Caccia Passione marzo - aprile 2019

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ANNO VII nr. 04 - Aprile 2019

CACCIA PASSIONE Dedicato a chi ha la passione per la caccia

BECCACCINO CHIAMA E GORDON RISPONDE.. Ungulati:

• Una passione inestinguibile

Canna liscia:

• Benelli: il trattamento Be.S.T.

Canna rigata:

• Mauser M12 con la nuova sicura


ANNO VI nr. 03/04 - Mar-Apr 2017

CACCIA PASSIONE Dedicato a chi ha la passione per la caccia

BECCACCINO CHIAMA E GORDON RISPONDE.. Eventi:

• Una passione inestinguibile

Canna liscia:

Benelli: il trattamento Be.S.T.

Canna rigata:

• Mauser M12 con la nuova sicura

in copertina

BECCACCINO CHIAMA E GORDON RISPONDE.. Il 2018 è stato un anno ricco di emozioni e successi per il Setter Gordon...

SOMMARIO

10 Ungulati:

Una passione inestinguibile

Anno VII Nr. 03/04 www.cacciapassione.com

Pg 6 News ed eventi venatori

16 Cani da caccia:

Beccaccino chiama e gordon risponde

Pg 10 Ungulati: Una passione inestinguibile Vincenzo Frascino Pg 16 Cani da caccia: Beccaccino chiama e gordon risponde

24 Fucili canna liscia:

Beretta 690 Field I Vittoria Caccia Passione 2

a cura della redazione

Roberto Aguzzoni

Pg 24 Fucili canna liscia: Beretta 690 Field I Vittoria Emanuele Tabasso


Sommario

32 Fucili canna liscia:

Benelli: il trattamento Be.S.T.

Pg 58 Photogallery: I colombi dell'Argentario

Pg 32 Fucili canna liscia: Benelli: il trattamento Be.S.T.

Emanuele Tabasso

Pg 38 Fucili canna rigata: Mauser M12 con la nuova sicura

Pg 76 Veterinaria: Otiti: Le cause piĂš comuni nel cane da caccia

a cura della Redazione

Emanuele Tabasso

Pg 48 Munizioni: Hasler Bullets: la distribuzione alla Forest Italia

Vincenzo Frascino

Vincenzo Frascino

Pg 52 Digiscoping: Digiscoping. La scelta del lungo: angolare o diritto? Riccardo Camusso

46 Fucili canna rigata: Mauser M12 con la nuova sicura

76 V eterinaria:

titi: Le cause piĂš comuni O nel cane da caccia Caccia Passione 3


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Editoriale LA CACCIA MERITA IL GIUSTO RISPETTO Cari Amici, la stagione venatoria è volta al termine, ma anche quest'anno non sono mancati incidenti di caccia e non; ma soprattutto siamo stati derisi da una minoranza di italiani che parlano senza sapere cosa significa la parola caccia. La caccia è fatta di gente onesta, senza precedenti di Polizia e pregiudizi penali, persone che della caccia fanno uno stile di vita, gentile e ben equilibrato. Non come veniamo dipinti da tanti animalisti o simil vegani senza rispetto, alcuni dei quali addiritura pregiudicati, sempre pronti a puntare il dito contro i cacciatori semplicemente perchè quest'ultimi sono corretti e mai arriverebbero allo scontro per far prevaricare le ragioni o torti. I cacciatori la forza l'hanno nell'animo e nell'intelletto, non devono dimostrare nulla a nessuno, anche perchè se si parla di salvaguardia del territorio, i veri guardani dei boschi non sono di certo gli animalisti o vegani. E' oltre un ventennio che vado a caccia in tutto il mondo, non ho mai visto un animalista andare durante una nevicata a portare del cibo alla fauna selvatica. Altresì, mai visti in estate per un censimento o controllo dello stato di salute degli animali selvatici, oppure a contribuire nel mantenere i boschi puliti per la prevenzione degli incendi. Sarà che sono io che non li ho mai visti, oppure son loro che preferiscono "aprire bocca e dargli fiato" parlando senza cognizione di causa dai salotti cittadini. Buona la seconda. Comunque seppur gli animalisti e i vegani siano arroganti e pretestuosi, noi cacciatori sappiamo portare rispetto anche a loro. In Italia, il problema non è che io sono cacciatore e lui è vegano o animalista, il vero problema è l'ignoranza. Il non sapere nulla di quello di cui si parla, oramai tanto TUTTI parlano senza la conoscenza della materia, e ahimè vanno avanti e occupano poltrone di prestigio. Basta guardare i salotti della Roma politica, abbiamo gente non eletta dal popole che però ci comanda e riceverà una, due o tre belle pensioni dopo il loro mandato, ma il punto non è quello; come avrà fatto a ricoprire quell'incarico se non eletto? Non è dato sapere, oramai tanto i politici vengono eletti tramite internet, basta una piattaforma e vai, si governa. Ma si, ci siamo abituati, oramai addirittura vaccinati agli attacchi che subiamo praticamente da tutti, ma l’escalation di questi ultimo periodo è veramente preoccupante e mi ha portato a condividere con voi una riflessione sul futuro. Tutti ci danno addosso e, i pochi che prendono le nostre difese, mai compatti e uniti, sono scarsamente efficaci, forse per interessi sottesi che vanno al di là del reale amore per la caccia. Ovviamente ognuno di noi ha le sue idee e farà le proprie valutazioni, ma quello che io personalmente mi accingo a fare, fin da ora, è di inserire nella mia lista dei pro e contro, chi è apertamente a svantaggio dei miei interessi di cacciatore o chi non prende una posizione favorevole. ….Meditate gente, meditate! Pierfilippo Meloni


Il Senato ha approvato ufficialmente la riforma della legittima difesa I voti favorevoli sono stati 201, 38 quelli contrari. I primi due articoli sono quelli più importanti per le novità in materia. time settimane. In particolare, il primo articolo del disegno di legge è stato pensato per cambiare l’articolo 52 del Codice Penale. In pratica deve sussistere sempre la proporzionalità tra offesa e difesa. Il malvivente non deve avere necessariamente l’arma in mano per far scattare la legittima difesa, potrà bastare la minaccia di usare un’arma. Inoltre, la stessa minaccia non deve essere rivolta in modo espresso alla persona. L’eccesso colposo e la sua disciplina sono approfonditi nel secondo articolo, quello che prevede la non punibilità per chi si è difeso in presenza di un grave turbamento provocato dalla situazione di pericolo Le pene nei confronti dei ladri a notizia era molto attesa: il Senato della Repub- saranno più severi. Entrando più nello specifico, la blica ha approvato la riforma della legittima dife- pena massima per la violazione di domicilio salirà a sa con 201 voti favorevoli e 38 contrari. Il percorso di 4 anni, mentre per il furto in abitazione e lo scippo si questo testo normativo è ora completo dopo la terza andrà da sei a sette anni (limite minimo e massimo). lettura e le modifiche apportate nel corso delle ul-

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La Spezia, spacciavano nei boschi: sorpresi dai cacciatori e arrestati I cacciatori hanno segnalato la situazione ai militari che sono giunti sul posto per fermare tre pusher di nazionalità straniera.

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Carabinieri di Sarzana e Santo Stefano (provincia della Spezia) sono intervenuti nella zona di Tavolara per arrestare tre nordafricani di età compresa tra i 20 e i 30 anni con le accuse di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. I militari sono giunti sul posto, un bosco frequentato in maniera sospetta dal gruppo di pusher in orario notturno. La segnalazione è arrivata da alcuni cacciatori del

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posto che si sono accorti delle attività illecite e hanno fatto intervenire la pattuglia. Gli stessi Carabinieri si sono poi appostati nei pressi di un capanno da caccia e con i visori notturni sono riusciti a osservare meglio la scena. I tre si stavano scambiando la droga e sono stati prontamente fermati per far scattare le manette. Una dose di cocaina stava per essere consegnata a un 40enne italiano ma non è stato possibile proprio grazie al blitz. Con loro avevano anche diversi grammi di hashish e il materiale per il confezionamento. Gli spacciatori sono stati poi processati con il rito direttissimo. Come avviene spesso, il mondo venatorio si è rivelato utile e prezioso per far fronte a una operazione illegale, la loro telefonata al 112 ha consentito di evitare la cessione delle sostanze e di assicurare alla giustizia i malviventi.


News venatorie Concluso dopo quattro giorni di prove il 21^ Campionato Regionale Sardo Verifica Zootecnica Domenica 24 marzo 2019 dopo quattro giorni di verifiche zootecniche si e’ conclusa la tappa del 21° campionato regionale sardo per cani da seguita su cinghiale

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omenica 24 marzo 2019 dopo quattro giorni di verifiche zootecniche si e’ conclusa la tappa del 21° campionato regionale sardo per cani da seguita su cinghiale – “memorial Giuseppe Carboni” organizzato dalla s.i.p.s. societa’ italiana pro segugio di Oristano con sede in Samugheo (OR) diretta dal presidente provinciale e regionale Antioco Patta. Nelle quattro giornate prestabilite, nei territori dei comuni di Samugheo (OR) – Villaurbana (OR) – Villanova Truschedu (OR) – Allai (OR) – Fordongianus (OR) – Macomer (NU) e Laconi (OR), quest’ultimo ha dato un apporto sostanzioso in temini organizzativi e di territorio, si sono svolte le prove di lavoro alle quali hanno partecipato 15 mute, 30 coppie 25 singoli e 2 prove per r.s.r. di segugi italiani ed esteri, iscritti ai libri genealogici, e valutati dagli esperti giudici ENCI Rober Scotto (consigliere nazionale sips), Danilo Righi, Vincenzo Arca e Francesco Saccu, che con grande competenza e professionalita’ hanno stilato la seguente classifica per le varie categorie. Per la categoria singoli si e’ classificato al 1° posto assoluto il segugio maremmano Luni di Elio Atzeni di Nurri con il punteggio di 175 ecc., al 2°posto il segugio maremmano Chiccio di Pusceddu Franco di Gonnosno’ con il punteggio di 167 ecc. seguito al 3° posto dal segugio maremmano Rocco di Sotgia Francesco di bono con punteggio 158 mb. ex equo il segugio maremmano Brigante di Curreli Michele di Tiana. Per la categoria coppie si sono classificati al 1° posto assoluto i segugi maremmani Luni e Buffadi Elio Atzeni di Nurri con punteggio 162 ecc., seguiti al 2° posto dalla coppia di segugi maremmani Chicca e Fortunello di Paolo Latti di Nurri con 161 ecc. e al 3° posto dai segugi maremmani Dinamite e Gastone di Federico Bratzu di Allai, con punti 159mb. CANI DA CACCIA Per la categoria delle mute il1° posto assoluto e’ stato conquistato dalla muta di anglo francais de petit venerie composta dai cani nora-pato-birba-max-lula-remo di proprieta’ di Sanna Antonio di Olbia con il punteggio di 158 mb., mentre in seconda posizione, con il punteggio di 157,83 mb, si e’ classificata la muta di porcelaine di muntoni

alessandro di S.Maria Coghinas, con i cani camillaneve-pepe-otto-malu-checco, in terza posizione la muta di griffon bleu de gascogne composta dai cani zeno-zeus-porto-rambo-marrubiu-sestu di Milia/Notaro di Samugheo con 127,5 n.q. nel discorso introduttivo alle premiazioni, il presidente Antioco Patta, dopo aver osservato un minuto di silenzio per il compianto Giuseppe Carboni di Laconi al quale e’ stato dedicato il memorial, ha espresso la massima soddisfazione per la buona riuscita della manifestazione e per l’eccezionale partecipazione di concorrenti e appassionati ormai in crescita di anno in anno, mettendo in risalto il ricambio generazionale dei concorrenti che contraddistingue la sardegna dove, sempre piu’ giovani si avvicinano al mondo cinofilo e in particolar modo al mondo delle prove zootecniche, creando un confronto costruttivo con le precedenti generazioni. Ricambio generazionale evidenziato e apprezzato unanime dalla classe giudicante che ha confermato quanto espresso dal presidente Patta, in quanto la presenza di cosi’ tanti giovani non si riscontra nelle prove che si svolgono nelle altre regioni della penisola. Ed in particolar modo e’ stata messa in evidenza l’importanza delle verifiche zootecniche quale ausilio indispensabile per la conservazione del patrimonio genetico, dove il cane e’ messo al primo posto esprimendo quelle che sono le sue doti venatorie. La manifestazione ha sicuramente contribuito ad evidenziare le bellezze del territorio aprezzate ed osannate dal corpo giudicante enci proveninte dalla penisola, territori favolosi che hanno fatto da cornice ad una ulteriore valorizzazione turistica dell’entroterra. Al presidente Patta, come ringraziamento di quanto costruito alla guida della pro segugio regionale e della sezione provinciale di Oristano e con l’augurio per il lavoro che dovra’ ancora svolgere e’ giunto dal presidente nazionale della s.i.p.s. Vincenzo Ferrara un presente, simbolo di riconoscenza per la serieta’ e l’impegno profuso nel tempo, nonche’ per la capacita’ di tenere coesa la sezione.

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Ungulati

UNA PASSIONE INESTINGUIBILE..

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UNA PASSIONE INESTINGUIBILE.. Come si fa a mantener viva la passione per la caccia dopo aver realizzato tante ambizioni venatorie? Una riflessione sulle misteriose dinamiche emozionali che guidano i seguaci di Diana di Vincenzo Frascino

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Ungulati

E

' venerdì pomeriggio. Ci siamo incontrati con Antonello in autostrada per raggiungere insieme l’appennino bolognese dove ci attende un week-end di caccia al daino. Mi ha invitato ad accompagnarlo ed io accetto volentieri, trascurerò un po’ la famiglia e la mia squadra per un’esperienza di caccia in compagnia di un amico che vedo pochissimo. I cd sono sparsi sui sedili posteriori e lì rimarranno, poiché Antonello ha un tale bagaglio di avventure e racconti da condividere che potremmo fare due volte il giro del mondo. Quest’anno per lui è stato fantastico, soprattutto dal punto di vista venatorio. È tornato in Africa per l’ennesimo safari, questa volta con l’ambizione di prelevare il re dei felini predatori: il leopardo. Avevo visto una delle prime foto che, commosso, ha condiviso con gli amici, ma sentirlo parlare di quest’avventura, dell’adrenalina, la paura nel predare il più feroce predatore… beh, è tutta un’altra storia! Chi è stato in Africa

viene contagiato da una malattia incurabile che si attutisce solo tornando lì. Per me che ascolto è solo appena immaginabile quanta meraviglia possa suscitare la caccia in Africa, ma è palese che in lui queste esperienze hanno lasciato un segno indelebile e gli hanno fatto vivere emozioni altrimenti introvabili a “casa”. I chilometri scorrono fluidi mentre nei suoi racconti il viaggio continua e attraverso i mesi di preparazione fisica, tra palestra, diuretici e visite cardiologiche, Antonello si prepara al viaggio più impegnativo, da sempre sognato: il Kyrgyzstan, a caccia della mitica pecora di Marco Polo. Per ambire a prelevare questo magnifico animale Antonello si è dovuto preparare, seguire lezioni di equitazione per potersi muovere in quelle terre aspre e selvagge, e soprattutto fare un tagliando al suo fisico non più ventenne per affrontare i rigori del clima a quasi 5000 m slm. “Il leopardo mi ha fatto vivere un miscuglio esplosivo di emozioni,

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dove il brivido e la paura evocate da questo grosso e pericolosissimo animale si mischiava alla soddisfazione di aver preso con precisione chirurgica un predatore che fa tremare la savana al solo nominarlo. La Marco Polo è stata la realizzazione di un sogno, e stringere tra le mani quel trofeo mi ha fatto rivivere in un istante i sacrifici fisici e la disciplina che ho avuto verso me stesso per presentarmi al suo cospetto”. L’emozione di Caccia Passione 12

Antonello è tangibile e in alcuni passaggi contagiosa, e anche io mi emoziono al solo sentir evocare certi meravigliosi scenari. Più si fa avvincente il recente passato e più mi solletica una curiosità: come può un uomo, un cacciatore che ha vissuto esperienze simili, “accontentarsi” (mi si passi il termine) di una caccia a un - seppur bello- esemplare di daino? Cosa spinge il mio amico a macinare tutti questi chilometri per cac-


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ciare un “banale” daino dopo aver avuto l’onore di cacciare un leopardo? Mi tengo questa mia domanda, così semplice ma temo imbarazzante, mi ci addormento e quasi la dimentico durante la nostra uscita, e poi il giorno successivo. Quando Antonello si china sul fusone di daino che la natura ci ha concesso, noto un tremolio tra le sue ciglia. Non sarà la “lacrimuccia” che ha versato sul feroce leopardo o sulla maestosa Marco Polo,

ma è pur sempre un’emozione. Questa piccola informe lacrima è la prova che, a prescindere dai contesti e dal “prestigio” delle prede, il sentimento innato che muove l’uomo verso la caccia non si divide tra le esperienze vissute, ma può solo moltiplicarsi.

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Cani da caccia

BECCACCINO CHIAMA E GORDON RISPONDE Caccia Passione 15


BECCACCINO CHIAMA E GORDON RISPONDE Il 2018 è stato un anno ricco di emozioni e successi per il Setter Gordon. Oltre alle eccellenti affermazioni da parte di diversi soggetti in diverse note di concorso, ad un setter nero-focato è andato anche l’ambito trofeo della Sgneppa d’Oro, il più prestigioso trofeo di prove di caccia su beccaccini. Più che brillante anche l’avvio a beccaccini del 2019. di Roberto Aguzzoni

Docholliday (prop. Giovanni Meneghini, cond. Enrico Marchetti) è arrivato primo al trofeo sardo 2018 delle prove a beccaccini, la prima serie di prove del 2018, e si è aggiudicato il Challange Cèzallier del 2019 in Francia. Caccia Passione 16


Cani da caccia

S

etter gordon e beccaccini hanno rinnovato un patto antico. Le diverse affermazioni raggiunte da alcuni anni a questa parte nella disciplina specifica, hanno raggiunto l’apice giusto alla fine dello scorso anno. Malcottinensis Sisco detto Nash, setter gordon di Paride Galassi, condotto da Enrico Marchetti, ha vinto per il 2018 il prestigioso trofeo della Sgneppa d’Oro, il più ambito trofeo della cinofilia venatoria dedicato al beccaccino. Un trofeo aperto a tutte le razze da caccia da ferma, e per la prima volta appannaggio di un gordon. Un dato storico, un momento esaltante per tutti i gordonisti e per il Setter Gordon Club che da anni promuove la partecipazione a queste difficili prove, ritenendole essenziali per la conservazione e il miglioramento della razza. Già all’inizio della stagione delle prove su beccaccini, gennaio 2018, trofeo della Settimana Sarda, serie di prove su beccaccini nelle

risaie oristanesi, tre gordon condotti da Enrico Marchetti si sono messi in evidenza. Docholliday di proprietà di Giovanni Meneghini si aggiudica il trofeo sardo, prima vittoria di un gordon in questa competizione, seguito in classifica da Malcottinensis Sisco detto Nash di Paride Galassi e da Oldrado da Ponte di Mario Pansera. I mesi di febbraio e marzo sono i mesi delle trasferte all’estero. Anche delle vittorie all’estero. I gordon di Marchetti, gareggiando in Francia, raccolgono una bella serie di vittorie con le massime qualifiche nelle prove in coppia a beccaccini. Oldrado da Ponte si aggiudica due prove con il CACIT, e la giovane Cecilemanot vince due prove a singolo con il CAC. In aprile la stessa Cecilemanot vince il Trofeo Città di Carpi (la prima volta per un gordon), un classico delle prove a beccaccini, conseguendo anche il suo primo CAC italiano. La stagione delle prove a bec-

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Enrico Marchetti ormai da anni miete allori sia in Italia che all’estero nelle prove di caccia su selvaggina naturale con i setter gordon. Gareggia con i gordon ottenendo massime qualifiche nel circuito delle prove su beccaccini.

caccini si conclude in novembre, con le ultime tappe del trofeo la “Sgneppa d’Oro”. Otto prove che vedono primeggiare, e guidare insieme la classifica, i gordon Docholliday, Malcottinensis Sisco detto Nash e Oldrado da Ponte. Solo in occasione delle ultime prove insidia la vetta della classifica Emilia, una validissima bracca italiana condotta da Torti, ma alla fine è il setter gordon Nash a spuntarla. Per la prima volta un setter gordon, con altri subito a ridosso in classifica, si è aggiudica l’ambito trofeo. Una pagina storica per la razza. Un risultato che può essere considerato legato alla tradizione e alla vocazione venatoria storica, antologica, del setter gordon: il “feeling” con il beccaccino, uno dei selvatici più difficili e sensibili sul quale un cane da ferma possa misurarsi. L’impegno di allevatori, dresseur e proprietari ha portato oggi i setter nero-focati ad un importante livello di competitività. Chi seCaccia Passione 18

gue dappresso la cinofilia venatoria agonistica, avrà senz’altro notato la progressione che il setter gordon ha mostrato in campo agonistico negli ultimi anni. Già da tempo la razza esprime valori importanti, e pur restando tutt’oggi fra quelle meno diffuse (circa 280 iscrizioni annue di media al ROI negli ultimi dieci anni, e 242 iscrizioni nel 2017), il valore dei risultati registrati in prove di lavoro è eloquente del valore delle genealogie in campo. Lavoro e tipicità, a testimonianza di quanto fatto dai gordonisti che hanno fatto marciare insieme caratteristiche di lavoro e caratteristiche somatiche. Un grande lavoro che fa onore a chi l’ha promosso (tanti i nomi di amici gordonisti che ci hanno lasciati) e a chi l’ha voluto e saputo apprezzare e valorizzare ulteriormente, calandosi nel solco della lunga storia della razza. Un grande lavoro leggibile anche nell’importazione di importanti correnti da


Cani da caccia lavoro e successive selezioni effettuate negli anni, che hanno dato l’accelerazione giusta. Ulteriore aspetto positivo della vitalità della razza è l’affacciarsi di soggetti nuovi sulla scena delle prove di lavoro. La conquista della Sgneppa d’Oro è un’occasione per stilare anche un tracciato attuale sulla razza e sul Club. A fine marzo 2018, nei giorni 28 e 30 a Ceresole d’Alba, in provincia di Cuneo, si è tenuto il Campionato Europeo di caccia a starne la cui organizzazione toccava al club italiano. Al termine del confronto la Coppa Europa Gordon è tornata in Italia dopo ben nove anni. La squadra italiana, selezionata dall’Esperto Giudice Giorgio Gaggero, si è affermata grazie ai punti conquistati da Alfeo del Castellare, Logan, Daenerys ed Oldrado da Ponte, mentre lo stesso Alfeo del Castellare, condotto da Sandro Albamonte e di proprietà di Carlo Giusti, ha vinto il titolo individuale con il CACIT. Fra l’altro questo gordon si è distinto nel 2018 anche nelle prove su selvaggina naturale e nelle classiche a quaglie, conseguendo in queste ul-

time una riserva di CAC, il primo certificato a quaglie nella storia dei gordon. A questi risultati si è aggiunto anche quello della gordon Deliorman di Giuseppe Bravi che, condotta da Marchetti, il 29 Marzo ha vinto con la certificazione il Campionato Europeo Giovani Gordon. A ottobre, sui terreni di Suzzara, in provincia di Mantova, sempre con organizzazione italiana, si è tenuto il Campionato Europeo di caccia su selvaggina naturale. Partecipavano soggetti provenienti da tre Paesi, e i gordon italiani hanno primeggiato in tutti e due i due giorni di prove: Oldrado da Ponte e Ciro hanno ottenuto entrambi il CACIT. Barrage tutto italiano, giudicato dal giudice francese Massierà e dai giudici italiani Gaggero e Bonacina, che si è risolto a favore di Ciro al quale è andato il titolo di Campione Europeo Maschi, lasciando ad Oldrado quello di Vice Campione. Nel complesso del 2018 sono stati ventiquattro i gordon che hanno partecipato a prove libere di lavoro in diverse note di concorso, un dato sostanzialmente in linea con

La giovane Cecilemanot dopo aver vinto nel 2018 due prove a singolo con il CAC in Francia su beccaccini, ha vinto – prima volta per un gordon – il Trofeo Città di Carpi 2018 un classico delle prove a beccaccini, conseguendo anche il suo primo CAC italiano.-Caccia Passione 19


l’anno precedente. Quindici i gordon che nel totale hanno conseguito nove CAC-CACIT (di cui sei in caccia su beccaccini, due in caccia su selvaggina naturale e uno in caccia a starne), tre riserve di CAC-CACIT in caccia su beccaccini, otto CAC (di cui quattro caccia su beccaccini, tre in caccia su selvaggina naturale, uno in caccia a starne), tre riserve di CAC (di cui due in caccia su beccaccini, uno in classiche a quaglie), venticinque Eccellente (di cui dodici in caccia su beccaccini, otto in caccia su selvaggina naturale, due in caccia a starne, tre in classiche a quaglie), sette MB (di cui due in caccia su beccaccini, uno in caccia a starne, quattro in attitudinali a quaglie), sei CQN (di cui due in caccia su beccaccini, due in caccia su selvaggina naturale, uno in caccia a starne, uno in attitudinale a quaglie). Inizio 2019 ancora sulle tracce dei beccaccini. Da sottolineare il risultato conseguito in Francia in febbraio da Malcottinensis Sisco detto Nash (Sgneppa d’Oro 2018), condotto da Enrico Marchetti, ha vinto il Challange Europeen a beccaccini. Il Challange è il più importante trofeo della cinofilia venatoria francese dedicato al beccaccino ed è riservato esclusivamente ai cani da

ferma britannici. Si tratta di un successo straordinario per la razza Gordon perché per la prima volta un nero-focato vince questo trofeo. Nash si è imposto sui venticinque soggetti partecipanti alle prove, staccando il CACIT sia nella prima giornata al barrage con il setter irlandese Jade de la Previere, sia nella seconda giornata. Anche questo evento non era mai accaduto nella lunga storia del trofeo. Gloria anche per Docholliday (cond. Marchetti, prop. Meneghini), che ai primi di gennaio si è riaffermato con CAC ris. CACIT nella Settimana Sarda, e in Francia nella settimana dal 25 al 31 marzo, con oltre ottanta cani nei cinque giorni di prove, si è aggiudicato l’importante trofeo francese Challange Cèzallier con un CACCACIT e una ris. CAC-CACIT. Onori anche a Bill (cond. Marchetti, prop. Florio) che nelle prove a singolo in Francia ha racimolato un Eccellente, una ris. CAC, e un CQN. Un “patrimonio gordon” in grado di produrre soggetti di qualità per il cacciatore. Un patrimonio che valorizza l’allevamento italiano e riafferma il valore del Setter Gordon cane da caccia e da prove.

Malcottinensis Sisco detto Nash (prop. Paride Galassi, cond. Enrico Marchetti) si è aggiudicato il trofeo della Sgneppa d’Oro 2018, il più ambito della cinofilia venatoria italiana dedicato al beccaccino, e il Trofeo Challange Europeen 2019 in Francia. Due risultati storici per la razza. Caccia Passione 20


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Ecco la signorina Valentina Muffolini alle prove di tiro: è una delle partecipanti ai corsi di tiro che la Casa di Gardone ha promosso per le giovanissime leve e apprezziamo l’impostazione in pedana un attimo prima del pull Caccia Passione 22


Fucili canna liscia

Beretta 690 Field I Vittoria

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Beretta 690 Field I Vittoria

di Emanuele Tabasso

I sovrapposti Beretta 690, eredi della mitica serie iniziata con il modello S55, sono sempre sulla cresta dell’onda e contendono ai semiautomatici la presenza nelle mani dei cacciatori quando le due canne sono segno distintivo di una scelta particolare

I

l sovrapposto Modello 690 Field I Vittoria è un classico della produzione Beretta situandosi in una fascia di mercato molto accessibile e con una dotazione di tutto rilievo per impianto di base e per gli accessori. A questa tipologia iniziata alcuni decenni addietro con il Mod. 680 e derivati va ascritta la modifica costruttiva a cui la Casa di Gardone è pervenuta con un notevole anticipo rispetto alla concorrenza: l’impianto è sempre quello conosciuto che tra poco verificheremo, ma diverse soluzioni tecniche e quindi esecutive hanno consentito di affrontare una gran parte dei passaggi produttivi sulle nuove macchine a controllo numerico unendo alla contenutezza dei costi anche una minore dipendenza dalla manualità, sempre più cara e sempre più difficile da addestrare in numeri adeguati alle tirature che tali fucili richiedono. Gli amanti delle lavorazioni proprie dell’archibugeria tradizionale, per dirla in termine specifico, non temano: sussiste un gruppo adeguatamente ristretto di specialisti dalle mani sante che dedicano la loro elevatissima opera alle più alte fasce di prodotto dove tali

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capacità hanno modo di manifestarsi e di farsi apprezzare per quel che valgono dalle persone competenti. Poniamo ora l’attenzione sulla tecnica di tenute e chiusure, la base fondante si un fucile a canne basculanti. La bascula, ricavata da un massello di acciaio legato, presenta un leggero allargamento rispetto al passato concentrando fra le mani dell’utilizzatore una massa maggiore e meglio padroneggiabile; il disegno mantiene una profonda sezione a U che accoglie il gruppo canne giuntate con l’affidabile sistema del monobloc di culatta da cui vengono ricavate diverse funzioni partendo dagli orecchioni in cui si incavalcano i semiperni avvitati entro la parte anteriore delle pareti: soluzione che ai suoi inizi era stata fortemente innovativa. Per sollevare i due punti di rotazione delle canne dalla proiezione in avanti conseguente allo sparo troviamo la soluzione peculiare della Casa con due incavi praticati al filo superiore delle pareti di bascula dove insistono gli spessori ricavati dal massello del monobloc; il contrasto fra le due superfici inclinate è incrollabile. Resta


Fucili canna liscia

Elegante la leggera bombatura del dorso di bascula con i lunghi filetti ai bordi: si notano l’incastro del prolungamento del ponticello e le diciture del modello e del Made in Italy

Nel fianco di bascula si osserva l’ispessimento di rinforzo e il profilo angolato del bordo superiore dove insiste il massello ricavato dal monobloc realizzando la tenuta

La parte anteriore della bascula mostra l’inserimento dall’interno dei semiperni avvitati grazie alla testa con profilo a brugola; sopra è evidente la pista a camme per attuare l’estrazione primaria

Nel vivo di volata delle canne si notano i due strozzatori mobili: sopra spicca la bindella zigrinata e dotata del mirino sferico in ottone

Nella culatta delle canne sono evidenti i due estrattori e i blocchetti di tenuta laterali con i fori in cui si inseriscono i rebbi conici del tassello di chiusura. A fianco si osserva il calciolo in gomma nera utile per attutire la sensazione di rinculo

Una vista maggiormente ravvicinata della culatta per meglio apprezzare i particolari di tenuta e chiusura fra cui la complanarità degli assi della canna inferiore e dell’orecchione Caccia Passione 25


ancora da impedire la rotazione sotto sparo e a ciò provvede il tassello sdoppiato inserito nella faccia di bascula e comandato dalla chiave: i due apici a cono, con recupero automatico del gioco, si inseriscono negli appositi recessi ricavati proprio negli spessori di tenuta citati poco sopra. Intuitivo come il braccio di leva sia praticamente nullo per la canna inferiore e di minima entità per la superiore: la conseguente durata di questo impianto è raccontata proprio dai vetusti S55 che ancora in piena efficienza, si osservano nelle mani di cacciatori che hanno passato la quarta età. Si possono poi osservare, sempre nel monobloc, gli estrattori a gambo lungo con tondini rilevati a contrasto con le piste inclinate fresate nelle pareti di bascula per l’estrazione primaria, mentre ricevono dal meccanismo posto nell’asta lo sgancio e l’impulso per l’eiezione automatica: l’attivazione è demandata alle due bacchette tonde dissimulate nel dorso e deputate in primis alla monta delle batterie montate sul sottoguardia. Altre parti del fucile e la prova in pedana Prima di accingerci a sparare qualche colpo in pedana diamo uno sguardo d’insieme apprezzando le forme garbate dei doppi seni della bascula, gli ispessimenti laterali di irrobustimento, i raccordi con il dorso, la codetta superiore su cui è posta la chiave per l’ apertura di apprezzabile linea italiana, la slitta della sicura con il tasto di selezione di sparo. Si passa alla guardia con ovale di giuste proporzioni, forse con la codetta un po’ tozza, ottimo il grilletto robusto e ben lisciato, ampiamente soddisfacenti le incisioni che troviamo più che gradite per il livello di prezzo dell’arma. Apprezzabile il noce impiegato per il calcio mentre quello dell’asta risulta un poco scuro per l’esteso campo zigrinato a cui, per altro, va il merito di una presa molto salda e un posizionamento della mano ben differenziato in lunghezza. Gli strozzatori intercambiabili consentono di adeguare le rosate ai fattori bersaglio e distanza e la bindella ventilata con mirino tondo in ottone porta l’occhio con giustezza sul bersaglio. Impiegando cartucce decise quali le 37 g Caccia Passione 26

Ancora un primo piano della bascula: nella faccia sono praticati i due fori sovrapposti dei percussori mentre, a destra, sporge il nottolino elastico per la rimessa al centro della chiave a fucile smontato

La linea elegante del sovrapposto Beretta si apprezza pienamente in questa immagine


Fucili canna liscia

Il ponticello viene incassato nel legno con l’incastro anteriore nel dorso di bascula; la guardia mostra un ovale correttamente disegnato in cui sporge il grilletto singolo con ampia base lucidata per l’appoggio del dito

La gentilissima signorina Valentina Muffolini, appassionata di tiro a volo.

Magistrale la realizzazione macchinata delle scalfature che pongono in risalto i doppi seni di bascula; disegno consequenziale per la chiave di apertura e per la slitta della sicura comprendente il tasto del selettore di sparo

Per parecchio tempo durante le prove un coniglio selvatico ha razzolato nel campo di tiro: non contento si è approssimato alla pedana sistemandosi a fianco della lamiera di copertura della fossa osservandoci da vicino. I botti evidentemente non gli creano fastidio Caccia Passione 27


con il caratteristico bossolo da 70 mm marcato “Superfiocchi” si godono sensazioni decise e imponenti fumate dei piattelli: il calciolo in gomma assorbe adeguatamente il rinculo così che il fucile può venir mantenuto in un peso di 2800 g, vantaggioso per la caccia vagante.

Un classico questo 690 Field I Vittoria il cui appellativo richiama il marchio appunto con la statua della Dea, la Nike dell’antica Grecia (e per favore non la si pronunci Naik) che dagli inizi aveva connotato i primi Monobloc Vittoria dei fucili Beretta.

SCHEDA TECNICA Costruttore: Fabbrica d’Armi Pietro Beretta S.P.A. - via Pietro Beretta, 18 – 25063 Gardone VT (BS) – Tel. 030 83411 – Fax 030 8341399 – www.beretta.com Modello: 690 Field I Vittoria Tipo: fucile da caccia a due canne lisce sovrapposte Calibro: 12/76 (anche 20/76) Funzionamento: canne basculanti Bascula: in acciaio legato lavorato all’utensile Batterie: corte Canne: lunghe 71 cm (in alternativa 66 o 76 cm) Steelium - giunzione con monobloc di culatta Strozzatori: OCHP intercambiabili

Congegno di scatto: scatti diretti con monogrillo Estrattori/eiettori: automatici Linea di mira: bindella piana ventilata ombreggiata – mirino sferico in ottone Sicura: a tasto sulla codetta superiore di bascula con selettore di sparo Calciatura: in due pezzi – legni di noce di classe media con finitura a olio impugnatura a pistola e asta sagomata – calciolo Microcore in gomma nera – Finiture: finitura satinata alla bascula con parti lucidate e incise – canne brunite Peso: non dichiarato in listino

La pratica valigetta consegnata con il fucile contiene anche il flacone dell’olio, la serie di strozzatori intercambiabili (3 + 2) insieme alla chiave di smontaggio, il libretto di istruzioni Caccia Passione 28


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Benelli: il trattamento Be.S.T.

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Benelli: il trattamento Be.S.T. di Emanuele Tabasso

Da un anno circa la Benelli ha messo a punto una finitura superficiale da applicare agli acciai delle canne da fucile grazie a cui non sono più necessarie quelle cure usuali dopo l’impiego o dopo un lungo tempo di quiete in una rastrelliera

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he il diamante sia il punto massimo di riferimento per tutto un insieme di fattori positivi lo si è stabilito oramai da parecchi secoli e puntualmente la Benelli, nella sua esposizione sul nuovo trattamento, cita l’Imperatore Massimiliano d’Asburgo che nel 1477 dona alla promessa sposa Maria di Borgogna proprio un diamante quale pegno per la loro prossima unione. Le entità che raccolgono un corale apprezzamento racchiudono solitamente in sé valori materiali e immateriali per cui le peculiari caratteristiche che definiremmo poco elegantemente tecniche sono tuttavia di tale portata da far convogliare sul soggetto le brame, i desideri, addirittura gli ideali di un numero enorme di persone. Simpatica assai, e molto veritiera, la considerazione che chiude quest’apertura sul diamante: peccato che l’esimia Maria d’Asburgo non abbia potuto, per manifesta indisponibilità, ricambiare l’augusto dono con un Benelli.

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Veniamo ora alla realtà odierna quando in una particolare ricorrenza il nostro omaggio alla consorte, usualmente in tema, se non in entità, con quanto mostratoci dall’Imperatore, viene da lei ricambiato, solitamente i figli sono artefici della scelta, con un fucile, e se è un Benelli ci si dispone sulla poltrona abituale spacchettando ritualmente il magnifico e munifico regalo. Oggi in un ipotetico dono si può salire un gradino in più dell’usuale prendendo in esame il semiauto Benelli Raffaello con il trattamento esterno della canna denominato Be.S.T. cioè Benelli Surface Treatement. Se analizziamo i motivi del trattamento superficiale di una canna osserveremo come sia necessario un qualcosa che protegga il metallo da ossidazioni, abrasioni e usura: il clima e l’ambiente venatorio sembrano creati apposta per aggredire l’acciaio e quindi la classica brunitura ha fornito fino ad oggi un valido mezzo protettivo. Ciò non è sufficiente perché


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La dicitura Be Diamond spicca sul castello del Benelli Raffaello caratterizzando tale esemplare su cui è montata la canna con il trattamento Be.S.T.

si desidera che l’aspetto estetico abbia quella classe che la brunitura conferisce, esaltando la finitura sottostante del materiale, cosa che la verniciatura non fa, esponendo oltretutto un colore scuro che ben lega con il legno della calciatura. l nuovo ha un grande futuro Di sicuro la brunitura proseguirà ancora per parecchio tempo, ma il trattamento Be.S.T. inizierà a far scuola perché la resa in termini di praticità è al massimo grado e l’estetica la affianca con pari apprezzabile innovazione. Merita quindi disquisire con una breve esposizione su come si sia raggiunto tecnicamente questo traguardo. Il processo adottato da Benelli fa uso di una tecnologia ibrida, fortemente innovativa, messa a punto recentemente e tuttora in fase evolutiva per dare un rivestimento con caratteristiche simili a quelle del diamante: quindi durezza al massimo grado, estetica altamente raffinata, resistenza alla

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corrosione senza richiedere interventi con olio protettivo. Inoltre il processo per deporre tale strato è ecologico non avendo emissioni reflue e viene condotto nello stabilimento di Urbino con un impianto altamente sofisticato, realizzato interamente in Italia su specifiche proprio della Benelli. L’operazione avviene tramite sorgenti ioniche allo stato solido di ultima generazione, con deposizione di strati compatti in cui sono assenti i difetti puntiformi, che potrebbero dar luogo a iniziali corrosioni, come per contro avviene con altre tecnologie. In un’altra sezione dell’impianto si impiega una sorgente di plasma a radiofrequenza grazie a cui si dissociano i precursori gassosi introdotti in camera, creando le premesse per la loro deposizione. Il processo adottato da Benelli impiega un precursore liquido, coperto da segreto industriale, vaporizzato prima di venir immesso in camera. Questo precursore liquido, detto diamantoide, ha le proprietà di Caccia Passione 33


Un solo colpo d’occhio alla canna del Benelli Be Diamond è sufficiente a esemplificare la valenza estetica del trattamento: con l’uso se ne apprezzerà poi appieno l’impareggiabile praticità trattamento Be.S.T.

Al rientro da una mattinata di caccia abbiamo volutamente lasciato il fucile così com’era, quindi con i segni delle mani e della natura in cui ci siamo immersi: la pienezza del trattamento è davvero appagante

Ancora un confronto cromatico fra la canna e, in questo caso, il tappo godronato di serraggio e il suo piolo portacinghia lucidato: anche nella fotografia la differenza risulta evidente

Questo non c’entra con il Be.S.T. ma non si può aver a disposizione una meccanica simile e non mostrarla: è sempre un pezzo d’opera altamente qualificato da una progettazione e da un’esecuzione magistrali

realizzare uno strato esterno simile al diamante contenendo catene di idrocarburi in cui il carbonio forma legami del tipo sp3, peculiari proprio del diamante. Lo strato depositato presenta un reticolo carbonio idrogeno in una microstruttura amorfa, è molto duro e risulta chimicamente inerte. Diversamente la superficie dell’acciaio su cui si deposita ha microstruttura cristallina, è chimicamente reattivo ed relativamente tenero: ne risulta una bassa adesione per la ridotta affinità chimico fisica con il substrato. Si rende necessario un interstrato in cui le caratteristiche mutano da metalliche a intermetalliche simili nelle proprietà di durezza, tenacità, resistenza al calore, all’usura e alla corrosione proprie del diamante. Abbiamo esposto la fase peculiare della deposizione, ma a questa precedono e seguono altri trattamenti, assai complicati e tali da aver dis-

suaso molti dal perseguire l’obiettivo. Inutile dire come il successo raggiunto in Benelli sia frutto di una determinazione fuori dal comune: le lavorazioni sono computerizzate e solo personale altamente qualificato, con laurea specifica, segue questo procedimento. L’ultima finitura consente a questo materiale di raggiungere una brillantezza, un senso di compiutezza e una profondità di tinta tali da far apparire quasi grigia una canna con la classica brunitura. Le prove condotte a caccia e negli ambienti più infelici, come le zone prossime al mare e quindi con nebbia salina, non sono riuscite a evidenziare la benché minima manchevolezza rispetto alle premesse e alle promesse del costruttore. Pare di essere ripetitivi, ma il motto “Benelli, più avanti da sempre” è ancora una volta la conclusione più vera e più logica per chiudere questa descrizione.

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Fucili canna liscia

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Fusto e asta sono collegati con bisellature dei profili che distinguono questo modello: la spianatura inferiore consente un appoggio fermo e le rotonditĂ dei fianchi una conveniente presa della mano per il tiro in movimento Caccia Passione 36


Fucili canna rigata

MAUSER M12 CON LA NUOVA SICURA Caccia Passione 37


MAUSER M12 CON LA NUOVA SICURA La grande firma si è spostata dalla storica sede di Oberndorf senza smettere la ricerca del meglio nelle diverse fasce di produzione così come dimostra questa versione del Modello 12 con il sistema Handspannung di Emanuele Tabasso

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stazione, quindi con anello anteriore e ponte chiuso posteriore, con sezioni resistenti adeguate senza eccedere nel peso, considerando come la chiusura avvenga direttamente fra otturatore e canna: l’acciaio qui fa la sua bella figura con un peso totale del fucile intorno ai 3,1 kg considerato oggi il giusto compromesso per comodità di porto e giuste reazioni allo sparo. Dall’anello tondo, sotto a cui sporge il tassello integrale per lo scarico delle forze, partono i fianchi piani raccordati al ponte con calotta ad arco appiattito: la finestra di espulsione mostra dimensioni contenute sottraendo poco materiale atto alla rigidità del complesso, un poco più ampia la feritoia inferiore dove si inserisce il caricatore amovibile. Una delle prerogative del modello è la giunzione della canna al castello ottenuta con saldatura a temperatura predeterminata dell’anello e della culatta: adeguati controlli automatici fissano l’assialità fra le due parti e lo spazio di testa, uno degli elementi basilari per la precisione nel tiro. L’otturatore cilindrico presenta Castello, canna e otturatore Metallurgia e apparecchi di controllo spinti ai queste prerogative: sei alette a sezione conica massimi livelli della sofisticazione consento- disposte su due file e ricavate a ribasso dalla no di realizzare un castello classico nell’impo- sezione maestra con chiusura direttamente l fenomenale cartiglio della Mauser non poteva rimanere confinato soltanto negli esemplari della eccezionale Mod. Europa 66, chi ne ha le tenga ben strette, o in quei modelli di transizione come le pur valide ’94 e ‘96 o ancora la nuova M03 del segmento premium che, agli inizi del nuovo millennio, ha segnato una riconquista di spazi adeguati alla storia di questa Casa. Si sentiva la necessità e la possibilità di ampliare il mercato delle canne rigate da caccia con uno studio dove fossero coniugati funzione e prezzo, connubio messo in opera non da teorie minimaliste nell’esecuzione, ma da innovazioni tecnologiche di alto livello per rendimento e contenutezza di esborso monetario. La M12 compendia diverse soluzioni interessanti e, come osserveremo, ha già in questa seconda versione, l’adozione di quel sistema di armamento manuale del percussore disgiunto dalla manovra dell’otturatore e quindi dalla cameratura della cartuccia.

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Fucili canna rigata

Vista dall’alto del sistema di armamento e sicura a tre La levetta nella posizione intermedia mantiene la pieposizioni montato sul tappo dell’otturatore: qui l’in- na sicurezza con la possibilità di scarrellare per estrardicatore sul punto rosso indica la posizione di Fuoco re la cartuccia eventualmente camerata

La terza posizione mantiene tutto bloccato, anche il Il robusto anello in cui si inserisce e viene saldata la canna: su questa spicca il mitico Mauser Banner, il manubrio, disattivando la molla del percussore cartiglio inconfondibile della famosa Casa tedesca

Nella posizione di sicura la leva zigrinata sporge dal profilo dell’otturatore pur restando defilata nella sagoma generale del fucile. Molto classico e caratteristico il disegno del manubrio

Insieme alle corrette bisellature di raccordo si apprezza nel castello il fianco spianato su cui sono riportate in bella grafia la sigla del modello e il Made in Germany Caccia Passione 39


Molto apprezzabile la linea del castello ben inserita nella calciatura dalle forme classiche, ma ravvivata con dettagli stilistici di bell’effetto e gradevole funzionalità

Studio ed esecuzione del tappo otturatore non sono certo banali e se ne apprezza la classe e la singolarità: anche nei particolari come il bottone di svincolo otturatore non si scende a compromessi

Le mire aperte sono imprescindibili in un fucile tedesco: qui osserviamo la robusta tacca di mira con inclinazione antiriflesso e visuale a U: la regolazione in brandeggio avviene grazie alla base a coda di rondine Caccia Passione 40

nelle mortise ricavate nella culatta della canna, la faccia con un forte ribasso per un adeguato supporto del fondello cartuccia, a fianco del foro del percussore sporgono i due nottolini di espulsione per un’azione risolutiva, ma con energia meglio distribuita; l’estrattore poi segue l’impostazione di validissime armi automatiche con una spira di filo armonico avvolta sul cilindro, un angolo retto, il passaggio sotto a una coppia di alette e l’inserimento in un foro predisposto nell’unghia. Questa è foggiata a prisma di notevole spessore e con adeguato arco di presa lavorando ortogonalmente nella propria sede fresata nella corrispondente aletta di testa: crediamo che nemmeno il bossolo più scorbutico possa resistere alla sua azione. Proseguendo nell’esame osserveremo l’inserimento a caldo del manubrio, ricavato da microfusione e dalla foggia molto…Mauser, quindi un pregio in più: il braccetto cilindrico rastremato, dalla linea diritta, termina nella nocca sferica, qui in sintetico, che rappresenta sempre il meglio quanto a funzionalità e anche ad estetica. Nel tappo di culatta, dalla linea raccordata al profilo del ponte, viene inserito l’Handspannung cioè il sistema di sicura e armamento manuale del percussore, tenendo presente che la sua molla viene messa solo parzialmente in tensione dal movimento del manubrio. Una comoda levetta con tasto di presa e asse ortogonale può assumere tre posizioni: la prima con sicura inserita e blocco del manubrio, dello scatto, del percussore e disattivazione della sua molla per muoversi con la cartuccia camerata; la seconda con il blocco di tutto tranne che del manubrio per scarrellare in piena tranquillità, la terza che sblocca tutto il sistema completando la tensione della molla per avere l’arma pronta allo sparo. Tale disposizione consente il montaggio molto basso dell’ottica e, ancora in tema di ricerca del particolare, in un piccolo incavo del fianco sinistro del castello è posto il pulsante per lo svincolo dell’otturatore.


Fucili canna rigata

Il mirino montato su zoccolo presenta la visuale semisferica in ottone: la vite consente le regolazione in elevazione

La canna lunga 56 cm e con sezione alla bocca di 16,5 mm concede una funzionale rigidità : il vivo di volata poi presenta un ribasso conico di 11°, ottimale per la protezione delle righe e per la balistica del proiettile

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Calciatura e scatto L’allestimento del modello fotografato presenta una calciatura in sintetico grigio chiaro, una veste adeguata a tutti climi e di pratica rigidità dove le linee classiche sposano l’asse molto diritto in stile americano, che è poi quello con la migliore funzionalità per mantenere il bersaglio sotto controllo, insieme all’impugnatura a pistola allungata e l’asta tonda, ma a fondo piatto per un fermo appoggio nel tiro a distanza. Anche lo scatto segue lo stile del maggior mercato delle armi rigate con impianto a sgan-

cio diretto pronto, netto, adeguatamente leggero (intorno a 1.000 g) e senza vizi di sorta. Le prestazioni sono state sondate su diversi altri esemplari in altre occasioni e sempre abbiamo verificato una precisione ben oltre la media: con parecchi tipi di cartucce si rimane fra ½ e ¾ di MOA, quindi con una resa ben adeguata alle esigenze anche di tiri lunghi. La quotazione è più che abbordabile per il marchio e per il complesso di soluzioni tecniche e realizzative: un fucile quindi da prendere in seria considerazione.

Il calcio con impugnatura a pistola si basa su linee classiche dalla comprovata funzionalità

Viste intere Caccia Passione 42


Fucili canna rigata

La sezione maestra dell’otturatore con le sei alette a ribasso promette rigidità e tenuta: il manubrio è inserito a caldo nella propria sede senza apporto ulteriore di saldature

Oltre all’impostazione tecnica con la rassicurante unghia di estrazione e il doppio nottolino di espulsione, merita osservare il nitore di lavorazione di tutti i particolari

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SCHEDA TECNICA Costruttore: Mauser Jagdwaffen G.m.b.H. – Ziegelstadel 1, D-88316 Isny im Allgäu info@mauser.com – www.mauser.com Importatore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (BZ) – tel. 0471/803000 – fax. 0471/810899 – www.bignami.it – email@bignami.it Modello: M12 Handspannung Tipo: fucile a canna rigata Funzionamento: otturatore girevole scorrevole con ripetizione ordinaria Chiusura: sei alette anteriori su due ranghi da tre ricavate a ribasso - mortise nella culatta della canna Percussione: percussore con molla coassiale interno all’otturatore attivato dal sistema di sicura Estrattore: a unghia con movimento ortogonale e molla di registro a filo Espulsore: due bottoni a molla in testa all’otturatore Canna: in acciaio con 4 rigature destrorse, passo 1:10” (per cal. .270 Win.) ottenute per martellatura lunghezza 560 mm per calibri standard e 620 mm per i magnum Scatto: diretto con grilletto unico tarato a 1.030 g Sicura: leva con tre posizioni nel tappo di coda dell’otturatore – 1) blocca percussore, distendendone la molla, manubrio, scatto – 2) idem con libertà di manovra del manubrio – 3) svincola tutto e completa l’armamento del percussore per far fuoco. Pulsante laterale per svincolo dell’otturatore a fondo corsa Caricatore: a pacchetto estraibile bifilare in polimero da 5+1 cartucce calibri standard – 4+1 calibri magnum Mire: tacca di mira a U con regolazione in deriva e mirino a grano con regolazione in elevazione - predisposizione per attacco dell’ottica con 4 fori filettati sul castello Calciatura: monopezzo in polimero stampato con punti di presa zigrinati – calciolo ammortizzante Calibro: .308 Win. (in alternativa: .22-250 Rem. - .243 Win. –.270 Win. - .30-06 Sprg. 6,5x55 – 7x64 – 8x57 IS - 9,3x62 – Magnum: 7 Rem. Mag. .300 Win. Mag. - .338 Win. Mag.) Materiali: acciaio forgiato e fresato per castello e otturatore - canna in acciaio al carbonio Lunghezza: 106,5 cm con canna da 560 mm – 112,5 cm canna da 620 Peso: g 3.100 circa senza attacchi e ottica (calibri standard) – 3.200 g (calibri magnum) Finiture: corpo centrale otturatore lucidato e brunitura delle parti restanti Prezzo: € (da verificare) Caccia Passione 44


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Munizioni

Hasler Bullets: la distribuzione alla Forest Italia

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Hasler Bullets: la distribuzione alla Forest Italia di Vincenzo Frascino

l’azienda di Lecco famosa per la produzione di palle monolitiche, punto di riferimento per i cacciatori e i tiratori sportivi con carabina, affida la distribuzione commerciale del proprio marchio alla Forest Italia di Tatiana Chiavegato e Francesco Corrà...

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asler Bullets, l’azienda di Lecco famosa per la produzione di palle monolitiche, punto di riferimento per i cacciatori e i tiratori sportivi con carabina, affida la distribuzione commerciale del proprio marchio alla Forest Italia di Tatiana Chiavegato e Francesco Corrà. Dal 2018 Hasler propone, come novità per i cacciatori non interessati alla ricarica, una gamma di munizioni. Le linee Ariete e Hunting vengono proposte inizialmente soltanto in 4 calibri (308W, 30.06, 7 mm RM e 300 WM) ma già nel 2019 la gamma si arrichisce di altri calibri. Molto interessante anche la linea proposta per la caccia al cinghiale in battuta con una palla Round Nose, esclusivamente nei calibri più utilizzati dai cinghialai italia-

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ni (308 W e 30.06). Certi della qualità dei prodotti Hasler, la Forest Italia, che si occupa già della distribuzione di Leica Sports Optic, di Flir OTS e Armasight by Flir, di Coltellerie Maserin e non per ultimo delle famose armi John Rigby & Co, sarà lieta di occuparsi di questo fiore all’occhiello del Made in Italy.


Munizioni

Palle monolitiche Hasler. Punto di riferimento per i cacciatori e i tiratori sportivi con carabina

Hunting, Ariete e Round Nose son le tre linee con cui la Hasler fa il suo esordio nel mondo delle munizioni Caccia Passione 49


In quest’immagine di due caprioli in duello, che stanno sullo stesso piano, la messa a fuoco e la profondità di campo si giocano in una ventina di centimetri. L’erba in primo piano e lo sfondo sono (volutamente) poco leggibili. Questo effetto è la peculiarità del Digiscoping. Caccia Passione 50


Digiscoping

DIGISCOPING LA SCELTA DEL LUNGO: ANGOLARE O DIRITTO? Caccia Passione 51


DIGISCOPING LA SCELTA DEL LUNGO: ANGOLARE O DIRITTO? La spontaneità operativa del telescopio diritto Swarovski Optik sembra favorevole alle valutazioni e al Digiscoping; ma un numero ben maggiore è di cacciatori e/o digiscopers usano l’angolare. Vediamone le ragioni, alla luce degli attuali modelli. di Riccardo Camusso

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IGISCOPING – E’ meglio il lungo diritto o quello angolare? Questa è sicuramente la domanda più ricorrente che – oggi come e più di ieri – ci rivolgono cacciatori e digiscopers. Iniziamo dicendo che la sigla che contraddistingue i lunghi prodotti dalla SwarovskiOptik già evidenzia la differenza “morfologica” fra ATX e STX, o fra ATS e STS : la lettera “A” significa appunto “angolare”, mentre la sigla iniziale “S” richiama la forma a S, o diritta, dell’STX e la visione comunque rettilinea. Ma le differenze non si fermano qui. A livello strutturale, naturalmente nulla cambia per quanto riguarda lenti, schema ottico, ingrandimenti, ghiere e quant’altro, tanto più nel sistema modulare (ATX e STX), in cui il modulo obiettivo (65-85-95) resta comunque identico a prescindere dalla forma dell’oculare. Ciò che cambia, quindi, è appunto la forma del modulo oculare; all’interno del lungo, ciò Caccia Passione 52

Anche con soggetti che stazionano più in alto o più in bas rispetto al digiscoper, i telescopi angolari consentono di stare ben paralleli al terreno, senza contorsioni inutili.


Digiscoping si traduce in uno specchio in più (che serve per trasmettere la visione all’occhio) nel modello a “S”. In ogni modo questo specchio in più non condiziona in alcun modo la luminosità generale. Ricordiamo, comunque che, la presenza – a prescindere – di specchi interni, presenti in tutti i telescopi moderni da osservazione terrestre, risponde alla precisa esigenza di limitare le dimensioni del telescopio. Solo per esemplificare il modello allungabile (CTC 30×75) misura 49 cm, mentre l’ATX65 ha una lunghezza di 33,9 cm. Fermo restando, quindi, l’indiscussa e alta qualità generale – uguale per tutti – degli attuali lunghi da osservazione e Digiscoping, la valutazione che conta riguarda l’uso squisitamente pratico di questi prestigiosi strumenti ottici. E’ proprio in questo tipo di test che emerge la differenza fra diritti e angolari. Perché la stragrande maggioranza di cacciatori, selecontrollori e digiscopers preferisce gli angolari? Quando, tuttavia, la situazione non è così “classica”

(soggetto più alto, più basso, più avanti, più indietro, a grande angolo di sito ecc.) le cose cambiano. Radicalmente. In questi casi, che sono la stragrande maggioranza, la visione rettilinea non è più possibile, saremmo costretti a spostarci, muoverci con il corpo, contorcerci e tanto altro per inquadrare il soggetto, tanto più quando esso si muove più o meno velocemente. Ecco, allora, che i modelli angolari si dimostrano assai più performanti e, soprattutto, sfruttano alla grande la possibilità di ruotare sul proprio asse di 360°. Potremo stare fermi dove siamo, senza alcuna contorsione del corpo ed avendo a disposizione una visuale sopra, sotto, davanti, dietro, destra, sinistra e a più di 180°. Non solo: potremo anche avere osservazioni usando il lungo a mo’ di periscopio, o viceversa, sempre senza muoverci dalla nostra posizione. E’ come se dovessimo fare incursione in una camera restando nascosti in corridoio e usando un fucile a canne ad angolo. Certo: occorrerà un (breve) periodo per

sso

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Il monitor aggiuntivo ad alta risoluzione permette una perfetta MAF Manuale, una grande profondità di campo grazie al fatto di poter tener bassa la fotocamera e, soprattutto, si adatta perfettamente ad ogni posizione impostata sui telescopi angolari

familiarizzare con questa visione a “L”: all’inizio può apparire innaturale, ma poche “ore di volo” sono più che sufficienti. Un esempio fra tanti: siamo in una cengia montana, o in auto, o comunque non vogliamo/possiamo spostarci e/o affacciarci. Con il lungo angolare, e con la possibilità di ruotarlo alto/basso/destra/sinistra, senza muovere un dito e senza contorsioni, abbiamo un campo estremamente ampio. E se vogliamo osservare un uccello su un ramo, o un camoscio in basso, o con angoli di sito estremi, possiamo farlo senza contorsioni e/o colpi della strega. In una parola, non dobbiamo modulare la nostra posizione e il branCaccia Passione 54

deggio del lungo a seconda della posizione del soggetto. Sarà invece il lungo ad adeguarsi alla nostra posizione statica, qualunque essa sia. Molto utile provare tutto ciò sul campo, nella pratica. Invitiamo chi vuole provare prima di scegliere ai nostri workshop di Digiscoping e di Osservazione o alla nostra postazione attrezzata. I vantaggi dei telescopi angolari sono qui evidenziati sul campo, anche grazie ai moderni monitor aggiuntivi ad alta risoluzione (riccardo.camusso@alice.it ).


Digiscoping

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I colombi dell'Argentario Caccia al colombaccio. Reportage fotografico di una giornata di passo nell’incantevole scenario di Monte di Vincenzo Frascino Argentario.

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Photogallery

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Veterinaria

Otiti: Le cause piĂš comuni nel cane da caccia

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Otiti.. Le cause più comuni nel cane da caccia di Redazione

Quando il cane sta male stiamo male anche noi. E’ tutta causa dell’empatia che si viene a creare fra cacciatore e ausiliare. L’empatia fra cane e cacciatore c’è o ci dovrebbe essere fin da subito e ci fa star bene, ma non sempre. Prendi ad esempio quando il cane soffre di otiti.

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aresti di tutto per eliminare il problema. La cosa migliore è conoscerne le cause delle otiti nel cane: a quel punto la soluzione è più facile da trovare. La conformazione. Di otiti possono soffrire tutti i cani. Ci sono però alcune razze più propense a questo genere di problema. Sono soprattutto le orecchie lunghe e cadenti a rappresentare una difficoltà. Non c’è springer spaniel o cocker che non conosca l’otite e la causa sta nella conformazione del suo padiglione auricolare. L’orecchio se lungo e cadente permette la creazione di un habitat perfetto per funghi e batteri: la temperatura aumenta, l’umidità non manca e il gioco è fatto. Se hai con te un cane con orecchie piuttosto cadenti e co-

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prenti tieni in considerazione il problema e non sottovalutare mai la situazione. Un’otite trascurata o mal curata è probabile si cronicizzi. A quel punto la situazione diventa davvero pesante da sostenere. Otodectes cynotis e altri parassiti. Sono forse uno dei motivi più comuni che causano le otiti. L’ otodectes cynotis è il più comune e il più noto: si tratta di acaro che somiglia molto da vicino a quello che causa la rogna. Non è un caso che l’otite, quando parassitaria venga detta rogna auricolare. La patologia si presenta con frequenza nei cuccioli, caratterizzata da abbondante produzione di cerume scuro. Appena si presentano i primi sintomi è bene recarsi dal veterinario.


Veterinaria

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e allergie. Le otiti possono essere anche sintomo di allergie. In questo caso il cane può presentare prurito, scuotere la testa nervosamente, mostrare lesioni nel padiglione auricolare, ma anche arrossamento generalizzato. In uno stadio avanzato l’infiammazione può pure complicarsi a causa della presenza di batteri o lieviti che in tali condizioni si moltiplicano facilmente. Il problema, quando insorge l’otite per cause allergiche, interessa entrambe le orecchie, ma non è raro che una parte sia più sensibile dell’altra. Non è raro che l’allergia sia di origine alimentare. In quel caso si presenta nei cuccioli o negli esemplari più anziani e si associa a problemi cutanei di vario genere.

Più che puntare su prove allergiche, che non sempre danno certezze, il consiglio è quello di imporre all’animale una dieta specifica. In questo modo sarà facile capire se in realtà è stata un’allergia a causare l’otite. Nel caso la dieta dia esito positivo, con scomparsa di malessere e otite, è bene reintrodurre lentamente tutti gli alimenti per escludere infine l’incriminato. Ovviamente il tutto dovrà avvenire sotto la supervisione del veterinario di riferimento. pighe e corpi estranei. Ecco un’altra causa delle otiti che qualunque proprietario di un cane conosce bene. Qualsiasi corpo estraneo, siano forasacchi, tappi di cerume, vecchi medicamenti, tutto può causare

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l’insorgere dell’otite. La pulizia dell’orecchio, non lo si dice a caso, è fondamentale. alattie autoimmuni. Alcune volte capita che sul padiglione compaiano lesioni crostose che proprio non riescono a guarire, nonostante l’uso di antibiotici. In quel caso si può prendere in considerazione l’eventualità della malattia autoimmune. Le più note sono il lupus eritematoso e il pemfigo fogliaceo. L’unica cura realmente efficace in questo caso è l’uso di cortisonici. atologie ormonali e neoplasie. Ipotiroidismo, sindrome da femminilizzazione nel maschio, sertolioma sono tutte situazioni che possono causare otiti ceruminose. Anche i tumori benigni (più raramente maligni) possono causare la chiusura del canale uditivo. I polipi impediscono infatti il regolare deflusso delle secrezioni auri-

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colari e gli eventuali ristagni possono causare otiti. Tutte queste sono le più comuni cause in grado di provocare l’otite nel cane. Conoscerle è importante per risolvere il problema nei tempi più rapidi e nei modi migliori.



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