomma, come diceva nel suo tempo il presidente Kennedy ai suoi concittadini, anch’io posso dire: non cercare quello que la congregazione può dare a ciascuno di noi, ma quello che ciascuno può fare per il bene e la crescita della congregazione. Grazie mile per i messaggi che leggo con grande attenzione. PD (USA). Grazie a tutti voi per le lettere e le preghiere mi unisco a voi e vi auguro ogni bene.

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Carissimo NON ti chiamo al telefono per complimentarmi perché temo disturbarti: ho copiato tutto il testo del tuo editoriale su Loris Capovilla che ho molto apprezzato e che vorrei pubblicare - citando la fonte - nel mio giornale Val di Noto magazine.it (www.valdinotomagazin e.it). Ti abbraccio fraternamente assieme a tutti i Fratelli di Saronno. B Grazie per QPC, di cui per ora ho letto l’editoriale e qualcosa qua e là. Bello il sincronismo tra Luigi Monti e Giovanni XXIII, parole puntualizzate nel titolo scelto per la rivista. Come dice il nostro caro Papa, buona sera! Vengo a dirle che ho ricevuto il giornalino sempre ben fatto, per questo voglio ringraziarvi tantissimo. Anch’io colgo l'occasione per salutare i suoi collaboratori. Voglio ringraziarvi per le preghiere fatte per la mia salute fisica e ancor di più per quella spirituale, in quanto ne ho tanto bisogno. E voglio farvi i più sentiti AUGURI: il Bambino Gesu vi benedica e vi illumini sempre nello svolgere i compiti del vostro ministero missionario. La vostra parola sia quella di Gesù e i vostri gesti siano i gesti di Gesù. Pace. Giovanni.

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La stanchezza dello sguardo chiaro Tutti fanno l’esperienza della stanchezza. Chi non è stanco, non si mette nemmeno a dormire. Quando siamo stanchi, pregustiamo con gioia il sonno. Il mattino dopo ci rialziamo riposati e ristorati. Questa è una stanchezza buona, che appartiene al ritmo della vita. Esistono diversi tipi di stanchezza, e fra essi c’è la stanchezza come descrizione di una persona debole e apatica, che non è disposta ad assumersi le responsabilità della propria vita e del mondo… Nel nostro tempo occorre recuperare il valore della stanchezza, in modo che essa possa istituire un legame nuovo, senza parole, tra noi e gli altri esseri umani e il mondo che ci circonda. Si tratta della “stanchezza dallo sguardo chiaro” come viene vissuta nella tradizione monastica… Alcuni pensatori, e tra questi il filosofo coreano Byung-Chul Han, hanno individuato nella stanchezza dallo sguardo chiaro il rimedio per la

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nostra società che, altrimenti, esaurisce le persone, con la pretesa di efficienza. Una società che stanca e distrugge a furia di spronare a prestazioni sempre maggiori. La stanchezza ci obbliga a diventare umili, a riconoscere i nostri limiti. Essa ci apre all’elemento imperscrutabile nella nostra vita, ma può anche portarci alla nausea e al tedio esistenziale. Dipende da noi come percepiamo e interpretiamo la stanchezza e come la gestiamo. Se nella calma, ci volgiamo all’interiorità, scopriamo la verità che ci lascia vedere le cose come sono. Allora, non ci stancheremo di questo mondo, ma lo plasmeremo con nuove idee, in maniera conforme alla sua natura autentica. Riscoprendo la sorgente spirituale dentro di noi - quella “sorgente” che abbiamo ricevuto e riceviamo gratuitamente con i Sacramenti - potremo allora dare forma al mondo e alla nostra vita, in modo

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che il sogno di Dio riguardo alla creazione e alle creature risplenda sempre di più, senza stancarci mai… e riprendendo vigore dalla stanchezza. Dio eterno è il Signore che ha creato i confini della terra. Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile. Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato. Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano la forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi… (cfr. Isaia 40, 28-31)

(Pensieri estratti dal libro di S. Grun, Sono stanco)

Tutti fanno l’esperienza della stanchezza. Chi non è stanco, non si mette nemmeno a dormire. La stanchezza dallo sguardo chiaro ci apre all’elemento imperscrutabile nella nostra vita, ma può anche portarci alla nausea e al tedio esistenziale.


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Riconoscere

Vocazioni

Rubrica a cura dei Cercatori di Dio

Lo sapevano tutti che ero molto credente. Ma nessuno si sarebbe mai aspettato che potessi fare una preparazione per una chiamata interiore.

Mi sono presentata e mi hanno accettata Lo sapevano tutti che ero molto credente. Ma nessuno si sarebbe mai aspettato che potessi fare una preparazione per una chiamata interiore. A 17 anni mi sono chiesta cosa Dio volesse da me ed ho parlato con il Parroco. Egli mi indirizzò al Seminario Maggiore Diocesano, dove incontraI un prete che ascoltaVA le ragazze che desideravano una vita di consacrazione. Quel prete raccoglieva da anni un certo numero di ragazze e ci si incontrava mensilmente per un ritiro spirituale. Ho iniziato il mio cammino li, mese dopo mese, in ritiro e con la possibilità di parlare spiritualmente con quel prete. Quel ritiro domenicale era un appuntamento importante. Si iniziava con la preghiera del mattino, poi una conferenza-meditazione sul tema del giorno, poi due ore di preghiera davanti al Santissimo esposto, il pranzo in comune, una piccola ricreazione tra noi, poi una condivisione della meditazione personale della mattina, la preparazione della messa e dei canti e per finire la santa messa. Durante tutta la giornata ci si alternava per parlare con il sacerdote… Quanta pazienza che ha avuto con noi! I colloqui con lui erano distesi e si parlava

di tutto. Alla fine del colloquio, a ciascuna singolarmente, secondo i bisogni riscontrati, dava un libro da leggere e meditare durante il mese successivo. A noi il com-

pito di mantenere fede all’impegno. In sei anni, di libri ne ho letti! E quanto ho imparato sotto la sua direzione! Leggendo e meditando, si facevano strada in me certezze sul cosa fare, dove andare e cosa chiedere. Le opere delle sante e dei santi carmelitani sono i testi che in quell’epoca mi hanno più affascinato. Gliel’ho detto. Lui mi prendeva in giro! Allora non capivo perché lo facesse… poi ho compreso due cose: voleva che prendessi una decisione da sola e voleva non influenzarmi con una risposta umana. Fatto è che me ne sono andata. Sentivo che non mi capiva più. Mi sono recata in una chiesa tenuta dai carmelitani ed ho cercato lì qualcuno che mi potesse aiutare nel mio percorso. L’ho trovato. Mi ha consigliato un Monastero di Clausura vicino casa.

dopo poco tempo hanno accettata.

mi

La vita che faccio qui è molto dura, ma mi piace. Ricordo che nel primo periodo quaresimale ero dimagrita moltissimo… le penitenze sono davvero penitenze, qui non si scherza. Le persone che vednnero a trovarmi dopo la quaresima, si erano addirittura spaventate. Per me era normale seguire quei ritmi. Ma forse a volte è troppo, anche quando non ne siamo consapevoli perché agiamo per amore. Con gli anni è arrivata la maturità di saper cogliere in me e fuori di me quello che è giusto. Non faccio più stupidaggini con la mia salute. Sono grata a Dio di questa vita e ringrazio gli anni di preparazione, senza i quali non avrei conosciuto il Carmelo e le Carmelitane, mia vita santa ed equilibrata da tantissimi anni. Davvero mi auguro che i giovani in ricerca possano trovare tutto l’aiuto necessario per arrivare all’Amore che cercano nel loro cuore. Quel particolare tipo d’amore che è proprio personale, ed è singolarmente destinato a ciascuno di loro.

Mi sono presentata e

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La difficile volontà

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Tracce per una lettera da Saronno

Caro QPC, perché è così facile dare la colpa di tutto al Signore, soprattutto quando non "ascolta" le nostre preghiere? Perché è così difficile dire "sia fatta la tua volontà"? Il mio grazie e la preghiera per tutti voi. Giola. Perché siamo fatti di carne, cara Giola, fragili e bisognosi di tenerezza, per quanto grandi vogliamo dirci o apparire. Siamo creature spesso piagnucolose, perché abbiamo bisogno di attenzione, come quei bimbi che piangono e danno pugni (con i loro pugnetti stretti) sulla pancia della mamma o del papà… a papà e mamma quei pugnetti fanno solo solletico, al bambino sembra di aver rivoluzionato il mondo con essi o aver accampato diritti grandiosi e intoccabili… …. in realtà solo lacrime di bimbo. E Dio lo sa. Legga Isaia 43,1-5. Ma lo legga piano piano, senza correre, in silenzio, con dolcezza, e poi lo rilegga e poi lo rilegga e poi ancora e ancora e ancora… … un Dio che dice: tu per me sei prezioso e io ti amo… è il più grande scandalo dell’universo. Noi pensiamo sempre al dio come a un robot, un bottone da spingere per risolvere i nostri problemi e guai se non lo fa!, una specie di maghetto da lampada di Aladino. Dio è, invece, l’esaltazione infinita della nostra fragilità. Dopo quel passo, ne prenda un altro, vada un po’ più indietro, a Isaia 41,514. Un Dio che dice: Non temere vermiciattolo di Giacobbe… è ancora più scandaloso. Questo cosiddetto Dio decide di mescolarsi a vermiciattoli, in questioni da “vermiciattoli”, cose da nulla, da miseri e microscopici insetti… e questo non è semplicemnete possibile, se guardato con gli occhi d’ogni umana filosofia che abbia relegato Dio nell’iperuranio. Intanto, lei stessa ed io, cara Giola, smettiamo i pugnetti stretti da bambini accigliati e proviamo a spargere luce e sorriso intorno… Si renderà conto di quanto il Signore ha affidato al suo sorriso e alla sua luce per illuminare e salvare altri, tanti altri, tanti al punto che lei neppure riesce ad immaginarlo. E dire che noi, un po’ tutti, stiamo sempre lì a rimugugnarci dentro i nostri pretesi diritti di bambini capricciosi, di vermiciattoli che se la credono… In verità, nessuna creatura è tanto grande come quando sta in ginocchio davanti all’Autore della sua vita. La saluto, preghi per noi. ANNO

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CHI SCRIVE A CHI

Questa rubrica, una lettera da Saronno, tratta degli argomenti che lo scambio epistolare ci permetterà di portare all’attenzione. Un “pensatoio” aperto. A TUTTI VOI LA PENNA: si tratta solo di vincere la… pigrizia!


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Un popolo unito nella lotta Anno Mariano 2013-2014 Questo impegno porta il Monti a compattare i propri religiosi nel momento della prova: durante la malattia di uno di loro, di fronte all’aggressività dei dirigenti dell’ospedale in cui vivevano o anche davanti all’autorità ecclesiastica, che non sempre dimostrava la volontà di comprendere situazioni ed esigenze della novella Congregazione.

Nozze di Cana (part.) Mosaico di Marco I. Rupnik Facciata del Santuario di Lourdes (Francia)

Questo impegno porta il Monti a compattare i propri religiosi nel momento della prova: durante la malattia di uno di loro, di fronte all’aggressività dei dirigenti dell’ospedale in cui vivevano o anche davanti all’autorità ecclesiastica, che non sempre dimostrava la volontà di comprendere situazioni ed esigenze della novella Congregazione. Pensiamo alla ventennale “battaglia” per conseguire l’approvazione del sacerdozio per alcuni dei suoi religiosi. In questo momento storico la Congregazione è chiamata nel suo insieme a portare il peso della difficoltà, come le parti in un unico corpo. Solo per rispondere ad una chiamata di vera radicalità evangelica è comprensibile che alcuni di noi prendano una strada diversa. Solo per essere più poveri, più liberi dal potere, più aperti ad un amore senza confini. Sarebbe troppo comodo cercare un proprio orticello “portandosi via” la pensione accumulata (per chi ha potuto) o l’eredità ricevuta. Mi piace pensare, piuttosto, che tale scelta sia in senso contrario: rimango nella Congregazione perché lì posso trovare il luogo adatto per questa esigenza di radicalità evangelica e di santità. Vorrei parlare con maggiore franchezza, anche se sono trattenuto dalla complessità della situazione e dal rispetto per le tante storie personali. Riconosciamo innanzitutto che abbiamo sempre la tentazione di andare in un posto diverso da quello in cui siamo, alla ricerca dell’isola che non c’è. Oppure la tentazione contraria, cioè di stare (e restare) nel migliore dei mondi, mai osando una critica del presente. Non ho ancora avuto da parte dei Fratelli alcuna vera manifestazione di fuga, ma in un momento di crisi penso che possa facilmente insinuarsi un desiderio di questo tipo. Non ho nemmeno registrato grandi slanci di disponibilità, eppure sarebbero di grande aiuto nel favorire soluzioni nuove. Dobbiamo tutti prestare molta attenzione alle nostre emozioni per orientarci decisamente e ANNO

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serenamente verso mete più grandi. È un vero dono dello Spirito se nei prossimi mesi faremo a gara nello stimarci a vicenda, gareggiando anche nell’offrire noi stessi per nuove iniziative in cui possa brillare il carisma del Fondatore. Se sarà così, la nostra crisi potrà diventare un vero momento favorevole. Anche se ci fa toccare il fondo, ci fa prevenire mali peggiori, ci purifica. Un’analisi delle “strutture” esistenti (materiali e organizzative) è divenuta d’obbligo e richiede una teoria critica capace di aiutarci nella ricerca di un senso della storia attuale in vista di una prassi che ci liberi. Non possiamo andare avanti con fardelli insopportabili. Nuove latitudini ci chiedono uno sforzo di presenza maggiore. Abbiamo risorse umane da qualificare e valorizzare, soprattutto in Africa e in India, chiedendo un supplemento di impegno e di slancio missionario. Benedetto XVI, in Germania, aveva fortemente posto all’attenzione della Chiesa la questione del rapporto tra strutture ed evangelizzazione, troppo sbilanciato sulle prime a scapito della testimonianza. C’è un Esodo da vivere. Il Signore ci doni qualcuno tra di noi, ma anche all’esterno della comunità, che ci difenda presso Dio, come Mosè: Ai loro Padri hai promesso di dare a questo popolo una lunga storia di vita; vuoi che i loro figli raccontino per generazioni che sei un Dio inaffidabile? A noi resta il compito di non cedere alle più diverse idolatrie. Questo è quanto dovremo fare con Maria, la nostra avvocata presso Dio. Ella ci porta a Gesù, ci dà il consiglio che conta: Quello che egli vi dirà, fatelo! Abbiamo un anno davanti, non un anno qualunque. Un anno mariano.

Fratel RUGGERO VALENTINI (estratto dalla Lettera di Indizione dell’Anno Mariano. Częstochowa, Polonia. 1 giugno 2013) NUMERO

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I soldi nella bara C'era un uomo che aveva lavorato tutta la vita ed aveva risparmiato tutti i suoi molti soldi, perché quando si trattava di spenderli egli si dimostrava un avaro incallito. Poco prima di morire, disse alla moglie: "quando muoio, voglio che tu prenda tutti i miei soldi e li metta nella bara con me. Me li voglio portare con me nell'aldilà". E così si fece promettere con tutto il cuore dalla moglie, che, quando sarebbe morto, lei avrebbe messo tutto il suo denaro nella cassa con lui. L'uomo morì. Al funerale, egli steso nella bara aperta, la moglie vicino piangente e vestita di nero, e lì accanto, seduta, la migliore amica di lei che le teneva la mano. Quando la cerimonia terminò e fu il momento di chiudere la cassa, la moglie disse:

"Aspettate un momento!". Aveva in mano una piccola scatola di metallo; si avvicinò e la depose dentro, a lato del cadavere di suo marito.

La Giovinezza dei vecchi

"Ragazza mia, sapevo bene che non eri così tonta da mettere tutto quel denaro là dentro con tuo marito. Cosa c’era in quella scatola?". La moglie fedele rispose: "Senti, io sono una persona credente; non posso tradire la parola data. Gli avevo promesso che avrei messo quei soldi nella bara con lui". "Vuoi dire che hai messo tutto quel denaro li dentro con lui ?!?".

"Certo che l'ho fatto. - disse la moglie - Ho preso i soldi, li ho versati tutti sul mio conto ed ho emesso un assegno a suo nome... Se riesce a incassarli, se li può spendere tutti, come vuole".

Chiusero la bara e la portarono via. E allora la sua amica le disse: ANNO

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"Quando muoio, voglio che tu prenda tutti i miei soldi e li metta nella bara con me. Me li voglio portare con me nell'aldilà".


Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno nel Cuore della Carità Montiana

Orario delle Celebrazioni del Santuario GIORNI FERIALI 6.30 7.00 9.00 18.50

Lodi del Mattino (lunedì in cripta) Santa Messa (lunedì in cripta) Santa Messa Rosario e Vespro

TUTTI I GIOVEDI’

18.30

Adorazione Eucaristica per le Vocazioni

DOMENICA E FESTIVI 8.30 Lodi del Mattino 9.00 Santa Messa 19.00 Santa Messa SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong

QUI HO POSTO IL CUORE Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione Hanno collaborato per questo numero: Collaboratori di questo numero: Aurelio Mozzetta, Marco Perfetti, Emmanuel Mvomo, Bro. Anthony, www.padremonti.org, I cercatori di Dio, Teresa V., GG, Ruggero Valentini, Raffaele Mugione

Direzione: Via San Giacomo, 5 21047 – Saronno (VA) : 02 96 702 105 : 02 96 703 437 e-mail:

quihopostoilcuore@padremonti.org sito web: www.padremonti.org (Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è realizzato da volontari)


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