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MICHELE DIELI

Nato a Loano (SV), si diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel ‘92. Si trasferisce a Milano ove sviluppa il suo percorso artistico. Entra a far parte di una nutrita corrente delle più rappresentative realtà artistiche dalla metà degli anni ‘90 in poi, caratterizzata da una rielaborazione della realtà, con un ritorno a discipline più tradizionali quali la pittura e la scultura, non disdegnando media più inediti come l’elaborazione digitale e il video. Partecipa ad alcune mostre personali e a numerose collettive che evidenziano e legittimano questa nuova tendenza, con l’appoggio di alcuni critici e curatori destinati a diventarne i pionieri (A. Riva, M. Sciaccaluga, M. Di Marzio, L. Beatrice e altri). Da alcuni anni è tornato a risiedere stabilmente in Liguria, riducendo notevolmente anche la propria attività nell’attesa di restituirgli una dimensione territoriale adeguata alle nuove condizioni.

In questo momento storico il concetto di REWIND dal mio punto di vista è interpretabile soltanto come ipotesi di RIPARTENZA. Data per sottintesa l’intrinseca necessità di RIAVVOLGIMENTO, diventa difficile prescindere dal groviglio che tale operazione produrrebbe: nelle nostre certezze, nelle convenzioni sociali, nelle opinioni “pubbliche”, nella quotidiana “catechizzazione” di ognuno di noi da parte del sistema, teso come un elastico fino al momento della rottura. Ho immaginato una specie di scenario privo di quelle fondamenta che abbiamo ripudiato. Il paesaggio che ne emerge oltre a galleggiare in uno SPAZIO-TEMPO tutto da rielaborare e privo di riferimenti, non risponde né a prospettive né ad assonometrie logiche mediante lo smantellamento dell’architettura “autoreggente” sulla quale si fondano le nostre convinzioni per liberare ciò che rimane delle nostre coscienze. ATLANTID CITY è il teatro di questo accadimento, luogo di una possibile ripartenza che comincia dalla completa “decostruzione” dell’esistente e si ricompone dalle proprie ceneri.

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