BuoneNotizie: Il Magazine - Numero 3

Page 1

BuoneNotizie

TM

NUMERO 3 / novembre - dicembre 2012

Cover Story

Cristina Parodi

Voglio raccontare quello che funziona Focus

Donne, sfide e traguardi

Economia

Chi assume e chi crea

Green

La sostenibilità parte dalle città

Benessere

Educare i bambini alla felicità



01

02

Fai scorrere il dito in orizzontale per passare da un articolo all’ altro

Scorri con il dito verso l’alto per proseguire la lettura dell’articolo

03

04

Tocca lo schermo per far apparire la barra di navigazione

Ruota l’iPad per passare dalla versione verticale a quella orizzontale

05 approfondisci

ingrandisci

photo gallery

scorri a sinistra

chiudi

link

play

scorri a destra

HELP! Per permettere una facile lettura, ogni articolo prevede un’approfondimento con immagini e contenuti multimediali e un sistema iconico di riferimento.


Editoriale

La positività arriva in azienda di Giuseppe Riva

Inviateci i vostri commenti online o su Facebook Scrivi una recensione su AppStore

N

ei numeri precedenti della rivista abbiamo visto come la positività e l’ottimismo siano risorse importanti che ci permettono di vivere meglio. Ma che impatto hanno sul mondo aziendale? Anche se molti imprenditori non sono convinti che la positività in azienda sia una loro priorità le cose stanno incominciando a cambiare. Un primo importante segnale arriva dal recente volume di Steven Levy, “Rivoluzione Google. I segreti dell’azienda che ha cambiato il mondo” che sottolinea come un elemento chiave del successo di Google sia lo sforzo di trasmettere emozioni positive ai propri dipendenti, aiutandoli a risolvere i loro piccoli problemi - medici e massaggiatori in azienda, mensa e tintoria gratis – e permettendogli di scaricare lo stress nella sala giochi, dove i dipendenti possono a giocare ai titoli classici che hanno fatto la storia dei videogiochi. La positività è anche arrivata nel mondo nel marketing. A New York, dove a metà Gennaio 2013 si terrà la seconda edizione della Conferenza Annuale sul Positive Marketing l’attenzione degli esperti è rivolta al possibile legame tra brand e positività. Secondo il positive marketing le esperienze positive, producendo engagement e benessere, potranno giocare un ruolo centrale nelle future strategie di brand management attraverso la creazione di un patto fiduciario con il consumatore, fondato sullo scambio tra valori e fedeltà. Si veda anche il recente articolo in italiano sul Positive Digital Marketing per un approfondimento di questi temi. Un ultimo segnale del ruolo emergente della Positività nel mondo aziendale è il Positive Business Forum che si terrà per la prima volta in Europa, il 27-28 Marzo 2013 al MiCo-Milano Congressi. Lo slogan dell’evento, che raccoglie i principali esperti mondiali di positività aziendale è il seguente: “Immaginiamo un futuro in cui i nostri figli siano più felici, in cui il benessere delle persone sia riconosciuto come elemento indispensabile per la crescita e la produttività delle aziende, un futuro nel quale prosperare e crescere. Un gruppo di scienziati è andato oltre cercando nella prova scientifica risposte e strumenti concreti per rendere realizzabile tutto ciò“. Questo futuro lo stiamo immaginiamo anche noi. Speriamo con il vostro aiuto di riuscire a realizzarlo.


Sommario

Focus

Green e Ambiente

Quello che funziona

Step by step

Cristina Parodi racconta l’Italia che cresce nonostante la crisi

La sfida della sostenibilità riparte dalle città

Quello che le donne... dicono

Green Flash Notizie dal web

Migliora lo status femminile e, con esso, la società

Diversamente fashion Bellezza, fascino e carattere oltre le barriere fisiche

Economia e Risparmio Le imprese ti vogliono I settori che assumono

Pronti, partenza... Start Up! Le storie di chi ce l’ha fatta

Salute e Benessere Educare i bambini alla felicità Poche e semplici regole per rendere i nostri figli solidi e felici

Wellness Flash Notizie dal web Speciale On The Move 2021 Odissea nel futuro I giovani immaginano come sarà il mondo nel 2021

Economy Flash Notizie dal web Rubrica Le vostre Buone Notizie La parola ai lettori


focus

Fotonotizia

Per la prima volta una donna a capo di Microsoft: Julie Larson-Green


© Loris Zambelli per Photomovie

Focus

Voglio raccontare quello che funziona C’è una parte di Italia che cresce nonostante la crisi e che può essere di esempio a qualcuno. E Cristina Parodi, col suo programma, ha deciso di raccontarla di Alessia Marsigalia

U

n programma pomeridiano che punti sulla qualità dell’informazione e sull’intrattenimento intelligente non è facile da farsi. L’abitudine a tenere basso il volume della televisione, visto che bastano i toni accesi a spaccare normalmente i decibel, è ormai diffusa: sono le litigate che pagano, le discussioni, gli insulti e la cronaca, quella brutale, che vince. Eppure Cristina Parodi, a settembre, nell’annunciare la sua nuova trasmissione ha scelto di puntare su altro, rischiando che gli ascolti fatichino a salire, ma convinta che si possa fare bene informazione senza infliggere il dramma alla gente.


Focus / Voglio raccontare quello che funziona

Guarda il video La puntata di Cristina Parodi Live dove si racconta la storia di Bebe, giovanissima promessa dello scherma che a 11 anni ha contratto la meningite fulminante. Per salvarla, i medici sono stati costretti all’amputazione degli arti ormai compromessi. A distanza di quattro anni dall’operazione Bebe è stata tedofora della nazionale alle Olimpiadi di Londra.

IL QUESTIONARIO di Cristina Parodi Live fatto a Cristina Parodi 3 aggettivi che la definiscono normale, positiva e curiosa il suo più grande difetto a volte la mancanza di intraprendenza la sua miglior qualità ottimismo la sua sfida di oggi questo programma cosa detesta in assoluto ipocrisia chi vorrebbe essere nella prossima vita di nuovo me stessa ma in un’altra epoca storica, magari nel Settecento

Il suo nuovo programma ha subito messo in luce di voler dare un’attenzione particolare agli accadimenti positivi e alle storie di persone “comuni”. Perché questa scelta? Sono convinta che queste storie incuriosiscano di più e generino un meccanismo di immedesimazione funzionale a chi le ascolta. Trattiamo soprattutto vicende che, anche se hanno un prologo drammatico o tragico, si distinguono proprio per il loro risvolto positivo. Mostrare che dalla sofferenza può nascere gioia, da una situazione difficile può generarsi ottimismo, dà una carica in più, mostra il lato bianco delle cose. E vedere questo lato, oggi in particolare, dà molta speranza. Tra le storie raccontate quale ricorda con particolare affetto? Tutte hanno un grande valore, ma se devo scegliere sicuramente quella di Beatrice Vio Bebe, la fantastica ragazza di 15 anni che, nonostante abbia perso gambe e braccia a causa di una meningite fulminante a 11 anni, è la persona più felice di vivere che abbia mai incontrato. Praticava scherma prima che la malattia la colpisse e lo fa ancora oggi con la stessa grinta e passione. Il suo viso meraviglioso e sorridente mentre raccontava la sua storia ha dato una spinta vitale da fare invidia. Davvero un incontro gioioso. Il suo programma si stacca dai dibattiti urlati, dal populismo drammatico, dalla viscerale sofferenza di come viene raccontata la nera. Lei ha scelto toni pacati e questa, a mio parere, è una grande conquista. Eppure il mercato richiede panico, allarmismo e litigate in tv. Una bella sfida la sua: crede che il pubblico capirà? E’ una sfida difficile, che non paga in ascolti. Eppure io non sarei in grado di fare una trasmissione di altro tipo: questo programma mi somiglia e ho pensato fosse giusto dare un’alternativa a tutto quello che offre il resto della televisione. Certo non è facile, sia perché il pubblico di LA7 non era abituato a programmi live, sia perché in quella fascia oraria l’utente medio ama discussioni e cronaca nera trattata in un certo modo. Io e il mio team, però, difendiamo la nostra scelta con le unghie e con i denti. E’ una scommessa da vincere e io sono fiera di questo programma.


Focus / Voglio raccontare quello che funziona

Da giornalista che effetto le fa essere in copertina di un giornale che tratta solo buone notizie? Un effetto extraterrestre, ma mi fa molto piacere. E spero, io stessa, di dare il mio contributo, riuscendo a trasmettere un po’ di energia positiva. C’è una buona notizia, nella sua carriera, che ricorda di aver dato? In tanti anni è difficile sceglierne una, senza contare che ne ho date così tante di drammatiche che il mio cuore è ancora pieno di quelle storie di violenza che ho dovuto raccontare. Ce n’è però una che vorrei dare un giorno: una grande conquista scientifica che dia risposte a malattie come HIV o Cancro. Purtroppo sono argomenti molto delicati e ogni notizia a riguardo va verificata mille volte. Però sono ottimista: un giorno la scienza ci permetterà di gridarla al mondo.

Far scorrere il dito verso il basso

Cristina Parodi Dopo l’esordio su TelePiccolo e Telereporter e successivamente su Odeon TV, Cristina Parodi nel 1990 è passata a Mediaset, diventando uno dei volti storici del TG5. Ha condotto per nove stagioni il programma pomeridiano di approfondimento giornalistico Verissimo

Il segreto per un buon giornalismo? Mantenere fede alla professione, cercare notizie e verificarle, essere sopra le parti, e non smettere mai di fare domande scomode. Questo mese parliamo di donne che hanno un ruolo sempre più decisivo in politica, nelle imprese... come vede la situazione italiana? Migliora continuamente, anche se la donna resta sempre in balia della scelta: famiglia o carriera. Credo però che questo faccia parte della natura femminile che non vuole trascurare nulla anche in ambito privato e cercare di conciliare tutto al meglio. C’è quindi chi rinuncia ai figli o chi rinuncia alla carriera, ma ci sono anche quelle che decidono di fare entrambe le cose e si “stressano” felicemente. In realtà mi spiace non poter dire che le donne possono far tutto e in tranquillità, considerando che nel Nord Europa alcune sono Ministri e i loro mariti prendono il congedo di paternità. Un recente studio dell’Università del Maryland, rivela come, negli affari, le donne siano meno inclini degli uomini alla corruzione e che hanno standard etici molto più elevati. Lei è d’accordo? Non si può generalizzare, ma credo che questo studio non sia lontano dalla realtà: le donne sono esseri tutti d’un pezzo. Una donna che vede come modello? Tutte quelle che si battono per i diritti umani, tutte quelle che si mettono in prima linea, che fanno quadrare i conti a casa, e che, benché stanche, hanno voglia di sorridere la sera al proprio marito e ai propri figli.


Focus

Quello che le donne… dicono Quando la leadership è femminile, le ricadute positive sull’intera società sono immediate di Laura Pavesi

Fai scorrere il dito per vedere la gallery

S

in dall’antichità, e fino a cent’anni fa, la donna era considerata una “proprietà” del capofamiglia, padre o marito che fosse, ed era vista come un oggetto debole e di poca utilità, se non a livello riproduttivo. Le nostre nonne e bisnonne per molto tempo non hanno potuto esercitare il loro naturale diritto all’educazione dei figli, al votare o lavorare nei pubblici uffici e, soprattutto, a gestire i propri risparmi o guadagni, perché tutto questo, per legge, spettava al marito. Oggi, almeno nei paesi industrializzati, le donne godono degli stessi diritti e delle stesse libertà dell’uomo. Svolgono lavori che fino a pochi decenni fa erano esclusivamente maschili, sono istruite, possono diventare dirigenti d’azienda o piloti d’aereo, scienziati o primari d’ospedale. Concorrono alle elezioni come premier o presidenti e, spesso, vincono.


Focus / Quello che le donne... dicono

Parità in pillole

Far scorrere il dito verso il basso

Molte ricerche concordano sul fatto che la trasformazione positiva della condizione femminile abbia portato ad un miglioramento della società a livello globale

Dall’Europa agli Usa, da Angela Merkel alle imprenditrici Indra Nooyi, Ceo della Pepsi e Sheryl Sandberg, a capo di Facebook, fino ad arrivare alla famosa conduttrice Oprah Winfrey, le donne si fanno notare. Ciò che è successo in occidente un secolo fa, oggi sta accadendo nei paesi in via di sviluppo. Un esempio è l’America Latina che, con l’introduzione delle “quote rosa”, ha aumentato del 16% la percentuale media di donne presenti nei seggi parlamentari. Molti Stati hanno presidenti donne: Brasile, Argentina e Costa Rica sono solo alcuni di questi, e il Ruanda è l’unico paese al mondo ad avere un parlamento formato in maggioranza da donne, con una percentuale pari al 56,3%.

Accesso all’istruzione. Puntare sull’istruzione è stata una delle migliori forme di investimento a lungo termine per gli Stati. Una donna istruita ha molta più cura di se stessa, della propria salute e di quella dei figli. È più propensa a mandarli a scuola e a fare il possibile affinché vi restino fino al completamento del ciclo di studi. Inoltre ha maggiori possibilità di accedere al mondo del lavoro ed ha maggiore potere contrattuale, riuscendo a contribuire in modo sensibile al bilancio familiare, allo sviluppo economico della propria comunità e del proprio paese.

Il progresso della condizione femminile è stato uno dei maggiori fattori di evoluzione sociale degli ultimi 100 anni di storia dell’umanità. All’inizio del XX secolo, le donne avevano il diritto di voto in soli due paesi al mondo, mentre oggi il suffragio universale ha raggiunto una percentuale del 19.2% a livello globale e più di 20 Stati al mondo hanno a capo del governo una donna. I progressi ottenuti nell’ultimo secolo in Nord America, Europa e Oceania sono numerosi e rilevanti. Negli U.S.A. le donne costituiscono la metà della forza lavoro nazionale, l’istruzione secondaria e terziaria (universitaria) è a prevalenza femminile e il 52% degli utenti di internet sono donne. In Canada la percentuale di seggi femminili al senato è del 34,4%, al parlamento del 22,1%, e la metà degli imprenditori nel paese sono donne. In Europa le donne occupano il 41.6% dei seggi parlamentari negli stati settentrionali e il 35.2% dei seggi nel Parlamento Europeo, e il 59% degli studenti universitari è costituito da donne. Mentre in Australia e Nuova Zelanda, le donne, a parità di mansioni, guadagnano gli stessi salari degli uomini.


Focus / Quello che le donne... dicono

CEDAW La “Convenzione per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne”, conosciuta anche come la “Carta dei diritti delle donne”

Una pietra miliare nel progresso dello status femminile è stata la “Convention on the Elimination of All Forms of Discrimination Against Women” (CEDAW). L’applicazione concreta e fattiva della CEDAW, ha permesso alle donne di accedere al potere decisionale politico e socio-economico e le ricerche dimostrano che quando la leadership è femminile, le ricadute positive sull’intera società sono immediate. Un recente studio dell’Università del Maryland, infatti, rivela come, negli affari, le donne siano meno inclini degli uomini alla corruzione e alla concussione e mostra come, a livello globale, la corruzione sia inversamente proporzionale al numero di seggi femminili presenti nei parlamenti. Le donne, in

generale, hanno standard etici molto più elevati degli uomini e sembrano avere molto più a cuore il bene comune del bene individuale o di categoria. La leadership femminile tende ad essere molto più trasparente, più inclusiva e, soprattutto, più incline a mettere in agenda temi che riguardano i bambini, le famiglie, la salvaguardia dell’ambiente e la solidarietà sociale. Gli input femminili nelle decisioni politiche e socio-economiche modificano le priorità e combattono pregiudizi e stereotipi mentali e culturali, perché le donne hanno una preoccupazione maggiore dei bisogni e degli interessi collettivi e non propendono per le soluzioni drastiche ai problemi. Tutti le ricerche e gli studi che hanno per oggetto lo status sociale della donna concordano sul fatto che la trasformazione positiva della condizione femminile a livello globale ha portato ad un miglioramento generalizzato della condizione umana e che la parità di diritti ed opportunità ha prodotto benefici a lungo termine anche sulle condizioni di vita dei bambini, delle famiglie, delle comunità e di interi Stati.


Focus

Diversamente fashion: la bellezza oltre ogni limite e barriera

Bellezza, fascino e forza di carattere: volti e storie di donne con disabilità , come quella di AimÊè Mullins, che hanno dimostrato che non esistono barriere, neanche nella moda di Loredana Menghi


Focus / Diversamente fashion

C

onnor Boss, legalmente cieca e arrivata lo scorso luglio quinta al concorso di Miss Florida-USA 2013; l’inglese Shannon Murray, su sedia a rotelle dall’eta’ di 14 anni, modella per la catena di grandi magazzini inglese Debenhams. E ancora la celebre Aiméè Mullins, che ha subito l’amputazione di entrambe le gambe ad appena un anno di vita, musa dell’artista visionario Matthew Barney e annoverata dalla rivista People tra le 50 donne più belle del mondo; l’androgina Kelly Knox, nata senza un braccio e salutata dalla BBC “nuovo volto della moda”: queste sono solo alcune delle donne che hanno dimostrato che la bellezza non conosce limiti e che anche donne con disabilità possono diventare icone di stile uniche e non omologabili. Eccezioni che confermano la regola? Sicuramente anche in Italia, dove - a parte Annalisa Minetti, finalista a Miss Italia 1997 e prima non vedente a sfilare, lo stesso anno, su una passerella di alta moda per la maison Gattinoni - sono rari gli eventi e le campagne pubblicitarie che riconoscono e valorizzano l’immagine di donne disabili o che decidono di scommettere su testimonial non convenzionali. Numerose, invece, le iniziative dal basso che stanno sfidando i luoghi comuni, per affermare che le barriere non devono esistere, in nessun ambito, neanche nella moda. Tra queste c’è la straordinaria esperienza di Cinzia Rossetti, disabile motoria di Brescia, affetta da tetrapatia spastica, che è riuscita a creare un vero e proprio casting dal basso di modelle diversamente abili e fotografi, reclutati grazie al social network Facebook, con l’intento di restituire la giusta dimensione dell’immaginario femminile e scardinare lo stereotipo sociale e culturale che vede la donna con limitazioni

Clicca per guardare la gallery Alcuni scatti della mostra “Femminilità è donna”


Focus / Diversamente fashion

fisiche non come donna, ma semplicemente come disabile. Ha preso così forma “Femminilità è donna”, esposizione itinerante che, attraverso 42 ritratti eseguiti da professionisti, ha svelato il fascino di 16 donne, che “per un giorno” hanno deciso di mettersi in gioco con la voglia di piacere e piacersi e, perché no, di poter trasformare un sogno in un’opportunità. “Il concept - spiega Cinzia Rossetti - è nato qualche anno fa, da una sfida e da un rifiuto: dopo aver ammirato a Torino gli scatti di Paolo Ranzani, che vedevano protagonisti atleti disabili come la medaglia d’oro del basket Andrea Rocca e la ballerina Simona Atzori, è maturato il desiderio di essere fotografata”. Cinzia ha realizzato così un book con il noto fotografo piemontese, che ha inviato a diverse agenzie. Finalmente selezionata, quando, per correttezza, ha comunicato la sua condizione, la Rossetti non ha più ricevuto risposta. “...è emersa quindi l’esigenza di coinvolgere altre aspiranti modelle, per raccontare che la donna con disabilità è bella e femminile come tutte le altre”. La mostra “Femminilità è donna” ha ispirato l’agenzia di moda Fashion Team di Torino che aprirà un ramo d’azienda dedicato ai diversamente abili

Ben diversa la situazione all’estero, soprattutto Oltreoceano. Aziende come la Target, uno dei rivenditori più grandi dopo Wall Mart, o la Nordstrom, hanno cominciato ad utilizzare nei loro cataloghi persone con disabilità rispettivamente dal 1990 e dal 1991. Un fenomeno di nicchia, certo, che nel Regno Unito è diventato una realtà consolidata, considerando che il primo casting nel settore è stato fatto nel 1994 dall’agenzia Louise Dyson, per la campagna della “Sunset Medical”, produttrice di sedie a rotelle in cerca di modelle con reali problemi motori. Dopo “Model for a Million”, vinto dalla giovane Shannon Murray, oggi anche attrice e scrittrice, Mrs Dyson ha inaugurato nel 1999 la “VisABLE”, l’unica agenzia al mondo a rappresentare esclusivamente modelle, modelli, attori e presentatori con differenti abilità. “Attualmente il nostro catalogo raccoglie circa 80 book fotografici. Tra i nostri clienti c’è la British Airways, Royal Bank of Scothland, BBC, Visa e molti altri. I guadagni sono quelli di un qualsiasi professionista. Per un servizio fotografico, circa 700 sterline al giorno”. “Non credo che si possa costruire una carriera da modella di lunga durata, non c’è abbastanza lavoro ancora - ha commentato la Murray - ma rispetto al passato, almeno in Gran Bretagna, è cambiata la percezione dei disabili. Sono sempre di più le persone a vedere uguaglianza e maggiore diversità di taglie, etnie ed abilità”. In Canada l’agenzia Ben Barry, è diventata celebre proprio per aver sposato tale politica. Fra le sue punte di diamante l’inglese Kelly Knox, vincitrice


Focus / Diversamente fashion

del programma della BBC3 “Britain’s Missing Top Model” e diventata lo scorso aprile testimonial della provocatoria campagna “New Thinking” per la collezione primavera- estate della catena di shopping center norvegesi Oslo City. “Vedere qualcuno come me su un cartellone, può solo che lanciare un’immagine positiva”, ha dichiarato la modella.“Tante sono le ragazze con disturbi alimentari per l’idea di perfezione che vedono nelle pubblicità e nelle riviste di moda. Cambiare tale approccio aiuterà le persone ad accettarsi di più”.

Donne vincenti Oltreoceano

Clicca sulla foto per leggere la descrizione



economia e risparmio

Fotonotizia

Sale il tasso di innovazione in Italia: il 31,5%, delle imprese hanno migliorato i loro processi produttivi


Economia e Risparmio

Le imprese ti vogliono Alimentare, sociale e turistico: sono soltanto alcuni dei settori che, nonostante la crisi, tengono duro e aprono le porte a nuove assunzioni. E grazie al primo decreto sviluppo possono farlo con importanti incentivi di Veronica Ulivieri

N

on solo licenziamenti, cassa integrazione, chiusure. Nello scenario economico di questi mesi non è tutto immobile, e accanto ad aziende costrette a gettare la spugna ce ne sono altre che assumono, ma anche nuove imprese in settori capaci di resistere alla crisi. Innovare e recuperare sono le due parole d’ordine. Secondo una rilevazione di Confartigianato, infatti, nel periodo giugno 2011-giugno 2012 sono nate 5.029 imprese dell’economia verde (+5,6%), a cui si affiancano le 760 nuove aziende (+6,4%) che si occupano di tecnologie informatiche. Nuove attività che quasi sempre significano anche nuovi posti di lavoro. La crisi poi, fa notare Confartigianato, “fa crescere anche il partito di quelli che ‘riparare conviene’”. Basta dare uno sguardo ai dati: tra giugno 2011 a giugno 2012 le imprese di installazione e riparazione di macchine e apparecchiature sono cresciute di 2.404 unità (+4,1%). Altro settore in cui cresce l’occupazione è l’agroalimentare, eccellenza italiana che continua ad andare fortissimo in tutto il mondo, tenendo a galla un intero comparto. Secondo Coldiretti, nel trimestre aprile-giugno 2012 l’occupazione nelle aziende agricole è aumentata del 10,1% rispetto allo stesso periodo del 2011. In 12 mesi, dice Confartigianato, hanno visto la luce 6.104 nuove aziende nel campo della ristorazione (+2,2%) e 2.440 che si occupano di produzione alimentare (+0,85%). Un settore in cui si sarà un aumento di occupazione nei prossimi anni: secondo i dati di Federalimentare, il 70% delle aziende, e addirittura il 75% di quelle export-oriented, hanno in programma nuove assunzioni nel biennio 2013-14.


Economia e Risparmio / Imprese: innovare, recuperare e assumere

Guarda il video Scena memorabile tratta da “Prendi i soldi e scappa”, un film del 1969 di Woody Allen. Durante il colloquio i settori di lavoro citati sono proprio quelli che stanno crescendo, nonostante la crisi.

Ma anche in altre attività, soprattutto del terziario, i posti di lavoro sono destinati a crescere. Gli ultimi dati Unioncamere (sistema informativo Excelsior), dicono che entro la fine del 2012 nelle imprese di servizi ci saranno 278.080 occupati in più. In particolare, nel commercio al dettaglio si prevedono 47.420 assunzioni e poco meno in hotel, residence e, di nuovo, nel settore della ristorazione (46.140). Altri 27.070 posti di lavoro potranno essere creati nei servizi sociali e di assistenza sanitaria. E se le costruzioni offriranno un impiego, secondo le previsioni, a 47.980 lavoratori entro la fine dell’anno, l’industria aprirà le porte ad altri 128.740 lavoratori. IMPRESE CHE ASSUMONO Le imprese che assumono a tempo indeterminato personale altamente qualificato potranno usufruire di un credito d’imposta pari al 35% del costo aziendale sostenuto per l’assunzione. La misura è contenuta nel primo decreto Sviluppo e ha un solo limite: l’importo del credito non potrà però superare i 200.000 euro annui per impresa. Incentivi anche per promuovere

I motivi di un’economia a più velocità, spiega Marco Guerrazzi, ricercatore in Economia politica all’università di Genova e membro dell’Associazione italiana economisti del lavoro, sono diversi. “Mentre l’industria espelle manodopera perché la domanda mondiale è ferma e i prodotti industriali italiani risentono di un gap di competitività piuttosto alto”, l’aumento delle assunzioni in agricoltura si deve a due fattori: “In questo settore è difficile ridurre i livelli di occupazione. Inoltre, tutto il settore dell’agroalimentare italiano tiene, e sta anzi guadagnando fette di mercato”. Dimostrazione di questo, “i casi di tanti imprenditori che da altri comparti stanno passando all’agroalimentare. Primo tra tutti Oscar Farinetti, che ha venduto Euronics per fondare Eataly”. Le assunzioni nei servizi, soprattutto in quelli di assistenza sanitaria alle persone, sono causate soprattutto da un fenomeno demografico: “La popolazione italiana invecchia”. L’aumento di posti di lavoro nell’industria, invece, “potrebbe essere dettato dalla previsione di commesse pubbliche”.


Economia e Risparmio

Pronti, partenza... Start Up! La voglia di conquistare il domani caratterizza di tutti quei giovani che hanno deciso di dare un futuro alle proprie idee, investendo su se stessi e creando imprese. Le storie di chi ce l’ha fatta. di Alessia Marsigalia

S

fai TAP per saperne di più

e per fare un tavolo ci vuole un fiore, come raccontava Gianni Rodari, per fare un’impresa ci vuole un’idea. Tutto parte da qui: da un’illuminazione avuta per caso in uno scantinato di casa, da una chiacchierata tra amici, da un sogno nel cassetto. Un desiderio così forte che spinge a lavorare duro per dar vita a tutto quello che serve per realizzarlo. Queste idee che divengono realtà si chiamano Start Up, nome che oggi sentiamo spesso anche in Italia, benché negli Usa siano già note da un po’. E se ne sono accorti anche ai piani alti delle istituzioni, visto che un’intera sezione del Decreto Sviluppo 2012, è dedicata a queste nuove imprese: detrazioni fiscali per chi investe, maggiore flessibilità nelle assunzioni a tempo determinato, regole meno punitive sui fallimenti, sono queste alcune delle misure contenute nel Decreto per incentivare nascita e crescita di start up innovative. Imprese guidate dai giovani per far ripartire l’Italia, così le ha definite Corrado Passera, attuale ministro dello Sviluppo Economico. E di giovani che hanno deciso di sfidare la crisi, di credere nel proprio futuro e nelle proprie idee ce ne sono davvero tanti.


Economia e Risparmio / Pronti, partenza... Start Up!

Storia

Giovani, carini e... molto occupati: la storia di Soundreef

V

Davide D’Atri, fondatore di Soundreef

i sono due ragioni perché il paragone con il racconto biblico di “Davide contro Golia” calza perfettamente alla storia della Start up Soundreef. Una perché il fondatore si chiama proprio Davide (D’Atri) e l’altra perché, questo poco più che trentenne, ha deciso di sfidare i monopoli di gestione delle royalties musicali, cioè le varie SIAE d’Europa. Davide, finito il liceo, si trasferisce in Inghilterra, dove mantiene se stesso e i suoi studi in Economia a Londra. “Ho sempre lavorato nell’industria della musica e sin dall’Università mi sono appassionato ad alcune distorsioni del marcato discografico, scrivendo anche una tesi di laurea dedicata alle leggi relative al copyright e al loro possibile ‘rilassamento’”. La sua esperienza sul campo lo porta alla consapevolezza che ci sia “un grosso problema avvertito da musicisti e aziende per ciò che concerne la gestione dei diritti musicali d’autore. La gestione delle royalties in Europa avveniva, in regime di monopolio caratterizzato da processi obsoleti e costosi che raramente portano con sé servizi a valore aggiunto per i musicisti e le aziende”. Così, 10 anni fa, Davide ventisettenne e il suo socio di sempre Francesco Danieli, decidono di imbarcarsi in una


Economia e Risparmio / Pronti, partenza... Start Up!

prima avventura e danno vita a Beatpick che, all’inizio, gestiva le royalties di artisti e musicisti sulle trattative private. “Io e Francesco lavoravamo di giorno e coltivavamo il nostro sogno di notte. Io esperto di economia, lui sistemista, necessitavamo di un programmatore che desse vita al nostro prototipo. Una notte in chat l’abbiamo scovato. Non era proprio esperto, ma con 3000 euro ci ha tirato fuori un prototipo e da lì siamo partiti”. La società aveva - ed ha - come scopo quello fornire musica sotto licenza creative commons per finalità non commerciali, e per il target business per i realizzatori di film, tv e pubblicità. Inizia la ricerca di artisti per dar vita ad una libreria musicale ampia e le cose iniziano a funzionare. “ Eravamo così entusiasti che abbiamo lasciato i nostri rispettivi lavori e... siamo finiti in un bel baratro. Gli artisti c’erano ma mancavano gli acquirenti”. Eppure mercato c’era, doveva solo essere conquistato. Così Davide si attacca al telefono e contatta tutte le agenzie esistenti. Iniziano ad arrivare i primi sì e da lì, dal quel 2006, centinaia di licenze di utilizzo commerciali sono state vendute in tutto il mondo a piccole e medie e poi grandi società di produzione, aiutando, nello stesso tempo, progetti open source a trovare ottima musica da usare gratuitamente “Ora Beatpick è una società con il suo portfolio clienti e funziona bene”. Ma di

ALTRE STORIE Uscire dalla crisi, sollevandola: la storia di VHT

E’ nata a Varese, la VHT (Varese Hoisting Technology) e si è costituita ufficialmente l’anno scorso. Chi l’ha messa al mondo sono sì professionisti del settore (fornitori, ideatori, utilizzatori), ma anche semplici investitori del territorio che hanno creduto nel fare italiano. Nell’arco

Giocando si vince: la storia BeIntoo

Un finanziamento da 5 milioni di dollari ha “colpito” Beintoo, promettente start up italiana fondata da Antonio Tomarchio, Filippo Privitera e altri tre ragazzi, nel settembre 2010. Dopo aver ricevuto i primi finanziamenti, vincendo importanti competizioni internazionali, hanno aperto a Milano e in Silicon Valley.

Tecnologia a portata di tutti: la storia di AppsBuilder

E’ considerata tra le migliori start-up italiane da Tech Crunch Italy: sono già 250mila gli sviluppatori registrati, 3 mila le app realizzate ogni mese, 7 le lingue in cui è disponibile. Questi i numeri di AppsBuilder, che permette di realizzare la propria app senza conoscere una sola


Economia e Risparmio / Pronti, partenza... Start Up!

fermarsi neanche a parlarne. Quella faccenda dei monopoli non va proprio giù ai due giovani, anzi ai tre, visto che al team si aggiunge anche Gabriele Valli. “Dopo l’esperienza di Beatpick avevamo conoscenza del mercato, degli investitori e abbiamo capito che i tempi erano maturi, anche perchè la commissione europea nel 2008 ha imposto alle società di collezione di compensi, come la Siae, di aprirsi alla concorrenza a livello internazionale”. Nasce così, nel 2011, la seconda Start Up, Soundreef che si specializza nell’offrire soluzioni che rendano più trasparenti, semplici e analitiche le transazioni riguardanti le royalties, in modo da poter favorire sia i clienti che gli artisti. “Oggi all’utilizzatore finale viene richiesto di versare del denaro senza alcun servizio in contropartita. E l’autore, l’artista o l’etichetta non ha quasi mai modo di verificare davvero dove, quanto e in che modo la sua musica viene utilizzata. Grazie a un software proprietario sviluppato internamente, noi siamo in grado di farlo: offriamo agli artisti degli strumenti on-line che permettano loro di controllare le loro royalties come se stessero controllando un conto corrente online. Ma soprattutto facciamo capire ai clienti che la musica che pagano - e con noi pagano la metà - non è una tassa imposta, ma una giusta ricompensa per gli aventi diritto, cioè gli artisti”. Risultato? Soundreef, oggi, gestisce musica di sottofondo esente dai monopoli all’interno di catene di negozi in Italia, Spagna, Francia, Gran Bretagna e Svezia, più di 17,8 milioni di visitatori ogni mese ascoltano le playlist Soundreef diffuse in migliaia di punti vendita e i musicisti hanno pieno accesso a report tracciabili e vengono pagati ogni 6 mesi. La società ha trovato importanti finanziatori, soprattutto italiani e questo per Davide è molto importante, perché purtroppo un rammarico c’è. “Noi siamo italiani, ma Soundreef è una società inglese. Il motivo è semplice: qui non c’è chiarezza sul diritto d’autore e quindi, per legge, un’azienda straniera può venire ad operare in Italia, mentre un’azienda italiana non può far concorrenza alla SIAE. Questo è assurdo... stiamo ancora a parlare di libero mercato e a come attuarlo, quando l’Europa ha già deciso. Bisognerebbe lavorare affinché nascano società italiane che possano operare qui e che poi conquistino l’estero e non aspettare che arrivi qualcuno da fuori che spacchi tutto”.

Altre start up da tenere d’occhio: www.cibando.com

www.homply.com


Economia e Risparmio

Forse può interessarti... da www.buonenotizie.it

Assicurazioni: una polizza per chi va al lavoro in bici Gas metano: migliora la rete di distribuzione

E’ attiva la Piattaforma per la Certificazione dei crediti verso PA

Stanziati 230 mln per incentivare l’occupazione dei giovani e delle donne

Rc auto: modulo CID e lettera di messa in mora, fondamentali in caso di sinistro

Da riqualificazione energetica edifici, 600.000 nuovi posti di lavoro


green ambiente Fotonotizia

Dopo L’UE anche L’Australia firma la 2a° Fase del Protocollo di Kyoto


Green e Ambiente

Step by step Ambiente: a 40 anni dalla consapevolezza, la sfida della sostenibilità riparte dalle città di Valentina Marchioni

G

iugno 1972. Il mondo, attonito, prende coscienza, per la prima volta, dell’esistenza di un problema di natura ambientale. A Stoccolma, su stimolo delle Nazioni Unite, oltre 120 paesi al mondo pongono le basi per un dibattito sulla necessità di creare un’agenda globale a tutela delle risorse naturali e riconoscono l’importanza della questione ambientale per lo sviluppo delle economie internazionali. 20 anni dopo, nel 1992 tocca a Rio de Janeiro ospitare il “Summit della Terra” e tenere a battesimo le tre Convenzioni interazionali che ancora oggi disciplinano azioni e politiche dei paesi firmatari sui temi del cambiamento climatico, desertificazione e diversità biologica. 40 anni dunque, quattro decadi segnate da conquiste e delusioni, vittorie e sconfitte e da una rinnovata consapevolezza: puntare sulle città. La sfida green riparte dal salotto di casa, vera “palestra ambientale” in cui far nascere progetti e sviluppare strategie verdi dall’impatto diretto sulla vita degli individui.


Green e Ambiente / Step by step

Guarda il video Nel 1992, all’età di 12 anni, Cullis-Suzuki (nella foto la ragazza oggi) raccolse fondi sufficienti per partecipare al Vertice della Terra a Rio de Janeiro. Con un appassionato discorso presentò le questioni xvista dei giovani, ricevendo gli applausi dai delegati. Il video è conosciuto come quello della “ragazzina che zittì il mondo per 6 minuti”.

Dopo quattro decadi: tutti d’accordo Il cambiamento, non può prescindere l’impegno dal basso e dalla dimensione locale senza la quale qualsiasi politica risulta vana. Le città dunque sono i “poli d’innovazione” dove, dal confronto con la società civile è possibile trovare risposte integrate. Se poi si pensa che, ad oggi due terzi della popolazione mondiale vive nelle aree metropolitane e che, secondo le stime ONU, entro il 2050 l’urbanizzazione toccherà picchi del 80%, non stupisce dunque il perché le città e i loro abitanti si siano guadagnati un ruolo primario per raggiungere gli obiettivi fissati dai governi nei congressi internazionali. E proprio la dimensione urbana la grande protagonista delle “Smart Cities” ovvero città dove vengono sperimentate soluzioni innovative nel campo dell’efficienza energetica e delle nuove tecnologie a bassa emissione di carbonio. A fare il punto della situazione delle città italiane è l’ISPRA, l’Istituto Superiore Per la Ricerca e l’Ambiente, che, dal 2004, pubblica un Rapporto di ricerca sulla qualità dell’ambiente urbano. Perché come è scritto nel report “analizzare la qualità dell’ambiente urbano significa affrontare indirettamente i nodi problematici dei contesti urbani e cercare di rispondere alla complessità dei bisogni dei cittadini in termini di welfare, di inclusione sociale, di qualità della vita, ecc”. Affrontando temi quali: mobilità, qualità dell’aria, cambiamenti climatici, rifiuti, verde pubblico, biodiversità, turismo, risorse d’acqua, rumore, inquinamento elettromagnetico e la capacità delle città di comunicare con i propri stakeholder, il rapporto ISPRA del 2012 prende in esame 51 aree metropolitane distribuite su tutto il territorio nazionale, all’interno delle quali sono compresi tutti i capoluoghi di provincia con popolazione superiore ai 100.000 abitanti. Una lenta risalita L’ISPRA fotografa un paese che tende al miglioramento della qualità ambientale delle città. Un merito che va riconosciuto a quei sindaci che hanno saputo vedere nel “Covenant of Mayors” un’opportunità di presentare piani d’azione per l’Energia Sostenibile (PAES) e manifestare la volontà di impegnarsi nella lotta ai cambiamenti climatici e per la riduzione delle emissioni di CO2.


Green e Ambiente / Step by step

Le città italiane puntano alla sostenibilità Seppur con differenze a livello territoriale, in molti comuni italiani l’ISPRA registra una diminuzione del numero di auto private in circolazione (dato che però non trova corrispondenza nel tasso di motorizzazione dei veicoli privati, che passano da circa 501 per 1000 abitanti nel 1991 a circa 606 nel 2012) e il rispettivo aumento dell’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico. Buoni anche i dati relativi ai rifiuti, la cui produzione complessiva diminuisce mentre aumenta il valore della raccolta differenziata e relativamente buona la situazione dell’acqua, sia per quanto riguarda la depurazione delle acque reflue -civili e industriali - (cui oltre il 90% è collegato al depuratore), si per quanto concerne i consumi. Questi ultimi, secondo i dati ISPRA si attestano intono ai 66,7 metri cubi pro-capite: diminuzione, in alcuni casi, indotta dalla razionalizzazione dell’erogazione dell’acqua. Benino anche le infrastrutture verdi, il cui ruolo diventa fondamentale per aumentare la resilienza delle città del futuro: parchi, giardini, aree naturali protette e foreste urbane, anche se di poco (nel migliore dei casi 1%), aumentano mentre destano ancora preoccupazione le aree contaminate presenti sul territorio: 57 siti contaminati di interesse nazionale (SIN), che vanno a coprire una superficie di oltre il 3% suolo nazionale. Napoli e Milano le città a cui va in questo caso il bollino nero. Verso una soluzione Migliorare è possibile. La base su cui costruire c’è ed è buona: non manca la volontà, ora occorrono i fondi per facilitare soluzioni urbanisticamente sostenibili e occorrono risorse ambientali trasversali per attuare interventi integrati di gestione ambientale (dalla mobilità ai rifiuti alla riduzione dell’inquinamento). I dibattiti internazionali indicano questa via, dove le città appaiono con sempre maggior forza attori chiave dello sviluppo sostenibile. Siamo sulla buona strada. Fallimenti e delusioni non possono fermare una corsa che è solo all’inizio di un lungo e non semplice percorso. Visti i progressi e considerati i presupposti che oggi animano il dibattito, viene da pensare che, mattone dopo mattone, troveremo la nostra via alla sostenibilità solo se continueremo ad investire e non ci stancheremo di insegnare a chi verrà che anche “a jouney of a thousand miles begins with a single step”.


Green e Ambiente

Forse può interessarti... da www.buonenotizie.it

Europa: nel 2030, il 25% dell’elettricità verrà dal sole Risparmio energetico: una guida aggiornata alle detrazioni 55% Isole Tremiti: il TAR sospende le trivellazioni Lavoro per i giovani grazie alla green economy Efficienza energetica: in Italia, nel 2011 investiti 4,2 mld di euro

Il Giappone riparte da smart town ecosostenibili e a misura d’uomo



salute benessere Fotonotizia

Il Premio Nobel per la Medicina 2012 è stato assegnato a John Gurdon e Shinya Yamanaka per il contributo alla ricerca sulla riprogrammazione delle cellule adulte in staminali, aprendo la strada alla medicina rigenerativa


Salute e Benessere

Educare i bambini alla felicità Poche e semplici regole per rendere i nostri figli solidi e felici. Adesso, domani e per tutta la vita. di Enrico Banchi, COO Scuola di Palo Alto

C

ome genitori ci preoccupiamo di dare la migliore educazione ai nostri figli, come insegnanti ci impegniamo perché abbiano la migliore istruzione; a chi il compito di insegnare loro a essere felici? Educare i bambini alla felicità si può ed è di fondamentale importanza per fare di loro persone solide, capaci di far fronte a ogni accadimento della vita. La Positive Education è un nuovo modello basato sulla sinergia esistente tra le emozioni positive e l’apprendimento. I risultati che si ottengono sono incredibili in termini di performance scolastiche, di benessere psico-fisico e di determinazione a voler conseguire gli obiettivi prefissati. Riprendiamo un celebre test formulato da Martin Seligman, padre della psicologia positiva. “Domanda numero uno: in una o due parole, cos’è che desiderate di più per i vostri bambini? Se siete come le centinaia di genitori che ho intervistato, avrete risposto “felicità”, “certezza”, “appagamento”, “realizzazione”, “equilibrio”, “cose positive”, “gentilezza”, “salute”, “soddisfazione”, “amore”, “educazione”, “significato” e simili. In breve, il benessere è la priorità numero uno per i vostri figli.


Salute e Benessere / Educare i bambini alla felicità

Domanda numero due: in una o due parole, che cosa insegna la scuola? Se siete come gli altri genitori, avrete risposto “realizzazione”, “capacità di pensare”, “successo”, “conformismo”, “alfabetizzazione”, “matematica”, “lavoro”, “compilazione di test”, “disciplina” e simili. In breve, ciò che le scuole insegnano è come avere successo sul posto di lavoro. (Flourish, 2011) È facile notare che non c’è sovrapposizione fra i due elenchi: felicità e realizzazione sembrano viaggiare su binari completamente diversi, e nonostante la scuola basi i propri insegnamenti su modelli legati alla realizzazione e al successo nel lavoro, non ci dice come raggiungerli, né tanto meno ci aiuta a capire se questo “modello di successo” corrisponde davvero alle nostre aspettative di realizzazione.

La Positive Education si basa sull’assunto della plasticità del cervello, per cui se il vostro bambino al test del marshmellow non ha resistito alla morbida caramella zuccherosa, non disperate perché aiutarlo a migliorare le proprie doti intellettive è possibile con poco sforzo e con tanta positività.

Guarda il video

Il modello della Positive Education parte da un assunto fondamentale: le emozioni e le azioni non scaturiscono inesorabilmente da eventi esterni, ma da ciò che noi pensiamo circa quegli eventi; ne consegue che noi possiamo veramente essere padroni del nostro destino e quanto più lo affronteremo con un approccio positivo, tanto più saremo in grado di far fronte a ciò che la vita ci riserva con maggiore forza e determinazione. Assimilare questo concetto sin da piccoli aiuta a farci diventare persone più solide e capaci, a credere maggiormente nelle nostre qualità caratterizzanti e di conseguenza a impegnarci con tenacia nel raggiungere gli obiettivi che riteniamo essere importanti per noi. È su questi aspetti che la Positive Education lavora in una fase della vita in cui la plasticità del cervello è al massimo delle sue potenzialità, rendendo più semplice modificare quei comportamenti negativi che penalizzano ogni nostra azione e che pregiudicano il benessere e la soddisfazione personale. Il 27 e 28 marzo 2013 sarà possibile incontrare Martin 27-28 Seligman e John Medina al marzo Positive Business Forum dove 2013 presenteranno le loro teorie per la prima volta in Europa. Un’occasione unica da non perdere! Guarda la brochure qui


Salute e Benessere / Educare i bambini alla felicità letture consigliate

Brain Rules for Babies di John Medina (ed. italiana “Naturalmente intelligenti”)

La Positive Education punta tutto sui modelli positivi: è una rivoluzione che tocca qualsiasi ambito d’insegnamento (gli insegnanti di lettere utilizzano le qualità caratterizzanti e la resilienza per analizzare anche i romanzi di genere tragico; quelli di geografia approfondiscono i nuovi indicatori di benessere che determinano la prosperità di una nazione, gli studenti vengono coinvolti in attività benefiche affinché si sentano parte di un progetto di senso che al contempo li faccia sentire utili, ecc.) e che oltre a lavorare sulla solidità e determinazione dei ragazzi ha un impatto notevole anche sul rendimento scolastico (è ormai ampiamente noto che una mente positiva è il 39% più veloce e accurata nel prendere decisioni rispetto ad una negativa, neutra o stressata). Tra i fautori di questo nuovo approccio troviamo anche John Medina, punto di riferimento per milioni di genitori in tutto il mondo, fonte di consigli su come crescere i propri figli e su come sviluppare al massimo le loro potenzialità. Proprio a questo tema ha dedicato il suo ultimo libro Brain Rules for Babies. Per qualche consiglio pratico e per scoprire che tipo di genitore Guarda il video sei, prova il Parent quiz. Imparare a valorizzare le future generazioni attraverso gli anni formativi di istruzione con un metodo che mira al benessere dell’individuo è l’unica via per il raggiungimento di una nuova prosperità globale che punta a elevare ogni individuo come artefice del proprio destino. Ne è profondamente convinto Martin Seligman, padre della Psicologia Positiva e fautore della Positive Education in tutto il mondo.

Come crescere un bambino ottimista di Martin E. P. Seligman

La Scuola di Palo Alto, in collaborazione con BuoneNotizie.it, organizza la seconda edizione di “Educare i bambini alla felicità”, workshop gratuito aperto a tutti, mercoledì 12 dicembre 2012 alle 9:30 presso la Scuola, Corso Magenta, 85.

12 dicembre 2012

Per informazioni e iscrizioni informazioni@paloaltoscuola.it oppure clicca qui


Salute e Benessere

Forse può interessarti... da www.buonenotizie.it

E’ nata “Allattami”, nuova Banca del latte materno donato

Obesità: perdendo soli 7 kg, si risparmiano 400 euro in farmaci all’anno

Decreto sanità: trasparenza nelle nomine di primari e dirigenti sanitari Arte-terapia: l’arte come realizzazione dell’impossibile

OGM: Ministero delle Politiche Agricole chiede verifiche

La pet-therapy migliora la qualità della vita


Speciale ON THE MOVE

2021 Odissea nel futuro

In collaborazione con

I giovani immaginano come sarà il mondo nel 2021 a cura di Alessia Marsigalia

A

nche quest’anno la Fondazione Pubblicità Progresso ha messo in moto, “On the move. Il volto nuovo della Comunicazione Sociale” un concorso di talenti giunto alla VI edizione che ha come scopo quello di raccogliere dai giovani stimoli, idee, suggerimenti, opinioni e pensieri sui temi dell’attualità e sul futuro della comunicazione sociale. Quest’anno è stato chiesto ai partecipanti - studenti tra i giovani tra i 18 e i 30 anni - di produrre un elaborato in forma giornalistica o multimediale, immaginando di essere nel 2021 anno in cui la Fondazione compirà 50 anni. I temi spaziano dall’ecologia all’impresa, dal sociale allo sport e, in questo spazio, Buone Notizie vi presenta i temi vincitori e il futuro che hanno ipotizzato (noi a fianco vi raccontiamo che succede ora), con la speranza che queste previsioni siano il più vicino possibile alla realtà che ci aspetta.

società LA REALTÀ DI OGGI 2012

società

IL FUTURO IMMAGINATO 2021 Svolta eccezionale nel mondo dello sport: inaugurati a Venezia i primi mondiali di sport d’acqua

Scricchiolano le fondamenta, l’acqua s’infiltra dappertutto, lungo la fitta rete di canali. I palazzi mostrano l’usura del tempo e dell’azione inarrestabile dell’acqua:Venezia risente della crisi e non ci sono soldi per venire incontro ai problemi. Le voci di gondolieri e tassisti lamentano che Venezia stia “morendo” e l’amministrazione comunale sa che gli interventi non sono più rinviabili.

di Erminia Minniti - Università di Torino

Dopo anni di attesa e lavori oggi prenderanno il via i primi mondiali in laguna. Diverse discipline caratterizzeranno questo evento; si inizierà con la pallanuoto in piazza San Marco al trampolino sulla basilica della medesima piazza, dal nuoto sul Canal Grande alla canoa tra i vicoli veneziani. L’innalzamento del livello delle acque, causato dallo scioglimento dei ghiacciai per l’alta temperatura terrestre degli ultimi decenni, ha permesso di dar vita a questa fantastica esperienza sia dal punto di vista panoramico-architettonico sia per il pubblico presente. Difatti l’ architettura veneta batte senza dubbi le fredde e umide piscine olimpiche e in più le


Speciale ON THE MOVE /

2012 Odissea nel futuro

LA REALTÀ DI OGGI 2012 Fai tap per approfondire

società

IL FUTURO IMMAGINATO 2021 Il vero traguardo di Manuel Meretto - Università di Udine

Monaco di Baviera, 23 Agosto 2021. Il fragore della folla sembrava appartenere alla pista stessa. Nessun ostacolo era caduto durante la gara, ma guardando il suo sguardo carico di emozione sorvolare tutta quella gente, era chiaro che una barriera era stata abbattuta: quella della mente umana. Una gara di atletica si analizza in modo semplice. Otto atleti alla partenza, la preparazione sui blocchi, lo sparo che ne segna l’inizio. Poi quei pochi secondi, il tempo di percorrere 110 metri. Ed infine la gioia o la sofferenza nel superare l’ultima linea. Sarebbe tutto di una normalità disarmante, ma in questa sera bavarese non è così. Perché i più veloci su questa distanza sono stati due atleti, giunti al fondo della pista quasi all’unisono, racchiusi in un tempo minuscolo, forse inquantificabile. Si sa, ogni persona ha alle spalle una storia che andrebbe raccontata, ma

LA REALTÀ DI OGGI 2012 Fai tap per approfondire

società

IL FUTURO IMMAGINATO 2021 La carica dei volontari. Da “sfigati a “eroi” di Stefano Stucchi - Università di Milano Roma, 2021. C’era una volta un paese che viveva una delle crisi economiche, politiche e sociali più profonde di tutta la sua storia. Quel paese è l’Italia. Per fortuna, però, tutte le storie hanno un lieto fine. Anche la nostra. Nove anni fa, nel bel mezzo della crisi, le parole all’ordine del giorno erano: recessione, tasse e disoccupazione. I giovani venivano sempre più sfruttati e faticavano a trovare un posto nella società e, per di più, erano costantemente oggetto di scherno da parte di politici che si divertivano a definirli “bamboccioni” o “sfigati”. “Sfigato” era considerato anche chi come Giorgio Terenghi, oggi trentacinquenne, decise, dopo aver terminato gli studi con il massimo dei voti, di dedicarsi al volontariato. “Non riuscivo a sentirmi realizzato, tutti i sacrifici fatti durante gli studi non trovavano un’adeguata ricompensa, così decisi di fermarmi un


Speciale ON THE MOVE /

2012 Odissea nel futuro

LA REALTÀ DI OGGI 2012 Fai tap per approfondire

impresa IL FUTURO IMMAGINATO 2021

Dalla crisi alla responsabilità dell’impresa. Caso Ilva: dalla chiusura al nuovo corso imprenditoriale di Gianluca Fabro - Università di Milano A guardarla ora non sembra possibile. L’attuale eccellenza industriale italiana dieci anni fa attraversava il periodo più duro della sua storia, quando i tribunali minacciavano la chiusura dei suoi stabilimenti. Ilva, a Taranto, ha saputo sfruttare al meglio i periodi drammatici del 2012 per rigenerarsi e dare il via ad un nuovo progetto di responsabilità sociale che coinvolge tutti gli ambiti di intervento dell’impresa: il mercato, le relazioni con i dipendenti, la comunità e l’ambiente. Al centro di questo cambiamento epocale vi è stato un nuovo modo di considerare la strategia dell’impresa che consiste, nell’affiancamento alle logiche del profitto, nell’adozione di comportamenti etici e rispettosi dell’ambiente sociale e ambientale in cui l’impresa è immersa e con cui è quotidianamente in diretto contatto.

LA REALTÀ DI OGGI 2012 Fai tap per approfondire

impresa IL FUTURO IMMAGINATO 2021

Sognando una collaborazione internazionale in tema di responsabilità sociale d’impresa Silvia Manduchi, Angela Vianello Università di Padova Chi meglio del prestigioso Lance Smith, CEO della “Bersk Company” potrebbe rivestire il ruolo di leader di azienda amica 2021? Ha scelto di raccontarlo alle pagine di “Buonenotizie” così: Mr Smith. Ci chiarisca il ruolo dell’organizzazione azienda amica e il suo scopo sociale. Si tratta di una collaborazione che coinvolge aziende diverVse tra loro quanto a dimensione e segmenti di mercato nelle quali operano, ma che si uniscono nel tentativo di realizzare progetti per migliorare alcune situazioni sociali. Quello che poteva sembrare un progetto utopico è diventato realtà! Le aziende che collaborano accettano delle condizioni da tutti rispettate e condivise, come ad esempio inserire nel bilancio aziendale la triple bottom line,


Speciale ON THE MOVE /

2012 Odissea nel futuro

green

IL FUTURO IMMAGINATO 2021 Tredici anni fa eravamo al 4%. L’obiettivo è superare il 50% entro il 2031. di Matteo Borghi - Università IULM di Milano

LA REALTÀ DI OGGI 2012 Fai tap per approfondire

Non potevamo festeggiare meglio i 50 anni della fondazione “Pubblicità Progresso” che con questa notizia, diffusa ieri da Legambiente: in Italia oltre un terzo delle auto è verde. Delle 42,2 milioni di vetture circolanti (nel 2010 erano 36,7 milioni), infatti, ben 14,11 milioni sono alimentate a gpl, metano, idrogeno o corrente elettrica. Combustibili che producono emissioni di gran lunga meno inquinanti rispetto alla benzina e al gasolio. Un ottimo risultato ottenuto grazie all’accordo di Uppsala firmato il 12 ottobre 2013 dai Paesi dell’Unione europea (incluse Russia e Turchia entrate, rispettivamente, nel 2015 e 2018) e da Stati Uniti, Canada, Giappone e Australia per ridurre della metà i mezzi alimentati da combustibili tradizionali entro il 2031. L’Italia, se continua con questo trend, ce la dovrebbe fare considerando che, rispetto ad altri Paesi, è più avanti nell’obiettivo: il Giappone è

green

IL FUTURO IMMAGINATO 2021 Trasporti. Quando la scienza sfida l’economia di Chiara Nicole Cogliati - Università di Milano Ci troviamo nella sede del Dipartimento di ricerca scientifica dell’Università di Lipsia. In questi giorni, tra queste mura, si stanno gettando le basi per una delle invenzioni che promette di cambiare la vita di molti. Non ne conosciamo ancora gli sviluppi né le concrete possibilità di utilizzo, ma ciò che vediamo ha dell’incredibile. Su scala globale parliamo di una possibile riduzione del 30% delle emissioni di smog e CO2. L’uomo del 2000 penserebbe di star assistendo al trailer di un film di fantascienza, probabilmente di infima qualità, con quegli strani effetti speciali artefatti che tanto andavano di moda intorno agli anni ’10 del 2000. Ma da bravi giornalisti sempre sul pezzo, noi di “Oggi più” sappiamo che voi lettori, d’oggi così come dieci anni fa, avete bisogno di sentire la notizia vicina. E la domanda che sicuramente


Speciale ON THE MOVE /

2012 Odissea nel futuro

LA REALTÀ DI OGGI 2012 Fai tap per approfondire

green

IL FUTURO IMMAGINATO 2021 Vita a impatto 2.0 di Riccardo Lozzi - Università di Roma Tor Vergata Il 2021 è l’anno in cui si sono realizzati i maggiori progressi dal punto di vista eco-sostenibile in una società che ha il pieno rispetto delle regole sociali e ambientali. Essere arrivati a questo, però, non deve far dimenticare il punto di partenza: l’inizio degli anni ’10. Quegli anni avrebbero visto affiancarsi due numeri, il 21 e il 12: l’unione di queste due cifre avrebbe segnato la fine del mondo, secondo la previsione dei Maya (21/12/2012). Al contrario, è iniziato un nuovo percorso di sviluppo della terra: dal 2012 al 2021 è iniziato un percorso di sostenibilità che è richiamato dai numeri 12 e 21, e segna l’inizio e il momentaneo punto di arrivo di quel percorso che simbolicamente facciamo cominciare con la presunta fine del mondo (2012) e terminare ai nostri giorni (2021). Oggi l’umanità ha raggiunto un livello di crescita economica

LA REALTÀ DI OGGI 2012 Fai tap per approfondire

geen

IL FUTURO IMMAGINATO 2021 La sostenibile brillantezza del sole di Stefano Salustri - University of Bath, GB Chi meglio del prestigioso Lance Smith, CEO della “Bersk Company” potrebbe rivestire il ruolo di leader di azienda amica 2021? Ha scelto di raccontarlo alle pagine di “Buonenotizie” così: Mr Smith. Ci chiarisca il ruolo dell’organizzazione azienda amica e il suo scopo sociale. Si tratta di una collaborazione che coinvolge aziende diverVse tra loro quanto a dimensione e segmenti di mercato nelle quali operano, ma che si uniscono nel tentativo di realizzare progetti per migliorare alcune situazioni sociali. Quello che poteva sembrare un progetto utopico è diventato realtà! Le aziende che collaborano accettano delle condizioni da tutti rispettate e condivise, come ad esempio inserire nel bilancio aziendale la triple bottom line, permettere ad un rappresentante dei lavoratori di accedere al consiglio di amministrazione etc..


Progettti

Speciale ON THE MOVE /

2012 Odissea nel futuro Annuncio stampa

Adriano Olivetti per la Responsabilità Sociale d’Impresa Progetto di Giorgia Pavia e Silvia Viglia

Video

Menzione Speciale Una menzione speciale è andata all’Istituto Istruzione Superiore Orfini: 16 studenti del 3° e 4° anno dell’indirizzo grafico pubblicitario, hanno creato l’annuncio stampa sociale dedicato alle principali tematiche sociali che interessano il nostro Paese.

Fai tap per guardare la gallery

Guarda il video Collaboriamo

Il progetto nasce da un’idea fondamentale: creare un messaggio attuale che possa essere fruito oggi, nel 2021 e nel 3000. Semplici candele che si accendono per mostrare un principio eterno che, pur non trattando direttamente alcun tema - anche se palesemente ispirato alla “Cooperazione internazionale” - , li sottende tutti.



Rubriche

Le vostre Buone Notizie Inviateci le vostre segnalazioni attraverso il sito www.buonenotizie.it Abit@giovani

da Sofia

E’ un progetto di housing sociale diffuso che vuole allargare le prospettive e ricollocare la casa nella più ampia dimensione collettiva della vita del condominio, del quartiere e della città, perché l’abitazione non è soltanto una questione edilizia: è un bene fondamentale ed è, assieme al lavoro, una condizione di partenza per poter fare progetti, costruire relazioni e alleanze, sviluppare il tessuto sociale. Gli insediamenti abitativi proposti da abit@giovani sono disseminati nei quartieri di Mosca aiuta l’Africa

da La zitella felice

Mosca ha cancellato i crediti vantati sui Paesi africani per oltre 20 miliardi di dollari, come dichiarato dal direttore del dipartimento del ministero degli Esteri russo delle Organizzazioni Internazionali Vladimir Sergeev. Inoltre la Russia ha stanziato 50 milioni di dollari nel fondo della Banca Mondiale per i Paesi più poveri. La maggior parte di questi soldi saranno investiti per sostenere la regione sub-sahariana. Contemporaneamente è di 100 milioni di dollari l’importo Migliorano le cure oncologiche

da Roberto

Migliora l’assistenza oncologica in Italia soprattutto per quanto riguarda i servizi riabilitativi (passati dal 4,6% al 47% odierno) e quelli per i malati terminali. Le strutture per terapie anti-dolore sono, infatti, quadruplicate, arrivando all’85% dei casi odierni, dall’80% nel 2009, dal 70% nel 2005 e dal 20% nel 2001. Dal 2003 sono quintuplicate le apparecchiature per la tomografia: erano presenti nel 10% delle strutture, oggi nel 48% dei centri, mentre scintigrafie e risonanze magnetiche Tangoterapia

da Maurizio

Dopo una prima fase sperimentale, è partito il progetto di Tangoterapia all’ospedale San Giuseppe di Milano nel reparto di riabilitazione per malattie come il Morbo di Parkinson, sclerosi multipla, esiti di ictus, disturbi dell’equilibrio neurogeni e patologie croniche respiratorie. Il progetto prevede 2 sessioni settimanali di circa 45 minuti ciascuna: “per come è strutturato - è spiegato in una nota dell’ospedale - il Tango Argentino è adatto a tutti e va ad agire positivamente sulla


BuoneNotizie

TM

Testata registrata presso il Tribunale di Milano, n.246 del 08/06/2012 Iscrizione R.O.C. n.22189

Testata iscritta all’USPI

Editore Buone Notizie Communication Farm Srl Direttore responsabile Giuseppe Riva Responsabile redazione Alessia Marsigalia Impaginazione e grafica Marta Mantovani Progetto grafico FUD Factory Responsabile tecnico Yuri Ceschin

Sul prossimo numero:

Intervista esclusiva a Oliviero Toscani

Edizione 2012

www.buonenotizie.it

Per la pubblicitĂ su questa testata o per inviarci i tuoi commenti e suggerimenti clicca qui


Clicca per guardare il video


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.