Qui ho posto il cuore febbraio 2014

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Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo!

Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti Anno III — n. 22 FEBBRAIO 2014 D A T A

SOMMARIO: Editoriale

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Il mio grazie a 2 Padre Monti Luigi M. Monti 3 e dintorni Una preghiera 4 per… Preghiere per le vocazioni

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Con Maria, come Maria

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Parole montiane

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Glossolalie

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Vita di Famiglia

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Forse non tutti sapevate

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I Vostri messaggi

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La Porta aper- 11 ta Riconoscere

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vocazioni Tracce per

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una lettera da Saronno Anno mariano 14 CFIC La Giovinezza dei vecchi

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Dedicato a Germana, con amore di Aurelio Mozzetta

TU Qualche minuto fa è giunta notizia che la cugina di M. ha partorito una bambina morta. Ha avuto un’emorragia e la bambina è soffocata. Mi raccontano che lei sia molto fragile ed io penso a quanto possa esser duro per una persona fragile reggere simili pesi. Per quanto Dio riversi Grazia in abbondanza, la traversata nel deserto è tosta davvero. Ho ricevuto una lettera da S., grondava sangue. Giorni fa doveva nascere il suo bambino; lei mi racconta che, al posto di averlo al seno, si è ritrovata ad accendere una candela sulla minuscola tomba di lui. Loro hanno sofferto più di me. Io sono solo un pagliaccio a lamentarmi. Penso a tutte queste madri, a tutte queste Stabat Mater… Penso a mia nonna, che vide morire sua figlia di 50 anni. O alla mia amica di Roma, che ha visto morire il figlio sedicenne. E per completare l’elenco - oh, mio caro Muro delle Lamentazioni penso a F. che ha l’Alzheimer. Per me lei è stata sempre un modello: una donna intelligente, colta, libera, saggia, intensa. Casa sua piena di libri d'arte e il suo cuore sempre pronto all'ascolto,

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al consiglio, all'incoraggiamento; pronto ad accettare l'ingovernabile veemenza della passione della mia giovinezza. Oggi questa malattia le lascia il corpo invecchiato e le porta via tutto il resto. Perché? IO Che co -sa posso dire? Cosa replicare al tuo sacrosanto lamento? Di fronte al dolore del creato, ognuno di noi è troppo piccolo. Non userei la parola pagliaccio. Siamo solo piccoli piccoli quando abbiamo occhi e non vediamo, orecchie e non ascoltiamo: distratti o troppo concentrati sui nostri problemi, che talvolta - è vero - sono grandi, ma che vanno maneggiati sotto la luce di chi consideriamo, per scelta, Nostro Maestro, e non possiamo scappare. Nessun dolore può essere paragonato all'altro né sottostimato. Se volessimo riunire su un foglio unico tutti i dolori del mondo, impazziremmo… Per questo Dio è tenero con noi, ci ha donato l'oblio e il limite e il perdono. Solo il suo essere senza-limite può sopportare l'immensa montagna di dolore del creato e superarlo e vincerlo. Segue a pag. 2

SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA)  02 96 702 105  02 96 703 437 e-mail: santuario@padremonti.org sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892 Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0 presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA – Filiale di SARONNO Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe


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Il mio Grazie a Padre Monti

>>> segue dalla prima pagina

La dolcezza di una mano tesa Caro Padre Monti, anche quest’anno mi rivolgo a te per chiederti di accompagnarmi ogni giorno. Tu mi conosci, sono sempre io, sempre lo stesso, sempre quello che ogni tanto viene a scocciarti… ma so che tu non mi cacci via. Grazie per essere un papà buono e un amico dalle braccia spalancate. Ti chiedo di aiutare il mio amico Vincenzo a superare la sua malattia e ritrovare coraggio. Tornerò qui a ringraziarti quando vuoi, tu chiamami; ma, ti prego, fagli grazia!

Dedicato a Germana, con amore Voglio ricordare che tutte le Stabat Mater di questo mondo (come tutti i poveri padri deprivati della loro paternità) sono le stesse e gli stessi che sono passati attraverso "l'ingovernabile veemenza della passione della giovinezza"... Il libro di Qoelet direbbe: c'è un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per costruire e un tempo per distruggere, un tempo per nascere e un tempo per morire... Allo stesso modo, c'è un tempo per essere cavalli matti con le criniere al vento e c'è un tempo per essere asini pazienti e testardi nell'amore (Prévert), i quali, nonostante il dolore immenso si ostini a compiere continui attentati all'amore, conservano la capacità d'amare. Quanti angeli e messaggeri sono passati tra di noi!

Chi li ha visti solo passare, prova nella propria carne un grande dolore, è vero; ma che bello poter godere di tante luci che illuminano la nostra oscurità! Anche per essi (e anche per la cugina di M. e per S. e per F. e per tua nonna e per l’amica di Roma e per tutti) c'è un approdo. Ci resta la preghiera, in questa stretta valle delle lacrime che sfocia nell’oceano della felicità. Pregare è una grazia, è il dono di un Dio

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pieno di misericordia. È uno stato dell’animo, della mente, del cuore, del corpo. È attitudine vitale. È presenza costante di quel Dio e nostra presenza davanti a Lui, qualunque cosa noi facciamo. I nostri occhi non smettono di spargere lacrime di dolore, ma nel cuore abbiamo piantate radici di fresca speranza. Dio ci abbraccia, ci stringe a sé, asciuga le nostre lacrime e ci sorride. Dio ci vuole felici. Aurelio Mozzetta

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Opportunità e sotterfugi il male di sempre La storia della nascita, faticosa e difficile, della Congregazione dei Figli Immacolata Concezione è la rappresentazione di un intervento umano fra i più invasivi al progetto divino. È desiderio di Dio che alcuni giovani si votino a Lui e agiscano esclusivamente con carità. Loro trovano nell’assistenza al malato il primo fra quei gesti di carità - successivamente sarà anche la cura e l’educazione degli orfani. L’uomo, però, ostacola, pone se stesso prima di tutto e costringe Dio alla pazienza. Noi uomini, abitualmente non ascoltiamo la voce di Lui. Siamo incapaci di superare i piccoli muri che coprono lo sguardo. Per colmo di vanità ci crediamo l’ombelico attorno al quale gira tutto il resto. Il nostro egoismo impedisce - ma solo momentaneamente - il disegno di Dio. Così, una volta di più, dimostriamo il nostro elevato spirito di stupidità. Anteponiamo i nostri progetti, i nostri metodi; ed ogni volta ripetiamo gli stessi sbagli e il medesimo peccato di superbia nei confronti del Padre. Noi siamo meglio o uguali, guardiamo i nostri sviluppi, la nostra società. Sotto gli occhi il risultato. Mi chiedo perché chiamare questo peccato originale, visto che si ripete sempre. Dicevamo dunque le difficoltà. Cipriano Pezzini, il promotore della nostra storia, ha presentato a Mons. Vitelleschi, commendatore dell’Arciospedale di Santo Spirito, il progetto elaborato con Luigi Monti. Con felice intuito, il Papa Pio IX lo accetta subito. Si può concretamente realizzarlo. Pezzini torna a Bussolen-

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go per definire i dettagli e condurre a Roma i giovani infermieri, preparati dal Monti nel frattempo, per dare il via alla nuova Congregazione. Tuttavia Cipriano, a Roma, ha commesso un errore. Entusiasta come sempre, ha spiegato ai Cappuccini, assistenti spirituali dell’ospedale, il progetto approvato. Al momento i frati si dicono contenti e disponibili ad assecondare la nascente Congregazione. In realtà, immediatamente dopo la sua partenza, si impossessano dell’idea e organizzano un gruppo di giovani inquadrati in forma di Terziari Francescani, annullando così totalmente l’autonomia del nascente Ordine. Ecco il primo ostacolo al piano di Dio. Per i frati, spinti dalla necessità di affrancare la propria presenza all’Ospedale, l’avere a disposizione un gruppo di infermieri li poneva in posizione di forza presso i dirigenti. Chi avrebbe potuto scacciare i reggitori di quei laici infermieri totalmente dedicati ai malati? In secondo luogo, padre Giovanni Battista, vice -priore della comunità cappuccina, avrebbe assunto un ruolo importante; a lui avrebbero dovuto far riferimento tutti, laici e Superiori, del suo stesso Ordine e dell’Ospedale. Già si profumava del titolo di Fondatore. L’altro uomo che si macchia di opportunismo è lo

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stesso Commendatore oggi diremmo il direttore generale dell’ospedale. Dopo aver ascoltato il Pezzini, intuito la grande carità che scaturiva dalla novella Congregazione, sottoposto il progetto a Pio IX e riscontato l’entusiasmo papale, ora egli si trovava davanti una scelta: appoggiare Pezzini e il suo progetto - gli piaceva - oppure la realizzazione dei Cappuccini, fatta nei mesi d’assenza dello stesso Pezzini? Cipriano e i suoi non avevano alcuna raccomandazione, nessun cardinale né alto prelato alle spalle. Dall’altra parte, era un Ordine secolare come quello dei Cappuccini che, apparentemente, faceva la proposta e la realizzava. E poi l’immancabile risvolto personale: da tempo si parlava di un’imminente nomina del Commendatore. Non era ancora arrivata. La realizzazione immediata di un desiderio sottoscritto dal Papa avrebbe certamente dato una forte spinta... In caso contrario, sarebbe stato comunque il solo ad avere, sulla nuova fondazione, il colloquio diretto con il Papa: facile assumere egli stesso il potere di Superiore, scacciando senza fatica i Cappuccini. Sceglierà di assecondare l’iniziativa di padre Giovanni Battista. Voilà! Uno stop ai desideri di Dio. Che, però, non verranno meno. Non temere. Marco

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Luigi Maria e dintorni

Mons. Vitelleschi Salvatore

La storia della nascita, faticosa e difficile, della Congregazione dei Figli Immacolata Concezione è la rappresenta zione di un intervento umano fra i più invasivi al progetto divino.

La Tomba del Beato Monti nella Cripta del Santuario di Saronno


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Preghiera per le vocazioni

Memoria e Sintesi del Dono ricevuto Signore, sono davanti a te come terra riarsa, terra che, se lasciata sola, produce solo rovi e spine. E tu, Dio testardo nell’amore, ti sei fidato di me e di me ti fidi ancora, ogni giorno, malgrado la mia testardaggine, quella che solo pretende d’essere riconosciuta nel privilegio, senza tenere conto del messaggio affidato e della croce, unico trono in cui un tuo discepolo può stare seduto. Perdona e accogli, mio Dio, e non lasciare che la mia povertà di creatura vinca, nel mio essere, la ricchezza della tua grazia. (don Donato)

“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti

Una preghiera per...

PER I RELIGIOSI, LE RELIGIOSE e tutti i CONSACRATI: - dei quali si celebra la Giornata Mondiale il 2 febbraio, Giorno dell’Offerta e della Luce. Il Signore, la Vergine Madre e tutti i Santi Fondatori siano vicini e custodiscano ciascuno di essi nella fedeltà gioiosa.

PER LE DONNE IN ATTESA DI UN FIGLIO: per Angela, Barbara, Enza, Simona, Chiara e Laura. Voi portate in grembo il futuro di tutti noi. Dio vi sostenga e vi ripaghi di tutti i sacrifici.

PER GLI AMMALATI: il beato Monti interceda per loro e li conforti nella sofferenza:

PER I DEFUNTI: - ELISABETTA, figlia di Germana, morta il 31 dicembre, dopo lunga e sofferta agonia. Il Signore le doni pace.

scorso, dopo lungo periodo di malattia. Vicini, in preghiera, con partecipazione.

- lo zio DUILIO, morto a 99 anni, sazio di vita e di grazia. - suor GABRIELLA, per molti anni angelo degli infermi presso l’ospedale di Saronno, morta improvvisamente il 31 dicembre. - IVANA Repić, di Kutina (Croazia), collaboratrice e grande amica della nostra comunità croata, morta in incidente stradale la notte del 10 gennaio, insieme ad altre due giovani donne, di cui una incinta. Abbiamo sentito il grande dolore dell’intera città di Kutina, della Chiesa locale e soprattutto delle Famiglie di queste giovani donne. Il Signore doni pace! - GRAZIELLA, la mamma di Andrea, operatore del reparto Stampa Digitale del nostro Istituto, morta il 25 gennaio una delle ultime foto di IVANA

Inviateci le vs. intenzioni di preghiera a: ANNO

quihopostoilcuore@padremonti.org

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Con Maria, come

L’esperienza di vocazione personale ed ecclesiale La vocazione di Maria è una vocazione personale: dare alla luce Gesù, il Figlio di Dio, è un atto personale. Nella profondità della sua essenza, però, questa vocazione diventa ecclesiale, perché partecipa di un progetto divino che è eterno ed universale.

mia vita, la mia vocazione personale si trasforma, si amplia e si qualifica in vocazione ecclesiale.

Così, anche l’agire della Vergine non è più solo un fatto individuale, ma è momento di rappresentanza dell’intera Chiesa, visto che il Figlio da Lei nato né è il capo.

Ognuno di noi prima parte dalla propria casa rispondendo a Dio in un colloquio a tu per tu; ma tale risposta lo rende, immediatamente, uomo pubblico.

Maria cominciò così, in modo personale, ma finì con essere persona universale.

Da se stessa e da sola, Maria non è nessuno. Chiesa.

Ha senso soltanto nel contesto dell’opera salvifica del Figlio.

Io vivo la stessa dinamica nella mia esperienza vocazionale, che è legata alla chiamata: al momento in cui divento uno per gli altri, consacrando la

È così che, alla luce della Resurrezione e della Salvezza, lei diventa Madre di tutti, Madre della

Bisogna allora prendere coscienza delle Parole di Paolo: “non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me …” (Gal 2,20).

La vocazione di Maria è una vocazione personale: dare alla luce Gesù, il Figlio di Dio, è un atto personale. Nella profondità della sua essenza, però, questa vocazione diventa ecclesiale, perché partecipa di un progetto divino che è eterno ed universale.

P. Emanuel Mvomo

Come madre al figlioletto infermo (Padre Luigi Monti) inculcava a noi tutti di non essere semplici infermieri presso il letto degli ammalati, ma veramente loro fratelli; che si dovessero assistere con la carità con cui una mamma assiste il suo figlioletto infermo. Procurate sempre - ci diceva - di accontentare quanto più vi è possibile tutti, e specialmente quelli che si mostrano più incontentabili. (testimonianza di P. Elia Airoldi) ANNO

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Le Parole montiane


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Dalle Comunità di Padre Monti nel mondo

May Spirit dance within you May the enthusiasm of Spirit leap incessantly within you and help you to live a vibrant life. May the warmth of Spirit’s fire be extended through your concern and care for all those who need your love. May the blaze of Spirit’s courage enable you to speak the truth and to stand up for respect, dignity and justice. May the undying embers of Spirit’s faithfulness support you when you feel spiritually dry and empty. May the strength of Spirit’s love sustain your hope as you enter into the pain of our world. May the clear light of Spirit’s guidance be a source of effective discernment and decision-making for you. May Spirit’s patient endurance be yours while you wait for what is unknown to be revealed. May the steady flame of Spirit’s goodness within you convince you every day of the power of your presence with others. May the joyful fire of Spirit dance within you and set happiness ablaze in your life. May the spark of your relationship with Spirit catch afire in the hearts of those with whom you live and work. May you be mindful of the Eternal Flame within you. May you rely on this Source of Love to be you constant ally and steady guide. Amen

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Uno sguardo su… Due nuovi Consigli Provinciali: America Latina e India Il XVI Capitolo Provinciale dell’America Latina si è riunito dal 26 dicembre al 2 gennaio, presso il Centro Padre Monti a Cordoba (Argentina), ed ha eletto il nuovo Superiore Provinciale Hno. HECTOR VARELA. Il suo Consiglio è formato dai Fratelli Isidro Zilli, Gioacchino Santoro, Raúl Sena, José Cabaleiro. I nostri più cari auguri di buon lavoro. Dio vi accompagni!

In America Latina si è tenuto il XVI Capitolo Provinciale mentre la Provincia Indiana ha celebrato il suo 5° Capitolo Provinciale

La Provincia Indiana ha celebrato il 5° Capitolo Provinciale, presso la Casa Maria di Peroor (Kottayam, Kerala), che ha eletto il nuovo Superiore Provinciale, p. Michael Palackathadathil, con il Consiglio, i Fratelli Sojan Kodiyanthara, Shaiju Thanappanal, Binu Peedieackal, Joy Vadackan. Noi preghiamo che il Signore benedica il vostro impegno e vi inviamo fraterni auguri.

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Vita di famiglia

E due modi di essere nell’educazione dei giovani P. Elvis Lukong, della nostra Comunità di Saronno, assistente spirituale degli Scouts, accompagnatore di speranze e donatore della Parola. Scrive P. Elvis: “Ciò che contribuisce alla formazione dei giovani per un oggi e un futuro migliori incarna un grande valore. Questa idea mi ha spinto a sospendere gli impegni pastorali natalizi per accompagnare il branco Primavera in montagna. Ho visto i capi di quei ragazzini mettercela tutta per far di loro dei buoni cittadini e i ragazzi dimostrare un senso promettente di autogestione. Ho il cuore traboccante di gratitudine per il senso di sacrificio di cui sono stato testimone. Solo una società che si prende cura della propria gioventù può sperare in un futuro migliore”.

A Saronno, P. Elvis Lukong, assistente spirituale degli Scouts.

A Polistena Fr. Stefano Caria e la Comunità Padre Monti si oppongono a logiche di cultura mafiosa.

Fr. Stefano Caria e la Comunità Padre Monti di cui è responsabile a Polistena (RC). Anche a costo di rimetterci, si oppongono a logiche di cultura mafiosa (detta o pretesa tale), facilitata e promossa proprio da chi dovrebbe combatterla; coltivata dalla debolezza, dalla paura, dalla rassegnazione, e dal… così è? che ci vuoi fa’? No, noi non ci stiamo!

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… a spulciar gli archivi e rimescolar le carte della storia, per sapere…

Istromento acquisto casa di Saronno Si sono personalmente costituiti: la signora Teresa Crespi fu Giuseppe vedova Bagatti nata a Legnano qui domiciliata via Passarella n 18 possidente agente in proprio ed in rappresentanza del minorenne di lei figlio Giuseppe Bagatti fu Ambrogio. La signora Bagatti Giuseppina fu Ambrogio, possidente, nata a Milano assistita ed autorizzata dal di lei marito signor Giovanni Bernareggi del vivente Carlo nato a Saronno ambedue residenti in Arcore. La signora Bagatti Giulia fu Ambrogio possidente nata a Milano assistita e autorizzata dal di lei marito Zarobabele Cortellezzi fu Giuseppe nato a Abbiate Guazzone, ambo domiciliati in Milano via Monforte n 12. La signora Ambrogina Bagatti fu Ambrogio possidente nata a Milano assistita e autorizzata dal di lei marito sig. Giuseppe Bernareggi di Carlo nato a Saronno, qui domiciliati in via Rovello 8. Il signor Onorato Bagatti fu Ambrogio possidente, nato e domiciliato in Milano viale Vittoria 8 Ed i M.M. R.R. P.P. sigg. Luigi Maria Monti fu Angelo, nato a Bovisio e Giuseppe Pezzini fu Angelo nato a Zelo Buonpersico, domiciliati in Roma Piazza Mastai vicolo chiuso n 3; il primo Superiore Generale, il secondo Vicario dei F.F. Ospitaleri della Immacolata Concezione, i quali da me conosciuti in relazione alla preliminare scrittura 22 Giugno 1886 che si allega A, approvata dal R. Tribunale Civile Correz. di Milano col Decreto 16 Maggio 1887 che in copia conforme d’ufficio si allega B, hanno consentito e dichiarato quanto segue: La signora Teresa Crespi Bagatti per sé e pel minorenne suo figlio Giuseppe Bagatti, ed i di lei figli Giuseppina, Giulia, Ambrogina ed Onorato Bagatti radificando (ratificando) la preliminare scrittura 22 giugno 1886 sopra allegata A dichiarano di vendere come vendono e cedono, Alli M.M .R.R. P.P. signori Luigi Maria Monti e Giuseppe Pezzini, Nominativamente La casa con orto e vigna in Saronno, Provincia di Milano, contrada San Giacomo civico 12 già n 49 distinta in quella mappa del nuovo censo ai: n. 347 arativo vigna pertiche 16,73 Rendita 131,82 n. pertiche 0,7 Rendita 7.06 Da408 giardino ultimo sorvoliamo n. 873 Casa 1.07 Rendita 207,48 l’Atlantico finocivile al BRASILE,pertiche a sommano pertiche 17.84 Rendita 346,36 gustare la bellezza pari ad are 173,84dell’ Rendita lire 346, 96 COERENZE A levante, in parte con beni del beneficio di Sant’Antonio e beni Copreni e colla strada di Circonvallazione, a mezzogiorno colla Contrada Calambra, a ponente parte beni Lucirealizni colla Casa Taverna e Soncini, a tramontana colla strada di Circonvallazione. zata per il Corpus Domini, Salvo errore di più cose edoperché carente ed indicazioni e come in fatto. menica 2 giugno. Con tutte le ragioni e servitù attive e passive inerenti ai detti beni a quale competano ai venditori, quali eredi del fu Ambrogio Bagatti in base dell’Istromento 15 Aprile 1862 a rogito dottore Alberto Parola ed alle convenzioni raccolte nella relazione di stima 10 Settembre 1839 degli ingegneri Morandi e Rampoldi immettendo i R.R. acquirenti in pieno luogo, ragione e stato con promessa di manutenzione e di fede a sensi di legge, intento che il trasferimento della proprietà avvenga fino dal 22 Giugno 1886, e quella dell’utile godimento fin dal giorno 11 Novembre 1886.

INFIORATA di FOZ do IGUAÇU,

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(in un momento in cui il gioco del male tenterebbe di negare la stessa evidenza storica di patrimoni preziosissimi di carità e di santità, è azione del tutto ingenua riportare questo documento antico, che è all’inizio dei passi ultracentenari fin qui compiuti)


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Lettere alla Redazione I Vostri mess@ggi Email e lettere dal mondo

IN RISPOSTA ALLA SOFFERENZA QUOTIDIANA - A tutti, uniti nella fede in Cristo, fratelli nella preghiera, famiglia della cristianità, i miei più sinceri auguri di ogni bene, pace, amore e fraternità, affinché tutti uniti si possa contribuire a migliorare questo povero mondo! Guido

l'obiettivo è sempre lo stesso, D'altra parte Padre Monti è stato sempre scomodo per i benpensanti, per i massoni e per tutti gli intrallazzatori laici, clericali e curiali. Quindi dovremo essere uccisi perché così, pensano, non potremo parlare. Ma se faranno tacere noi, parleranno le pie-

- Mi sono ripromessa per il 2014 di vivere l'essenzialità in tutto e spero di farcela materialmente e spiritualmente, sostenuta dal buon Dio e dai suoi ministri.

5 QPC prende una sua diffusione che sento rappresentativa per tante persone che ne godono la qualità e gli effetti. L'Editoriale di gennaio non lo condivido molto, perché lo sento rappresentativo per la tua persona e, come me, penso che anche altri lo possano interpretare come uno sfogo personale. R 6 … però, non capisco la non-verità delle bolle di sapone del tuo editoriale. P

IN RISPOSTA A UNA BARA PIENA DI SOLDI - Grazie, godibile quell'assegno nella bara.

Scriveteci a quihopostoilcuore@padremonti.org

- Ancora rido per pagina 15 dell'ultimo QPC, i soldi nella bara.

IN RISPOSTA ALL’EDITORIALE DI GENNAIO 1 Carissimo, bello il tuo editoriale, perché mi permette di leggerci la nostra avventura o, per meglio dire, disavventura. Condivido l'idea di un martirio costruito con diabolica destrezza e al quale nessuno sembra voler porre fine, perché altri interessi non consentono che si dica fine. E dispiace ancora di più se a non voler dire la parola "Fine" c'è la santa sede che, di Santo, in questo caso ha veramente nulla. Il nostro martirio finirà solamente quando ci avranno venduti e poi uccisi, perché questa è la volontà di chi sa che uccidendo noi avrà la possibilità di impadronirsi di quanto la Congregazione ha costruito con enorme fatica e, molte volte, con il martirio dei nostri religiosi. Anche oggi, mutano le strategie ma

tre. Ti auguro un anno con tante soddisfazioni. S 2 Il tuo articolo di fondo mi fa molto pensare e pregare. È forte, molto forte meditare certe affermazioni che ritengo vere, molto vere. Il Signore metta veramente le mani in tutte le cose in cui lo invochiamo. Ricambio gli auguri e mi unisco alle preghiere di tutti. Bellissimo il richiamo fatto con lo scritto di P. Lodovico: certi pensieri ci riportano a meditare il perchè siamo religiosi. G 3 Bellissimo e illuminante il tuo editoriale. F 4 Molto bello e significativo l´editoriale di QPC... ho detto anch´io cose simili, in alcuni punti con gli stessi riferimenti e le stesse parole, ma qui hanno davvero un grosso significato, un altro significato. B

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7 Bravo, hai fatto centro! Seppure amaro, è terribilmente autentico e depone a favore della giustizia. L’editoriale che hai scritto è un segno di schiettezza. Tu sei schietto. Ecco perché io e tanti altri non ci avvicineremmo al mondo cattolico se non ci fossero persone come te, che chiamano le cose con il loro nome, senza nascondersi dietro paraventi d’ambiguità. Abbiamo bisogno di sincerità. La calunnia è sempre stata un’arma micidiale, da sempre utilizza gli strumenti dell’epoca, ma siamo in tanti ad averne abbastanza. Siamo in tanti a non credere alle bolle di sapone né alle facciate di gesso. Se volete avere fedeli consapevoli, servono persone vere, sincere. I tuoi capi devono capire che la vostra stessa sopravvivenza ha bisogno di verità. A

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L’olocausto continua a interpellarci senza fine Esiste un luogo a Gerusalemme, chiamato "Parco dei Giusti", dove migliaia di piante ricordano i nomi di tutti coloro che aiutarono gli Ebrei durante gli anni dell'Olocausto. Anche i Giusti tra le Nazioni illuminano la tenebra di luci di speranza. Essi sono coloro che hanno mantenuto vigile la loro coscienza, nella ricerca della giustizia, nella carità, nella semplicità delle azioni quotidiane rischiando spesso la vita per salvare quella dei fratelli.

cenza di Giusto tra le Nazioni, alla memoria. Ci sono anche Giusti di cui non conosciamo i volti, di cui ignoriamo lo sguar-

do, ma che hanno mosso passi silenziosi nel cammi-

Fra questi mi piace ricordare Fratel EMANUELE STABLUM, religioso dei Figli dell'Immacolata Concezione, fondati da Padre Luigi Monti. Fratel Stablum, medico attento a tutta la persona del paziente che curava con scienza e con amore, fu attivamente partecipe alla vita della sua Congregazione. La sua carità rifulse eroicamente nel 194344, quando aprì le porte dell'Istituto Dermopatico dell'Immacolata ai perseguitati dai nazisti. Salvò la vita ad un centinaio di rifugiati. Tra questi vi erano 52 ebrei, salvati dalla Shoah. Per questo atto eroico, compiuto a rischio della propria vita, lo Stato d'Israele gli ha donato l'onorifi-

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no della storia tortuosa, hanno agito nel buio di un’epoca dilaniata da furori e basse ideologie, da odio e cinismo. Hanno affrontato la morte giorno per giorno, faccia a faccia, pur di seguire la strada della giustizia, pur di non annullare l’essenza del bene. Il Giorno della Memoria, dedicato in modo speciale al genocidio degli Ebrei durante la seconda Guerra Mondiale, mi spin-

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ge ad allargare lo sguardo anche ad altre realtà di prigionia e di persecuzioni: non posso non ricordare il genocidio degli Armeni, che ha preceduto quello degli Ebrei, e gli altri campi di concentramento, come quelli africani. Fra essi, il più grande tra quelli costruiti dagli alleati Inglesi in Sud Africa: Zonderwater, dove anche mio padre fu prigioniero. Un campo di concentramento in cui furono rinchiusi circa 100.000 prigionieri italiani, chiamato anche "città del dolore", ma quasi totalmente sconosciuto al mondo e alla popolazione italiana. R.Tiberio OSB

Contributo di riflessione spirituale per il GIORNO DELLA MEMORIA (27 gennaio 2014): partire dalla memoria della Shoah e allargare lo sguardo sulla responsabilità di ricordare non solo le vittime dell'Olocausto, ma anche i Giusti e altre realtà di prigionia bellica, nel passato e nel presente.


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Riconoscere

Vocazioni

Rubrica a cura dei Cercatori di Dio

Mi sono consacrato a Dio per tutti, cosicchè andare in Filippine rientrava nella mia disponibilità a seguirlo dovunque e comunque. Mi sono fatto prete per trasmettere la fede: anche in Filippine, ho pensato, ci potrà essere bisogno di me. Ho studiato medicina per curare i malati, ma senza il mio essere prete questo curare sarebbe un moncone senza radice: solo Dio è Salute del corpo e delle anime!

(nella foto: padre Richard Frechette, USA, medico e sacerdote dal 1979. La storia qui raccontata non fa riferimento a lui).

Prete, medico e missionario Non avrei mai pensato di andare in Filippine. Ho studiato da prete e mi sono anche laureato in medicina. I miei superiori mi hanno invitato a studiare lingue straniere. Mi sono messo all’opera e… ecco: il vescovo ha chiesto che qualcuno potesse partire per le Filippine. Non mi sentivo pronto, ma ho accettato, nella speranza che Dio mi aiutasse a realizzare il Progetto che aveva su di me. Mi sono consacrato a Dio per tutti, cosicchè andare in Filippine rientrava nella mia disponibilità a seguirlo dovunque e comunque. Mi sono fatto prete per trasmettere la fede: anche in Filippine, ho pensato, ci potrà essere bisogno di me. Ho studiato medicina per curare i malati, ma senza il mio essere prete questo curare sarebbe un moncone senza radice: solo Dio è Salute del corpo e delle anime! Ecco che sono partito. In tasca la Bibbia, la corona del Rosario, un Vocabolario, lo Stetoscopio… e tanta voglia di iniziare a mettermi in gioco. Arrivato li, mi sono sentito perso. Di giorno lavoravo e di notte mi ritiravo in preghiera. La solitudine è stata la cosa che mi è costata di più. Ho fatto fatica ad abituarmi a quella nuova vita ed alla gente che mi voleva solo per le mie competenze mediche e non per il mio sacerdozio. La gente era all’inizio molto diffidente e mi chiedeva di misurare la pressione, qual-

che vitamina e qualche buona parola. Di malati veri, all’inizio non ne ho visti. Ho iniziato a lavorare in ospedale, dove le persone dovevano pagare per essere curate: chi non aveva soldi, rimaneva all’ingresso a morire… Non potevo accettare quella situazione, mi sono licenziato e sono andato a trovare quei poveri che non potevano essere curati. Piano piano essi sono venuti. L’ambulatorio era di fortuna, ma potevo fare qualcosa. Ho messo a frutto le mie competenze di chirurgo. Mi procuravo gli anestetici e facevo piccole operazioni di emergenza. Molte erano le medicazioni, ma certe ferite difficili da curare e da gestire, perché solo procurarsi un antibiotico mi costava soldi e tanta fatica! Piano piano, è arrivata qualche donazione: la mia opera si faceva conoscere e molta gente mi voleva aiutare. Ho accolto tutti gli aiuti con la riconoscenza che si deve alla Provvidenza. Non fu facile: il governo non voleva che io facessi concorrenza ai piccoli ospedali della zona … ma quella gente sarebbe morta senza il mio intervento! Mi spostai nella foresta, in un’isola dimenticata dal mondo e da Dio. Lì ho costruito un altro ambulatorio, una piccola scuola, una cappella. La gente continuava a venire, qualcuno viaggiava giorni interi per farsi curare da me: loro si aspettavano tanto, eppu-

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re io posso dare così poco! Sono solo. Attorno a me si è raccolta molta brava gente che mi aiuta, ma ci vorrebbero altri… altri a tempo pieno, a condividere questa vita, che non ho scelto direttamente, ma che è l’unica mia e della quale sono grato a Dio. Nelle difficoltà ho trovato un senso alla mia vocazione, unica e duplice di medico e di sacerdote. Tante volte sono tentato di tornare là da dove sono venuto. Quando le difficoltà sono grandi, non so neppure se Dio è più dalla mia parte! Eppure no, non mi lamento, non posso farlo: Dio c’è, anche se non sempre lo sento. Vi lascio questa testimonianza, non per dire quanto sono bravo!, ma perché rimanga un segno: c’è tanta gente che ha bisogno… Ho fiducia in Dio: sarà Lui a portare ciascuno verso la pienezza. Ed io so che mettendosi in gioco i frutti arriveranno. Arriveranno, con la benedizione di Dio.

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La bellezza delle parole autentiche

Caro amico mio, ho tanta paura che quello che ti ho scritto possa averti offeso. E ti supplico di perdonarmi. È importante per me che tu sappia che ammiro molto tutto quello che fate. Che sono d'accordo con l'impostazione che date alle cose. Che il tuo dialogo mi è sembrato molto bello, innovatore, costruttivo. Ben oltre il mio penoso sarcasmo, del quale sono già più che pentito. Visto “scatologicamente”, so bene che la Chiesa sta crescendo pian piano ed è popolata anche da fiori belli. E io sono dalla parte vostra, non ne dubitare mai. Il voler esserlo di più e non riuscirci è quello che mi fa dire quelle cose. Angelo, caro amico, perché dici di questa paura d'avermi offeso? A parte che ho apprezzato tanto quello che scrivi (si può essere più o meno d'accordo, ma di certo la passione e il coraggio che tu ci metti sono formidabili), devo anche dire che, proprio per la complessità del discorso, una risposta non può essere né veloce né di facciata né di comodo né puramente elogiativa (che bello, sono d'accordo) o stroncativa (tutto falso, non ci credo…). Devi anche sapere che c'è gente che si arrabbia quando vede uno di noi che rimane calmo, che non si offende e non perde le staffe… pur di fronte a plateali atti di ingiustizia o volgarità. Chi dice che non è possibile, chi che sappiamo fingere bene o che portiamo una maschera; chi dice che siamo senza spina dorsale, che dobbiamo pur urlare qualche volta; e chi, al contrario, dice che siamo esempi di pazienza e santità... dio del cielo!, io non mi ritrovo in nessuna di queste categorie. So soltanto che io CREDO molto più alle stagioni che agli eccezionali fatti atmosferici di un momento: - più alla lenta pioggia che feconda la terra, che al temporale che scroscia e se ne va lasciando più danni che altro; - più alle cose fatte guardando avanti dieci anni, che ai luccichii di successi di oggi già dimenticati domani; - più all’attesa forte di ogni giorno, che alle fragili voglie di una bella festa; - più alla fiducia sulla possibilità di cammino di una persona, che ai suoi peccati piccoli e grossi di questo o quel momento del cammino... E tutto questo - lo so benissimo - richiede una pazienza a prova di colpi di cannone ed una fiducia semplice e forte, che non vacilla neanche davanti alle delusioni (quante!) del momento. Tenere gli occhi aperti a quello che hai scelto e che vuoi come esito! Ti giuro che non è per niente facile. Insomma, che ti devo dire?, io non mi sono offeso. Al contrario, mi sento onorato di essere parte di un dialogo tanto coinvolgente, e per un po' anche intimorito di fronte alla tua fiducia ("… in te credo e verso la mia fiducia, la mia fedeltà, il mio rispetto e la mia libertà. Ti dico quello che penso... proprio a te che sei un viaggiatore instancabile, che guardi senza rancore e porgi l'orecchio per sintonizzare la grande radio del mondo... proprio a te che sei un fiore di loto, splendido. È un atto di fiducia, di condivisione...”). È bello e gratificante sentirsi dire che davanti a te ci si sente liberi e si può dire "quello che penso". Urca! che parole grandi... sono anche queste, però, che nutrono la fiducia e la pazienza. Impegniamoci a costruire qualcosa di bello, dai! Uniamo le nostre mani e vedrai che capolavori!!! Dio ti benedica e ti doni sempre parole autentiche. ANNO

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Tracce per una lettera da Saronno

CHI SCRIVE A CHI

Questa rubrica, una lettera da Saronno, tratta degli argomenti che lo scambio epistolare ci permetterà di portare all’attenzione. Un “pensatoio” aperto. A TUTTI VOI LA PENNA: si tratta solo di vincere la… pigrizia!


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Maria, icona di speranza Anno Mariano 2013-2014 Contempliamo colei che ha conosciuto e amato Gesù come nessun’altra creatura. Il Vangelo che abbiamo ascoltato mostra l’atteggiamento fondamentale con il quale Maria ha espresso il suo amore per Gesù: fare la volontà di Dio. «Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12,50).

Contempliamo colei che ha conosciuto e amato Gesù come nessun’altra creatura. Il Vangelo che abbiamo ascoltato mostra l’atteggiamento fondamentale con il quale Maria ha espresso il suo amore per Gesù: fare la volontà di Dio. «Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12,50). Con queste parole Gesù lascia un messaggio importante: la volontà di Dio è la legge suprema che stabilisce la vera appartenenza a Lui. Perciò Maria instaura un legame di parentela con Gesù prima ancora di darlo alla luce: diventa discepola e madre del suo Figlio nel momento in cui accoglie le parole dell’Angelo e dice: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38). Questo “avvenga” non è solo accettazione, ma anche apertura fiduciosa al futuro. Questo “avvenga” è speranza! Maria è la madre della speranza, l’icona più espressiva della speranza cristiana. Tutta la sua vita è un insieme di atteggiamenti di speranza, a cominciare dal sì al momento dell’annunciazione. Maria non sapeva come potesse diventare madre, ma si è affidata totalmente al mistero che stava per compiersi, ed è diventata la donna dell’attesa e della speranza. Poi la vediamo a Betlemme, dove colui che le è stato annunciato come il Salvatore d’Israele e come il Messia nasce nella povertà. In seguito, mentre si trova a Gerusalemme per presentarlo al tempio, con la gioia degli anziani Simeone e Anna avviene anche la promessa di una spada che le avrebbe trafitto il cuore e la profezia di un segno di contraddizione. Lei si rende conto che la missione e la stessa identità di quel Figlio, superano il suo essere madre. Arriviamo poi all’episodio di Gesù che si perde a Gerusalemme e viene richiamato: «Figlio, perché ci hai fatto questo?» (Lc 2,48), e la risposta di Gesù che si sottrae alle preoccupazioni materne e si volge alle cose del Padre celeste. Eppure, di fronte a tutte queste difficoltà e sorprese del progetto di Dio, la speranza della Vergine non vacilla mai! Donna di speranza. Questo ci dice che la speranza si nutre di ascolto, di contemANNO

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plazione, di pazienza perché i tempi del Signore maturino. Anche alle nozze di Cana, Maria è la madre della speranza, che la rende attenta e sollecita alle cose umane. Con l’inizio della vita pubblica, Gesù diventa il Maestro e il Messia: la Madonna guarda la missione del Figlio con esultanza ma anche con apprensione, perché Gesù diventa sempre più quel segno di contraddizione che il vecchio Simeone le aveva preannunciato. Ai piedi della croce, è donna del dolore e al contempo della vigilante attesa di un mistero, più grande del dolore, che sta per compiersi. Tutto sembra veramente finito; ogni speranza potrebbe dirsi spenta. Anche lei, in quel momento, ricordando le promesse dell’annunciazione avrebbe potuto dire: non si sono avverate, sono stata ingannata. Ma non lo ha detto. Eppure lei, beata perché ha creduto, da questa sua fede vede sbocciare il futuro nuovo e attende con speranza il domani di Dio. A volte penso: noi sappiamo aspettare il domani di Dio? O vogliamo l’oggi? Il domani di Dio per lei è l’alba del mattino di Pasqua, di quel giorno primo della settimana. Ci farà bene pensare, nella contemplazione, all’abbraccio del figlio con la madre. L’unica lampada accesa al sepolcro di Gesù è la speranza della madre, che in quel momento è la speranza di tutta l’umanità. Domando a me e a voi: nei monasteri è ancora accesa questa lampada? Nei monasteri si aspetta il domani di Dio? Dobbiamo molto a questa Madre! In lei, presente in ogni momento della storia della salvezza, vediamo una testimonianza solida di speranza. Lei, madre di speranza, ci sostiene nei momenti di buio, di difficoltà, di sconforto, di apparente sconfitta o di vere sconfitte umane. Maria, speranza nostra, ci aiuti a fare della nostra vita un’offerta gradita al Padre celeste, e un dono gioioso per i nostri fratelli, un atteggiamento che guarda sempre al domani. (Papa FRANCESCO, 21.11.2013, Monastero di Sant'Antonio Abate all'Aventino, Roma)

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Tommasina Ancora persa nella ragnatela di sogni confusi notturni, Tommasina non sa di avere fame: la sua scodella è sul tavolo, è pronta, coperta dall’azzurra bavaglia di carta, con scritto il suo nome. Basterà sedersi accanto alla carrozzina, accostare il cucchiaio alla bocca semiaperta e la prima goccia di caffellatte risveglierà il gusto addormentato. Va imboccata con calma, sollecitata a schiudere meglio le labbra e sorbirà la dolce bevanda calda con l’avidità e la disordinata ingordigia di un lattante... Asciugo con delicatezza materna la pappa che sfugge dalla bocca e la lodo per l’impegno che ci mette nel facilitarmi per un servizio gratificante! Ora socchiude gli occhi tra le rughe: alza a stento la mano e mi restituisce una carezza. È la benedizione che precede la Messa, che anticipa la Messa … SIL

Istromento acquisto casa di Saronno Segue a pagina 15

Per il prezzo di italiane lire 44/mila diconsi lire quarantaquattromila a conto del quale i R.R. Luigi Maria Monti e Giuseppe Pezzini, ebbero sin d’ora a versare la somma di Italiane £ 26,335.73 diconsi lire ventiseimilatrecentotrentacinque e cent 73, a saldo del debito che i sigg. Bagatti avevano verso l’Istituto di Credito Fondiario della Cassa Centrale di Risparmio di Milano come e detto nel ricordo premesso al Decreto sopra allegato B, ed a saldo del suddetto prezzi i M.M.R.R. Luigi Maria Monti e Giuseppe Pezzini versano e numerano qui all’atto in buona valuta legale, alla signora Teresa Crespi Bagatti, che in proprio e per delegazione che già le fanno i suoi figli, dichiarano di ricevere la somma italiana £. 17,644.27 diconsi lire diciassettemilaseicento-quarantaquattro c. 27, con oltre 335.57, per conguaglio di interessi, in relazione a quanto venne stabilito nel preliminare sopra allegato A, per cui i sigg. Bagatti fanno e rilasciano ampia quietanza e liberazione del suddetto prezzo con promessa di null’altro pretendere a dipendenza del presente atto, obbligandosi all’impiegare la quota dovuta ai sigg. Giuseppe e Giuseppina Bagatti sul detto medesimo prezzo di lire 17,664.27 in Rendita Pubblica intestata come prescritto dal Decreto sopra allegato B. Al buon effetto della presente vendita, i sigg. Bagatti garantiscono, che, i beni venduti sono di loro esclusiva proprietà, liberi da vincoli livellari, ed ipotecari, e si obbligano di consegnare a loro spese ai R.R. compratori i moduli Certificati Censuario ed Ipotecario al loro nome ed al nome di Ambrogio Bagatti, come a titolo di trascrizione simbolica consegnano loro qui all’atto la copia autentica dell’istromento 15 Aprile 1862 a rogito Parola, la Perizia 30 Settembre 1859, e l’atto giudiziale di notorietà in morte di Ambrogio Bagatti, e autorizzano i R.R. compratori a fare trasportare in loro Ditta sui Libri Censuari competenti i beni acquistati ed a fare trascrizione il presente atto sui registri ipotecari di Milano a sensi ed effetti del titolo XXII° libro 3° del vigente Codici Civile. Le spese del presente atto bollo di registro e d’ipoteca relativa copia autentica ed ogni altra spesa ommessa e dipendente sono a carico dei R.R. compratori. Segue il tenore agli allegati

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La Giovinezza dei vecchi


Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno nel Cuore della Carità Montiana

Orario delle Celebrazioni del Santuario GIORNI FERIALI 6.30 7.00 9.00 18.50

Lodi del Mattino (lunedì in cripta) Santa Messa (lunedì in cripta) Santa Messa Rosario e Vespro

TUTTI I GIOVEDI’

18.30

Adorazione Eucaristica per le Vocazioni

DOMENICA E FESTIVI 8.30 Lodi del Mattino 9.00 Santa Messa 19.00 Santa Messa SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong

QUI HO POSTO IL CUORE Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione Hanno collaborato per questo numero: Aurelio Mozzetta, Marco Perfetti, don Donato, P. Emanuel Mvomo, CIGS, Archivio IPM, www.padremonti.org, SIL, Angelo, I cercatori di Dio, R. Tiberio OSB, Raffaele Mugione.

Direzione: Via San Giacomo, 5 21047 – Saronno (VA) : 02 96 702 105 : 02 96 703 437 e-mail:

quihopostoilcuore@padremonti.org sito web: www.padremonti.org (Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è realizzato da volontari)


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