BuoneNotizie: Il Magazine - Numero 1

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BuoneNotizie

TM

NUMERO 1 / luglio - agosto 2012

Cover Story

Beppe Severgnini

Il “buono� del giornalismo italiano Economia

Sconti RcAuto con la scatola nera

Green

Gli italiani e le auto elettriche

Salute

Uomo vs tabacco 1a0

Storie

Da sfollato a volontario



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Editoriale

Lasciatevi ispirare di Silvio Malvolti

Presto su AppStore

E

ntra finalmente nel vivo la nuova avventura di Buone Notizie con questo 1° numero per iPad. Un’avventura, quella nel mondo dei nuovi media, iniziata 9 mesi fa, quando la nostra idea editoriale si è aggiudicata il 1° premio nella categoria Social Innovation durante la IX edizione di Start Cup ML, la business plan competition organizzata dagli atenei lombardi. Un successo inizialmente inaspettato che ha candidato automaticamente il nostro progetto alla finale nazionale di tutte le altre competizioni regionali. Ed è stato proprio qui, durante l’ultima edizione di Working Capital - PNI Cube che i 150 finalisti provenienti da tutta Italia, e selezionati tra 2139 progetti candidati, si sono contesi gli ambiti premi, e dove la nostra idea di “informazione tramite un approccio più costruttivo e meno catastrofista” ha trovato conferma, vincendo di nuovo il 1° premio nella categoria dell’innovazione sociale. Una storia di successo coronata recentemente dal Premio Nazionale per l’Innovazione, consegnato dal Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo e dal Presidente del Senato Renato Schifani, in occasione della Giornata Nazionale dell’Innovazione, a 39 aziende ed esperienze innovative. Un’idea semplice, immediata, un’ispirazione nata molto tempo fa, nell’ottobre del 2001, quando a seguito dell’attacco alle Torri Gemelle non si faceva altro che parlare e scrivere di terrorismo, e di come questo ci avrebbe annientato nel giro di poco tempo.

E’ nata così una nuova start-up digitale, editrice di questa testata e di altri progetti editoriali, mentre il 2012 si stava già rivelando un annus horribilis per l’economia in generale. Dunque, quella che approda oggi su queste pagine non è solo un’idea di successo, ma anche una sfida raccolta con coraggio dal nostro team, che ci auguriamo raccolga il favore dei lettori, in un periodo dove non si fa altro che parlare di crisi. Vi dimostreremo che la realtà che ci circonda non è fatta solo di cronaca nera, scandali, scontri politici e gossip, ma anche di fatti positivi e storie straordinarie in grado di infonderci coraggio e fiducia nel futuro, restituendoci una visione del mondo più umana e vera. Buona lettura.


Sommario

Focus

Green e Ambiente

Ansia a colazione? No grazie La buona notizia di Beppe Severgnini

Go green Gli italiani e le elettriche

L’app che fa la differenziata L’idea di Francesco Cucari si chiama: Dizionario dei rifiuti Immagini che raccontano Dietro magnifiche fotografie, tante storie positive Economia e Risparmio Scatola nera in auto Sconti sulla polizza Rca e più sicurezza al volante Caro amico ti chiamo! Sconti sulle tariffe e la navigazione per i cellulari Economy Flash Notizie dal web

La piccola grande elettrica Hiriko: ecologica innovazione Green Flash Notizie dal web Salute e Benessere Uomo vs tabacco E l’uomo sta vincendo No smoke! Liberarsi dal fumo con le sigarette elettroniche Wellness Flash Notizie dal web Storie Da sfollato a volontario La storia di Stefano Le vostre Buone Notizie


focus


Focus

Ansia a colazione? No Grazie. Vizi e virtù del giornalismo italiano: la buona notizia di Beppe Severgnini di Mariagrazia Tagliabue e Alessia Marsigalia

Nei media c’è la difficoltà di trovare motivi di ottimismo che in realtà ci sono

B

eppe Severgnini conosce gli Italiani e indaga sugli usi e costumi stranieri. Sono la sua materia preferita in fatto di libri, notizie, curiosità. Tra le buone e le cattive notizie, lui preferisce le notizie, convinto che, nel giornalismo odierno, “ci sia la difficoltà di trovare motivi di ottimismo che in realtà ci sono”. I media approfittano delle notizie allarmistiche? Le cattive notizie arrivano più fretta e in tempi molto brevi. Non credo che i giornali campino sulle cattive notizie ma non si può negare che queste portino ascolti. In tv il crimine paga e non c’è nulla di più facile da descrivere come la tragedia. Ho fatto delle piccole indagini e ho scoperto che molti abbandonano la lettura dei quotidiani perché non tollerano l’idea di beccarsi questa scarica di ansia la mattina mentre fanno colazione. È anche per questo che i giovani leggono poco i giornali o sono scoraggiati dal farlo? Credo di sì. Ma ce ne sono anche altri, a cominciare dall’indulgenza verso i giochi della politica e dal linguaggio. E non mi riferisco solo alla grammatica, anche se alcuni noti editorialisti dovrebbero tornare a fare qualche


Focus / Ansia a colazione? No grazie.

esercizio di sintassi. Quando vado nelle scuole i ragazzi mi capiscono, so che i miei articoli vengono utilizzati in classe e ciò mi fa illudere di saper parlare e scrivere in maniera comprensibile. Molti miei colleghi, invece, non ci provano neanche. Non si può cominciare un articolo di fondo con tre subordinate… è penalmente rilevante. Poi c’è anche un problema di contenuti e se volete, così vi faccio contenti, c’è la difficoltà di trovare motivi di ottimismo che in realtà ci sono. Problemi del mondo dell’informazione: c’è ancora fiducia? Poca e la cosa mi rattrista perché so per certo che moltissimi giornalisti in Italia fanno veramente l’impossibile per scrivere dei prodotti buoni. Il problema è che moltissimi colleghi non vedono più il giornalismo come una sorta di quarto potere, ma come un altro strumento di lotta politica. E

questo vale sia a sinistra che a destra. Così inteso però non genera fiducia e i ragazzi non capiscono più a chi credere. Dovrebbe invece esserci la percezione che il giornalista stia facendo lo sforzo di capire, non tanto quale è la verità, ma tutti gli elementi che aiutino a formare un’idea. Io ho questa concezione del giornalismo e credo di essere in minoranza. Anzi so di esserlo… me lo fanno capire in tutti modi. Si sente emarginato? No, perché ho lettori fedeli. Il mio sito Italians ha moltissimi iscritti e dedico loro diverse ore al giorno. Ma se capissi dai numeri di internet o dei miei libri che i lettori mi hanno lasciato credo che abbandonerei immediatamente il lavoro e sarei deluso, ma di me stesso. Chi fa questo mestiere deve spiegare, tranquillizzare, avvertire gente che ha altro da fare nella vita: deve fare un po’ il disboscatore in questa foresta tropicale di notizie.


Focus / Ansia a colazione? No grazie.

La buona notizia è che i mezzi di comunicazione, internet in primis, non saranno sprecati da questa generazione

Dove sono i media di cui fidarsi? Ovunque. Uno che ha grandi potenzialità in questo senso è la radio ma ha scelto, in molti casi, una strada semplificata. Non parlo dei notiziari dell’ora esatta che sono fatti tutti piuttosto bene, come quelli di Radio 24, RTL o 101. Parlo di tutte quelle radio italiane che, nella loro programmazione, potrebbero fare informazione e invece si rifugiano in quello che io chiamo “strano ma vero”, cioè notizie “cazzutelle” che si trovano in giro sui siti o nelle brevi dei giornali. Sono occasioni sprecate perché se hai tre ore in una radio nazionale forse varrebbe la pena di dire qualcosa. Ma se dicendo quel qualcosa si scontenta qualcuno forse “strano ma vero” è un modo per non rompere le uova nel paniere. Ha una buona notizia per il nostro giornale? Credo negli under 21 e negli under 25. La buona notizia è che, secondo me, i mezzi di comunicazione, internet in primis, non saranno sprecati da questa generazione e avremo delle belle sorprese anche dal punto di vista politico, a patto che i più grandi, cioè noi, stiano attenti, e diano una mano in questa crescita. Possiamo confermare la notizia che noi siamo il Paese delle persone simpatiche, solari? Mettiamola così …io credo che ci siano sei grandi “G” italiane: Genio, Gusto, Gioia, Grinta, Gentilezza e Generosità, ma abbiamo anche 6 “I” che ci fregano, cioè Inaffidabilità, Intelligenza o meglio uso pernicioso della medesima, Inciuci, Immobilismo, Improvvisazione e Ideologia. Queste I sono la zavorra dalla quale dobbiamo liberarci.


Clicca per vedere il video Il video promo girato da Cucari per promuovere l’app che fa la differenziata

Focus

L’app che fa la differenziata

“I mezzi di comunicazione, internet in primis, non saranno sprecati da questa generazione e avremo delle belle sorprese…” ci ha appena raccontato Beppe Severgnini. La storia di Francesco Cucari, studente di Matera, ne è la prova. di Laura Pavesi

Francesco Cucari, l’inventore dell’app per la raccolta differenziata

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n’applicazione per smartphone e un sito che aiutano i cittadini a fare la raccolta differenziata: si tratta del “Dizionario dei Rifiuti”, adottato anche dal Comune di Napoli e fortemente voluto dal sindaco, Luigi de Magistris. L’inventore è Francesco Cucari, uno studente di 18 anni di Rotondella (Matera) che ha ideato questa applicazione utile e dilettevole. A chi di noi, infatti, non è mai capitato di avere un oggetto, una confezione o un materiale da smaltire e domandarsi: “E adesso, in quale cassonetto lo butto? Blu, verde o giallo?”. E “dov’è il cassonetto più vicino?”. Partendo da queste semplici questioni e usando il suo grande senso pratico Francesco Cucari,


Focus / L’app che fa la differenziata

appassionato di informatica sin da piccolo, ha cominciato a sviluppare una soluzione che aiutasse i cittadini. Nasce così l’applicazione ( http://app.jaikappa.it ) e il sito (www.dizionariodeirifiuti.it) chiamati “Dizionario dei Rifiuti”, molto intuitivi e davvero alla portata di tutti - anche di chi non ha alcuna dimestichezza con la tecnologia. “Ho voluto realizzare uno strumento innovativo, che può raggiungere un gran numero di persone, giovani e meno giovani. Si tratta di un vero e proprio motore di ricerca: il primo in Italia ad avere come tematica la raccolta differenziata”.

La versione mobile per smartphone ha superato i 4.000 download e a breve sarà rilasciata anche una versione per iPhone e iPad

Il Dizionario è uno strumento completamente gratuito per i comuni e per i cittadini. Usarlo è semplice: ci si collega, si inseriscono pochi dati e, poco dopo, si viene “geolocalizzati”. Quindi, si inserisce il nome del materiale da riciclare e appare sia il tipo esatto di contenitore al quale conferirlo, sia dove si trova il contenitore più vicino nel proprio Comune. Ovviamente il Comune deve essersi registrato: tra i primi ad aderire al progetto di Francesco, vanno segnalati il Comune di Napoli, Ponte nelle Alpi (Belluno), che lo scorso anno è stato eletto per

la seconda volta “comune più riciclone d’Italia”, Rotondella, paese natale di Cucari, e Tursi, in provincia di Matera. La versione mobile per smartphone ha superato, ad oggi, i 4.000 download e, come ci ha confermato lo stesso autore, a breve sarà rilasciata anche una versione per iPhone e iPad. La app di Francesco, che sta già lavorando alla nuova versione 2.2, è stata considerata “l’App Utility dell’anno” da NinjaMarketing e sta suscitando grande interesse in tutta Italia.


Clicca per vedere la gallery dei vincitori stranieri

Focus

Immagini che raccontano

Quelle proposte dai media sono sempre crude e violente. Eppure, dietro le meravigliose fotografie del World Press Photo 2012, scopriamo che si celano tante storie positive di Loredana Menghi

I

volti dei manifestanti di Piazza Tahir, che hanno trasformato 18 giorni di protesta contro violazioni dei diritti umani e per la libertà d’espressione in una vera e propria rivoluzione. Gli operatori del Centro antimine di Kabul, impegnati quotidianamente per bonificare uno dei paesi piÚ minati del Pianeta. I sopravvissuti dello tszunami in Giappone; le emittenti radiofoniche ad Haiti che durante


Focus / Immagini che raccontano

Sono ben sette gli italiani vincitori di questa edizione del WPP 2012

l’epidemia di colera hanno salvato la vita di moltissime persone. Ma anche il boom dell’Alta moda in Senegal e la determinazione di comunità indigene e società, che attraverso rituali ancestrali, pratiche ecosostenibili e sport hanno creato alternative a disagio, perdita d’identità, violenza e sfruttamento di risorse: tante le storie e gli eventi positivi raccontati attraverso le straordinarie immagini vincitrici del “World Press Photo 2012”, uno dei più importanti riconoscimenti del fotogiornalismo mondiale. Quest’anno è stato assegnato a 57 fotoreporter e fotografi documentaristi internazionali, che sono stati premiati il 20 Aprile ad Amsterdam, nel corso di una cerimonia ufficiale che ha dato il via al tour mondiale dell’esposizione, che ha toccato 105 città del mondo, fra cui Roma e Milano. Protagonista indiscussa di questa 55esima edizione la “Primavera araba”, celebrata con l’assegnazione del World Press Photo dell’anno 2011 all’immagine del fotoreporter spagnolo Samuel Aranda, che ritrae una donna coperta dal niqab mentre stinge fra le braccia il figlio ferito durante gli scontri con il governo del Presidente Saleh, al potere da circa 33 anni. “Esprime il coraggio della gente comune che

Clicca per vedere la gallery dei vincitori italiani


Focus / Immagini che raccontano

capitolo importante della storia del Medio Oriente e l’importanza che le donne hanno giocato nelle rivoluzioni, come parti attive del movimento”, ha dichiarato la giuria, sedotta pure dalla formalità classica della composizione, che rievoca il capolavoro michelangiolesco della Pietà.

Visita l’archivio del WWP

Ben sette gli italiani vincitori: Alex Majoli e Eduardo Castaldo con due reportage sulle contestazioni in Egitto; Paolo Pellegrin con un lavoro sullo tzunami in Giappone. Simona Ghizzoni poi, con un’immagine scattata nella Striscia di Gaza. Pietro Paolini e Emiliano Larizza con due progetti incentrati rispettivamente sulle comunità nella Bolivia di Evo Morales e sui rituali praticati dal popolo haitiano. Infine Francesco Zizola, vincitore con l’unica foto scattata in Italia, nella tonnara di Castelfranco in Sardegna. Le esposizioni saranno l’occasione per rivivere gli eventi cruciali del nostro tempo e per vedere le immagini più belle e sensazionali che, per un anno intero, hanno accompagnato e illustrato gli avvenimenti dei giornali di tutto il mondo.

Le esposizioni del WPP nel mondo



economia e risparmio


Economia e Risparmio

Scatola nera in auto Sconti sulla polizza Rca e più sicurezza al volante di Gaia Passi

L’Art. 32 del decreto sulle liberalizzazioni introduce uno sconto sulla Rc auto per gli automobilisti che accettano di guidare controllati da una scatola nera o dispositivi analoghi.

Se vuoi leggere tutte le novità sul Decreto clicca qui

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resto gli automobilisti italiani potrebbero ritrovarsi a guidare sotto il vigile controllo di una scatola nera: questo dispositivo, già collaudato su aerei e navi, è in arrivo anche sulle nostre quattro ruote e promette di portare ai guidatori numerosi vantaggi, sia sul fronte economico, sia sul fronte della sicurezza al volante. Il Decreto Liberalizzazioni, ha introdotto per le compagnie di assicurazione l’obbligo di applicare uno sconto sulla polizza Rca agli automobilisti che accettino di installare a bordo dell’auto una scatola nera, o dispositivi analoghi che siano in grado di registrare ciò che avviene all’interno del veicolo in caso di incidente. In base all’articolo 32 del decreto, le compagnie dovranno farsi carico dei costi “di installazione, disinstallazione, sostituzione, funzionamento e portabilità” della scatola nera; la legge non stabilisce con precisione l’entità dello sconto, ma prevede “una riduzione significativa” del premio assicurativo. Quali saranno le conseguenze di un simile provvedimento? “La scatola nera può portare grandi benefici sia alle compagnie assicurative, sia ai consumatori – spiega Andrea Manfredi, amministratore delegato di SuperMoney, portale leader in Italia per il confronto di assicurazioni auto, prodotti bancari e utilities -. Per le società assicurative si tratta di uno strumento utile per prevenire le frodi, poiché permette di registrare ciò che accade durante un incidente e di stabilire più facilmente le responsabilità del sinistro. Gli automobilisti potranno ottenere tariffe personalizzate in base al proprio stile di guida. Infine la scatola nera garantisce una maggiore sicurezza al guidatore, perché in caso di incidente permette un intervento immediato grazie al sistema gps che rileva la posizione dell’auto”.


Economia e Risparmio / Scatola nera in auto

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La scatola nera viene installata a bordo dell’auto e rileva la condotta di guida attraverso numerosi parametri, come la velocità, la marcia inserita e l’accelerazione laterale

Vediamo più nel dettaglio come funziona una scatola nera: si tratta di un dispositivo mobile che, installato a bordo dell’auto, rileva la condotta di guida attraverso numerosi parametri, come la velocità, la marcia inserita, l’accelerazione laterale e così via. La scatola nera è in grado di rilevare un sinistro in base ad alcuni fattori chiave, come l’apertura degli airbag o una forte decelerazione: in caso di incidente, la scatola nera registra ciò che avviene nei 40 secondi precedenti e nei 10 secondi successivi allo scontro. Grazie ad un sistema gps integrato, il dispositivo può localizzare il punto esatto dell’incidente ed eventualmente può lanciare l’allarme al 112 attraverso un sistema radio Gsm/ Gprs. Le compagnie di assicurazione avranno due anni di tempo per adeguarsi alla nuova norma. Ciò che gli automobilisti attendono di sapere, ora, è soprattutto quanto potranno risparmiare sull’assicurazione auto grazie alla scatola nera.


Economia e Risparmio

Caro amico, ti chiamo!

Buone notizie per gli utenti europei di cellulari: si dimezzano i prezzi sulle telefonate e sulla navigazione più sicurezza al volante di Linda Iulianella

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uesta, e le prossime ci si augura, saranno stagioni low cost anche nel mondo telefonia. Il Parlamento Europeo ha varato in via definitiva il nuovo Regolamento sul roaming internazionale, che va ad abbattere i costi delle chiamate da cellulare nei 27 Paesi dell’Unione Europea, a partire da questo luglio 2012. Le tariffe si ridurranno notevolmente, arrivando a dimezzarsi nel giro di due anni e, come ha affermato Lia Sartori, eurodeputata e presidente della Commissione industria, ricerca, energia e telecomunicazioni “ciò porterà vantaggi sia al consumatore che al mercato della telefonia, favorendo la concorrenza”. In base a quanto previsto dal nuovo Regolamento, verranno istituti dei prezzi massimi, oltre i quali nessuna compagnia telefonica potrà andare. Se, attualmente, la media per il traffico dati in internet è di quasi 2 euro per Megabyte, la tariffa scenderà a 70 centesimi di euro a luglio, sino a raggiungere i 45


Economia e Risparmio / Caro amico, ti chiamo!

Il roaming viene utilizzato dagli operatori di telefonia cellulare per permettere agli utenti mobili di collegarsi tra loro utilizzando anche una rete non di loro proprietà : ciò può accadere ad esempio quando l’utente si trova all’estero e l’operatore telefonico non possiede una rete propria.

BOX

centesimi da luglio nel 2013 e i 20 centesimi nel 2014. Lo stesso vale anche per le telefonate: oggi hanno un costo medio di 35 centesimi di euro al minuto, che si ridurranno a 29 centesimi già da quest’anno, per arrivare a 19 centesimi nel 2014. E non restano esclusi neppure i messaggi, che passeranno dagli 11 centesimi attuali a 9 centesimi di euro, sino ad arrivare a soli 6 centesimi. Oltre che tutelare i consumatori, l’iniziativa europea tenta, più in generale, di dare una svolta al mercato della telefonia mobile, creando una maggiore concorrenza. Spiega Lia Sartori: “Con una maggiore concorrenza, le compagnie saranno più incentivate ad innovare i loro prodotti e ad applicare sistemi tariffari più convenienti”. Grazie infatti ad una misura ad hoc, chiamata Local Break Out, a partire da luglio 2014, tutte le compagnie telefoniche dovranno permettere ai loro utenti, nel momento in cui si trovino all’estero, di poter passare ad un contratto roaming più conveniente, per tutto il tempo di permanenza all’estero, senza perdere il proprio contratto nazionale. Si tratta sicuramente di un enorme passo in avanti, che assume maggior valore, se si pensa al fatto che l’obiettivo finale al quale tutti i vertici europei mirano è la completa abolizione del roaming.


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green e ambiente


Green e Ambiente

Go Green

Gli italiani prediligono le auto elettriche di Silvia Argentiero

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a qualche anno sentiamo parlare sempre più spesso di mobilità sostenibile, auto verdi e trasporto del futuro. E adesso il futuro è arrivato: le auto elettriche non sono più un obiettivo da raggiungere, e non sono destinate solo a una ristretta élite, che se le può permettere. Gli italiani le vogliono acquistare e guidare, come dimostra anche la ricerca condotta dalla società globale di consulenza per lo sviluppo economico di impresa Frost & Sullivan, e il mercato sembra essere diventato finalmente competitivo.

Gli incentivi statali per le auto elettriche dovrebbero arrivare fino a 5.000 euro, contribuendo ad abbattere i costi elevati.

I primi tempi sono stati i più duri: i modelli di auto elettriche in vendita anni fa in Italia erano due o tre, e non hanno mai riscosso un grande successo. I freni all’acquisto erano principalmente il prezzo troppo elevato e l’autonomia della batteria dell’auto molto limitata. La nuova tecnologia, però, permette di superare i problemi legati alle batterie ed iniziano a spuntare in città le primissime stazioni per ricaricare le auto elettriche. Per quanto riguarda i prezzi elevati, di sicuro la situazione economica attuale non aiuta e permangono perplessità generali, ma gli incentivi statali, teoricamente previsti, dovrebbero arrivare fino a 5.000 euro, contribuendo così, ad abbattere i costi elevati. Alcuni modelli di auto elettriche sono in vendita da tempo nel nostro Paese, mentre altri sono già stati presentati nei Saloni dell’auto internazionali del 2012. E così, accanto alla Citroen C-Zero, Pegeut iOn e Mitsubishi i-MiEV, già commercializzate da tempo, in Italia ci saranno la nuova Smart


Green e Ambiente / Go Green

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Alcuni modelli di auto elettriche in commercio

fortwo Electric Drive e la Renault Twizy. Non mancheranno auto famigliari, tecnologicamente avanzate e corredate di ogni comfort, come la Focus Electric, la Nissan Leaf e la Golf Blue-e-motion. Sembra proprio che il 2012 sia l’anno della diffusione su vasta scala delle auto elettriche ed ibride: questa volta, gli italiani sono pronti ad abbracciare la mobilità sostenibile. A testimoniarlo, le numerose iniziative locali che promuovono l’impiego delle auto elettriche: come il progetto di lanciare il car sharing elettrico a Verona, di consegnare alla Questura di Matera un’auto elettrica per girare nel centro storico; o ancora la prima stazione per la ricarica rapida delle auto elettriche al supermercato, inaugurata quest’anno all’Ipermercato di Monza e presto, in arrivo anche a Milano e Rozzano.


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In queste foto alcuni render di Hiriko

Green e Ambiente

La piccola, grande elettrica

Hiriko non è solo un’altra auto elettrica ed ecologica. È una sfida alla crisi ed un sostegno concreto ai gruppi sociali più svantaggiati. di Laura Pavesi

L

a parola “Hiriko”, in lingua basca, significa “urbana” ed è il nome più appropriato per questa city-car di dimensioni molto ridotte, elettrica al 100% e biposto, che si “ripiega” su se stessa e si parcheggia in soli 1,5 metri di lunghezza. Ideale per muoversi e sostare nei centri urbani, è frutto di un progetto europeo di “innovazione sociale” che coniuga rispetto dell’ambiente, creazione di posti di lavoro e attenzione alle categorie sociali svantaggiate. L’innovativa auto elettrica è stata ideata dal MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston e realizzata da un Consorzio di sette piccole imprese basche dove ogni azienda produce una parte


Green e Ambiente / La piccola, grande elettrica

Le città che decideranno di utilizzare Hiriko saranno autorizzate a fabbricarla in loco, se i loro siti produttivi daranno lavoro alle fasce più deboli della popolazione

della vettura. Il Consorzio Hiriko, finanziato da risorse regionali ed europee, ha sede a Vitoria-Gasteiz, città basca nominata “European Green Capital 2012”. Hiriko ha un’autonomia dichiarata di circa 120 km ed è dotata di un volante ultra-tecnologico, tipo joystick, in grado di gestire tutte le fasi di funzionamento, attraverso il controllo automatizzato “drive by wire”. E’ provvista di quattro ruote robotiche, indipendenti l’una dall’altra e in grado di ruotare su se stesse di 360°. Ogni pneumatico può essere controllato in modo separato, permettendo all’auto di eseguire manovre disagevoli, come quella di girare sul proprio asse. La singolare mini-car è fornita di una sospensione centrale che fa scorrere l’abitacolo verso l’alto, rendendo ancora più compatto l’ingombro della vettura e consentendo di parcheggiare quasi “in verticale”, in uno spazio di soli 1,5 mt di lunghezza. Questa manovra sarebbe impossibile per qualsiasi auto in commercio, ma, nel caso di Hiriko, l’assenza di parti di vettura tradizionali come il cambio, e il motore a benzina (il motore elettrico è sistemato al centro della vettura) ha permesso ai progettisti del MIT di farla “ripiegare” su se stessa.

Tutte le città che decideranno di utilizzare Hiriko per i mezzi di servizio e per il car sharing saranno autorizzate a fabbricarla in loco, attraverso il know how fornito dal Consorzio e dal MIT, ma solo se i loro siti produttivi daranno lavoro alle fasce più deboli della popolazione. A Malmö, in Svezia, ad esempio, il nuovo impianto di assemblaggio di Hiriko verrà realizzato in un quartiere abitato da rifugiati iracheni e darà lavoro ad una trentina di queste famiglie. L’auto sarà inizialmente utilizzata come macchina a noleggio per muoversi in città: chiamando la centrale operativa, attraverso uno “smartphone”, e pagando una piccola tariffa l’utente riceverà indicazioni su dove trovare la macchina più vicina alla sua posizione. Il programma è già stato approvato in Svezia e, entro la primavera del 2013, sarà attivo nei Comuni di Barcellona, Berlino, Hong Kong e San Francisco. Clicca per vedere il video


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Uomo Vs Tabacco

Anni di storia hanno dimostrato che il fumo fa male. Un tempo reclamizzato, oggi lo si combatte. E i risultati si vedono di Valentina Maria Marchioni

L’

uomo e il fumo. Una lunga storia d’amore e odio che potrebbe essere arrivata alle battute finali. L’ingegno e la ricerca segnano, oggi, un’ennesima vittoria nei confronti del tabacco e della nicotina, sostanza responsabile in ultima analisi della dipendenza da tabacco. Nuovi scenari si aprono all’orizzonte. Certo, serve impegno e volontà sia da parte dei governi, i quali devono promuovere politiche adeguate, sia da parte dei fumatori, ai quali si chiede maggiore rispetto per la salute degli altri e della propria.

Curiosità

In Italia è legge

Ma facciamo un passo indietro: saranno forse pochi oggi a ricordare i nomi di Darren Wienfiled, David McLean, Dick Hammer e Wayne McLarner. Eppure, per oltre quarant’anni dal 1954 al 1999, questi giovani uomini prestarono volto e polmoni a uno dei più “fortunati” commercial della storia della pubblicità americana: Marlboro Man. Frutto di un’indovinata intuizione del pubblicitario Leo Burnett nel 1951, l’icona del Marlboro Man raggiunge l’apice della popolarità intorno agli anni settanta, periodo nel quale anche le vendite di sigarette toccano picchi senza precedenti. Economica e pronta all’uso, la sigaretta diventa status symbol tanto per l’uomo che per la donna; accessorio attraverso il quale rivendicare la propria identità. E se la pubblicità rimane indiscussa regina del proselitismo, le aziende produttrici di tabacco conquistano altri settori. Le case di moda creano linee d’abbigliamento Con la Legge del 10 aprile 1962, n. 165 viene vietata la propaganda pubblicitaria di qualsiasi prodotto da fumo, nazionale od estero. Chi trasgredisce al divieto è soggetto ad una sanzione amministrativa che ai tempi fu espressa in lire (dai 5 ai 50 milioni). I proventi delle multe sono devoluti ad un apposito capitolo dello stato di previsione della spesa del Ministero della sanità per essere destinati all’informazione ed all’educazione sanitaria nonché a studi e ricerche finalizzati alla prevenzione della patologia da fumo.


Salute e Benessere / Uomo Vs Tabacco

coordinate con particolari marche di sigarette, e nei paesi dove il fumo viene bandito dalla pubblicità, come in Italia, è il cinema a promuoverlo. Il consumo di tabacco si espande a macchia d’olio e il tabacco, alleato ad una sapiente strategia comunicativa, sembra aver preso il sopravvento sulla salute pubblica.

Clicca per guardare la gallery Storie di chi ha vinto il fumo

Eppure, ancora una volta, proprio quando la vittoria sembra essere vicina, la coscienza collettiva si risveglia. Le prove sempre più schiaccianti di relazioni esistenti tra patologie quali tumori ai polmoni, malattie cardiovascolari e il tabagismo e le più recenti ricerche sul fumo passivo, condotte per la prima volta dal giapponese Takeshi Hirayama nel 1981, persuadono i governi ad una presa di posizione sempre più ostile nei confronti dei produttori di tabacco. Wayne McLarner, Killer Eyes, come venne ribattezzato nel periodo della sua lunga carriera da Marlboro Man, a cavallo tra gli anni 70 e 80, inizia una dura battaglia contro il produttore di tabacco Philip Morris. Prima di essere stroncato

Iniziative da accrescere

FUMATORI Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono solo 19 i paesi che mettono in atto programmi assistenziali per la lotta contro il fumo, il che riguarda solo il 14% della popolazione mondiale. La maggior parte dei governi non attua politiche volte a tutelare i propri cittadini dai danni provocati dal fumo. Inoltre, il 28% dei paesi a basso reddito e 7% di quelli a medio, non dispone di strutture per l’assistenza ai fumatori intenzionati a smettere.

CAMPAGNE Da qualche anno la battaglia anti fumo ha puntato su immagini e testi –spesso shoccanti- che compaiono sui pacchetti di sigarette. Secondo l’OMS sarebbero utili a ridurre il numero di adolescenti che inizia fumare e aumenterebbero il numero di adulti che decide di smette. Inoltre, studi condotti in Brasile, Canada e Singapore mostrano che la crudezza di questa comunicazione aumenta la consapevolezza dei consumatori sui rischi legati al fumo. Ma solamente 19 paesi al mondo, ovvero il 15% della popolazione mondiale attua questa strategia persuasiva sui pacchetti.


Salute e Benessere / Uomo Vs Tabacco

Clicca per guardare il video Campagna No Smoking Be Happy e l’app per iPhone e iPad promossa dalla Fondazione Veronesi e dalla Fondazione Pfizer per aiutare i fumatori a resistere alla tentazione di accendersi un’altra sigaretta.

da un tumore ai polmoni nel 1992 all’età di 52 anni, McLarner porta la sua testimonianza in favore di una legislazione contro il fumo. L’America comincia a ripensare alle sue abitudini. La svolta arriva nel maggio del 1995, durante i lavori della 48esima Assemblea Mondiale della Sanità. In quell’occasione viene lanciata l’idea di uno strumento internazionale per il controllo del tabacco. L’anno successivo si inizia lo sviluppo di una Convenzione Quadro sul Controllo del Tabacco, diventata operativa nel 1999. Il tabacco e la prevenzione sui rischi legati al consumo diventano una priorità per i governi del mondo e per l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Da allora ad oggi, sono stati numerosi i punti messi a segno dall’uomo nella sfida contro il fumo per la promozione della salute pubblica. Ad oggi, l’11% della popolazione mondiale vive in società nelle quali la legge vieta il fumo nei luoghi pubblici. Queste misure, per quanto utili deterrenti al fumo anche per i fumatori, hanno soprattutto permesso la riduzione del numero di persone soggette a fumo passivo. OMS stima che il numero di persone non più esposte ai rischi derivati dal fumo passivo sia passato da 354 milioni nel 2008 ai 739 del 2010.


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No smoke!

Liberarsi dal vizio del fumo è più facile con le sigarette elettroniche di Valentina Maria Marchioni

Il fascino segreto del fumo sarebbe racchiuso nella sua gestualità e la sigaretta elettronica, diventa un efficace strumento dissuasivo

S

ono lontani i tempi in cui la splendida Rita Hayworth, fasciata in un elegante abito nero, infiammava i sogni di generazioni di cinefili solamente soffiando maliziosa il fumo di una sigaretta. Bizzarro destino quello delle sigarette: un tempo inseparabile accessorio di ogni sex symbol degno di questo appellativo, oggi invece, bandite da ogni luogo pubblico. Sono solo ormai una complicazione per la vita dei fumatori sempre più spesso emarginati e relegati in angusti e asfittici “ghetti del vizio”. Eppure, sebbene esistano numerosi modi per chiudere col fumo, dal sostegno psicologico ai chewing gum alla nicotina, dall’agopuntura alle pillole, gli italiani rimangono un popolo di tabagisti. Almeno fino alla (ri)scoperta delle sigarette elettroniche. Pare infatti che le sigarette elettroniche, più di ogni altro rimedio, siano in grado di scoraggiare l’ardente desiderio di accendere, inalare a pieni polmoni e tenere tra le labbra quel concentrato di oltre 1000 sostanze dannose racchiuse nella tanto amata e tanto odiata sigaretta. Il motivo di questo successo sarebbe racchiuso nella gestualità del


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fumare. “La cosiddetta gestualità intrinseca al fumo di sigaretta” sostiene Elena Calvi, medicopsicoanalista Centro Antifumo IEO, “ha una parte rilevante nella ripetizione del comportamento. È inconsapevole e serve a contrastare l’ansia e lo stress che il fumatore avverte più di altri soggetti, ancor prima di aver iniziato a fumare. È proprio tale gestualità che agisce sullo stress e che fa partire il circolo vizioso”.

Ad esempio, l’Istituto Europeo Oncologico (IEO), insieme all’Istituto San Raffaele e Centro Cardiologico Monzino, ha sviluppato, nel 2011, un protocollo scientifico finalizzato a testare l’utilità d’impiego delle sigarette elettroniche nella cura al tabagismo finalizzato a “documentare come gli aspetti non-nicotinici del fumo hanno pari importanze di quelli dipendenti dalla nicotina in sé” come afferma la Dott.ssa Calvi.

A destare maggiore preoccupazione, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, sono i giovani, target largamente esposto al rischio di contrarre la malattia di dipendenza da fumo. A tale riguardo, secondo il professor Cipolla, Direttore dell’Unità di Cardiologia e Centro Antifumo dell’IEO (Istituto Europeo di Oncologia), nelle scuole di alcune città, come ad esempio Milano, la percentuale di ragazzi già avviati al fumo raggiunge la soglia del 30% sul totale degli studenti delle scuole medie e il preoccupante 75% dei liceali. Insomma, il fascino segreto del fumo sarebbe quindi racchiuso nella sua gestualità e la sigaretta elettronica, surrogandolo, diventa un efficace strumento dissuasivo. Tanto che, la comunità scientifica, a lungo diffidente, ha cominciato a manifestare un certo interesse.

Sull’efficacia dell’utilizzo delle sigarette elettroniche si era già espresso uno studio condotto dall’Università di Catania e pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica BioMedical Centre Public Health, secondo il quale, tra un gruppo di 40 fumatori, altamente dipendenti da nicotina, il 42% dei partecipanti -grazie all’uso delle sigarette elettronicheè riuscito a ridurre l’uso di sigarette tradizionali fino all’80% della dose giornaliera, mentre il 22,5% ha dichiarato d’aver smesso completamente di fumare le sigarette. Ma la scienza non è la sola ad aver notato le enormi potenzialità delle sigarette elettroniche, che oggi diventano protagoniste di un nuovo mercato in rapida espansione. Che diventino quindi loro la nuova moda che le Rita Hayworth contemporanee sfoggeranno?


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Storie

Da sfollato a volontario La storia eccezionale di Stefano di Laura Pavesi

“Quando vivi una tragedia del genere in prima persona sei più sensibile a certe cose.”

I

n pochi minuti si sgretolano le certezze, si invertono le posizioni che il destino ci ha riservato. Dalle tendopoli de L’Aquila a quelle dell’Emilia; da sfollato aquilano nel 2009 a volontario a Cavezzo (Modena) nel 2012. E’ la bella storia di Stefano Rotilio, volontario del Gruppo ANA (Gruppo Alpini) de L’Aquila, arrivato a Cavezzo a proprie spese per ricambiare l’aiuto e la solidarietà ricevuti tre anni fa. Le violente scosse di terremoto del 20 e 29 maggio scorsi hanno messo letteralmente in ginocchio diversi comuni dell’Emilia Romagna e del nord Italia, lacerando le terre e gli animi degli abitanti.

Una sensazione vissuta in prima persona da Stefano Rotilio, aquilano, la cui vita è profondamente cambiata l’indomani del 6 aprile 2009. Tante, troppe, le sofferenze patite durante quella notte e, soprattutto, durante il postterremoto. I ricordi di Rotilio sono ancora indelebili: “Da sfollato ho conosciuto la parte migliore dell’Italia durante i primi soccorsi e, ahimè, la parte peggiore del nostro Paese nei giorni e nei mesi successivi”. Facendo tesoro di quella drammatica esperienza Stefano Rotilio ha deciso di partire alla volta di Cavezzo, nel modenese, al fine di ripagare tutti gli sforzi che erano stati fatti dai soccorritori e da semplici cittadini provenienti dall’Emilia - e da tutta Italia - all’epoca del terremoto de L’Aquila. Durante il suo soggiorno a Cavezzo, Stefano ha fatto parte del gruppo elettricisti, anche se in queste situazioni non esiste una mansione fissa: se necessario si lavano le pentole, si allestiscono le tende, si fanno manutenzione e riparazioni di tutti i tipi. L’importante è sentirsi utile ed essere d’aiuto per gli altri.


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