Qui ho posto il cuore agosto 2014

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Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti Anno III n. 28 - AGOSTO 2014 D A T A

SOMMARIO: Editoriale

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Il mio grazie a

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Padre Monti Luigi M. Monti 3 e dintorni Una preghiera 4 per… Preghiere per

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le vocazioni Con Maria,

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come Maria Parole mon-

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tiane Glossolalie

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Vita di Fami-

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glia Parole e fuoco 8 Forse non

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tutti sapevate I Vostri mes-

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saggi La Porta aper- 11 ta Riconoscere

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vocazioni Tracce per

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una lettera da Saronno La Giovinezza

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dei vecchi Giocando con Dio

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Le teste pensanti non amano l’analisi logica

di E ’ L

e ial r to

di Aurelio Mozzetta

Ogni tanto, al mio indirizzo internet, giungono mail di intrepidi paladini della fede, difensori della chiesa, propugnatori della purezza dottrinale, scandalizzati da qualche dialogo teologico in corso, che denunciano scivoloni eretici ad ogni parola che suoni storta ai loro orecchi. Cosa dovuta, a me pare, non tanto alla carente ortodossia dei dialoganti, quanto all’abissale ignoranza dei criticanti. Non ne possiamo più di pacchiani monumenti d’ignoranza (anche in televisione, anche sui giornali) – eretti, non si sa bene da chi, a profeti dell’ultima verità corrente - che pretendono di disquisire di tutto e che nel filone religione/ chiesa hanno trovato un’ot-tima vena per fare scoop e intascare soldi a palate. E non ne possiamo più neppure di tanti cristiani bambolette-non-cresciute e messaggio-dipendenti (che fanno magistralmente il gioco dei sopra detti pseudo-profeti), bolliti come gnocchi nell’acqua dell’ultimo grido fondamentalista a difesa della dottrina “vera”.

È una pena leggere quelle mail arzigogolate, che intentano processi ad intenzioni e identità personali. Ad ogni costo vogliono analizzare, tagliare, rimbrottare, minacciare, invocare scomuniche; richiamare all'ortodossia per ogni parola che non sia secundum quid, attendere al varco il deflagare dello scandalo di turno, stare all'erta per deviazioni nascenti; fare pelo e contropelo, esercitarsi al poligono di tiro, catalogare buoni e cattivi; cercar per forza litigio e scisma nelle domande che qualcuno pone sul paragrafo tale del codice canonico… Immancabilmente, poi, forse a sottolineare la necessità di purezza ed ingenuità, esse si appellano alla "piccola” santa “Teresina” ed alla sua "piccola via"… che ormai tutti sanno essere un falso, una pura invenzione delle amate sorelle di Teresa. Ma quale piccola! Quella era un gigante di pensiero e di sofferenza (anche a causa di certa chiesa!) proprio perché aveva le idee chiare ed un amore adulto e sconfinato per questa Chiesa "meretrix" e "casta", e sempre nostra madre. Segue a pag. 2

SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA)  02 96 702 105  02 96 703 437

e-mail: santuario@padremonti.org sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892 Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0 presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA – Filiale di SARONNO Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe


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Il mio Grazie a Padre Monti

Farai parte di me Caro padre, ho sentito parlare di te per la prima volta oggi e ciò che ho sentito e visto mi ha incantato. Sono ammirata da questo posto così bello e sereno. E gli amici che mi han portato qui mi dicono che tu sei un meraviglioso padre. Sto seguendo un cammino di fede ed ho bisogno di forza per continuare a sperare nella vita che mi resta. Farai parte dei miei pensieri e ti chiederò aiuto nelle mie preghiere. Grazie. Loredana

Le teste pensanti non amano l’analisi logica >>> segue dalla prima pagina

Non si diventa dottori della Chiesa raccontando barzellette pulite per chierichetti innocenti. Mi chiedo sempre se quella gente non abbia altro da fare. Che un uomo di chiesa, un prete o un vescovo, esprima idee proprie, vivaddio! Non è costretto a vendersi il cervello all'ammasso: non c'era scritto, questo, nelle promesse fatte il giorno dell'ordinazione. Avendo professato obbedienza alla Chiesa, in piena sintonia con essa, noi affermiamo che una testa pensante è preferibile mille volte a qualunque opzione pecoreccia, per quanto suadente questa sia. Nella biografia di papa Francesco di Evangelina Himitian (Francesco, il Papa della gente) trovo scritto: …è l’epoca del pensiero debole. E se giunge una parola saggia, cioè se qualcuno incarna la sfida della grandezza anche a costo di non poter realizzare gran parte

dei nostri desideri, allora la nostra mediocrità non si placa finché non l’avrà fatto precipitare. Vengono gettati dalla rupe eroi nazionali, uomini illustri, artisti, scienziati o semplicemente coloro il cui pensiero va oltre l’incosciente retorica dominante. Terribile! Terribile davvero. Anche in un periodo debole, però, esistono uomini pensanti! Gli spiriti liberi fanno bello il mondo. E forse conviene ricordare che lo Spirito di Dio è libertà, dove c’è lo Spirito c’è libertà (2Cor 3,17) e, pertanto, tutto ciò che non sia libero e non doni libertà non è cristiano e non è secondo Dio. Malgrado questa sia dottrina di Paolo, se dovesse suonare troppo libertaria, le affiancherei un altro suo passo: se qualcuno ha il gusto della contestazione, noi non abbiamo questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio A NNO

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(1Cor 11,16). Non è il gusto di dare addosso che ci guida, ma l’amore alla verità. Paolo fa quell’affermazione nel chiedere il rispetto delle “sane tradizioni” in merito all’uso del velo per le donne nell’assemblea liturgica; tema-simbolo di una precisa mentalità molto datata, che per i nostri parametri culturali è del tutto irrilevante oltre che stonato. A Dio i riti non servono e non interessano affatto. Ma il problema non è questo. Il problema è avere testa e cuore liberi. Penso ad A. che mi scrive: la rassegna stampa che ascolto ogni mattina in radio mi fa venire mal di stomaco. Ecco. Vorrei poter rispondere: hai ragione! La nostra lotta per un’atmosfera pulita comincia dall’indignazione contro chiunque, di qualunque credo, inquini la cultura che respiriamo.

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Lasciare e continuare

Una storia da “gattopardo” o d’amore La visita di Pio IX° all’Ospedale di Santo Spirito del 21 Ottobre 1858 aveva, come detto, portato una ventata di serenità ai frati “Concettini”. Tuttavia non tutto si aggiusta con un gesto, per quanto importante, come quello del Papa. Luigi è ora costretto ad affrontare difficoltà che toccano direttamente la sua persona. I fatti: Il commendatore Narducci, richiamato dal Papa per il suo atteggiamento duro nei confronti dei Concettini, intende collaborare con loro con più attenzione. Tuttavia non tollera la presenza del Superiore di quel gruppo, fratel Crispino, perché troppo legato ai Frati Cappuccini. Occorrono nuove elezioni. Viene nominato così, a maggioranza, Luigi Monti. La scelta era la più logica, infatti, tutti riconoscevano le doti organizzative di Luigi, unite alla sua forte spiritualità. Inoltre con lui andavano consolidandosi le novità a suo tempo presentate dal Pezzini. La scelta più adatta. Già, ma non la più gradita. Era, infatti, ben noto il motivo che lo aveva spinto a Roma: la fondazione di un nuovo Istituto di Frati infermieri. E questo non era ciò A NNO

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che desideravano i frati Cappuccini. Luigi è dunque nel dilemma: se accetta, si inimica il padre spirituale, Padre Angelo dal Tufo, e con lui i Superiori dell’Ordine; se rifiuta, ora che iniziano le pratiche per l’autonomia e il riconoscimento giuridico dell’Istituto corrono il rischio di infossarsi. È nota, infatti, la propensione della Chiesa “di andare coi piedi di piombo”: al comparire di qualche incertezza, per non sbagliare, essa cestina. Alla fine, il Monti decide di chiedere che si ripetano le elezioni, rinunciando per amore dell’Istituto alla propria nomina. È opportunismo oppu-

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re amore? Credo che Luigi sapesse bene a cosa rinunciava, e quali conseguenze il suo gesto avrebbe avuto. L’Amore verso l’Istituto sarà, però, la costante di tutta la sua vita, non importa quale sacrificio esso avrebbe comportato. Da uomo intelligente, capisce che gli occhi dei superiori sono puntati su di lui, e la sua creatura, l’Istituto, è in pericolo. Si sacrifica. Aiuta la nomina di fratel Bonaventura. Quest’uomo, privo d’esperienza della vita religiosa, ha il delicato compito di dare identità giuridica all’Istituto. Mi domando sei io sarei stato capace di un simile gesto d’amore come quello di Luigi. Non credo, data la mia fragilità! Questi fatti mi fanno tuttavia capire che molte cose il Beato Luigi Monti me le può insegnare con il suo esempio, con la sua passione, con il suo amore. Non temere. Marco

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Luigi Maria e dintorni

La visita di Pio IX° all’Ospedale di Santo Spirito del 21 Ottobre 1858 aveva, come detto, portato una ventata di serenità ai frati “Concettini”. Tuttavia non tutto si aggiusta con un gesto, per quanto importante, come quello del Papa. Luigi è ora costretto ad affrontare difficoltà che toccano direttamente la sua persona.

La Tomba del Beato Monti nella Cripta del Santuario di Saronno


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Preghiera per le vocazioni

Sacerdoti innamorati di Te, Signore Signore, dacci santi sacerdoti: uomini generosi, disposti a perdere tutto pur di trovare Te e rispondere alla tua chiamata; uomini in continuo dialogo con il Tuo Cuore, e come Te capaci di ascolto, di comprensione e d’amore gratuito. Capaci di soffrire con chi soffre e di gioire con chi gioisce. Dacci, Signore, sacerdoti sinceramente innamorati di Te e della Chiesa, instancabili dispensatori della Parola, che diffondano il profumo della tua misericordia, della tua bontà e della tua gioia … e sappiano attirare a Te molti cuori! PENELOPE PITTI

Una preghiera per...

“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti

PER CHI NE HA BISOGNO: - S. e la sua famiglia, che lottano contro la povertà estrema.

PER I GIOVANI: - per tutti i GIOVANI CONFRATELLI, provenienti da 9 diverse nazioni, che hanno trascorso un periodo di vita comune nella nostra Casa di Saronno, molti di essi per la prima volta, venendo a contatto diretto con i luoghi del Padre Monti. Li guidi e li sostenga, il nostro padre, nel loro cammino.

PER GLI AMMALATI: il beato Monti interceda per loro: - Carla, Manuel e Marco: possano trovare risposte e soluzioni efficaci nella loro malattia. - i suoceri di C., i quali hanno seri problemi di salute che coinvolgono l’intera

famiglia. Il sostegno di tutti pace a un uomo giusto, buorenda la loro vita più serena no e saggio. possibile. - IDA, 74 anni, la mamma di Lorella, morta il 3 PER CHI SOFFRE: luglio scorso. - Confido che papà non partirà per il Cielo prima del mio arrivo. Prega per noi, soprattutto per mamma, perché . è quella che soffre di più. Io mi sento serena, sempre nella certezza che nulla va perduto e che il Signore guida ogni cosa secondo la Sua Volontà, volontà di un Padre che ci ama.

PER I DEFUNTI: - EZIO, marito di Carla, morto l’8 luglio scorso. Il Signore doni riposo e

Inviateci le vs. intenzioni di preghiera a: A NNO

quihopostoilcuore@padremonti.org III,

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Con Maria, come

Affidamento filiale Durante gli esercizi spirituali in preparazione alla vestizione religiosa (dicembre 1852), il giovane Luigi Monti lascerà, tra le sue meditazioni spirituali, quello che possiamo considerare il vademecum della sua consacrazione a Dio, un atto d’affidamento che costituisce un vero percorso vocazionale, un vero testamento e che rappresenta il primo testo da cui possiamo comprendere la sua fortissima devozione mariana: “Oh, Madre mia SS.ma, degnatevi a me vostro indegno figlio, d’un vostro benigno sguardo: io, ho posto in Gesù vostro divin figlio, tutte le mie speranze, e brame pel mio destino! Mamma, Mamma, per mezzo Vostro, spero il mio felice esito: per mezzo Vostro, in Gesù io spero tutto, o dolcissima mia Madre! Mater Sanctae spei! Ave, ave spes nostra, salve”. In questa sentita dichiarazione d’amore, Monti afferma anzitutto il fortissimo

sentimento filiale che nutre per Maria, considerata come sua Madre. Si tratta di una relazione personalissima, che si fonda sulla gratuità e sul dono, poiché poggia sulla consapevolezza che egli ha dell’indegnità umana di riconoscersi Figlio di Maria. Come per Maria nella concezione immacolata, nell’annunciazione e nella sequela del Figlio e come per ogni relazione con il prossimo, la gratuità è condizione necessaria, perché quella data realtà e la partecipazione dell’uomo siano possibili. E così, nella stessa linea di indegnità, umiltà e gratuità, Monti si rivolge a Maria come a sua Madre, anzi Mamma, sapendo che sotto il suo “benigno sguardo” avrà l’aiuto necessario per lavorare nella vigna del Figlio. L’umiltà è allora consapevolezza del gratuito, vale a dire di ciò che non dipende da diritti e doveri, non emana da forza e potere, ed è sinonimo di inutilità e

debolezza. L’affidamento a Maria non ha però la fine in Lei, ma in Cristo, centro della fede di Luigi Monti: la sua speranza e il suo destino sono in Lui, mentre la Madre, Madre della speranza e Madre della salvezza, è il mezzo per avvicinarsi a Gesù. Questo risponde pienamente alla mentalità religiosa e alla devozione del suo tempo, l’Ottocento, che “non è né il pensiero né l’azione, ma l’intuizione e il sentimento. Essa aspira ad intuire l’Universo; vuole stare a guardarlo pienamente nelle sue manifestazioni e nelle sue azioni originali; vuole farsi penetrare e riempire dei suoi immediati influssi con passività infantile” (F. Schleiermacher). Questa ratifica cristocentrica del battesimo sarà l’azione fondamentale che guiderà tutta l’esperienza spirituale e pastorale del Beato Luigi Maria Monti. P. Emmanuel Mvomo

“Oh, Madre mia SS.ma, degnatevi a me vostro indegno figlio, d’un vostro benigno sguardo: io, ho posto in Gesù vostro divin figlio, tutte le mie speranze, e brame pel mio destino! Mamma, Mamma, per mezzo Vostro, spero il mio felice esito: per mezzo Vostro, in Gesù io spero tutto, o dolcissima mia Madre! Mater Sanctae spei! Ave, ave spes nostra, salve”.

Con la Grazia Vostra Mio Dio! Voglio con la grazia vostra incominciare adesso a servirvi fedelmente. Divino mio Gesù, datemi la grazia di corrispondere alla tanta bontà che avete avuto in sopportarmi fin d’esso con tante mie miserie: sì, da qui in avanti o mio Gesù vi sarò più fedele; anzi, con la vostra grazia voglio farmi Santo; e se a voi piace, un gran Santo. (Luigi Monti, dicembre 1852)

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Le Parole montiane


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Dalle Comunità di Padre Monti nel mondo 9-13 Luglio 2014, Si chiude l’Anno Mariano a Lourdes.

Chiusura dell’Anno Mariano a Lourdes

Nelle foto i religiosi dell’Immacolata Concezione giunti da tutto il mondo, gli amici, i fedeli..

Un concerto di lingue per Mama Mary. La presenza a Lourdes di Fratelli della Congregazione, provenienti da diversi Paesi del mondo, per dire grazie a Dio, tramite l’intercessione della Beata Vergine. L’unità visibile della Famiglia, che si esprime intorno all’Immacolata Madre e che in essa trova motivo per affermarsi, rinnovarsi e fortificarsi. Il Signore sta nel mezzo, sempre presente laddove si esprima fraternità. Concluso l’Anno Mariano, il cammino riprende dallo Spirito, dalla fonte e dalla grotta. Come nel dicembre 1854, come nel settembre 1857, come nel febbraio 1858… quando a Roma e poi a Lourdes si fece presente il segno di Dio nella visibile manifestazione di Maria, Immacolata e Madre. A NNO

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189 anni e non li dimostra … il 24 luglio abbiamo festeggiato il 189simo compleanno del Beato Luigi Maria Monti. Giorno prezioso e santo, portatore di benedizioni. La comunità, arricchita dalla presenza di molti Fratelli provenienti dal pellegrinaggio a Lourdes, si è raccolta nella Santa Messa del mattino e poi, la sera alle ore 21, ha partecipato alla concelebrazione a BOVISIO, paese natale del Fondatore. Il giorno anniversario non poteva non concludersi che nel cortile della Casa natale di Padre Monti, nell’allegra fraternità… anche davanti ad una rinfrescante fetta di cocomero. Laus tibi, Domine!

Il Carisma del Beato Luigi Maria Monti: il Desiderio di Servire Dio e gli Ultimi è il titolo della tesi di baccalaureato in Teologia del nostro Fratel Corrado Blundo, presso la Facoltà Teologica di Sicilia (Studio teologico San Paolo di Catania), difesa il 20 giugno scorso. Auguri e lunga strada nel Signore!

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(nella foto, il manifesto di Feliz Cumpleaños al Beato, dalla Familia Montiana della Provincia Latinoamericana, in Argentina)


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Vita di famiglia

Parole e fuoco

E qui invece siamo in Africa Prima nel CAMERUN del nord-ovest, a Bamenda, dove il Fratel Albert Thierry AWANA è stato ordinato diacono lo scorso 28 giugno… … e poi in NIGERIA, a Enugu, dove il Fratel Cyprian OBIOHA sarà ordianto sacerdote il 9 agosto. Insieme ad essi le locali comunità montiane e tutti i Fratelli che, nella lode quotidiana, rendono grazie al Signore per i benefici ricevuti.

… con l’impegno di parlare bene e gettare semi di parola fecondi, capaci di donare bellezza e vita; di far risorgere le parole per la relazione; e anche di combattere la marea di grezza volgarità che vorrebbe inondarci a unico beneficio di chi cerca soldi e brama potere …

La candela Il mio candelabro porta una sola candela. È rimasta accesa tutta la notte, come stella luminosa. Si è consunta per annullare il il buio della mia ignoranza. È un moccolo questa mattina. La prossima notte non basterà. Aiutatemi.

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… a spulciar gli archivi e rimescolar le carte della storia, per sapere…

Carità senza confini UCRAINA - La carità in campo educativo: qui i ragazzi sono persi, non hanno riferimenti. Dopo la caduta del comunismo son venute meno le istituzioni che si occupavano di loro. Per questo la vera missione è l’educazione a 360 gradi, che non può essere procrastinata né delegata agli enti statali. Anche la famiglia vive una profonda crisi: gli uomini sottopagati, non lavorano e spesso sono preda dell’alcool; le donne scappano in Europa occidentale per cercare un’occupazione; restano solo le nonne che senza aiuti non reggono il peso d’una famiglia. Il magone viene al pensiero che questo non fa più notizia. Sfilano davanti alla mente le tante situazioni tristi che ho incontrato in questi vent’anni devastati da decenni d’ideologia comunista che ha lasciato in eredità l’incendio sociale e la deflagrazione degli animi. EccoVolodja che ha visto la madre con il coltello piantato in pancia. Vitaljk la cui madre drogata, ora in prigione, aveva l’abitudine di spegnere la sigaretta sul braccio del figlio: ne porta ancora i segni. Leonjd che doveva lavare le siringhe per il padre che si drogava. Anton che chiedeva l’elemosina assieme alla nonna e mangiava solo pane: venuto da noi non sapeva che poteva mangiare anche companatico. Ecco Dima, dimenticato per due notti in un bosco dalla madre, allegra ubriacona in festa e in turpitudini con colleghi di bevute. Per caso fu trovato da un passante fermatosi a fare i bisogni al limitar del bosco e attratto da grida di pianto. Il povero Dima ha ancora chiazze di capelli bianchi per la paura vissuta. Anche Yurii diciottenne sveglio e simpatico ha le sue tragedie. Mi ha rivelato tra le lacrime la sua pena tenuta a lungo nascosta: all’età di 12 anni la nonna ubriaca ubriacò pure lui e lo costrinse a giacere a letto insieme a lei… così egli ha scoperto l’orrore dell’amore. L’elenco è lungo ed i protagonisti sono figli di alcolizzati, drogati, carcerati. Maxsim, altra storia terribile. Madre morta, padre in carcere o forse fuggito in altra città. Il figlio ormai cresciuto, uno dei più adulti della casa-famiglia, si mette alla ricerca. Riesce ad avere la chiave della soffitta aveva vissuto anni prima. Decide di andare a vedere cosa sia rimasto. Agghiacciante, macabra scoperta: il padre penzolava dal soffitto, impiccato. Il foglio di spiegazione e di scuse lasciato sul tavolo recava la data di cinque anni prima. Il cadavere mummificato… i vicini pensavano che il tanfo provenisse da qualche carogna nella zona. A NNO

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(seconda parte)

Serghjei, al primo incontro, dopo un lungo silenzio, guardandomi cupo, mi dice: “Io non voglio bene a nessuno, nessuno ne ha mai voluto a me”. Che dire di Taras? Ho dovuto visitarlo alcune volte in carcere minorile e poi perorarne la causa in tibunale. Venne assolto per tenerezza verso questo prete straniero che, noncurante degli errori di lingua, insisteva a dire al giudice che doveva assolverlo. C’è poi il gruppo di ragazzini impegnati nel gioco. Il parco che li ospita è vasto, ci sono laghi, boschi, acquitrini circondati da canneti e sterpaglie. Di fronte ad uno di essi le loro grida festose ammutoliscono: si trovano davanti un cadavere nudo. Non meno scioccante l’incontro fatto da un confratello invitato a far visita ad un internato statale. All’entrata s’imbatte in alcune ragazzine che gli domandano: “Quanto ci dai per ogni prestazione”? Si sa che molte allieve di questi internati hanno i primi rapporti con i loro cosidetti educatori, i quali poi procurano clienti a pagamento. Se passiamo all’altra sponda della vita, agli anziani abbandonati alla solitudine nei sanatori, che contano i giorni prima della fine. Durante la prima settimana del mese non vogliono ricevere visite perchè, se hanno ricevuto la pensione, cosa che non succede tutti i mesi, se la bevono fino all’ultimo spicciolo e sono ubriachi e intrattabili per l’intera settimana. C’è posto per misericordia e tenerezza? “Prendete cura specialmente degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi, dei poveri”, diceva don Bosco. La ricompensa gioiosa si riceve già qui! Porto nel cuore quella che mi ha lasciato Bogdan al termine dell’anno scolastico: “Non sapevo nulla di Dio, della Madonna. L’Ave Maria che mi hai insegnato la reciterò ogni sera per te che resterai mio amico per sempre!”. Amare, voce del verbo servire, educare… Amare come Dio che è amore, come Cristo immolato per amore. Egli cammina con noi dietro le faccende d’ogni giorno, compagno anche nella mediocrità, nei momenti insignificanti, nelle preoccupazioni grame e svogliate, nei ripostigli grigi del nostro tempo. Egli, infaticabile viandante nelle strade spesso infangate della terra. Occorre scorgere la sua icona nel cuore di ogni uomo. “Ma se non si ama, il nome di Dio va in frantumi” (Turoldo).

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Don Rino Pistellato, salesiano (missionario in Ucraina)

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UCRAINA La carità in campo educativo: qui i ragazzi sono persi, non hanno riferimenti. Dopo la caduta del comunismo son venute meno le istituzioni che si occupavano di loro. Per questo la vera missione è l’educazione a 360 gradi, che non può essere procrastinata né delegata agli enti statali.


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Lettere alla Redazione I Vostri mess@ggi Email e lettere dal mondo

EDITORIALE DI LUGLIO - Ho iniziato a leggere il numero di luglio di QPC: bello e provocante l'editoriale. - Per ora ho ritagliato solo il tempo per l’editoriale. “Investimento in umanità”: bello! L’esempio di chi lo fa davvero c’è, peccato che la maggior parte delle persone guardi altrove. Per realizzare le inversioni, occorrerebbe seguirlo a frotte, con coraggio e testa libera. - Leggo con piacere il Bollettino sempre più stimolante, farcito con titoli e colori che invitano al “silenzio creativo”.

Scriveteci a quihopostoilcuore@padremonti.org

- Leggo sempre volentieri i vari articoli... Anch'io sono stata molto contenta della bellissima giornata passata a Dulzago, ho goduto della musica molto speciale, del commento al salmo, come sempre molto concreto e stimolante. Grazie per tutti gli incontri dell'anno, spero che riprendano in autunno, c'è sempre tanto bisogno di aiuto per meditare! CHIUSURA dell’ANNO MARIANO - Voglio far pervenire un sentito ringraziamento a Fratel Ruggero per la bellissima lettera in cui ci fa riflettere sul pellegrinaggio a Lourdes, che richiama la Roccia, la Luce, l'Acqua con i nostri impegni. La mia preghiera vuole accompagnare i confratelli che vi si recano per l'Anno Mariano. Mi sento unito e mi "sintonizzo su questo canale di comunicazione spirituale", anche se non sono presente fisicamente e voglio rispondere alle parole della Vergine "fate quello che vi dirà". In questo peri-

odo di vacanza si preparano le valigie. La parola del Signore ci ricorda che il modo migliore per riposare è quello di semplificare, alleggerire al massimo il bagaglio, "il fardello per camminare spedito" del nostro cuore, per non paralizzare le nostre relazioni con tutti ed è chiaro che così facendo saremo in relazione con Gesù e Maria. Il primo passo è entrare tra i "piccoli", essere piccoli significa essere "amati", questa certezza va "verificata" ogni giorno e permette al cuore riposo, a noi e a quanti incrociano il nostro cammino. Il nostro impegno potrebbe essere quello di non lasciar cadere nessuna occasione per sollevare, consolare, incoraggiare. Se lo facciamo sarà un sollievo anche per noi. Ci aprono la strada gli ammalati e i ragazzi più bisognosi che avremo sempre tra noi. p. Giuseppe Decina - Ora che ci accingiamo al "Passaggio a Lourdes", momento importante che definirà la chiusura dell’Anno Mariano, vorrei sottolineare la ricchezza delle riflessioni che ci propone p. Emmanuel Mvomo. Se avessimo il piacere di raccogliere tutti i contributi mensili, ne verrebbe fuori una ricchezza che testimonia la qualità della Devozione Mariana che gira tra noi. Sento di dover ringraziare p. Emmanuel per quanto ci ha dato. Davanti alla Grotta di Lourdes andrà per lui una preghiera riconoscente, che si tradu-

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ca in tante benedizioni per la sua persona. In fraternità fratel Rolando Sebastiani ALTRO - Ho letto l’articolo “Giocando con Dio” che invita a riflettere e ad approfondire la nostra inadeguata conoscenza della Parola di Dio, per arrivare ad essere in grado, come S. Tommaso di trasformare la nostra incredulità con una convinta affermazione: "Mio Signore e mio Dio". Pure io recito spesso la preghiera di Focauld, ma confesso che ciò che dico con le labbra ancora non corrisponde pienamente al mio essere in grado di abbandonarmi alla volontà di Dio! Così come non riesco, al mare o in piscina, a "fare il morto" per paura di annegare!? sil - Tante grazie per il giornale e per gli auguri per una serena vacanza, ma soprattutto per le preghiere per mio figlio Ivan e per l'annuncio fatto nel giornale. Il Signore vi benedica e l'Immacolata Concezione assieme a Padre Monti vi proteggano. Serene vacanze. Giovanni. - Sto leggendo QPC. Mi piacciono tutti gli articoli, ma specialmente quello del missionario in Ucrania. Ritengo quella testimonianza molto importante e da far conoscere: molto educativa, fa molto riflettere oltre che pregare con responsabilità grande. Grazie. - Molte grazie! inoltro alle amiche, anch’esse assetate di Parola.

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Luigi, Maria e la Casa Ci prepariamo alla FESTA DEL BEATO MONTI, con il pensiero rivolto alla CASA: - la Casa natale di Lui a Bovisio, che la Congregazione sta cercando di acquisire, dopo tanti tentativi non andati in porto nel passato; - la Casa di Saronno, dove egli aveva “posto il cuore”, come punto-luce per tutta la Congregazione montiana ed oggi CasaMadre; - la Casa di Maria, Nazaret, luogo di vita quotidiana, di fatica, di graduale crescita “in età, sapienza e grazia” nel nome del Signore;

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- la Casa del santuario, “luogo di santità”, luogo dove abita la santità dell’Altissimo, tenda e tempio e altare; - la Casa rappresentata da ognuna delle presenze, delle case e delle comunità dei religiosi montiani nel mondo. In ognuna di esse, in modo misterioso e fecondo, il Beato Luigi Maria è presente e vivo. Siete tutti invitati. Venite alla casa, venite a casa. Tutti sentiamoci a casa, insieme a Luigi e Maria, nostri Anticipatori di cammino nel quotidiano andare a Dio.

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Nella Casa del Beato Monti di Saronno si avverte la presenza silenziosa e vigorosa dello Spirito che, da questo luogo santo, si diffonde nelle Case di Padre Monti nel mondo per animarle e donare lo Spirito di Carità montiano a chi le abita e le vive nel nome di Luigi Maria Monti.


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Riconoscere

Vocazioni Rubrica a cura dei Cercatori di Dio Caro padre, secondo te potrebbe essere possibile che io abbia trovato una congregazione qui, dopo così tanti anni e tanti tentativi fatti nel passato? Non farmi domande, perché non so rispondere. Una cosa è certa: io non ci credo, ma mi sento fortemente attratta. Mi dico basta, chiuso il discorso; e non trovo argomentazioni contro. Sto per chiedere di fare un’esperienza, probabilmente ad agosto, durante le vacanze. Mi chiedo se sono ammattita tutt’a un tratto. Seguirò il cuore, ma tu prega, per favore! Ti ripeto: non ci credo più, mi ero abituata all´idea di stare sola. Non ci credo, eppure…

a che ora, Signore? Un gran signore un giorno uscì a cercare lavoratori per il suo campo, gliene servivano cinque, vide un gruppo di gente e disse a cinque di essi: andate al mio campo. Un lavoratore, giovane e forte, gli chiese: ed io? Abbi pazienza – rispose il signore – magari più tardi. - Uscì di nuovo, infatti, e ne scelse altri, secondo necessità. Il lavoratore ancora non scelto, disse: perché non io, neanche stavolta? Perché mi serve gente che sappia fare questo e questo e tu non lo sai fare. - Uscì ancora verso la metà del giorno, cercò operai tra i tanti che bighellonavano in piazza e li mandò. Il lavoratore giovane non c’era: stanco di far nulla sotto il sole in attesa, se n’era andato a comprarsi un gelato per rinfrescarsi un po’. Il signore passò proprio nel momento dell’assenza di lui e l’uomo perse la scelta. Chissà forse sarebbe stata la volta buona. - A mezzogiorno il signore trovò la piazza vuota. Ognuno era andato a casa propria o al bar a mangiar qualcosa. Il lavoratore, che voleva un lavoro ad ogni costo, ingoiò in fretta due bocconi, tornò di corsa alla piazza, ma non trovò nessuno. Solo il caldo silenzio. Le cicale accompagnavano in sottofondo lo scorrere dell’acqua della fonte. - Il signore uscì ancora verso le due, gli servivano sguatteri e lavapiatti capaci di sistemare cucina e sala per un banchetto di nozze. Il lavoratore in attesa disse: questo non fa per me, io m’aspetto ben altro!… non rispose all’appello e anche questa volta non fu chiamato. - Uscì per l’ennesima volta a mezzo pomeriggio, ne chiamò ancora diversi e li inviò. Una volta fatto, guardò in giro e vide dietro l’angolo il lavoratore affranto, seduto per terra, gli occhi persi e la testa fra le mani… Neppure s’era accorto della nuova venuta del signore. Era talmente stanco d’attendere, che aveva ormai perso fiducia e si stava abituando all’idea di non esser degno, di restar solo, di non avere una chiamata riservata a sè. Il signore gli andò vicino e poté solo toccargli leggermente la testa e sussurrare: coraggio, tornerò ancora! L’altro neppure lo sentì. - Era quasi sera quando il signore uscì di nuovo e stavolta andò direttamente a cercare il lavoratore. Vieni, tocca a te! – gli disse – devo affidarti un lavoro speciale, tu sei la persona adatta, prima non avrei potuto, adesso è tempo di metterci mano, insieme a questo gruppo di amici che vedi qui attorno. (Si racconta che il lavoratore esitò molto… Aveva ormai perso speranza, vigore ed entusiasmo. Non credeva più alle parole del padrone. Riguardava indietro la giornata persa nell’attesa e si diceva: “il tempo è passato”. Avesse capito - o qualcuno gli avesse detto - che il suo turno sarebbe arrivato sul far della sera, non avrebbe buttato via la giornata a smaniare per le non chiamate e le sconfitte… … ma queste cose, noi servi, le veniamo a conoscere sempre dopo, dato che il padrone è lui e il campo è suo ed egli solo sa il lavoro che gli serve ora, stasera o domani o dopo… L’errore mio e di tutti è pensare: “non è più tempo”, come se la vocazione andasse in menopausa!) un servo del Signore

CD

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qui ho posto il cuore

P AG INA

A margine della Primavera Montiana

Carissimo, mi sono concesso un periodo di riflessione, su quanto successo in questi tre anni di Primavera Montiana, per esprimere poi le mie impressioni. I Salmi, parola misteriosa per la maggior parte dei fedeli, me compreso. I Salmi, queste sconosciute preghiere che riempiono le liturgie delle ore. I Salmi, che racchiudono i sentimenti dell’umanità verso Dio, paure, sicurezze, risentimenti, esaltazioni. Sono, senza vergogna né condizionamenti, una grande ricerca dell’uomo verso il bisogno di una nostra conoscenza e un avvicinamento a Dio. Questo ritengo sia il risultato di quanto ho percepito nei tre anni (22 incontri) in cui finalmente ci sono state rivelate le parti nascoste di queste grandi preghiere. Ci giungono da un lontano passato, ma si sono dimostrate attuali e valide anche nel nostro presente. Come di frequente dici, non bisogna guardare chi o come esprime la Parola di Dio, ma recepirla nel proprio essere. La conclusione di questa avventura – lo dico non in senso dispregiativo, ma avventura vera - è che nessuno avrebbe potuto pensare e forse sperare in una partecipazione così numerosa e coinvolta. Con una presenza, per tutto il lungo periodo, di solidale partecipazione e vicendevole spontaneo supporto, condivisione e preghiera per le necessità altrui. La conclusione di questa “Primavera Montiana”, preparata con gli hallel, si è dimostrata veramente un Alleluia. Per me lo Spirito ci ha dimostrato la sua potenza. Nel terminale incontro alla Badia di Dulzago, la sorpresa era svelata. Dopo giorni piovosi, grigi e quasi autunnali, ci siamo trovati immersi in una giornata di grande luce primaverile, con un sole splendente e felice sorpresa, la chiesa che ci aspettava, sembrava sorta per accogliere dei salmodianti cori gregoriani. In loro vece, durante la Celebrazione Eucaristica, abbiamo avuto l’accompagnamento del nostro coro, quello del nostro Santuario Beato Monti… e, come dice S. Agostino, se canti preghi due volte. Pensa quanto più se canti… bene! Mi accusano di essere innamorato del nostro coro, ma penso che gli spetti un grazie infinito per quanto ci offre. Cosa sarebbero le nostre funzioni senza la loro graditissima presenza? Guarda come ci sentiamo orfani durante le vacanze estive! Concludo, poiché mi sono già troppo dilungato. Dulcis in fundo, Anna ed i suoi musici ci hanno allietato con sublimi melodie. L’unica cosa un po’ ostica mi è rimasta la parte recitata, non la recita ma i contenuti. Non so capire se mi sono trovato impreparato o forse mi mancava uno scritto per seguirla con la lettura e una riflessione su quanto sentivo. Grandiosa giornata, comunque e tanti e grandi partecipanti con la loro attenzione. Ma non ti piange il cuore nel pensare di lasciare un gruppo così voglioso di partecipare ad altre lectiones su argomenti da troppo tempo abbandonati? Medita, medita… hai tutta un’estate per farlo. Scusa l’impertinente, con vero affetto ti saluto. Gio

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Tracce per una lettera da Saronno

CHI SCRIVE A CHI C’è tanta bellezza sparsa in giro, così tanta e così bella che neppure ci facciamo più caso… Diamo per scontato che debba esserci e non l’apprezziamo più, non mettiamo a fuoco il suo enorme valore. Chi, invece, se ne accorge, dice grazie. Noi tutti, a nostra volta, dobbiamo ringraziare queste persone, perché esse ci permettono di svegliarci e di vedere che Dio sta seminando miracoli in mezzo a noi. Grazie a Dio, i miracoli hanno la faccia più ordinaria e normale che si possa pensare …


P AGINA

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La Giovinezza dei vecchi

Ne abbiamo dieci e più invecchiamo, più vorremmo averli ospiti, dal momento che non siamo più in grado di raggiungerli noi e ci mancano: come ci mancano!

Nipoti Ne abbiamo dieci e più invecchiamo, più vorremmo averli ospiti, dal momento che non siamo più in grado di raggiungerli noi e ci mancano: come ci mancano! Anni fa bastava che il nonno preparasse in cucina qualche specialità e tutti erano attirati dal profumo di manicaretti allettanti. La nonna era utile per aiutare nei compiti: anche se vecchia, una maestra esercita ancora un fascino per i piccoli che pendono dalle sue labbra, se tra un esercizio di aritmetica e il ripasso di una pagina di storia, inframezza favole o miti che si prestano per fare loro interpretare ruoli di eroi o di principesse… Ora sono grandi: i maggiori magari sono a dieta o hanno scoperto che da McDonalds, con gli amici, è più divertente mangiar pizza; i loro impegni scolastici necessitano, se proprio sono in difficoltà, di specialisti in grado di offrire un aiuto più competente per le diverse discipline nelle quali quasi tutti, per fortuna, eccellono! Forse l'esca per attirarli potrebbero essere generose mance, ma i nonni, sempre più ricchi di amore, sono benestanti solo a Natale, quando mettono a loro disposizione la tredicesima della pensione… e poi ritengono umiliante essere eventualmente visitati, per il fruscio di banconote: non si compera l'affetto! I due minori, sollecitati dai genitori che hanno tanti impegni di lavoro, qualche volta arrivano per i compiti delle vacanze che sono obbligatori e devono essere sbrigati nelle sempre più brevi ore libere. I preparativi da parte nostra, come da copione, sempre gli stessi: ci si preoccupa di avere in casa le merendine alle quali sono abituati; meglio ancora se il nonno si cimenta in qualche ricetta salutare, di quelle che ricreano un'atmosfera proustiana dal sapor di prima infanzia. La nonna ha imparato a usare il computer e li fa sentire importanti, perché loro sono più abili di lei tecnologicamente e dispensano suggerimenti preziosi, disposta come è lei, ad ascoltarli. Questi piccoli rimangono, comunque, un libro aperto e sono pronti a raccontarsi: la nonna si abbevera dei loro discorsi, pronta ad interventi limitati, ma ancora apprezzabili. Semi di saggezza? Mah... Ieri è arrivato improvvisamente F., quinta elementare e una gran voglia di scuola media. F. è una macchina instancabile d’idee e di progetti, ogni tanto va frenato, perché, a casa, poi vorranno vedere quante pagine ha completato nel pomeriggio. Ieri era lunedì e il nipotino, tra l'altro, aveva domande da porre relative alle letture della Messa festiva: non aveva ben capito l'episodio dell'Arca di Noè e si chiedeva (e mi chiedeva) se è giusto pensare che Dio si penta di avere creato uomini cattivi. Non mi par vero di perdere tempo per scoprire insieme il significato del racconto! Il dialogo serrato ci prende e le conclusioni le tira lui. Dice: “Nonna, ma non esiste per noi un Dio che si pente; sarebbe il Signore del Bene, ma anche del Male”. Lo bacerei, se non fosse per lui imbarazzante: il mio piccolo teologo in erba, capace di sbarazzarsi di dubbi inquinanti! Perché i nipoti ci sono concessi così poco? Ci sarebbero vantaggio ed arricchimento reciproco molto più importanti del saper utilizzare le equivalenze in un problema nel quale si chiede quante piastrelle occorrono per rifare il pavimento del bagno. Mentre se ne va F. dice: “Lo so che oggi non mi dai la mancia, ma non è importante, posso aspettare!”. Anch'io. Anche con le lacrime agli occhi. SIL

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P AG INA

L’evangelizzazione Da duemila anni, dal giorno della prima Pentecoste, si parla di evangelizzazione, consistente, come noto, nella duplice attività dei cristiani di annunciare al mondo la buona novella (euangelizein) e di adeguarla allo spirito di vita secondo il Vangelo di Gesù Cristo. Evangelizzare, però, è semplicemente ”annunciare”? Certamente no. Prima di comunicare, infatti, due importanti azioni si presentano alla vita del cristiano: conoscere ciò che si comunica e, soprattutto, credere in ciò che si comunica. E così torniamo al problema della “fede”, che, spesso, parlando di Chiesa, di Gesù, di Dio, diamo per scontato. Cosa è veramente credere? Secondo il mio modesto parere, credere è sentire Dio in noi, avvertire la Sua presenza in ogni atto, in ogni pensiero, in ogni decisione della nostra vita. È, quindi, la fede ad annunciare la buona novella. Quella stessa fede che Dio - giocando? - chiese ad Abramo, il quale fu pronto a immolare il proprio figlio, non perché glielo chiedeva il suo SuperCreatore, ma perché possedeva una superfede in Lui. È sempre la stessa fede, in realtà

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alquanto tiepida, degli apostoli, che Dio-Gesù volle scuotere, dormendo durante la tempesta, quasi un gioco: Perché avete paura? Non avete ancora fede? E cosa sono i “miracoli” di ieri e di oggi, se non un magnifico gioco sulla tenuta della fede, a cominciare dal super-miracolo dell’incarnazione e della stessa resurrezione? Evangelizzare, allora, è essere e vivere con Dio, ben più che parlare, comunicare, stare. È partecipare al Suo gioco, iniziato tanto tempo fa, quando Egli sfidò i nostri due progenitori con l’albero del bene e del male, origine dei nostri guai. Fabrice Hadjadj, nel libro “Come parlare di Dio oggi?”, commenta con magistrale intuizione le parole di Paolo davanti all’Areopago, che esplicitamente afferma: Dio non è lontano da ciascuno di noi. In Lui, infatti, noi viviamo, ci muoviamo ed esistiamo (At 17,27-28). Possiamo perciò parlare a qualcuno di Dio soltanto se siamo capaci di riconoscere in che cosa egli stesso lo adora già nell’oscurità della propria anima. È questo il modo di evangelizzare?

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Giocando con Dio di Raffaele Greco

Le domande che sempre ci facciamo ed alle quali non troviamo risposta


Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno Nel Cuore della Carità Montiana

Orario delle Celebrazioni del Santuario GIORNI FERIALI 6.30 7.00 9.00 18.50

Lodi del Mattino (lunedì in cripta) Santa Messa (lunedì in cripta) Santa Messa Rosario e Vespro

TUTTI I GIOVEDI’

18.30

Adorazione Eucaristica per le Vocazioni

DOMENICA E FESTIVI 8.30 Lodi del Mattino 9.00 Santa Messa 19.00 Santa Messa SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong

QUI HO POSTO IL CUORE Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione Hanno collaborato per questo numero: Aurelio Mozzetta, Penelope Pitti, Marco Perfetti, P. Emanuel Mvomo, Loredana, P. Giuseppe Decina, Fr. Rolando Sebastiani, don Rino Pistellato, Sil, Giovanni Premoli, I cercatori di Dio, Raffaele Greco, Raffaele Mugione.

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LUGLIO

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Direzione: Via San Giacomo, 5 21047 – Saronno (VA) : 02 96 702 105 : 02 96 703 437 e-mail: quihopostoilcuore@padremonti.org sito web: www.padremonti.org (Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è realizzato da volontari)


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