Backstage Press - Dicembre 2018

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anno VI n.12 - Dicembre 2018 - Poste italiane s.p.a. sped in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 1 - DCB - Caserta


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Resta difficile immaginare, che oggi, la musica possa portare alla fine di tante giovani vite, compresa quellla di una giovane mamma di quattro figli, che era li per uno di loro. L’ episodio di Ancona oltre a lasciare increduli e senza parole apre la mente a tante domande. Forse la musica c’entra poco con ciò che è accaduto e le vere risposte andrebbero ricercate in questa socie-

tà moderna ove tutto sembra essere sempre “dovuto” e “concesso”. Ci chiediamo ad esempio se sia normale che un evento per ragazzi di giovane età possa svolgersi a notte inoltrata, o se sia normale che location, forse non sempre attente alle norme di sicurezza, accolgano grandi masse di persone. Ma questo è un po’ il male di questo nostro paese, dove ogni volta,

puntualmente ci si ritrova ad esclamare: è una tragedia annunciata, si poteva evitare! Forse dovremmo cominciare a preoccuparci un po’ di più di ciò che ci circonda, focalizzare l’attenzione sulla prevenzione e non sull’emergenza. Così facendo, un domani ci ritroveremmo sempre più spesso dinanzi ad una grande festa più tosto che a piangere l’ennesima tragedia.

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CESARE CREMONINI

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TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI Backstage Press è edito dall’associazione culturale “Il Sogno è Sempre Onlus”. Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, disegni e fotografie non si restituiscono anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’editore. Gli autori e l’editore non potranno in alcun caso essere responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’uso improprio delle informazioni contenute. La collaborazione è a titolo gratuito. Foto e manoscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono. REDAZIONE Alfonso Morgillo, Margherita Zotti, Michela Campana, Alfonso Papa, Marica Crisci, Domenico Ruggiero, HANNO COLLABORATO: Michela Drago, Alessandro Tocco, Francesco Ruoppolo, Alfonso Papa (To), Giuseppe Maffia, Ambra De Vincenzi, Tonia Cestari, Carmela Bove. REGISTRAZIONE n. 815 del 03.07.2013 presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE). Comunicazione Editore: Il Sogno è Sempre Onlus Sede Legale: Via Botteghino, 92 – 81027 San Felice a Cancello (CE) Sede Operativa: Via Giacomo Matteotti, 20 – 81027 San Felice a Cancello (CE) – Fax. 0823.806289 – info@backstagepress.it – www.backstagepress.it Distribuzione: Gratuita Stampa: Pieffe Industria Grafica. Tiratura 7.000.

12 KING CRIMSON

16 ENNIO MORRICONE

19 DIVINO JAZZ FESTIVAL

21 SANREMO GIOVANI

24 ARTE

27 EMERGIAMO

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Cesare Cremonini è poetica tx Michela Campana

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ai Luna Pop con “Cinquanta Special” ad oggi con “Poetica”, Cremonini è uno degli autori aperti al cantautorato italiano, che oggi molti non seguono più. Bolognese “doc”, dei suoi testi fa tanto e dice tanto. Con i Luna Pop dal 1999 ha fatto ballare fino al 2002 quando ha iniziato a farci sognare. “Marmellata 25”, proprio come accade nel video (girato tra la sua casa e i porticati di Bologna, il cantautore inseguito da una sorta di alieno arriva ai giardini Margherita per poi risvegliarsi nella sua stessa casa) Cesare sembra risvegliarsi da un sogno e rimpossessarsi della propria vita musicale, difatti è con Marmellata 25 che inizia il suo percorso personale di maturità. Padre Madre, Il Comico, La nuova stella di Broadway, Lost in the weekend, Latin Lover, Buon Viaggio, Una come te, Vieni a vedere perché, Mondo, Logico, Grey Groose, Il Pagliaccio, Poetica, Nessuno vuole essere Robin, Possibili Scenari. “Un uomo nuovo”, che all’occasione diventa “co-

mico” per farti ridere o un “pagliaccio” che può dedicare una canzone ad “una come te”. Con “Grey groose” si arriva a capire perché è “logico” che a due come noi sia possibile trovare un complice in questo disordine. “Nessuno vuole essere Robin”, un monito a quello che è diventata la nostra stupida vita con l’utilizzo dei social. L’artista con “quanti inutili scemi per strada o su facebook che si credono geni, ma parlano a caso” mentre noi ci ritroviamo alla fine a parlare con i cani, vuole dire: apriamo gli occhi e riprendiamoci la nostra vita reale, stacchiamoci da quella “virtuale” che può offrirci un qualsiasi stupido social.

al tempo stesso scenario di frequenti attentati che hanno portato alla perdita di numerose vite umane, prezzo da pagare per ottenere la libertà. Possiamo parlare di Isla come di un isola felice? Chissà... Cremonini ha portato in scena uno spettacolo dalla durata di due ore e venti minuti ricco di luci, colori, alternati a momenti intimi con piano e voce.

E’ riuscito ad esprimere il suo eclettismo e le sue straordinarie doti di showman, musicista, cantautore e compositore, capace di intrattenere il pubblico alternando l’energia delle sue performance live all’intimità dei momenti acustici, al pianoforte e alla chitarra, che da sempre contraddi“Silent Hill?” “Non hai dav- stinguono i suoi concerti. vero paura finchè non sai davvero chi sei”, non si può Noi di Backstage Press scappare dai propri fanta- lo abbiamo tanto visto smi. Quando si arriva a tale come Chris Martin dei consapevolezza il mondo Coldplay, sono nati insiepuò essere tuo senza sfor- me e questo è sicuro, mondi paralleli che con tocco zo. d’estro si accomunano. La “Isla”, la libertà è una conquista che può portare Se si riesce a carpire il suo a tante rinunce. In tal caso senso ci si accorge che nei scendiamo prettamente nel testi riesce impeccabilmensociale. L’ artista nel testo te ad essere profondo nel cita Parigi, città fondata toccare le diverse tematisui principi dell’uguaglian- che personali e sociali. za, fratellanza e libertà ma


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Inoltre risulta essere un musicista meticoloso, riesce a curare i minimi dettagli dei suoi pezzi, da lui la bravura dei musicisti che oggi lo circondano. Ma si nota. La prima donna è lui, capace di dare un piano preciso a chi lo ac-

compagna senza che nessuno di loro trovi difficoltà ad eseguire i suoi pezzi. E’ poetica la sua storia e sarà poetico il suo percorso. © Riproduzione riservata

ph Alfonso Papa

Ragazzo che viene dalla scuola bolognese e perché non paragonarlo ad un Mogol nella scrittura dei testi. Gran paroliere nonostante la sua giovane età e chissà che nel tempo le sue parole possano essere nominate nei libri del cantautorato nostrano.



Mario Biondi

e il suono dei Quintorigo tx Alfonso Papa

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sperimentazione sia! Ho pensato ad un connubio tra il moderno progressive dei Quintorigo, la maestria jazz-fusion di Federico Malaman, la grande conoscenza dei sound elettronici e l’esperienza nella pop music di Massimo Greco unita alla giovane e potente arte del diciassettenne Tosh Peterson alla batteria. L’idea è quella di rinnovare e potenziare un repertorio consolidato e fonderlo con novità piene di colori e sounds accattivanti per questo tour teatrale. Vi invito a condividere questa esperienza con noi”. Sul palco troveremo una speciale super band composta da Quintorigo, Federico Malaman, Massimo Greco e Tosh Peterson. Una collaborazione nata sul palco di Umbria Jazz lo scorso 21 luglio, dove Mario è stato headliner della serata. Gradi-

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tissimi ospiti sono stati in quell’occasione proprio i Quintorigo, che hanno arricchito di nuove sonorità alcuni dei brani in scaletta. Mario Biondi con i Quintorigo ha realizzato “I wanna be free”, brano scritto dallo stesso Biondi e Max Greco (musica), Jeff Cascaro e Robin Meloy Goldsby (testo) prodotto da Mario Biondi e Max Greco. “L’ oppressione sull’uomo ha sempre generato dolore e violenza. Il rispetto delle libertà e della sensibilità altrui è la risposta. I wanna be free è una canzone che nasce da questa suggestione: evocativa e piena di contaminazioni musicali. Nell’esecuzione dal vivo potrete cogliere l’evoluzione di questo brano con le varie sfaccettature musicali e la contaminazione fra Quintorigo e i musicisti coinvolti in questo progetto.”

data di apertura del tour, il 3 dicembre presso il Teatro Augusteo di Napoli – tutta la sperimentazione che gli artisti sul palco hanno messo nell’ esecuzione dei brani. La voce particolare di Mario arricchita dalla maestria dei Quintorigo fanno si che ogni brano sia vestito con un arrangiamento creato ad hoc. Una voce nera, profonda carica di energia e groove – assimilabile a quella di Barry White. Sul palco che abbiamo difronte si nota che non c’è un artista solista con la sua band ma è come se fossero tutti protagonisti, ognuno di loro ha il suo spazio e come dice lo stesso Mario, non sono i musicisti che si mettono a disposizione della sua musica ma è la sua musica che da spazio al loro estro.

Molto particolare la presentazione dei brani, introdotta da altrettanti brani Noi di Backstage Press sia- famosi di altri artisti. mo riusciti a cogliere – alla


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ph Michela Drago


Ricordiamo tra gli altri Appocundria di Pino Daniele che è stata una bella sorpresa per il pubblico napoletano. L’ introduzione ad un altro

suo brano con uno altrettanto storico come Una casa in riva al mare di Lucio Dalla e qui il pubblico dell’ Augusteo ha intonato insieme a

lui le note e le parole di questo bellissimo testo. Oggi il mio suono è il suono dei Quintorigo.

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King Crimson

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Per il 50°anniversario, arrivano anche in Italia

King Crimson celebreranno nel 2019 il 50° anniversario del gruppo e quale modo migliore, per la leggendaria band capitanata da Robert Fripp, se non un tour mondiale che li vedra’ toccare tre continenti e calcare i palchi dei maggiori festival ed arene estive. Location esclusive ospiteranno gli show italiani: l’Arena di Verona ,la Palazzina di Caccia a Nichelino e l’Arena Santa Giuliana di Perugia. Luoghi magici che creeranno, insieme alla musica dei King Crimson, un’atmosfera unica.

Da quando, nel 2014, la band e’ tornata ad esibirsi dal vivo, con show acclamati dalla critica e che hanno fatto registrare il sold out in tutto il mondo inclusi 2 incredibili concerti nell’Anfiteatro degli Scavi di Pompei, già casa dei Pink Floyd, il pubblico è stato reinventato, tanto quanto la band stessa: “A Pompei, una grande percentuale del pubblico era composta da giovani coppie; i King Crimson sono entrati nel mainstream in Italia. -racconta Robert Fripp- Ho cammi-

nato sul palco sapendo che la posizione di questa band nel mondo aveva cambiato livello.” Con il cinquantesimo anniversario, pare che un pubblico più ampio sia finalmente pronto ad accogliere i King Crimson. Un processo che è cominciato quando Kanye West ha usato un sample di “21st Century Schizoid Man” per la sua hit “Power” del 2010 e adesso vede la loro canzone “Starless” come colonna sonora delle scene di apertura nel nuovo film del 2018 di Nicholas Cage, “Mandy”.


I concerti di tre ore serrate della band includono materiale proveniente da dodici dei loro tredici album in studio, tra cui molte canzoni dal loro capolavoro del 1969, “In The Court Of The Crimson King”. La nuova line-up di otto membri suona molti pezzi storici che i Crimson non hanno mai suonato dal vivo,

così come nuovi arrangiamenti di classici dei Crimson. - “La musica è nuova, in qualunque momento sia stata scritta.” Ci sono anche nuovi brani strumentali e nuove canzoni, così come le composizioni dei tre batteristi, Pat Mastelotto, Gavin Harrison e Jeremy

Stacey, uno dei momenti salienti dei concerti. Uno show unico, dove otto dei migliori musicisti del mondo suonano musica senza distrazioni od ornamenti. © Riproduzione riservata

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Ennio Morricone

Un addio...non addio, del nostro grande maestro.

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l Maestro ha appena annunciato l’ultima serie di concerti del suo tour che ha fin qua riscosso un immenso successo. Morricone, che ha festeggiato il 90° compleanno lo scorso 10 novembre, si esibirà in due concerti all’Arena di Verona (18-19 maggio 2019) e in 4 concerti alle Terme di Caracalla di Roma (15-16-21-22 giugno 2019)

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I concerti sono parte del suo 60 Years of Music World Tour che segna il 60° anniversario della carriera del compositore e direttore d’orchestra e ha, fino a oggi, visto svolgersi più di 50 concerti in 35 città europee. Più di 650.000 hanno assistito ai concerti del tour dal 2016 dove Morricone ha diretto un’orchestra e un coro con oltre 200 elementi

sul palco. Questi concerti a Verona e Roma saranno l’ultima occasione in cui il Maestro riprodurrà le sue musiche “prima di godersi una meritata pensione”, si legge sul comunicato ufficiale di promozione dell’evento. Una delle particolarità di questi nuovi spettacoli è la variazione delle scalette nelle varie serate.

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Parlando del suo recente compleanno Morricone ha detto: “Mi sento privilegiato ed emozionato a festeggiare il mio 90° compleanno così in salute. È una benedizione

poter ancora dirigere i miei concerti in tante meravigliose città europee e sono grato per la generosità che il mio pubblico continua a dimostrarmi”. Ed anche noi di

Backstage Press siamo grati a lui per il meraviglioso patrimonio musicale che ci ha generosamente lasciato. © Riproduzione riservata


Divino Jazz Festival

Concerti, Mostre, Visite Guidate, Degustazioni

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orna anche quest’anno tra il Vesuvio e il mare, borghi storici e vigneti, il festival che unisce la musica dal vivo e il jazz al buon bere. Dal 16 al 23 dicembre la XVI edizione del Divino Jazz Festival propone concerti gratuiti, degustazioni di prodotti tipici, visite guidate alle aziende vinicole specializzate nella produzione del Lacryma Christi, oltre a itinerari turistici nei siti archeologici del vesuviano. Andando alla scoperta creativa di un territorio straordinario e poco conosciuto dai circuiti turistici tradizionali: i comuni

di Boscotrecase e Trecase, in provincia di Napoli. Ospiti d’eccezione del festival ideato e diretto da Gigi Di Luca saranno Fabrizio Bosso con lo Spiritual Trio, Enzo Avitabile con i Bottari di Portico, Gege’ Telesforo, Dario Deidda, Baba Sissoko, Eric Waddell con il suo Combo Gospel e il Divino Christmas Concert. Oltre ai concerti e alle attività per i più piccoli, in programma anche la mostra fotografica “Terra Nera: i Vesuviani” a cura di Pino Miraglia (vernissage 19 dicembre ore 18.30). L’espo-

sizione, allestita negli spazi dell’Auditorium dell’Istituto Comprensivo di Boscotrecase fino al 23 dicembre, è un racconto fotografico che partendo dalla terra nera, viva e fertile del Vesuvio ne va ad indagare la struttura, la forma, la sostanza. “Un Festival da vivere con tutti e cinque i sensi – dichiara il direttore artistico Gigi Di Luca – è questo il concept del Divino Jazz che dal 2004 fonde musica e scoperta del territorio vesuviano. Un programma che guarda soprattutto al jazz come incontro con gli altri generi e come

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esplorazione nei linguaggi. Sei serate tra concerti e performance artistiche nei centri storici, un itinerario urbano, visite alle aziende vinicole, attività per bambini e laboratori del gusto”. Ad inaugurare il cartellone musicale sarà il raffinato trio composto da Fabrizio Bosso (tromba), Alberto Marsico (organo) e Alessandro Minetto (batteria) che si esibirà domenica 16 dicembre alle 20.30 al Teatro Corelli di Trecase. Lo Spiritual Trio è uno dei progetti più affascinanti di Bosso: con due album alle spalle, la matrice di questa formazione è un omaggio alla musica afro-americana, declinata nella sua variante gospel e spiritual. Si prosegue mercoledì 19 dicembre con il Divino Christmas Concert, a cura delle orchestre degli allievi delle scuole a indirizzo musicale dei paesi vesuviani. L’esibizione si terrà all’Auditorium dell’Istituto Comprensivo di Boscotrecase Prisco che il giorno seguente (20 dicembre) ospiterà il live del Gege’ Telesforo Quartet, special guest Dario Deidda. Il cantante, polistrumentista, producer e autore pugliese, ambasciatore dell’UNICEF, presenta il progetto “Soundz for children”, finalizzato alla rimozione di tutti gli ostacoli socioculturali che impediscono un armonioso sviluppo psicofisico dei bambini.

bre nei due comuni che ospitano il festival. Alle 17 a Boscotrecase (all’Auditorium dell’Istituto Comprensivo) si terrà il laboratorio musicale per bambini “Giochi un jazz”, mentre in serata al teatro Coralli di Trecase (ore 20.30) va in scena il live del Griot maliano Baba Sissoko, in scena con il progetto Afro Blues. Ricco di proposte musicali ed artistiche anche il week end: sabato 22 dicembre alle ore 10 e alle 12 ci saranno due visite guidate presso gli Scavi di Oplonti e l’Antiquarium di Boscotrecase a cura dell’Archeo Club di Torre Annunziata; il pomeriggio a partire dalle 19 presso il centro storico di Boscotrecase si continuerà con la performance itinerante Centro Storico in Jazz con laboratori del gusto e attività collaterali. In serata, dalle 20.30 presso la Chiesa di Sant’Anna spazio alle sonorità gospel, soul e rhythm and blues di Eric Waddell & Abundant Life Gospel Singers, uno dei gruppi di spicco di Baltimora Maryland.

Gran finale domenica 23 dicembre alle 20.30 con il concerto di Enzo Avitabile accompagnato dai Bottari di Portico in Piazza Municipio a Boscotrecase. Musicista simbolo della contaminazione tra generi e maestro assoluto del groove, Avitabile è un artista che ha valicato i confini linguistici, stilistici Il programma prevede, e geografici come pochi, inoltre, un doppio appun- arrivando alla definizione tamento venerdì 21 dicem-

di un suono unico e originale. Tra le sue collaborazioni più recenti quella con il bassista statunitense Marcus Miller, storico collaboratore di Miles Davis. Sempre domenica 23 dicembre a Boscotrecase, dalle 10.30 percorsi di trakking urbano per le vie della città. Per tutta la durata del festival, inoltre, sarà possibile visitare dalle dalle 9 alle 17 le Aziende Vinicole Cantine del Vesuvio ( Via Tirone della Guardi 28 – Trecase NA ) e Sorrentino (Via Fruscio 2 – Boscotrese NA). Il “DiVino Jazz Festival” è un progetto co-finanziato dall’Assessorato al Turismo della Regione Campania con fondi a valere sul Poc Campania 2014-2020 (Programma Operativo Complementare) e dal Comune di Boscotrecase, in partenariato con il Comune di Trecase.

Tutti i concerti e le iniziative in programma sono ad ingresso gratuito.

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Sanremo Giovani

Baglioni da dittatore a dirottatore artistico.

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entiquattro Giovani e una sfida all’ultimo voto per conquistare 2 posti accanto ai big del Festival della Canzone Italiana 2019. “Sanremo Giovani”, quattro puntate pomeridiane dal titolo “Ecco Sanremo Giovani” e due prime serate “Sanremo Giovani”. A Luca Barbarossa il compito delle «presentazioni» ufficiali dei concorrenti - sei a puntata - vestendo i panni del moderatore, dell’intervistatore, del “sollecitatore” di temi su cui dibattere liberamente dalla musica alle canzoni, dai sogni alle aspirazioni, dalle difficoltà ai successi – duettando anche, in alcuni casi, con gli artisti. Giovedì 20 e venerdì 21 dicembre in prima serata con “Sanremo Giovani”, condotto da un duo d’eccezione Pippo

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Baudo e Fabio Rovazzi. Regole semplici per un grande spettacolo: 24 cantanti in diretta e dal vivo; 24 brani originali per conquistare due posti nell’unica categoria (insieme ai Big) prevista in questa nuova edizione del Festival della Canzone italiana. Due gli artisti (uno per sera) selezionati, quindi, attraverso il voto della commissione musicale guidata da Claudio Baglioni; della giuria degli esperti, presieduta da Luca Barbarossa; e del televoto da casa. Una platea composta dai principali critici musicali italiani assegnerà, a un artista per serata, il Premio della critica. Uno dei momenti più attesi di Sanremo Giovani: la comunicazione dei 22 big che parteciperanno alla 69ma edizione del Festival della Canzone italiana.

“Non aver messo in contemporanea i due festival – dichiara Baglioni - dei giovani e dei big ci ha permesso di guardare a Sanremo 2019 come quello spettacolo che fa una fotografia dell’esistente”. E riferendosi ai due nuovi “big” - Einar e Mahmood - Baglioni dice “Sono una realtà musicale tutta nuova”. Il festival sarà una celebrazione della musica italiana, “tra concorso e artisti che verranno a presentare i propri progetti. Gli stranieri? Come l’anno scorso, con Sting e James Taylor, vorrei che omaggiassero l’Italia”. Nelle serate di Sanremo Giovani 2018 del 20 e 21 dicembre sono stati annunciati i nomi dei 22 big che parteciperanno a Sanremo 2019:


Einar

Nek

Federica Carta e Shade

(brano ancora da scoprire)

Mi farò trovare pronto

Senza Farlo Apposta

Paola Turci

Motta

Achille Lauro

L’ultimo Ostacolo

Dov’è l’Italia

Rolls Royce

Simone Cristicchi

Il Volo

Arisa

Abbi cura di me

Musica che Resta

Mi sento Bene

Zen Circus

Ghemon

Francesco Renga

L’amore è una dittatura

Rose Viola

Aspetto che Torni

Anna Tatangelo

Ex Otago

Boomdabash

Le nostre anime di notte

Solo una canzone

Per un milione

Loredana Bertè

Daniele Silvestri

Enrico Nigiotti

Cosa ti aspetti da me

Argento Vivo

Nonno Hollywood

Irama

Negrita

Nino D’Angelo e Livio Cori

La ragazza con il cuore di latta

I ragazzi stanno bene

Un’altra luce

Patty Pravo con Briga

Mahmood

Un po’ come la vita

(brano ancora da scoprire)

Ultimo I tuoi particolari

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Alessandro Dobici Dicem

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l Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo presenta dal 30 novembre 2018 al 16 gennaio 2019, negli spazi del Real Albergo dei Poveri, la mostra antologica di Alessandro Dobici promossa dall’Assessorato Regionale ai beni culturali e all’identità siciliana. “Il Polo Museale d’Arte Moderna e Contemporanea-dichiara Valeria Patrizia Li Vigni, direttrice-ha avviato una collaborazione con Alessandro Dobici considerato tra i più talentuosi ritrattisti italiani, un modo per sostenere anche questo suo reportage sulle isole della nostra Regione e una serie di ritratti agli esponenti della cultura siciliana nei vari settori, che sarà presentato nel 2019. Un progetto che ben rientra nelle iniziative che il Polo Museale sta portando avanti per raccontare la Sicilia oggi.” «All’inizio fotografavo solo paesaggi perché non volevo interagire con le persone. C’ero solo io, il mio obiettivo, nessuno poteva vedere ciò che guardavo. Poi col tempo ho capito che fare fotografie poteva essere il più importante, gratificante e bel modo di esprimere me stesso e di conoscere gli altri. Mi interessa scoprire cosa c’è dietro e cosa hanno da dire le persone che

incontro e fotografo. Il ritratto è un’ occasione unica di poter rendere pubblico il mio punto di vista. E quando ritraggo un personaggio, cerco di raccontare la mia percezione sulla sua essenza, prima che sulla sua immagine». La storia della fotografia, come della pittura, è segnata da sempre da ritratti, di gente comune e di personaggi famosi. E se oggi, nell’epoca del digitale, il ritratto, il selfie è ovunque, quindi scontato e oltremodo banalizzato da eccessi esibizionistici, attraverso il lavoro di Dobici scopriamo che raccontarsi in prima persona non è così ovvio e naturale. Il ritratto è uno dei “generi” più difficili dell’arte

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arte

fotografica, poiché non basta saper realizzare delle “belle” immagini per riuscire a comunicare attraverso lo sguardo degli altri qualcosa di significativo. Il ritratto di una persona è una connessione profonda, quasi una seduta psico-analitica tra l’occhio del guardante (l’autore) e l’occhio del guardato (soggetto ripreso), che segna una linea dell’animo umano di entrambi. Il lavoro di Dobici sulle persone non è mai convenzionale, trasuda un interesse smisurato nel cogliere la caleidoscopica stratificazione dell’individuo, e lo fa senza eccessi, in bianco e nero. © Riproduzione riservata

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Jennifer V Blossom Dicem

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sognatrice alternativa che non somiglia a nessuno

o notato che nella tua biografia non è indicata l’età, come mai questa scelta? In realtà non è una mancanza ma non l’ho messa volontariamente, non perché abbia problemi con l’età – ci mancherebbe - ma mi è sempre piaciuta quella idea eterea che si può avere senza età, senza spazio, senza luogo. Sei giovanissima ma vanti già moltissime esperienze, come arrivi alla musica? Sei figlia d’arte? L’unico contatto che ho con l’arte è mio fratello, che di nove anni più grande ed è batterista jazz ed è stato una “forte” presenza. Non so come dire, mi ha ispirata, grazie a lui ho avuto quell’immaginario mu-

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tx Michela Campana

sicale che mi ha dato la spinta. L’ aver condiviso la stanza con lui, i poster, le pile di cd è stato come sentirmi dove volevo essere. Non è che lui mi abbia spinto più di tanto verso la musica ma semplicemente mi ha fatto prendere la consapevolezza che lui faceva quello che dentro di me volevo fare. Quindi due vite parallele – musicalmente parlando – ma che non si incontrano. Esatto, grazie a lui sono riuscita a trovare l’ambiente nel quale coltivare il mio sogno, se fossi stata da sola a dovermi creare un immaginario del mondo musicale come lo intendevo io, forse, sarebbe stato completamente diverso e sicuramente più difficile. Tuo fratello jazz, tu invece?

Ho incontrato un mondo di suoni diversi e volendo indicare un genere si può semplificare con il termine rock, anche se ho milioni di sfumature e per esempio lo stesso jazz è parte dei miei riferimenti. Tanto è vero che anche mio fratello è in alcune registrazioni del disco. Ho incontrato mio fratello in età adulta, quando due persone formate in maniera diversa si sono ritrovate nella musica. Nelle mura domestiche non abbiamo mai condiviso la nostra musica, anzi l’abbiamo sempre vissuta quasi con riserbo come se avesse la meglio una sorta di timidezza. Abbiamo, però, sempre condiviso gli obiettivi raggiunti essendo felici l’uno dell’altro. Quando ripartii, senza gruppo nel 2015, chiesi a lui se voleva suonare con me nel primo singolo di questo nuovo progetto.


Ma lo contattai in modo quasi formale, chiedendogli la partecipazione. Il singolo di cui parliamo è 3AM. Hunting Days, il tuo nuovo disco. Non è il tuo primo lavoro vero? E’ il primo da solista, non è il primo della mia vita ma è il primo di questo nuovo percorso. Totalmente da sola, eccetto appunto la collaborazione di mio fratello, Stefano Costanzo, alla batteria e di un bassista – contrabbassista, Renato Grieco. Quanti brani contiene l’album? Dieci brani e la collaborazione dei due musicisti la troviamo in “Come se nessuno mai”, “A bit like going back”, “Harsh Staff ”, “Hunting day”, “3AM”. Gli altri pezzi sono suonati solo da me, voce e chitarra. Come se nessuno mi, unico pezzo italiano del disco? Si, perché era importante per me iniziare a dare un input di questa evoluzione che ho avuto. Scritto da te? Tutto scritto da me, musica e testi. I musicisti che hanno collaborato hanno solo suonato. Sbaglio o in qualche brano ho visto anche un po’ di sax? Il sax è presente più nelle cover, scegliendo di vivere di musica ho dovuto fare una scelta ed ho dovuto scindere il mondo inedito da quello interpretativo. Purtroppo oggi giorno bisogna essere contestualizzati a quello che è il cambiamento e l’inedito non mi dava da mangiare e quindi ho dovuto creare due progetti paralleli. Quello con il mio nome d’arte completo

che è Jenny V Blossom in cui faccio quello che dico io come dico io senza compromessi commerciali e poi ho messo in piedi Jen’s Groove. Cosa rappresenta il groove per te? Il groove è quello in cui si segue quella sorta di bit, in genere è il basso che crea il groove. Io ho preso questo termine e l’ho associato al mio modo di interpretazione, il groove per me è quello che metto nel caratterizzare con una sorta di impronta personale i vari brani che vado ad interpretare. Hai qualche icona a cui ti ispiri? No, purtroppo ho molte influenze e questo ha fatto si che non sia assimilabile a nessuno. E mi fa molto piacere quando qualcuno dopo avermi ascoltata mi dice che non somiglio a nessuno. Tra le cover, c’è anche Tintarella di luna di Mina, come mai questa scelta? Amo molto i brani di altri tempi, hanno delle sonorità che oggi non riesco a ritrovare nella musica odierna. Infatti gli artisti contemporanei che ascolto sono proprio di nicchia. Anche per questo, il progetto parallelo Jen’s groove l’ho incentrato su una sorta di evoluzione della popular music. Vado spesso a fare delle “immersioni” culturali con dei corsi o stage o ancora come ascoltatrice all’accademia. Una volta incappai in un corso gratuito tutto incentrato sull’evoluzione tra cinema e popupar music e ciò accadde in concomitanza del mio smettere di suonare col gruppo. Fermai il progetto e mi ritrovai da sola. Questa cosa, mi ha dato molta ispirazione,

sia artisticamente che culturalmente. Quale era il tuo progetto all’epoca? The over the Edge, oltre il confine. Progetto che fondai a diciassette anni. Dopo questo progetto arriva l’esperienza americana. Riuscimmo a lavorare in maniera seria tanto che una talent scout di un produttore ci scoprì. Io ed il mio chitarrista di allora avevamo questa indole comune di prendere molto sul serio il lavoro e nonostante fossimo agli albori del telematico siamo riusciti a cogliere il meglio dell’avvento di questa terza dimensione. Noi intuimmo subito che da My Space si doveva passare a Facebook. All’epoca era appena uscito, ci iscrivemmo e lo usammo nella maniera giusta, capimmo subito che era un mezzo per riuscire ad arrivare ove altrimenti non saremmo mai arrivati. Ciò ci portò dall’altra parte dell’oceano nelle mani di questa talent scout che si innamorò di noi, ne parlò con il suo produttore e lui rimase entusiasta del nostro disco. Facemmo una conversazione su Skype, ci conoscemmo e ci disse: Ragazzi io sto creando una sorta di ragnatela di produzione, nel senso che prendo una band in cui credo da ogni paese perché vorrei fare una produzione mondiale e voi siete quelli che ho scelto dall’Italia. L’album che inviammo per l’ascolto era All the solutions. Anche questo album autoprodotto. Questo album uscì quando avevo vent’anni ed era il terzo album che autoproducevo. Ma questo era sicuramente il primo che aveva una certa maturità. La proposta bellissima fu:, voi vi pagate le spese di viaggio ed io vi produco un album e vi darò ospitalità per un mese. Siamo rimasti li ventisette giorni e facemmo inaspettatamente tre live, tre concerti nostri sulla est coast, Pensilvenia. Continua a leggere l’intervista su: www.backstagepress.it © Riproduzione riservata

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Bohemian Rhapsody Dicem

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Freddy Mercury senza di lui i Queen non sarebbero stati i Queen, senza i Queen lui non sarebbe stato Freddy Mercury. tx Michela Campana

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ohemian Rhapsody il singolo che all’epoca – e forse neanche oggi - nessuno avrebbe mai prodotto per la durata del brano e per il mix di classica e rock, lo stesso Freddy lo definì un poema epico. Risultato? Un capolavoro che resta nella storia contemporanea della musica. L’introduzione iconica di “We Will Rock You”, il coro in ascesa di “We Are the Champions”, l’ipnotica operatività di “Bohemian Rhapsody”. Chi non è spinto a cantare quando sente questi inni? Chi non può non battere i piedi a battiti così toccanti? Chi può dimenticare il momento in cui il concerto Live Aid del 1985 si è improvvisamente spostato in quinta marcia quando Freddie Mercury si è arrampicato sul palco e ha mandato la folla in una frenesia di canti comunitari?

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Sono trascorsi più di 25 anni dalla morte del cantante e fiammeggiante Freddie Mercury, eppure la musica è viva. Freddie ha ridefinito e superato gli stereotipi, proprio come la musica dei Queen si rifiuta di essere inserita in qualsiasi genere tradizionale. Forse è per questo che la band è un fenomeno così generazionale,


multiculturale e globale. Il produttore Graham King fu persuaso ad acquistare i diritti sulla storia di Freddie Mercury e della band Queen dal pluripremiato scrittore Peter Morgan. Stavo girando il film Hugo e Peter mi ha chiamato e mi ha chiesto se mi piacesse la band Queen, ricorda. “Ho detto sì, io amo la regina! E mi ha detto che stava scrivendo questo copione sulle specifiche e che nessuno aveva i diritti sulla loro storia e che dovevo pensare di essere coinvolto”. King sapeva qualcosa sulla vita di Freddie dall’essere cresciuto a Londra negli anni ‘70 e ‘80 e dopo una lunga conversazione telefonica con Jim Beach, l’avvocato dei Queen, King fu presentato ai fondatori del gruppo, il chitarrista Brian May e il batterista Roger Taylor, e l’affare era siglato. Come previsto da King, May e Taylor erano inizialmente preoccupati per il progetto, ma il curriculum di King che era l’uomo che ha prodotto film pluripremiati su perso-

naggi famosi è stato un buon modo per placare le loro ansie. “Vengo da una zona di grandi film di Hollywood, e ho pensato che la storia meritasse di essere raccontata a quel livello”, dice King. “Il film è una celebrazione della musica e porta avanti l’eredità dei Queen e di Freddie. Di Freddie il suo passato a Zanzibar, il suo arrivo a Londra come immigrato, il pregiudizio che ha affrontato con la crescita sulla sua timidezza e insicurezze sul suo aspetto. Ha combattuto su tanti fronti diversi, ha trovato un’altra famiglia nella band è rimasto sempre qualcuno che tutti amavano e che riusciva a cavarsela con un comportamento davvero oltraggioso che ha contribuito a creare un suono innovativo per l’epoca. Il periodo che va dal 1970 al 1985 è stato la parte più importante della vita di Freddie e della band, e si conclude con il trionfo di Live Aid”. La decisione di chiudere la storia con quell’incredibile esibizione dal vivo aveva perfettamente senso per King e per la squadra. L’ esibizione dei Queen è

stata un colpo al braccio per gli organizzatori di Live Aid. “Freddie è arrivato e ha fatto un set che la band aveva provato per tre settimane, quindi è stato un set perfetto di 20 minuti, e ha riunito tutti. Ha fattio capire loro di cosa si trattasse” - dice King. I Queen hanno ottenuto la più grande donazione singola, circa 1 milione di sterline, che a quei tempi era enorme! Ognuno ha i propri ricordi personali del giorno, ma ha avuto un significato speciale per coloro che si sono esibiti lì, in particolare Brian May. “Posso ricordare la fretta, tutto è veloce ed emozionante”, ricorda. “Perché è stato davvero unico e terrificante in un modo molto carino. Come ogni concerto, c’era un grande sollievo sul palco. Sei solo contento che non sia successo nulla di terribile e tutto sia andato bene. È stata una bella sensazione, e ricordo che Bob Geldof era molto contento. È un grande ricordo perché tutti hanno spazzato via il loro ego e e si sono sostenuti e incoraggiati a vicenda”. © Riproduzione riservata

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MUSICANTI E’... uem bre D

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usicanti porta sul palcoscenico uno spettacolo con grandi interpreti, coreografie, una nuova storia e l’immenso patrimonio musicale di Pino Daniele. Una tessitura che mette in relazione canzoni, drammaturgia e tradizione partenopea per dare vita a una esperienza teatrale e musicale nuova ed unica. Ogni sera sul palco 10 attori/cantanti, 10 ballerini e, ad arricchire lo show, la Band Resident d’eccezione che si esibirà live suonando le storiche canzoni di Pino Daniele, colonna portante della storia, e proponendo gli ar-

rangiamenti originali secondo la rigorosa direzione artistica di Fabio Massimo Colasanti, musicista di prestigio italiano e internazionale e stretto collaboratore di Pino per più di vent’anni. Pino Daniele ha saputo restituire le molteplici identità di una città difficile, densa di culture e ricca di contraddizioni. In Musicanti le vicende dei personaggi s’intrecciano con le canzoni che hanno emozionato migliaia di persone. Un rispettoso omaggio e la celebrazione di un artista immenso, affinché la sua musica e la sua straordinaria forza poetica conti-

nuino ad essere conosciute e apprezzate. Per onorare l’unicità di un maestro innovatore della tradizione italiana, celebrare Napoli oltre gli stereotipi e lasciare spazio alla vita. Una storia originale scritta da Alessandra Della Guardia e Urbano Lione, realizzata e fortemente voluta dalla Società di produzione Ingenius Srl, con la direzione artistica di Fabio Massimo Colasanti. Musicanti dal 7 dicembre 2018 nei teatri e nelle arene d’Italia. © Riproduzione riservata




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