Caccia Passione marzo 2020

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ANNO IX nr. 02-03 - Marzo 2020

LA RIVISTA

Ungulati:

Il capriolo di Simona

Canna liscia:

Zenith: il sovrapposto Breda da sporting

Canna rigata:

Browning X-Bolt GRS Pro Long Range in 6,5 Creedmoor

Ricette:

Quaglia in riduzione di aceto balsamico su polenta


Anno IX Nr. 02-03

www.cacciapassione.com Direttore responsabile Pierfilippo Meloni Direttore marketing Valerio Troili Collaborazioni Emanuele Tabasso, Vincenzo Frascino, Pina Apicella, Saverio Patrizi, Costantino Ramolfi, Simone Ricci, Francesca Baranello, Valerio Troili Grafica e impaginazione Tezy Boursier Niutta Pubblicità Ilaria Troili cel. 335 6408561 commerciale@cacciapassione.com Redazione Via Camillo Golgi, 1 20090 Opera (MI) redazione@cacciapassione.com 3383243383 Service Provider Made Network srl Via Macanno, 59 Rimini (RN) Editore Caccia Passione srl Via Camillo Golgi, 1 20090 Opera (MI)

sommario

Registrazione in Tribunale n. 17 del 21/01/2012 CACCIA PASSIONE È UN MARCHIO REGISTRATO. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. VIETATA LA RIPRODUZIONE

Pg 6 Ungulati: IL CAPRIOLO DI SIMONA Pina Apicella

Pg 10 Speciale Capriolo: IL CRINALE DEI MONTIONI

Vincenzo Frascino

Pg 18 Cani da caccia: L’ADDESTRAMENTO DEI CANI DA CERCA PER LA CACCIA Francesca Baranello Pg 22 Canna liscia: ZENITH: IL SOVRAPPOSTO BREDA DA SPORTING Emanuele Tabasso

Pg 32 Canna liscia: L’ARTE DEL SEMIAUTOMATICO L’ARTE COSMI Emanuele Tabasso Pg 40 Canna rigata: BROWNING X-BOLT GRS BROWNING PRO LONG RANGE IN 6,5 CREEDMOOR

Emanuele Tabasso


Sommario

Pg 54 Canna rigata: SAKO L 461 VIXEN IN 6 PPC SAKO

Emanuele Tabasso

Pg 64

Munizioni: FIOCCHI MUNIZIONI SUPER BLACK: EQUILIBRIO, MORBIDEZZA E VELOCITÀ

Simone Ricci

Pg 66 Ottiche: KONUSPOT – 80: IL LUNGO DA OSSERVAZIONE 20-60X80

Costantino Ramolfi

Pg 56 Veterinaria: TRICOCEFALO, UNO DEI PARASSITI PIÙ PERICOLOSI PER IL CANE DA CACCIA

Francesca Baranello

Pg 60 Ricette: ALLODOLE ARROSTO AL TARTUFO BIANCO

Francesca Baranello


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Editoriale

LA CACCIA AI TEMPI DI COVID-19.. Le certezze – anche quelle più stupide – fortificano sempre, ancora di più nell’insicurezza. I cacciatori apprendono molto diligentemente quanto accade nel mondo in questo periodo, mondo tanto vicino quanto infetto. Infetta è in primis anche la Lombardia, terra di PIL e di eccellenze, storie di imprenditori e grandi innovatori, tutti però adesso alle prese con una grande emergenza, il COVID-19. Anche i cacciatori, lombardi e di tutta Italia, appendono sobri e diligenti quanto disposto dal nostro Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, quest’ultimo in cerca di certezze e soluzioni nel rappresentare un popolo spaesato alle prese con un nemico invisibile. Certezze che seppur chieste, non arrivano certo dall’Europa, capace di porre vincoli, ma non di fornire soluzioni economico o sanitarie all’emergenza Covid-19. Ecco che Giuseppe Conte, non ricevuto l’aiuto sperato oltre i confini nazionali, chiede al popolo italiano di supportarlo nei Decreti cui deve giustamente emanare per far fronte a una guerra economico epidemiologico sociale. Compito che Giuseppe Conte sta svolgendo molto bene; così come tutto il popolo italiano chiamato a fare la propria parte, associandosi nel fornire un aiuto concreto per trovare anche risorse economiche per la guerra al virus COVID-19. Purtroppo COVID-19 non guarda il ceto sociale o il tenore economico, colpisce subdolo, tutto e tutti. Così è iniziata anche la caccia a chi avesse diffuso in Italia un virus così letale, ma la risposta è nessuno, è arrivato; punto. Ma siamo italiani e abbiamo bisogno sempre e comunque di certezze, così è partita anche qui la caccia all’untore, per fortuna in forma più contenuta rispetto alla Cina. Anche perché i cinesi rappresentano una bella storia di integrazione economico sociale in Italia, perché tutti conosciamo un barista cinese che ti porge il caffè sorridendo e alla cassa ti chiede 80 o 90 centesimi al posto di 1 euro e 20 centesimi, sorriso non incluso. Poi il virus si è accomodato fra di noi, ha sparigliato le carte. Ci ha suggerito di diffidare del professionista lodigiano o dell’agricoltore padovano. Bianchi come noi, benestanti come noi, laboriosi come noi. Anche in questi giorni, agli inviti a rimanere lucidi tanti rispondono con gesti folli. Spicca la corsa nei supermercati, che se appare comprensibile nelle cosiddette zone rosse, altrove assume invece ben altri contorni. Lì è il risultato della somma tra la paura di ciò che appare come irrimediabile prima ancora che lo sia davvero e la nevrosi dell’eccesso. E così in silenzio e senza troppa pubblicità, I CACCIATORI, criticati da chi li sconosce, fanno come sempre la propria parte, raccolgono oltre un milione e mezzo di euro e donano il tutto a sanità e protezione civile, al fine di fornire strumenti concreti atti a combatte questo nemico invisibile. Pierfilippo Meloni


IL CAPRIOLO DI SIMONA Caccia ai calvi di capriolo. Dopo tante uscite in solitaria finalmente la possibilità di tornare a vivere insieme una bella azione di caccia Testo di Pina Apicella Foto di Vincenzo Frascino

Banane, biscotti, giocattoli, pannolini. Non dovrebbe mancare nulla, nel caso…”. “Stai tranquilla, non ti chiamo se non per emergenze vere, so quanto sia preziosa un’uscita a caccia per te”, mi congeda Simona sorridendo mentre accoglie i bambini nella sua grande casa sulla collina per dare a me e Vincenzo la possibilità di uscire a caccia finalmente insieme! Mentre si chiude la porta alle nostre spalle sto già allacciando gli scarponi assaporando il gusto della libertà. Per l’occasione abbiamo deciso di rispolverare un appostamento a me caro, che mi ha

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regalato diverse avventure in passato, ottimo per questa stagione perché l’erbaio non è stato ancora seminato e l’esposizione a est ci regala caldi raggi dalle spalle che illuminano fino a tardi la stretta gola in fondo al colle. Discutiamo come al solito con Vincenzo su quale sia la posizione migliore tra i vari poggetti, ogni punto scopre una visuale nuova ma inevitabilmente perdere qualche spicchio di prato. Si spara dall’alto verso il basso, in totale sicurezza e in posizione sdraiata, e così ci sistemiamo e inforchiamo il binocolo. La distanza da qui al limite del fosso giù in


Ugulati

Caccia CacciaPassione Passione7• 7


fondo è intorno ai 200 metri, perciò per intercettare i caprioli non è necessario il binocolo. Ma i campi tutt’intorno si estendono per chilometri e l’occhio brama di incontrare le sagome dei piccoli cervidi a punteggiare le colline lontane, studiarne i movimenti, e così spaziamo per diverso tempo guardando a 360 gradi su questo poggio baciato dal sole. Ogni tanto diamo un’occhiata giù, da dove solitamente gli animali sbucano dopo aver percorso la fitta macchia del bosco che abbraccia la collinetta. Niente. Il sole alle nostre spalle si abbassa fino a sfiorare l’orizzonte, i suoi raggi rosi fanno vibrare le nuvole nastriformi e ci mandano l’ultimo tenue calore del pomeriggio di inizio gennaio. L’ora giusta si avvicina, promettendo nel primo buio del fosso laggiù di mandarci l’agognato folletto. Spero in un classe zero, ma data la rarità delle mie uscite so già che non mi fermerò davanti a una femmina adulta se necessario. Dal bosco spunta un maschio. Sembra nervoso non si ferma a brucare. Con passo deciso si dirige 8 • Caccia Passione

verso la cima del poggetto di fronte a noi. Non è passato dal fosso pieno di rovi come solitamente accade, e non sembra voler scendere. A breve giro le segue una femmina. Anche lei ha fatto questo percorso inusuale e si è fermata sul colle di fronte, incerta se risalire fino a scollinare o fermarsi. Vincenzo telemetra i caprioli a quasi 300 metri, mi da l’informazione e mai si aspetterebbe che mi preparassi al tiro. Con tutta calma ragioniamo sul da farsi. Mi sento tranquilla a tentare il tiro, la carabina è precisa e tarata, l’ottica affidabile, il bipiede ben piazzato, io comoda e stranamente tranquilla …. per ora. Ingaggio la capriola nell’ottica senza accendere il punto rosso perché la luce è ancora sufficiente. Con 16 ingrandimenti sono sempre più persuasa che si tratti di una sottile, (forse la piccola che ad agosto mi ha vista e fuggendo ha fatto scappare per ben due volte il bel maschio che avevo puntato?). Ora è a 270 metri. Vincenzo, consultando la tabella balistica, mi suggerisce i click da dare. Giro


Ungulati

la ghiera senza spostare il mirino e ora che tutto è pronto sento un’onda di emozione che sale dallo stomaco a sabotare il sangue freddo che ho avuto fin ora. Prima di cedere e soprattutto prima che la capriola decida di spostarsi dalla posizione perfetta con cui ora mi offre il blatt tiro il grilletto, e la musica quasi dimenticata dalla cara Blaser mi solletica l’orecchio che per qualche secondo inizia a fischiare. La giovane femmina si accascia immediatamente su un fianco senza nessun altro movimento mentre il maschio fugge verso la cima del poggio sparendo alla nostra vista. Accorriamo sulle spoglie della capriola dopo una decina di minuti, con una certa premura vista l’ora che volge al buio. Sia io che Vincenzo siamo felici e soddisfatti non solo per l’esito di questa uscita, un animale prelevato in maniera impeccabile con un tiro di tutto rispetto, ma soprattutto perché per una volta non ci racconteremo questa bella avventura perché dopo tanto tempo l’abbiamo finalmente vissuta insieme. Caccia Passione • 9


10 •Caccia CacciaPassione Passione


Ungulati

IL CRINALE DEI MONTIONI

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IL CRINALE DEI MONTIONI Caccia al capriolo | Siamo in Appennino, per un pelo in Toscana ma già quasi nelle Marche, Sestino è alta collina ed il territorio è un susseguirsi incessante di campi e boschi.. Testo e foto di Vincenzo Frascino

Anna la bavarese di Francesco

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Ugulati

Caccia Passione •1313


È

ancora notte quando andiamo ad imbucare. Il tagliando dell’uscita di stamattina scivola nella buca portandosi dietro tante aspettative e speranze per questa giornata di caccia al capriolo in un territorio per me nuovo ma bellissimo. Siamo in Appennino, per un pelo in Toscana ma già quasi nelle Marche, Sestino è alta collina ed il territorio è un susseguirsi incessante di campi e boschi. Facciamo pochi chilometri col pandino tattico di Francesco e rapidamente approdiamo all’attacco del sentiero. Lasciamo la macchina io, 14 • Caccia Passione

Francesco e Anna, la sua fidata bavarese, per inerpicarci in salita verso il crinale dei Montioni. Attraversiamo il bosco ad alto fusto per non camminare nel campo né tantomeno a bordo macchia sebbene sia ancora buio, ma non si sa mai che qualche animale possa essere fuori. Giunti sul posto diamo il via alla collaudata serie di azioni che da sempre accompagna la caccia di selezione: via la carabina dal fodero, colpi nel caricatore, uno in canna con l’otturatore disarmato. Fuori la coperta per Anna che lesta va ad acciambellarsi. Carabina


Ungulati

Francesco al momento del tiro

sul bipiede, i binocoli sono al collo da tempo. Anna, la bavarese di Francesco Iniziamo la nostra ricognizione con un accenno di luce che ha iniziato ad irradiarsi da est mentre ci sistemavamo. Ora si intravede qualcosa, soprattutto grazie alle luminose lenti dei nostri binocoli. Siamo su un crinale alto che domina due grandi campi ai suoi piedi. Da qui al fondo dei campi c’è l’inclinazione notevole, con oltre 25 gradi di angolo di sito. Dapprima scorgiamo qualcosa nei pressi di un roveto al centro del

campo sotto di noi. “È un capriolo!” sussurra Francesco, “una femmina mi sembra“. L’animale che mangia probabilmente more dal roveto in mezzo al campo è certamente un capriolo ma che si tratti di una femmina non ci giurerei. Qualche minuto più tardi con un pizzico di luce in più l’assenza di attributi maschili ci fa concludere che non trattasi di maschio. Nel piano di Francesco c’è da prelevare un M2 e un M1 perciò evidentemente ci toccherà aspettare. Caccia Passione • 15


Francesco al momento del tiro L’attesa non è lunga e dopo un po’ ecco che accorre un capriolo a banchettare al roveto. “Questo però va bene!” esclamo entusiasta e mi preparo ad osservare la reazione al tiro. Francesco da 2 click alla torretta balistica, si sistema a terra e inquadra con calma risoluta il capriolo. Senza affrettare i tempi ma senza indugiare troppo ingaggia e spara all’M2 che accusa il colpo e inizia una breve corsa. L’animale è decisamente preso e dopo pochi metri di sobbalzi cade sulla schiena ed esala il suo respiro con gli zoccoli al cielo. Il recupero del capo prelevato Le congratulazioni a Francesco dovranno però aspettare: la “femmina” che fino a poco prima piluccava insieme al maschio adulto si sposta nella nostra direzione fino ad arrivare a circa 130 metri da noi. La luce più intensa e la distanza ridotta ci spiattel-

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lano in faccia la nostra gaffe: non di una femmina si tratta ma di un maschio giovane, appena puntuto e nel complesso scarsino, che Francesco valuta assolutamente idoneo per completare il suo piano. Questa volta fronteggia un animale certamente meno tranquillo, tra la decisione di prelevarlo e il boato della sua Blaser c’è giusto il tempo per me di rimettere la scena nel binocolo. La scena che si presenta ai miei occhi sembra il revival di quella immediatamente precedente: capriolo perfettamente colpito, pochi metri di sobbalzo e infine caduta sul prato. L’autore, Francesco e Anna rendono onore ai due folletti abbattuti Nel giro di poche ore abbiamo vissuto un’ondata di emozioni e le portiamo con gratitudine al cospetto dei due animali che giacciono ora ai piedi del crinale dei Montioni.


Ungulati

Il recupero del capo prelevato

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L’ADDESTRAMENTO DEI CANI DA CERCA PER LA CACCIA Addestrare i cani è il modo migliore per instaurare un rapporto tra il padrone e il segugio. Vediamo le caratteristiche per l'addestramento del cane da cerca Di Francesca Baranello

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L

’addestramento dei cani da caccia è fondamentale per instaurare un rapporto tra animale e cacciatore che durerà per tutta la vita. Ecco perchè non si deve sottovalutare alcun dettaglio e cercare subito di socializzare con l’ausiliare, cercando comunque di non esagerare. La parola d’ordine in questo caso è gradualità, il che vuol dire che qualsiasi fase va affrontata con calma e dosando i vari insegnamenti da impartire. Le prime lezioni vanno gestite con la massima pazienza, senza urlare e pretendere che il cane apprenda tutto in modo rapido. Le caratteristiche peculiari di un allenamento che riguarda una razza da cerca non sono poi molto diverse da tutte le altre razze coinvolte nell’attività venatoria. Come realizzare l’addestramento del cane da cerca L’addestramento del cane da cerca rispecchia sostanzialmente tutte le caratteristiche dei classici addestramenti che si basano essenzialmente su determinati comandi verbali. I principali e i più usati sono sei e sono: chiamata, dietro, va, seduto, terra e porta.

Cani da caccia Dietro: questo ordine serve per richiamare il cane ai propri piedi. Il segugio sarà pronto ad abbandonare tutto quello che sta facendo. Seduto: in questo modo il cane avrà il compito di sedersi sulle zampe posteriori. Porta: questo comando serve al cane a far riportare al padrone la preda senza danneggiarla o farsela sfuggire. Riuscire a far capire bene queste azioni al cane è fondamentale per avere una battuta di caccia prolifica. Dando i giusti comandi attraverso la voce, un fischio o un cenno il cane riuscirà a comportarsi in modo corretto e quindi a catturare la preda poi riportarla al cacciatore. Quelli appena visti sono i gesti più diffusi quando si deve addentare un cane. In alcuni casi anche se possono essere personalizzati, all’inizio meglio attenersi a quelli basilari per non confondere il segugio.

Vediamo a cosa corrisponde ogni richiamo. Chiamata: è il comando principale che il padrone deve dare al cane. L’azione principale è quella di farlo fermare ai propri piedi. Terra: serve a far rispondere il cane ai comandi anche a distanza. In questo modo il segugio si fermerà in qualsiasi momento accucciandosi a terra con il muso rivolto in direzione del suo obiettivo. Va: con questo comando il cane riprende l’azione che è stata fermata con il comando terra. Una volta ricevuto l’ordine, l’animale dovrà correre seguendo la direzione indicata dalla mano del padrone.

Come progredire con l’addestramento La maggior parte dei cani sono portati per la caccia e riescono a seguire i comandi del loro padrone. Per alcuni, invece, è più difficile o non sono portati per l’attività venatoria o sono troppo piccoli. Per avere il massimo del risultato, l’unica cosa da fare nei primi mesi d’addestramento del cane da cerca, è quello di seguirlo con attenzione. La cosa più importante è controllarlo in ogni attività rispettando i suoi tempi e le sue esigenze. Meglio non forzarlo o punirlo quando sbaglia, ma bisogna riCaccia Passione • 19


compensarlo quando fa cose positive o accarezzarlo e dargli piccole gratifiche. Se poi il vostro amico a quattro zampe ancora non è pronto, meglio proseguire con comandi semplici e facili da eseguire per limitare lo stress. Se il cane è riuscito a raggiungere il primo livello di addestramento, meglio avvicinarlo alla caccia poco alla volta. Il cane potrà essere portato alla battuta, ma meglio non farlo partecipare attivamente. Il segugio deve essere avvicinato all’attività venatoria poco alla volta instradandolo e facendolo abituare al terreno durante un’uscita nei campi in cui la presenza della selvaggina è costante. Una delle caratteristiche fondamentali di questo tipo di caccia, valido anche per la caccia da ferma, è fondamentalmente fargli cambiare costantemente superficie e luogo, tra i più indicati c’è il bosco, la palude, la collina la pianura. Inoltre, meglio ripetere l’esercizio più volte con selvaggina sempre diversa. In questo modo il segugio si abituerà a diversi odori e sarà pronto ad andare incontro alla preda senza creare danni anche a sé stesso. La fase successiva dell’addestramento Una volta impartiti i comandi basilari è arrivato il momento di crescere e di affrontare sfide diverse. Una di queste è di creare esercizi per il riporto. Una volta fatta annusare la preda o semplicemente la sua penna, non bisogna fare altro che nasconderla all’interno della vegetazione. Quando il segugio avrà compiuto il suo dovere, per coccolarlo un pò, meglio dargli qualche carezza o croccantini come ricompensa. La maggior parte dei comandi viene data a voce, quindi questa diventa un’opzione fondamentale. A questo deve essere aggiunto il rumore dello sparo. Per far si che il nostro amico non si spaventi bisogna abituarlo poco alla volta. Inizialmente, meglio sottoporlo a proiettili a salve da lontano e poi poco alla volta sempre più vicino. Il cane da caccia deve molto 20 • Caccia Passione


Cani da caccia

del suo successo all’olfatto, insegnargli ad usarlo nel modo corretto deve essere fatto gradualmente. Meglio trasformarlo in un gioco soprattutto se i cani sono cuccioli. Il senso ben sviluppato fin da piccoli, si affina con il progredire del tempo. Avere a disposizione un giocattolo di pezza impregnato degli odori tipici dei cani è la soluzione ideale. Si avrà a disposizione un elemento di gioco accompagnato a quello dell’insegnamento. Per rassicurare il cane e farlo sentire sempre a suo agio, meglio stabilire una parola pensata per farli cercare il cibo. In questo modo il cane avrà in mente cosa sta cercando senza farsi confondere dai vari odori che lo circondano. Non tutti i segugi sono adatti per la cerca, quindi la fase dell’addestramento è fondamentale per insegnargli il giusto comportamento anche in ambienti ostili. Con l’aiuto di un bravo addestratore e con un po’ di pazienza, ogni cane può diventare un provetto segugio, pronto a tuffarsi in ogni uscita venatoria per dare il meglio di sé, nel pieno rispetto del nostro amico a quattro zampe. Caccia Passione • 21


22 • Caccia Passione


Canna Liscia

ZENITH: IL SOVRAPPOSTO BREDA DA SPORTING Caccia Passione • 23


ZENITH: IL SOVRAPPOSTO BREDA DA SPORTING Nell’attuale produzione con il marchio Breda non manca certo un sovrapposto da tiro proposto su una meccanica specifica per il gravoso impegno di pedana, realizzato in due versioni estetiche per assecondare i diversi gusti dei clienti di Emanuele Tabasso

Un banco da lavoro alla Breda: la tela smeriglio, una bascula, una lattina dell’olio Breda con il disegno del cacciatore che richiama ricordi di anni passati e si proietta nel futuro

U

na recente visita in azienda ci ha consentito di riconfermare le conoscenze e ampliare nuove co-

dove spiccano, per retaggio tecnico

gnizioni sullo storico marchio Breda, bril-

spicca lo Zenith, un modello con tenute

lantemente sollevato a nuovi fasti dal-

e chiusure di impostazione adeguata

la passione e dalle capacità dell’Ing.

per una lunghissima vita operativa sulle

Michele Marocchi. La solida azienda di

pedane: ma la finalità tecnica in Breda

Sarezzo, forte di un’esperienza armiera

dev’essere sempre accompagnata da

ad ampio raggio, costruisce una serie

rilevanze estetiche che rendano l’arma

ben differenziata di fucili a canna liscia

un qualcosa di personalizzato, di parti-

24 • Caccia Passione

e storico, i semiautomatici e i sovrapposti. In quest’ultimo specifico settore


Canna Liscia

Con il pennello intinto nel blu di Prussia si controllano le superfici combacianti della culatta delle canne e della faccia di bascula

L’imbasculamento è operazione da specialisti consumati: nell’immagine si può apprezzare la parte posteriore della bascula stessa realizzata in pezzo unico con operazioni di fresa

I fianchi del monobloc vengono tirati, come altre parti, con la tela smeriglio posta su una lima che funge da supporto: la sensibilità dello specialista è alla base di un lavoro eseguito ad arte

colare, di gradevole e questo sovrap-

per dare slancio estetico e robustez-

posto, come potremo osservare, rispon-

za elevata grazie ai notevoli spessori

de appieno a tali requisiti.

in gioco, oltremodo rassicuranti e non

Tenute e chiusure

massicci, che formano le due parti della tavola. Nella faccia spiccano i fori

Partendo dalla bascula si nota la sezio-

dei percussori, in alto a dx di chi osser-

ne a U profonda e fianchi bassi, ideali

va sporge il nottolino elastico per la riCaccia Passione • 25


messa al centro della chiave e poi, in parallelo e poco sotto alla mezzeria della canna superiore, i coni di chiusura mossi dalla chiave. Nello spessore dei fianchi sono inseriti i due puntoni tondi per l’armamento delle batterie mentre nella loro parte anteriore sporgono i semiperni e, in sequenza, la cerniera; nel fondo viene fresato un incavo che ha, come conseguenza, uno zoccolo a rilievo circa alla mezzeria del dorso. A questo punto della descrizione si è pronti all’esame della parte complementare: il monobloc di culatta. Nel grezzo ricavato da pressoforgiatura si fresano le sedi delle due canne e i particolari che realizzano, in complementarietà con quelli della bascula sopradescritti, le tenute e le chiusure dell’arma. Dall’alto si rilevano i semipiani, sporgenti dal profilo della canna superiore e pronti all’appoggio sulle mezzerie della tavola; al di sotto il monobloc prosegue con le spianature dei fianchi che trovano nelle pareti della bascula il contrasto a rasamento per una perfetta giunzione in antagonismo con gli imbardamenti trasversali. Intanto si evidenziano, nello spessore laterale, le guide per i gambi degli eiettori automatici, i leveraggi di azionamento e gli occhiali di aggancio al fondello delle cartucce. In basso si notano gli orecchioni, complementari ai semiperni, e uno zoccolino a semicerchio, ricavato da acciaio indurito e riportato sotto alla culatta della canna inferiore: tale risalto si pone a contrasto del rilievo interno del dorso ed è sostituibile quando si dovesse manifestare del gioco. Si ottengono così il basculaggio e l’inibizione alla spinta in avanti del gruppo canne, sgravando i punti di rotazione: la chiusura viene affidata all’inserimento delle due spine coniche nei fori praticati nello spessore fra cu26 • Caccia Passione

latta della canna superiore e semipiano. La chiave muove questo elemento che funge da tassello sdoppiato. L’estetica e le canne Abbiamo le immagini di due modelli differenziati dalla finitura argento o nera della bascula: per entrambi valgono le lavorazioni delle superfici con profonde raggiature movimentate da cambiamenti d’angolatura grazie a cui i risalti di luce sono davvero singolari. I seni di bascula arrotondati vengono messi in evidenza dai calici profondi, il leggero ispessimento di rinforzo sui fianchi disegna un armonico arco a tutto sesto che si elide nel dorso dove il ponticello, quella lamina da cui sporge il grilletto, mostra una giunzione con lo stesso non a filo, come usuale, ma aggraziata da una bisellatura stondata che ne evidenzia lo spessore. Parimenti godibile l’ovale della guardia ricavata da una piattellina a sezione lenticolare, non banalmente piana, e disegnata con il giusto angolo aperto posteriore per evitare ammaccature al dito medio. Apprezzabili le scalfature inclinate ricavate sulle parti superiori del monobloc per conferire un senso di maggior leggerezza all’insieme. Le canne camerate nel 12/70 vengono proposte con lunghezza da 76 o 81 cm (30” o 32”) e sono bancate per l’impiego dei pallini in acciaio; tutte godono della foratura a lunga pendenza con i coni di strozzatura da 100 mm, tutto finalizzato ad accelerare a dovere la colonna di pallini, minimizzando nel contempo la sensazione di rinculo per un minor affaticamento del tiratore e un miglior intervento per il secondo colpo. Il prosieguo della giunzione dopo l’innesto nel monobloc vede una bin-


Canna Liscia

rover synthetIC

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sabattiarmi Caccia Passione • 27


Lo Zenith finito in nero dove spiccano le incisioni peculiari di questo modello Breda: il marchio sulla placca dorata dà un senso di garbata completezza all’insieme tanto insolito quanto gradevole

La versione con finitura argento evidenzia forse più ancora di quella nera la particolare incisione prerogativa di Breda

della intermedia dotata di ampie aso- Terminiamo gli aspetti meccanici con le di ventilazione, analoghe a quelle uno sguardo alle batterie e alle molsottese dalla bindella superiore saldata

le elicoidali montate su astine di gui-

direttamente alla canna tramite i ponti- da: diversi particolari vengono dorati celli, senza la sottobindella: metodo un per maggior resistenza alle ossidazioni po’ più costoso, ma decisamente più come nel testacroce dove sono piazzaelegante. La larghezza prevista è pari a

ti i leveraggi per il comando degli eiet-

7 o 10 mm. Da ultimo vengono forniti cin- tori. Sempre del testacroce la pregevoque strozzatori del tipo Maxi 90 Extended lezza dell’aggancio dell’asta al dente con l’apposita chiave e i contenitori. 28 • Caccia Passione

del gruppo canne tramite un rullino dà


Canna Liscia

A canne basculate notiamo alcuni punti: pregevole la scalfatura sul fianco di culatta delle canne stesse, spessore garantista per le pareti di bascula, ottima lisciatura dei fianchi del monobloc

Apprezzabile il lavoro di incassatura con belle linee di giunzione fra testa del calcio e bascula, di raccordo fra specchi e impugnatura; ancora da notare la chiave di apertura e la slitta della sicura comprensivo del selettore di sparo

Caccia Passione • 29


Possente e non massiccia l’immagine completa del fucile allestito per la specialità dello Sporting

Breda cura con maniacale attenzione tanto l’impostazione generale quanto la specificità del particolare: inconsueta quanto bella la sezione lenticolare della parte apicale anteriore del ponticello che si stacca, in tal modo, dalla sua sede nel dorso di bascula

Nella parte posteriore del monobloc di culatta si osservano i due fori simmetrici a fianco della canna superiore, sedi del doppio tassello di chiusura mentre in basso, al bordo della canna inferiore, è visibile la sede della vite che trattiene lo zoccolo di contrasto sostituibile

30 • Caccia Passione

Nella bascula sono evidenti la cerniera in due parti, i semiperni ,il rialzo intermedio del dorso e la mortisa in cui si posiziona lo zoccolo di tenuta, la faccia con i fori dei percussori, le testa sdoppiata del tassello di chiusura, il nottolino elastico per la rimessa al centro della chiave: tutto racchiuso fa le pareti verticali e il dorso

Particolare dell’interno della batteria con alcuni particolar dorati con fini estetici e protettivi contro le ossidazioni


Canna Liscia

L’elegante e funzionale valigetta di trasporto con la scatola contenente gli strozzatori intercambiabili e l’apposita chiave. In questa immagine si apprezza bene lo zoccolo di contrasto, posto nella zona inferiore del monobloc, ben distinguibile dal suo colore chiaro a contrasto con la brunitura del punto in cui è inserito

un piacevole attrito volvente anziché quello radente. Da ultimo un elemento determinante per la riuscita dei tiri: il gruppo scatto prevede un grilletto singolo regolabile su ben sette posizioni. La calciatura La scelta e l’impiego dei legni è un vanto della Breda: già l’individuazione del noce viene effettuata con un’identità alla meccanica da vestire e la stessa finitura superficiale può apparire in almeno due stili con differenti effetti estetici. La stagionatura in gambetta assicura la miglior resa nella lavorazione e poi nell’impiego. Lasciamo alle immagini di esplicare la bellezza tecnica e visiva

dei due esemplari di Zenith proposti: da rilevare che a questa serie è riservato un noce di Grado 4, poi va osservata la perfetta incassatura della meccanica con legno a crescere di un minimo spessore, sempre costante in tutti i punti. Le linee sono quelle adeguate all’impiego tiravolistico con una loro specifica valenza. Il fucile viene consegnato in apposita valigetta nera in ABS con scomparti interni foderati. Ogni commento ci pare superfluo e solo una prova sul campo potrebbe dire qualcosa in più su questo modello molto tecnico e parimenti assai curato sotto il profilo dell’estetica e della finitura. Com’è nello stile del marchio Breda. Caccia Passione • 31


L’ARTE DEL SEMIAUTOMATICO COSMI Esaminare l’insieme e i particolari del Cosmi è fonte di apprendimento e soddisfazione specie se ci si può ricondurre a una visita in azienda avvenuta diversi anni addietro e tuttora ben salda nella memoria

di Emanuele Tabasso

Il cuore del Cosmi composto dalla bascula e dal castello in cui scorre l’otturatore ed è inserita la canna: la linea è tuttora di un’eleganza straordinaria

N

ove anni fa eravamo stati invitati alla Cosmi nello stabilimento delle Torrette di Ancona: la visita era

stata oltremodo interessante per approfondire innanzitutto la conoscenza con i titolari, poi con le maestranze e quindi con l’arte di una magnifica archibugeria 32 • Caccia Passione

messa in opera da una passione straordinaria e da capacità realizzative non comuni. Riprendiamo oggi a mano un esemplare della produzione della prima metà degli Anni 60, un fucile di finitura classica che ha lavorato pochissimo e risulta virtualmente pari al nuovo.


Canna Liscia

Vista della testa di bascula con la sede della chiave fissata al perno da una vite a spacco fine. Sulla lunga codetta superiore integrale è inserita la slitta della sicura

La modellatura della testa presenta linee aggraziate e superfici tirate a specchio: in mezzo viene ricavata la sede per accogliere il prolungamento della bindella con funzione di centraggio e, all’interno, di appoggio per il tassello di chiusura

Fianco sinistro del castello con la sequenza di curvature che rendono il fucile un pezzo particolare non solo per funzionalità, ma egualmente per raffinata estetica. La scritta in elegante corsivo inglese riporta “Cosmi Brev.to – Ancona Italy”. In basso, incassato nella bascula, sporge il pulsante di svincolo cartucce

La prerogativa della canna basculante è rimasta come elemento emblematico di questo fucile progettato da Rodolfo Cosmi (1873 – 1936) originario di Macerata Feltria (PS): l’avvio dell’idea è del 1905, guarda caso proprio l’anno che ha tenuto a battesimo l’Auto 5 della FN, ma solo

nel 1925 il primo esemplare viene posto all’attenzione degli appassionati ed è conservato in azienda, perfettamente funzionante. Il perché della canna basculante risale a una necessità dell’epoca quando parecchie cartucce espellevano dalla sede l’innesco creando non Caccia Passione • 33


pochi problemi per levarlo di mezzo attraverso la sola finestra di espulsione per ripristinare la funzionalità dell’arma. In tal modo risultava tutto più facile senza dimenticare come il fattore sicurezza fosse pienamente assolto con il semplice azionamento della chiave, identica per forma e funzione a quella di un’usuale doppietta. Le considerazioni non si fermano certo qui: premettiamo come ogni parte del fucile sia ricavata dal pieno, in massima parte da pressoforgiati su cui tornio e fresa lavorano di concerto con l’opera manuale di specialisti con lima e tele smeriglio via via più fini portando a specchio le superfici dei particolari. Oggi si usano oltre agli acciai nobili anche metalli rari come il titanio per assicurare a chi

La scritta Boehler Antinit sulla canna dice tutto o quasi sulla scelta di vertice per il materiale adottato: oltre alla foratura magistrale, qui con strozzatura di tre stelle (***), si evidenzia una facilità di pulizia incredibile e rosate mirabolanti

Il dorso e i fianchi di bascula riprendono i concetti di una doppietta con i rinforzi laterali e la rastremazione apicale: ovviamente tutto a misura della diversa impostazione tecnica

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L’incasso del supporto anteriore della guardia è un pregevole lavoro così come il fermo attuato da vite e controvite

abbia problemi con il porto di certi pesi, una confortevolezza prima sconosciuta: a tal fine e seguendo una interessante moda intervenuta nella balistica venatoria, si sono creati i modelli in calibro 28/70 e .410 Mag. miniature di rara bellezza e di funzionalità tutta da scoprire. La forma e la funzione La meccanica vede tre componenti principali. Nella prima si nota la bascula in cui sono alloggiati l’apice del caricatore tubolare, il complesso che da questo preleva la cartuccia ponendola in posizione adeguata per il ricaricamento, la chiave di apertura, il gruppo di scatto e il cane, il perno di rotazione. Nella seconda poniamo la canna con la propria molla di recupero del moto lineare poiché il sistema di riarmo si basa sul lungo rinculo: è inserita nel fodero superiore, terza componente dalla struttura, complementare alla bascula, ed elaborata per assolvere diverse funzioni. Scendiamo un po’ nei particolari: aprendo e richiudendo il fucile si noterà come dalla parte antero inferiore del fodero sporga il tenone, basso e largo, che si aggancia al perno di rotazione ponendosi nella mortisa passante ricavata nello spessore apicale della bascula. Viene così assolta la funzione di tenuta contro la spinta in avanti di tutto il complesso suscitata dallo sparo. Entro il fodero vengono ricavate le guide longitudinali per lo scorrimento dell’otturato-


Canna Liscia

La guardia presenta un disegno molto arrotondato dovendo racchiudere un solo grilletto ben arcuato dove il dito poggia sempre in identica maniera: robusto il guardamano che si distende sulla curvatura della pistola

Il calcio ricavato da ottimo noce lavorato in favore di vena evidenzia uno spessore consistente per bilanciare l’arma e offrire un confortevole appoggio alla guancia.

L’astina di sezione tondeggiante con sgusci longitudinali di presa si presenta affusolata e sottile non dovendo contenere al suo interno il serbatoio tubolare delle cartucce

Ora è piuttosto copiata, ma all’epoca l’elegante smussatura apicale della bindella era un elemento caratterizzante del Cosmi

Il cane è abbattuto e sotto spicca il dente di aggancio sul cui retro si può notare il piccolo tassello oscillante, dotato di una molletta al suo interno, che lo mantiene in posizione quando il cane è armato

Cane armato con il dente di aggancio nella propria sede, spinto dal contrasto del tassello a molla su cui forza l’asola ricavata dal cane stesso

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Il leveraggio per il prelievo della cartuccia dopo lo sparo. La parte tubolare, forata per alleggerimento, è la porzione esterna del serbatoio. All’estremità posteriore sporge un minuscolo nottolino: spinto a dx o a sx dà al serbatoio la capienza massima o ridotta a due cartucce.Viste le leggi vigenti abbiamo inserito stabilmente nel serbatoio il preformato che l’azienda fornisce quale riduttore

Vista inferiore dell’otturatore, qui in chiusura: si nota la levetta con tasto angolato e movimento pivotante per la ritrazione e il conseguente inserimento manuale in canna della prima cartuccia

L’azione del dito sulla levetta ha compiuto il movimento di retrazione dell’otturatore

re prismatico in cui è piazzato il percus- Il primo movimento di retrazione dell’otsore flottante con molla coassiale: nella turatore avviene manualmente tramite una levetta articolata: si apre così l’acfaccia sono visibili il foro di passaggio e cesso alla culatta della canna in cui si l’unghia dell’estrattore mentre l’espulsiopone direttamente la cartuccia. Con ne è affidata a un blocchetto a prisma un dito si manda in chiusura l’otturatofissato all’interno. Sulla destra è praticata re spingendo sulla sua faccia posteriola finestra ovale per l’uscita dei bossoli. re: un fitta rigatura assicura un contatto 36 • Caccia Passione


Canna Liscia

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sopraelevata e il mirino sferico in ottone: caso vuole che le misure di questo fucile siano perfettamente adeguate alla nostra corporatura. Abbiamo cercato di descrivere al meglio la tecnica del fucile Cosmi: quel che risulta difficilmente riferibile con lo scritto lo si può desumere, in parte, dalle immagini: quello che non si riesce ancora a trasmettere compiutamente è il senso di perfezione che promana da ogni particolare dell’arma, realizzato dal pieno e rifinito fino a far risaltare il lucido intrinseco dell’acciaio, levigando i piani, arrotondando gli spigoli, creando un insieme armonico e preciso. Poi su tutto stanno i suoni del Cosmi partendo dall’apertura della chiave con il basculaggio della A fucile aperto si evidenziano le due alette verticali per il cen- canna e la successiva richiusura, inframtraggio del complesso canna e castello con la testa di bascula, mezzate dalla rattenuta sonorità dell’asil prolungamento arrotondato con il dente su cui si impegna il traversino mosso dalla chiave, la parte posteriore dell’otturatore sestamento delle cartucce nel serbatoio con il codolo tondo del percussore e, nei fianchi del castello, le a quella ben più marcata della ritrazione due guide di scorrimento e poi della messa in chiusura dell’otturacerto senza scivolosità e un clak sonoro tore: un fucile che parla una sua lingua e caratteristico cerziora sull’operazione. fatta di tecnica e di lavoro specialistico Manuale l’armamento del cane di fog- di altissimo livello. gia elaborata su cui fa presa il dente di scatto: questo è un piccolo gioiello manifatturiero con un tassellino a molla per una presa salda sul risalto di tenuta garantendo un aggancio sicuro pur con un basso peso di sgancio e una corsa netta e brevissima. Dalla meccanica passiamo ai legni: la calciatura è composta dalle due parti classiche, quindi astina affusolata e piuttosto sottile perché non deve contenere il serbatoio cartucce, e calcio con impugnatura a pistola, nasello ben elevato e calciolo ventilato in gomma. L’essenza impiegata mostra tutte le prerogative di una scelta mirata a funzione ed estetica: la pasta è densa, con venature longitudinali poste in linea con la forza del rinculo e gli spessori garantiscono una salda preAncora una vista dall’alto del cane armato: la superficie su sa insieme a un comodo appoggio della cui appoggia il dito è accuratamente rigata con funzione anti guancia. Ne consegue una postura con scivolo l’occhio subito allineato con la bindella 38 • Caccia Passione


Canna Liscia

Dal serbatoio sporgono le due cartucce: la prima trattenuta dall’apposito fermo meccanico dotato del pulsante esterno di svincolo per scaricare l’arma

L’astina viene messa in tiro sul testacroce dalla vite a scatti collegata alla maglietta. Sotto alla canna è montato il complesso di riarmo a lungo rinculo con boccola di freno in bronzo, molla e guidamolla: dopo questa, a dx, sporge il tenone che si aggancia al perno di rotazione canna inserito nella bascula

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Canna Rigata

BROWNING X-BOLT GRS PRO LONG RANGE IN 6,5 CREEDMOOR

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BROWNING X-BOLT GRS PRO LONG RANGE IN 6,5 CREEDMOOR

Trascorso oramai un decennio dalla presentazione della nuova carabina denominata X-Bolt la Casa di Herstal propone sempre nuovi allestimenti adottando componenti di vaglia come la calciatura della GRS e i calibri in voga presso la clientela amante del nuovo e del funzionale di Emanuele Tabasso

L

a Casa di Herstal ci ha assegnato in prova una X-Bolt con calciatura GRS e allestimento Pro Long Range camerata per la cartuccia 6,5 Creedmoor: è un modello che copre le diverse esigenze del tiro a lunga distanza, poligono o caccia, dove la canna mantiene dimensioni e peso ancora contenuti. Ne risulta un felice compromesso per divertirsi in uscite a caccia dove il trasporto non si rivela ancora problematico e occorre ingaggiare il selvatico a lunga distanza, oppure è molto appagante in poligono dove le regolazioni della calciatura consentono di ottimizzare la postura. Le prime considerazioni vertono sull’aspetto esterno e la calciatura della norvegese GRS in legno laminato con varie sfumature di grigio, arancio scuro e verdone cattura l’attenzione così come le sue forme non esasperate, ma perfettamente adeguate all’impiego nel tiro di precisione. Il calcio è sagomato per ottimizzare la posizione del viso e l’appoggio sulla spalla: osserviamo l’appoggiaguancia regolabile, fornito di precisi cursori interni e il calciolo gommato, entrambi re42 • Caccia Passione

Il corpo centrale del fucile con in vista l’azione del tipo corto

Meccanica armata: sotto al tappo dell’otturatore sporge la lamina con le barrette rosse e il tasto della sicura è in posizione di fuoco come si evince dal bollino rosso anch’esso in vista. La sicura è silenziosa e azionabile senza spostare troppo la mano dalla posizione di tiro


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golabili tramite due ampi pulsanti incassati nello spessore del legno sul fianco destro. Il profilo inferiore incorpora la profonda scalfatura adatta al posizionamento sul cuscinetto posteriore, le cosiddette orecchie di coniglio, e più avanti la giunzione con il massiccio blocco dell’impugnatura a pistola dove spiccano i rilievi appoggia dita e l’ingrossamento su cui si posiziona il palmo della mano: si hanno in pratica analoghi vantaggi nei confronti delle calciature a pollice passante, con una maggior rapidità di posizionamento e di riarmo, quindi con un occhio particolare alle situazioni venatorie. Appare lungo e inclinato il prosieguo verso il punto di incassatura della meccanica, così come normale da qualche tempo in realizzazioni specifiche da tiro come questa X-Bolt. Il fusto e la conseguente asta sottocanna mostrano una sezione prismatica con fianchi leggermente arrotondati e spigoli di giunzione smussati con la parte inferiore: l’asta subisce un leggero ingrossamento rispetto al fusto per consentire una base di appoggio più ampia e quindi più ferma nel tiro di precisione: nell’incavo è incassata la piastra integrale che funge da bocchettone del caricatore con la guardia incorporata. Castello e otturatore Il castello viene ricavato da una billetta di acciaio legato riservando all’anello e al ponte una sostanziosa dimensione e una sezione ottagonale per la parte superiore mentre per quella inferiore ci si attesa su un semicerchio inscritto nell’ottagono. Sulla destra si nota la finestra di espulsione dimensionata in misure contenute, inferiormente viene ricavata la feritoia per il caricatore, questa decisamente più ampia vista la disposizione in cerchio delle cartucce. In sostanza le lavorazioni non sono elementari, richiedono qualche aggravio nei costi, forniscono però una rigidità notevole insieme a un apprezzabile contenimento del peso: vantaggio non da poco 44 • Caccia Passione

Con la meccanica armata e la sicura inserita premendo il tasto inserito alla radice del braccetto otturatore si rende possibile l’apertura: nello scasso del fusto si osserva il piolo che blocca e sblocca


Canna Rigata

Otturatore in chiusura e parzialmente arretrato: si osserva la parte centrale con superficie spiralata e poi due delle tre alette sporgenti e con profilo ribassato: fra queste è incassata l’unghia dell’estrattore. Corretta la bisellatura del profilo della finestra di espulsione

e oggi sempre apprezzato. L’anello ospita le mortise per le alette di chiusura e il passo a vite per la giunzione della canna: durante il montaggio fra la faccia dell’anello e il rilievo posto nella culatta della canna viene inserita una piastra sagomata che funge da prisma di scarico delle forze mentre nell’avvitamento si determina con precisione lo spazio di testa, fattore importante per la precisione. Esternamente, in posizione arretrata sul fianco sinistro, sporge la levetta a bilanciere per l’estrazione a fondo corsa dell’otturatore la cui corsa viene registrata e facilitata da una semisfera in

L’otturatore completamente retratto non cala sull’orizzontale; nel lungo ponte posteriore si apprezza la sezione a ottagono per la parte superiore, sporgente dalla calciatura

La canna nella sua estensione con le scanalature a profilo concavo molto gradevoli alla vista e certo funzionali per rigidità/peso e raffreddamento. In volata è avvitato il freno di bocca con cinque serie di fori radiali: giustamente è di sezione uguale alla canna dando un bell’aiuto all’estetica. Il particolare dell’apice dell’asta sotto canna evidenzia il montaggio flottante

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sintetico, sporgente all’interno del fianco stesso. Una codetta integrale è l’ultima parte del castello a cui si aggiunge la base sagomata per il tasto della sicura a due posizioni. Passando all’otturatore si evidenzia un’apprezzabile impostazione classica con tre alette in testa sporgenti dal corpo cilindrico con l’innovazione di uno spessore contenuto e una maggiore lunghezza: si ha un’entità massa/area resistente adeguata diminuendo la profondità radiale degli scassi entro l’anello migliorando la robustezza e la rigidità. Una lavorazione anche qui leggermente più costosa, ma di classe superiore. La faccia, molto ribassata per migliorare il sostegno del fondello cartuccia, presenta il solito foro del percussore, a fianco il nottolino di espulsione e, fra due alette, l’incasso della base a lamina per l’unghia di estrazione dalle rassicuranti dimensioni. Il corpo cilindrico centrale mostra in questo modello una superficie a scanalature elicoidali: oltre al piacevole effetto visivo si ha un impianto funzionale alla raccolta di sporcizia o materiali estranei, dal trito di foglie secche agli aghi di conifere, dal fango alla neve insomma tutto quanto può inopinatamente fermare la

A metà del fusto la GRS ha inciso a laser il logo e il nome di Browning

L’ottica Kite Optics KSP HD2 presenta l’oculare gommato, l’anello godronato per la regolazione degli ingrandimenti, le torrette con scatti da 7 mm a 100 m (¼ di MOA) e la terza torretta con la regolazione della parallasse

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Canna Rigata

Nel fianco sinistro del castello è inserita la leva a bilanciere per lo svincolo dell’otturatore a fondo corsa. Evidente inoltre il leggero ingrossamento dell’asta dopo la zona di inserimento del caricatore nel fusto

La posizione del grilletto molto arretrata, quasi a contatto con il rebbio posteriore della guardia, indica come la sua corsa sia brevissima: ottimo il posizionamento del dito anche per chi ha mani corte

Il calcio presenta l’incavo sagomato per l’appoggio sul cuscinetto posteriore, l’impugnatura a pistola davvero ergonomica, l’appoggiaguancia regolabile in elevazione, il calciolo in gomma ad assorbimento di energia anch’esso regolabile nei due sensi; il piolo di aggancio della cinghia è sul fianco

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Il caricatore in sintetico si rivela robusto e comodo da porre in tasca grazie alle sue forme arrotondate. Lo stivaggio delle 4 cartucce è ad arco di cerchio sfruttando la larghezza e limitando lo spessore; la presentazione è singola con la spinta data da una suola elevatrice con la molla inserita sull’asse centrale. Ben finito anche il vano ricavato nel fusto

funzionalità che, in questo modo, è assicurata. Il manubrio è composto dal pomolo tondeggiante rastremato, dal braccetto cilindrico e dalla base ad anello calettata sul corpo principale. Il tappo prismatico e sagomato chiude l’insieme: alla sua base sporge, in armamento, una lamina cromata e con barretta rossa, avvertibile anche al tatto. La sicura a tasto con due posizioni blocca l’apertura, lo scatto e il percussore: è previsto un minuscolo tasto quadro, inserito alla radice del manubrio, premendo il quale si libera la manovra dell’otturatore per estrarre in piena tranquillità l’eventuale cartuccia camerata. Canna e scatto La canna lunga 61 cm si distingue per il profilo rastremato e le scanalature, il freno di bocca a cinque serie di fori radiali avvitato su una filettatura in volata dove la sezione misura 21 mm. Una soluzione che accontenta caccia e tiro con prestazioni di notevole livello: la rigatura realizzata a broccia viene poi lappata a mano e i prodotti della Canonerie di Herstal non necessitano di presentazioni o commenti. Quanto allo scatto è montato il Super Feather 48 • Caccia Passione

Trigger, eccellente meccanismo chiuso fra due piastre in lega di alluminio con i piani lucidati e poi cromati a spessore: la rapidità di sgancio e la velocità di percussione risultano eccellenti; il peso di 1335 g, con la regolazione di officina, si pone ai vertici degli impianti di fabbrica con scarti di una diecina di grammi e assenza totale di vizi, dotato di una geometria che unisce la sicurezza di uno stabile posizionamento dei piani di contrasto e il loro disgiungersi in allontanamento, evitando ogni genere di malfunzionamento. Le prove in poligono Il fucile merita un esame ripetuto per sondare più che altro se stessi, visto che le rese sono costanti e di ottimo livello. I due poligoni visitati sono quello di Carrù (CN) per le prove a 300 m e, in seguito, due presenze in quello di Pian Neirèt sopra Coazze (TO) per i tiri a 600 iarde. Una doverosa premessa: ci siamo messi in gioco, ben sapendo che molti altri realizzerebbero rosate migliori, giusto per vedere che cosa siamo ancora in grado di spremere da un simile fucile. Di poi va osservato come, soprattutto per le 600 yds l’appoggio su sacchi di materiale


Canna Rigata inerte approssima il tiro a quello di caccia con il supporto dello zaino o di una roccia con interposizione della cacciatora; posteriormente abbiamo adoperato le orecchie di coniglio di misura ridotta. Le cartucce impiegate sono le Hornady Match di cui diremo più avanti. Il clima è stato pienamente estivo per i 300 m mentre per le 600 yds abbiamo incontrato a metà settembre una giornata di pioggia leggera e costante con assenza di vento e ottima visibilità (si è a circa 1250 m slm); la seconda giornata a fine ottobre ha visto un tempo splendido con aria tersa e quindi ottima visibilità, ma con un vento di 2-3 m/sec giusto al traverso da dx a sx. Le cartucce: cartucce: la prima fornitura vede le Hornady Match appunto con palla ELD® MATCH da 147 gr (# 81501) mentre nella seconda varia il peso di palla, sceso a 140 gr (# 81500). Le tabelline sulle confezioni indicano un leggero abbassamento del tiro alle 500 yds, - 43,2” per le prime e – 44,4” per le seconde, quindi partiamo sperando

che la taratura effettuata una quarantina di giorni prima non giochi qualche scherzo. Osservare sul tablet il foro abbastanza centrato e più alto di quanto previsto ci conforta: il fucile “è lì”. Ripetiamo alcuni tiri finendo invariabilmente a sinistra: ancora non abbiamo potuto notare il vento presente che ci appare pienamente non appena sostiamo in posizione con l’occhio sul cannocchiale. Una miriade di particelle bianche vola allegramente in orizzontale nel verso dove vanno i colpi. Siamo ancora della generazione che prima di toccare le torrette vede se riesce a correggere il tiro spostando la posizione della croce sul bersaglio: calcoliamo mentalmente in 3540 cm lo scostamento e mettiamo il riferimento così distanziato dal centro. Funziona! Leggiamo allora sulla torretta il valore del click pari a 7 mm a 100 metri: con fatica di un antimatematico costituzionale ragioniamo sui valori in gioco e definiamo in tre scatti la correzione, quindi cinque meno due, non si sa mai… I colpi vanno

I due pulsanti metallici incassati nel calcio consentono l’elevazione dell’appoggiaguancia e l’estensione in lunghezza del calciolo: una vite qui non visibile permette poi di regolarne l’altezza per ottimizzare la postura del viso e quindi dell’occhio

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dove devono e intanto abbiamo mutato la tenuta del fucile ponendo, contro ogni nostra abitudine, la mano sinistra sull’ottica con la torretta che sporge fra le dita. Il risultato non sarà da concorso nazionale, ma a noi dà una bella soddisfazione, soprattutto per essere riusciti a leggere il vento e correggere l’ottica. A questo punto possiamo passare in rassegna le particolarità del fucile al tiro: le manovre si rivelano tutte non solo facili, ma pure piacevoli da assolvere come apertura e chiusura del manubrio otturatore, la cartuccia che posta sulla suola elevatrice del caricatore senza inserirla, viene spinta in camera senza trovare intoppi come capita con altre azioni. Lo scatto Super Feather Trigger è davvero magico, uno dei pochissimi, quasi unico, a non farci troppo rimpiangere un bello stecher a due grilletti con 250 g di sgancio. Due parole sull’ottica Kite Optics KSP HD2 2,5-15x56: le dobbiamo mentalmente delle scuse perché di primo acchito non l’avevamo accreditata di quel che in realtà merita. Ha dato ottima prova di visibilità con qualsiasi tempo, gli scatti come visto già nella prima regolazione passando dai 300 m alle 600 yds e poi per centrare l’ultima rosata con il vento, si sono sempre dimostrati giusti e costanti; ecco forse per il nostro occhio qualcosa in più dei 15x avrebbe giovato, ma pure così, in una configurazione decisamente venatoria, ce la siamo cavata decorosamente. Il commento ultimo è questo: è un fucile che dispiace rendere, dispiace parecchio. L’autore ringrazia gli amici Giorgio Rosso del poligono di Carrù (CN 347 96 92 677), Marco Cenni & Famiglia del poligono Les Chamois di Pian Neirèt (TO – 347 91 61 112) per la squisita ospitalità e Carlo Bonardo dell’omonima armeria sita in Bra (CN) infobonardo@.it,distributore della BWMI

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L’otturatore mostra un generoso corpo centrale di forma cilindrica e spiralata: robustezza e peso ridotto scongiurando il bloccaggio per inserimenti di sporcizia. Il manubrio è maggiorato per facilitare le manovre, il tappo di coda ha una linea personalizzata. In testa spicca l’unghia pivotante dell’estrattore incassata fra due alette senza interferire sulla loro integrità, la faccia è ribassata, a fianco del foro del percussore sporge il nottolino di espulsione. Nel ponte si notano la vite con testa semisferica in sintetico per registrare e favorire lo scorrimento dell’otturatore stesso e, più all’interno, il blocchetto di arresto manovrabile dalla leva esterna


Canna Rigata

La rosata di cinque colpi ottenuta al poligono di Carrù (CN) alla distanza di 300 m inscrivibile nel cerchio di 58 mm (0,69 MOA) o nel rettangolo di 48x53 mm. Cartucce Hornady Match con palla ELD® Match da 147 gr

Una zoomata ed ecco la nostra linea bersagli a 600 yds apparire ben definita. Il nostro antagonista è il primo a partire da sinistra e rammentiamo bene le indicazioni del gentilissimo Roby Cenni: linea 61

Al poligono Le Chamois di Pian Neirèt (TO) durante la prima prova alla distanza di 600 yds: la taratura finale ha prodotto questa rosata di cinque colpi che abbiamo evidenziato in rosso poiché i fori, per un malinteso, erano stati tappati prima della riconsegna del bersaglio. Le misure: diametro 93 mm (0,61 MOA) o 78x53 mm, cartucce come sopra con palla ELD® Match da 147 gr

La postazione è ovviamente inclinata verso l’alto vista la disposizione dei bersagli: poca l’angolazione con il favore di avere il fucile che tende a stabilizzarsi sulla spalla. L’appoggio anteriore è composto di sacchi con materiale incoerente

La linea dei bersagli a Pian Neirèt in versione autunnale al 25 di ottobre: il terreno antistante non offre indicazioni per il vento di debole intensità: i bersagli a 600 yds sono la penultima linea bianca al centro del canalone

Anche se la nostra tecnica fotografica è da affinare ecco il nostro bersaglio osservato nel reticolo dell’ottica Kite con 15x: a tale distanza valori decisamente superiori di ingrandimento giocherebbero un discreto ruolo a favore

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SCHEDA TECNICA Costruttore: Browning International S.A. Costruttore: – Parc industriel des Hautes Sarts, 3e Avenue, 25, B-4040 Herstal (Belgio) – Tel +32(0)4.2405211 – Fax +32(0)4.2405212 – www.browning-int.com – realizzato nello stabilimento in Giappone

Estrattore: a unghia pivotante con molla interna di contrasto Espulsore: pistoncino faccia dell’otturatore

elastico

nella

Linea di mira: mire metalliche assenti

Importatore: BWMI Italia – Via Parte Attacchi ottica: due basi con viti su – Marcheno (BS) fax 030 – 8960236 - anello e ponte bwmi@bwmi.it Sicurezza: tasto a due posizioni sul Modello: X-Bolt GRS Pro Long Range prolungamento della codetta del castello: blocca scatto, percussione Tipo: fucile a canna rigata e manubrio – tasto aggiuntivo per Calibro: 6,5 Creedmoor (in alternativa l’apertura con sicura inserita .308 Win.) Calciatura: GRS Stock in legno laminato Funzionamento: ripetizione manuale e - impugnatura a pistola e sotto canna otturatore girevole scorrevole sagomato – campi di presa lisci – appoggia guancia e calciolo regolabili Castello: anello e ponte di tipo chiuso – pioli per aggancio magliette ricavato da billetta in acciaio trattato portacinghia o bipiede Otturatore: in acciaio con testina Finiture: Cerakote per le parti anteriore a tre alette a crescere rispetto meccaniche – verniciatura a olio della al cilindro calciatura Canna: lunga 61 cm - montaggio Peso: : 3.800 g circa senza attacchi e flottante ottica Percussore: interno all’otturatore, con Prezzo informativo: indicativo di 2.190,00 molla elicoidale € (solo arma, iva inclusa) Alimentazione: caricatore a pacchetto Accessori: valigetta in sintetico e staccabile da 4 cartucce realizzato in lucchetto per bloccare l’arma polimero Congegno di scatto: Super Feather Trigger su piastre in lega di Al e parti interne in acciaio lucidate - grilletto singolo e scatto diretto di particolare rapidità ed efficienza – verificato a 1335 g (scarti fra 1318 e 1348 g quindi 2,25%: un nulla!)

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SAKO L 461 VIXEN IN 6 PPC

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SAKO L 461 VIXEN IN 6 PPC Coniugare l’eccellente meccanica della Sako e la sua intrinseca precisione con quella della cartuccia 6 PPC è possibile prendendo in esame una carabina costruita parecchi anni fa dalla Casa finlandese di Emanuele Tabasso

L

a storia della Sako è certo nota a tutti gli appassionati e l’acronimo che dà il nome all’azienda in italiano significa officina di riparazione di armi e attrezzature della Guardia Civile: l’anno di avvio è il 1921 e di lì in avanti la nazione finnica ha sostenuto la cupidigia dell’ingombrante vicino d’oriente perfezionandosi in armi di precisione e nel loro impiego. Fortunatamente la ripresa di una certa normalità ben dopo la fine della II GM ha consentito di dedicare gran parte delle energie aziendali verso le armi sportive con il doppio intendimento delle competizioni e della caccia. Tecnologia, materiali, trattamenti devono assicurare 56 • Caccia Passione

Sono trascorsi più di cinquant’anni dalla presentazione di questo modello della Sako eppure lo stile, la classe, la piacevolezza rimangono intatte insieme alla resta sul campo

Notevole lo spessore di parete del castello pur mantenendo un peso totale contenuto; nella testa dell’otturatore appare l’estrattore formato da un’unghia con base a prisma su cui agisce un pistoncino spinto dalla molla di contrasto interna


Canna Rigata precisione e robustezza anche in condizioni estreme insieme a una classe di disegno e di esecuzione ben al di là della media: le carabine della Sako soddisfano appieno queste esigenze. Quanto agli acciai vale la pena rammentare come solitamente si impieghino quelli svedesi derivati dal materiale estratto dalle miniere svedesi di Kiruna, considerato il migliore al mondo. Intorno agli Anni 50/60 appare una serie di tre fucili rigati con movimento a otturatore girevole scorrevole con due alette in testa, cui se ne aggiunge una, limitata nel tempo e nei numeri, con movimento a leva. Già dall’epoca la Sako sceglie di produrre azioni proporzionate alle serie di calibri adottati dando loro anche un bel nome di fantasia. La raffinatezza di progetto, la cura della produzione e i materiali impiegati danno i loro frutti e l’espansione, soprattutto oltre Atlantico, ma ugualmente in Europa, consente produzioni di numeri elevati. Il modello L 46 camera il .22 Hornet e il .218 Bee mentre il successivo L 461 Vixen viene proposto agli inizi per le cartucce .222 Rem. e poco dopo per il .222 Rem. Mag. a cui si affiancheranno la .223 Rem. la .17 Rem. e la 6 PPC: abbiamo scovato un esemplare proprio in quest’ultimo calibro nato per le competizioni e usato con ampio successo anche nella caccia, qui da noi in particolare per il capriolo.

tano superiormente delle basi a coda di rondine, facilitando il montaggio degli attacchi specifici Optilok®, e sono uniti da fianchi arrotondati con un’ampia finestra di espulsione sulla parte destra. Dalla parte sinistra del ponte sporge il blocchetto con tasto arrotondato per lo svincolo dell’otturatore a fondo corsa. Inferiormente è praticata la feritoia per il passaggio delle cartucce dal magazzino fisso: rimangono sezioni vive garanti di adeguata rigidità. Due grosse viti assicurano il fissaggio della meccanica al fusto in legno. Dell’otturatore a cilindro con due tenoni anteriori va notata innanzitutto la pregevole fattura in blocco unico con il manubrio, come negli storici Mauser K98: sembra richiamare a questo archetipo anche il prisma longitudinale collegato al cilindro da un anello elastico mediano, ma la funzione qui si limita a quella di guida nello scorrimento mentre l’estrattore fa a meno della poderosa unghia con la lunga lamina del capostipite tedesco affidandosi a un semplice gancio su base a prisma incassato a ore 10 nella testa dell’otturatore, spinto da un pistoncino con molla interna: il posizionamento non interferisce con la sezione resistente della contigua aletta mentre quella contrapposta è tagliata longitudinalmente per il passaggio dell’espul-

L’azione Il castello monolitico, a fondo piatto per maggiore stabilità, presenta l’anello anteriore internamente filettato per avvitarvi la canna e sotto a cui sporge il prisma integrale di scarico delle forze; il ponte posteriore chiuso mostra un disegno a due diametri elegante e funzionale cui si accordano i profili del manubrio e del tappo posteriore parzialmente zigrinati: nota caratteristica, elegante e antiriflesso. I due elementi apicali ripor-

Il tasto rigato della sicura a due posizioni, lo scasso per il manubrio ricavato nel fusto, e il lungo prisma di guida collegato con un anello elastico brunito al cilindro otturatore

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sore fisso, ricavato dal blocco di arresto dell’otturatore e registrato da una molla a piuma. Da ultimo la faccia ribassata supporta il fondello cartuccia e al centro si osserva il nitido foro del percussore. Sotto al tappo sporge una lamina dotata di punto rosso quale avviso di meccanica armata mentre sul fianco destro della calciatura è sistemato il tasto rigato della sicura a due posizioni: anche qui un segnale rosso indica la possibilità di azionare il grilletto. Calciatura, magazzino fisso, scatto e mire Il modello De Luxe in esame mostra una bella calciatura in noce dai vasi molto compatti, lavorata in favore di vena e con sezioni sostanziose senza mai divenire pesanti. L’imprimitura di fondo era all’epoca quasi un obbligo: qui fortunatamente non è troppo mortificante per colore e venature del legno. Si notano linee classiche in stile statunitense con calcio a guancia rilevata e stop Montecarlo, pistola arcuata e lunga per sistemare la mano di un ragazzo come quella di un boscaiolo, coccia riportata in legno più chiaro con incassato il profilo della testa di volpe, in analogia cromatica con il puntale dell’asta: questa vanta sezione prismatica rastremata e con spigoli arrotondati, consequenziale al fusto in cui viene inserito il magazzino fisso delle cartucce realizzato in robusta lamiera scatolata entro cui scorre la suola elevatrice in metallo, spinta dalla molla a W collegata al coperchio pivotante. Questo presenta la cerniera anteriore dissimulata nella base, una convessità e una lucidatura di fondo eseguiti con accuratezza e il pulsante di apertura posto in esterno, davanti al paragrilletto; in aggiunta si trova ancora il profilo stilizzato di una volpe a implementare l’estetica, mentre la tecnica vede ancora i pioli di aggancio della cinghia e l’elegante zigrino a scozzese eseguito manualmente. Lo scatto diretto, con peso regolabile solo smontando il pacchetto, si avvale di un 58 • Caccia Passione

La campana dell’oculare del Meopta Artemis 2000 7x50 che funziona magnificamente per le destinazioni venatorie e anche di tiro di questo fucile

Codetta del castello, tappo dell’otturatore con lo zigrino che prosegue anche sull’anello del manubrio, codolo del percussore quale avviso di meccanica armata

I due punti rossi visibili indicano che l’arma è in posizione di fuoco. Molto elegante e funzionale la forma del manubrio con braccetto cilindrico rastremato e nocca sferica, sempre la soluzione ottimale per manovrabilità e assenza di contrasti spigolosi con la mano


Canna Rigata

La cartuccetta 6 PPC occupa tutto il vano del castello, specie in lunghezza

Parte sinistra del castello da cui sporge il blocchetto di supporto del tasto di svincolo dell’otturatore a fondo corsa

Gradevoli il disegno ovale inclinato della guardia e l’arcuatura del grilletto: nella prima sporge anteriormente il pulsante di apertura del magazzino cartucce, nel secondo si apprezza la funzionale rigatura antiscivolo

Il calcio con l’ampio appoggia guancia, lo stop Montecarlo, il classico calciolo in gomma arancione, l’impugnatura a pistola arcuata e lunga per ospitare mani di ogni taglia

Dalla stella di annerimento stampata sul vivo di volata si apprezza la magistrale esecuzione della rigatura e del suo egresso protetto da un leggero profilo arrotondato. Sulla canna si notano le due viti con cui era fissato il tunnel portamirino, tolto per evitare interferenze con l’ottica

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grilletto con superficie di appoggio del dito rigata: sgancio intorno a 1 kg senza precorsa e con stacco nitido e ben avvertibile. Le mire fisse sono previste, ma tolte nell’esemplare a nostre mani dove è stato montato un affidabile Meopta Artemis 2000 7x50 con reticolo fine: forse non l’ideale per rosate strettissime a lunga distanza, ma eccellente al capriolo dove sovente si spara a metrature non eccessive, ma in condizioni di visibilità e tempistica di esecuzione assai limitate. Così quest’ottica dà il meglio con ampio

Il fusto e l’asta nel bel noce scelto dall’azienda anche per vestire queste carabine di piccolo calibro: la classe di Sako si evidenzia anche in tali particolari. Da notare il puntale riportato in legno più chiaro o semplicemente su cui è stato dato meno impregnante

campo visivo, elevata luminosità, assenza di parallasse, rapida messa in mira del selvatico. La riscoperta di tali doti può far dire che c’è un futuro nel nostro passato. La cartuccia 6 PPC USA è una robina da niente vista con gli occhi di chi maneggia come minimo un .300 Win. Mag., ma opportunamente caricata ha tensione di traiettoria ampiamente bastante per le necessità sopra riportate, consente a chiunque una mira accurata senza star lì con la paura del rinculo, pressoché ine-

La cura apposta nell’allestire il coperchio di fondo del magazzino fisso indica lo stile della Casa finnica: lo schizzo della volpe, la linea, la tiratura superficiale su cui si esalta la brunitura profonda sono fattori oggi messi in angolo dalle finiture “proteggitutto” piene di tecnologia e prive di anima

sistente, e quando la palla giusta con peso intorno ai 70 - 85 gr arriva a destino cede compiutamente la sua energia dimostrando un valido potere di arresto senza far danni. Impiegare questi abbinamenti un po’ démodé di arma, cartuccia e ottica sta dando a cacciatori pieni di esperienza delle soddisfazioni che, virando in campo automobilistico, potremmo paragonare a quelle di una spider inglese Anni 60: chi ne ha guidate avrà contezza di quanto abbiamo nella mente. 60 • Caccia Passione

La molla a W in acciaio al silicio fissata al coperchio di base spinge col rebbio superiore la suola elevatrice in metallo leggero


Canna Rigata

Ancora un colpo d’occhio sulle componenti del magazzino cartucce

Nella coccia riportata in legno più chiaro è incassato il profilo di una testa di volpe: semplice, ma di garbo

Distanza di 100 m, cartucce del Maestro con palla Nosler Ballistic Tip da 70 gr polvere Vihtavuori N/133 per 27,0 gr con V/2 pari a 930 m/sec, rosata di 14,2 mm

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SCHEDA TECNICA Costruttore: Sako Oy - Tikka, Sakonkuta Calciatura: in noce scelto con zigrino Costruttore: 2, FIN-11100 Riihimäki, Finlandia – manuale a scozzese export@sako.fi – www.sako.fi Congegno di scatto: diretto con grilletto Distributore: azienda del gruppo Beretta singolo che ne cura la distribuzione in Italia Estrattore: a unghia e molla inserita nel Modello: L 461 Vixen corpo otturatore Tipo: carabina a otturatore girevole scorrevole a ripetizione ordinaria Castello: anello anteriore e ponticello chiuso posteriore

Espulsore: a lamina fissa nel castello Sicura: a tasto posto sul fianco destro del castello – blocca scatto, percussione e otturatore

Otturatore: a due alette in testa con Mire: fornite quelle metalliche aperte chiusura nel castello tolte dall’esemplare in visione – basi ricavate su anello e ponte per attacchi Canna: in acciaio speciale specifici Optilock® rotomartellata - profilo cilindro conico lunga 560 mm - montata flottante Finiture: brunitura delle parti metalliche – lucida per il corpo otturatore – Serbatoio: fisso da 3 cartucce in calciatura con verniciatura a olio lamiera di acciaio imbutita, molla al mezzo lucido silicio e suola elevatrice in lega leggera – coperchio pivotante in acciaio Peso: 2.950 grammi circa senza ottica Materiali: tutte le parti metalliche dell’arma sono in acciaio lavorato di fresa – alcune in lamiera tranciata

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FIOCCHI MUNIZIONI PRESENTA SUPER BLACK: EQUILIBRIO, MORBIDEZZA E VELOCITÀ Fiocchi Super Black | Il bossolo di tipo 4, unitamente ad inneschi selezionati, garantisce una ancora maggiore uniformità di prestazioni Di Simone Ricci

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S

i chiama Super Black ed è l’ultima novità in calibro 12 made in Fiocchi Munizioni, dedicata agli appassionati di Tiro a Volo, in particolare a coloro che praticano Trap, Sporting e Compak Sporting. Frutto dei continui investimenti della casa di Lecco in ricerca e sviluppo, la nuova cartuccia nasce dall’evoluzione della pluripremiata FBlack. Il bossolo di tipo 4, unitamente ad inneschi selezionati, garantisce una ancora maggiore uniformità di prestazioni.

Munizioni I tecnici Fiocchi sono riusciti a realizzare una cartuccia che, pur sviluppando una velocità elevatissima, risulta eccezionalmente equilibrata e morbida, con rosate compatte ed omogenee anche alle lunghissime distanze, grazie ad un bilanciato equilibrio tra l’esclusiva borra Fiocchi, innesco, pallini al 5% di antimonio e polvere 206. Super Black sarà disponibile già dalla prima decade di ottobre in tutte le armerie italiane, in due versioni differenti: da 24 e 28 grammi.

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Ottiche

KONUSPOT – 80: IL LUNGO DA OSSERVAZIONE 20-60X80 Caccia Passione • 67


KONUSPOT – 80: IL LUNGO DA OSSERVAZIONE 20-60X80 La Konus ha presentato recentemente il suo lungo, o spektiv, dotato di notevoli caratteristiche che abbiamo sottoposto a un esame tecnico in laboratorio e a diverse uscite sul campo, in particolare in montagna andando alla ricerca dei camosci di Costantino Ramolfi

Il volume del Konuspro-80 è ragguardevole, la base del treppiede giustamente ampia e l’inclinazione sull’asse consente di disporre di un favorevole posizionamento rispetto all’occhio. Comoda la regolazione degli ingrandimenti

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Ottiche

N

on c’è bisogno di presentare il marchio Konus: nel corso degli ultimi anni i tanti prodotti ottici di quest’azienda italiana che fa realizzare i suoi progetti nelle zone vocate a tale specificità, si sono diffusi a macchia d’olio grazie al criterio che va sotto al nome di rapporto costi e benefici. La clientela, e parliamo in particolare di quella che più conosciamo, quindi cacciatori e osservatori di montagna, si è avvicinata prima con una certa titubanza poi dando maggior fiducia ai prodotti come binocoli e ottiche da puntamento a cui si erano affiancati i lunghi da osservazione. Proprio un esemplare dell’ultima versione di tale tipologia ci è stato affidato per una prova sul campo e qui diamo le nostre impressioni. La confezione è una robusta e capiente scatola di cartone lucido: sul coperchio spicca il marchio, sui fianchi il nome del modello e le principali caratteristiche, quei 20-60x80 riferiti ai valori di ingrandimento e al diametro in mm delle lente frontale. Dall’interno estraiamo per primo il corposo cannocchiale: le misure sono ragguardevoli, il peso non ancora eccessivo, l’aspetto decisamente accattivante all’occhio e al tatto con un colore grigio verde opa-

Il capiente bauletto in cui sono contenuti il cannocchiale e i diversi accessori

cizzato su cui spicca il marchio di fabbrica mentre la superficie appare gommata e offre una presa sicura alla mano. Si aggiungono parti in materiale sintetico rigido di colore nero come il coperchio di riparo per la lente dell’obiettivo e il tubo paraluce estraibile, lo zoccolo di aggancio al cavalletto con il cerchio entro cui l’ottica può ruotare per ottimizzare la posizione dell’oculare angolato, dotato di una robusta protezione a tubo, il rivestimento del blocco posteriore, il cilindretto corrugato per la messa a fuoco. Detto per sommi capi del pezzo di sostanza osserviamo ora la congrua dotazione di accessori: si parte da un treppiede snodato a base molto larga, adatto per sorreggere senza rischi Caccia Passione • 69


la massa del cannocchiale, cui si aggiunge un supporto per applicare all’oculare il telefonino realizzando immagini di sicuro effetto. Completa la dotazione una borsa da trasporto con tracolla. La prova in poligono e quelle in montagna Ospiti di Giorgio Rosso del poligono di Carrù (347 96 92 677), che ringraziamo per la sua costante disponibilità, sistemiamo il Konuspot-80 sul bancone di tiro: risultano evidenti la sua notevole massa e il conseguente ingombro, ma una volta sistemate le nostre cose, la rotazione dell’ottica sul proprio asse consente di avere l’oculare alla giusta distanza quando si spari, evitando di perdere la posizione; tutto più normale disponendosi al ruolo di osservatore quando a sparare sia un amico. Il tubo paraluce evita qualsiasi riflesso e la ruota godronata per la determinazione degli ingrandimenti si muove con regolarità e senza impuntamenti che farebbero perdere la centratura sul bersaglio. Come in tutte le ottiche a forti valori ci si acconcia a bilanciare amplificazione d’immagine e luminosità, specie se si tratta di rilevare il foro di un piccolo calibro a 300 m, finito magari in una zona nera del bersaglio. Siamo piacevolmente stupiti della resa, favorita certo dal cielo terso e dall’aria limpida della giornata che concorrono a far risaltare le prestazioni: le condizioni climatiche lasciano spazio all’impiego dei 60x , pur se i 30x alla fin fine risultano la media ottimale per

Vista della lente frontale: il diametro di 80 mm fa sempre una bella impressione e aiuta molto nelle condizioni di luce scarsa

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Il tubo paraluce anteriore retratto ed estratto: oltre alla sua precipua funzione accoglie, con una aggancio a scatto, il tappo para lente

Decisamente funzionale il cilindretto con gommatura godronata per la messa a fuoco: perfetta la frizione, opportunamente lunga la corsa per ottimizzare la visuale, posizione ben raggiungibile

L’oculare con l’anello dove sono indicati i valori di ingrandimento (20-60x) presenta un cilindretto in gomma godronata per la regolazione e un anello in gomma morbida a protezione dell’occhio

Il marchingegno per adattare lo smartphone all’ottica realizzando foto di notevole interesse


Ottiche non stancare l’occhio riuscendo a percepire quanto di nostro interesse. Possiamo a questo punto dichiarare concluso positivamente l’esame poligono. Passiamo quindi ad accompagnare nostro figlio Mario in montagna dove ha in assegnazione un maschio di camoscio: diciamo subito che il buon esito finale non ci ha visti presenti per una serie di motivi che non stiamo qui a esporre, ma gli spostamenti qua e là per la Val di Susa, anche svincolati dalla caccia, hanno permesso interessanti verifiche sulla funzione del Konuspro-80. Le immagini a corredo di questo scritto daranno un chiaro esempio di che cosa sia possibile ottenere da tale ottica: se dobbiamo indicare qualcosa di poco favorevole per la caccia in montagna diremo subito il peso e le dimensioni che nello zaino, già occupato da altre attrezzature, vestiario e cibarie (pochissime per la verità) ingombrano notevolmente. Altro discorso se le finalità sono di osservatore in accompagnamento al cacciatore per cui la capienza maggioritaria del nostro zaino è destinata al lungo. Le osservazioni si sono svolte a più riprese e partendo dalle primissime ore di luce: nella Val di Susa ci siamo dedicati a panorami con sfondi ampi, come nel caso delle Grange della Valle, prossime al Rifugio Levi Molinari, o alle superstiti torrette di artiglieria del Forte dello Chaberton, riprese all’imbrunire da una distanza di oltre 7 km, piuttosto che un paio di camosci molto tranquilli a circa 280 m da noi. In questi ultimi due

casi ci siamo destreggiati con alterna fortuna nell’impiego fotografico del telefonino: non siano molto bravi, ma qualcosa di bello pare ne sia sortito. Di sicuro con altra manualità i risultati sarebbero ben superiori, ma anche così il Konuspot ha fatto valere le sue ragioni.

L’adattatore per il telefonino pronto all’opera: è sufficiente togliere l’anello protettivo in gomma e avvitare il supporto

Il responso del tecnico si condensa in questa visuale: il commento è riportato nel testo

A conclusione Approfittando di un amico, tecnico raffinato di un osservatorio astronomico, e della sua conoscenza delle ottiche, gli abbiamo commissionato un esame sulla valenza del Konus e questo è il responso che va di pari passo con l’osservazione della mostrina che alleghiamo alla serie di fotografie del cannocchiale. “L’immagine di diffrazione monocromatica è abbastanza regolare su tutto il campo al massimo ingrandimento. Forse ci potrebbe essere un accenno di astigmatismo, ma appena visibile. Visibile c’è un po’ di distorsione, come si nota dall’immagine: questo modo di risoluzione non è ottimale per la distorsione, ma di più si può ottenere solo smontando l’ottica e non è certo il caso. C’è un po’ di sbilanciamento nella cromatica laterale visibile al bordo. Questo per la qualità dell’immagine che è assolutamente accettabile in un cannocchiale di simile costo.” Per dirla in termini elementari: il rapporto costi benefici è estremamente positivo con una quotazione al pubblico davvero eccezionale e una resa sul campo ampiamente favorevole.

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TRICOCEFALO, UNO DEI PARASSITI PIÙ PERICOLOSI PER IL CANE DA CACCIA

I tricocefali sono tra i parassiti più pericolosi del cane. Per garantirgli un tenore di vita ottimale ecco come prevenire e curare il nostro amico a quattro zampe Di Francesca Baranello

L

a salute del cane da caccia deve essere monitorata con estrema attenzione. I parassiti sono tra i principali nemici dell’ausiliario: sono un problema di comunissimo riscontro in ambito venatorio, visto che la campagna e la natura hanno un ruolo fin troppo determinante nel progredire della malattia. La diagnosi non è semplice a causa delle dimensioni ridotte e delle difficoltà di eliminazione, però gli accorgimenti esistono e basta seguirli alla lettera per evitare conseguenze peggiori. Tra i più pericolosi troviamo senza dubbio i tricocefali. La parassitosi intestinale è 72 • Caccia Passione

molto diffusa tra i cani. Questa colpisce essenzialmente gli esemplari adulti. I cuccioli, invece, tendono ad essere colpiti di più dall’ascaridi. Il parassita è un verme che causa infezioni asintomatiche in più dell’85% dei casi, soprattutto se il numero dei vermi è contenuto. I tricocefali il cui nome scientifico è Trichuris vulpis può colpire i cani di qualsiasi specie, ma soprattutto quelli che vivono nei canili o che frequentano luoghi all’aperto. Questo succede perché l’erba e il terriccio sono il luogo adatto in cui le uova tendono a svilupparsi.


Veterinaria

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con larve per circa un anno. Questo non solo mette in pericolo la sua salute, ma anche quella degli altri segugi che inavvertitamente potrebbero infestarsi leccando il terriccio o le feci contaminate. Sintomi e diagnosi

Cosa sono i tricocefali e il loro ciclo biologico tricocefaliI tricocefali sono parassiti che hanno l’aspetto di vermi tondi, che nella fase adulta arrivano a misurare fino a 4-7 centimetri. Diffusi nei cani adulti di tutte le età, sesso e specie, colpiscono nello stesso modo anche le volpi. Per quanto riguarda il ciclo biologico dei Trichuris vulpis, sono parassiti molto longevi. Solitamente questi vengono espulsi dal cane attraverso le feci al cui interno ci sono le uova dei tricocefali. Queste uova se lasciate liberamente sul terreno, nel giro di 15 giorni sviluppano una larva al loro interno. Se questa rimane all’interno dell’uovo riesce a sopravvivere per mesi, perchè protetta. Il cane entra in contatto con il parassita e quindi si infetta, nel momento in cui ingerisce le uova con all’interno le larve sviluppate. Una volta entrate nell’organismo del nostro amico a quattro zampe, queste nel giro di 24 ore attaccano l’apparato interno del cane. Le larve escono dall’uovo e si nascondono nella mucosa intestinale. Trascorsi 10 giorni, dal duodeno passano all’intestino crasso. E’ in questa fase che i vermi adulti si sviluppano e si annidano. Di solito il periodo in cui le larve sono presenti all’interno dell’intestino del cane trattato con le dovute medicine prescritte dal veterinario, varia dalle 8 alle 16 settimane. I cani che, invece, non vengono sottoposti al trattamento, continueranno ad espellere feci 74 • Caccia Passione

I sintomi dell’infestazione da tricocefali ha gravi conseguenze sull’oganismo del cane, questo perchè il parassita è ematofago. Il Trichuris vulpis per nutrirsi e per riprodursi succhia il sangue del segugio che lo ospita. Ovviamente per riuscire a curare il nostro amico a quattro zampe la tempestività con cui vengono individuati i sintomi è fondamentale e sono i più disparati. Ci sono cani che hanno la diarrea anche cronica, diarrea mucosa e diarrea ematica, molti iniziano a dimagrire in modo progressivo con il conseguente scadimento delle condizioni corporee. A questi sintomi vanno aggiunti anche l’iponatriemia e crisi convulsive. Terapia Per affrontare nel modo migliore questa malattia e per far si che il cane non abbia conseguenze, non bisogna affrontare la terapia da soli ma consultare un veterinario. Solo un esperto potrà consigliare la giusta cura, le dosi e la durata del trattamento. Detto questo le cure per risolvere definitivamente questo problema non sono difficili. Solitamente bisogna somministrare un vermifugo che comprenda anche i tricocefali a base di milbemicina, febantel o fenbendazolo. A questo si deve associare una terapia di sostegno che si stabilisce in base alle condizioni del cane e alle malattie che si sono manifestate come conseguenza. Ad esempio, se nel frattempo il cane è dimagrito e se le sue condizioni corporee non sono ottimali bisogna intervenire anche su questo aspetto. Prevenzione e durata del trattamento Per evitare che il nostro amico a quattro


zampe venga contaminato da questi parassiti, è fondamentale controllarlo costantemente quando si trova in parchi, luoghi aperti o in presenza di terriccio. Anche se non è semplice è la soluzione più efficace. Nel caso in cui non siamo stati in grado di fermare il segugio mentre mangia il terriccio, un modo per affrontare la situazione tempestivamente è quello di controllare cosa ha ingerito se abbiamo dei sospetti. I parassiti, infatti possono essere visti ad occhio nudo, sia nelle feci che nel vomito dell’animale. Per questo per avere la diagnosi corretta è importante conservarne un campione. Nel caso in cui non lo abbiamo, meglio descrivere in modo accurato al veterinario. Con tutte le informazioni potrà intervenire nell’immediato. Prima di sottoporre il cane ad un qualsiasi trattamento, infatti, è fondamentale sapere da quale verme è stato infestato. Il veterinario quindi provvederà a fare le dovute analisi come la coproscopia, ovvero le analisi delle feci. Dopo essere giunti al risultato si procede con un calendario di sverminazione che, porta il cane a guarire ed ad attuare la prevenzione. Gli animali adulti e in buo-

na salute, vengono trattati ogni sei mesi. Se invece, siamo davanti alle femmine gestanti, due o tre giorni prima della monta, dobbiamo procedere con la sverminazione. Successivamente ripetere l’operazione da dieci a quindici giorni prima del parto e a venti giorni dopo il parto più ogni quindici giorni per tutto il tempo dell’allattamento. Quando si tratta di cani da caccia, riuscire a controllare quello che ingeriscono quando sono in aperta campagna o lontano dalla nostra attenzione non è semplice. La possibilità di incorrere in parassiti è molto alta. La salute del nostro amico a quattro zampe è molto importante per noi, come detto in precedenza, una soluzione è la prevenzione. Consultando il veterinario di fiducia, che valuterà le condizioni e lo stato di salute del segugio, compresa l’età, la soluzione è quella di somministrare con scadenza mensile le compresse per la filaria a base di milbemicina. In questo modo non solo lo mettiamo al sicuro dalla filaria, ma lo proteggiamo anche dai tricocefali assicurandogli una qualità della vita migliore.

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Ricette

ALLODOLE ARROSTO AL TARTUFO BIANCO

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ALLODOLE ARROSTO AL TARTUFO BIANCO Allodola al tartufo un modo tradizionale per gustare un secondo piatto gustoso e ricercato Di Francesca Baranello

N

on c’è dubbio, le allodole sono tra le prede più ambite dai cacciatori italiani, tanto è vero che questo prelievo venatorio è fra i più praticati in assoluto del nostro paese. Lo sanno bene le doppiette attive in Toscana, in Lazio e in Umbria, ma non solo. Le tradizioni dell’appostamento sono ben radicate e dopo aver riempito i carnieri non c’è niente di meglio che sfruttare la carne del volatile per delle ricette interessanti e di cui non si parla molto spesso (colpevolmente). Cucinarle arrosto è una delle scelte più azzeccate, in abbinamento a ingredienti ricercati e profumati. 78 • Caccia Passione

Caratteristiche dell’allodola L’allodola detta anche alauda arvensis, fa parte della famiglia dei passeriformi e degli Alaudidi. Il volatile è molto conosciuto dai cacciatori perché è una specie diffusa soprattutto in Europa e in Asia. Il volatile ampiamente presente in Italia è considerata una specie stanziale, perchè si sposta da nord a sud in base alle stagioni o al clima, ma essenzialmente rimane nei confini del bel paese. Diverso e il loro comportamento fuori dai confini italiani, nelle altre nazioni, invece, si sposta in base al clima in particolare in inverno andando oltre


Ricette i confini della nazione, a cui poi fanno ritorno durante la stagione calda. Per quanto riguarda l’impiego dell’allodola in cucina, bisogna considerare che è tra le carni più prelibate e ricercate e non necessita della frollatura per riuscire a far emergere tutte le sue caratteristiche e la sua bontà. Tartufo bianco Oltre all’allodola la ricetta ha come ingrediente principale il tartufo e in particolar modo la qualità bianca considerata una delle più pregiate. Il tubero ambito in numerose ricette è particolarmente amato dagli appassionati di cucina per le sue proprietà uniche. Il suo sapore e il suo aroma riescono a dare carattere ad ogni piatto, esaltando il gusto di ogni singolo ingrediente. Il tartufo amato dagli appassionati di cucina, oltre ad avere un gusto particolare ha anche una serie di qualità benefiche. Il tubero, infatti, è ricco di antiossidanti, che combattono l’invecchiamento e contrastano i radicali liberi. Per chi è particolarmente attento all’aspetto fisico, è interessante sapere che il tartufo ha anche proprietà elasticizzanti perchè favorisce la produzione di collagene. Perfetto per chi ha problemi di digestione, il tartufo è indicato per chi ha bisogno di portare avanti una dieta ipocalorica e sana. Se non si ha voglia di rinunciare a piatti gustosi e saporiti, ma che non facciano male alla salute, si deve considerare che il tartufo è privo di colesterolo. Inoltre, è fonte di magnesio, ma nello stesso tempo costituisce una riserva naturale di calcio che previene la formazione dell’osteoporosi e problemi con i denti. Nello stesso tempo è ricco di potassio che stimola i reni ad elimina le sostanze tossiche dall’organismo. Infine, contiene molte proteine e vitamine, la scelta giusta quando si segue un regime alimentare sano e povero di grassi.

Caratteristiche del tartufo bianco Il tartufo bianco è considerato la qualità più pregiata. Di solito ha una superficie vellutata sui toni del crema. Mentre la polpa va dal bianco crema al giallo, con sfumature che variano in base al grado di maturazione, al tipo di suolo e alla pianta su cui si è sviluppato. L’aspetto di solito non è molto regolare, e dipende molto dal terreno. Se ha origine in suolo con presenza di sassi o radici di piante spesso ha la forma irregolare. Nel caso di terreni più dolci, il suo aspetto è liscio e questo ne comporta un maggiore valore commerciale. La sua particolarità è che non si può coltivare, e trovarlo è una vera e propria arte. Anche per quanto riguarda la grandezza, non c’è una tendenza univoca, si va da quelli piccoli, a quelli che pesano più o meno 500 gr fino a quelli rari che arrivano ad oltre un chilo. L’ingrediente principe in piatti della tradizione o in quelli innovativi e creativi, ha un odore inconfondibile, con un profumo intenso, che ricorda l’aglio e il formaggio fermentato. Per quanto riguarda il sapore, resta impresso ed è inconfondibile. Ideale consumato crudo, in sottili fettine, riesce a far emergere tutte le sue proprietà organolettiche. Inoltre, riesce a dare una marcia in più al piatto grazie ad un retrogusto leggermente piccante che non lascia indifferente il palato. Il modo migliore per consumarlo è infatti crudo, perchè solo in questo modo riesce a sprigionare tutto il suo aroma. Usato per completare piatti a base di uovo, risotti o paste, non è da meno su carni particolari e l’allodola è tra queste. Vediamo ora come preparare il secondo piatto e gli ingredienti che ci servono per realizzare una ricetta da grandi chef. Caccia Passione • 79


INGREDIENTI • 16 allodole • 50 g di burro • 1 cucchiaino di farina • 1 rametto di rosmarino • 1 tartufo bianco • alcune foglie di salvia • vino bianco secco • poco di brodo • sale • pepe

PREPARAZIONE Le allodole sono uccelli piccoli quindi per gustare in pieno il piatto e far contenti i nostri commensali, se abbiamo deciso di organizzare una cena per quattro persone, meglio se prendiamo 16 allodole. Prima di cucinarle dobbiamo pulirle e prepararle per la cottura. Fatto questo dobbiamo prendere un tegame in cui far sciogliere 30 gr di burro. Diventato liquido possiamo mettere a rosolare le allodole aggiungendo sale, pepe, salvia e rosmarino o gli aromi che ci piacciono di più. Lasciamo andare a fuoco vivo girando il volatile per farlo rosolare su ogni lato e per evitare che si bruci possiamo aggiungere ogni tanto un cucchiaio di vino che darà sapore e gusto alla ricetta. Quando saranno dorate su tutti i lati, sistemiamo le allodole su un piatto. Lasciamo il fondo di cottura nel tegame e aggiungiamo il resto del burro impastato con la farina. Per rendere il tutto più cremoso aggiungete un mestolo di brodo, mescolando per far sciogliere il composto a base di burro. A questo punto rimettete

su un piatto di portata cospargendola con

le allodole in padella e terminate la cottu-

il sughetto e successivamente completate la

ra. Quando la carne sarà pronta, mettetela

ricetta con le lamelle di tartufo bianco.

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Ricette

Cristian Del Manso e Giada Pittorelli, titolari dell'allevamento Delle Bianche Alpine, con alcuni soggetti del loro team, da destra a sinistra: Blue Del Sargiadae Giovane promessa ENCI Erica Ch It Lav in omologazione Vice campionessa Europea su selv. di montagna 2018 e Riproduttrice Selezionata Mirtillo delle Bianche Alpine Linda Riproduttrice Selezionata Bramito delle Bianche Alpine (proprietario Petrucci Emidio).

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