Gennaio 2014

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Anno IV n. 15-16

Gennaio–Giugno 2014

Trimestrale di informazione dell’Ass. “Amici del Cuore” della Casa di Cura Villa l’Ulivo Carmide S.r.l. Aderente a CONACUORE – Coordinamento Nazionale Associazioni del Cuore

Cuore... fa ancora rima con amore ? …Dottore, ma secondo lei io posso ancora…ha capito a cosa mi riferisco? Ebbene si, il sesso è ancora oggi quasi un tabù: il neo-paziente cardiopatico si informa su tutto – quando potrà riprendere a guidare, cosa potrà e non potrà mangiare, come prendere le medicine, cosa sono le attività di recupero, ecc. – ma per arrivare a “quello” aspetta di essere sulla porta, quando se ne sta andando: Per quella cosa, dottore, tutto a posto?

cercata o nei trattamenti farmacologici, o nell’area psicologica. In verità ci sono trattamenti farmacologici della malattia cardiaca, che hanno effetti negativi sulla sessualità maschile. Un esempio è dato da un esperimento dall’United Kingdom Medical Research Council, il quale dimostrò che la bendrofluazide (un diuretico) e il propranololo (un betabloccante) provocavano casi di disfunzione erèttile. Tra le cause psicologiche la fanno da padrone i disturbi d’ansia e quelli depressivi, e cioè o il La sessualità rappresenta un importante aspetto viversi da menomati, eternamente spaventati che della vita, in quanto offre la possibilità di cono- tutto possa procurare un nuovo, fatale attacco al scere se stessi e l’altro, attraverso la dimensione cuore, o quel senso di “fuga dai piaceri” (gli psicorporea. Il modo di viverla varia a seconda della chiatri la chiamano anedonia) che caratterizza gli cultura di appartenenza, l’educazione ricevuta, i stati depressivi. valori personali, le condizioni fisiche, le esperienLa normale vita sessuale potrebbe essere frenata ze affettivo-relazionali e non ultimo il ciclo vitale. anche dal partner per la preoccupazione di arrecaNell’età giovanile la sessualità ha una forte com- re danno all’altro a causa di una egoistica ricerca ponente di “prestazione fisica”, che va scemando del piacere. Ciò è pericoloso perché alla lunga può con il consolidarsi della relazione affettiva e con creare anche una distanza affettiva, e perché iml’età, ma in ogni caso – nell’uomo specialmente plicitamente rafforza nell’altro il convincimento – la sessualità mette sempre in gioco l’immagine che l’attività sessuale può nuocergli. In tal caso, di sé. L’infartuato combatte tra l’imbarazzo del trattandosi di un problema di coppia, potrà essere “dire” e la paura di “fare”. utile affrontarlo proprio nella coppia, affidandosi Secondo i cardiologi, dopo un infarto di media ad un esperto. Una terapia sessuale non può ingravità i pazienti possono riprendere l’attività ses- ventare l’amore ma può rimuovere gli ostacoli e suale già dopo una settimana; ovviamente, per gra- le difese che impediscono una relazione di coppia di e con cautela, allo stesso modo in cui possono completa. riprendere a salire qualche rampa di scale. In realtà i cardiologi un divieto lo ‘impongono’, Ma allora perché cosi tanta preoccupazione, se ed è quello del “tradimento”! Uno studio presentanon proprio paura? to nel 2013 ad Amsterdam da cardioLe difficoltà d’ordine sessuale sono logi statunitensi, riporta quanto segue: Il 5 x 1000 considerate segni di disturbi della “Il carico di stress legato all’ansia da all’ Assoc. personalità, generalmente derivati prestazione, unito alla cornice extrada esperienze inappropriate vissute Amici del Cuore familiare della scappatella, aumenta il in età evolutiva, ma ciò, ovviamente, 04412240873 rischio di morte improvvisa durante il non riguarda il cardiopatico che prima rapporto sessuale”. dell’insulto cardiaco non aveva avuto Una sana vita di coppia, dunque, fa Aiutateci problemi del genere. Adesso la causa bene anche al cuore… in tutti i sensi. ad delle eventuali difficoltà deve essere GESSICA LA LEGGIA aiutarvi !


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Riabilitazione vascolare angiologica L’aumento dell’età media della popolazione sta portando ad un parallelo aumento delle malattie croniche, tra queste quelle che colpiscono l’apparato vascolare. La riabilitazione vascolare angiologica si occupa di patologie invalidanti del sistema vascolare in maniera continuativa e non alternativa alle terapie mediche e chirurgiche. Tra le patologie vascolari che meglio rispondono ai trattamenti riabilitativi in grado di incidere in maniera significativa sulla qualità della vita del paziente, ci occuperemo delle arteriopatie periferiche. Esse colpiscono di solito gli arti inferiori, sono causate da otturazioni delle arterie e sono più frequenti nei pazienti fumatori, ipertesi, diabetici con eccesso di colesterolo; il sintomo principale nelle fasi iniziali della malattia è rappresentato dalla cosiddetta claudicazione intermittente, “malattia delle vetrine”, caratterizzata dalla riduzione delle capacità deambulatorie del paziente, che è costretto a ripetute soste mentre cammina, a causa di crampi alle gambe. Il paziente dovrà essere valutato da diverse figure professionali, quali l’angiologo, il fisiatra, lo psicologo, il fisioterapista, l’assistente sociale, che assieme definiranno un progetto e quindi un programma riabilitativo. Esso prevede, normalmente, esercizi di riscaldamento di vario tipo, utilizzo della cyclette e del tappeto ruotante, supporti di tipo farmacologico e terapie fisiche strumentali, che sono in grado di aumentare in maniera significativa la capacità di camminare, facilitando anche il controllo dei fattori di rischio cardiovascolari. Inoltre il recupero della disabilità fisica, favorirà anche il recupero sul piano psicologico ed il reinserimento sociale. La riabilitazione in angiologia può rappresentare in molte situa-

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zioni un’arma vincente per migliorare la condizione clinica e la qualità di vita del paziente con arteriopatia periferica. In questa direzione si sta muovendo la riabilitazione vascolare angiologica della Casa di cura Carmide, dove si è tenuto nell’ot-

Rubrica

tobre dello scorso anno, un corso di aggiornamento sul tema: “La Riabilitazione in Angiologia”, che ho organizzato e diretto per sensibilizzare e divulgare, tra gli operatori sanitari, queste possibilità di cura forse non abbastanza conosciute e considerate. ALFREDO LEONE

“Parliamone”

In questa rubrica si narrano le avventure/disavventure degli utenti di strutture sanitarie ed uffici pubblici. Eccoci di nuovo in stampa ed ancora insieme. Le occasioni per incontrarci sono tante e le attività della nostra Associazione, hanno proprio questo scopo. Ogni giorno, la nostra mail si riempie di segnalazioni, e facendo una cernita di tutto quello che riceviamo, salta al primo posto in classifica, la nuova normativa che riguarda i piani terapeutici per la somministrazione di farmaci speciali. Fra tutti, uno: Giovanni, alle prese con un farmaco per le sue coronarie, nel febbraio scorso si vede indirizzato presso una struttura pubblica per ottenere la prescrizione valida per sei mesi. Con questi tre fogli, staccati dal medico da un apposito blocchetto, di buona lena si reca in piazza Lanza, dove ha sede la farmacia dell’Asp. Fatica a trovare parcheggio e, preso il numerino, aspetta pazientemente il suo turno. Dopo circa un’ora il fortunato utente ha la possibilità di approcciarsi allo sportello, dove una dottoressa gli chiede se vuole continuare a servirsi della farmacia dell’Asp o se preferisce recarsi presso la farmacia di fiducia con la prescrizione del suo medico di base. Giovanni non sta nella pelle dalla felicità di non dover più cercare parcheggio a Piazza Lanza, ma ecco che arriva la cattiva notizia. “Guardi – dice la dottoressa – che deve tornare presso la struttura pubblica e farsi rifare il

piano terapeutico, perché la firma del medico che le ha prescritto i farmaci, è in originale solo sulla prima copia, mentre sugli altri due foglietti è semplicemente ricalcata dalla carta chimica, quindi non va bene secondo le ultime normativa in materia”. Giovanni rimane basito, cerca di balbettare qualcosa, ma non ci riesce proprio e salutando se ne va. In macchina non riesce a capacitarsi di come sia possibile tutto questo. La firma sugli altri modelli è quella del medico, l’unica differenza sta nel fatto, che è il frutto di un ricalco, non di una contraffazione. Fra sé e sé continua a pensare all’accaduto e al fatto di quanto sia fortunato nell’avere un’auto e potersi spostare autonomamente, mentre molte persone dipendono da altri per farsi accompagnare. E quelle persone che non hanno nessuno e si trovano avanti nell’età, come fanno a cavarsela? Gli interrogativi sono molti e non riusciamo a dare risposte plausibili, ma una domanda la vogliamo fare a chi ha modificato la normativa e ha preteso che le firme siano in originale, tralasciando l’ulteriore problema che riguarda il pagamento del ticket in farmacia e il fatto di doverci tornare due volte: 1. la prima per prenotare il farmaco, 2. e la seconda per ritirarlo. SALVO VITALE


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I quesiti di Nunzio Spitalieri

Altre due domande al Prof. Salvatore Mangiameli 1. Professore, cosa sono le vasculopatie

periferiche?

Malattia caratterizzata dalla presenza di un ostacolo alla circolazione del sangue dal cuore alla periferia, per la presenza di una placca aterosclerotica (aterosclerosi) che, restringendo il calibro delle arterie periferiche parzialmente o totalmente, comporta una riduzione del flusso del sangue. Le arterie più predisposte a livello degli arti inferiori sono le arterie femorali e le arterie poplitee, che irrorano gran parte delle gambe; a livello degli arti superiori sono invece le arterie succlavie che irrorano le braccia. I sintomi che possono insorgere dipendono dall’arteria interessata, dal livello e dalla gravità dell’ostruzione. I sintomi iniziali sono spesso trascurabili (ridotta sensibilità al tatto – parestesie –, torpore, sensibilità al freddo, stanchezza e affaticabilità degli arti) e solo il dolore, in una fase più avanzata, porta il paziente dal medico. Quando si compie un determinato sforzo (come camminare a lungo o per brevi tratti ma in salita) compare un dolore crampiforme a valle della zona patologicamente interessata, che regredisce con il riposo; oppure si avverte torpore o formicolio alle gambe, ai piedi ed alle dita dei piedi; dolori e/o crampi ai fianchi, alle cosce o ai polpacci; cambiamenti di colore della pelle (pallore, rossore, scolorimento rossastro) associati a cambiamenti della sua temperatura; o avere la comparsa di infezioni o ulcere (lacerazioni) che non guariscono. Il diabete ed il fumo costituiscono i due principali fattori di rischio; altri fattori che possono aumentare le possibilità di sviluppare una vasculopatia periferica sono l’obesità, l’ipertensione, l’iperlipidemia e la mancanza di attività fisica. Il rischio di arteriopatia periferica nei soggetti diabetici, aumenta con l’età, la durata della malattia, la presenza di dislipidemia, ipertensione arteriosa, abitudine al fumo, coesistenza di neuropatia peri-ferica e risente anche di fattori etnici e genetici. L’arteriopatia periferica, nei soggetti diabetici riguarda prevalentemente il distretto femoropopliteo e quello tibiale, e può implicare l’amputazione delle estremità. Per la diagnosi si possono eseguire test non invasivi quali: 1) l’ABI (ovvero “Ankle-Brachial Index”, cioè “Indice caviglia-brachiale”), che misura il rapporto della pressione sanguigna nella caviglia rispetto a quella nel braccio indicando un potenziale problema vascolare; 2) l’esame doppler ad ultrasuoni, che sfrutta le onde sonore per ottenere un’immagine dell’interno del vaso sanguigno;

3) la prova da sforzo. Lo studio angiografico, esame invasivo eseguito iniettando un liquido di contrasto utile ad evidenziare eventuali restringimenti o ostruzioni, andrebbe riservato alla valutazione di un’eventuale indicazione chirurgica. La cura si basa sulla terapia farmacologica e/o chirurgica. I farmaci (farmaci vasoattivi) non eliminano il restringimento delle arterie ma comportano un miglioramento dell’efficienza dell’attività del cuore e riducono i sintomi. Quando l’aterosclerosi è grave, può essere necessario un intervento di chirurgia di by-pass nelle arterie periferiche.

2. Che cos’è una placca ateromasica? Atero, in greco, vuol dire grasso e sclerosi indurimento, questa l’origine del nome. L’aterosclerosi è una malattia degenerativa che favorisce il deposito di aggregati di grassi ed altre sostanze nella parete interna delle arterie. Tali depositi diminuiscono il lume vasale e l’elasticità delle pareti. La parete delle arterie è formata da tre strati: 1) Intima o endotelio, la più interna, a diretto contatto col sangue. 2) Media è costituita da cellule muscolari che regolano la contrattilità dell’arteria. 3) Avventizia è lo stato più esterno ed ha scarso interesse nell’aterosclerosi. Implicata nella formazione della placca aterosclerotica è soprattutto l’intima. Numerosi fattori quali la pressione alta, il fumo di sigaretta, l’eccesso di colesterolo, la scarsa ossigenazione, l’aumento delle catecolamine nel sangue, rappresentano fattori lesivi per le cellule endoteliali le quali, come prima conseguenza, si infarciscono di colesterolo. A ciò segue la proliferazione delle cellule muscolari della media con restringimento del lume del vaso e perdita della capacità di metabolizzare il colesterolo delle lipoproteine LDL che si accumula nella parete ed infine la produzione di proteine fibrose contribuisce al risultato finale di una parete arteriosa ristretta e rigida con ostacolo al flusso sanguigno. Possibili ulcerazioni sulla placca aterosclerotica che determinano il deposito di globuli rossi e fibrina e formazione di un trombo che crescendo può occludere totalmente il lume dell’arteria e/o generare fenomeni di embolizzazione a valle.

La ringrazio per le sue risposte, come sempre, esaustive. Le sono molto grato, anche a nome dei nostri lettori. 3


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Le nuove frontiere dell’emodinamica - 2 STENOSI AORTICA La Stenosi aortica acquisita è la più frequente malattia valvolare nel mondo occidentale ed interessa soprattutto la VIII – IX decade di vita (2,5% a 75 anni e 8,1% a 85 anni). Ha un decorso evolutivo, ovvero caratterizzato da un periodo di latenza seguito da una rapida progressione dopo l’insorgenza dei sintomi (angina, sincope e dispnea), con un tasso di mortalità elevato nei pazienti non trattati (circa 50% dopo i primi 2 anni dai sintomi). Da un punto di vista fisiopatologico si tratta di un restringimento della valvola aortica, posizionata tra il ventricolo sinistro e l’aorta, legato ad un processo di invecchiamento, con conseguente ostacolo al flusso di sangue dal ventricolo sinistro all’aorta, ipertrofia concentrica del ventricolo. Tutti i fattori di rischio per l’arteriosclerosi sono implicati anche nella genesi della patologia: età, sesso maschile, aumento del colesterolo LDL, ipertensione, fumo, diabete, riduzione del colesterolo HDL, aumento PCR. La sostituzione chirurgica della valvola è l’intervento gold standard, ma nella pratica clinica il 30% dei pazienti non sono candidati all’intervento per l’elevato rischio operatorio dovuto a età avanzata, disfunzione del ventricolo sinistro, presenza di comorbidità, o perchè hanno subìto in precedenza altre operazioni chirurgiche. Una valida ed ormai consolidata alternativa alla chirurgia è rappresentata dall’impianto tramite catetere di una bioprotesi (TAVI: Transcatheter Aortic Valve Implantation) senza ricorrere alla circolazione extracorporea ed intubazione orotracheale. Le due valvole biologiche oggi maggiormente utilizzate sono la Corevalve (auto espandibile) e la Edwards (pallone espandibile). La protesi, fissata e compressa su uno stent metallico, viene inserita, attraverso un piccolo foro largo meno di un centimetro, in un’arteria periferica, nella maggior parte dei casi quella femorale, oppure dalla punta del ventricolo sinistro, senza avere la necessità di arrestare il cuore per un intervento cardiochirurgico. Quindi fatta avanzare, per via endovascolare, fino alla valvola aortica danneggiata: a questo punto lo stent viene espanso, la vecchia valvola è messa fuori uso e immediatamente la nuova che si trova al suo interno inizia a funzionare. Durante questi anni sempre più Centri hanno

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adoperato tale procedura dimostrando, tramite evidenze scientifiche, un elevato successo procedurale, un basso tasso di mortalità, e un beneficio clinico ed emodinamico. Le figure professionali coinvolte nell’intervento sono il cardiologo interventista, l’anestesista, il cardiochirurgo e il cardiologo clinico, che segue l’iter del malato. La degenza in terapia intensiva è brevissima con grande risparmio in termini di risorse, come pure la degenza media è molto ridotta. Il vero problema di questa metodica è il costo della protesi ancora molto alto. I benefici invece sono immediati: il paziente recupera tutte le funzioni e in 4 o 5 giorni può essere dimesso.

INSUFFICIENZA MITRALICA È la seconda malattia valvolare molto comune in USA ed Europa che necessita di trattamento, colpisce oltre 8 milioni di persone, con un incremento di circa 600 mila nuovi casi all’anno. Consiste in un difetto di chiusura dei lembi della valvola mitralica, posizionata tra l’atrio e il ventricolo sinistro che, essendo insufficiente, comporta un rigurgito del sangue in atrio sinistro e riduzione del flusso sanguigno al resto dell’organismo. Per compensare il difetto, il ventricolo sinistro è costretto ad un maggiore sforzo per pompare il sangue, con conseguente ipertrofia e progressione verso lo scompenso cardiaco. L’attuale standard di cura per l’insufficienza mitralica prevede tre possibilità, a seconda della condizione del paziente: 1. il trattamento farmacologico, per controllare e alleviare i sintomi in quanto agisce sull’accumulo di fluidi nei polmoni e/o nelle gambe, associato alla disfunzione mitralica; 2. la chirurgia a cuore aperto per la correzione o la sostituzione della valvola con una meccanica o biologica; 3. tecniche di correzione del deficit della valvola. Anche in questo caso, così come per la stenosi aortica, a fronte della complessità dell’intervento chirurgico (l’utilizzo della circolazione extracorporea, l’incisione dello sterno, l’esposizione del muscolo cardiaco non battente, la degenza per alcuni giorni in terapia intensiva), ed in presenza di pazienti ad alto rischio o non candidabili alla (continua a pag. 6)


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Rubrica

Luminari della medicina

a cura di Mario Guzzardi

Questa breve biografia è un’eccezione alla regola che ci eravamo imposti: trattare di medici che hanno operato ed insegnato a Catania. Un grande pioniere della cardio-chirurgia, quale fu Christiaan Neethling Barnard, non poteva mancare. Barnard è giustamente considerato uno dei grandi pionieri dei trapianti d’organo, avendo effettuato nella sua patria, l’Unione Sud Africana, il secondo trapianto di rene e successivamente il più famoso primo trapianto di cuore (il 3 dicembre ’67), fra una ragazza, Denise Dalvall, morta a 35 anni per le conseguenze di un incidente stradale, ed un droghiere ebreo di 54 anni Louis Washkansky, diabetico, che sopravvisse 18 giorni ed ebbe con il suo chirurgo un profondo rapporto umano, esprimendogli anche tutta la sua gratitudine per aver potuto vivere qualche settimana in più. Il paziente dimostrò, in questa sua drammatica esperienza, grandezza umana ed indomabile coraggio. Christiaan Barnard nacque l’8 novembre 1922, in una cittadina del Sub Africa, nei pressi di Città del Capo. Il padre, Adam, era un missionario della Chiesa protestante olandese. Si laureò in medicina nel ’46 e nel ’53 una borsa di studio gli permise di trascorrere in America due anni per specializzarsi in chirurgia cardiotoracica. Iniziò il suo internato e la sua pratica medica all’ospedale Groote Schuure di Città del Capo, struttura che avrebbe resa famosa in tutto il mondo per i primi tentativi riusciti di trapianto di organi. La ciclosporina non era stata ancora scoperta e quindi il pericolo di rigetto dell’organo trapiantato era molto maggiore di quanto non lo sia adesso. Dopo il soggiorno in America, che egli definisce come il periodo più affascinante della sua vita, nel ’58 ritorna al Groote Schuure in qualità di chirurgo cardiotoracico e vi costituisce la prima Unità Coronarica. È sua la prima operazione a cuore aperto eseguita in Africa. Fra i suoi principali collaboratori si annovera, oltre al fratello più piccolo Marius, anch’egli car-

diochirurgo, il famoso infermiere di colore Hamilton Naki (1926-2005) la cui presenza nell’équipe del primo trapianto di cuore fu probabilmente smentita perché sarebbe stata illegale, visto che a quel tempo in Sud Africa c’era l’apartheid, cioè la rigida separazione razziale fra bianchi e neri. A Naki fu successivamente conferita la laurea honoris causa in medicina dall’università di Città del Capo e nel 2003, la più alta onorificenza del suo paese. Barnard eseguì anche il secondo trapianto di cuore mai effettuato su un essere umano, un mese dopo il primo, il 2 gennaio ’68. Questa volta il paziente, il dentista Philip Blaiberg, sopravvisse 19 mesi. La carriera di questo grande chirurgo dovette concludersi prematuramente nel 1983, a causa di una forma di artrite reumatoide che aveva colpito le sue mani sin dal ’56. Ha scritto due autobiografie ed ha avuto tre mogli, un’infermiera, una ereditiera ed una modella. Da ciascuna sono nati due figli. Era un uomo affascinante e piuttosto trasgressivo. Negli ultimi decenni del secolo scorso le cronache mondane di tutto il mondo erano piene delle sue avventure. Purtroppo un passo falso ha appannato la sua immagine: nel 1986 promosse la diffusione di una crema per la pelle, il Glycel, erroneamente ritenuto efficace contro l’invecchiamento. Purtroppo questo incidente suscitò dubbi circa la sua correttezza professionale, ma non fu accertato nulla che avesse rilevanza penale. Il 2 settembre 2001 ha cessato di vivere per un attacco d’asma, mentre era in vacanza all’isola di Cipro. La sua primogenita, Dreirdre, nata nel ’50, è stata un’importante campionessa di sci acquatico.

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Gennaio–Giugno 2014 (segue da pag. 4) chirurgia, vi è la possibilità di intervenire mediante un dispositivo meccanico chiamato “ MitraClip”. La procedura prevede l’inserimento, attraverso catetere in vena femorale, di una piccola “clip” o “àncora” che viene poi fatta avanzare fino al cuore. Qui, il dispositivo creerà un ponte tra i due lembi della valvola che hanno ceduto andando così a correggere l’insufficienza mitralica, senza incisioni e/o circolazione extracorporea. Lo studio Everest II ha dimostrato non solo un profilo di sicurezza favorevole della nuova tecnica MitraClip, ma anche benefici clinici significativi e duraturi come il miglioramento dei sintomi, della funzionalità cardiaca e della qualità di vita dei pazienti. Importante è ricordare che le patologie valvolari sono tra le principali cause dello scompenso che spesso si associa al mal funzionamento della valvola mitralica. L’insufficienza della valvola è presente in circa il 30% dei pazienti con pregresso infarto del miocardio e nel 35% dei pazienti con scompenso cardiaco cronico e, nelle forme di grado moderato o severo, colpisce il 10% della popolazione con più di 70 anni. In Italia, ogni anno, la percentuale della popolazione affetta dalla malattia aumenta del 10%. Oltre a rappresentare uno tra i maggiori e crescenti problemi di salute pubblica nei paesi industrializzati, l’insufficienza cardiaca è tra le malattie croniche a più alto rischio per la sopravvivenza, con un forte impatto negativo sulla qualità di vita e sulla spesa sanitaria: primo motivo di ricovero ospedaliero, 23 mila l’anno in Sicilia. ANTONO CIRCO LUCA VITALE (2 - Continua)

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Attività 2014 VITA SOCIALE (Tutti insieme)

LIBRINO

AMICO CUORE A LIBRINO lun. 26 – sab. 31 maggio Il Centro di cardiologia preventiva Pino D’Urso, in collaborazione con la Parr. Risurrezione del Signore, presso:

Istituto Comprensivo Campanella-Sturzo

VIII GIORNATA DEL CUORE ven. 15 marzo dedicata a tutti. Conferenze, esami clinici: colesterolo, glicemia; pressione arteriosa. Casa di Cura Villa l’Ulivo Carmide s.r.l.

PASQUA CON IL CUORE - “La prevenzione in cardiolo- • giov. 10 aprile – ore 20:30 gia” Sono coinvolte 1000 famiglie settembre 2013 – giugno 2014

- “Coppa Amico cuore” torne di -

calcio riservato ai ragazzi di Librino dai 10 ai 12 anni Inizio a gennaio 2014 Si tiene al campetto sportivo Mostra di tutte le attività del progetto Amico cuore

CUORINCONCERTO Tablarmonica Ensemble giov. 15 maggio

PIZZOLATA CON IL CUORE (tutti insieme) ven. 20 giugno – ore 20:30 Parr. Resurrez. del Signore

BICICLETTANDO CON IL CUORE Ottobre (giorno da definire) Tutti insieme per le strade di Librino

• PROGETTO

FOTOGRAFICO Le violazioni del codice della strada nelle vie di Catania. Attori i ragazzi di Librino

Parr. Santa Maria La Guardia

CAMMINANDO CON IL CUORE dom. 25 Maggio – ore 9:30 Lungomare di Catania (P.zza Europa)

GITA A... Chiaramonte Gulfi (RG) sab. 14 giugno – ore 8:00 (al cancello della Carmide)

IN MONTAGNA CON IL CUORE sab. 13 settembre Chiesa Madonna delle Nevi Etna Sud Arrusti e mancia

• L’ARTI DI MANCIARI

(data da definire) Piatti stagionali, sani e dietetici della cucina siciliana

• NATALE

CON IL CUORE Dicembre (giorno da definire) Parr. Santa Maria la Guardia


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I nostri sponsor

La Pizzoleria

Trattoria Pizzoleria I Quattro Canti

P.zza Mazzini, 1 - 95121 Catania Tel. 095-34.99.02

Via LibertĂ , 88 - 96010 Sortino (SR) Tel. 0931-95.40.66

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Gennaio–Giugno 2014 Pasqua 2014 (Parr. S.M. La Guardia)

Catania nel Cuore

Trimestrale di informazione cardiologica Direttore: Antonio Circo Direttore responsabile: Salvatore Vitale Direttore editoriale: Mario Guzzardi Comitato di redazione Antonio Circo, Marcella Guzzardi, Mario Guzzardi, Nunzio Spitalieri, Francesco Turco, Salvatore Vitale Stampa: Tip. Francesco Lazzara Via Zurria, 46 – 95121 Catania Reg. Tribunale di Catania n.2/2010 del 05–02–2010 (Registro giornali e periodici) Editore: Ass. Amici del Cuore Onlus Presidente: Vito Cicchello Leanza della Casa di Cura Villa l’Ulivo Carmide S.r.l. Via Feudogrande, 13 95126 Catania e-mail: catania-nelcuore@virgilio.it sito web: www.cataniacuore.it Quote associative annuali: socio ordinario: € 20,00 socio sostenitore: € 35,00 c/c Credito Siciliano – Acicastello CT IBAN: IT-41-Y-0301926102000008012614 “Catania nel Cuore” è distribuito gra-

tuitamente ai soci dell’associazione, agli Istituti di cardiologia, ai medici cardiologi, e a quanti si siano particolarmente distinti nella ricerca, nella prevenzione e nella cura delle patologie cardio-vascolari. Gli articoli, le lettere, e quant’altro, inviati per la pubblicazione, non vengono restituiti. Il comitato di redazione si riserva il diritto di modificare o eseguire piccoli interventi sui testi, per uniformarli alle norme redazionali o per esigenze d’impaginazione, ma anche per garantire consistenza stilistica e uniformità editoriale. I diritti su tutto ciò che viene pubblicato appartengono a Catania nel Cuore. Riguardo alle illustrazioni, la redazione avrà cura di ottenere la relativa autorizzazione degli aventi diritto. Le foto pubblicate sono pertanto acquisite con relativo assenso scritto o verbale all’utilizzo, o fornite direttamente dagli interessati; altre, senza indicazione di copyright, si intendono di pubblico dominio e pertanto utilizzate comunque senza fini di lucro. Nel caso che gli aventi diritto siano irreperibili, si resta a disposizione per regolare eventuali spettanze.

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