Luglio 2014

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Anno IV n. 17-18

Luglio–Dicembre 2014

Trimestrale di informazione dell’Ass. “Amici del Cuore” della Casa di Cura Villa l’Ulivo Carmide S.r.l. Aderente a CONACUORE – Coordinamento Nazionale Associazioni del Cuore

Vacanza e riabilitazione cardio-circolatoria

di FRANCESCO TURCO

L’esperienza qui riportata, mi ha fatto capire quanto sia importante per il cardiopatico non sottovalutare la necessità di continuare a casa la pratica riabilitativa dopo un infarto o un intervento al cuore. In altri Paesi ho visto che il paziente è accompagnato dalle strutture stesse su percorsi periodici di riabilitazione “cronica”, da effettuarsi presso centri preposti. Qui da noi ci si sente abbandonati alla propria “pigrizia”. Settembre. Vacanze in Normandia lungo le spiagge famose dove avvenne lo sbarco delle truppe alleate che liberarono l’Europa dal nazifascismo durante l’ultima guerra. E famose anche, come certamente si sa, per le alte maree che alzano il livello del mare di parecchi metri (fino ai 15 di Mont Saint-Michel!) e per le basse maree che lasciano all’asciutto lunghissimi tratti di spiaggia, centinaia e centinaia di metri e anche qualche chilometro come nel caso del già citato Mont Saint-Michel. Ebbene, quel pomeriggio (non dimenticherò la data: era sabato 20) eravamo andati lungo la costa tra Courseulles e Arromanches-les-Bains e camminavamo sulla sabbia asciutta che il mare ritirandosi aveva lasciato piena di conchiglie, piccoli granchi, alghe, stelle di mare e pesciolini boccheggianti. Ci allontanavamo per andare ‘incontro’ al mare, come si dice con una bella espressione francese, senza accorgerci che stavamo andando forse un po’ troppo avanti. Vedevamo a distanza di 3040 metri dei piccoli trattori gommati che trascinavano verso le passerelle a ridosso del lungomare imbarcazioni da diporto e gommoni. Un gruppo di giovani a cavallo anch’essi rientravano verso la costa e sembrava quasi che volessero precedere il mare che intanto avanzava col crescere della marea. Intanto la sabbia sotto i miei piedi era già bagnata e i miei passi sprofondavano. Avevo l’acqua ormai dentro le scarpe. Suggestionato dai racconti che si facevano a proposito di persone improvvide affogate nell’alta marea, preso da improvvisa paura mi girai e con

Mont Saint-Michel uno scatto mi misi a correre come se qualcuno mi inseguisse all’improvviso. “Piano, piano - mi gridò mia moglie che si mise a correre anche lei attento al cuore!”. E intanto l’acqua era arrivata sopra le caviglie. Fu la tanto improvvisa quanto ingiustificata paura che non mi fece fermare finché non raggiunsi le scalette per salire sul lungomare. Intanto avevo corso per un buon centinaio di metri e il mio cuore ne aveva risentito. Ero stato operato nel 2009 per l’innesto di due by-pass. Sentivo una fitta al petto. Meglio fu farsi accompagnare in ospedale a Bayeux, il centro più vicino. Il cardiologo di turno era, quasi a farlo apposta, un siciliano trapiantato in Francia. “Montalvo, della provincia di Enna”, mi disse mentre mi visitava, “E lei?”. “Di Catania” gli risposi. Mi chiese quanti cicli di riabilitazione e con che cadenza avevo


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Interventi Psico-educazionali di gruppo in Riabilitazione Cardiologica Attualmente si considera che la combinazione di un adeguato monitoraggio ed intervento clinico, un programma di esercizio fisico e di interventi strutturati educativi e psicologici rappresentino la forma più efficace di Riabilitazione Cardiologica. Gli aspetti psicologici hanno un ruolo fondamentale rispetto alla percezione che l’individuo ha del proprio benessere e della propria Qualità di vita, ma anche rispetto al decorso della sua malattia, indipendentemente dagli altri fattori di rischio cardiovascolare riconosciuti. Qualsiasi malattia si inserisce nel contesto della vita di un individuo come un evento traumatico che costituisce un attacco all’integrità personale, mette il soggetto in condizioni di debolezza, interrompe il normale corso dell’esistenza e, di conseguenza, diviene causa di frustrazione. Questi elementi determinano in ogni persona che

si scopre malata la comparsa di esperienze emotive disturbanti quali l’ansia e/o la depressione. L’ansia e la depressione si collegano con i diversi significati che assume la malattia nel vissuto individuale, quello di minaccia e quello di perdita. Lo scopo degli interventi psico-educazionali di gruppo in Cardiologia è quello di aiutare i pazienti a: 1. riconoscere ed esprimere le proprie emozioni riguardanti la malattia; 2. fornire supporto nei momenti di crisi; 3. aiutare il paziente a reperire informazioni, ad assimilarle e ad agire conformemente; 4. attuare strategie per il controllo dei fattori di rischio e per la modificazione dello stile di vita; 5. implementare la corretta autogestione dei trattamenti riabilitativi sulla base delle caratteristiche individuali;

fatto dopo l’intervento. “Soltanto uno, un mese dopo l’intervento, con un ricovero di circa 10 giorni e un successivo breve periodo in dayhospital. Poi basta. Si dovrebbe continuare a casa, ma si sa che dopo qualche giorno un po’ ci si dimentica, un po’ ci si annoia e si riprende la vita normale”, risposi. A quel punto, accertato che non correvo alcun pericolo e che avrei dovuto riposare per un giorno intero prima di riprendere con maggiore prudenza la mia vacanza, mi parlò della grande importanza della riabilitazione cardiaca. “La riabilitazione è la vera terapia post-intervento - mi disse - senza la quale si rischia di vanificare l’intervento stesso. I cicli riabilitativi dovrebbero avere una cadenza mediamente semestrale. Qui lo facciamo invitando i pazienti a collaborare. Abbiamo istituito una prassi secondo la quale il paziente viene avvisato del suo turno prossimo. Sta a lui poi se rispondere o meno. Noi mettiamo a disposizione la struttura riabilitativa e il personale”.

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6. riacquistare il benessere psicologico e una soddisfacente Qualità di vita. L’adattamento alla malattia non va inteso come un’accettazione passiva ed una sottomissione alla malattia stessa, ma come un atteggiamento flessibile ed equilibrato che permette al soggetto di cambiare il suo modo abituale di funzionamento senza disgregarsi. Bisogna aiutare il paziente a convivere con la malattia attraverso l’apprendimento pianificato ed organizzato di competenze utili per la gestione della malattia nella vita quotidiana. Si tratta di spazio relazionale in cui i bisogni dei pazienti vengono ascoltati ed affrontati, all’interno di un approccio globale che favorisce un nuovo orientamento sul piano emozionale, comportamentale e motivazionale. NUNZIA DI GREGORIO GIOVANNA GIUFFRIDA

Purtroppo da noi, mi viene di pensare, le teorie sono le stesse ma la pratica è un’altra. A parte le poche strutture riabilitative forse mancano i mezzi o meglio le ‘politiche’ nel campo della sanità. Se ne sentono troppe in giro. Tagli di qua, tagli di là. Se non fosse per una struttura come la nostra Carmide-Villa l’Ulivo non avremmo molte opportunità di riabilitarci qui a Catania. Altro che riabilitazione cronica, a cadenza semestrale! È un sogno. Un sogno però che i nostri cugini d’oltralpe hanno realizzato. Cosa si aspetta qui da noi?


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Rubrica

“Parliamone” In questa rubrica si narrano le avventure/disavventure degli utenti di strutture sanitarie ed uffici pubblici.

Eccoci di nuovo in stampa e ancora insieme, anche se in maniera virtuale. Le occasioni per incontrarci sono tante e le attività della nostra Associazione, hanno proprio questo scopo, ma il Giornalino, invece, ci permette di raccontare a tutti, notizie, fatti, avvenimenti e in questa piccola rubrica, le disavventure che ci troviamo a dover affrontare quotidianamente, quando entriamo a contatto con la Burocrazia. Ogni giorno, la nostra mail si riempie di segnalazioni, ma anche il mio telefono squilla continuamente e ad ogni pronto, c’è sempre una voce che mi vuole raccontare qualcosa. Questa volta vi racconto una vicenda molto triste, che riguarda un bambino di 6 anni, che assieme ai suoi genitori, lotta per far valere un suo diritto. Matteo (nome di fantasia), deve frequentare la prima classe della scuola primaria invece di rimanere alla scuola dell’infanzia per un altro anno. Per Francesca e Renato, genitori del bambino, portatore di un handicap psico-motorio (art. 3 comma 3 L. 1047/92), l’incubo inizia a gennaio scorso, quando fanno richiesta alla dirigente scolastica di far permanere Matteo, nella classe che aveva frequentato, ancora per un altro anno. La risposta della prof. Roccaro, secondo quanto dichiara la mamma, è stata:”Il bambino ha compiuto sei anni e la legge mi obbliga a fargli frequentare la scuola primaria”. Spiazzati, delusi e fermi a continuare la battaglia, Francesca e Renato chiedono una relazione clinica alla responsabile dell’U.o. di Neuropsichiatria infantile, dott.ssa Maria Strano, che in una nota, fra l’altro, scrive: “Essendo il minore con riconosciuto handicap, si può prevedere la possibilità di frequentare per un altro anno la scuola materna, in quanto la legislazione consente la ripetizione per due anni di una classe del ciclo in cui il minore è inserito. E’ opportuno che il bambino possa fruire di tale facilitazione, in quanto ciò gli consentirebbe di poter continuare un percorso educativo-didattico in ambito più ludico e maggiormente rispondente ai suoi bisogni relazionali e sociali.” A maggio scorso, un bigliettino inserito nello zainetto di Matteo, invita la famiglia a portare il piccolo presso l’A.s.p. di Gravina, dove viene visitato dal dott. Raffaele Galatà, che giunge alle stesse conclusioni della dott.ssa Strano. Assistita da un legale, la famiglia si rivolge al C.s.a. e il 31 luglio scorso, il dott. Francesco Belluso, firma

una lettera indirizzata anche alla dirigente, in cui si legge: “Dopo avere verificato le disposizioni ministeriali ed esaminato la documentazione del caso, in accordo con la famiglia e sentito il team dei docenti, potrebbe assumere la decisione di far permanere l’alunno nella scuola dell’infanzia eccezionalmente per un altro anno scolastico, il tempo necessario all’acquisizione dei requisiti per la scuola primaria”. A questo punto, abbiamo contattato la scuola, sulla delicata problematica, e la dirigente prof. Lucia Roccaro, dichiara: “Il bambino già da marzo scorso è iscritto in prima classe, e quello che scrive l’A.s.p. è di solo indirizzo clinico e non pedagogico. Noi abbiamo già approntato un piano educativo personalizzato per Matteo, che lo stimola e lo fa crescere dal punto di vista sociale e dell’integrazione. Abbiamo già l’insegnate di sostegno, e tutto questo è stato ampiamente illustrato alla signora Francesca.” “Dal punto di vista pedagogico - prosegue la preside - è negativo che il bambino resti alla scuola dell’infanzia, non è scritto da nessuna parte che deve rimanere alla scuola dell’infanzia. Il bambino ha bisogno di progredire, di avere più stimoli, di avere più possibilità di integrazione e di socializzazione, che è proprio nello spirito della legge 104. Non ha bisogno di assistenza e di giocare tutto il tempo, necessita invece di stare con bambini della sua età per crescere, e il nostro lavoro è stato improntato su tutte queste esigenze. Dal punto di vista pedagogico l’A.s.p. non può esprimere delle opinioni, queste le esprime la scuola che ha una equipe pedagogica ben formata e professionalizzata.” Il bimbo dopo una breve pausa, dovuta ad una indisposizione è tornato a scuola, ma nel frattempo i suoi genitori continuano a lottare perché resti alla scuola dell’infanzia. SALVO VITALE

Visibilità internazionale per ‘Catania nel Cuore’ Adesso tutti i numeri sono consultabili nel sito web www.cataniacuore.it

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Istituto Comprensivo Dusmet-Doria di Librino Nello spirito di collaborazione scuola-società attuato dal nostro Centro di cardiologia preventiva “Pino D’Urso” e da questo istituto, proponiamo un bell’articolo di una docente dello stesso ed il brillante tema di un ottimo allievo che ha magistralmente commentato la “Festa della donna”, argomento introdotto dall’anziana e frizzante poetessa dialettale Ida Giulia La Rosa. Lavoro a Librino da 13 anni. Tutti mi dicevano: “Beh vai, così ti fai le ossa e poi quando raggiungi un certo punteggio chiedi il trasferimento”. Anch’io la pensavo così, ma passavano gli anni e le mie idee vacillavano, cambiando poi completamente. Vedevo colleghe, diversi anni più grandi di me, trovarsi bene e alla mia domanda “Ma quando ti trasferisci?” loro mi rispondevano “Perché? Mi trovo così bene!”. In effetti avevano ragione. Pian piano anch’io presi a rispondere allo stesso modo, lavorare in un sobborgo a rischio come Librino non solo mi arricchisce ma è anche un grande banco di prova delle mie capacità. È proprio lì che si mette in gioco tutta la nostra professionalità non solo di docenti ma di educatori, diventando di volta in volta madre, sorella, fratello, amico. Certo se scuola e famiglia lavorassero in sinergia tutto diventerebbe più semplice. E poi finiamola di chiamarlo quartiere – ben 70.000 abitanti – e potete credere che possano essere tutti uguali? Assolutamente no! Smettiamola di massificare e livellare. Nel corso della mia carriera ho avuto diverse soddisfazioni ma una in particolare mi è rimasta dentro e ho voglia di raccontarvela. Autunno 2003: ero ancora agli inizi della mia attività professionale. Fui incaricata in una scuola media di San Cristoforo. Accettai, ma tutti mi dicevano: “Stai attenta, è pericoloso”. Quando entrai in aula per la prima volta, mi accompagnò il Preside e mi disse: “Buona fortuna!”. Mi aprì la porta, entrai e lui se ne andò. I ragazzi erano intenti a fare altro: le femmine si smaltavano le unghie e i maschi scommettevano con delle cartine in mano. Appena mi videro, uno di loro si alzò e disse: “Chu sì?”. Gli risposi col sorriso, anche se avevo voglia di piangere: “La vostra nuova insegnante di Lettere” ed egli senza batter ciglio ribatté: “Si facissi i fatti so e ci lassassi stari”. In quel momento capii due cose, che sarebbe stata davvero dura e che forse avrei insegnato lingua straniera e non Italiano!!! Ma non mi sono fatta intimorire più di tanto, almeno apparentemente. Presi il gesso e scrissi il mio nome alla lavagna, a caratteri cubitali. Poi mi sono seduta senza dire nulla e li guardai, o meglio li osservai in silenzio. Dopo qualche minuto, forse incuriositi, qualcuno di loro venne alla cattedra facendomi diverse domande, anche personali, alle quali risposi serenamente. Mossi forse dalla curiosità, si sistemarono tutti

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intorno alla cattedra e iniziammo a parlare del più e del meno, ovviamente senza mai menzionare libri, quaderni, italiano, storia, ecc.! Libri in quell’anno non ne ho proprio visti! Suonò la campana, tirai un sospiro di sollievo e loro pure. L’indomani fu la stessa cosa, ma tra un discorso e l’altro cominciavo a stuzzicare la loro curiosità sulla grammatica italiana. Leggevo qualche pagina di narrativa, parlavo di Storia come se fosse un bel racconto e per la geografia facevamo finta di viaggiare. Certo non tutti seguivano o apprezzavano le mie lezioni ma molti di loro sì, le ragazze anche di più. Tra loro mi colpiva sempre una ragazzina tutta vestita di nero che se ne stava in un angolo, molto carina, scura di carnagione, una bellezza mediterranea, con le mani usurate dai detersivi. Non riuscivo ad attirare la sua attenzione: mi guardava a stento e passava gran parte della giornata a riposarsi sul banco: si vedeva che era stanca! Provai a spronarla diverse volte, lei neanche mi rispondeva ma continuavo a sorriderle sperando che un giorno mi avrebbe fatto l’onore di rivolgermi la parola. Dopo qualche settimana finalmente arrivò il tanto agognato giorno, si sedette accanto a me e cominciò a raccontarmi la sua vita. Angela era orfana di padre, morto ammazzato, e la famiglia voleva che portasse il lutto, passava tutto il tempo libero dalla scuola a pulire casa e a badare alla nonna anziana e ai fratelli piccoli! Pensavo che queste storie esistessero solo nei film, ma qui la realtà superava la fantasia. Credetti allora di aver conquistato la sua fiducia: non potevo tradirla. Da quel momento per lei diventai un punto di riferimento, mi raccontava tutto ed io ne ero onorata. Un giorno arrivò a scuola tutta vestita di bianco, era deliziosa, le chiesi: “E la mamma?” Mi rispose “Non mi interessa, io sto bene così”. Pian pianino riuscii anche a farla incuriosire allo studio e dopo diversi progetti fatti in classe, che non sto qui a raccontare, la maggior parte di loro, compresa Angela, ovviamente, mi mostrò interesse e voglia di cambiare. Il nostro rapporto era diventato speciale e diverso con ciascuno. Avevo conquistato la loro fiducia e i loro cuori: facevano già progetti per la terza media ed io non avevo il coraggio di dire che tutto sarebbe finito a giugno e che l’anno successivo sarebbe arrivata un’altra insegnante. Un giorno il Preside entrò in classe e disse chiaramente che quello sarebbe stato l’unico anno in cui io sarei stata con loro. Si sentirono ingannati, volevo morire. Angela con gli occhi pieni di lacri-


Luglio–Dicembre 2014 me, incurante della presenza del Preside uscì di corsa sbattendo forte la porta ed io la inseguii in una corsa sfrenata in quel lungo corridoio. L’abbracciai forte piangendo anch’io e lei mi disse guardandomi negli occhi “E ora io che faccio, mi hai solo illusa, chi mi darà consigli, chi mi aiuterà a crescere?” Le dissi che per lei ci sarei sempre stata. E così fu. Negli anni successivi mi chiamò spesso. In una delle nostre telefonate– aveva 16 anni – era molto scossa, stava per fare la “fuitina”.La pregai di non farlo. Dopo qualche giorno mi richiamò: aveva seguito il mio consiglio. Ora Angela è grande, non la sento da un po’; in quell’anno la mia presenza è stata importante, non solo per loro ma anche per me. Ho capito quanto sia fondamentale il nostro compito di docenti. Certo casi come quelli, tutti insieme, non li ho più trovati ma di sicuro quell’esperienza mi ha aiutata molto. Adesso insegno alla DusmetDoria da quattro anni e sono molto soddisfatta. Devo essere grata al mio Dirigente Scolastico e alla sua vice che mi permettono di realizzare tanti progetti con i miei ragazzi! Tre anni fa ho incontrato Marco; oggi frequenta la terza media, un ragazzo dall’aspetto compìto e serio. Da subito mostra un atteggiamento curioso verso tutte le discipline, grandi capacità e voglia di apprendere. Non nascondo che è per me un grande sprone, molto diverso rispetto ad Angela ma altrettanto esaltante. Scrive in maniera eccezionale, sempre preparato, approfondisce autonomamente gli argomenti che spiego in classe, ha grande capacità critica, mi pone 1.000 domande e non gli bastano 10.000 risposte! Ma va bene così; a me piace soddisfare le sue curiosità, anche se a volte, non mi vergogno a dirlo, mi mette in difficoltà. Per certi versi mi fa onore perché mi tiene in alta considerazione, presumendo che io sia depositaria del sapere assoluto! Ma egli frequenta una scuola a “rischio”! E quindi? Direte voi. Beh, lo dico perché si cominci a sapere che anche in

quartieri come questo esistono delle realtà così meravigliose e si smetta finalmente di ghettizzare Librino. Angela e Marco sono agli anti-

podi ma sono anche quegli opposti meravigliosi che intrigano gli insegnanti e li spingono a fare il proprio mestiere nel migliore dei modi. TANIA PAGLIAROTO

Tema in classe di Marco Bentivegna (studente di II media)

Qualche settimana fa si è festeggiata la “Festa delle donne” anche se personalmente la chiamerei “Festa dei diritti delle donne” perché in realtà l’8 marzo è il giorno in cui le donne hanno rivendicato i loro diritti, la loro posizione all’interno della società. Riguardo la storia vera e propria della festa i pareri si dividono, alcuni dicono che la festa è nata per ricordare la morte di circa cento donne avvenuta in seguito ad una rivolta nella fabbrica tessile Triangolo in quanto i dirigenti avevano abbassato i salari, il caso volle che sia forse scoppiato un incendio e queste donne siano state incenerite. Ma la vera storia è avvenuta il 27 febbraio 1911 in Russia (che ricordo il calendario gregoriano corrisponde appunto all’8 marzo), sempre durante la rivolta di alcune donne russe che avevano intenzione di mandare un messaggio al mondo, con lo scopo di fare finire la guerra (per quello che poteva valere), l’azione dei cosacchi per porre fine alla rivolta non bastò, e da allora queste donne fondarono un vero e proprio partito che con gli anni si ampliò. Questa è la storia della nascita della festa, ma in Italia anche se la festa è stata ufficializzata nel 1920 la condizione della donna nella società è rimasta uguale, fino a quando le donne hanno avuto il diritto di votare, nel 1969, al giorno d’oggi comunque, sono tante quelle che vengono incomprese e per questo uccise… Giorno 10 marzo abbiamo avuto l’onore di incontrare una poetessa che ha vissuto sulla sua pelle questi cambiamenti, il suo nome è Ida Giulia La Rosa un’83enne con un carisma ed una vitalità incredibili. Ci ha illustrato alcune delle sue poesie rigorosamente in siciliano e nel frattempo ci raccontava come negli anni ha visto cambiare i diritti politici e sociali della donna. È stato un incontro che mi ha fatto ridere e pensare mi ha fatto pensare se la donna aveva più diritti mezzo secolo fa o oggi, quando ogni giorno sentiamo notizie sconcertanti in TV riguardo il femminicidio. Secondo me, la “Festa delle donne” nel 2014 non deve servire soltanto per ricordare l’equità che hanno uomo e donna nella società ma deve servire per capire che cosa si può migliorare, che cosa bisogna cambiare veramente. Oramai l’8 marzo per la maggior parte delle persone è solo consumismo come molte altre feste d’altronde… e questo è sbagliato perché bisogna ricordare che Dio ha creato la donna dalla costola dell’uomo per fare capire che sono uguali sotto ogni punto di vista non dai piedi perché inferiore o dalla testa perché superiore. Sono sicuro che questo incontro mi ha illuminato le idee su questo tema e per questo sono onorato di avere incontrato Ida Giulia La Rosa, anzi mi farebbe piacere riincontrarla.

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Attività 2014-2015

Apertura anno 2014-2015 a cura di Antonio Circo A settembre è partita un’altra edizione del progetto “Amico Cuore a Librino”, a cura del Centro di cardiologia preventiva Pino D’Urso (nelle persone del dr. Antonio Circo, della dr.ssa Giovanna Giuffrida, e di altri), presso i locali della Parr. Resurrezione del Signore e con la collaborazione della stessa, dell’ Ist. Comprensivo Campanella-Sturzo e da quest’anno anche dell’Ist. Comprensivo Dusmet-Doria. Tale progetto si propone, con varie iniziative, di coinvolgere quanti più ragazzi di Librino sia possibile (sono già più di 1000), e le loro famiglie, in uno stile di vita sano, facendo prevenzione cardiologica con attività fisica, controlli clinici periodici, educazione alimentare, ecc., avvalendosi anche del Calendario edito dall’ass. Conacuore. Daremo seguito agli eventi e alle iniziative degli anni passati, ma in particolare vi segnalo: – il campionato di calcio “Coppa Amico cuore”, riservato ai ragazzi delle due scuole dai 10 ai 12 anni: avrà 10 squadre in torneo per un totale di oltre 100 giovani. Le partite di andata e ritorno si giocheranno al campetto sportivo ad iniziare da gennaio. – il corso, per tutti, “Mangio giusto mi muovo e sto bene” di educazione alimentare e comportamentale sarà diviso in 4 incontri (20/11; 04/12; 15/01 e 29/01) di 2 ore a partire dalle ore 16:00 e coinvolgerà circa 20 relatori, tutti presi dalle famiglie di Librino. La cena di fine corso è prevista per ven. 06 febbraio. Ho in mente due nuovi progetti: 1. L’apertura di un “Centro diurno per anziani” presso alcuni locali, vicino alla Parrocchia, che ci concederà il Comune di Catania; 2. L’ampliamento dello sportello di prevenzione che non avrà solo la Cardiologia ma ci saranno anche altre specialità. Come vedete non mancano le idee. Purtroppo molte volte fra il dire e il fare sorge qualche ostacolo, spesso burocratico o economico o anche di carenza di volontari. Perciò chi avesse tempo da dedicarci, si faccia avanti, sarà il benvenuto! Ho pensato anche ad alcune proposte per fare in modo che la nostra Associazione possa avere un sostegno economico un po’ più consistente di quello attuale. Un obiettivo difficile... ma necessario!

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TUTTI INSIEME A LIBRINO... ...ED ALTROVE

AMICO CUORE A LIBRINO Il Centro di cardiologia

preventiva Pino D’Urso,

nel corso di tutto l’anno scolastico, organizza:

- “La prevenzione in cardio-

logia” incontri con studenti, con insegnanti, conferenze, esami clinici ed altro.

- CONOSCIAMOCI MEGLIO

Incontri di educazione alimentare e comportamentale con pazienti cardiopatici e i loro familiari nelle strutture della Carmide e della Parr. Resurr. del Signore. Telefonare per informazioni

IN MONTAGNA CON IL • CUORE

- COPPA AMICO CUORE

Torneo di calcio che si tiene al campetto sportivo a partire da gennaio (giorno da definire)

• “I VOTA VOTA”

DEL CUORE Tutti insieme alla cena di fine corso “Mangio giusto, mi muovo e sto bene” Parr. Risurrezione del Signore ven. 06 febbraio – ore 20:00

9^ GIORNATA DEL CUO• RE – dedicata a tutti.

Conferenze, esami clinici: colesterolo, glicemia; pressione arteriosa. Casa di Cura Villa l’Ulivo Carmide s.r.l. sab. 7 marzo – ore 09:00-13:00

PASQUA CON IL CUORE • Parr. Santa Maria La Guardia marzo-aprile (giorno da definire)

Messa - Chiesa Madonna delle Nevi (Etna Sud), poi pranzo: ristorante Terrazza dell’Etna sab. 13 settembre – ore 8:00 (al cancello della Carmide)

• BOUCHET DI NOTE

BICICLETTANDO CON IL CUORE Tutti insieme per le strade di Librino dom. 12 ottobre – ore 10:00

CUORINCONCERTO • “Tablarmonica Ensemble”

Mangio giusto, mi muo vo e sto bene

il corso si terrà nell’Auditorium della Parr. Resurrezione del Signore. 1° appuntamento: gio. 20 nov. – ore 16:00

Concerto per Violino e Pianoforte Auditorium Parr. Resurrezione del Signore aprile (giorno da definire)

Auditorium Parr. Resurrezione del Signore maggio (giorno da definire)

CAMMINANDO • CON IL CUORE...

da p.zza Europa a p.zza Nettuno maggio (giorno da definire)

NATALE CON IL CUORE PIZZOLATA DEL CUORE • Tutti • Cena insieme alla Parr. Santa alla Parr. Resurrezione Maria La Guardia gio. 11 dicembre – ore 20:00

L’ARTI DI MANCIARI • Piatti stagionali, sani e dietetici della cucina siciliana (data da definire)

del Signore giugno (giorno da definire)

A... • GITA Scicli (RG)

giugno (giorno da definire) (al cancello della Carmide)


Luglio–Dicembre 2014

I nostri sponsor

La Pizzoleria

Trattoria Pizzoleria I Quattro Canti

P.zza Mazzini, 1 - 95121 Catania Tel. 095-34.99.02

Via LibertĂ , 88 - 96010 Sortino (SR) Tel. 0931-95.40.66

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In montagna... 13 set. ‘14

Catania nel Cuore Trimestrale di informazione cardiologica Direttore: Antonio Circo Direttore responsabile: Salvatore Vitale Direttore editoriale: Mario Guzzardi Redattore capo: Francesco Turco Comitato di redazione Antonio Circo, Marcella Guzzardi, Mario Guzzardi, Nunzio Spitalieri, Francesco Turco, Salvatore Vitale Stampa: Tip. Francesco Lazzara Via Zurria, 46 – 95121 Catania Reg. Tribunale di Catania n.2/2010 del 05–02–2010 (Registro giornali e periodici)

Biciclettando... a Librino - 12 ott. ’14

Editore: Ass. Amici del Cuore Onlus Presidente: Vito Cicchello Leanza della Casa di Cura Villa l’Ulivo Carmide S.r.l. Via Feudogrande, 13 95126 Catania e-mail: catania-nelcuore@virgilio.it sito web: www.cataniacuore.it Quote associative annuali: socio ordinario: € 20,00 socio sostenitore: € 35,00 c/c Credito Siciliano – Acicastello CT IBAN: IT41 Y030 1926 1020 0000 8012 614 “Catania nel Cuore” è distribuito gra-

Cena - “Natale con il cuore” 11 dic. ‘14

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tuitamente ai soci dell’associazione, agli Istituti di cardiologia, ai medici cardiologi, e a quanti si siano particolarmente distinti nella ricerca, nella prevenzione e nella cura delle patologie cardio-vascolari. Gli articoli, le lettere, e quant’altro, inviati per la pubblicazione, non vengono restituiti. Il comitato di redazione si riserva il diritto di modificare o eseguire piccoli interventi sui testi, per uniformarli alle norme redazionali o per esigenze d’impaginazione, ma anche per garantire consistenza stilistica e uniformità editoriale. I diritti su tutto ciò che viene pubblicato appartengono a Catania nel Cuore. Riguardo alle illustrazioni, la redazione avrà cura di ottenere la relativa autorizzazione degli aventi diritto. Le foto pubblicate sono pertanto acquisite con relativo assenso scritto o verbale all’utilizzo, o fornite direttamente dagli interessati; altre, senza indicazione di copyright, si intendono di pubblico dominio e pertanto utilizzate comunque senza fini di lucro. Nel caso che gli aventi diritto siano irreperibili, si resta a disposizione per regolare eventuali spettanze.


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