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La città di Modigliani, Giulia Lenzi

La città di Modigliani tesi

Giulia Lenzi A.A 2015-16

Una piccola porticina che esplode di colori, con occhi che ti fissano. Perché? L’artista si rifletteva negli occhi delle persone e, come racconta la storia, descritta anche dal film “I colori dell’anima, egli dipingeva gli occhi di una persona se e solo se era entrato in contatto con la sua anima. Con un occhio cerca nel mondo esterno mentre con l’altro cerca dentro di te. Amedeo Modigliani

La città di Modigliani racconta il rapporto tra Amedeo Modigliani e Livorno. Modigliani nacque nel cuore della città toscana nel 1884 in Via Roma e più precisamente nelle vicinanze dei “fossi reali”, che ancora caratterizzano e rendono unica questa città. Il progetto interviene su quei luoghi che sono stati scena della sua formazione: la casa in cui è nato, il liceo classico da lui frequentato, il Caffè in cui lui era solito trovarsi con gli amici, l’atelier del maestro Guglielmo Micheli presso cui studiava per diventare un artista ed il “fosso reale” lungo il quale amava passeggiare con suo nonno Isacco. E sono proprio gli Scali degli Olandesi, il luogo in cui la leggenda narra che l’artista gettò tre sculture da lui realizzate. I sette luoghi rappresentano le tappe di un itinerario narrativo che attraversa la città ed in ogni luogo selezionato un intervento minimo diviene segnalazione della sua presenza. Di questi luoghi e stato fatto un racconto, attraverso la progettazione di elementi grafici, di sculture, di incisioni e di oggetti. Si tratta di progetti semplici, ma efficaci e coinvolgenti allo stesso tempo. Da cià ne deriva che, grazie all’intervento del Design e della Progettazione, siamo capaci di creare dimensioni originali, caratterizzate da aspetti narrativi e che sono in grado di riportare in vita chi non c’è più grazie al loro racconto.

È stata progettata una targa in metallo con la firma di Modigliani e con un codice

QrCode, per poter raccontare le informazioni e le storie circa ciascun allestimento.

La firma di Modigliani sulla targa è stata pensata in rosso in riferimento alla molteplicità di immagini che si trovano in rete e che mostrano la firma dell’artista proprio di questo colore.

Il percorso progettuale parte dalla casa natale, dove è stato realizzata una targa dalla forma particolare, ma soprattutto densa di significato, per poi arrivare al Fosso Reale, dove Modigliani amava passeggiare col nonno; l’intervento che è stato fatto qui, si basa sulla scelta di colori diversi rispetto a quelli esi-

La storia narra che Modigliani, infastidito dagli amici, un giorno buttò all’interno del fossato tre sue sculture, aventi la forma di tre teste. Il progetto “Gli scali degli Olandesi”, propone un cartello informativo.

Il progetto “Fosso Reale”è un progetto semplice, dove l’attenzione è stata concentrata sui lampioni, in particolare sulla luce arancione, colore che spicca nei dipinti dell’artista e differenzia questo lampione dagli altri che lo circondano.

Mappa del progetto allestitivo all’interno della città.

Una base sormontata dal busto di Modigliani, è il modo migliore per ricordare qualcuno.La statua si trova in prossimità del cancello del Liceo Niccolini - Palli, subito all’entrata della scuola.

stenti. Nell’atelier di Guglielmo Micheli, dove Modigliani ebbe la sua prima formazione, è stata dipinta una piccola porticina d’ingresso, con disegni significanti. Il Liceo che frequentava Modigliani, il liceo Niccolini - Palli, è stato arricchito da un mezzo busto di Modigliani posto al di sopra di una base con una forma sinuosa e di design. Di fronte al Caffè Bardi, bar frequentato dall’artista, è stata collocata una panchina, dai materiali rustici e con tanto di incisione sulla seduta e su una gamba. Lungo la via per arrivare all’atelier di Modigliani, Via Gherardi del Testa, è stato realizzato un percorso, costituito da piccolissime mattonelle rosse; esse non danno nell’occhio, ma allo stesso tempo fanno capire che lì, qualcosa è successo. Infine, in prossimità degli Scali degli Olandesi, un semplice cartello sottolinea l’acqua colorata del fosso.

Al progetto “Gli scali degli Olandesi”, si correla anche il recupero della storia attraverso una semplice luce che illumina l’acqua. Segno che sta ad indicare che qualcosa successe in quelle acque livornesi.