Caccia Passione maggio 2020

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ANNO IX nr. 04/05 Maggio 2020

LA RIVISTA

Ungulati:

Tris in trasferta

Canna liscia:

BERETTA 694 Sporting PIOTTI B.S.E.E. in .410 Mg.

Canna rigata:

CZ Modello 557 Eclipse

Ricette:

Quaglia in riduzione di aceto balsamico su polenta


Anno IX Nr. 04/05 - Maggio 2020 www.cacciapassione.com

Direttore responsabile Pierfilippo Meloni Direttore marketing Valerio Troili Collaborazioni Emanule Tabasso, Saverio Patrizi, Vincenzo Frascino, Pina Apicella, Costantino Ramolfi, Simone Ricci, Francesca Baranello, Valerio Troili Grafica e impaginazione Tezy Boursier Niutta Pubblicità Ilaria Troili cel. 335 6408561 commerciale@cacciapassione.com Redazione Via Camillo Golgi, 1 20090 Opera (MI) redazione@cacciapassione.com Service Provider Made Network srl Via Macanno, 59 Rimini (RN) Editore Caccia Passione srl Via Camillo Golgi, 1 20090 Opera (MI)

sommario

Registrazione in Tribunale n. 17 del 21/01/2012 CACCIA PASSIONE È UN MARCHIO REGISTRATO. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. VIETATA LA RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE SE NON AUTORIZZATA

Pg 6 Ungulati: OPHELIA Pina Apicella

Pg 12 Ungulati: TRIS IN TRASFERTA

Vincenzo Franscino

Pg 18 Cani da caccia: LA PAURA DELLO SPARO LA Francesca Baranello

Pg 26 Canna liscia: BERETTA 694 SPORTING BERETTA Saverio Patrizi

Pg 32 Canna liscia: PIOTTI B.S.E.E. IN .410 MG. PIOTTI Emanuele Tabasso


Sommario

Pg 42 Canna rigata: rigata CZ MODELLO 557 ECLIPSE: TECNICA E QUOTAZIONE

Emanuele Tabasso

Pg 52 Munizioni: FEDERAL .308 WIN. POWER FEDERAL SHOK SP 180 GR

Costantino Ramolfi

Pg 60 Accessori: BLASER OUTFITS.. LEGGERI, VERSATILI E TRASPIRANTI Pierfilippo Meloni

Pg 66 Ricette: UN GRANDE CLASSICO: IL UN FAGIANO ALLA CACCIATORA

Francesca Baranello


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Editoriale

LA CACCIA E IL POST LOCKDOWN.. Chissà quanti segreti potranno raccontare un giorno, di noi, le mura di casa che hanno sigillato la nostra quotidianità. Vite tiranneggiati dal tempo sospeso; pensavamo di poter far tutto nelle lunghe giornate senza ore e, invece, era il nulla, il pensiero interiore dilatato dalle preoccupazioni. La vita, fuori, silenziosa, domina, lo spazio senza uomo, gli animali stupiti, avanzano increduli nel regno che da sempre usurpiamo ai loro territori. Ma quello che sta accadendo è una nuova produzione Walt Disney o si tratta di cruda realtà? Purtroppo è la seconda... Cervi, cinghiali, daini, lupi e pure un timido orso, increduli percorrono le strade deserte dei nostri antropizzati urbani. Ma quanto è pazzo questo Coronavirus, addirittura alcuni caprioli che fanno il bagno sulle spiagge della Maremma. Non abbiamo prove che gli animali avessero capito cosa stavano attraversando gli umani, quest’ultimi ora tutti costretti a indossare delle mascherine protettive in viso. Curioso, l’osservarci dei nostri ausiliari, essi avran pensato: “chissà cosa han fatto gli uomini, indossano tutti la museruola..” . Ironia a parte, il Coronavirus ci ha profondamente cambiato, qualcuno è morto, altri rimangono impietriti al passaggio del virus, altri ancora provano a ricominciare in una economia devastata. E la caccia che ha fatto, ma soprattutto che farà oggi post lockdown? Covid-19 non ha mai smorzato l’ancestrale istinto di andare a caccia, ma certamente ha modificato i nostri comportamenti. Oggi la caccia non è più legata unicamente a una necessità alimentare, si può osservare piacevolmente che è crescente il senso etico che controlla ogni gesto di noi cacciatori. Il rispetto per la natura, per la selvaggina e per noi stessi è un bagaglio emotivo importante, che piace far conoscere per far sì che anche in Italia al pari di altri Paesi europei, la caccia venga dichiarata attività di utilità sociale. Altresì auspico che dopo gli sforzi del lockdown, si sia anche più ricettivi a una politica comune nel rendere la caccia volano di un’economia oggi bistrattata e resa sterile da un virus che ha toccato le nostre vite. La caccia può e deve tornare a essere volano per lo sviluppo delle economia e soprattutto per le tante piccole e medie imprese che grazie alle attività interconnesse alla caccia, di fatto muovono 1,5 del PIL nazionale, danno lavoro a tantissime famiglie, portando attività e valore socioeconomico anche in piccole comunità rurali o montane che senza la caccia sarebbero prive di quel valore aggiunto per far sussistere anche micro economie in territorio disagiati. Ecco perché sposiamo una caccia che da oggi dovrà essere l’ancestrale emozione che alimenta il vivere del cacciatore e dell’appassionato di attività all’aria aperta, mostrando ben chiaro che i cacciatori in Italia svolgono ruoli importanti e fondamentali alla economia e alla società, non ultimo ruolo anche quello di regolare equilibri della fauna problematica, in esubero o aliena. Pierfilippo Meloni


OPHELIA.. Caccia al capriolo. La stagione dei calvi volge al termine. L’ultima occasione di prelievo regala (anche) un pizzico di poesia. Testo Pina Apicella foto di Vincenzo Frascino

M

arzo si era annunciato con la sua solita disforia: pioggia, sole e vento si intrecciavano in un caleidoscopio di colori e temperature che non permettevano alcun tipo di previsione. Le uscite mattutine di Vincenzo erano state sempre più povere di incontri e così le tre del pomeriggio stuzzicavano la fantasia con le loro malcelate promesse. Il sabato precedente l’appostamento a mezza altezza tra il bordo di un bel boschetto in alto a sinistra e l’ombroso fosso in basso a destra mi aveva da un lato ingannato e dall’ altro entusiasmato. Mai mi sarei

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aspettata di vedere due piccoli e due adulti dove mai negli ultimi due anni era uscito un folletto. La mia carabina puntava spocchiosa verso il fosso mentre, alla mia sinistra, quattro caprioli di cui tre prelevabili pascolavano allegramente con vista su “cacciatore e accompagnatore”. Aggrovigliati in pose plastiche e scomodissime per inquadrare nel binocolo gli animali, eravamo col fiato sospeso per cercare di sembrare arbusti. Impercettibilmente, tra un boccone d’erba e un gioco dei caprioli distratti, cercavo di guadagnare centimetri e posizionarmi in loro direzione. I


Ungulati

Un'uscita a caccia è un regalo della vita per farsi perdonare la settimana lavorativa in una metropoli caotica

miei movimenti erano della stessa lentezza di un girasole che si volge alla luce nascente del sole. Non so come, ma alla fine la femmina era nell’ottica. Avrei preferito, come da mia personale predilezione, prelevare un piccolo ma, viste le circostanze e la data imminente della chiusura ai calvi, non mi sarei fatta gran problemi. Il cielo indaco che faceva da sfondo al maschio e alla femmina, più in alto dei piccoli che invece saltellavano più in basso, mi affascinava e irritava al contempo. Sarebbero bastati due o tre metri e un parapalle naturale avrebbe lasciato libera la

mia falange sul grilletto. Ma niente, la femmina era sempre a cielo. Il buio incombeva, sebbene il magnetismo dell’ultimo sole ormai sepolto dietro i colli maremmani ancora tentava il mio occhio a indugiare sul capriolo. Se non l’avessi vista mezz’ora prima mai l’avrei intercettata e men che mai avrei stabilito sesso e classe. Ma la tentazione di sparare era sempre lì a provocarmi, appena un passo in basso verso la fossetta e l’avrei certamente presa, per quanto “certamente” non sia una parola che un cacciatore usa volentieri. La beffa di quella uscita tuttora brucia Caccia Passione • 7


Mentre si carica la carabina, i pensieri vagano tra le delusioni delle uscite precedenti e le speranze dell'attuale

mentre carico e sistemo la carabina, ancora una volta a puntare verso il fosso in basso a destra. Un po’ per scaramanzia, affinché non pensino di riuscire lassù a cielo, un po’ per logica, perché, a parte la volta prima, i caprioli che abbiamo visto qui sono sempre usciti dalla parte più bassa, fitta e ombrosa di questo bosco. Sbinocoliamo a 360 gradi, fino a poggi lontani chilometri. Stare quassù è un premio, un regalo della vita per farsi perdonare la settimana lavorativa in una metropoli caotica. Solitamente è sufficiente venir qui per essere felici, ma oggi non basta. Il piano è ben lungi dall’essere completato e l’uscita precedente ancora brucia per la beffa. È ancora giorno quando femmina e piccolo si affacciano nella fossetta buia. Il classe zero è una femmina, si sposta poco rispetto alla madre, è cauta e contenuta nei suoi movimenti. Se non fosse per le sembianze infantili le si potrebbe attribuire un comportamento più “adulto”. Non sono dell’umore incline ai 8 • Caccia Passione

romanticismi, ho la croce sul capriolo prima ancora che Vincenzo mi confermi la distanza. Avevo infatti impostato i click dei 200 metri appena i due caprioli si erano affacciati sulla fresca a e corta erba di marzo. Vincenzo mi conferma la distanza di 230 metri e si prepara al boato. La mia mano si avvolge languida sulla calciatura thumbhole della carabina e il dito sfiora il grilletto. Nonostante il rinculo riesco a seguire nell’ottica la reazione del capriolo che, dopo un salto sul posto, viene risucchiato dai rovi che circondano il fosso. La femmina adulta ha un secondo di stallo poi con due balzi rientra nel bosco, seguendo un’altra traiettoria. Aspettiamo a rallegrarci perché non è detto che sarà banale ritrovare il capriolo. Il tempo di recuperare l’attrezzatura e raggiungere pian piano l’anschuss richiede circa un quarto d’ora, e così impieghiamo il canonico tempo di attesa. Un’ampia chiazza di sangue ci promette un facile recupero prima che sia buio. Seguiamo con


Ungulati calma le evidenti tracce ematiche fino alle spoglie dell’animale, quasi completamente coperta dalla fredda e cristallina acqua con cui le piogge di marzo hanno rimpinguato la portata di questo piccolo ruscello. Mollemente adagiata, con la pelliccia invernale ripulita dal sangue e brillante di acqua, la capriola ha un aspetto quasi fiabesco, e mi ricorda Ophelia, la sfortunata amante di Amleto che annega la sua giovane vita nell’acqua di un fiume. Il buio e il freddo delle ultime notti invernali incombono. Recuperiamo il capriolo dedicandole con un breve rito i dovuti onori, e lasciamo questo meraviglioso angolo di Toscana, che ci ha donato la sua Natura, belle emozioni, e un pizzico di poesia.

Il tramonto di questo meraviglioso angolo di Toscana che ci ha donato la sua Natura, belle emozioni, e un pizzico di poesia

I dovuti onori alla capriola che la Natura ci ha offerto

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Il 10 bosco molto Passione fitto richiede la disposizione • Caccia di numerose poste e a distanza ravvicinata

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Ungulati

TRIS IN TRASFERTA Caccia Passione • 11


TRIS IN TRASFERTA Caccia al cinghiale. Un’ottica da inaugurare, tante setole e un pizzico di fortuna: gli ingredienti giusti per un weekend da incorniciare. Testo e foto di Vincenzo Frascino

In una macchia così fitta il ruolo di cani e canai è fondamentale

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Ugulati

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Il fatidico momento dello sparo

S

tagione dopo stagione i nostri propositi di cacciare insieme in maremma si erano infranti contro il muro degli impegni e delle coincidenze sfortunate. Quest’anno finalmente Gigi mi conferma che è riuscito a liberarsi per l’ultimo weekend di gennaio. L’ultimo di solito per fine stagione si tengono le cacciate “gloriose”, ma sono spesso proprio questi grandi eventi a riservare cocenti delusioni. Sperando di smentirmi accolgo volentieri l’auto invito di Gigi e inizio a sentire le squadre per ospitare il mio amico e conterraneo. Un weekend di caccia in Maremma potrà (si spera) essere un interessante terreno di prova per testare la sua nuova ottica Leica Magnus 1-6.3x24 14 • Caccia Passione

i, che gli ha già regalato qualche bel tiro negli spazi aperti di alcune girate in montagna. Avendo la fortuna di “risiedere” dal punto di vista venatorio in Toscana, mi è capitato spesso di ospitare amici non solo dalla Calabria, ma anche dal Veneto, Friuli, Trentino e, benché le braccate cui hanno partecipato siano state spesso un successo, rare volte è capitato loro di sparare o quantomeno incontrare la bestia nera, così poco presente nei loro territori. Con Gigi, avvezzo non solo a gli incontri ma anche a felici abbattimenti di cinghiali, siamo molto meno carichi di aspettative e, forse, questo convincerà la sorte ad esserci benigna. La battuta del sabato, in compagnia della


Ungulati

mia squadra, si è conclusa con un bel carniere e, solo alla fine della cacciata, vengo a scoprire con grande soddisfazione, che una bella scrofa si è fatta fermare da Gigi con un tiro di stoccata a pochi metri dalla sua posta, che per motivi legati al sorteggio, era capitata ben lontano dalla mia. La domenica siamo nell’AFV Capalbiaccio. Questo territorio è caratterizzato da una vegetazione fittissima, dove la tipica macchia mediterranea è particolarmente “forte” e il saracchio (detto volgarmente “sarracchio” sigilla alla vista tutto il sottobosco, e dove gli animali si trasformano in fruscii e vibrazioni. Questa volta il sorteggio delle poste ci vede affiancati. Le poste

sono disposte in maniera molto ravvicinata proprio perché l’angolo di tiro si limita a pochi gradi. Ci disponiamo lungo una cessa in discesa dal lato della macchia, in modo da massimizzare, per quanto possibile, la visuale. La battuta si mostra fin dalle prime azioni molto partecipata e ricca di emozioni e di animali. Quando, in questo territorio, un cinghiale si avvicina alle poste non lo si vede praticamente mai. In gergo locale si dice che “scortella” le poste, sgusciando sotto il saracchio parallelamente ad esse senza uscire allo scoperto, e la sua presenza si intuisce da come le canne delle carabine imbracciate si alzano in sequenza e con lo stesso ordine si abbassano, come Caccia Passione • 15


una successione di onde di adrenalina che si propaga all’eco degli abbai delle mute di maremmani. Il secondo dei cinghiali che arriva al cospetto delle poste della scarpata innesca la medesima sequenza. L’ultima carabina ad alzare la sua canna letale sarà ancora una volta quella di Gigi, corredata della sua ottica che in terra maremmana sta vivendo una seconda vita fatta di tiri a breve distanza come fin ora non era mai successo. La braccata entra sempre più nel vivo, con numerose canizze che si susseguono a ritmi incalzanti. Si sente tutto il trambusto nella macchia dove, lontano dagli occhi dell’uomo, cani e cinghiali si sfidano e si affrontano in una lotta atavica. Talvolta qualche animale salta la fila delle poste, e i cacciatori più pronti mirano sui trottoi alle loro spalle, dal lato opposto della cessa. Ma questi tiri sono spesso poco meditati e con scarsi risultati, e così per radio qualcuno beffeggia i compagni per le padelle che, numerose e spesso invitabili, colorano la giornata e spezzano la tensione.

L'autore e il suo amico Gigi posano per una foto di rito al termine della braccata

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Arriva ancora vicinissimo un altro animale in prossimità delle nostre poste. Le orecchie fanno sforzi sovraumani per cercare di localizzare una presenza che non ha un corrispettivo visivo. Gigi è concentratissimo. Il cinghiale salta sulla cessa, con un balzo la attraversa. Con l’ultimo balzo prima di sparire nella macchia alle nostre spalle va incontro alla palla sputata dalla carabina di Gigi che, con questo tiro magistrale, si regala il suo terzo cinghiale maremmano. Resto ammirato ma soprattutto soddisfatto. Invitare qualcuno comporta sempre un pizzico di ansia e le battute inconcludenti sono fonte di grande amarezza e quasi di imbarazzo per chi invita. Oggi per me è una grande gioia, e questi 3 cinghiali, bottino di un weekend maremmano, renderanno certamente soddisfatto Gigi ma mai quanto lo sono io, proprio perché, nonostante l’organizzazione e le premure, questi sono i tipici doni che non possono essere decisi né garantiti. E quando la sorte ce li concede è tutta un’altra storia.


Ungulati

La concentrazione è altissima e le orecchie fanno sforzi sovraumani per cercare di localizzare una presenza che non ha un corrispettivo

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LA PAURA DELLO SPARO

Addestrare il cane al comando per garantire la sua e la vostra sicurezza

L

Di Francesca Baranello

'addestramento di un cane da caccia richiede pazienza e grande sensibilità nei confronti dell'animale. La maggior parte dei cani prova talvolta paura e può anche arrivare a soffrire di ipersensibilità psichica. Nel caso dell'attività venatoria, bisogna prestare la massima attenzione allo sparo del fucile, un rumore improvviso e che è in grado di sconvolgere proprio la psiche dell'ausiliario. Per aiutare il nostro migliore amico in queste situazioni, esistono degli accorgimenti che possono sembrare semplici ma che fanno realmente la differenza quando si va a caccia. Perchè il cane ha paura dello sparo Il cane è il fedele compagno del cacciatore che lo affianca durante l’attività venatoria. Per questo motivo è abituato agli spari e ai rumori. A volte può succedere che questo si traumatizzi, soprattutto quando è molto piccolo o non ha mai avuto esperienza di caccia. Quindi l’abitudine allo sparo deve essere affrontata gradualmente attraverso un addestramento basato sulla metodicità e gradualità. A volte però ci sono dei cani che nonostante l’addestramento, possono soffrire a seguito di un rumore forte e improvviso come lo sparo. La troppa sensibilità può avere diverse cause. Il segugio ha un sistema percettivo a binario unico. Questo vuol dire che quando è impegnato nella cerca con gli occhi, alcuni sensi, come quelli dell’olfatto si possono affievolire. Lo stesso avviene quando il segugio è in ascolto, di conseguenza sia la sua 18 • Caccia Passione

attenzione visiva che quella olfattiva si affievoliscono. Quindi potrebbe succede che concentrato su questo aspetto, possa avere una reazione visiva meno nitida o che non riesca ad avvertire bene gli odori. Durante questa fase, il cane può avere una risposta eccessiva al fucile e allo sparo. La cosa certa è che non ha un’origine traumatica, ma che dipende da fattori genetici. Quando i cani vengono preparati ala caccia


Cani da caccia

dagli esperti del settore, sono ancora cuccioli e quindi difficilmente hanno subito un trauma. A volte può succedere che siano impauriti da rumori consecutivi, ma questo non genera problemi sul lungo termine. Basta rassicurare il segugio, portandolo con noi durante una battuta di caccia senza usare il fucile e con la presenza del suo padrone, di sicuro il cane ritroverà fiducia e supererà la momentanea paura. Nonostante questi inconvenienti, come detto in precedenza, le cause del timore del cane verso lo sparo, vanno ricercate nella genetica. Può succedere che gli antenati del cane in questione, abbiano sofferto del rumore dello sparo e questo si tramanda anche agli eredi. La cosa certa è che nel momento in cui incorriamo in questa situazione, l’unica cosa da fare è avere tanta pazienza, rivolgersi ad un esperto e insieme superare la paura del cane e fargli riacquistare fiducia nei confronti dello sparo.

Come effettuare l’addestramento di un cane allo sparo Addestrare un cane allo sparo è fondamentale per il benessere del segugio e per metterlo al riparo da eventuali pericoli. Quindi una volta consultato un esperto del settore, basta seguire i consigli, armarsi di pazienza, avere tempo libero e dedicarsi all’addestramento del cane. Vediamo le diverse fasi per preparare il cane allo sparo Primo approccio. approccio . Questa è una fase fondamentale perchè dobbiamo spingere il cane ad abituarsi al rumore, quindi ogni gesto deve essere fatto con consapevolezza. Per far si che l’addestramento riesca è importante disporre di un luogo ampio e aperto. Se siamo in casa, dobbiamo avere un giardino spazioso e recintato. In alterCaccia Passione • 19


nativa possiamo recarci in un centro di addestramento adatto. La necessità di avere lo spazio aperto è per rispondere all’esigenza di muoversi in liberà e di sottrarsi alla vista del padrone. L’addestratore, infatti, deve potersi nascondere in modo tale che il cane non lo veda perchè deve emettere con il fischio il richiamo fino a farlo arrivare nel punto in cui si trova. Una volta arrivato deve essere ricompensato con un premio, come un pezzo di carne, un crocchino. L’operazione deve essere ripetuta diverse volte al giorno per far si che il cane capisca che il fisco è un richiamo positivo al temine del quale c’è un a ricompensa. Questo esercizio deve andare avanti per circa una settimana, perchè il segugio deve abituarsi al richiamo uditivo.

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Eventi

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Abitudine allo sparo Quando il cane si sarà abituato al richiamo con il fischio, si può procedere con la seconda fase dell’addestramento. Il segugio libero all’interno del giardino o di uno spazio recintato dovrà arrivare a seguito dello sparo. Quando sarà lontano dovete emettere il colpo a salve, a cui deve subito far seguito il fischio di richiamo. Una volta ritornato da voi, potete ricompensarlo con un piccolo premio alimentare. Ripetete diverse volte al giorno per diversi giorni lo stesso esercizio, senza che il cane vi veda, modificando il calibro della pistola. Se inizialmente usate una calibro 6, successivamente usate quella con un calibro più alto e di conseguenza più rumoroso. Successivamente quando il cane si sarà abituato, ripetete l’esercizio facendo intercorrere tra lo sparo e il fischio un secondo. Se il cane risponde bene, potete decidere di aumentare l’intervallo fino a due secondi. Procedete in questo modo per circa una set22 • Caccia Passione


Cani da caccia timana. Successivamente aumentate il tempo tra sparo e fischio fino a 3 secondi e per diversi giorni di seguito. Questo si fa perchè il cane deve arrivare verso di voi senza aspettare il fischio, con la consapevolezza che c’è un premio per lui. Così lo sparo diventa un elemento positivo e non negativo. Farvi vedere mentre sparate Il cane ormai abituato al rumore, può vedervi mentre sparate. Bisogna ripetere tutte le fasi precedenti dell’addestramento, ovvero sparo e fischio, con intervalli sempre più lunghi. Quando il cane arriva da voi subito dopo lo sparo, ma prima del fischio, allora è pronto per andare in aperta campagna. Qui ripetete gli esercizi che avete fatto in casa, quindi sparate con il fucile, fischiate e sul percorso del cane fategli trovare un volatile morto da voi posizionato. Questo è il sostituto del premio perchè lo ricompensa per il lavoro svolto alla perfezione. Ripetete l’operazione un paio di volte a settimana. Quando si sarà abituato al rumore e alla presenza della selvaggina morta, potete praticare la vostra attività venatoria con il vostro segugio pronto a rispondere ai vostri comandi.

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BERETTA 694 SPORTING L’evoluzione della specie.. di Saverio Patrizi

Bascula di nuovo disegno, con baffo blu smaltato

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ochi giorni prima del “Lockdown” sono riuscito a ritirare, presso il Gun Service Beretta di Gradone VT, il nuovo sovrapposto Beretta 694 Sporting, fucile che in verità avevo già provato in un paio di occasioni, ma tutt’altra cosa è averlo a disposizione per sondarne a fondo le peculiarità. Purtroppo ho avuto una sola occasione, poi è stato chiuso tutto, sabato 7 marzo mi sono recato con alcuni amici al TAV il Botto di Orvieto e, fra loro, c’era anche il pluricampione di skeet Riccardo Filippelli. Il mio fucile ha calcio 24 • Caccia Passione

standard e canne da 81 cm, non essendo abituato a questa lunghezza, per le prime prove ho utilizzato sia gli strozzatori esterni sia quelli interni per verificare come mi trovavo con qualche grammo di meno in punta. Le prime sensazioni sono state subito ottime, anche se per la verità, da circa un anno, stavo provando il prototipo del calcio sul mio 692. Sono stato sorpreso dalla reazione allo sparo, con un rinculo morbido e ben distribuito senza impennamento, una grande facilità di accompagnamento sui piattelli più impegnativi con


Canna Liscia

Al TAV Il Botto con Riccardo Filippelli

Chiave ergonomica e antiriflesso, leva della sicura con il selettore

Il fucile è disponibile in versione Sporting e Trap

rotture nette anche a notevole distan-

spine tronco-coniche a recupero auto-

za. Il fucile prosegue la stirpe del miti-

matico del gioco nonché la manegge-

co Beretta 680, per passare poi al 682,

volezza, però facendo un deciso salto

692, 692 Black e adesso il 694. Da que-

di qualità i molti particolari essenziali. Il

ste armi eredita tutte le caratteristiche

Beretta 694 Sporting è disponibile con

migliori, quali la classica chiusura Beret-

calcio standard o regolabile B-Fast e

ta con spalline trapezoidali sostituibili e

con canne da 71, 76 81 cm. ImbracCaccia Passione • 25


ciando il fucile salta subito all’occhio l’ergonomia del nuovo calcio, rispetto al 692 ne è stato maggiorato lo spessore, modificato il nasello, allungata e più chiusa la pistola, maggiorata la bugna e modificata la piega (35-50), a questo si aggiungono due scanalature laterali in corrispondenza della bascula che ne migliorano la visione periferica. Molto importante la possibilità di utilizzare i calci del 692 e del 682, così da poter eventualmente riciclare un calcio su misura che ci ha già dato grandi soddisfazioni. La bascula è stata completamente ridisegnata, con una linea moderna e look più sportivo, un baffo laterale e sul piano di bascula il tridente e il nome del modello, il tutto in colore blu Beretta smaltato lo caratterizzano in maniere inequivocabile. Inoltre il nuovo disegno ha portato ad un incremento del peso di circa 25 grammi, migliorandone stabilità e bilanciamento. Il gruppo scatto presenta Il grilletto regolabile in tre posizioni di avanzamento e batteria con molle eleicoidali, il selettore è posizionato all’interno della leva di sicura . Di nuovo disegno anche la chiave, profilo ribassato, forma ergonomica e con trattamento antiriflesso. Completamente rivista l’astina, al suo interno troviamo un nuovo sistema di croce, in acciaio, con geometrie riviste e nuovo tenone con tassello sostituibile, così da poter mantenere nel tempo lo stesso carico di apertura. Anche il sistema di sgancio dell’asta è stato ridisegnato, ora è costituito da un perno a pistone in posizione avanzata, completamente separato dalla croce e con superficie ridotta, questo comporta un minor riscaldamento in caso di sessioni di tiro particolarmente lunghe, abbastanza consuete durante gli allenamenti.Le canne sono le ormai collaudate Stee26 • Caccia Passione

Sul petto di bascula, tridente e sigla in smalto blu


Canna liscia

Le canne sono predisposte per alloggiare i pesi magnetici Beretta

Il tenone dell’asta con il tassello sostituibile

Nuovo il sistema di serraggio asta, con perno a pistone

Grilletto regolabile in tre posizioni

Nuova croce in acciaio

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lium Plus, con un lungo cono di raccordo fra camera di scoppio e sezione cilindrica, che arriva a soli 30 cm dal vivo di volata. Di serie è fornito con 5 strozzatori Optima Bore HP esterni. Le canne sono sormontate da una bindella 10x8 in acciaio ventilata. Le canne sono anche predisposte per alloggiare, coperti, i pesi magnetici beretta da 5 e 10 g. Un fucile molto innovativo pur nel solco della tradizione Beretta che si posiziona nella fascia di prezzo media, â‚Ź 4.179,00 per la versione standard e 4.409,00 per il B-Fast.

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Grilletto regolabile in tre posizioni


Canna Liscia

SCHEDA TECNICA Costruttore: Fabbrica d’Armi Pietro calciolo Microcore da 23 mm in Costruttore: Beretta S.P.A. – via Pietro Beretta, 18 – dotazione). In versione standard ocon 25063 Gardone VT (BS) – Tel. 030 83411 calcio regolabile B-Fast – Fax 030 8341399 – www.beretta.com Accessori: Valigetta in Abs, chiave smontaggio calcio, secondo calciolo Modello: 694 Sporting da 23 mm, chiave strozzatori, manuale Tipo: fucile a due canne lisce d’uso e set accessori per la versione sovrapposte B-Fast Calibro: 12/76 Peso scarico: 3550 g Chiusura: Beretta con spalline Prezzo di listino: € 4.179,00 euro la trapezoidali sostituibili e spine troncoversione standard, € 4.409,00 la versione coniche a recupero automatico del B-Fast gioco Bascula: In acciaio speciale trilegato, cementato e temprato Finitura: Nistan; bordi lucidi dei profili e scritte sulle incisioni con smalto blu Canne: In acciaio trilegato Beretta con tecnologia Steelium Plus (foratura profonda, martellatura a freddo, distensione sottovuoto), canne internamente cromate con tecnologia Optima Bore Hp. Disponibile come optional il B-Fast Balancing System Lunghezza canne: 71/76/81 Strozzatori: n. 5 Optima Bore HP esterni Bindella: In acciaio, ventilata 10x8 Grilletto: Monogrillo selettivo Sicura: A selettore

slitta

con

incorporato

il

Legni: Noce europeo, grado 2,5, finito ad olio. Impugnatura a pistola, astina con sgancio di nuova concezione. Calciolo Microcore da 18 mm (ulteriore

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Canna Liscia

DOPPIETTA F.LLI PIOTTI B.S.E.E. IN .410 MG. Caccia Passione • 31


DOPPIETTA F.LLI PIOTTI B.S.E.E. IN .410 MG. Cacciare con un piccolo calibro è diventata un’esperienza a cui molti accedono sovente affezionandosi in modo particolare ai fucili camerati per il 28 e per il .410 Mag. specie se di esimia fattura di Emanuele Tabasso

Le dimensioni di ogni componente proporzionate alla piccola cartuccia conferiscono al fucile un’eleganza del tutto particolare. Fra le cartucce del .410 Mag. ne abbiamo poste due del 12/70 per evidenziare la differenza fra i due calibri

C

on un pregresso venatorio di parecchi decenni unito all’interesse di sondare i diversi calibri sia delle canne rigate che di quelle lisce, abbiamo sperimentato con molto anticipo il piacere d’impiegare tanto i grossi con il 10/89 Mag, i medi con i diversi 12 con bossolo da 89/76/70 mm insieme al 32 • Caccia Passione

16 e al 20, sia 70 che 76, e poi i piccoli con il 24, il 28, il 32, il 36 e il suo fratello estrogenato 36/76, detto all’americana .410 Mag. Fra questi ci siamo focalizzati sul 24, oramai in obsolescenza, ma a Gardone le cartucce si trovano sempre, usato a quaglie con il cane, ma più ancora ci siamo appassionati al 28 e al .410


Canna Liscia

Molta armonia di volumi e rotondità nella testa di bascula dov’è inserita la chiave: il disco segue la linea convessa della propria sede e accoglie vite e controvite di fissaggio. Il corpo appena convesso termina con un diedro nel pulsante. All’apice della codetta di bascula spicca la slitta della sicura con bottone zigrinato

La contenuta rotondità dei seni è appena sottolineata nel terzo inferiore da una lisciatura che si congiunge al semipiano delle canne: tutto molto lineare come si conviene a una meccanica A & D e in un modello “Piuma”

Un’immagine di parecchi anni fa quando avevamo provato la Piotti .410 Mag. su starne e fagiani ricavandone ottime soddisfazioni. C’era allora Pinky, pointer eccezionale sotto ogni punto di vista

Mag. Nel primo di questi già avevamo un sovrapposto costruito da Oderda di Ceva nel 1970, ma l’impiego all’epoca era pressoché limitato alla caccia al capanno; al secondo siamo approdati circa nel 1980 quando la disputa fra le due piccole cariche si stava consolidando e i fucili appositi offrivano già una scelta

ben suddivisa fra elementi validi a prezzi abbordabili e altri di classe elevata prodotti da Case di nome e di fama. Ancora non erano arrivati i prodotti dalla Turchia e la zona di Gardone poteva soddisfare la gamma di richieste di una clientela tutta in sviluppo. Caccia Passione • 33


Un amico fine conoscitore delle armi ci propose un giorno un’elegante doppietta ponendo sul tavolo questa F.lli Piotti B.S.E.E. Piuma camerata proprio per l’agognato .410 Mag. Diamo una descrizione dell’insieme e dei particolari salienti premettendo che la finitura con incisioni contenute, ma tutte a bulino, e la tartarugatura realizzata su toni molto inglesi mantiene un sottotono, o basso profilo, che a molti può apparire diminutivo, ma che è e rimane un segno di gran classe e di signorilità. L’impianto tecnico Le prime mosse sui calibri medio piccoli vedevano diversi costruttori montare canne del 20 e persino del 28 su bascule del12 assicurando un obbrobrio estetico e anche tecnico per l’aspetto difforme e la massa incongrua che ne derivava. Si sono poi realizzate bascule specifiche per il 20 e di lì quelle sovente abbinate per 28 e .410 Mag. compiendo un sostanzioso passo avanti. Ma la bascula specifica per ogni calibro è appannaggio di pochissime Case che ricercano il perfezionismo meccanico ed estetico: la

Arduo individuare la linea di giunzione del coperchio di fondo con il corpo della bascula: pare un controsenso, ma la finezza di un fucile è data sovente dall’invisibilità o quasi di certi particolari. Oltre alle due viti di assemblaggio spicca il quadrello passante ottenuto dal primo tenone. L’ampia superficie del dorso offre alla vista la bellezza dell’incisione e le tinte tenui e soffuse di una tartarugatura magistralmente eseguita

F.lli Piotti è proprio fra queste. Le sue doppiette B.S.E.E. erano proposte fin dagli inizi, e parliamo dei primi Anni 60 in tutti i calibri, così allora usava e ogni cartuccia, quindi ogni sezione di canna, aveva il suo corrispettivo proporzionato nella bascula. Questa doppietta dei Piotti è un classico fucile fine, all’epoca venduto a prezzi non eccessivi, anzi diremmo proprio abbordabili. L’impianto vede la

Doppietta uguale classicità per cui due grilletti, guardia ovale e guardamano disteso sull’impugnatura all’inglese, con la punta lanceolata e le due viti di fissaggio al legno con lo spacco orientato

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Canna Liscia

Le magistrali proporzioni vengono mantenute in ogni particolare: osservare il punto di giunzione nella bascula e poi la prosecuzione della bindella

Si rileva un’accorta armonia di linee fra i seni e il rilievo centrale della bascula da cui parte la bindella

La linea del pulsante, qui un ovale allungato, è un chiaro indizio della classe di un fucile e quindi del suo fabbricante: un po’ come la coda di un cane di razza. L’incassatura con legno a crescere è magistralmente eseguita anche nelle linee complesse della testa del calcio

L’ovale della guardia risulta di linea ottimale così come la curva di raccordo con il guardamano. In sintonia i due grilletti: da notare come si sia riusciti a miniaturizzare questi elementi senza inficiarne la funzionalità

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Le canne basculate mettono in evidenza l’accurata lavorazione del loro vivo di culatta con la bisellatura e gli estrattori smezzati

La bindella toilée ottenuta con la lima tirata di traverso appaga la vista, soddisfa la funzionalità e muove il pensiero alla bravura di chi l’ha eseguita. Sulle due canne le scritte non rullate, ma incise a bulino, con la dicitura F.li Piotti – Gardone e Acciaio Breda: quest’ultimo rappresenta un’ulteriore patente di nobiltà

Canne aperte e cartucce inserite: si è pronti per verificare sul campo la bontà dell’insieme

bascula in acciaio forgiato lavorata poi di fresa e con la stozzatrice per ricavare le sedi dei due tenoni i cui bordi sono a spigoli vivi e fra cui spicca il traversino integrale. Da osservare la cerniera con le giuste striature apportate dalla croce messa perfettamente in tiraggio, il perno 36 • Caccia Passione

di rotazione delle canne e l’incastro del loro limitatore di apertura; dalle aperture simmetriche della stessa cerniera si notano appena le due levette per l’armamento delle batterie mentre sporgono i denti di azionamento degli eiettori: ogni pezzo è finito in maniera encomiabile. La faccia di bascula è completamente


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sabattiarmi Caccia Passione • 37


Le canne da 68 cm conservano, pur nella sezione minimale del calibro, un’estetica gradevole e raffinata: merito delle proporzioni studiate a fondo

piana e si notano solo i fori dei percussori. Dal massello di ogni canna viene ricavato il semipiano e i due tubi risultano uniti in demibloc, non integrale: il gruppo dei tenoni infatti viene lavorato a parte, quindi inserito fra le canne con una fresatura a coda di rondine saldata a lega d’argento. Fra canne e tenoni si ricava la sede dei gambi degli estrattori: il meccanismo di eiezione automatica è posizionato nell’asta. La batteria è del tipo Anson & Deeley servita da due grilletti: il sistema non è di facile messa a punto, ma in questa doppietta la prontezza,

e la dolcezza di scatto sono magistrali così come funzionano a meraviglia gli eiettori che proiettano entrambi i bossoli a giusta e pari distanza. Il suono di tali meccanismi è, per l’orecchio allenato, una componente di non secondaria importanza nella classificazione dell’arma. La calciatura in due pezzi, ricavata da massello di noce molto compatto e dalle piacevoli venature scure, presenta forme classiche con impugnatura all’inglese su cui si distende con gradevole linea il guardamano, appropriata estensione dell’ovale della guardia. Una nota ulte-

Il calcio in noce venato presenta un’eccellente compattezza e vasi ben mineralizzati: la finitura a olio esalta le fiamme brune sul fondo rossiccio scuro. La linea non può che essere finemente classica

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Canna Liscia

Il calciolo finito a legno, che significa come la zigrinatura antiscivolo venga realizzata direttamente sulla parte terminale del calcio, senza interposizioni di pezzi aggiuntivi: delicata? Certamente, ma il gentleman presta la dovuta attenzione e poi qualche segno cerziora sul buon impiego in terreno venatorio

La ramponatura ricavata in blocco unico viene fissata alle canne tramite un incastro a coda di rondine e saldatura con lega a basso punto di fusione. Da notare la perfetta tiratura dei piani e degli spigoli. Il fucile riporta il punzone XXIV del Banco Nazionale, corrispondente all’anno 1968

riore di raffinatezza: il calciolo finito a legno, quindi non con un pezzo riportato, ma con un lavoro di minuta zigrinatura direttamente sulla parte terminale del massello. Non poteva essere da meno la bindella ombreggiata, o meglio per dirla con i fabbricanti di Herstal toilée ottenuta tirando a mano la lima posta di traverso incrociando i segni e creando così un effetto opacizzante di rara funzionalità e bellezza. Ugualmente apprezzabile la classe delle pregevoli incisioni a bulino e soprattutto della finitura jaspée o tartarugata che dir si voglia, dai toni soffusi e tenui che ben ricordano certe magistrali esecuzioni inglesi.

La tavola di bascula al cui apice anteriore è inserito il perno di rotazione delle canne. La tavola riporta al centro le due mortise per i tenoni separate dal traversino integrale sotto a cui scorre la slitta della doppia Purdey. Il secondo tenone affonda il suo profilo posteriore oltre la linea della faccia di bascula lucrando un maggior braccio di leva

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La cerniera di bascula mostra le superfici tonde con le striature apportate dal corretto strisciamento contro il testacroce, segno di un tiraggio ben regolato. Dalle feritoie occhieggiano le due leve di armamento delle batterie e sporgono i denti di sgancio degli eiettori. Al centro è inserito il blocchetto, fermato dalla propria vite, con la protuberanza che limita la rotazione delle canne

Per concludere Non ci siamo spesi molto per descrivere questa graziosissima doppietta: quel che vorremmo si notasse, soprattutto dalle immagini, è la scelta dei particolari dell’impianto insieme alla classe delle lavorazioni, quanto concorre a far definire un’arma come “fine”. Quel che non possiamo trasmettere, ma lo raccontiamo, è la sensazione di piacere che si percepisce in ogni manovra: dall’azionamento della chiave all’apertura delle canne, dalle giuste dimensioni d’insieme che, pur rimpicciolite, consentono una messa in mira pronta e a segno, agli scatti dei due grilletti di rara finezza e all’uguale preciso lavoro degli eiettori. Nelle more del servizio fotografico abbiamo ancora notato un particolare. Tolto l’olio tutto dove fosse necessario, avevamo in mano le canne osservando gli estrattori in posizione di riposo: data una minima spinta ai gambi con il bordo d’una cartuccia e mantenute le canne in verticale con la culatta in basso abbiamo constatato che con tre colpi della mano sulle canne stesse i due estrattori scendevano gradualmente al limite della loro corsa. Oggi a molti, purtroppo, tali raffinatezze dicono nulla o quasi: a noi danno un sottile piacere che richiama l’opera di specialisti in lima e tele smeriglio con capacità manuali e colpo d’occhio che innalzano questo lavoro a opera d’arte.

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La testa della croce ha qualche macchiolina dovuta a ristagno di olio, già presenti all’atto dell’acquisto. Per il resto si notano i martelletti sporgenti degli eiettori e i loro denti di sgancio posti negli incavi

La testa della croce ha qualche macchiolina dovuta a ristagno di olio, già presenti all’atto dell’acquisto. Per il resto si notano i martelletti sporgenti degli eiettori e i loro denti di sgancio posti negli incavi

A conferma della diffusione e del gradimento dei piccoli calibri ecco quanto raccolto nelle due armerie usualmente frequentate. Troviamo delle Mirage con borraguaina® Clever, delle Fiocchi e delle Bornaghi tutte con carica da 19 g e bossolo da 3”; seguono le Remington con bossolo da 2”½ con carica da ½ oz. (14 g circa), e ancora due varietà di Federal con bossolo da 3” e carica da 11/16 di oz. (19 g circa). Anche la numerazione dei pallini è piuttosto varia


Canna Liscia

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Canna Rigata

CZ MODELLO 557 ECLIPSE: TECNICA E QUOTAZIONE Caccia Passione • 43


CZ MODELLO 557 ECLIPSE: TECNICA E QUOTAZIONE Osservata all’IWA del marzo 2019 e provata successivamente presso la Bignami, l’affidabile carabina ceka nel nuovo allestimento denominato Eclipse unisce le elevate e conosciute caratteristiche tecniche a una quotazione straordinaria di Emanuele Tabasso

S

ono trascorsi sei anni dalla presentazione del Modello 557 da parte della CZ e all’epoca qualche sopracciglio si era appena inarcato constatando come l’estrattore tipo Mauser del Modello 550 non fosse più riproposto. C’erano tuttavia parecchi altri fattori positivi a rendere interessante e desiderabile la nuova arma dell’apprezzata azienda ceka: qui brevemente li ripercorriamo. Intanto la meccanica è ancora tutta ricavata dal pieno partendo da billette di acciaio e sappiamo come la scelta del materiale e il susseguente trattamento termochimico sia uno dei punti di forza di questo produttore, la precisione e la classe delle lavorazioni, frutto di investimenti continui per assicurarsi macchinario di prim’ordine, sostengono compiutamente il progetto così che il prodotto finito sia all’altezza delle aspettative, anzi diremmo proprio che le supera visto e considerato che abitualmente il rapporto qualità e prezzo della Casa risulta molto apprezzato da un vasto pubblico e non solo in Europa, ma ugualmente negli USA dove la congruenza fra quanto si acquista e la moneta sborsata è abitualmente va44 • Caccia Passione

La guardia viene ricavata dallo stampo in sintetico della calciatura: all’interno sporge il grilletto arcuato e ampio per una conveniente postura del dito di scatto

Il manubrio con braccetto di sezione tonda, appena piegato indietro, e nocca sferica risulta funzionale e adatto anche a una manovra rapida. Qui osserviamo la meccanica non attiva con il codolo del percussore nascosto nel tappo di coda


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lutata con un bilancino estremamente preciso. Nel volgere di una mezza dozzina di anni i tempi sono profondamente mutati e quel che era commercialmente adeguato allora oggi fatica a trovare i necessari sbocchi per realizzare i numeri utili a far girare le aziende. Pressoché tutti i fabbricanti, e parliamo qui di canne lunghe rigate, hanno escogitato almeno una versione di un modello adatto alla bisogna, trovando le soluzioni più opportune per operare un taglio considerevole al prezzo di vendita, senza per questo inficiare le prerogative tecniche e balistiche acquisite. Il Modello 557 Eclipse Nella pubblicità si associa questo appellativo al pensiero che la nuova soluzione eclissi le concorrenti: che arrivi a tanto è anche ipotizzabile, ma se non proprio a questo di sicuro la nuova versione a un prezzo consigliato di 690,00 € si pone quale elemento di spicco per una comparazione faccia a faccia. Senza scendere nell’agone diretto proponiamo alcune considerazioni osservando i particolari e l’insieme. Il castello viene ricavato dal pieno fresando una billetta in acciaio legato: il ponte posteriore è chiuso mentre dall’anello viene ricavato integralmente il prisma di scarico delle forze che insiste su un blocchetto di alluminio incassato nel fusto. I due elementi apicali presentano poi dei rilievi con le guide per il fissaggio dell’ottica. Ampia la finestra di caricamento ed espulsione come si conviene alla destinazione venatoria: il magazzino fisso ha comunque il pratico fondello ribaltabile per il prelievo di tutte le cartucce contenute. Dalla sezione maestra del cilindro otturatore sporgono le due alette in testa, arretrate di qualche mm dalla faccia incavata dove il fondello cartuccia viene stabilmente posizionato. L’impianto vede il foro del percussore, il nottolino elastico dell’espulsore e la robusta unghia di 46 • Caccia Passione

Meccanica armata, quindi codolo sporgente ed evidenziato dalla vernice rossa abbinata a quella della sicura che segnala la posizione di fuoco

L’ampia pistola su cui la mano si sistema convenientemente mostra la superficie con alternanza di rilievi e affondi che si rivela molto grippante anche con mani sporche di fango o bagnate


Canna Rigata

Anche sui fianchi dell’asta si trovano zone di presa analoghe a quelle della pistola: il fondo è piano per stabilità su un appoggio e sporgono due pioli per montare contemporaneamente la cinghia e il bipiede

estrazione pivotante con molletta interna di contrasto. Il manubrio di foggia caratteristica e tradizionale con braccetto cilindrico piegato indietro e nocca a sfera viene inserito in un supporto ad anello a sua volta calettato sul corpo principale. Il tappo di coda riprende lo stile usuale con foggia a prisma rastremato e foro posteriore per il codolo del percussore, verniciato in rosso, che dà avviso di meccanica armata.

La ghiera copre la filettatura praticata nella volata della canna: una facilità per montare il silenziatore, dove richiesto, o il freno di bocca

L’accuratissimo vivo di volata è sagomato con un ribasso ad anello finalizzato alla protezione dell’egresso delle rigature

Il calcio è sotteso da linee diritte e presenta uno spessore al dorso dove la guancia si appoggia confortevolmente. Lo spesso calciolo in gomma morbida elide buona parte della sensazione di rinculo

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Canna, scatto e sicura La giunzione della canna all’anello avviene con l’affidabile passo a vite: la lunghezza di soli 52 cm è scelta per risparmio e per riduzione di peso e ingombro, tutti fattori oggi altamente apprezzati. In effetti dopo aver osservato in azienda la lavorazione di rotomartellatura si comprende come non sia certo il materiale di quella mezza spanna di acciaio a ridurre gli aggravi, ma sia il costo tempo/macchina per produrla a far la differenza. Poi oggi i fucili piacciono così e usualmente queste canne si regolano più facilmente al tiro. Sono assenti le mire metalliche e le basi dell’ottica possono venir montate molto basse con indubbi vantaggi nel tiro. Un grilletto arcuato in acciaio comanda lo scatto diretto regolabile dall’esterno: si rivela uno dei particolari qualificanti dell’arma e della sua funzionalità sul campo. La sicura a due posizioni, comandata da un tasto situato dietro al manubrio, è silenziosa, comoda da azionare già in punteria, e lascia sempre libero il manubrio per estrarre la cartuccia camerata senza rischi inutili. La calciatura Sempre ai fini di abbinare funzionalità e basso costo si è scelta una calciatura monopezzo in sintetico dal gradevole aspetto e dal disegno ergonomico. Al calcio con linee diritte, consistente spessore del dorso, nasello alto per un confortevole appoggio della guancia e postura consequenziale fra l’asse dell’occhio e quello dell’ottica, si abbina l’impugnatura a pistola con rigonfiamenti adatti a riempire bene il palmo della mano e una coccia marcata, diremmo in termini tedeschi una Kaisergriffe, grazie a cui il dito di scatto si posiziona adeguatamente sul grilletto. Segue il fusto prismatico con curve di raccordo fra le superfici: il fondo è pia-

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Una cartuccia nel serbatoio pronta per venir camerata con il movimento

La soluzione tecnica dell’otturatore rientra nella migliore rassicurante classicità: osservandone poi la finitura viene a mente il costo di 690,00 e non si può far a meno di rimanere piacevolmente stupiti, non certo della lavorazione a cui la CZ ci ha abituati da lungo tempo, ma per l’applicazione della medesima su un fucile di tale quotazione


Canna Rigata

o dolcemente scorrevole dell’otturatore

Ammiriamo ancora i particolari della testa con il ribasso della faccia in cui appare il nitido foro del percussore, sporge il nottolino di espulsione e si affaccia l’unghia di estrazione spinta da una sua molletta interna. Apprezzabilmente le alette di chiusura sono ancora ricavate a crescere dalla sezione maestra del cilindro

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Otturatore in apertura: nello scasso del manubrio si nota il dente di sblocco della meccanica che si attua solo quando la chiusura è completata

no per una stabile sistemazione sull’appoggio da tiro. Le zone di presa recano alternanza di incavi e rilievi lisci che assicurano una presa ferma anche con mani bagnate; il calciolo in spessa gomma morbida stempera il rinculo. Una prova in poligono Montato un validissimo cannocchiale Zeiss Conquest 3-12x56, nel tunnel della Bignami effettuiamo alcuni tiri di prova a 100 m alternando un paio di cariche del .30-06 Sprg. per cui l’arma è camerata. Con le Fusion dotate di palla SP da 180 gr realizziamo una buona rosata da 1 MOA, perfettamente in linea con le aspettative di una cartuccia da caccia; anche le Federal Premium Vital Shok sono previste per uso venatorio, ma impiegano la palla Sierra Game King BTSP da 150 gr, una delle migliori scelte in proposito che consente di ridurre a meno di 20 mm il diametro di rosata. Assai gradevole la risposta del fucile grazie all’asse diritto all’americana che scarica il rinculo senza far sollevare la canna, lasciando il bersaglio in vista. Bilanciamento, equilibrio e facilità di movimento sono prerogative reali e subito percepibili: se poi si accosta la finitura dell’insieme e dei particolari a quella cifra di 690,00 € grazie a cui la si porta a casa, ecco che balzano alla mente diverse e svariate considerazioni per una prossima scelta. 50 • Caccia Passione

Sull’anello del castello, esternamente sfaccettato, sono riportati i punzoni del fabbricante mentre sulla culata della canna spiccano il calibro e, molto opportunamente, il passo di rigatura, qui di 1:10”

I bersagli ottenuti nella prova di tiro


Canna Rigata

SCHEDA TECNICA Costruttore: CZ Ceskà Zbrojovka a.s. Costruttore: – Svatopluka Cecha 1283, CZ-688 27 Uhersky Brod (Cekia) – Tel. +420 572 655120, Fax +420 572 633811 – frenzl@ czub.cz – www.czub.cz

Congegni di mira: assenti – fresature al castello per montaggio ottiche Sicura: tastino zigrinato sul lato destro del castello – blocca percussione e scatto

Importatore: Bignami SpA, via Lahn, 1 Calciatura: sintetico in pezzo unico 39040 Ora (BZ) – tel. 0471/803000 – fax. - calciolo in gomma riportato – 0471/810899 – www.bignami.it – email@ impugnatura a pistola – incavature a bignami.it disegno nei punti di presa Modello: 557 Eclipse Finiture: brunitura per canna e castello Tipo: carabina a otturatore girevole e – corpo otturatore lucidato scorrevole con due alette in testa Lunghezza totale: 1063 mm Calibro: .30-06 Sprg. (prossimamente in Peso senza ottica: 3300 grammi circa alternativa .308 Win.) senza ottica Castello: da billetta in acciaio lavorata Prezzo informativo: 690,00 € (iva inclusa) di fresa – finitura brunita - otturatore lucidato Canna: lunga 520 mm – diametro in volata 16 mm - 4 righe destrorse passo 1:10 ricavate per rotomartellatura montaggio flottante – finitura brunita Percussione: percussore lanciato con molla elicoidale coassiale Alimentazione: serbatoio fisso da 5 cartucce con sblocco a tastino della soletta pivotante Congegno di scatto: diretto con grilletto singolo regolabile Estrattore: a unghia pivotante con pistoncino e molla inseriti nella testa dell’otturatore Espulsore: nottolino elastico sporgente nella faccia dell’otturatore

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Munizioni

FEDERAL .308 WIN. POWER SHOK SP 180 GR Caccia Passione • 53


FEDERAL .308 WIN. POWER SHOK SP 180 GR Nella propria serie economica la Casa statunitense offre questa carica per il calibro derivato dall’ordinanza nazionale e della Nato montando una palla pesante dalla struttura classica utile per molti impieghi venatori. di Costantino Ramolfi

Le munizioni da caccia avute in prova dalla famosa casa americana Federal Ammunition

Con le attuali quotazioni delle cartucce a fuoco centrale per canna rigata chi non ricarica e spara solo a caccia, con qualche rapida puntata in poligono per le verifiche del caso, può sempre fare affidamento sulle linee di primo prezzo specialmente delle aziende statunitensi dove si riescono ancora a unire la quotazione favorevole con una precisione ampiamente bastante per un normale impiego venatorio e 54 • Caccia Passione

funzionali effetti di balistica terminale. E’ quanto abbiamo verificato a favore di chi si trova in tale situazione e specificatamente abbiamo scelto una cartuccia di buon livello, naturalmente, ma compresa nella serie che per la Federal rientra nella fascia del suo primo prezzo. Nel calibro .308 Win. si trova un’ampia scelta, anche se presso le armerie si cerca di limitare opportunamente il magazzino offrendo quelle ca-


Munizioni

Sui fianchi della scatola le sobrie e chiare indicazioni del calibro, del peso e della tipologia della palla, della destinazione venatoria con il profilo del cervo coda bianca, il più diffuso di tale specie negli Stati Uniti

Il fronte della scatola mostra la dicitura Power Shok ® come marchio registrato: la qualifica data dalla Casa è assai indovinata infatti la palla coniuga potenza e shok idrodinamico, fattori ideali per fermare il selvatico

riche che i cacciatori hanno selezionato come maggiormente funzionali. Federal .308 Win. – Caratteristiche La palla più usata nel calibro rimane la 150 gr seguita dalla 168 gr, ma dovendo impiegare il binomio arma cartuccia sul daino ci siamo spinti un po’ oltre salendo ad una 180 gr dando fiducia alla palla SP, normalissima, sperimentata e affidabile. Dal solco zigrinato per la crimpatura parte la curva Caccia Passione • 55


Una cartuccia ripresa da vicino per mostrare la qualità decisamente elevata della fattura del bossolo e della palla

con diminuzione del raggio verso l’ogiva: questa si presenta con la punta di minima superficie in piombo scoperto. Federal .308 Win. – La nostra prova In poligono abbiamo potuto verificare come la precisione risulti elevata con rosate in arma da caccia pari a 0,75-0,80 MOA (22-24 mm), la traiettoria è ampiamente sufficiente con taratura a 100 m e caduta a 200 pari a una dozzina di cm, decisamente maggiore a 300 m dove si riscontrano circa 48 cm di abbassamento; naturalmente un azzeramento a 200 m porterebbe un’elevazione a 100 m di circa 5 cm riducendo di almeno 10 cm la caduta a 300 m, ma non l’abbiamo considerata confacente alle esigenze del nostro futuro impiego venatorio.L’aspetto esteriore dei bossoli fa rimarcare l’impiego di un ottone di qualità elevata con lavorazioni 56 • Caccia Passione

accurate che li rendono utilizzabili per più di una ricarica: e se non si appartiene al novero dei ricaricatori nella cerchia degli amici qualcuno ci sarà di sicuro e l’omaggio sarà ben gradito.

Sul coperchio e sul fondo della confezione sono riportate le avvertenze di sicurezza stilate sia in inglese che in francese: non si dimentichi che il contiguo mercato canadese usa sulla costa est tale lingua


Munizioni

Il retro della scatola è un compendio di avvertenze e saggi consigli da seguire per evitare incidenti o esiti sfavorevoli nella caccia: i profili di quattro selvatici danno le indicazioni di impiego e la massima di piazzare la palla giusta al punto giusto è sempre valida

Il nitido specchietto con velocità, energia e traiettoria (in yds e ft/lbs) dà all’utilizzatore un rapido concetto di quanto sta maneggiando: questa carica non brilla per tensione di traiettoria privilegiando l’energia e la sua cessione su distanze medie

La serie di proiettili allineati nei contenitori consente di valutare il profilo adottato con un raccordo allungato che chiude all’apice formando l’ogiva rastremata: molto ridotta la sezione tonda da cui appare il pochissimo il piombo scoperto

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Accessori

BLASER OUTFITS.. LEGGERI, VERSATILI E TRASPIRANTI Caccia Passione • 59


BLASER OUTFITS.. LEGGERI, VERSATILI E TRASPIRANTI Testo e foto di Pierfilippo Meloni

Leggeri, versatili e traspiranti, Blaser Outfits sono gli scarponi da caccia ideali per muoversi in assoluto silenzio anche sui terreni più difficili.

Lo scarpone da caccia Blaser Outfits durante la nostra prova

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Accessori

Questo scarpone da caccia non teme spini o terreni difficili

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er alcune delle nostre ultime uscite a caccia abbiamo deciso di utilizzare gli scarponi da caccia Blaser Outfits, e le performance di questa calzatura si sono viste in tutti i terreni battuti, da quelli di media difficoltà a quelli più duri, bagnati e irti di spini. Questo scarpone da caccia non ha paura di nulla, neppure nei terreni con pietre acuminate e nel caso di passaggio o calpestio di spini. Lo scarpone da caccia Blaser Outfits è disponibile in tre versioni “Spring”, “Winter” e “All Season”, tutte capaci di adattarsi alle più svariate esigenze di cacciatori o semplici escursionisti e amanti di outdoor. Blaser Outfits è una calzatura leggera, versatile e traspirante, per utilizzo dinamico su terreni di media difficoltà. Vediamo ora i dettagli. TOMAIA Lo scarpone da caccia Blaser Outfits presenta una tomaia che avvolge in maniera eccellente il piede, lasciandolo equilibratamente fasciato, ma nello stesso tempo libero di compiere i suoi naturali movimenti. La tomaia è composta da più strutture. Nella parte esterna si può facilmente osservare il cuoio “Perwanger” conciato senza

Silenzioso, sicuro e traspirante, praticamente una seconda pelle

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l’uso di cromo e alcuni inserti in Cordura® che avvolge a lembi sovrapposti per assecondare l’anatomia del piede. Lateralmente spicca il ricamo Blaser. Grandissima l’attenzione è stata riposta nella scelta del pellame Perwanger, la cui fibra fa sì che anche le rocce più appuntite non lascino segni evidenti su questo formidabile scarpone da caccia. La pelle che compone la tomaia ha caratteristiche di impermeabilità superiori, e anche nell’utilizzo più estremo, permette ai vostri piedi di rimanere asciutti. La pelle Perwanger, venne inventata nei primi anni ’70, quando il commerciante di pellami Josef Perwanger, dopo lunghi tentativi e spinto dalla passione per le camminate in montagna, riesce a dare proprietà idrorepellenti alle proprie pelli, grazie al particolare metodo di conciatura, unico nel suo genere e tramandato di generazione in generazione, fa si che le scarpe che utilizzano queste pelli, presentino ottime doti di resistenza all’acqua e di traspirabilità, nonché la capacità di rimanere inalterate per molto tempo, pure con un uso particolarmente intenso. Nella parte superiore la morbida imbottitura fascia saldamente la caviglia, grazie al sapiente connubio di materiali che compongono imbottitura e linguetta, nella parte esterna pelle e Cordura®, mentre all’interno è stato utilizzato il tessuto tecnico 3D air mesh. La fodera è di due tipologie: una elastica per la zona del collo-piede e una più protettiva per il resto della fodera. Il profilo del collare è abbassato posteriormente per favorire l’alloggio e l’azione del tendine d’Achille in cammino. Si tratta di una scarpa molto morbida e confortevole che assicura un’adattabilità immediata. Alla calzata a secco è infatti un guanto, aderisce perfettamente alla morfologia del piede e comunica immediatamente potenzialità ottimali in azione. La costruzione asimmetrica di suola e tomaia, garantisce un’eccellente distribuzione del carico sulla superficie plantare ammortizzato EVA e il miglioramento del meccanismo di rulla62 • Caccia Passione

Ganci e occhielli si presentano saldi e ben disposti lungo la tomaia

Le calzature Blaser Outfits pronte per il nostro test


Accessori

Date le sue prestazioni questa scarpa si dimostra eccellente anche fuori dall’uso venatorio.

ta. Nei due lati esterni di questo scarpone ben disposti troviamo ganci e occhielli per il passaggio dei lacci, quest’ultimi disponibili nella confezione d’acquisto in due colorazioni, marron/arancio e arancione alta visibilità. Puntale e tallone risultano ben protetti da uno speciale composito di colore nero che fascia nella parte bassa della tomaia lo scarpone. SUOLA E BATTISTRADA La Casa di Isny im Allgäu (Germania) ha pensato proprio a tutto, infatti ci ha piacevolmente sorpreso la silenziosità di questa scarpa e la presa anche su terreni viscidi o con alti gradi di pendenza, come i passi montani che abbiamo percorso durante la nostra prova. La scarpa da da caccia Blaser Outfits è dotata di suola silenziosa in VIBRAM®, intersuola in Eva tranciata a 3 densità, e protezioni in gomma alla punta e laterali. Il battistrada presenta un bel disegno frutto delle tecnologie e studi di Casa Blaser che rende questa scarpa, silenziosa e indicata sia per terreni uniformi, prevedibili, stabili, piuttosto che pietraie e ghiaioni, il tutto in totale sicurezza e con un grip eccellente.

La suola Vibram® e lo speciale disegno del battistrada Blaser, garantiscono aderenza senza eguali anche su terreni difficili

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Dopo i primi passi, o dopo ore di cammino, la sensazione è sempre di grande comfort e sintonia tra piede e scarpa

CONCLUSIONI Questa calzatura è il risultato conseguito attraverso un costante impegno nella ricerca, che ha portato alla creazione di tecnologie esclusive, capaci di esaltare le prestazioni del prodotto in termini di traspirazione, stabilità e protezione che esprime la massima adattabilità della calzatura alle caratteristiche dell’utilizzatore, grazie ad un insieme di tecniche e materiali studiati in funzione del comfort. Il regno della comodità. Così potremmo definire la scarpa Blaser Outfits. Dal momento della prima calzata, dopo i primi passi, o dopo ore di cammino, la sensazione è sempre di grande comfort e sintonia tra piede e scarpa. La leggerezza, notevole, contribuisce a diminuire l’affaticamento e la sensibilità data dalla costruzione essenziale del modello, fanno si che in trekking anche di lunga durata su terreni impegnativi la Outfits si dimostri affidabile al 100%.

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DESTINAZIONE E CONSIGLI D’USO Date le sue prestazioni questa scarpa si dimostra eccellente anche fuori dall’uso venatorio. Il pubblico della Blaser Outfits si annuncia davvero molto ampio, è infatti indicata anche per chi ama semplicemente camminare in assoluto silenzio e sicurezza durante le proprie avventure all’aria aperta. Non ci sono pressoché limiti al suo utilizzo. Il piede esperto del grande camminatore gioirà nel trovarsi comodamente alloggiato senza perdere in prestazione su terreni unifor mi e di media difficoltà; tutti gli altri, principianti compresi, non potranno che avvantaggiarsi con l’uso di un modello pratico, efficace, comodo e, pertanto estremamente divertente.

Accessori

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Ricette

UN GRANDE CLASSICO: IL FAGIANO ALLA CACCIATORA

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Un grande classico: il fagiano alla cacciatora Il fagiano alla cacciatora è una ricetta della tradizione che riesce ad esaltare il sapore gustoso della carne Di Francesca Baranello

U

n grande classico: chi non ha mai provato il fagiano alla cacciatora? La ricetta a base di selvaggina è una delle più apprezzate per quel che riguarda la cucina venatoria, ma non bisogna farsi ingannare dall’apparente semplicità e utilizzare gli ingredienti e le dosi giuste. Il fagiano è una carne molto magra, che dà un apporto calorico inferiore a quello del pollo, quindi perfetta nelle diete ipocaloriche. Ecco quali sono i passaggi da seguire e come far apprezzare il piat68 • Caccia Passione

to anche ai palati più esigenti. Apporto nutrizionale del fagiano La carne di fagiano è un alimento ricco ed estremamente sano, adatto per le persone che vogliono seguire un regime alimentare sano e non vogliono introdurre nella loro alimentazione le classiche carni come il pollo e il tacchino. La carne del selvatico è ricca di vitamine del gruppo B, in particolare modo quelle B2 e B3. Accanto all’apporto vitaminico, il fagiano è perfetto per persone che


Ricette hanno l’emoglobina bassa perché è ricca di ferro. Anche se la carne ha caratteristiche positive per la nostra alimentazione, ci sono delle piccole accortezze da prendere. Il fagiano è una carne molto proteica, questo vuol dire che al suo interno la percentuale di purinoforo, ovvero le purine, è molto alta. La sostanze in linea generale non crea problemi alla salute delle persone sane, diverso è il discorso per chi soffre di determinate patologie. La carne deve essere eliminata nella dieta di persone a cui è stata diagnosticata la gotta o di iperuricemia. Le caratteristiche della carne di fagiano La carne del selvatico è molto magra, ma la sua consistenza dipende da diversi fattori, primo fra tutti la differenza tra maschio e femmina. Quella degli esemplari maschili ha un gusto deciso e la carne risulta più stopposa. La fagianella invece ha un sapore decisamente più delicato e in cottura conserva tutta la sua tenerezza. Sulla consistenza e sapore del fagiano un peso rilevante lo ha anche l’età. Ovviamente un esemplare giovane ha carni molto tenere e che si prestano meglio a diverse cotture.

Come trattare la carne di fagiano Come abbiamo visto in precedenza, la carne di fagiano più indicata è quella degli esemplari giovani e delle fagianelle. Le loro caratteristiche permettono di avere risultati migliori, questo non vuol dire che quella dei maschi deve essere esclusa dalla cucina. Basta seguire le linee guida per il trattamento del selvatico, scegliere la cottura che si presta meglio al quel tipo di carne e avremo lo stesso risultati eccellenti. I passaggi fonda-

mentali prima di rendere la carne protagonista delle nostre ricette sono necessariamente due: la frollatura e la marinatura. Entrambi sono fondamentali pe r regalare tenerezza e gusto ad ogni esemplare. Se il selvatico proviene da un macellaio di fiducia, solitamente si occupa lui di questa procedura. Se, invece, il fagiano proviene da una nostra battuta di caccia particolarmente fortunata, dobbiamo provvedere in prima persona. La prima cosa da fare è spennare ed eviscerare il volatile a cui deve fare seguito una pulizia accurata in acqua e sale per eliminare ogni residuo di sangue. Quando l’animale sarà ben pulito, bisogna procedere con la frollatura. Se avete sufficiente spazio in casa, potete appendere il fagiano per il collo per circa 3 giorni. In questa fase è importante scegliere una stanza fredda e arieggiata. Nel caso in cui non avete una camera con queste caratteristiche, potete metterlo in frigo. In questo modo la presenza dell’umidità all’interno dei muscoli si ridurrà perdendo pare del peso. Come aspetto positivo avremo una carne decisamente più tenera pronta ad essere gustata. Trascorso il tempo di frollatura bisogna procedere con il secondo passaggio, ovvero la marinatura. L’elemento fondamentale è il vino, rosso o bianco, ma spetta a voi la scelta delle spezie in base ai vostri gusti. Dopo aver cosparso il fagiano con olio extra vergine d’oliva, dovete metterlo in una ciotola coprirlo con il vino e aggiungere gli aromi. I più usati sono i chiodi di garofano, foglie di alloro, bacche di alloro e di ginepro, timo, salvia e rosmarino. Alle spezie immancabilmente vanno aggiunte verdure come pezzi di sedano, cipolla, scalogno, porro, carote. In alcuni casi si può aggiungere anche l’aglio e l’aceto, per avere un risultato meno acido potete sostituire l’ultimo ingrediente con l’aceto balsamico. Per completare il tutto il sale e il pepe non possono mancare, l’importante e fare una marinatura che rispecchi in pieno i vostri gusti. Realizzato anche questo passaggio non resta che vedere gli ingredienti e la preparazione per realizzare il nostro fagiano alla cacciatora. Caccia Passione • 69


INGREDIENTI Per la marinatura • 1 fagiano • 1 bicchiere di vino rosso • 1 limone • Sale q.b. • Olio extra vergine di oliva • Pepe nero in grani q.b. • Salvia • Timo • Rosmarino • Alloro • Bacche di ginepro quaglie Per la preparazione • 500 g di pomodori • 1 bicchiere di vino bianco • Scorza di limone • Una manciata di olive nere Preparazione Come descritto precedentemente la marinatura rappresenta uno dei passaggi fondamentali quando decidiamo di cucinare il fagiano, anche per la versione alla cacciatora non poteva mancare. Una volta lavato e fatto a pezzi mettete la carne di fagiano all’interno di una ciotola, cospargetela e con l’olio il sale, il pepe, l’aglio e le spezie, infine aggiungete il vino fino a coprire totalmente il volatile, aggiungete il limone a spicchi e coprite la ciotola con un coperchio o con una pellicola trasparente. Fate riposare la carne in frigo per circa 12 ore, trascorso il tempo scolate la carne dalla marinatura ma conservate le erbe aromatiche. Mettete a scaldare una padella con l’olio d’oliva, una volta caldo mettete il fagiano con le spezie. Girate di tanto in tanto per far si che si che la carne si rosoli su tutti i lati. A questo punto 70 • Caccia Passione

sfumate con il vino. Aggiungete i pomodori precedentemente affettati il brodo o il liquido della marinatura per evitare che la carne si asciughi e salate a piacere. Coprite la pentola con un coperchio e lasciate cuocere a fuoco basso per 40 minuti aggiungendo il brodo man mano che si asciuga. Alla fine unite le olive nere, quando il sughetto si sarà insaporito è arrivato il momento di impiantare il fagiano alla cacciatora.


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