Qui ho posto il cuore aprile 2014

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Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo!

Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti Anno III — n. 24 APRILE 2014 D A T A

SOMMARIO: Editoriale

1

Il mio grazie a 2 Padre Monti Luigi M. Monti 3 e dintorni Una preghiera 4 per… Preghiere per le vocazioni

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Con Maria, come Maria

5

Parole montiane

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Glossolalie

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Vita di Famiglia

7-8

Forse non tutti sapevate

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I Vostri messaggi

10

La Porta aper- 11 ta Riconoscere

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vocazioni Tracce per

13

una lettera da Saronno Anno mariano 14 CFIC La Giovinezza

15

dei vecchi Parole e fuoco 15

Emanuele dopo 64 anni

le

Echi della santità di vita del servo di Dio Emanuele Stablum

ia tor

di E ’ L

di Giovanni Cazzaniga

Mons. Claudio Iovine, nuovo relatore della Causa di beatificazione del Servo di Dio Fratel Emanuele Stablum, dopo aver preso visione di tutta la documentazione e delle testimonianze in merito al Servo di Dio, ha esclamato: “Stablum è una figura interessantissima, santo per tutta la Chiesa”. Infatti, fu un consacrato a Dio immerso nella sua volontà, in risposta al suo amore. Fu un medico che ha posto il suo interesse su tutta la persona, riflesso di Cristo, medico delle anime e dei corpi. Per questo fu un profeta degli odierni studi accademici che hanno per oggetto l’alleanza terapeutica fondata sull’unicità della persona. Fu co-fondatore dell’AMCI (Associazione Medici Cattolici Italiani), movimento ecclesiale composto da medici per perseguire la loro formazione permanente e per la salvaguardia dei valori etici della loro professione. Lo Stato d’Israele lo ha dichiarato GIUSTO FRA LE NAZIONI, per aver salvato 51 ebrei dalla Shoah, a rischio

della sua vita e gratuitamente. Contemporaneamente nel 1943-44 salvò 40 perseguitati politici, senza distinzione di appartenenza. Fu Assistente e Vicario generale della sua Congregazione: i Figli dell’Immacolata Concezione. Questi furono illuminati dalla sua esemplare perseverante testimonianza di carità verso i confratelli, versi i giovani in difficoltà e soprattutto verso i dermopazienti, che curò con scienza e amore. È in corso il processo apostolico per la Causa di beatificazione. Nell’iter di ogni Causa di beatificazione è previsto come conclusione, dopo che sono state dichiarate eroiche le virtù teologali e cardinali, l’esame di un miracolo avvenuto per l’intercessione esclusiva del Servo di Dio. La postulazione ha ricevuto segnalazioni di molte grazie acquisite per l’intercessione del Servo di Dio Emanuele Stablum, ma non di validi eventi miracolosi. Questo il mio suggerimento. Segue a pag. 2

SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA)  02 96 702 105  02 96 703 437 e-mail: santuario@padremonti.org sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892 Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0 presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA – Filiale di SARONNO Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe


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Il mio Grazie a Padre Monti

Messaggio di vicinanza Messaggio di vicinanza e di riconoscenza per quanto fai per la mia persona e per i miei più cari desideri. Beato Luigi Monti, ti benedico. Preghiera di fiducia e di attesa, un po’ ansiosa ma certa, perché so che mi darai una mano a uscire dalla mia difficile situazione. Beato Luigi Monti ti prego. Richiesta con il cuore perché tu m’aiuti a trovare una strada ed un esito positivo. I bisogni ci rendono come bambini che si aggrappano al papà. Beato papà Luigi, ti voglio bene e ti ringrazio. (Duilio L.)

>>> segue dalla prima pagina

Emanuele dopo 64 anni

Echi della santità di vita del Servo di Dio Emanuele Stablum a 64 anni dalla morte (16 marzo 1950) Quando il fedele si trova davanti a un malato, dichiarato inguaribile dai medici, ricorra a Dio Padre onnipotente con l’intercessione esclusiva del Servo di Dio Emanuele Stablum, recitando una preghiera spontanea o pubblicata con molta fede e fiducia in Dio e nel Servo di Dio.

gloria, cioè del suo essere divino attraverso il suo corpo umano, così i miracoli ottenuti mediante l’intercessione dei santi sono lo splendore della gloria che appartiene a loro e

che ricade su coloro che ricorrono alla sua intercessione. Giovanni Cazzaniga (Postulatore della Causa di Beatificazione)

Le guarigioni miracolose costituiscono la quasi totalità dei miracoli presentati per le cause dei Santi. La guarigione deve comportare queste caratteristiche: inspiegabilità dal punto di vista scientifico, istantaneità, integrità (perfetta) e persistenza (carattere duraturo). É tassativo che la guarigione sia completa e duratura. Esattamente come, in Cristo, i miracoli sono i raggi della sua ANNO

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Il Magnificat di Luigi Luigi Monti arriva a Roma il 22 Aprile 1858, nel pomeriggio. Si reca subito all’Ospedale Santo Spirito, ma l’amico Cipriano Pezzini è in corsia per i servizi infermieristici, deve attendere. Luigi è il portatore di una grande speranza. La conosce perfettamente, ma si deve comportare come Maria, incinta di Gesù: è felice, ma non può comunicare questa notizia bellissima a nessuno. Luigi porta la speranza della cura attenta, professionale, santamente dedicata ad un numero infinto di malati. Una speranza che ancora oggi si irrora su molti ammalati nel mondo. In ospedale, nel luogo in cui lo hanno inviato in attesa dell’amico, osserva un gruppo di giovani vestiti con un bizzarro abito azzurro. Più che una comunità religiosa gli appaiono come un drappello di soldati impegnati in una azione umanitaria. Finalmente arriva Cipriano. Saluti, parole e tristezze da parte da parte sua. Racconta brevemente os -tacoli e difficoltà che i frati cappuccini hanno interposto fra il loro progetto e la realtà quotidiana. Padre Giovanni Battista ha stravolto l’impostazione del nuovo ordine di frati infermieri - addirittura già approvato dal Papa Pio IX – trasformandolo in Terziari francescani. Egli fa tutto quello che vuole e comanda come

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un dittatore. Per raggiungere i suoi fini ha arruolato dei giovani, buone persone, ma privi di ogni cognizione infermieristica e soprattutto - fa notare

Luigi - di senso della vita religiosa. Cipriano si scusa con l’amico perché non lo ha avvertito di tutta questa complicazione. Si giustifica: se l’avesse descritta, da Bussolengo, Luigi e poi gli altri, non sarebbero mai scesi a Roma. Il Monti capisce. Anziché piegarsi e lamentarsi, come fa l’amico (“i superbi stravincono, i potenti tiranneggiano, gli umili sono schiacciati, gli affamati aumentano, i ricchi si arricchiscono in modo spropositato”), alza il suo “Magnificat”. Luigi canta la comprensione, il conforto, propone di sottostare in pace a questa situazione, di essere forti “ di servire gli infermi con vero spirito di sacrificio, di rispettare tutti specialmente chi ci è superiore e ve-

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drete che così perseverando , le cose muteranno” E’ sicuro che tutto tornerà come avevano previsto a Bussolengo,

come vuole Dio. Avverrà proprio così! Dovrà sopportare una lunga attesa, coronata di sofferenze e umiliazioni, ma nascerà questo fiore nell’aridità delle corsie di un Ospedale, e sarà magnifico. Noi raccogliamo la bellezza di questa situazione umana: l’ami -cizia, che sa perdonare, sorreggere, dare certezze future anche quando la situazione è stagnante e sembra invalicabile. Lo fa attraverso gesti semplici, come il sorriso. Quanto amo questo piccolo gesto delle labbra; a volte così difficile! Non temere Marco

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Luigi Maria e dintorni

Luigi è il portatore di una grande speranza. La conosce perfettamente, ma si deve comportare come Maria, incinta di Gesù: è felice, ma non può comunicare questa notizia bellissima a nessuno. Luigi porta la speranza della cura attenta, professionale, santamente dedicata ad un numero infinto di malati. Una speranza che ancora oggi si irrora su molti ammalati nel mondo.

La Tomba del Beato Monti nella Cripta del Santuario di Saronno


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Preghiera per le vocazioni

Chiamati ad amare come Dio Mi piace tanto questo Dio solare, luminoso, positivo, questo suo far sorgere il sole su buoni e cattivi. Così farò anch'io, farò sorgere un po' di sole, un po' di speranza, un po' di luce, a chi ha solo il buio davanti a sé; trasmetterò il calore della tenerezza, l'energia della solidarietà. Testimone che la giustizia è possibile, che si può credere nel sole anche quando non splende, nell'amore anche quando non si sente. (E.R.)

Una preghiera, da lontano, per BENJAMIN, nuova giovane vocazione al sacerdozio. Padre Monti pido por mi sobrino Benjamín, recién incorporado en el Seminario, para que le acompañes y guíes en este largo camino que ha elegido y llegue a ordenarse como sacerdote. Gracias Señor, por las bendiciones derramadas en nuestra familia.

“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti

Una preghiera per...

PER CHI NE HA BISOGNO: - vorremmo chiedere a tutta la Comunità del beato Padre Monti di pregare per il nostro caro Antonio, uomo buono e generoso, grande lavoratore, ricoverato in coma profondo dopo un incidente sul posto di lavoro. Ringraziandovi tutti. I familiari e gli amici di Antonio S. .PER I GIOVANI: - per ALBERTO, che ci chiede di pregare per la sua chiamata alla vocazione sacerdotale. Certamente – gli abbiamo risposto – lo faremo. Auguri di buon cammino. E… porta anche altri con te! - Affidiamo all’intercessione del Beato Luigi Maria i giovani Michele e Giacomo, perché possano ritrovare la loro fede.

PER GLI AMMALATI: il beato Monti interceda per loro: - Gerardo, un bimbo di 7 anni con tumore al cervello.

accanto, sappia ritrovare fiducia nella vita e tornare ad essere quella che è sempre stata.

PER I DEFUNTI:

- la signora Santina, ricove- per Agostino Yeo Unam, rata a seguito di una brutta papà del nostro Fratel Antocaduta. nio, morto in Corea lo scorso - don Marco, 35 anni, ope- 28 febbraio. rato d’urgenza il 20 marzo: - per la mamma del no“sempre grato a ciscuno di voi stro Fratel Fidelis, morta in per la preghiera che si diffonde Nigeria il 17 marzo. e fa il suo effetto”.

PER CHI SOFFRE: - per Carmela ed i suoi due figli Maurizio e Marco, perchè sappiano continuare a costruire una vita anche se l´amato marito e padre li ha lasciati, dopo breve ma severa malattia. - per Anne, che vive l’esperienza difficile della depressione: con l’aiuto di chi le sta

Inviateci le vs. intenzioni di preghiera a: ANNO

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Con Maria, come

Una Quaresima al sapore di Lourdes La Quaresima, iniziata il 5 marzo, ha un sapore diverso a Sangmelima nel Santuario dell’Immacolata Concezione. È infatti dal 2009 che, vista la storia del luogo, la nostra piccola chiesa è diventata SANTUARIO MARIANO DIOCESANO. Di che storia si tratta? La particolarità di questo luogo sta semplicemente nel fatto che da 40 anni, a NKOLNGUET, Sangmelima, la Misericordia di Dio ha incontrato la miseria umana, prima nelle persone lebbrose nel corpo, ma anche nello spirito, come lo siamo tutti. Con l’aiuto dei Religiosi montiani, la Vergine, come a Cana, è intervenuta per questi poverelli di Cristo, curandoli nell’anima e nel corpo. Oggi la Comunità Padre Monti di Sangmelima è diventata un complesso spirituale e umano di tutto rilievo, dove vogliamo curare l’Uomo e tutto l’Uomo e tutti gli uomini, attraverso le attività di: un lebbrosario, un poliambula-

torio, un college (scuola superiore), un noviziato e una parrocchia-santuario. Al fine di completare questo impegno al servizio del prossimo dal punto di vista spirituale, la Comunità ha portato a termine la costruzione di una VIA CRUCIS sulla montagna, direi la nostra locale “MONTINA”. Un’opera che si ispira alla Via Crucis di Lourdes, luogo-simbolo di tutti quelli dove la Misericordia ha visibilmente incontrato la miseria. Su una distanza di 1,5 km, i pellegrini possono camminare insieme al Cristo sofferente per misurare il suo dolore, rendersi conto della grandezza della sua misericordia e capire che nessuna sofferenza è al di sopra del perdono. Con grande gioia i fedeli hanno accolto questa opera, insieme al Vescovo diocesano Mons. Christophe ZOA, venuto di persona a inaugurare e benedire la Via Crucis. Essa è anzitutto frutto dell’esperienza vissuta a

Lourdes come cappellano da uno dei nostri sacerdoti locali: riportare a casa quello che abbiamo imparato dagli altri. In secondo luogo è frutto della collaborazione tra persone che hanno una stessa visione: da una parte le anime sensibili - al primo posto, in questo caso, gli Amici di Padre Monti di Saronno - e tante altre persone di buona volontà. Che tutti ricevano la riconoscenza di coloro che pregheranno in questo nostro santuario; e dal Signore il centuplo delle loro azioni. Con questa VIA CRUCIS, ora la chiesa dell’antico lebbrosario comincia ad assumere il volto più vero, di Santuario mariano dove approda e trova accoglienza il grido della sofferenza umana. Il prossimo passo? La Provvidenza e l’Immacolata Madre ci penseranno. Per ora AZIONE DI GRAZIA AL SIGNORE e GRAZIE A TUTTI!!! P. Emmmanuel Mvomo

Sangmelina Cameroun

Nulla ci mancherà (Sal. 23,1) S

ì, godo di cotesta nostra Famiglia perché in essa vi è Dio, essendovi il buono spirito, la carità fraterna e quindi la pace nel Signore.

Perciò ne godo ed ho fiducia nella nostra affezionatissima Madre Immacolata ed in San Giuseppe che la sosterranno non lasciando mancar nulla a' suoi figli, e più ancora faranno sempre più prosperare l'opera loro, ossia questa nostra casa, alla gloria del suo divin Figlio Gesù, e a riparare tante iniquità che si va sempre più commettendo ai giorni nostri. Siamo buoni e veri figli dell'Immacolata Concezione e Dio non verrà meno colla sua provvidenza" (lettera di Padre Monti a Fr. Girolamo Pezzini, a Saronno, 10-11 luglio 1889) ANNO

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Le Parole montiane


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Dalle Comunità di Padre Monti nel mondo

Somos simples sirvientes, solamente hemos cumplido nuestro deber...

Vivir lo esencial Comienzo ésta breve reflexión partiendo desde el momento de oración mantenido en el día de ayer, por la noche, en la Capilla del Noviciado Centro Padre Monti (Córdoba). Al comenzar la oración el Maestro de Novicios, en su charla, nos compartía, sobre "vivir lo esencial" y dejar de vivir pendiente de cosas insignificantes, con poco sentido. A lo que me hizo pensar, y ahora me animo a escribirlo, para que ustedes junto conmigo puedan reflexionar y compartir su reflexión. No sé si viviré mucho o poco. Pero, lo poco o mucho que me toque vivir, quisiera que mis manos se manchen… como las manos del alfarero que trabaja el barro o las del campesino que cultiva la tierra. Que sean como las manos de un anciano, que ha gastado su vida por completo, al servicio de los demás. Que sean manos de discípulo, manos que al final de la vida sean testigos y que pueda yo decir las mismas palabras que enseñó el Señor Jesús a sus amigos cuando decia: "Así también ustedes: cuando hayan hecho todo lo mandado, digan: Somos simples sirvientes, solamente hemos cumplido nuestro deber" (Lucas 17;10). Manos que que se rocen y se desgasten en el contacto con otras manos. Manos gastadas de tanto "tocar la carne de Cristo". Y quien dice manos, dice también: los pies, las entrañas, la inteligencia, los sentimientos, los gestos. Que no se quede mi cuerpo ador-mecido, indiferente, al margen de tanto y de tantos. Que la vida se estreche en relaciones profundas, sólidas, humanas, tejiendo una manta que arrope las pesadillas de quienes hoy viven en la intemperie y las periferias existenciales de las cuales el mismo Papa Francisco nos enseña. Manos como las de tantos padres y tantas madres que dieron todo por cuidar y servir a sus hijos como el mayor don, recibido por Dios. Manos como las que el mismo Beato Luis supo, afrontar con coraje y confianza, los mismo que tantos religiosos ancianos de mi familia religiosa. Durante ésta tarde mi pequeña oración será; "Señor, que no se me quede la vida a medias." Hno. Jorge Romero cfic

Leer más: http://www.beatomonti.com/news/vivir-lo-esencial/

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KRUNO IN NOVIZIATO Roma, Casa generale: il giovane croato KRUNOSLAV Crkvenac il 25 marzo è entrato in noviziato, vestendo l’abito della Congregazione. Qui in foto con suo papà e con Fratel Ruggero, Superiore generale.

Terrasanta, viaggio in un luogo dell’Anima Due incontri di notevole spessore per lo studio della cultura ebraica, tenuti al Padre Monti il 28 febbraio ed il 7 marzo dal Dott. Giorgio TAVANI, studioso di Medioriente. Quando si parla di Terra Santa si pensa soprattutto ai luoghi di Gesù, ma essa è molto più: è Civiltà antiche, Giudaismo, Roma, Islam e Crociati; terra di Drusi, di Maroniti e Bah’ai. È escursioni, profumi, gusti, colori e natura, mari, monti e deserti; suggestione, tradizioni e culture. È precario equilibrio tra occidente e oriente; è Israele e Territori Palestinesi nel loro intrecciarsi di ragioni, passioni e conflitti… terra dove si respira l’odore acre dell’eternità.

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Vita di famiglia

PADRE MONTI in Andhra Pradesh (India) e Yaoundè (Camerun) Ordinazione sacerdotale di Raju Yajjala e Joji Thommandru e diaconato di Manoz Kumar e Sudakar Raddy, per le mani di Mons. Govindu Joji di Vijayawada (2 marzo). A ricordare i primi passi, diversi anni fa, quando si cercava un luogo dove piantare le tende, e vedere oggi questi ex-ragazzi diventare sacerdoti montiani… il cuore sfrigola, come l’olio nella padella. Sia lode a Dio! … e qui sotto (a destra) il College Saint Benoit, bilingue, di Yaoundè, Camerun. I suoi frutti, la consegna dei diplomi: conclusione di un cammino fatto insieme, per il futuro di questa bellissima gioventù e della loro Nazione. Si vede Fratel Paul, superiore, che non sta più nella pelle dalla contentezza!

“Ex ragazzi” dell’India diventano sacerdoti montiani. In Cameroun, si conclude un cammino fatto insieme con la consegna dei diplomi.

La Calabria non dimentica il bene ricevuto Così accade a Polistena (RC), dove la Congregazione è presente da ottant’anni. Padre Lodovico POLAT era friulano, cresciuto nel varesotto. Si fece frate e spese la vita per i malati: a Roma, a Montefiascone (VT), a Oristano e da ultimo a Polistena. Morto nel 2010, dopo 75 anni di vita consacrata, è ricordato per generosità, capacità d’ascolto, pazienza, disponibilità. Era punto di riferimento di tutti per la confessione. Come Padre Monti anch’egli diceva: “Non sono buono a dire di no”. E così, a Polistena, quando hanno voluto dare un nome all’Associazione dei Volontari Ambulanze hanno pensato a lui, perché “fu vero pastore secondo il cuore di Cristo”.

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… a spulciar gli archivi e rimescolar le carte della storia, per sapere…

Un Grintosissimo San Giacomo Dì la verità, un San Giacomo “grintosissimo” non l’avevi mai pensato. Eppure anche questo emerge dalla Parola di Dio. Giacomo era un parente stretto di Gesù, forse un cugino diretto (“fratello del Signore”). Per primo guidò la Chiesa-madre di Gerusalemme, ebbe un ruolo essenziale nel primo concilio dell’anno 49 e scrisse una Lettera alla prima comunità giudeocristiana. Senza dubbio una persona di livello, colonna fondamentale della Chiesa nascente. Chiamato “il minore” per distinguerlo da Giacomo fratello “maggiore” di Giovanni e primo apostolo ucciso in nome di Cristo (At 12,2). Qui sotto la lettura che, dal suo letto di malattia, l’amico Guido fa della Lettera di Giacomo. Sarebbe interessante che la leggessi (o rilegessi) anche tu. Provaci!

Carissimo Padre, eccomi a distanza di due settimane a rispondere alla sua email, sono io che devo sempre ringraziare! Come oramai succede sempre più spesso, anche stavolta il ciclo delle terapie mi ha inchiodato a letto per alcuni giorni e così ho avuto la grazia di avere più tempo, e soprattutto il silenzio, per affiancare la passione di Cristo nella preghiera, nella meditazione e nell'amore di Dio. E in questo Suo grande amore, ho avuto la fortuna e il tempo di poter frequentare gli esercizi spirituali quaresimali prima di sottopormi alla cura. Come sempre, sono stati una profonda boccata d'ossigeno per lo spirito e una grossa ricarica anche per la mente e il corpo. Già avevamo avuto modo di sentir proporre la Lettera di san Giacomo quest'anno (non so se nel rito ambrosiano sia uguale) ed avevo scoperto quanto attuali siano per noi queste poche pagine. Ho riscoperto un Giacomo grintosissimo, che non manda a dire le cose a nessuno, nonostante il suo saper parlare e saper scrivere. Da ultimo ad immaginarmelo sorvoliamo Ho provato come un politico salvatore della nostra odierna Pal’Atlantico finocealneBRASILE, tria! Quanto sarebbea bisogno! Durante gli esercizi gustare la bellezza dell’ abbiamo approfondito ancora questo scritto, scoprendo una rilettura più moderna e attuale, densa di segnali e indicazioni anche per noi. Che bella! Che straordinario documento! E cosi, tra un sonno e un appisolarmi, tra una terapia e una crisi, ho rivissuto più realiz- giornate. Dovremmo riprendere a vivere e far vivere i doni volte lo splendore di quelle degli unaDomini, volta molto più sentiti e ora frequentati solo da religiosi e religiose. zata esercizi, per il Corpus doEcco, carissimo menica 2 giugno. Padre, mi perdoni se mi sono un poco dilungato, ma ormai è diventato un piacevole appuntamento riuscire a dialogare un poco. Credo che quando arriveremo al cospetto di Dio dovremo rendere conto di quello che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto; e non di quello che avremo fatto di bene. Per cui è solo un immenso piacere e un avvicinarmi a Dio riuscire a rendermi utile. Tutti, in ogni situazione, possiamo dare qualcosa: importante è fare del bene, materialmente e spiritualmente. Con qualche ritardo auguro un santo percorso quaresimale. Sempre uniti nella preghiera e nell'amore di Cristo. Guido

INFIORATA di FOZ do IGUAÇU,

El Greco Giacomo il Minore

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Lettere alla Redazione I Vostri mess@ggi Email e lettere dal mondo

Scriveteci a quihopostoilcuore@padremonti.org

Circa l’Editoriale di Marzo * L’editoriale mi invia sempre un messaggio di ciò che vivi più intensamente in questo momento. È davvero difficile che arrivino vocazioni, ma anch’io credo fermamente che arriveranno. La Scrittura dice che l’ingiustizia porta sterilità; e l’egoismo pure, aggiungerei. Sarà per questo che i giovani si tengono lontani dalle nostre case? Nel dialogo con i Superiori Generali il Papa dice che la gente è colpita dalla testimonianza di religiosi generosi, distaccati, capaci di sacrificio, dimentichi di sé... quando insomma seguono la logica del Vangelo, con gioia, e non quella del mondo. Purtroppo siamo lontani da questo, nella maggior parte dei casi… Sarà bene che mi impegni a convertirmi, durante questa Quaresima! PT * Carissimo, tira una tramontana così fredda da rabbrividire. L'articolo sulle vocazioni mi coinvolge e mi affascina. "Uomini perchè state a guardare il cielo?" A che servono occhi trasognati al cielo, se le mani rimangono in tasca? Fuori le mani dalla tasca, e lungo il cammino altri si aggregheranno. Ma dove mettere queste mani? come e quando metterle? Siamo chiamati non solo a curare le ferite, ma a guarire; e se non adesso in questo tempo favorevole di quaresima, quando? Siamo chiamati a congiungere le mani in preghiera, ma se questa non produce effetto “come la pioggia e la neve" e non ci fa cambiare lo sguardo conforme alla volontà di Dio, come potrà essere efficace? In Gesù e Maria, P. Giuseppe (Caro P. Giuseppe, tu che sei più santo di me sai bene le risposte: noi siamo chiamati a pregare, a “seminare” preghiera; il raccolto sta esclusivamente nelle mani del Signore. In Lui riponiamo la nostra fiducia e nulla ci mancherà. Ti abbraccio con tanto affetto. P.A.)

* Sono d’accordo con te, occorre che la Chiesa si attivi non tanto perché le vocazioni fioriscano nonostante tutto, ma per riconquistare la fiducia. Gli uomini/donne della Chiesa che portano avanti con coerenza la propria fede non devono più essere l’eccezione. Ci vorrà molto tempo. D’altra parte a lungo il potere e gli interessi lontani dal Vangelo hanno inquinato la limpidezza e la generosità di persone che credono e amano profondamente. Dici bene ci vuole testa e cuore. Dio è maturo, siamo noi che non siamo maturi come esseri umani, prima ancora che come buoni cristiani. Condivido il tuo guardare avanti, lavorare per il Bene, facendo tutto il possibile per non buttare via altre potenzialità, che farebbero questo mondo migliore. Bisogna capire qual è la via del Bene; e non è sempre facile. AM La primavera del cuore * Ti mando un abbraccio fresco di pioggia, ma ben scaldato dal cuore. * La primavera è arrivata nel cuore (dw). * Arriva la primavera... Verrà la Pentecoste. Se avessi tempo mi piacerebbe scrivere un libro con questo titolo: È incinta la Madre Chiesa. Travaglio e parto di un neocristianesimo... Ma per ora il tempo mi manca: vuol dire che non ce n'è bisogno. Ciao, Fulvio * Grazie: ricchissimo, come sempre, e come sempre unisce tutti noi figli di Padre Monti. Biagio

brasiliano, caratterizzato dal carnevale. Carnevale è tutto: festa, mondanità, abuso, tradizione, cultura, religiosità, arte…Non per nulla credo che sia il più famoso del mondo. È festa nazionale: forse il secondo evento dopo il calcio, che fa fermare le attività quotidiane. È bello il Carnevale, non per gli eccessi e gli abusi, ma per i colori, le musiche, i volti felici, la gente, la creatività, la fantasia. Anche questo ci permette d’avvicinarci alle cose importanti, Bene, Amore, Amicizia, Condivisione, in una parola: DIO. È sempre suggestivo il passaggio dal Carnevale al Mercoledì delle Ceneri, quasi un bagno che ci libera dalle scorie, dalle impurezze, da tutto il male entrato in noi. Sia per tutti un periodo bellissimo quello della Quaresima. P. A. Grazie. È sempre un grande piacere leggere la vitalità e la forza del messaggio montiano. Un patrimonio inestimabile, di valore alto, ancora non troppo conosciuto… Questi strumenti informatici, come Sem Fronteiras, benché piccoli, servono allo scopo: è evangelizzazione pura, anche se magari la chiamiamo con altro nome. Dio ti benedica e ti doni forza di continuare. Un abbraccio trans-oceanico! F.G. È proprio così! Il nostro obiettivo è trasmettere positività, semplicità, fiducia in Dio. Speriamo ci ricompensi con qualche nuova vocazione. Ora che verrà nella comunità di Foz il giovane Hector Ramos, io spero che si possa lavorare di più in questo campo. P.A. Sono molto contento per te e voi. L’immissione di un giovane porta novità e futuro. Un abbraccio a Hector da parte della Casa Madre e del buon padre Luigi Maria.

Un dialogo a distanza Fr. G. Cari amici, eccoci a voi, in un periodo, quello

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Ai Genitori Il bene dei vostri figli sarà quello che sceglieranno: non sognate per loro i vostri desideri. Basterà che sappiamo amare il bene e guardarsi dal male e che abbiano in orrore la menzogna. Non pretendete dunque di disegnare il loro futuro: siate fieri che vadano incontro al futuro con slancio, anche quando sembrerà che si dimentichino di voi. Non incoraggiate ingenue fantasie di grandezza, ma se Dio li chiama a qualcosa di bello non siate la zavorra che impedisce di volare. 2

Non arrogatevi il diritto di prendere decisioni al loro posto, ma aiutateli a capire che decidere bisogna e non si spaventino se ciò che amano richiede fatica e fa qualche volta soffrire; è più insopportabile una vita vissuta per niente. Più dei vostri consigli li aiuterà la stima che hanno di voi e che voi avete di loro. 2

Più di mille raccomandazioni soffocanti, saranno aiutati da gesti che videro in casa: gli affetti semplici, certi ed espressi con pudore, la stima vicendevole, il senso della misura, il dominio delle passioni, il gusto per le cose belle e l'arte, la forza anche di sorridere. E tutti i discorsi sulla carità non insegneranno di più del gesto di mia madre che fa posto in casa per un vagabondo affamato. E non trovo gesto migliore per dire la fierezza di essere un uomo di quanto mio padre si fece avanti a prendere le difese di un uomo ingiustamente accusato. I vostri figli abitano la vostra casa con quel sano trovarsi bene che ti mette a tuo agio e ti incoraggia anche a uscire di casa, purché ti metta dentro la fiducia di Dio e il gusto di vivere bene. Sant'Ambrogio, Vescovo di Milano (IV° secolo dC) ANNO

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…a margine di una lettura da “Il Profeta” di Gibran Khalil Gibran, ma con circa 1600 anni di anticipo: I vostri figli non sono i vostri figli… essi non provengono da voi, ma per tramite vostro. E benchè stiano con voi, non vi appartengono.


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Riconoscere

Vocazioni

Rubrica a cura dei Cercatori di Dio

Una storia contemporanea di una famiglia che vive “secondo la volontà del Signore”.

7 sorelle e 3 fratelli … di cui 5 donati al Signore. Una saga familiare, che sembra appartenere a storie di altri tempi… e forse un po’ lo è. In realtà, così come la sto per raccontare, potrebbe sembrare storia non credibile ad una società dove il matrimonio rischia di diventare solo un optional ed ancora di più sembra esserlo la scelta di concepire dei figli, di averli presto e di averne più di uno. Io sono il terzo di dieci figli. Sono nato in un paese europeo non lontano dall´Italia, dove ancor oggi vivo. I miei genitori sono sempre stati molto cristiani, di una cattolicità popolare, ma sana, fatta di valori saldi e costruita sulla base di impegni sempre mantenuti. Quando il primo figlio volle entrare dai gesuiti, mia madre lo guardò e disse: “sia fatta la Volontà del Signore”. Poi guardò mio padre e sospirò. Non posso dimenticare quello sguardo, che puntualmente accompagnò anche le mie tre sorelle ed infine me, l’ultimo nato alla consacrazione. Due sorelle monache di clausura ed una sorella missionaria in Africa. Mio fratello maggiore, gesuita; e poi io, gesuita come lui, ma certanmnete per volere dell’Altissimo… fin oggi che racconto questa storia. Immagino sia davvero difficile crederci. A leggere o ascoltare avventure come la nostra viene spontaneo chiedersi: ma è vero? Non sembrano realtà possibili. Come è stato possibile? Eppure i miei genitori hanno goduto di una pienezza strabiliante, hanno avuto anche la gioia di essere ripetutamente nonni, con quattordici nipoti dagli altri miei fratelli e sorelle che si sono sposati. Ancora ammiro e stimo mia madre... che coraggio! Mio padre silenzioso ha accettato sempre tutto. La mia famiglia, un dono bellissimo: per metà donata al Signore e per metà a continuare la discendenza... Posso avere il coraggio di pensare qualcosa del genere delle famiglie di oggi? Quella fede, che ha sempre accompagnato i miei genitori, accompagna ancora i genitori di oggi? Non lo so, all’apparenza sembrerebbe di no, ma non passa giorno che io non preghi per coloro che sono genitori, dovunque essi si trovino in questo momento. Dio li ricompensi con il suo amore.

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Dialogo in morte della madre

M: non ho potuto vederti prima, c'è stata un sacco di gente. G: va bene, stai tranquilla. Ora ci siamo. Siamo qui… Due morti in tre giorni. Anche la mamma di mio cugino. M: malata anche lei, vero? G: sì, cancro al seno. Ambedue i seni rimossi tempo fa. La figlia, mia cugina, è stravolta per il correre su e giù e tenere i propri figli, ancora troppo piccoli. Per di più, con il pensiero pieno d’ansia che anche lei potrebbe portare in sé lo stesso tumore. M: la malattia tocca infine a tutta la famiglia. G: sì... Per questo dobbiamo volerci bene e non stare a fare cavolate da superuomini. M: io non sono maschio. G: tu io noi tutti, maschi o femmine che siano. Persone! M: sì, tentavo di giocare, per tirarmi su, solo un po’… G: come stai dentro? M: c'è vuoto. C'è però la consapevolezza di non averla lasciata. Le ho tenuto la mano oltre ogni tempo, lei me lo ha chiesto. Molto doloroso. G: conosco questo dolore. M: non so quando dimenticherò, se mai lo dimenticherò. Adesso so che c'è qualcosa, qualcosa si vede, qualcosa io sento, qualcosa che mi lacera dentro. G: no, non dimenticherai, ma dopo farà bene. Ti farà bene perché ti riempirà di orgoglio. Io avevo la mia bocca sulla bocca di mia madre e le soffiavo dentro, perché stava soffocando. E vedevo i suoi occhi stirati e impauriti, ma fiduciosi, verso di me che le stavo dicendo, con il mio soffio: sono qui, ti voglio bene. Oggi, questo ricordo è per me una perla preziosissima. M: credo di non essere mai stata così vicina a mia madre come lo sono stata mentre moriva. Lei si è fatta il segno della croce con la mia mano. G: questo è TUTTA la sua vita in te oggi... Dimenticherai il resto - perché questo sanerà e perdonerà anche tutte le volte che sei stata lontana da lei. Non avere paura. M: l'ho tenuta come si tiene un neonato, aveva freddo e tremava. Io la cullavo e la rassicuravo. G: sì, tu hai partorito tua madre, come io la mia, all’altra vita… M: le ho detto che non era sola; che c'eravamo tutti lì. Con lei. G: sì, così è, tutti. E Dio, che ci tiene per mano.

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2014

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Tracce per una lettera da Saronno

CHI SCRIVE A CHI


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Beata colei che ha creduto Anno Mariano 2013-2014 Nella parabola del seminatore, san Luca riporta queste parole con cui Gesù spiega il significato del "terreno buono": «Sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza» (Lc 8,15).

Nella parabola del seminatore, san Luca riporta queste parole con cui Gesù spiega il significato del "terreno buono": «Sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza» (Lc 8,15). Nel contesto del Vangelo di Luca, la menzione del cuore integro e buono, in riferimento alla Parola ascoltata e custodita, costituisce un ritratto implicito della fede della Vergine Maria. Lo stesso evangelista ci parla della memoria di Maria, di come conservava nel cuore tutto ciò che ascoltava e vedeva, in modo che la Parola portasse frutto nella sua vita. La Madre del Signore è icona perfetta della fede, come dirà santa Elisabetta: «Beata colei che ha creduto» (Lc 1,45). In Maria, Figlia di Sion, si compie la lunga storia di fede dell’Antico Testamento, con il racconto di tante donne fedeli, a cominciare da Sara, donne che, accanto ai Patriarchi, erano il luogo in cui la promessa di Dio si compiva, e la vita nuova sbocciava. Nella pienezza dei tempi, la Parola di Dio si è rivolta a Maria, ed ella l’ha accolta con tutto il suo essere, nel suo cuore, perché in lei prendesse carne e nascesse come luce per gli uomini. San Giustino Martire, nel suo Dialogo con Trifone, ha una bella espressione in cui dice che Maria, nell’accettare il messaggio dell’Angelo, ha concepito "fede e gioia". Nella Madre di Gesù, infatti, la fede si è mostrata piena di frutto, e quando la nostra vita spirituale dà frutto, ci riempiamo di gioia, che è il segno più chiaro della grandezza della fede. Nella sua vita, Maria ha compiuto il pellegrinaggio della fede, alla sequela di suo Figlio. Così, in Maria, il cammino di fede dell’Antico Testamento è assunto nella sequela di Gesù e si lascia trasformare da Lui, entrando nello sguardo proprio del Figlio di Dio incarnato. Possiamo dire che nella Beata Vergine Maria si avvera ciò su cui ho in precedenza insistito, vale a dire che il credente è coinvolto totalmente nella sua confessione di fede. Maria è strettamente associata, per il suo legame con Gesù, a ciò che crediamo. Nel concepimento verginale di Maria abbiamo un segno chiaro della filiazione divina di Cristo. L’origine eterna di Cristo è nel Padre, Egli è il Figlio in

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senso totale e unico; e per questo nasce nel tempo senza intervento di uomo. Essendo Figlio, Gesù può portare al mondo un nuovo inizio e una nuova luce, la pienezza dell’amore fedele di Dio che si consegna agli uomini. D’altra parte, la vera maternità di Maria ha assicurato per il Figlio di Dio una vera storia umana, una vera carne nella quale morirà sulla croce e risorgerà dai morti. Maria lo accompagnerà fino alla croce (cfr Gv 19,25), da dove la sua maternità si estenderà ad ogni discepolo del suo Figlio (cfr Gv 19,26-27). Sarà presente anche nel cenacolo, dopo la Risurrezione e l’Ascensione di Gesù, per implorare con gli Apostoli il dono dello Spirito Santo (cfr At 1,14). Il movimento di amore tra il Padre e il Figlio nello Spirito ha percorso la nostra storia; Cristo ci attira a Sé per poterci salvare (cfr Gv 12,32). Al centro della fede si trova la confessione di Gesù, Figlio di Dio, nato da donna, che ci introduce, per il dono dello Spirito Santo, nella figliolanza adottiva (cfr Gal 4,4-6). Papa Francesco, LUMEN FIDEI, 58-59)

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I… “Fioretti” Ricordo con affetto riconoscente la mia Maestra delle elementari: era la prima persona che mi parlava in italiano, usando un linguaggio adatto ad una quarantina di scolare che solitamente conoscevano, come me, solo il dialetto, magari con leggere inflessioni diverse, ma pur sempre nell’ambito in un territorio ristretto, intorno a Saronno! Per me la Maestra non aveva età: era piccola, grassottella, nubile, quasi certamente appartenente, come laica, ad una congregazione religiosa; era un pozzo di scienza, con un’autorevolezza serena e a volte persino affettuosa, se meritata! Indossava il severo grembiule nero e solo, in occasioni di festività civili, imposte dal regime, la divisa fascista, senza mostrare un particolare entusiasmo, ma assolvendo ad un dovere, ci parlava del Re e del Duce. Usufruiva invece molto volentieri della possibilità di sfruttare al meglio e con entusiasmo le ore dedicate all’insegnamento della religione che permeava un po’ tutto il suo l’insegnamento. Avvento, Quaresima, mese di Maggio erano felici occasioni per infiammarci con racconti tratti dalla Bibbia, per farci sentire partecipi della Passione di Nostro Signore e del tenero Amore della Vergine Maria nel mese a Lei dedicato! In tali circostanze ci proponeva di fare i fioretti! Con quanto fervore preparavo una specie di quadernetto a quadretti sul quale avrei, con una matita rossa, tracciato una crocetta ogni volta che sarei stata in grado di compiere un piccolo o un grande sacrificio, con cui potevo alleviare il dolore delle spine sul capo di Gesù o contribuire, tramite l’intercessione di sua madre, ad abbreviare le pene del Purgatorio per qualche anima in attesa di entrare nel Regno dei Cieli! Terminata la scuola dell’obbligo, in collegio, nelle ore di religione, una solerte Madre ci consigliava che poteva avere più valore, invece di un infantile fioretto, esercitare la volontà con rinunce più impegnative: ad esempio imporsi di saper rimandare un piacere pur lecito, come la lettura o qualsiasi altro godimento, sempre più che ragionevolmente santificante, che poteva riguardare i cinque sensi per imparare il “dominio di sé”. Anche dopo decine d’anni mi è capitato di compiere alcune rinunce, come per tenere fede ad una tradizionale abitudine … Man mano che crescevo in adultità e contemporaneamente in malesseri fisici, vari sacrifici mi erano invece imposti proprio da limitazioni rese quasi obbligatorie, per tentare almeno di non peggiorare la salute precaria. Se non altro per essere in grado di tenere sotto il livello di guardia, patologie invalidanti. Ci ho messo un po’ a capire che solo accettando bene tali rinunce, potevano diventare un’offerta… quasi spontanea!? Ma dovevo invecchiare per tentare di far mio il consiglio evangelico là dove dice “questo è il digiuno che io voglio….”, specie nei versetti che suggeriscono di collaborare ed impegnarsi per realizzare la giustizia, senza però distogliere lo sguardo dalla cura dovuta ai tuoi cari: primo e talvolta scomodo volontariato! Il Signore, forse, concede lunga vita ai “tardi di cuore” per darci modo di esplorare, sempre più a fondo, ciò che va fatto per sentirselo accanto come ai compagni di Emmaus, in modo da potergli chiedere sinceramente: “Resta con noi, che si fa sera e proprio per questo abbiamo ancor più bisogno di TE”. SIL

Fragilità

… con l’impegno di parlare bene e gettare semi di parola fecondi, capaci di donare bellezza e vita; di far risorgere le parole per la relazione; e anche di combattere la marea di grezza volgarità che vor-

Siamo fragili arbusti. La fatica per costruire case di pietra, vanità. Solo quando ricordi

rebbe inondarci a unico beneficio di chi cerca soldi

la tua fragilità, come un arbusto,

e brama potere …

respiri con il vento. ANNO

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La Giovinezza dei vecchi

Parole e fuoco


Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno nel Cuore della Carità Montiana

Orario delle Celebrazioni del Santuario GIORNI FERIALI 6.30 7.00 9.00 18.50

Lodi del Mattino (lunedì in cripta) Santa Messa (lunedì in cripta) Santa Messa Rosario e Vespro

TUTTI I GIOVEDI’

18.30

Adorazione Eucaristica per le Vocazioni

DOMENICA E FESTIVI 8.30 Lodi del Mattino 9.00 Santa Messa 19.00 Santa Messa SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong

QUI HO POSTO IL CUORE Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione Hanno collaborato per questo numero: Aurelio Mozzetta, Giovanni Cazzaniga, E.R., Marco Perfetti, P. Emanuel Mvomo, Hno. Jorge Romero, www.padremonti.org, Duilio L., PT, P. Giuseppe, AM, Fr. Gioacchino, Guido, SIL, M e G, I cercatori di Dio, Raffaele Mugione.

Direzione: Via San Giacomo, 5 21047 – Saronno (VA) : 02 96 702 105 : 02 96 703 437 e-mail:

quihopostoilcuore@padremonti.org sito web: www.padremonti.org (Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è realizzato da volontari)


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