Backstage Press Settembre 2015

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anno III n.9 - Settembre 2015 - Poste italiane s.p.a. sped in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 1 - DCB - Caserta



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Il Bello che c’è La copertina del numero di Settembre è dedicata a Paolo Vallesi in occasione del suo ritorno con un album di inediti ed il singolo che lo anticipa. Il bello che c’è, è legato a tutto quello che di bello c’è intorno a noi, che a volte andrebbe apprezzato un po’ di più visto, che a volte sembra che siamo costantemente presi da notizie sempre negative. Non perché queste non esistono e bisogna mettere la testa sotto la sabbia, però non può esserci solo la negatività, la paura ed il disagio a comandare in qualche modo dall’alto le nostre vite. Bisogna apprezzare anche

quello che c’è di bello, forse può servire anche per riuscire a fare qualcosa di bello verso gli altri.

Antonio Pignatiello che ci guida tra le storie e gli incontri del suo “A nord di nessun sud”.

Incontriamo poi, Annalisa Martinisi, interessantissima artista che dopo due album in cui ci ha regalato perle della musica napoletana tradotte in francese è pronta per proporci a breve un lavoro completamente diverso con inediti e classici della canzone italiana.

Prima delle rubriche c’è poi spazio per i premi Tenco - forse uno dei premi più autorevoli della musica italiana - e del festival dell’oriente svoltosi nei giorni scorsi alla mostra d’oltremare di Napoli.

Arriva poi l’incontro con il pianoforte ed i colori di Roberto Binetti, che ci presenta ilsuo ultimo lavoro Universo fantasia. Restando in tema di incontri e di viaggi, incontriamo

Non ci resta allora, che tuffarci nella pagine di questo nuovo numero, per scoprire tutti i dettagli anticipati qui e di dare il benvenuto all’autunno che si preannuncia ricco di novità per quanto riguarda la musica ed i concerti.

www.backstagepress.it



PAOLO VALLESI

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12 ROBERTO BINETTI

16 TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI Backstage Press è edito dall’associazione culturale “Il Sogno è Sempre Onlus”. Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, disegni e fotografie non si restituiscono anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’editore. Gli autori e l’editore non potranno in alcun caso essere responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’uso improprio delle informazioni contenute. La collaborazione è a titolo gratuito. Foto e manoscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono. REDAZIONE Alfonso Morgillo, Margherita Zotti, Alfonso Papa, Marica Crisci, Domenico Ruggiero, HANNO COLLABORATO: Michela Drago, Alessandro Tocco, Francesco Ruoppolo, Alfonso Papa (To), Giuseppe Maffia, Ambra De Vincenzi, Tonia Cestari, Carmela Bove. REGISTRAZIONE n. 815 del 03.07.2013 presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE). Comunicazione Editore: Il Sogno è Sempre Onlus Sede Legale: Via Botteghino, 92 – 81027 San Felice a Cancello (CE) Sede Operativa: Via Giacomo Matteotti, 20 – 81027 San Felice a Cancello (CE) – Fax. 0823.806289 – info@backstagepress.it – www.backstagepress.it Distribuzione: Gratuita Stampa: Pieffe Industria Grafica. Tiratura 7.000.

TARGHE TENCO

19 ANTONIO PIGNATIELLO

21 FESTIVAL ORIENTE

24 ARTE

27 EMERGIAMO

28 ACES IN MY BOOK

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P.zza Caduti di Nassirya - Airola (Bn) - www.setph.it - info@setph.it


Paolo Vallesi

Il bello che c’è tx Alfonso Papa

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l bello che c’è, arriva a distanza di diversi anni dal tuo precedente lavoro di inediti. Possiamo dire che l’attesa è finita?

fatto che comunque scrivevo delle canzoni principalmente per me, poi quando questo discorso è entrato un po’ nelle logiche discografiche mi sono visto un po’ “distaccato” da quello che era il mio modo di fare musica, non mi riconoscevo, non mi sembrava di scrivere con passione e con cuore. Ed allora non mi piaceva mai cosa facevo e non mi piacevo io quando cercavo di produrre cose nuove.

Assolutamente si, per quanto riguarda i lavori inediti, questo arriva a distanza di dieci anni dall’ultimo. Questa lunga pausa è definitivamente finita, anche perché “Il bello che c’è”, non è un singolo fine a se stesso ma è il preludio di un album che esce a fine Nell’album che uscirà ottobre. ad ottobre, c’è una colRecentemente hai detto laborazione particolare che ti ributti nella mu- con Rino Gattuso. Ci sica con la voglia di un puoi raccontare come ragazzino che ha voglia nasce e magari se c’è di rimettersi in gioco. qualche altra curiosità Cosa è cambiato in te legata all’album? in questi anni ed in generale nel modo di fare Quella con Rino Gattuso è un’opportunità nell’almusica? bum perché è l’unica In questi anni avevo pro- canzone non mia nell’alprio smesso di produrre bum, dedicata ad un musica, quasi come una amico comune che nella scelta e ciò è dovuto al vita ha fatto sia il calciafatto di aver vissuto una tore, il porterie del Milan prima parte della mia e anche si dilettava a scricarriera musicale con vere canzoni. Ho conenorme motivazione e vinto Rino a fare questo soddisfazione dovute al duetto che è molto bello

perché non canta come cantano di solito i calciatori, diciamo tutti in coro, ma ha fatto proprio il cantante “vero” e devo dire anche con risultati strepitosi. Poi nell’album ci sono tante cose diverse, ci sono dodici canzoni, alcune scritte in totale solitudine e nel massimo dell’intimità ed altre, invece, concepite e suonate con la mia band per avere un suono un pochino più potente ed un qualcosa di più estroverso. Il bello che c’è, in una società come quella attuale ove apparentemente hanno la meglio sempre le brutte notizie, quanto è importante cercare il bello e la positività, magari anche nella musica e con la musica? Il bello che c’è parla di questo ipotetico viaggio, io sono stato lontano per un bel po’ di tempo e ci sono diverse di cose che sono andato a recuperare per portarle indietro, una specie di viaggiatore, di Ulisse che viaggia in tutti i modi possibili.


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Il bello che c’è, è legato a tutto quello che di bello c’è intorno a noi, che a volte andrebbe apprezzato un po’ di più visto che a volte sembra che siamo costantemente presi da notizie sempre negative. No perché queste non esistono e bisogna mettere la testa sotto la sabbia, però non può essere solo la negatività, la paura ed il disagio a comandare in qualche modo dall’alto le nostre vite.

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Anzi, credo che apprezzare anche quello che c’è di bello, forse può servire anche per riuscire a fare qualcosa di bello verso gli altri. Abbiamo parlato di viaggi, terminato il lavoro in studio, tra poco comincerà quello dello promozione e quindi dei live e dei concerti. Assolutamente, la promozione sarà multime-

diale e faremo anche una cosa molto particolare, gireremo una specie di documentario che racconteranno un po’ questi dieci anni di silenzio e da gennaio comincerà un piccolo tour teatrale, in dieci città italiane e sarà un modo per riproporsi dal vivo con queste nuove canzoni. © Riproduzione riservata



Annalisa Martinisi Ames en Voyage - Passion

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nnalisa Martinisi è una cantante di origine Campana, celebre per aver ripreso i classici della musica napoletana, traducendoli e interpretandoli in francese. Li arricchisce con nuove armonizzazioni, dando così una nuova anima ai classici napoletani. Definita “Chanteuse Napoletana” ha fatto conoscere la sua voce anche a Nizza, Lione, Tolosa e Parigi, passando dalla Svizzera e dalla Slovenia. Ha inoltre partecipato a vari eventi televisivi della rai, come “Occhio al biglietto”, “Cantainverno”, “Cantare a Napoli” e ha ricevuto molti riconoscimenti e portato a casa molti trofei: primo premio all’Eurofestival dei giovani in Belgio, premio “Master Italia” ad Ischia, “Disco d’oro” a Villa d’Angri”, “Ragazza più” di Piombino, “Verona 2000”, Premio “Papa Giovanni Paolo II” a Pompei e il Premio “Eccellenze Napoletane” ricevuto a Napoli. Annalisa canta i classici napoletani per far comprendere a tutti, attraverso la musica, il nostro

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tx Carmela Bove

modo di vivere e sentire. Il suo lavoro è il risultato di incontri importanti che le hanno dato tanto sia da un punto di vista professionale che umano.

hai da poco pubblicato il tuo secondo lavoro “Ames En Voyage - Passion”, ci parli del nuovo disco e delle collaborazioni in esso contenute?

Annalisa quando nasce la tua passione per la musica? E rispetto ad essa i tuoi genitori hanno subito creduto in te e nelle tue doti o all’inizio erano scettici?

Credo che questo sia il disco della maturità artistica: infatti oltre ad essere un lavoro che definisce e sancisce un percorso ben preciso, suggella importantissime collaborazioni con musicisti come Olen Cesari al violino, Dario Deidda al basso, Alberto D’Anna alla batteria, Pietro Condorelli, Adriano Guarino, Paolo Del Vecchio e Caludio Romano alle chitarre, Tony Cercola e Ciccio Merolla alle percussioni, Sasà Piedepalumbo alla fisarmonica, Michele Carrabba al clarinetto e sax, Joe Amoruso al pianoforte. Un momento particolarmente emozionante è stato, poi, duettare in “Malafemmena” con Peppino Di Capri.

La passione per la musica nasce sin da piccola. Ho iniziato ad appena dieci anni e da allora la passione mi ha letteralmente “travolta” e non ho potuto più farne a meno. Mi ritengo fortunata perché sono stati proprio i miei genitori ad incoraggiarmi nell’intraprendere questa strada. Anzi, seguendo mio padre che è autore e produttore, mi sono trovata quasi naturalmente nell’ambiente artistico.

Dopo il grande successo Nel tuo percorso artistidi “Anime in Viaggio” co avrai sicuramente incontrato gioie e dolori,


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ph Carmala Bove


qual è la gioia più grande e quale più dolorosa che hai incontrato fino ad oggi nel tuo viaggio?

ph Carmela Bove

Malafemmena, passion, je te vurria vasà... canti i più grandi capolavori che hanno reso importante Napoli, ma quale, fra tutte La gioia più grande è guar- quelle che canti, senti più dare gli occhi delle persone tua e non ti stanchi mai di che mi ascoltano con entu- cantare? siasmo. Non c’è in realtà un brano Il vero dolore è invece il lo- in particolare che preferigorio costante provocato sco. Un po’ perché avendole dalle difficoltà di riuscire a adattate le sento un po’ tutte ritagliarsi un piccolo spazio “mie figlie”, e si sa, le mamin un ambiente quasi mai me amano i propri figli in facile da sostenere...ma per egual misura. fortuna le gioie riescono a superare sempre di più i Ma se proprio dovessi esse“dolori”… re costretta a fare un torto a qualche “figlia”, tra le mie

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favorite sicuramente c’è Passione, Maruzzella e O’ Surdato ‘Nnammurato. Quali sono i tuoi progetti in futuro? E’ in uscita a breve un nuovo progetto e questa volta è in italiano. Ho ripreso alcuni classici evergreen italiani e internazionali, riarrangiandoli e reinterpretandoli in chiave jazz e fusion con un pizzico di personalità, ma non mancheranno alcuni brani inediti. © Riproduzione riservata


20-28 NOVEMBRE 2015


Roberto Binetti Universo fantasia

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uno spazio per rifugiarsi, distaccarsi ed abbandonarsi con la mente. In una società come quella attuale ove la frenesia e la corsa sembrano farla da padrone, quanto Questo lavoro nasce dalla mia è importante riuscire a voglia di proporre quella che staccare la spina e dar è la mia musica degli ultimi spazio alla fantasia? anni, la parte di musicalità più melodica più armonica Per me è molto imporlasciando un po’ in disparte tante, perché quando mi l’altro aspetto musicale che è trovo davanti al pianoforte quasi naturalmenil jazz. te possono arrivare delle Ho voluto perciò proporre melodie a volte anche queste melodie calme e con- ben definite, ciò perché la templative, ma anche dina- mente stacca dall’attuale miche fatti di diversi aspetti e e vola con le emozioni e colori. con lo stato d’animo del Hai definito l’album come momento. n’idea che prende forma, un’improvvisazione, uno stato d’animo. Universo fantasia, ci parli di questo nuovo lavoro?

tx Alfonso Papa

La musica è presente nella tua vita fin dai primi anni, poi tante collaborazioni. Come mai arriva solo oggi l’esigenza di pubblicare un album? Avevo voglia, semplicemente, di far ascoltare la mia musica a più persone possibili. Nel corso degli anni, soprattutto nei concerti, ho spesso notato negli occhi degli ascoltatori una scintilla scaturita appunto dalle note o dall’improvvisazione del momento. Quindi mi sono detto, perché non provare a fare un lavoro dove non sia solo l’incontro di una sera in un concerto ma che sia qualcosa di fisico e di fruibile


anche in modo continuativo.

intesa; per quanto riguarda i live, ne stiamo parlando dobbiamo principalmente far conciliare i vari impegni.

Nell’album oltre al pianoforte, c’è anche la partecipazione del violoncello di marco Decimo. Ci sarà Nella copertina dell’alspazio per l’accompagna- bum, c’è un gran richiamo ai colori che si mescolano mento anche nei live? tra loro, ancora un desiMarco Decimo è un musi- derio di rifarsi alla fantacista straordinario con cui sia? c’è stato da subito una bella

Esatto, è sempre un voler visualizzare la fantasia. A me piace immaginare che la musica vada a braccetto con i colori, per cui questa commistione tra musica e colori mi attira molto. © Riproduzione riservata

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Targhe Tenco 2015

Ecco i vincitori

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auro Ermanno Giovanardi, Cesare Basile, La Scapigliatura, , Cristina Donà/ Saverio Lanza, Samuele Bersani/Pacifico sono i vincitori delle Targhe Tenco 2015, il riconoscimento più autorevole della musica italiana, organizzato dal 1984 dal Club Tenco e assegnato da una giuria composta da circa 230 giornalisti (di gran lunga la più vasta e rappresentativa in Italia in campo musicale). Mauro Ermanno Giovanardi con “Il mio stile” si aggiudica la Targa per l’album dell’anno. Con lui in gara c’erano (elencati in ordine alfabetico per artista, così come nelle seguenti sezioni): Paolo Benvegnù, “Earth Hotel”; Carmen Consoli, “L’abitudine di tornare”; Fabi Silvestri Gazzé, “Il padrone della festa”; Iosonouncane, “Die”; Max Manfredi, “Dremong”. La Targa per l’album in dialetto va a Cesare Basile con “Tu prenditi l’amore che vuoi e non chiederlo più”.

Gli altri finalisti erano: Alessio Bondì, “Sfardo”; Canzoniere GrecanicoSalentino, “Quaranta”; Enzo Gragnaniello, “Misteriosamente”; Giuseppe Moffa, “Terribilmente demodé”; Salvo Ruolo, “Canciari patruni ’un è l’bittà”.

tx Margherita Zotti

giorgio Faraglia, “L’uomo nero”; Maldestro, “Non trovo le parole”; Non Giovanni, “Ho deciso di restare in Italia”; Simona Norato, “La fine del mondo”; Santa Margaret, “Il suono analogico cova la sua vendetta”.

Fra gli interpreti di Nella sezione “Opera pri- canzoni non proprie ma” la vittoria è andata (quindi non cantautori) a La Scapigliatura, con hanno prevalso il disco omonimo. Con- i Têtes de Bois con correvano anche: Pier- l’album “Extra”

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dedicato a Léo Ferré. Le altre nominations: Alice, “Weekend”;Diodato, “A ritrovar bellezza”; Federico Fiumani, “Un ricordo che vale dieci lire”; Musica Nuda, “Little Wonder”.

fico (Gino De Crescenzo) che l’hanno cantata con la partecipazione di Francesco Guccini. Con loro in finale c’erano: “Gigi Meroni” scritta da Filippo Andreani e Luca Ghielmetti, cantata da Filippo Andreani; “Il negro” firmata da Max Manfredi e Fabrizio Ugas e cantata da Max Manfredi; “Stormi” scritta e interpretata da Iosonouncane (Jacopo Incani).

La Targa per la miglior canzone (in cui si fronteggiano gli autori dei brani e non gli interpreti) riserva un ex aequo al primo posto tra “Il senso delle cose” di Cristina Donà e Saverio Lanza, cantata da Cristina Donà, e La consegna delle Targhe “Le storie che non conosci” torna quest’anno nell’ambidi Samuele Bersani e Paci- to del “Tenco”, al quale tutti

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i vincitori parteciperanno e che è intitolato “Fra la via Aurelia e il West – dedicato a Francesco Guccini”, in programma dal 22 al 24 ottobre al Teatro Ariston di Sanremo. Il Premio Tenco, detto anche “Rassegna della canzone d’autore”, è organizzato dal Club Tenco con il contributo del Comune di Sanremo e di SIAE e il sostegno di Coop Liguria e Casinò di Sanremo. © Riproduzione riservata


Antonio Pignatiello

A Sud di Nessun Nord

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a qualche mese è in distribuzione il tuo ultimo lavoro “A Sud di nessun nord”. Ci parli un po’ dell’album? A sud di nessun nord è un album registrato in giro per l’Italia a cui hanno preso parte circa trenta musicisti. Siamo partiti con il pianista Giuliano Valori (a cui l’album è dedicato, perché purtroppo lui - un anno fa - è venuto a mancare) ispirati dalla voglia di condividere la vita e l’incontro umano e musicale che ne sarebbe

tx Alfonso Papa

venuto, e lasciando molto spazio all’imprevedibilità del caso che il destino ci riserva.

conoscenza e la conoscenza l’abbiamo attraverso il viaggio; mi viene in mente un famoso verso di Dante “… Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza””: Ulisse invita i compagni ad avventurarsi oltre le Colonne d’Ercole, che per gli uomini dell’epoca del sommo poeta rappresentavano i confini del mondo. Spingersi oltre per ardore di conoscenza.

Il tema del viaggio è una costante dei tuoi lavori, nel precedente album parlavi di una stazione ferroviaria chiusa, lungo la tratta Avellino -Rocchetta ed in questo album parli di viaggi ed incontri. Cosa è per te il viaggio e quanto è importante l’arte dell’incontro? Il viaggio è presente anIl viaggio ci guida verso la che nella copertina dell’al-

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che invece poteva essere la musica ad avere la meglio? Con la musica ho un rapporto che dura fin dall’infanzia; mio padre e i suoi compagni avevano “costruito” a Lacedonia (AV) sul finire degli anni 70 una delle prime radio libere dell’Irpinia per cui i primi contatti li ho avuti sin da subito con vinili dei Rolling Stones, The Clash, Jimi Hendrix, Lou Reed, Fabrizio De André, Paolo Conte, Bruce Springsteen, Franco Battiato, etc… per citarne alcuni. Durante le scuole superiori ho suonato in una rock band che La tua formazione è es- è durata fino al primo anno senzialmente cinemato- di università. C’è stata una grafica, quando hai capito pausa, il tempo necessario bum, ove ritroviamo un’opera inedita del pittore Alessandro Quatrale “Sosta al sud”. Con Alessandro Quatrale ci siamo incontrati, gli ho raccontato la mia idea, ha ascoltato le canzoni. Abbiamo ripercorso geografie e orizzonti lontani e messo l’accento sulla sosta necessaria per rimettersi in cammino. Chi osserva il dipinto noterà sulla destra un cappotto e un cappello appesi, e un paio di stivali sul pavimento, oltre naturalmente a tutti gli altri oggetti che lo compongono.

per fare molte esperienze di vita, lavori vari, laurearmi etc… La musica è tornata a sedurmi sulle strade di Roma attraverso un incontro casuale. E ci passerei volentieri il resto della mia vita con lei. Rimanendo in tema di incontri, come ti poni nei confronti del tuo pubblico e nell’incontro con esso? E’ un rapporto molto bello e sincero. Cerco sempre di portare in scena uno spettacolo diverso, a seconda dei luoghi e dei contesti passando da spettacoli più intimi e narrativi a live più energici e ricchi di musica. Quali invece i prossimi progetti? Posso anticiparvi che con Luigi Pistillo, Simone Fiaccavento e Gianfilippo Invincibile, che sono prima di tutto persone speciali e poi stretti collaboratori, stiamo già scrivendo molte canzoni per il prossimo album. E forse qualche nuova sorpresa in arrivo, anche per quel che riguarda gli ospiti che prenderanno parte al prossimo viaggio. © Riproduzione riservata

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Festival dell’ Oriente tx Carmela Bove

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l festival dell’Oriente, giunto alla quattordicesima edizione è finalmente arrivato anche a Napoli. Il grande evento si è svolto alla Mostra d’Oltremare che ha ospitato migliaia di persone, curiose di vedere le tradizioni e la cultura del mondo orientale, una cultura molto diversa dalla nostra ma che attrae molto. Con grande entusiasmo tutti si sono immersi nelle tradizioni di un continente sconfinato, assistendo e partecipando in prima persona ai numerosi spettacoli, eventi e workshop della giornata. Dalla vestizione del Kimono al circo Cinese, dalla Cerimonia dei guerrieri indiani alla cura dei bonsai, un susseguirsi ininterrotto di oltre 400 esibizioni, dimostrazioni e seminari. Tra le tante cerimonie, quella che sicuramente ha avuto maggior successo è la cerimonia del tè, presentata da una donna giapponese che con cura e attenzione, in un modo molto elegante,

ha spiegato i vari passaggi. E’ una delle arti tradizionali zen più note in Giappone, consiste nel preparare una deliziosa tazza di tè, dando molta importanza allo spirito di accoglienza, cioè il rispetto per gli ospiti e per la natura.

si tipi di danza con la recitazione e in modo sensuale e sorridente svolgono coreografie molto movimentate raccontando una storia d’amore. Le persone che hanno assistito allo spettacolo di danza Bollywoodiana , presi dall’entusiasmo, si

Tra gli spettacoli di danza invece, è Bollywood ad aver ottenuto gli applausi più calorosi. Questi artisti indiani, mescolano i diver-

sono alzati dai loro posti ed hanno imitato i gesti dei danzatori. Inoltre, è stato possibile assistere a gare, esibizioni, ma anche semi-


la creazione di dipinti utilizzando pennelli di bambù immersi nell’inchiostro. Una maggiore atmosfera è stata creata anche dai numerosi e affollatissimi bazar tradizionali che vendevano prodotti tipici provenienti dai paesi orientali di tutto il mondo, inoltre tra una bancarella e l’altra sono stati messi in mostra le armature e gli abiti indossati nel passato, dando un colore in più ai vari padiglioni. Diciotto invece erano i ristoranti che hanno proposto la cucina tipica dei paesi orientali in cui assaggiare piatti india-

ni, giapponesi, thailandesi, cinesi, vietnamiti, indonesiani. Infine la novità più assoluta è stato l’Holi Festival, una festa tipica della religione induista dedicata alla gioia di vivere, al trionfo del bene sul male, al desiderio di stare con gli altri, di giocare e ridere. La regola da seguire era quella di dipingersi viso e corpo con tante polveri di colore. Il Festival dell’Oriente si è concluso alla grande e l’anno prossimo si spera che possa ritornare a Napoli per rivivere emozioni di un mondo diverso dal nostro. © Riproduzione riservata

ph Carmela Bove

nari e dimostrazioni sulle più diffuse arti marziali orientali, oltre a spettacoli dimostrativi, con i Maestri più importanti al mondo. All’interno del festival si è svolta anche la fiera della Salute, proponendo diversi massaggi effettuati da professionisti. Gli ospiti del Festival hanno anche potuto partecipare a dei lavoretti artistici e artigianali, come la creazione di Origami, ovvero delle piccole adorabili sculture create con la carta, oppure hanno potuto creare sempre con l’aiuto degli esperti dei lavori pittorici utilizzando la tecnica del Sumi-e, ovvero

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tx Marica Crisci

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Paul Klee

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arte

nelle sue opere il “reale” si trasforma. Lavorando per associazioni, un oggetto visto, gli suggerisce una nuova forma che non è la sua riproduzione, ma nasce da dentro e quindi la sua rappresentazione emotiva. Nell’opera “Strada principale e strade secondarie” (1929) sono riconoscibili un panorama fluviale ed i campi irrigati da un grande fiume. L’opera infatti, è nata dopo un viaggio in Egitto. Il significato dell’opera peró, non è il riconoscimento delle strade e dei campi, ma la poesia tra i diversi campi di colore che costituiscono una fitta trama, quasi come Strada principale e strade secondarie (1929) un tessuto orientale e che portano ogni volta alla scoel Novecento, la sentimento interiore. perta di percorsi di linee e corrente artistica forme diverse. più discussa è sen- Lo stesso Paul Klee (Berza dubbio l’Astrattismo. I na 1878 - Locarno 1940), Diversamente dagli altri nuovi artisti capovolgono da prima musicista, sente astrattisti, la pittura di Klee completamente il concetto il significato musicale della è raffinata, intellettuale, radell’arte come “imitatri- pittura e quindi la sua fun- refatta. ce” della realtà: l’arte non zione espressiva invece di è più la rappresentazione quella rappresentativa. © Riproduzione riservata del mondo esteriore, ma Ispirato dalla realtà e da la capacità di esprimere un tutto ció che lo circonda,

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ph Mathias Marchioni

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Arianna Antinori


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scirà venerdì 2 ottobre in tutti gli store digitali e nei migliori negozi di dischi, “ariannAntinori”, l’album d’esordio omonimo di Arianna Antinori, blueswoman romana da tempo trapiantata a Vicenza. L’album è stato anticipato dal singolo “Shut Up” e da diversi concerti nei festival estivi italiani (Pistoia Blues, Asti Musica, Festival Show).

già leader dei Jennifer Gentle con all’attivo varie collaborazioni tra cui quella con i Verdena). Spiccano il primo singolo “Shut Up” utilizzato a livello radiofonico e piazzatosi al numero uno dei brani d’esordio indipendenti più programmati durante l’estate, “I Give” inserito nella compilation del Pistoia Blues Festival 2015 e numerosi altri brani di rilievo.

Il disco comprende 10 canzoni più il remix di “Shut up” tra e la reinterpretazione del brano “Can’t be the only one” di Janis Joplin, brano che la Joplin scrisse ma non ebbe mai modo di incidere ufficialmente. Non a caso il disco esce in concomitanza con il 45esimo anniversario della sua scomparsa (4 ottobre) ed in contemporanea all’uscita del film biopic “Janis”. Il disco è ricco di riferimenti agli anni settanta a partire dalla grafica (opera creativa di Manuele De Pretto) fino alle sonorità della produzione affidata a Jean Charles Carbone (già collaboratore di Universal e Sugar) e Marco Fasolo (talentuoso polistrumentista

Ma è dal vivo che Arianna con la sua band, i Turtle Blues, arriva a picchi di adrenalina e coinvolgimento, come dimostrano i numerosi fan che la seguono ovunque. Il disco sarà ufficialmente presentato sabato 3 ottobre al locale La Base Live Factory di San Martino di Lupari (Padova) con inizio alle 22:00 (il locale è in Via Leonardo da Vinci 124). Il 4 ottobre Arianna sarà sul palco del #nuovoMEI2015, Fiera della musica di Faenza (ore 15:30) mentre l’8 ottobre grande concerto al Santomato live di Pistoia. Una curiosità: Arianna è stata invitata alla prima a Vicenza del nuovo film

“Janis” come ospite d’onore il 10 ottobre. Arianna nasce a Roma ma vive ormai da molti anni a Vicenza. Dopo qualche iniziale esperienza con la sua band i Turtle Blues, la svolta arriva nel 2010 quando vince il contest internazionale indetto dalla famiglia di Janis Joplin (il fratello Michael e la sorella Laura) in occasione del quarantennale della sua scomparsa. La sua versione del brano “Mercedes Benz” vince il concorso superando centinaia di proposte arrivate da ogni continente. Da lì nasce la collaborazione con i Big Brother and the Holding Company, la storica band di Janis Joplin, che li ha visti esibirsi in Italia con Arianna come “special guest”. Arianna sente comunque l’esigenza di incidere brani propri ed inizia a lavorare con Jean Charles Carbone e Marco Fasolo. Il disco autoprodotto si fa notare tra gli addetti ai lavori (nel frattempo vince il premio “L’artista che non c’era” al CPM di Milano) preparando l’uscita ufficiale su etichetta K1 Records. © Riproduzione riservata

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STONER di John Edward Williams

’è un caso letterario piuttosto curioso, esploso lo scorso anno (seppure la pubblicazione risalga al 2012), ma il cui riverbero ancora, ogni tanto fa parlare qua e là di un piccolo libro pubblicato da Fazi Editore. Lo si potrebbe definire il caso di una rivincita postuma. Mi riferisco al bellissimo Stoner di John Edward Williams, regolarmente

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tx Alfonso Papa

acesinmybook@backstagepress.it

pubblicato negli Stati Uniti nel 1965, ma ignorato dal pubblico dei lettori risultando così un fiasco di vendite clamoroso (appena 2000 copie). Il romanzo viene però ripubblicato dalla Vintage Classic nel 2003 e poi nuovamente dal New York Review of Book Classics nel 2006. E a questo punto succede qualcosa. Grazie al passaparola, primo fra tutti quello dalle

caratteristiche esponenziali dei social network, Stoner diventa un vero e proprio caso editoriale fino che – sei anni dopo, nel 2012 appunto – per l’Italia lo pubblica Fazi (con la traduzione di Stefano Tommolini). E’ la storia di una storia che ce la fa, quindi, nonostante tutto! I commenti di chi ha avuto modo di leggere il romanzo sono praticamente unanimi (seppure ci sarà sempre chi


fa del “canto fuori dal coro” la propria cifra espressiva) e tutti entusiastici: recensioni su quotidiani e riviste, post e tweet di anonimi lettori di tutto il mondo e di lettori meno anonimi o addirittura famosi (come divi cinematografici, scrittori, sceneggiatori, editor delle serie tv più in voga) in grado evidentemente di orientare e condizionare il proprio pubblico di riferimento (e menomale… una volta tanto centoquaranta caratteri non proprio buttati al vento).

di un gelido matrimonio e di un disperato amore universitario; si è così vicini all’infelicità del protagonista che si ha paura di respirare”. (Nick Hornby) “Questo è semplicemente un romanzo che parla di un ragazzo che va all’università e diventa professore. Eppure è una delle cose più affascinanti che potrete leggere”. (Tom Hanks) “Stoner è qualcosa di più raro di un grande romanzo – questo è un romanzo perfetto, così ben narrato, con una lingua superba e così “Appena inizi a leggerlo profondamente toccante senti di essere in ottime da levare il fiato”. (Morris mani. Ha una prosa molto Dickstein, The New York lineare. La trama, se ci si Times) limita a elencare i suoi elementi, può suonare molto E la cosa più sconcertannoiosa e un po’ troppo tri- te è che è tutto vero. Stoste. Ma di fatto è una vita ner è effettivamente un minima da cui John Wil- libro meraviglioso. Ogni liams ha tratto un romanzo tanto successo di vendite e davvero molto bello. Ed è qualità del libro combaciala più straordinaria scoper- no (in realtà checché ne ta per noi fortunati lettori”. pensino i manager conta(Ian McEwan). bili a capo delle case edi“Il ritratto magistrale di un trici, capita più spesso di uomo autenticamente vir- quanto si pensi e più spesso tuoso”. (The New Yorker) ancora, ahimè, fuori dall’I“Questa è grande arte”. (Le talia). È evidente, come diFigaro) cevamo, che in questo caso “Stoner è una storia la condivisione social abperfettamente costruita, bia giocato un ruolo di pri-

maria importanza: un case history che meriterebbe di essere studiato approfonditamente. Ma da un punto di vista squisitamente letterario la domanda più interessante diventa decisamente un’altra. Perché in effetti, al primissimo sguardo, quella di William Stoner non è certo una “grande storia”, di quelle che si penserebbe possano attrarre un così gran numero di lettori. Come può essere dunque che una storia così da nulla, un’ordinaria esistenza, fin troppo pacata e tranquilla, possa suscitare un così diffuso clamore? Stoner è uno di quei libri che quando hai finito di leggerli ti lasciano in testa una sensazione di riverbero. Come se ci fosse urgentemente bisogno di ricominciare la lettura da capo per poter eliminare i residui. Perché? Continua a leggere su www.backstagepress.it © Riproduzione riservata

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arà dedicato all’Ottocento operistico italiano il programma di Venerdì 2 ottobre al Teatro Sociale di Amelia che aprirà il quarto week end dell’Ameria Festival: un’appassionata carrellata tra alcuni dei brani simbolo del gran secolo del melodramma nostrano che verranno eseguite dal Quintetto di fiati dell’Opera di Roma, Carlo Enrico Macalli al flauto, Luca Vignali all’oboe, Calogero Palermo al clarinetto, Alessio Bernardi al corno, Eliseo Smordoni al fagotto. In programma diverse sinfonie tratte da altrettante opere: la Sinfonia dalla Norma di Vincenzo Bellini, da L’italiana in Algeri di Gioacchino

Rossini, dal Nabucco e da La forza del destino di Giuseppe Verdi; e, per concludere, il Pot-pourri fantastico dal Barbiere di Siviglia di Giulio Briccialdi e Gioacchino Rossini. Il Quintetto di fiati dell’Opera di Roma ricalca l’abitudine tipica delle orchestre del Nord Europa di impegnare i suoi componenti in piccoli complessi da camera che svolgono una duplice funzione: affinare il suono e l’amalgama di singole sezioni o gruppi dell’orchestra stessa e permettere ai musicisti di esplorare un tipo di repertorio che li coinvolge e li responsabilizza maggiormente rispetto al lavoro con l’insieme orchestrale. La crescita di

formazioni cameristiche nate in seno alle grandi orchestre si sposa con il processo di rinnovamento generazionale che ha interessato la maggior parte di queste ultime nel corso degli ultimi decenni. Il Quintetto di fiati delle prime parti dell’Orchestra dell’Opera di Roma è un esempio caratteristico di questo fenomeno: un gruppo di fiati composto da musicisti che hanno iniziato la loro carriera, solistica e in orchestra, non prima della metà degli anni Ottanta e che nel corso degli anni ha svolto un intensa attività con l’Ensemble in Italia e all’Estero in prestigiose sale da concerto tra le quali: Auditorium Parco della Musica di Roma; Teatro dell’Opera di Roma, Accademia Filarmonica di Bologna. L’Opera Ensemble si è esibito nei “Concerti al Palazzo del Quirinale” a Roma suonando per RAI Radio TRE in trasmissione diretta Euro Radio.

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