Caccia Passione Lug-Ago 2016

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ANNO V nr. 07/08 - Luglio/Agosto 2016

CACCIA PASSIONE Dedicato a chi ha la passione per la caccia

“Il Dito nell’occhio” di Bruno Modugno: • Meglio vivi e armati

Itinerari di caccia

• In viaggio con Luca: destinazione Sudafrica!

Canna rigata:

• La carabina Strasser al poligono di Carrù

Condividere è moltiplicare


ANNO V nr. 07/08 - Luglio/Agosto 2016

CACCIA PASSIONE in copertina Dedicato a chi ha la passione per la caccia

Condividere è moltiplicare

“Il Dito nell’occhio” di Bruno Modugno: • Meglio vivi e armati

Itinerari di caccia

• In viaggio con Luca: destinazione Sudafrica!

Canna rigata:

• La carabina Strasser al poligono di Carrù

Condividere è moltiplicare

Caccia al capriolo. La condivisione delle emozioni più profonde è un valore aggiunto della caccia. Col giusto affiatamento anche l’accompagnatore può vivere un’esperienza forte e indimenticabile..

SOMMARIO Anno V Nr. 07/08

www.cacciapassione.com

14 Ungulati:

Per un chicco di granturco

Pg 8 “Il Dito nell’occhio”.. Meglio vivi e armati

Bruno Modugno

Pg 12 News ed eventi venatori

22 Caccia di selezione:

Condividere è moltiplicare

a cura della redazione

Pg 14 U ngulati: Per un chiccho di granturco

Vincenzo Frascino

Pg 22 C accia di selezione: Condividere è moltiplicare

28 Cani da caccia:

Setter e doppietta per la Regina

Caccia Passione 2

Pina Apicella

Pg 28 Cani da caccia: Setter e doppietta per la Regina

Vincenzo Frascino


Sommario Pg 52 Ottiche: Cannocchiali Steiner Range Saverio Patrizi

Pg 58 Attualità: Il talento non basta

8 “ Il Dito nell’occhio”.. Meglio vivi e armati

Vincenzo Frascino

Pg 62 La penna del pittore: Il pittore montanaro

Giulio Tasca

Pg 34 Itinerari di caccia: In viaggio con Luca: destinazione Sudafrica!

Montefeltro Tour Operator

Pg 66 Veterinaria: Diabete: cause, diagnosi e terapia nel cane Kalaris

Pg 36 Speciale Benelli: M2 il tutto caccia, versatile, efficiente ed affidabile in ogni situazione Benelli Armi

Pg 40 Fucili canna liscia: Beretta A 400 Lite in calibro 20/76

46 Fucili canna rigata: La carabina Strasser al poligono di Carrù

Emanuele Tabasso

Pg 46 Fucili canna rigata: La carabina Strasser al poligono di Carrù

Emanuele Tabasso

52 Ottiche:

Cannocchiali Steiner Range Caccia Passione 3



Editoriale CACCIA PASSIONE: ASPETTANDO L’APERTURA… Qualcuno le ferie le ha già fatte, qualcuno deve ancora partire, altri, aimè, non le faranno. In ogni caso tutti coloro i quali sono “affetti dal mal di caccia” ormai sono pronti in trepidazione in attesa della nuova apertura. Ogni anno si ripete lo stesso rito, ed ogni anno noi siamo pronti con il cuore che batte forte come un tamburo aspettando che la stagione ufficialmente inizi. Certo lo sappiamo bene, sempre un maggior numero di cacciatori si concede una vacanza venatoria, magari estiva a colombacci nel regno unito o a quaglie e tortore in tante destinazioni che vanno dall’Europa fino al nord Africa. Altri sono cacciatori di selezione e l’estate è proprio uno dei momenti topici per questa caccia. Quindi si può dire in generale che un buon numero di appassionati ha già avuto la possibilità di imbracciare il proprio fucile. Ma l’apertura generale della caccia è tuttavia un’altra cosa. E’ il momento che tutti i cacciatori, i cani, le armi e financo gli scarponi attendono con trepidazione. Nei giorni precedenti le armerie cominciano a riempiersi di appassionati, lunghe discussioni e infinte teorie, sui posti, sulla presenza degli animali, sulle cartucce da utilizzare. Le bugie su ciascuno di questi argomenti ovviamente si sprecano, e figuriamoci, se uno davvero conosce un posticino dove ha visto gli animali lo va a raccontare in giro? Poi c’è il rinnovo dell’assicurazione, ci sono le tasse da pagare e il tesserino venatorio da ritirare. Mentre al bar, dove si ritrovano i cacciatori, le sere d’estate la birra scorre a fiumi discutendo di preapertura, di calendari venatori e come sempre dei ricorsi dei soliti anticaccia. Insomma ogni anno tutto più o meno uguale al precedente. Nessuno e dico nessuno però oserebbe perdersi una sola di queste cose, fanno anche queste parte del gioco, dell’amore che nutriamo per questa attività vecchia come l’uomo stesso. Pertanto per l’ormai imminente prossima stagione, amici miei cacciatori, vi prego soltanto di una cosa: prestare sempre più attenzione alle questioni relative alla sicurezza a caccia. Come sapete è uno dei temi più importanti e fondamentali. Talvolta per eccessiva dimestichezza con gli strumenti che vengono utilizzati o per una consuetudine dettata da anni di pratica ed abitudini, alcune norme, buoni comportamenti o semplicemente attenzioni vengono tralasciate. Proprio in quel momento si annida il pericolo. Il rischio, avendo a che fare con strumenti potenzialmente pericolosi, è sempre presente. Per il resto auguro a tutti voi un sincero in bocca al lupo e che possa essere davvero una grande e ricca stagione venatoria. Federico Cusimano


MEGLIO VIVI E ARMATI di Bruno Modugno

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l dito lo metterei nell’occhio di tutti quei buonisti, pacifisti, arcobalenisti che in Italia e in Europa propongono la seguente fondamentale misura contro la guerra senza quartiere e senza esclusione di colpi che il terrorismo islamico ha dichiarato all’Occidente: disarmare i cittadini! Gli altri colpiscono dappertutto, quando meno te l’aspetti. Eventi che raccolgono in piazza migliaia di persone? Discoteche e stadi? Obiettivi sensibili? Chiesine isolate e poco frequentate? Sono loro a scegliere il momento e l’obiettivo, che è sempre imprevedibile. Con le bombe, i mitra, le pistole, i coltelli. E quando useranno batteri, virus, ordigni nucleari? Hai voglia a schierare vigli urbani, forze dell’ordine, militari! Colpiscono all’improvviso, dove vogliono e quando vogliono. E cosa dicono Bruxelles e Strasburgo, sedi della Commissione e del Parlamento europei? Dicono la stessa cazzata che ci è stata ventilata dal nostro partito di maggioranza relativa: girano troppe armi. Chiediamo: quali? Armi da guerra, bazooka, carri armati, caccia-bombardieri? No, ci rispondono. Le armi acquistate e detenute legalmente da cacciatori, tiratori, guardie giurate. Quindi, rendiamo più difficile l’acquisto e la detenzione di fucili Caccia Passione 6

da caccia e pistole. Questa è la prima misura da prendere in tempi di terrorismo! Cominciamo dunque a togliere un po’ di armi da torno. Rendiamo difficile l’acquisto e la detenzione. E non sarebbe male se ogni cacciatore consegnasse i suoi fucili al commissariato, per ritirarli momentaneamente solo quando gli servono. Ragazzi, non me lo sto inventando. L’hanno detto e proposto. Fanno finta di credere che così il problema terrorismo non sarà risolto, ma per lo meno arginato con questa intelligente misura! Roba da Cottolengo! Come se i terroristi le loro armi andassero a comprarserle da Frinchillucci o da Parini esibendo un regolare porto d’armi, ottenuto dopo un esame, fornendo un certificato penale immacolato e dimostrando di essere persona civile, di buona condotta e in possesso di tutte la facoltà mentali. Non come tanti mezzi scemi che si aggirano per Montecitorio


Il dito nell’occhio...

e per i palazzi del potere. E sì, perché da noi, se hai la fedina sporca puoi sedere in Parlamento e magari fare o approvare leggi contro le armi, ma non puoi avere un porto d’armi da caccia, da tiro, da difesa. Con tante guerre che ci sono state in questi ultimi anni in Medio Oriente, con tanti arsenali saccheggiati, con tanti mercanti di morte che girano per il mondo vendendo esplosivi e armi sofisticate (e con tante industrie che inzuppano il biscottino nel sangue), i grandi geni di casa nostra e della Commissione europea si preoccupano della doppietta da caccia! Sono degli imbecilli o solo involontari complici? Un Paese con le palle avrebbe armato i cittadini,

favorendo quelle attività (anche ludiche e sportive) che hanno a che fare con il maneggio delle armi e con la conoscenza e la difesa del territorio. Mussolini buonanima favoriva la caccia perché era convinto che una minoranza armata e padrona dei monti e dei boschi fosse un elemento di sicurezza per tutto il Paese.

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Se fossi al governo (e ora francamente mi dispiace di non esserci, ma la mia pigrizia ha fatto sì che ci andassero altri) vorrei che i cittadini fossero armati. La risposta dei bempensanti , solitamente di sinistra, è sempre la stessa: ma che, ti vuoi fare giustizia da te? Ma che vuoi che l’Italia diventi un Far West? Sono le stesse obiezioni che mi fanno quando chiedo che una nuova legge ristabilisca i giusti confini della legittima difesa, che se un balordo mi entra in casa senza bussare, soprattutto di notte e magari pure armato, io possa neutralizzarlo senza dovergli chiedere che intenzioni ha, se quella che impugna è una pistola giocattolo o una vera arma. No, non sono un fascista, anche se storicamente ne comprendo le ragioni e apprezzo quello che è stato fatto fino alle leggi razziali escluse; anzi vengo da antica tradizione illuministica e laica anche se ho fatto le scuole dai preti e anche il boy-scout. Ma non mi devono rompere coglioni, nessuno, ladri in casa o assassini islamici che vogliono che io cambi vita e abitudini. E scommetto che la pensate tutti come me! Che c’entra il Far West e l’autogiustizia! Qui si tratta di salvar la pelle. In Texas la gente gira armata. Vorrei vedere uno scippo sulla piazza di Dallas! Ogni cittadino svizzero è militare per tutta la vita e il mitra se lo tiene in casa. Sono tutti armati, gli Svizzeri. Non mi pare che ci siano

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fatti di sangue, ma nemmeno che un brutto muso con la barba sia andato in giro per Zurigo a sgozzare la gente. Siamo ormai in guerra, come lo è Israele. E Israele convive con il terrorismo da sempre. Non mi pare che lì ci sia qualcuno, anche di sinistra, che raccomandi di disarmare i cittadini. Nelle zone calde, nei Territori e nei kibbutz di confine, ho visto agricoltori sul trattore col fucile a tracolla, studenti con i cernecchi andare al tempio imbracciando il mitra. E per tutta la vita, un cittadino deve dedicare un mese l’anno all’Armata israeliana. Provate a dire: vogliamo combattere il terrorismo? Disarmiamoci! Te l’immagini i vaffanculi! Spesso è accaduto, a Gerusalemme come nei Territori, che prima ancora dell’intervento della polizia siano stati civili armati a buttarsi sull’attentatore. Il fatto è che Israele vuole vivere, e noi abbiamo già cominciato ad accettare la possibilità di essere conquistati, con le immigrazioni e con le pance di neri e orientali che fanno più figli di noi! Ma soprattutto con la complicità di chi considera l’invasore: una risorsa, un portatore di valori! Mi prude il dito: a me l’occhio!



Regione Lazio autorizza caccia al cinghiale in braccata Il governatore Nicola Zingaretti ha firmato il disciplinare: le squadre potranno essere composte da almeno 25 cacciatori e da non più di 70.

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l governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha firmato il regolamento che disciplina la caccia al cinghiale in braccata. L’obiettivo per questo territorio è quello di rendere compatibile la presenza dell’ungulato con la tutela delle colture agricole e la sicurezza dei cittadini. Il lavoro svolto dall’Assessorato alla Caccia è stato molto intenso e si è cercato di venire incontro alle esigenze di tutti i soggetti coinvolti. Il regolamento prevede che gli Ambiti Territoriali

di Caccia individuino entro il prossimo 4 settembre le zone in cui praticare la caccia in braccata, inviando poi la proposta all’area agricoltura competente. Gli stessi ATC avranno la possibilità difrazionare il territorio individuato in diversi distretti, in modo da gestire meglio il prelievo venatorio del cinghiale. C’è un altro termine da rispettare. In effetti, le squadre di cinghialai interessate avranno tempo fino al 20 settembre 2016 per presentare la domanda agli Ambiti e ottenere le zone per l’intera stagione venatoria. Il singolo cacciatore dovrà iscriversi a una sola squadra attiva nel territorio laziale e potrà essere ospitato in altre squadre quando le proprie non dovranno esercitare. Ogni squadra sarà composta da un numero di cacciatori compreso tra 25(minimo) e 70 (massimo), con l’accortezza di usare giacchetti ad alta visibilità e cartelli di segnalazione. Tra le città più colpite c’è anche Roma, in particolare i quartieri della zona Nord.

Venezia: ufficializzato divieto di caccia nei boschi provinciali Si tratta del Bosco Zaher a Dese (a nord-est di Mestre per la precisione), il Bosco Campalto e il Bosco Manente a Favaro Veneto.

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l sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha disposto con una apposita ordinanza il divieto di caccia in tre boschi che rientrano nel territorio del comune lagunare. Si tratta del Bosco Zaher a Dese (a nord-est di Mestre per la precisione), il Bosco Campalto e il Bosco Manente a Favaro Veneto. Come si legge sul sito web del comune, la decisione è stata presa per consentire la fruizione dei tre boschi anche in autunno e in inverno. Tra l’altro, la sospensione non si riferisce solamente al prelievo venatorio, ma anche all’addestramento dei cani da caccia. Il divieto relativo al Bosco Zaher non è una novità assoluta, in quanto ci fu una scelta identica sei anni fa. Per quel che riguarda, invece, il Bosco Campalto, si sta parlando di una replica di quanto disposto nel 2014. Il Bosco Manente è

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alla sua prima volta in tal senso con la sua area di 5 ettari: è una zona frequentata molto intensamente, oltre che una estensione naturale a nord di Zaher, in attesa di essere inserito nel piano faunistico venatorio che la Regione Veneto sta approvando. Secondo quanto riferito da Massimiliano De Martin, assessore all’Ambiente, nelle zone boschive bisogna garantire l’incolumità vietando la caccia, così da non pregiudicare la sicurezza. I boschi Zuin Terronazzo, Campagnazza e Cucchiarina sud non saranno accessibili al pubblico da settembre a febbraio.


News venatorie Olimpiadi Rio 2016. 7 tiratori italiani su 9 saliranno in pedana con un fucile Beretta. In Brasile debutterà anche una nuova arma: gli atleti azzurri sono ambiziosi e pronti a conquistare medaglie del metalli più pregiato.

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anca davvero pochissimo all’inizio delle Olimpiadi di Rio de Janeiro: la giornata di domani, venerdì 5 agosto 2016, sarà quella della cerimonia di apertura dei Giochi e Beretta ha fatto sapere con un comunicato ufficiale di aver già conquistato un primato. In effetti, dei 129 tiratori impegnati nelle varie specialità olimpiche ben 52 utilizzeranno un fucile progettato e costruito a Gardone Val Trompia. Inoltre – dato ancora più significativo – 7 dei 9 tiratori italiani in gara useranno un’arma Beretta. Come reso noto dal gruppo lombardo, in questi ultimi mesi c’è stato un intenso lavoro dei tecnici per assecondare ogni richiesta degli olimpionici. Il vicepresidente e consigliere delegato Franco Gussalli Beretta si è detto certo che la competizione sarà agguerrita e che il tifo dell’azienda sarà garantito un ogni fase. La squadra azzurra fa ben sperare. Giovanni Pellielo è alla ricerca della medaglia d’oro che ancora gli manca dopo i tre argenti e il bronzo finora conquistati. Jessica Rossi è chiamata invece a confermare l’oro di Londra 2012, mentre Chiara Cainero (oro a Pechino 2008) punta

a una nuova medaglia. C’è poi il figlio d’arte Gabriele Rossetti, 21 anni e tanta voglia di stupire. Beretta sarà rappresentata dai sette tiratori italiani, tre australiani, un neozelandese, un giapponese e atleti da paesi come Argentina, Giappone, Brasile, Cina, Stati Uniti e Russia. Gussalli Beretta è convinto che tra pochi giorni sarà scritta una nuova e gloriosa pagina nella storia del tiro a volo. A Rio 2016 debutterà un nuovo fucile, oltre alla linea di abbigliamento e accessori Uniform Pro.

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Il piccolo chicco di granturco che ha deciso le sorti della braccata Caccia Passione 12


Ungulati

Per un chicco di granturco

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Per un chicco di granturco Caccia al cinghiale. Una battuta pomeridiana veramente speciale vissuta in compagnia degli amici di Sarteano, tra la popolosa Valdichiana e l’incontaminata Val d’Orcia. Un avvenimento fortuito può riservare un’“enorme” sorpresa.

“A

che ora ci si vede sabato?!?!? Forse non ho sentito bene… A mezzogiorno?!?!?” – non riesco a nascondere il mio stupore mentre parlo al telefono con Pietro, il capocaccia della grande squadra di Sarteano. Vada per “un po’ più tardi”, ma l’appuntamento a mezzogiorno….!! Pietro mi spiega: “A novembre, il sabato mattina diamo modo ad alcuni di lavorare, e a tanti di dedicarsi ad altre forme di caccia: solo cosi riusciamo a riunire tutta la squadra. Perciò, alcuni di noi la mattina curano un’attenta tracciatura per organizzare una battuta pomeridiana “mirata”. “Allora vada per le 8:00 alla casa di caccia; verrò a tracciare con voi così mi sentirò meno ospite”- così concludo la mia telefonata a Pietro. Arrivo davanti alla casa di caccia dove ad attendermi ci sono Pietro, suo figlio Giordano, Bruno e Alessio pronti a partire. Salgo in macchina con Pietro e con molto piaceCaccia Passione 14

di Vincenzo Frascino

re noto che non siamo soli: per la fase della tracciatura ad aiutarci ci sarà Pollicino. Il bassotto a pelo raso di Pietro, valido nel ruolo di limiere, si diletta a individuare le zone di rimessa. La zona che andiamo a sondare è quella detta “Dei ripetitori”: un’estesa tagliata attraversata da numerosi trottoi. Le abbondanti tracce e gli abbai decisi di Pollicino ci confermano la presenza di un grosso branco nella zona. Essendo ancora “presto”, Pietro propone di andare a sondare un’altra zona e si decide per la il cosiddetto “Il Fitto”. In questa seconda zona il giro da compiere è più breve. C’è qualche traccia che costringe Pollicino a strattonare Pietro ma i segni di transito degli animali sono nettamente inferiori a quelli della zona esplorata prima. Ad un certo punto il nostro sguardo è attirato da una piccola macchia gialla tra le foglie: “Ah però!!! Questa si che è bella!!!” esclama Pietro. La vista di un chicco di granturco al lato di una


Ungulati

Il momento della conta che definisce l'assegnazione delle poste

Pietro, il capocaccia, durante la fase di tracciatura

L'enorme verro protagonista della scena clou della braccata Caccia Passione 15


I cani arrivano sul cinghiale fermato alle poste

strada bianca fa balenare nella testa di Pietro uno strano pensiero: “ Vuoi vedere che qualche bracconiere governa con il granturco a bordo strada per facilitare eventuali incontri ravvicinati? Nel dubbio oggi gli roviniamo i programmi: ho deciso!!! Cacceremo in questa zona.” Condivido la decisione di Pietro, anche se, la smania d’inizio stagione, avrebbe fatto propendere tanti per la zona “Dei ripetitori”. Rientriamo alla casa di caccia. Ormai la squadra di Sarteano è al completo. Il discorso di Pietro, la Caccia Passione 16

conta per la disposizione delle poste, verricello, satellitare ai cani…tutto come da copione. La sciolta dei cani non si fa attendere. Dopo i primi scagni, i cani sono subito su una traccia buona. Un breve abbaio a fermo precede una bella canizza che porta un verro dritto alle poste…ma non alle nostre. Mentre abbai a fermo e canizze rallegrano l’altro versante delle poste, in lontananza due colpi ravvicinati anticipano la voce concitata di Emiliano via radio: “E’ grosso…è grossoooo!!!


Ungulati

Attenti è partitooooo….ma sono sicuro di averlo preso con la seconda….” Purtroppo la sua impressione è reale: un grosso verro anticipando l’arrivo dei cani, si è mosso dalla sua lestra, lasciandosi intravedere da Emiliano che, nel fitto della macchia, ha tentato il tiro piazzando su un fianco una palla del calibro 20, che non ha però avuto la meglio sull’animale. In quel momento diversi maremmani arrivati sulla lestra partono in canizza scatenando un vero e proprio inferno nella macchia. Il grosso verro,

incalzato dai cani, attraversa una strada asfaltata e, prima di raggiungere le poste, sceglie un fitto ginepraio come arena dove affrontare i cani. Ecco che gli ingredienti per l’irreparabile ci sono tutti: un verro ferito e arrabbiato…una macchia fitta e una decina di cani che s’incitano a vicenda. Infatti i guaiti dei cani non si lasciano attendere: “Corri Mario! Corriiii!!! Se no ce li affetta tuttiiiii!!” urla Emiliano via radio. Mario si precipita sul posto. Grugniti e guaiti s’intrecciano nel fitto dei ginepri senza che Caccia Passione 17


Sarteano, tra la popolosa Valdichiana e l'incontaminata Val d'Orcia

si riesca a intravederne i protagonisti. Mario, a pochi metri dall’animale, appoggiato con le spalle su una quercia, resta in attesa che il cinghiale muova qualche passo. In men che non si dica una montagna di setole punta anche il suo nemico a due zampe, ma la prontezza e l’istinto di Mario anticipano ogni riflessione: un colpo sparato a brevissima distanza fredda l’animale in carica che immediatamente si accascia a pochi centimetri dai suoi piedi. Solo a questo punto Mario si rende conto di quello che è successo e …. che stava per succedere! La scena che si mostra ai suoi occhi è sconcertante: un vero e proprio mostro dalle enormi difese giace ai suoi piedi, mentre dai ginepri compaiono i maremmani sanguinanti per le numerose ferite. Scrutando tra i ginepri, con le mani ancora tremanti, s’intravede il corpo esanime di un maremmano con un mortale taglio sul collo, e un secondo cane, le cui viscere sono sparse sul terreno, che farà appena in tempo a spirare tra le braccia del suo padrone. Il timore di Emiliano era fondato ma il temCaccia Passione 18

pestivo intervento del canaio ha fatto si che la sua previsione non si avverasse a pieno. Mario non riesce a celare gli effetti della tremenda scarica adrenalinica e ci confessa: “E’ da una vita che faccio il canaio ma una cosa del genere ‘un l’avevo mai vista!!” La battuta volge al termine sul far della sera. Sette grossi cinghiali sono da recuperare ma la curiosità di vedere da vicino il già leggendario verro abbattuto da Mario Ceccarelli spinge tanti ad accorrere sul luogo dell’abbattimento. Lo stupore nel vederlo è unanime: nessuno mai aveva visto tracce né aveva mai ipotizzato l’esistenza in queste zone di un simile animale! Inevitabilmente partono le supposizioni circa il peso del mostro: “centocinquanta”… .“centottanta!”…ognuno è certo di avere la bilancia negli occhi, ma solo la bilancia della casa di caccia darà il verdetto finale: 174 Kg!!! Ancora una volta la squadra di Sarteano è riuscita a regalarci forti emozioni con una di quelle che doveva essere una “tranquilla battuta pomeridiana”, le cui sorti sono state decise da un piccolo ma prezioso chicco di granturco.



L'accompagnatore è un supporto fondamentale nello studio dell'ambiente e nella valutazione del capo Caccia Passione 20


Caccia di selezione

CONDIVIDERE È MOLTIPLICARE

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CONDIVIDERE È MOLTIPLICARE di Pina Apicella

Caccia al capriolo. La condivisione delle emozioni più profonde è un valore aggiunto della caccia. Col giusto affiatamento anche l’accompagnatore può vivere un’esperienza forte e indimenticabile.

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nnata strana, questa, e sfortunata. Siamo a luglio e la caccia di selezione al capriolo è appena iniziata, con un mese di ritardo. Burocrazia, riforme, passaggi di responsabilità, hanno reso l’attesa snervante e tediosa. Siamo stati nei giorni scorsi al tramonto a sbinocolare per capire come si comportano i caprioli in questa zona. A marzo, quando si cacciavano i calvi, tre generazioni di maschi si sono affrontate su quest’arena, regalandoci il meraviglioso spettacolo della competizione e del valore della gerarchia durante la fase territoriale. Giovani puntuti si aggregavano ancora alla femmina adulta e gravida, senza partecipare alle esibizioni di forza. A un maschio possente bastava battere a terra lo zoccolo per mettere in fuga i giovani spavaldi. Qualche volta il gesto autoritario non era sufficiente e rapide rincorse sancivano l’autorità del vincitore del futuro ius primae noctis. In mezzo a tanto fermento le femmine con i piccoli non amavano mostrarsi, imponendoci l’inCaccia Passione 22

giusta legge secondo la quale a ogni stagione sono sempre più contattabili le classi che non sono oggetto di prelievo. E, infatti, nei due giorni antecedenti l’apertura odierna nessun maschio giovane si è palesato. La speranza è poca, ma il ricordo di marzo ci da vigore. Giungiamo sul posto alle 18.00, col sole ancora alto e un caldo impegnativo ma non disagevole. Il ponentino soffia intermittente, rinfrescandoci un poco ma purtroppo in direzione sfavorevole, verso il poggio cui è rivolta la nostra attenzione. Il mio ruolo oggi è di accompagnatore. Pur non spettandomi una parte “da protagonista” in quest’uscita, sento tutta l’emozione e la tensione che la lunga attesa si porta dietro. Vincenzo è molto concentrato e attento. La luce feroce del sole di luglio ci dissuade dall’illusione di vedere qualcosa prima che siano trascorse almeno due ore e, invece, una volpe guardinga attraversa di taglio il campo davanti a noi. Ha la lingua penzoloni e l’aria provata. Chissà che sete dovrà patire, povera bestia! Dopo


Caccia di selezione

Il giovane maschio al cui cospetto vacillava la freddezza del cacciatore

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Un appoggio stabile e affidabile è condizione necessaria ma non sufficiente per un tiro efficace

pochi minuti la stessa volpe compie il tragitto opposto, questa volta portando nella bocca un ciuffo di pelo bianco e arancio…sembra pelo di capriolo, ma chi può dirlo! Probabilmente è in cerca di cibo per i suoi volpacchiotti. Abbassiamo i rispettivi binocoli per un po’, la visibilità a occhio nudo con questa luce è ottimale e poi…cosa vuoi che si palesi a quest’ora? “Aspetta un attimo: ma quelli son cinghiali!” bisbiglia Vincenzo scuotendomi dal torpore dell’attesa. “Si! Sono due…anzi, tre scrofe! E guarda quanti striatiiii!” commento, incredula, da sotto la quercia, che mi accoglie con la sua preziosa ombra. Vincenzo inquadra nell’ottica i cinghiali, che sono a 430 metri da noi. Ha trovato un appoggio formidabile: una balla di fieno alta il giusto per sostenere non solo la Caccia Passione 24

carabina nella sua interezza ma tutto il corpo. Spalmato contro la balla di fieno la sua stabilità è totale. “Wow! Che fortuna un appoggio così! Ho il cinghiale di destra nel mirino e sono fermissimo!”. Le prove generali con obiettivi setolosi non valgono granché. Poco più giù qualcosa di più filiforme si muove nell’erba. È un capriolo. Prima che Vincenzo possa riaumentare gli ingrandimenti della sua ottica, ho già codificato il capo: un maschio giovane. “È lui!” comunico con fermezza a Vincenzo. “Troppo lontano 400 metri, aspetterò che si avvicini, sperando nell’attrazione del verde e fresco angolo di trifoglio selvatico”. Non posso certo incitare Vincenzo a tentare un tiro del genere, viste le circostanze. Ma l’attesa non ci premia. Anzi, il giovane puntuto sembra sparito, non


Caccia di selezione

lo vediamo più. Sul volto di Vincenzo un velo di stizza tradisce l’iniziale pentimento sul tiro intentato, o almeno così lo interpreto. Non so indovinare i suoi pensieri, ma abbiamo smesso di parlare per evitare di farci sentire. “Eccolo, Vi’, alla tua destra!” bisbiglio impercettibilmente. Miracolosamente mi ha sentita! Il capriolo ha percorso una valletta che lo nascondeva ai nostri occhi, giungendo a poco più di cento metri da noi. Non può vedere me accovacciata nell’ombra né Vincenzo nascosto dietro la balla di fieno. Vincenzo aggiusta lo zaino sotto la carabina, mette l’occhio nell’oculare dell’ottica, riducendo gli ingrandimenti che erano rimasti al massimo per studiare i cinghiali lassù. Cosa fa? Non arma? Non so cosa pensare. Il capriolo è quasi di punta, vero, ma sarebbe ora di pre-

pararsi. Poi fa un passo e si gira di trenta gradi, non è proprio a cartolina ma può andare già bene. Vincenzo arma la sua R8, finalmente! Rimette l’occhio sull’oculare, sospira. Trattiene il fiato. Senza accorgermene faccio lo stesso. Non so quando sparerà e devo inquadrare il capriolo col binocolo, per esser pronta a dare l’esito del tiro. Lascio il binocolo puntato sul capriolo e con un occhio sbircio Vincenzo. Col dito sul grilletto è un fascio di nervi. “Il reticolo non sta fermo!” sospira, stizzito e stupito egli stesso della sua reazione. Pochi minuti prima aveva a tiro un animale a 430 metri e ora, a una distanza a prova di bambino, non riesce a tenere fermo il reticolo. Trattengo il fiato e con i mignoli mi tappo precariamente le orecchie, pronta a ricevere l’onda del boato della carabina. Sono istanti, al massimo secondi, ma sembra che il tempo scivoli sotto i nostri piedi, che la notte avanzi e il capriolo sia pronto a fuggire. Fa un altro piccolo movimento che lo proietta esattamente a cartolina rispetto alla traiettoria di sparo. Ho quasi perso la speranza che questo istante finisca, siamo sospesi sul limbo dell’esitazione. Col capriolo davanti, la decisione di sparare ha trasformato Vincenzo rendendolo vulnerabile ed emotivo. Io ho paura di perdere di vista il capriolo proprio nel momento clou. Le esili zampe del giovane maschio si volgono per un istante al cielo prima di accasciarsi sul tappeto di trifoglio. L’ondata di emozione che mi ha invaso m’impressiona moltissimo, perché, di fatto, non ero che un accompagnatore. Immedesimandomi in Vincenzo ho potuto percepire tutte le sensazioni che attraversano la mente e il corpo durante la valutazione del capo e negli attimi prima dello sparo. Quella scarica di adrenalina che acuisce i sensi, ma fa vibrare i muscoli e martellare il cuore. Non avevo il dito sul grilletto ma era come se lo avessi. Oggi è come se avessimo cacciato in due. È proprio vero che la condivisione non significa “fare un po’ per ciascuno” ma piuttosto raddoppiare la forza delle esperienze vissute. Caccia Passione 25


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Cani da caccia

Setter e doppietta per la Regina Caccia Passione 27


Setter e doppietta per la Regina

di Vincenzo Frascino

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iascuna forma di caccia può definirsi “unica” per le dinamiche e le emozioni che riesce a trasmettere a chi la pratica. Per talune, però, esiste un inequivocabile e oggettivo fascino, che può essere solo in parte spiegato: una di queste è la caccia alla beccaccia. Questo splendido migratore racchiude in se la forza, l’eleganza e l’astuzia di cui Madre Natura ha omaggiato tante sue creature. Dalle ghiacciate distese del Nord/Nord-Est raggiunge il Mediterraneo, sfidando venti e perturbazioni, e ritrovando di anno in anno gli stessi angoli occupati per generazioni, come se uno spirito indomito legasse in un unico filo invisibile e indistruttibile gli esemplari che giungono nei nostri boschi. La sua astuzia sfida i cacciatori più esperti e indefessi, e richiede l’ausilio di cani con una marcia in più, in termini di fiuto, strategia e collegamento con l’uomo. L’ambiente in cui la Regina regna nei mesi invernali è certamente suggestivo e fiabesco, in un susseguirsi di boschi, rovi e Caccia Passione 28


Cani da caccia

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felci, in misura della latitudine, ma la sua cattura richiede sempre una grande dose di prontezza e abilitĂ , nel destreggiarsi con l’arma negli spazi malagevoli del bosco. Una caccia che non è per tutti, e una preda

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che concede con riluttanza la sua resa e, forse proprio per questo, capace di soggiogare col suo fascino cacciatori e cani in un intricato copione la cui trama ha sempre e comunque per protagonista la Regina!


Cani da caccia

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IN VIAGGIO CON LUCA:

DESTINAZIONE SUDAFRICA! Diario di Luca… Ultimo giorno, rientro a casa.

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l rientro dal mio viaggio in Africa sto effettuando l’operazione di apertura bagagli. È un’operazione malinconica perché significa che la caccia è finita e l’intensità dei momenti vissuti è ormai un ricordo. Faccio scorrere la zip della sacca da caccia, e, appena scosto i lembi, l’odore forte dei vestiti usati nel bush, impregnati del fumo di legna di “mopane”, mi agguanta con violenza e mi riporta tra le colline dell’Eastern Cape. La potenza dello sparo rimbalza di roccia in roccia e quel black wildebeest, che sembrava irraggiungibile, giace ora ai miei piedi. Un avvicinamento da manuale ci ha portato a circa 50 metri e l’impercettibile cenno di Bennie ha dato il via alla conclusione: la sua risata contagiosa risuona ancora nelle mie orecchie. Il Sudafrica vissuto così, in amicizia e senza particolari filtri, ha un sapore diverso, è Africa vera e forte, tra un avvicinamento sulle pianure erbose a un branco di springbock e un’arrampicata sulle verdi pareti di un kopje a insi-

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di Montefeltro Tour Operator

diare il mountain reedbuck. È stata una grande sfida anche quella con l’elusivo nyala ma, grazie all’accortezza dei bravissimi tracker, anche il bel tragelafo è da annoverarsi tra i trofei acquisiti. Una bella gita al parco nazionale di Addo, una cena a base di aragoste e frutti di mare a Port Elizabeth e lo zaino dei ricordi si arricchisce di un altro frammento. Luca


Itinerari di caccia

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M2 il tutto caccia,

versatile, efficiente ed affidabile in ogni situazione di Benelli Armi

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a ricerca e l’innovazione Benelli non si esprimono soltanto nelle armi dedicate alla caccia pura, ma si concretizzano anche in prodotti in grado di soddisfare le necessità di un pubblico sempre più esigente e vario. L’ M2, l’evoluzione tecnica dell’ M1 super 90, è un semiautomatico versatile e affidabile che ben si presta a impieghi multipli. Quest’arma ha importanti accorgimenti, estetici e funzionali, che la pongono ai massimi livelli di efficienza, affidabilità e sicurezza, senza tralasciare versatilità e resistenza. M2 è un Benelli che viene utilizzato negli impieghi più disparati, dalla caccia al tiro dinamico. Lo si può vedere imbracciato da un cacciatore impegnato a caccia di anatre, come a un cacciatore che va a una battuta di cinghiali. Ancora: viene utilizzato nel fitto della macchia in impieghi rudi, ma è anche prezioso strumento per chi cerca la miglior performance nel tiro dinamico. L’ arma è il risultato di una ricerca meticolosa e innovativa anche nel design: la carcassa si distingue per un nuovo ed inconfondibile styling dalle linee snelle ed eleganti. Il grupCaccia Passione 34


Speciale Benelli po guardia è maggiorato e facilita il raggiungimento del grilletto in ogni caso, anche con mani provviste di guanto. La presa dell’arma è ottimale in ogni situazione: la tecnologia Air Touch attraverso una particolare zigrinatura presente sull’astina, molto confortevole al tatto, permette al cacciatore di avere una presa ottimale in ogni circostanza. M2 è un’arma incredibilmente precisa: l’ancoraggio della canna alla carcassa è reso sicuro e stabile e garantisce assoluta precisione e giustezza di tiro. L’uso di materiali inalterabili quali il tecnopolimero per le calciature e l’astina, fa di M2 un’arma estremamente resistente ad ogni tipo di agente esterno, anche nelle condizioni atmosferiche più avverse. L’alta configurabilità del fucile rende estremamente versatile il suo utilizzo: con canna corta e mire speciali è perfetto per il tiro sportivo, mentre con canne di maggiori lunghezze, strozzatori intercambiabili e calci comfortech dalla piega variabile è particolarmente idoneo alla caccia. Le forme, le dimensioni, la disponibilità di un calciolo in tre differenti misure e la possibilità di variazione delle pieghe, consentono una corretta imbracciata e un assoluto controllo dell’arma. Benelli, da sempre sensibile ai bisogni del mercato, propone il fucile anche in versione mancina, con canne intercambiabili Varichoke interno e bindella ventilata da 61, 65 e 70 cm (*/**/***/****/cil). La caratteristica principale del left hand è l’espulsione del bossolo a sinistra, un movimento che garantisce incredibili vantaggi al cacciatore mancino in termini di concentrazione, velocità e scioltezza dei movimenti. Con l’M2 per chi imbraccia il fucile a sinistra finisce l’epoca del bossolo che ti attraversa la visuale, con evidenti vantaggi nella rapidità e facilità di tiro in successione. L’ M2 comfortech per mancini è un semiautomatico con chiusura geometrica a svincolo inerziale, dall’inconfondibile styling aggresCaccia Passione 35


sivo, versatile e totalmente affidabile in ogni condizione, un semiautomatico che garantisce prestazioni ottimali e comfort istintivo anche per i tiratori mancini. M2 è proposto in una versione in tecnopolimero nera dal design moderno e aggressivo, in una versione Camo e in una versione con calcio e asta in legno di noce. M2 è disponibile anche in una versione compact (versione con LOP ridotto). Il Compact è un semiautomatico ideale per quel cacciatore che predilige un’ arma veloce al brandeggio e Caccia Passione 36

immediata nella messa in mira. I cacciatori di corporatura minuta, i giovani e le donne ne saranno entusiasti. M2 grazie all’assortimento di canne Varichoke interno da cm 54, 61, 65 e 70 (*/**/***/****/cil.), l’arma può essere ottimamente impiegata per la caccia a pallini. La versione Slug, con canne da cm 47, 50 e 61, dotate di tacca di mira regolabile trasversalmente e mirino fisso, è invece la scelta ideale per la caccia al cinghiale, per la sua robustezza e maneggevolezza anche nel bosco fitto.


Speciale Benelli

M2 è dunque un’arma versatile, affidabile e potente che bene si presta ad ogni impiego: il sistema inerziale Benelli, l’essenzialità costruttiva, il design e i materiali adottati garantiscono maneggevolezza e funzionalità in ogni condizione, unite a velocità e precisione. Semiautomatici che garantiscono fluidità di funzionamento, semplicità di manutenzione e massima resistenza ed efficienza in ogni situazione. La gamma degli M2 comprende otto modelli cal. 12 e due modelli cal. 20. Tre i modelli dedicati ai mancini, due in cal. 12 e uno in cal. 20. Caccia Passione 37


L’accostamento fra i castelli del calibro 12 (sotto) e del calibro 20 (sopra) evidenzia la cura formale nel dimensionare i componenti del fucile al calibro prescelto Caccia Passione 38


Fucili canna liscia

Beretta A 400 Lite in calibro 20/76

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Beretta A 400 Lite in calibro 20/76

di Emanuele Tabasso

La fortunata serie di vertice del semiautomatico Beretta viene proposta anche nelle versioni Lite e non solo nel calibro maggiore, ma ugualmente nel 20/76 che continua suscitare interesse focalizzando una consistente percentuale di acquisti

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ella seconda metà del 2009 la Beretta presentava nella splendida cornice di Villa Fenaroli, presso Rezzato (BS) la summa tecnologica, per usare una locuzione degna del prodotto, del suo semiautomatico: la funzionalità perfetta in ogni situazione di caccia era il tema su cui i progettisti si erano dati da fare e i paragoni con il settore automobilistico erano davvero azzeccati. Si esaminavano le utilitarie da città, le berline da viaggio e poi le sportive: le diverse prerogative appannaggio di ogni tipologia venivano accomunate nel SUV e, a ben vedere, il mercato dopo questi sette anni continua a premiare in maniera consistente tale genere di vetture su cui ci si reca a una festa in smoking oppure ci si inerpica per sentieri montani con zaino e carabina per avvicinarsi un po’ di più ai territori dei camosci. La Beretta ha voluto creare con questo progetto A 400 un fucile non buono un po’ per tutto, la filosofia della Casa non contempla queste acquiescenze al ribasso, ma eccellente per tutto primeggiando in tecnologia, in metallurgia e trattamenti relativi, in balistica e in funzionalità nello stretto rapporto intessuto fra l’arma e il tiratore. La prima conclusione evidente stava nelle possibilità di Caccia Passione 40

impiego di ogni tipologia di cartuccia in calibro 12 con bossoli quindi da 70, 76 e 89 mm con grammature da 24 a 64 g, compresi i pallini di acciaio. Questo naturalmente per quanto attiene al calibro maggiore: oggi però vogliamo parlare di un calibro 20/76 per inaugurare una breve carrellata che vedrà prossimamente in vetrina anche il, anzi i fratelli maggiori proposti nelle due opzioni di destro e mancino. La Serie Lite si pone come una felice interpretazione del peso contenuto e, di pari passo, anche del prezzo calmierato, strizzando l’occhio a chi ama la leggerezza e si attiene a possibilità di spesa mirate: in tale contesto rimangono le dotazioni praemium con cui era nato il fucile per non lasciar fuori dal gioco appassionati che ne possono far parte con qualche occhio in più all’esborso. La serie A 400 Lite Proprio nel calibro 20 iniziamo a osservare questa recente proposta caratterizzata dalla ricerca di riduzione della massa a cui tende la grande maggioranza dei cacciatori odierni molto più adusi a picchiettare sui tasti del computer che a menar colpi con mani e braccia muovendo attrezzi di peso notevole; a questo si aggiunge


Fucili canna liscia Nella calotta del castello si rilevano le quattro unghiature per l’aggancio di un mirino optoelettronico e, fra loro, le rigature antiriflesso che conducono alla bindella per mirare in modo tradizionale

La dicitura sul fianco sinistro del castello e la levetta da premere nella sua parte tonda per interrompere l’alimentazione dal serbatoio cambiando, ad esempio, una cartuccia manualmente Nell’ampia feritoia inferiore oltre alla cucchiaia trova alloggio il gruppo di scatto ricavato da stampaggio in polimero insieme alla guardia: il grilletto ben ricurvo è in metallo lucidato e la sicura a pulsante reca un bordo rosso per segnalare la posizione di fuoco

La cucchiaia in acciaio cromato consente, se ribaltata in alto, l’inserimento delle cartucce nel serbatoio tubolare oppure, dopo lo sparo, le presenta al carrello otturatore per una nuova cameratura

Nella coccia dell’impugnatura a pistola è inserito il Gun Pod2 elemento che raccoglie i dati di percorrenza e di sparo per fornire un documento statistico al proprietario

L’interessante sistema Kick-Off Plus con ammortizzatori idraulici abbinato al calciolo MicroCore attenua fortemente il rinculo (anche -70%) consentendo un controllo migliore del fucile nel doppiaggio del colpo

Il fianco destro del castello mostra la ricercata eleganza delle linee e dei volumi, decisamente personali. Nella finestra si nota l’otturatore con la manetta di apertura e la dicitura Blink relativa al sistema; al di sotto sporge il pulsante tondo per il rilascio otturatore dalla posizione di apertura

L’asta sagomata favorisce una presa stabile conferendo, con la sua linea, un garbo molto personale all’arma

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la smania di velocità nei terreni più difficili, in montagna come negli acquitrini. La soluzione parte naturalmente dal castello, sempre ottenuto da un estruso in lega leggera aeronautica (ergal), ma con una ricerca particolare degli spessori e dei punti di resistenza per levare materiale non necessario strutturando in diversa maniera i punti maggiormente a lavoro: operazioni di fresa ottengono l’anello anteriore, sede della canna, i fianchi con la finestra di espulsione raccordati alla calotta dotata delle rigature opache per condurre l’occhio a bindella e mirino, con l’aggiunta di quattro unghiature per fissare comodamente un sistema optoelettronico di mira. Inferiormente si trova la feritoia per l’inserimento delle cartucce nel serbatoio tubolare sottoposto alla canna e la cucchiaia elevatrice che le porge all’otturatore per la cameratura; dietro a questa la sede del gruppo di scatto e sicura comprensivo della guardia. Sul fianco sinistro è inserita la levetta per interrompere l’alimentazione (in inglese è il cut off) comoda per togliere una cartuccia in un passaggio difficile e rimetterla prontamente in camera, sostituire la cartuccia con altra presa dalla cartucciera e più adatta al momento senza intaccare la dotazione del serbatoio. Il disegno generale mantiene e implementa quello stile italiano che riesce a ingentilire e rendere assai gradevole l’aspetto anche di queste macchine da sparo, mai cadendo in quel funzionale che, purtroppo, fa rima con banale. Il sistema di ripetizione, denominato Blink, vede il carrello otturatore in acciaio al NiCr con massa cilindrica a fondo piano recante le guide di scorrimento, testina a due alette riportata con moto rotante determinato dalla traslazione del carrello e l’interazione di un perno su una pista inclinata: sulla faccia si notano il foro del percussore e l’unghia di estrazione registrata da una molla interna. Il riarmo è determinato dal solito, affidabile e sperimentato sistema a presa di gas: circa al primo terzo della lunghezza viene saldata sotto alla canna la basetta allungata della campana collegata ai fori di spillamento e contenente il pistone autopulente da cui ha oriCaccia Caccia Passione Passione 50 42

Anche la bindella con i ponticelli di sopraelevazione fissati direttamente alla canna mostra una cura apprezzabile dei particolari

La canna del calibro 20 ha sempre quella contenutezza di volume che favorisce lo stile dell’arma e anche con la bindella sopraelevata tale caratteristica rimane evidente Il fucile scomposto nelle sue parti principali: molto evidente sotto alla canna la campana di prelievo dei gas in cui scorre il pistone collegato all’otturatore

La canna è fissata al prolungamento di culatta in cui sono ricavate le mortise per i tenoni di chiusura, i prismi posteriori di centraggio e, all’interno il dente dell’espulsore con la molla coassiale di contrasto


Fucili canna liscia Sotto all’asta si osserva la griglia di sfogo dei gas mentre il tappo di bloccaggio presenta delle marcate corrugature che facilitano la presa anche con mani bagnate; all’apice sporge il piolo forato per il fissaggio della cinghia

Vivo di volata con il mirino in plastica traslucida rossa, ben visibile con ogni sfondo; nella canna è inserito lo strozzatore Optimabore HP da *** quindi adatto a moltissime situazioni venatorie Primo piano dell’otturatore con la massa posteriore in cui è inserita, di fianco, la manetta di armamento e innestata frontalmente la testina a due tenoni con movimento rotante

gine il moto della base ad anello delle due aste inserite nella parte anteriore del castello e collegate al carrello. L’energia di ritorno viene recuperata da una molla coassiale al serbatoio cartucce: movimento e piazzamento determinano un bilanciamento statico e dinamico favorevole al maneggio e, soprattutto, al mantenimento in mira del fucile. Segnaliamo qui come tutta la

struttura dell’arma sia proporzionata al calibro inferiore e, ponendo vicini un calibro 12 e un 20 se ne apprezza subito l’entità: anche la meccanica risente di tale ricerca e nel 20 non è presente la valvola compensatrice, non necessaria, così altri 40 g vengono risparmiati, pur restando possibile l’impiego di ogni cartuccia da 70 o 76 mm con l’estesa gamma di cariche, comprese quelle con pallini in acciaio. La calciatura realizzata in polimero con innovativo disegno dei particolari incorpora altre due peculiarità: nella coccia è inserito il Gun Pod2, dispositivo elettronico che non è un GPS, ma in collegamento con lo smartphone del cacciatore, registra le percorrenze, i colpi sparati e quanto forma il diario personale dell’attività venatoria, condivisibile poi con gli amici. La seconda è l’impianto Kick-Off Plus abbinato al calciolo Micro-Core, un tecnopolimero espanso a cella aperta dotato di grande scorrevolezza e della particolarità di aumentare all’istante la superficie di contatto con la spalla: dalla chimica passiamo alla meccanica con l’impianto di assorbimento del rinculo (-70%), unico al mondo nel suo genere, basato su due ammortizzatori oleodinamici, analoghi a quelli delle auto, piazzati fra la pistola e la parte posteriore del calcio per togliere la sensazione di movimento alla guancia riducendo insieme l’impennamento. La canna Steelium realizzata con la peculiare tecnologia aziendale in acciaio trilegato Beretta vede la foratura profonda, la martellatura a freddo e la speciale distensione sotto vuoto per conferire al metallo le caratteristiche ottimali per gestire lo sciame di pallini che passa attraverso gli strozzatori intercambiabili Optimabore HP in grado di soddisfare ogni aspettativa sul terreno di caccia. Tre le misure di canna disponibili con 66, 72 e 76 cm. Per concludere annotiamo ancora il peso ridotto dell’arma, con canna da 66 cm, pari a 2.750 g certo uno dei più bassi della categoria mentre la dotazione tecnico balistica, così come espressa, pone questo A 400 Lite cal. 20/76 senz’altro ai vertici dell’offerta mondiale. Caccia Caccia Passione Passione 49 43


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Fucili canna rigata

La carabina Strasser al poligono di CarrĂš Caccia Passione 45


La carabina Strasser al poligono di Carrù

di Emanuele Tabasso

Un lavoro di squadra fra l’armeria Fontana di Visco (UD), l’armeria Bonardo di Bra (CN) e il poligono di Carrù (CN) ha permesso a molti appassionati di avvicinarsi alle carabine Strasser

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omenica 8 maggio il meteo dà indicazioni mediocri sull’andamento del clima, ma con la mattinata senza pioggia: il tempo poi ci mette del suo per favorire questo incontro e il sole, magari un poco velato, sarà ottima compagnia fino alla chiusura dell’avvenimento. L’organizzazione vede in pista gli estremi del nord Italia con l’armeria Fontana di Visco, cittadina prossima alla magnifica città fortificata dalla curiosa pianta a stella di Palmanova nel basso Friuli, l’armeria Bonardo di Bra e il poligono di Carrù: epigoni della giornata i titolari delle suddette attività, Paolo Fontana, Carlo Bonardo e Giorgio Rosso. La materia da trattare sono le carabine Strasser prodotte un’azienda austriaca dedita alla meccanica aerospaziale a cui ha affiancato questo settore armiero dove brillano la raffinatezza delle lavorazioni insieme all’eccellenza progettuale: l’idea proviene direttamente da Horst Blaser, nome che a tutti è noto per le sue realizzazioni anche se da qualche tempo marchio e azienda sono passati sotto l’egida un complesso industriale finanziario dove si trovano in compagnia di Sauer e Mauser. Caccia Passione 46

La tecnica Il nome del progettista fa presupporre soluzioni innovative insieme a quella di base attinente il sistema di riarmo con il movimento in linea: troviamo infatti un castello foggiato a prisma e dotato di anello e ponte chiusi con finestra su entrambi i lati, dotata di ampie bisellature e traversino superiore di congiunzione e irrigidimento. Nell’anello anteriore si inserisce di precisione la culatta della canna che negli esemplari in prova, tutti del Mod. RS14, viene bloccata tramite una piccola leva interna che aziona un eccentrico. I fianchi laterali del castello sono coperti da due pannelli fissati con viti Torx e all’interno sono ricavate le sedi per il caricatore staccabile e il pacchetto di scatto estraibile: nel risalto anteriore e nei due posteriori foggiati a barrette inclinate vanno in battuta i due elementi della calciatura trovando così un’ampia superficie di contrasto contro cui si scarica l’energia allo sparo. Nel prolungamento di culatta vengono praticate le guide di aggancio e scorrimento del carrello otturatore concepito nel modo seguente. Una parte centrale cilindrica con due


Fucili canna rigata spianature superiori di alleggerimento sostiene il tappo sagomato di culatta in lega leggera nel cui fianco destro è inserito il manubrio con nocca tonda; posteriormente è alloggiato il tasto a slitta della sicura in cui è inserito il bottone per riaprire l’otturatore dopo la chiusura in armamento: si preleva quindi in tranquillità la cartuccia camerata con la sicura inserita. Anteriormente il cilindro è forato per ospitare il prolungamento della testina dell’otturatore dotato di un intaglio ortogonale dove si posiziona una lamina ad arco, incassata nel corpo principale, sollevabile facilmente con un’unghia; questo prolungamento interno termina con una sezione conica spinta in avanti dal movimento del manubrio. Osservando ora la porzione anteriore noteremo quattro ampie sezioni di un cilindro tenute in posizione da una piccola molla circolare a spire molto fitte, davanti a cui sporge la testina a faccia ribassata, con foro del percussore, nottolino elastico di espulsione e un’unghia di estrazione foggiata a prisma di notevoli proporzioni e con incastro a T, quindi con le migliori garanzie di funzionamento. Per completare le spiegazioni sulla chiusura va notato come entro lo spessore di culatta della canna sia praticata una fresatura a corona circolare in cui i quattro blocchetti di otturazione si inseriscono sotto la spinta della spina conica. Intuibile come sia estesa la superfice di contrasto e come tutti gli elementi lavorino con carico di punta; inoltre sono presenti diversi accorgimenti che incrementano la sicurezza impedendo lo sparo a otturatore non perfettamente in chiusura e impedendone l’arretramento se non si sblocca il vincolo principale. La canna di sezione ragguardevole con 17 mm in volata presenta una buona finitura esterna con brunitura semiopaca contro graffi e ossidazioni; di ottimo livello la rigatura martellata a freddo con pieni e vuoti ben lisciati, spigoli vivi e netti, camera perfettamente coassiale con l’anima, vivo di volata ribassato.

1 – Carlo Bonardo, Paolo Fontana ed Emilio Malgari sono stati gli artefici della prova delle carabine Strasser RS 14 sul campo di Carrù 2 – Una delle Strasser posizionata sulla linea di tiro: è quella in calibro .30-06 Sprg. dotata di ottica Swarovski Z4i 1,25-4x24 classica da battuta 3 – Paolo Fontana e Carlo Bonardo intrattengono un interessato uditorio: notevole la presenza di cacciatori sulle linee di tiro per provare questa novità Caccia Passione 47


1 – L’otturatore parzialmente arretrato scopre le peculiarità del sistema di chiusura basato sull’espansione dei quattro spicchi di un cilindro 2 – Otturatore estratto ma con alette nella posizione di bloccaggio mantenute in sede dalla molla a spirale. Nella testina si notano la sede a T dell’estrattore, il percussore e il nottolino dell’espulsore 3 – Parte inferiore dell’otturatore con il robusto cilindro sagomato da cui sporge la nocca del percussore; i due dentini contrapposti consentono la mobilità del manubrio 4 – Il calibro 7x64 di questo esemplare ha consigliato uno Swarovski Z6i 2,5-15x56P HD dalle prestazioni davvero maiuscole 5 – Il pacchetto caricatore è in robusta lamiera piegata con zoccolino di fondo in lega leggera

Il pacchetto di scatto e il caricatore Una leggera pressione su un tasto a molla, raggiungibile solo dopo aver sfilato dalla sede l’otturatore, consente di prelevare il pacchetto di scatto comprensivo della guardia e del ponticello in cui è inserito il grilletto nonché di una piccola chiave a brugola, incastrata in una sede di plastica morbida, utile per iniziare le operazioni di smontaggio principiando dall’astina sotto canna. Il complesso è già di per sé un pezzo di meccanica fine con una soluzione semplice e raffinata per la determinazione del peso di sgancio. Nel telaio si notano l’asta di aggancio col percussore, la molla con il rinvio al grilletto, il prolungamento della tavola con il sistema per variare il peso dato da un blocchetto oscillante e una molla di contrasto provvista di perno guida. Questo perno ha tre posizioni e in ognuna varia il carico della molla e quindi il peso di scatto (500-750-1000 g): in aggiunta è presente un sistema di stecher alla francese che porta il Caccia Passione 48


Fucili canna rigata carico a soli 250 g, aggirando i vari pesi predeterminati. Mancano elementi di critica alla resa sul campo dove pulizia e prontezza sono eccellenti, così come troviamo molto comodi i tre pesi a scelta, ma con uno stecher che, con la sola spinta in avanti del grilletto, ci porta al massimo della sensibilità. Pratico e funzionale anche il caricatore prelevabile dalla propria sede premendo i due pulsanti posti sui fianchi del castello: si evita lo sgancio accidentale e la postura richiesta per l’azione fa cadere il pacchetto proprio nel palmo della mano. Facile l’inserimento cartucce senza doversi sbucciare le dita e tutto il complesso in solida lamiera di acciaio piegata si rivela di apprezzabile robustezza. La calciatura L’organizzazione della calciatura richiama il progetto della Sauer 200 a cui aveva posto mente e mano il nostro campione olimpionico Ennio Mattarelli: contrastando l’ortodossia la calciatura è in due parti separate lavorate con grande cura e precisione. L’astina si sblocca prima con la pressione sul perno della maglietta porta cinghia anteriore poi si svita il ritegno mediano con la brugola prelevata dal pacchetto di scatto; dopo averla sfilata dalla sede si osserva l’elemento metallico di contrasto con il castello, una piastrina e due rebbi cilindrici ortogonali, e si può prelevare sul fondo una leva sagomata con cui agire sull’elemento di serraggio della canna al castello. Nei fianchi del blocchetto due piccole fresature semicilindriche fungono da sede per i rebbi sopra citati. Il calcio dalla tradizionale linea mitteleuropea presenta il dorso alla bavarese, l’appoggia guancia e il nasello evidenziati da profonde scalfature, la pistola inclinata con un’elegante coccia in corno nero e il calciolo in gomma. Lo zigrino a passo fine nei punti di presa si rivela un’adeguata soluzione per stile e funzionalità.

Le prove a fuoco Sulle linee messe a disposizione da Giorgio Rosso nel poligono di Carrù si sono alternati per più di tre ore moltissimi appassionati, con interesse a questa novità che da non molto tempo è arrivata in Italia grazie proprio all’Armeria Fontana. Le ottiche Swarovski con alternanza di valori per accontentare chi predilige il tiro a distanza sul selvatico fermo o quello in braccata con il cinghiale in corsa, si sono rivelate perfettamente adatte consentendo risultati di valore: purtroppo il clima della tarda mattinata crea un notevole effetto miraggio, ma tanto non ha impedito all’ottimo Emilio, amico di Paolo Fontana e suo compagno di viaggio per l’occasione, di stampare tre colpi in poco più di 22 mm a 200 metri. Questo per significare come lo Strasser sia certo un ottimo fucile da battuta, vista la celerità di riarmo, ma parimenti un efficace soluzione per il tiro di precisione a lunga distanza. A tal punto della storia un cordiale in bocca al lupo a tutta la compagine che si dedica alla fabbricazione e alla diffusione dello Strasser è piacevolmente d’obbligo: anzi, vista la provenienza ci sta a perfezione un classico Weidmannsheil!

La tacca di mira montata su zoccolo con coulisse consente la regolazione in brandeggio grazie alla vite laterale. Pratica la barretta gialla di riferimento verticale Caccia Passione 49


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Ottiche

CANNOCCHIALI STEINER RANGE

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CANNOCCHIALI STEINER RANGE

Qualità tedesca e alti ingrandimenti ad un prezzo incredibile.

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TEINER è un’azienda tedesca appartenente al gruppo Beretta, famosa per la produzione di binocoli e ottiche da puntamento, particolarmente rinomata nel settore militare e leader nei binocoli nautici. Nel settore dei binocoli e delle ottiche ad uso venatorio Steiner è presente sul mercato da diversi anni, propone strumenti con diverso punto prezzo e vanta una linea di cannocchiali da puntamento di altissimo livello direttamente derivata dalla produzione military. A fine 2015, dopo un approfondito studio di mercato rivolto a comprendere le reali esigenze del cacciatore europeo, Steiner ha presentato agli appassionati la nuova linea di cannocchiali da puntamento Ranger. La serie Ranger unisce alla riconosciuta qualità ottica di Steiner un costo particolarmente vantaggioso. Le ottiche Ranger prevedono un fattore di zoom 4X, ideale ad affrontare tutte le esigenze del cacciatore moderno che, a secondo del tipo di arma e di caccia, può scegliere con quale modello equipaggiare la propria carabina. Le lenti High-Contrast consentono una trasmissione della luce superiore al 90%, restituiscono immagini chiare e nitide fino all’estremità del campo visivo con un eccellente risoluzione del dettaglio. I reticoli di tipo 4A-I, sul secondo piano focale, grazie al tubo da 30 mm hanno un’ampia escursione di regolazione in alzo e deriva, inol-

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di Saverio Patrizi

La serie completa

tre sono dotati di un dot illuminabile piccolo e definito. La terza torretta infatti consente la regolazione degli 11 livelli di luminosità del reticolo, 5 in modalità notturna e 6 in diurna oltre a una posizione OFF tra una fase e l’altra. Il vano batterie è integrato nella torretta. I materiali altamente resistenti insieme alla struttura meccanicamente precisa conferiscono ai cannocchiali Ranger un’ottima solidità e


Il reticolo 4° illuminato che equipaggia la nuova serie Ranger

Ottiche

Cannocchiale Ranger 1-4x24 montato su un express da cinghiale

resistenza allo sparo anche con armi di grosso calibro. L’impermeabilità è garantita fino a 2 m di profondità, anche senza copri torrette. Polvere, sporcizia e umidità non possono penetrare all’interno dello strumento grazie al riempimento di azoto compresso. L’azoto inoltre previene la formazione di condensa e garantisce la funzionalità dello strumento in 2-12x56 abbinato alla Sako 85 Carbonlight un range compreso tra i –25 °C ai 65 °C. L’anodizzazione del tubo nera opaca è pensata al mondo venatorio, in questo modo si riducono al massimo le possibilità di riflessi di luce che potrebbero insospettire la selvaggina. Steiner, con la serie Ranger si è prefissa l’obiettivo di offrire una incredibile qualità ottica e meccanica, alti ingrandimenti, campane obiettive ampie capaci di notevole trasmissione di luce ad un prezzo estremamente competitivo. Oculare e regolazione dello zoom Overview sulla gamma: Steiner Ranger 1-4x24: classico cannocchiale da battuta, con ampio campo visivo, pari a 37m/100m a 1 ingrandimento. Pensato per la veloce acquisizione del bersaglio anche con entrambi gli occhi aperti è molto compatto e leggero, solo 262 mm per 492 g di peso. Ottica ideale per equipaggiare carabine semiautomatiche ed express, unisce la praticità di un punto rosso alla precisione di un cannocchiale e grazie alla distanza interpupillare di 9 cm, comune a tutta la

serie Range, può essere utilizzato anche con armi dal rinculo energico. Steiner Ranger 2-8x42: cannocchiale versatile, leggero e compatto, compagno ideale di fucili basculanti e per chi predilige la caccia alla cerca in ambienti boschivi intervallati da prati e radure, caso classico quella al capriolo. Può, all’occasione, grazie ai 2 ingrandimenti, essere utilizzato anche per la battuta e, arrivando fino a 8x, anche per la caccia d’appostamento. Steiner Ranger 3-12x56: Potente , luminoso e versatile, è il cannocchiale per la caccia Caccia Passione 53


da appostamento e di attesa. Leggerissimo con i suoi 705 g, ha un campo visivo molto ampio. Grazie all’alta trasmissione di luce è il compagno perfetto per la caccia crepuscolare. L’ampia regolazione dell’intensità luminosa del reticolo garantisce eccellenti prestazioni dalle prime luci dell’alba alle ultime del tramonto. Steiner Ranger 4-16x56: Top di gamma della linea Ranger, con i suoi 16 ingrandimenti e obiettivo da 56 mm è ideale per tiri di alta precisione e a lunga distanza, anche in si-

tuazioni di scarsa luminosità. Testato nelle situazioni di caccia più difficili, mette a fuoco anche i più piccoli dettagli grazie all’elevato ingrandimento e alla qualità delle lenti Steiner. È anche dotato di regolazione della parallasse, il tutto ad un prezzo veramente contenuto. La sera consentirà, anche grazie al dot illuminato, d’insidiare cinghiali e caprioli anche quando la luce ormai è solo un ricordo e allo stesso tempo potremo sfruttare a pieno i 16 ingrandimenti per il tiro ai camosci a notevole distanza.

SCHEDA TECNICA Modello Diametro tubo Diametro reale dell‘obiettivo Ingrandimenti Peso Lunghezza Temperatura di utilizzo Pupilla d’uscita Campo visivo a 100 m Regolazione diottrica Parallasse Reticolo Posizione reticolo Click Illuminazione reticolo Diametro Tubo Diametro conchiglia oculare Lenti Impermeabilità Steiner Nano Protection Riempimento Accessori Garanzia Prezzo Pubblico

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Ranger 1-4x24 30mm 24,0 – 13,3 mm

Ranger 2-8x42 30mm 42,0 – 25,5 mm

Ranger 3-12x56 30mm 56,0 – 37,8 mm

Ranger 4-16x56 30mm 56,0 – 50,0 mm

1x - 4x 490 gg 262 mm Da -25° a +65°

2x - 8x 585 g 303 mm Da -25° a +65°

3x – 12 x 705 g 337 mm Da -25° a +65°

4x – 16x 720 g 368 mm Da -25° a +65°

12,0 – 6,0 mm 37,0 – 9,2 m

12,0 – 5,3 mm 18,3 – 4,7 m

12,0 – 4,7 mm 12,0 – 3,0 m

12,0 – 4,5 mm 9,2 – 2,3 m

Da -3 a +2

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100 m 4A-I 2° piano focale 1cm/100m 11 livelli (6 notturni e 5 diurni) 30mm 44,3 mm

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Da 50 m all’infinito 4A-I 2° piano focale 1cm/100m 11 livelli (6 notturni e 5 diurni) 30mm 44,3 mm

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IL TALENTO NON BASTA L’allenamento a caccia chiusa è un valido presupposto per il buon esito del tiro sul selvatico. Sparare bene sul cinghiale corrente per non darla vinta alla bestia nera. di Vincenzo Frascino

F

ino a qualche anno fa, quando la vita di giovane universitario mi permetteva di allenarmi al tiro a volo e sparare in un anno migliaia di cartucce, i tordi allo spollo, quando finalmente andavo a caccia, mi sembrava fossero quasi…fermi! Il colpo d’occhio, la gestualità, il tiro di stoccata erano per me il pane quotidiano di un hobby che a caccia mi restituiva in soddisfazione e divertimento tutto l’impegno con cui mi dedicavo al piattello. Negli ultimi anni il tempo libero si è striminzito sempre più, la caccia in tutte le sue fasi ha assorbito ogni energia e per il tiro a volo non c’è più spazio. A fronte di poca nostalgia ho riscontrato però un certo decremento delle mie performance di tiratore. Ho quindi sperimentato su di me un’ovvia scoperta: per sparare bene serve un (certo) allenamento! E se questo è valido per le munizioni spezzate a maggior ragione lo è per il tiro a palla, dove il rapporto preda-piombo è 1:1 e le possibilità di sbagliare sono infinitamente superiori. La ricerca del tiro efficace è un passaggio immediatamente consequenziale al precedente concetto. Non solo il proiettile dovrà intercettare la preda in qualche punto (come la rosata ci ha educato a pensare)

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ma, se non in un punto, in una specifica regione del corpo dell’animale, affinché il colpo, certamente e rapidamente mortale, possa definirsi anche pulito. Un ulteriore aspetto che suffraga la necessità di allenamento è la confidenza con l’arma. Questo passa in prima battuta attraverso la maneggevolezza con cui la si adopera, la si carica, scarica, trasporta, punta. Non di rado mi sono imbattuto a caccia in persone che mostravano un certo impaccio nel maneggio della loro nuova (o meno!) carabina, notando con disappunto e talvolta con un po’ di spavento la poca sicurezza o la troppa disinvoltura con cui la canna, ad esempio, veniva rivolta verso cani o persone, o nel macchinoso processo di inserimento o rimozione delle cartucce! Confidenza con l’arma è anche imparare a conoscere le sue prestazioni e il comportamento delle palle a varie distanze. Allenare l’occhio all’uso di sistemi di puntamento come punti rossi e ottiche, controllandone, anche più volte l’anno, la taratura. Sparare su carta, al poligono, non è certamente emozionante o avvincente come la caccia vera, ma è un passaggio utile per gestire con maggiore consapevolezza le proprie performance sul terreno di caccia. Per chi pratica la caccia in braccata, l’incon-


Attualità Il recordman Raniero Testa

tro col setolone non è scontato ad ogni battuta. Non a pochi è capitato di non aver avuto occasione di sparare al cinghiale in corsa per mesi e mesi e poi, nel fatidico momento atteso da tempo, faccia a grifo con il desi-

La performance da brivido del grande Raniero

derato animale, l’emozione, l’imprevisto e, diciamolo pure, la mancanza di allenamento, hanno trasformato un possibile sogno in un vero incubo: la famigerata padella. Allenarsi a sparare sulla sagoma di cinghiale corrente è a mio parere molto utile: rende quasi automatico quel complesso intrico di riflessi e movimenti che tanto servono in battuta. Non è possibile per la maggior parte di noi imparare a sparare direttamente sull’animale. Gli incontri sono decisamente troppo pochi e sporadici e l’approccio, oltre che poco etico, sarebbe fallimentare. Tali riflessioni, da tempo nella mia mente, si sono rafforzate dopo un divertente e istruttivo pomeriggio trascorso nel poligono personale dell’amico Raniero Testa. Il pretesto della mia incursione è stato la taratura dell’Aimpoint Micro-H2 montato sulla nuova Browning Bar Tracker HC. Un’accoppiata che si è rivelata una bellissima esperienza e che mi ha dato soddisfazioni ma, soprattutto sui primi tiri, anche qualche bastonata sulle orecchie! I primi tiri non perdonavano l’imperizia ma, dopo una decina di colpi, la maneggevolezza Caccia Passione 57


1 - L'autore alle prese con il cinghiale corrente 2 - La manegevolezza dell'arma e la precisione del red-dot risultano un'accopiata vincente 3 - È importante verificare periodicamente la taratura dei sistemi di puntamento

dell’arma e la precisione del red-dot mi hanno fatto divertire non poco! La performance dell’amico recordman ovviamente mi ha messo penosamente in ombra, ma come sempre non sono mancati i suoi consigli e suggerimenti. Come i veri campioni, Raniero non è geloso del suo sapere, sa che condividerlo non lo impoverisce ma aumenta la stima nei suoi confronti. Qualche ora di allenamento in buona compagnia mi ha fatto acquisire una maggiore sicurezza e disinvoltura, e una magCaccia Passione 58

giore fiducia nelle mie doti di tiratore. Sebbene nel mio tempo libero preferisca di gran lunga sbinocolare o gironzolare nei boschi in cerca di selvatici in carne e ossa, spero nel frattempo di trovare ancora occasione di allenarmi sulla sagoma di cinghiale corrente. Così, quando tra qualche mese incontrerò la bestia nera, impugnando la mia Bar e mirando con il mio punto rosso, di certo mi sentirò più pronto e sicuro, e il colpo, con un po’ di fortuna, finirà nel punto giusto!



IL PITTORE MONTANARO Cacciatore, pittore, pescatore, tutto condensato in una sola persona.

O

di Giulio Tasca

rmai conosco Giulio da molti anni, lo incontrai la prima volta in una fiera di montagna, non ricordo se a Longarone o Riva del Garda, allora avevo l’onere e l’onore di lavorare e scrivere per Diana, fui subito colpito da questo ragazzo che si presentava eclettico e fuori dai canoni tradizionali, vestito da caccia, cappello da pittore e tavolozza in mano, da buon montanaro sicuro di se e orgoglioso delle sue opere. Dopo pochi minuti si era già creato, a pelle, un feeling che solo fra cacciatori è possibile instaurare, parliamo la stessa lingua, quella della selvaggina e Camoscio, gallo e cane, tre grandi amori della Caccia nella sua accezione migliore, del cacciatore di montagna senza nulla togliere alla sua opera, sono subito rimasto affascinato dal personaggio. Abbiamo parlato a lungo delle reciproche esperienze venatorie e dell’altra sua grande passione, la pesca a mosca, realizzava le esche da solo, studiando e osservando la vita che ruota intorno ai corsi d’acqua. Quell’anno ero appena tornato dai Carpazi rumeni, per la caccia al Cedrone al canto, dove avevo provato una serie di emozioni ineguagliabili, pertanto il mio primo acquisto fu un Gallo riprodotto su ardesia, quello sfondo nero mi ricordava l’avvicinamento prima della prima luce dell’alba, quando tutto intorno è scuro e non riesci a distinguere la sagoma del gallo posato sull’albero a pochi metri da te, ma ne senti il tipico “toc toc” che ne conferma la presenza, un tipo di supporto Il Cacciatore/pittore Giulio Tasca particolare e di forte impatto.

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La penna del pittore

I camosci sono nel cuore di Giulio

Becco di camoscio a novembre

Un incontro scontro particolare Caccia Passione 61


Quest’anno l’ho rivisto alla fiera di Vicenza, accompagnato e assistito come sempre dalla sua Serena, moglie e mamma dei loro due figli Alice e Thomas, dopo i doverosi resoconti reciproci dell’ultima stagione venatoria, abbiamo parlato un po’ del suo lavoro, la pittura e la caccia ormai lo impegnano a tempo pieno. I due momenti si fondono e questo gli consente, con i suoi quadri, di trasmettere emozioni, valorizzando quei piccoli particolari che solo il cacciatore esperto può cogliere, se noi osserviamo i suoi animali possiamo vederli vivi, il capriolo ci osserverà con l’occhio impaurito o incuriosito a seconda delle occasioni, il camoscio che corre con il bart arruffato sarà inequivocabilmente quello novembrino, e così via per tutti gli animali della montagna, dal cervo al bramito ai galli forcelli che si contendono le femmine in un terribile duello. I cani e in particolare i setter, insieme alla beccaccia, sono una grande passione del nostro artista, nelle sue esposizioni non mancano mai ferme e consensi, ambientati in quei boschi d’alto fusto che sono da sempre la sua casa, anche qui l’espressione e l’atteggiamento dei fedeli ausiliari ne fa intuire la grande esperienza e la passione infinita per questa forma di caccia. La tecnica scelta, la pittura acrilica, rende le opere vive, con i colori della natura che cercano, e a volte riescono, di uscire dalla tela. Risultato di anni di studio e di ricerca di compatibilità con il reale, con questa tecnica riesce a esprimere tutta la crudezza e la veridicità della natura. Lavora a velature delicatissime senza materialità o strati di colore, le forme risaltano perfettamente dalle ombre, dalle luci e dai volumi: è un colore risolutore che steso con semplicità, naturalezza ed equilibrio restituisce ciò che Giulio intende esprimere.

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Cedroni a primavera

Come sempre le sue opere sono esposte con cornici appropriate che ne esaltano il messaggio che il quadro vuole esprimere, mai troppo imponenti ma sempre ben equilibrate. Giulio, cacciatore pittore e montanaro, cura


La penna del pittore

Agosto, tempo di caprioli

Il vero re della montagna

sempre lo sfondo che poi non è altro che il paesaggio in cui è nato, vive e caccia, pur mantenendo il soggetto animale al centro dell’attenzione, l’ambientazione è sempre appropriata e rivela la grande passione e conoscenza della montagna e degli habitat frequentati dalla selvaggina. L’opera di Giulio Tasca è estremamente realistica e mai banale, ripropone sempre scene di vita vissuta della selvaggina, mai statica, con la dinamicità che fuoriesce dai suoi quadri, gli animali sono sempre riprodotti nei momenti topici della loro vita, il bramito del cervo, il cedrone al canto, maschi di camoscio che s’inseguono nella neve, beccacce al frullo e così via. Mettere il casa un quadro di Giulio Tasca è come aprire una finestra sul mondo della caccia e della natura.

Giulio con l’inseparabile Serena

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Veterinaria

Diabete: cause, diagnosi e terapia nel cane

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Diabete: cause, diagnosi e terapia nel cane

di Kalaris

Non tutti lo sanno, ma il diabete non è un problema che riguarda solo l’uomo. Anche i nostri animali possono esserne colpiti e in quel caso meritano cure e attenzioni specifiche. Scopriamo insieme come comportarci con un cane affetto da diabete.

S

e il cane soffre di diabete lo si capisce presto: normalmente inizia a bere molto più del solito, urina con molta frequenza, ha molta più fame e dimagrisce in maniera sospetta e anomala. Un’attenzione in più va riservata alla situazione nel caso in cui ilcane abbia fra i 6 e gli 8 anni, periodo durante il quale normalmente il diabete si manifesta con maggiore frequenza (da notare che comunque il diabete può comparire, secondo quanto ci dicono i veterinari, dai 4 ai 14 anni). Se tutte le condizioni dette sono valide, ma anche se si ha semplicemente il sospetto è bene portare il cane dal veterinario. La diagnosi precoce è importante visto che il diabete, se tralasciato può causare complicazioni anche piuttosto gravi.

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Quale diabete? Ce ne sono almeno di due tipi diversi: il mellito, il pià classico, e l’insipido che è più raro ma non meno complicato. L’una e l’altra forma di diabete hanno davvero pochissimo in comune. Oggi ci concentreremo sul mellito, causato da un deficit di un ormone che secerne il pancreas, la famosa insulina. Lo scompenso in questione provoca condizioni anche molto gravi di disordine metabolico degli zuccheri. A loro volta queste comportano un aumento pericoloso della glicemia con tutti i problemi che ne discendono. La presenza degli zuccheri nelle urine a quel punto diventa allarmante e urge una soluzione già che il diabete è una patologia che può portare, se trascurata, alla morte.



La diagnosi Non tutti lo sanno, ma è una malattia molto diffusa fra i cani adulti; ne soffrono 1 cane su 200 e colpisce molto più le femmine rispetto ai maschi. In realtà la scienza non individua razze più o meno soggette alla patologia anche se a livello statistico sono le razze più piccole a soffrire di diabete mellito con maggiore frequenza. Per quanto non si abbiano certezze in merito, è sicuro che a causare la malattia siano una serie di condizioni che si verificano insieme: Caccia Passione 68

• • • •

predisposizione genetica; obesità; infezioni; farmaci;

La diagnosi precoce è importante e l’unico a poterla fare è il veterinario. Il cane dovrà essere sottoposto ad esami del sangue e delle urine. L’importante è che sia a digiuno. Il tasso di zuccheri riscontrato con le analisi nel sangue e nelle urine darà una risposta certa.


Veterinaria

La terapia Dopo gli esami di routine potrà essere previsto il giusto iter terapeutico che varia per ciascun cane. In genere la terapia farmacologica è indispensabile: consiste nella somministrazione sotto cutanea di insulina. Ce ne sono di diversi tipi ma pare che la più efficace per i cani sia quella di origine suina. E’ da ricordare che l’insulina dà nel cane effetti diversi rispetto a quelli dati all’uomo. Questi sono infatti molto più rapidi ma anche meno duraturi, e questo

elemento non va sottovalutato. La terapia farmacologica non risolve da sola la situazione. Il cane deve essere sottoposto ad una serie di attenzioni alimentari con l’obiettivo di: • eliminare il problema obesità; • determinare una precisa frequenza dei pasti; • determinare sessioni giornaliere di esercizio fisico; • precisare un apporto calorico quotidiano da rispettare. Caccia Passione 69


Le complicazioni Se la terapia non è repentina o rispettata con precisione le complicazioni possono essere anche molto preoccupanti: si può incorrere ad esempio in chetoacidosi diabetica, perdita drastica di peso, cataratta, infezioni batteriche, pancreatiti. Insomma tutte ulteriori patologie da non sottovalutare. Un cane diabetico è un cane che ha bisogno prima di tutto di tanto affetto.

glucosio e migliora la mobilizzazione dell’insulina visto il maggiore afflusso di sangue nei muscoli. Il proprietario dal canto suo dovrà portar con sé zuccherini, frutta candita o acqua zuccherata visto che il rischio di ipoglicemia è dietro l’angolo. I segnali principali che ci avvertono del calo glicemico sono la debolezza improvvisa del nostro ausiliare, testa costantemente piegata, crisi convulsive o nel peggiore dei casi collasso.

Diabete nel cane da caccia Quando a soffrire di diabete mellito è il cane da caccia le attenzioni devono aumentare. Non tutti sanno ad esempio che durante i periodi di intenso lavoro le dosi di insulina vanno ridotte. Durante la giornata di caccia infatti l’esercizio fisico riduce la presenza di

Alimentazione del cane diabetico Senza voler scendere nel dettaglio, visto che ogni cane fa storia a sé, è bene ricordare comunque che in commercio esistono mangimi pensati per chi soffre di diabete, contenenti tutti i nutrienti indispensabili per una terapia alimentare efficace.

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Caccia alle anatre con

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Anno V – N° 07/08 – Luglio/Agosto 2016 www.cacciapassione.com Direttore Responsabile Federico Cusimano Founder and CEO Pierfilippo Meloni Direttore Marketing Valerio Troili marketing@cacciapassione.com

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Collaborazioni Bruno Modugno, Federico Cusimano, Pierfilippo Meloni, Emanuele Tabasso, Goffredo Grassani, Riccardo Camusso, Saverio Patrizi, Giovanni Di Maio, Claudia Zedda, Pina Apicella, Vincenzo Frascino, Valerio Troili, Kalaris, Ilaria Troili, Giulio Tasca. Traduzioni A cura della Redazione Grafica e impaginazione A cura di Grazia Lospennato Pubblicità Ilaria Troili - Cell. 335.6408561 commerciale@cacciapassione.com Fotografi Archivio Caccia Passione, Vincenzo Frascino. Redazione Via Camillo Golgi, 1 - 20090 - Opera (MI) redazione@cacciapassione.com Cell. 3383243383 Service Provider Made Network srl Via Macanno, 59 - Rimini (RN)

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