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Anno III n. 11–12

Gennaio–Giugno 2013

Trimestrale di informazione dell’Ass. “Amici del Cuore” della Casa di Cura Villa l’Ulivo Carmide S.r.l. Aderente a CONACUORE – Coordinamento Nazionale Associazioni del Cuore

Disturbi cognitivi e disturbi cardiaci Per tanti anni il paradigma Newtoniano – Cartesiano, secondo cui la psiche (res cogitans) e il corpo (rex extensa) sono due realtà indipendenti l’una dall’altra, ha tenuto banco in molti campi della scienza medica. Questa concezione ha iniziato ad andare in crisi con l’introduzione del noto effetto placebo (trarre beneficio da un falso farmaco considerato curativo dal paziente) e del meno noto effetto nocebo (il contrario di placebo). Il primo rapporto scientifico in merito, che fece scalpore, venne pubblicato nel 1942 da Walter Bradford Cannon (1871-1945), grande fisiologo statunitense e studioso dello stress. Egli documentò morti improvvise in seguito a riti “vudù”, ipotizzando che il cuore fosse andato in crisi per una attivazione parossistica del sistema nervoso simpatico, causata dal potente stress emotivo conseguente ai riti magici.

La medicina moderna ha ripetutamente documentato che uno stress grave, una minaccia per la propria vita, o la perdita di una persona molto cara, sono in grado di causare una catastrofe cardiaca, fino a mettere in grave crisi l’organo. Esiste dunque una correlazione tra cuore e cervello. Studi e ricerche si sono focalizzati sulle connessioni tra malattia cardiovascolare e disturbi cognitivi, e si è in grado di dimostrare che questa correlazione non riguarda solamente le emozioni ed i loro effetti: insufficienza cardiaca e deficit delle funzioni cognitive sono condizioni mediche che compaiono sempre più frequentemente associate nella popolazione occidentale, con conseguente aumento di ospedalizzazione e di mortalità. Fattori di rischio vascolare risultano correlati all’insorgere di malattia di Alzheimer, particolarmente col deficit mnestico

(perdita di memoria), che di questa malattia è un sintomo principale. Colesterolo e pressione alta, così come diabete di tipo II e obesità, sono parimenti dannosi al cuore come al cervello. È auspicabile, pertanto, che la clinica di ognuna delle due aree, quella cardiaca e quella cognitiva, proceda tenendo d’occhio anche l’altra, sapendo che segni di malfunzionamento di una di esse possono essere considerati segni, o quanto meno potenziali precursori, di malfunzionamento dell’altra. Ciò, ovviamente, vale anche per quanto riguarda i comportamenti di prevenzione, per cui una sana alimentazione, il controllo pressorio, uno stile di vita equilibrato, la sollecitazione intellettiva, l’equilibrio emozionale e l’esercizio fisico sono da considerare necessari sia al benessere del cuore che a quello della mente. GESSICA LA LEGGIA


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Rubrica

Dalla parte del paziente

Questa rubrica è aperta a tutti. Ogni socio che volesse collaborare è il benvenuto, nello spirito di questo foglio che, oltre ad essere un mezzo di divulgazione, si propone di invitarci all’osservanza di alcune elementari regole di vita per la salvaguardia della nostra salute.

Quando il mio cardiologo mi propose una coronarografia, e mi suggerì di farla presso il Campus Biomedico di Trigoria (Roma), all’inizio fui combattuto tra le remore che normalmente assalgono il paziente a fronte di un esame abbastanza invasivo, e la curiosità di conoscere questa struttura, famosa perché beneficiata da una donazione di terreno da parte di Alberto Sordi, attore amatissimo soprattutto da noi romani. Ci rifletto un po’, poi penso che è primavera, mi sento relativamente bene, perché aspettare? E così mi informo, prendo appuntamento e vado. Lascio l’auto nel parcheggio sotterraneo, mi smarrisco un po’ nell’atrio che sembra la hall di un mega albergo, tra negozi e scale mobili, ma proprio al centro c’è un banco informazioni e in breve mi ritrovo seduto in poltrona davanti all’ufficio accettazione. Ci si squadra di sottecchi, ognuno con la sua borsa o il suo trolley; quando arriva il mio turno vengo chiamato e inviato al reparto. La struttura è nuovissima, tutto luccica, la stanza è spaziosa e luminosa, si apre sulla campagna romana. Incontro un altro paziente, più anziano di me, loquace quanto basta (in un paio di giorni so tutto della sua vita e della sua famiglia). Inizia una processione di persone, che si avvicendano per accudirmi. All’inizio sono disorientato, persone giovani o giovanissime, non sai se sono medici, infermieri, studenti, laureandi, praticanti, caposala, portantini o altre figure improbabili; le divise non aiutano perché sono tante e diverse. Spesse volte arrivano in gruppo, magari una agisce e le altre assistono, allora pensi: queste sono praticanti e quella che fa (e spiega) è la loro insegnante. A volte il personaggio pare più autorevole, sarà un medico, dopo una breve anamnesi mi illustra quello che farò e mi fa firmare la liberatoria. Non posso più tirarmi indietro, sono preso nell’ingranaggio, capisco che devo solo assecondare e lasciarmi andare. Il mattino seguente inizia molto presto, di nuovo tante facce, sempre diverse. Va e vieni continuo, poi andiamo per l’ecodoppler. Mi prendono due ragazzi in camice, molto giovani, beati loro; da come parlano danno anche l’impressione di essere competenti. Ad ogni modo arriva una dottoressa attempata e si mette anche lei a smanettare davanti allo

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Il Campus Biomedico di Trigoria (Roma) schermo. Confabulano e mi trovano piuttosto bene; come mai vengo a fare questa coronarografia? E che ne so io? È il mio cardiologo che mi manda. Poi finalmente siamo nel laboratorio di emodinamica. Il medico che dirige mi parla di continuo. Lo fa per farmi stare tranquillo, immagino. Del resto sono in un ambiente confortevole; sento le voci degli addetti insieme ai rumori di fondo dei macchinari. Sono mezzo nudo ma non ho freddo, mi avranno pure sedato in qualche modo, credo. L’esito è buono, sembrano soddisfatti. Di nuovo in stanza, ora devo stare immobile. Viene sera e chiedo all’ennesima ragazza in camice colorato di legarmi la gamba alla lettiera. Non vorrebbe, ma io non posso garantire di non rotolarmi nel sonno. Un po’ riluttante si convince; arrivano un paio di infermierette con una divisa mai vista che si danno da fare con un lenzuolo arrotolato e insomma il paziente è bloccato e accontentato. Il giorno dopo me ne vado. Mi faccio venire a prendere perché non devo guidare per un paio di giorni, e mentre mi allontano per i prati fioriti di Trigoria, sono grato al SSN che si è fatto carico e alla struttura che mi ha assistito. Ho avuto a che fare con un’organizzazione impersonale e con cento volti che già non ricordo più, ma forse proprio per questo sento di aver vissuto un’esperienza molto umana. RENZO FLAMINI


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I quesiti di Nunzio Spitalieri

Cinque domande al Prof. Salvatore Mangiameli Professore, che cosa si intende per Fibrillazione atriale?

La fibrillazione atriale è una aritmia, nella quale gli atri, che normalmente ricevono il sangue che torna al cuore, non si contraggono in maniera coordinata con i ventricoli. Inoltre, l’alterata formazione dell’impulso che dà inizio al ciclo cardiaco, influenza anche la contrazione dei ventricoli, che pompano il sangue ai polmoni e agli altri organi. Il battito cardiaco risulta, quindi, aritmico e il cuore si troverà a pompare una diversa quantità di sangue ad ogni battito. Tuttavia quello che è più importante, è il rischio di formazione di coaguli e trombi, negli atri che non si contraggono efficacemente. Questi trombi, talvolta, possono passare in circolo occludendo le arterie del cervello o di altri organi, causando ictus o ischemie. Un’altra evenienza potenzialmente pericolosa, è data dal fatto che i ventricoli potrebbero battere ad un ritmo troppo basso o troppo elevato, causando scompenso cardio-circolatorio.

Quali sono le cause di insorgenza della Fibrillazione atriale?

La fibrillazione atriale è l’aritmia più comune ed interessa fino al 2% della popolazione europea. Le cause sono molteplici: ogni tipo di cardiopatia strutturale può provocare l’insorgenza di un lento processo che porta alla disorganizzazione e mal-

funzionamento dei circuiti elettrici atriali e può causare questa aritmia. Tra i fattori di rischio più comuni si ricordano: l’invecchiamento, l’ipertensione, le malattie della tiroide, le coronaropatie, lo scompenso cardiaco, le valvulopatie, difetti cardiaci congeniti, le malattie polmonari croniche. Anche la genetica è stata chiamata in causa.

Cosa percepisce il paziente?

Fino ad un terzo dei pazienti con fibrillazione atriale non ha nessun sintomo. I sintomi più comuni sono una sensazione fastidiosa di sentire il proprio battito cardiaco, il cardiopalmo, battito irregolare, sensazione di sfarfallio del petto; alcuni pazienti possono avvertire fame d’aria, si può arrivare fino a quadri di vero e proprio edema polmonare talora, può associarsi un pressione sistolica ridotta. A volte una riduzione della portata cardiaca, può causare giramenti di testa o svenimenti. In alcuni casi l’aritmia, già presente da tempo in forma asintomatica, può esordire con ischemia cerebrale transitoria o con un vero e proprio ictus.

Come si diagnostica?

Nella maggior parte dei casi, il sospetto clinico è confermato da un semplice elettrocardiogramma. Nei casi di durata limitata e con rare recidive, può essere necessario un monitoraggio ECG (elettrocardiogramma) di 24 ore o talvolta di durata più prolungata.

Può recedere spontaneamente o è assolutamente necessaria una terapia farmacologica?

Generalmente la fibrillazione atriale progredisce da episodi rari e di breve durata ad episodi sempre più frequenti e di durata più lunga. In certi pazienti però, questa progressione è lenta nel tempo, mentre altri pazienti hanno delle cause correggibili, come una malattia da reflusso gastro-esofageo o una tireopatia, in questi

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Attività 2013

(segue dalla pag. precedente) casi, corretta la causa, l’aritmia potrebbe anche non ripresentarsi più. La terapia si fonda su due cardini: 1. la protezione da ictus; 2. il ritorno al ritmo normale o ad una frequenza accettabile. La protezione dal rischio di ictus, avviene mediante farmaci anti-aggreganti e anti-coagulanti, questi farmaci non sono sempre necessari, in pazienti a basso rischio possono essere evitati. Inoltre questi farmaci espongono ad un aumentato rischio di sanguinamenti, quindi dovrebbero essere somministrati nei pazienti a rischio e monitorati strettamente. In questo campo, la ricerca, è progredita molto e nei prossimi anni saranno a disposizione farmaci meno rischiosi e con meno necessità di controlli ematici. Il secondo obiettivo è limitare la sintomatologia del paziente. Questo può essere fatto ripristinando il normale ritmo cardiaco mediante farmaci, mediante una scossa elettrica al cuore, la cardioversione elettrica o semplicemente controllando la frequenza cardiaca con dei farmaci, che evitano che sia troppo elevata. In alcuni casi se la frequenza è troppo bassa potrebbe essere necessario impiantare un Pacemaker definitivo. Anche in questo campo esistono interessanti possibilità terapeutiche, come la possibilità di ablare (eliminare), con dei cateteri introdotti dall’inguine e che arrivano fino al cuore, i circuiti che permettono l’insorgenza dell’aritmia. Nella scelta del trattamento adeguato al paziente, entrano in gioco complessi algoritmi, che tengono conto di tutte le variabili del paziente, tra cui l’età, la causa, la sintomatologia, la frequenza con cui insorge la fibrillazione, per contribuire a creare una terapia “cucita” addosso al singolo paziente. Grazie Professore per la sua chiarissima esposizione e alla prossima.

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LIBRINO • •

TORNEO DI CALCIO Amici del Cuore PROGRAMMA DI ASCOLTO DEL DISAGIO IN ADOLESCENZA

• IL RISPETTO DEL CODICE DELLA STRADA A CATANIA (concorso fotografico) •

CONOSCIAMOCI MEGLIO “Programma di educazione alimentare e comportamentale”

• CLUB DEL CUORE Tutor: Alberto Bonanno “Scacciapensieri” “Intrattenimento musicale siciliano” Puccio Castrogiovanni ed Enrico Cassia Auditorium Parrocchia Resurrezione del Signore Giovedì, 19 sett. – ore 16:30 • CLUB DEL CUORE Tutor: Angelo Strazzeri “Qual è il rapporto tra padre e figlio oggi?” Auditorium Parrocchia Resurrezione del Signore Giovedì, 17 ott. – ore 16:30 • “BICICLETTANDO CON IL CUORE” Tutti insieme per le strade di Librino Domenica, 27 Ottobre • CLUB DEL CUORE Tutor: Mario Guzzardi “Problemi esistenziali: rapporto con se stessi e con gli altri in faiglia, nel lavoro, e nella vira sociale.” Auditorium Parrocchia Resurrezione del Signore Giovedì, 21 nov. – ore 16:30

VITA SOCIALE (Tutti insieme) • “CAMMINANDO CON IL CUORE” Lungomare di Catania (P.zza Europa) Domenica, 28 Apr – 9:30 • “GITA A VIZZINI“ Sabato, 25 Mag. – ore 8:00 • “ARRUSTI E MANCIA CON IL CUORE” “Al Vecchio Palmento” Via Garibaldi, 60 – Viagrande Sabato, 29 Giu. – ore 12:00 • “IN MONTAGNA CON ILCUORE“ “I Cudduruni del Cuore” Chiesa Madonna delle Nevi Etna Sud Sabato, 7 settembre • “L’ARTI DI MANCIARI “ “Piatti stagionali, sani e dietetici, della cucina siciliana” (data da definire) • “NATALE CON IL CUORE” Parrocchia Santa Maria la Guardia Dicembre (giorno da definire)

IL 5 x 1000 agli “Amici del Cuore”

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Amico cuore a Librino

I nostri sponsor

Si è concluso il I° semestre 2013 del Progetto “Amico Cuore” a Librino. All’Istituto Comprensivo Campanella Sturzo una mostra dei migliori elaborati degli alunni ha fatto bella mostra di sé chiudendo degnamente sia il progetto “La prevenzione cardiovascolare: il ruolo dei fattori di rischio” – che ha coinvolto alunni e famiglie e sia il progetto “Pronto per il soccorso”, ispirato al calendario annuale del Conacuore. All’Auditorium della Parrocchia Resurrezione del Signore il Club del Cuore con cadenza mensile ha prodotto: 1) “I doli du Signuri” spettacolo di Pasqua; 2) “Librino con il Cuore“ concerto dei giovani di Librino; 3) “Bouquet di note” concerto per violino e piano con Rosalba Nicolosi (violino) e Simona Scirè (al piano). La stagione è stata conclusa dalla cena “La Pizzolata del Cuore” tipica esecuzione del progetto L’Arti di manciari che rivitalizza i piatti tipici della cucina siciliana, nell’ottica di una sana e corretta alimentazione . La Pizzolata si è potuta realizzare grazie alla generosità del socio Angelo Pappalardo proprietario del locale “La Pizzoleria” di Piazza Mazzini 1, Catania Vi Auguro una serena estate. ANTONIO CIRCO 5


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I doli du Signuri “Non ci sono parole” è l’espressione felicemente utilizzata dalla sig.ra Ina Majorana che assieme alle figlie, Livia Majorana Scammacca e Sara Denti Majorana, ha assistito con tanta attenzione allo svolgersi della rievocazione mistica della passione, morte e resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo tenutasi sabato 13 aprile presso la palestra per la riabilitazione della casa di cura Villa l’Ulivo – Carmide. La signora Ina e tante altre persone, alla fine si è stretta attorno agli interpreti per congratularsi ed abbracciarli affettuosamente. La passione con la quale gli artisti si sono esibiti con canti e poesie siciliane accompagnati da vari musici ha suscitato nei presenti una grande emozione, emozione che traspariva palesemente dai loro volti e perché no fra i più sensibili qualche lacrima ha fatto anche capolino. L’interpretazione tutta in assoluta lingua siciliana si è svolta in rigoroso silenzio, rotto alla fine con l’esplosione di un fragoroso e prolungato applauso. Quanta commozione l’evento è riuscito a suscitare fra i presenti! Commozione che il dott. Circo, fautore della manifestazione, ha messo in evidenza alla fine, suffragata dai consensi e compiacimenti degli astanti. Un particolare brivido ha percorso noi tutti quando il poeta Ciccio D’Arrigo dice: “A li peri di la cruci / c’è la Matri Addulurata” ed ancora il cantore Melo Zuccaro in un passaggio: “Iu sugnu piccaturi / e vui chianciti, / iu sugnu dibituri / e vui pavati” rivolto alla croce in legno che lo sovrasta, opera artigianale del piccolo Christian Carelli e del nonno suo, mentre il bellissimo quadro del Cristo morente è una creazione raffinata della pittrice Francesca Privitera. Oltre ai suddetti hanno dato vita alla Sacra rappresentazione, con la direzione artistica di Gabrie-

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le Gagliano: • Angelo Costantino e Carmelo Filogamo alla chitarra; • Gaetano Filetti chierichetto. • Giacomo Gucciardo alle percussioni; • Pippo Marchese 2° voce recitante e regista; • Rosanna La Ferla 1° voce recitante; • Salvo Pirrotta al violino; • Santo Privitera al mandolino. Organizzazione e presentazione di Nunzio Spitalieri; foto a cura di Gianni De Gregorio e Maria Luisa Spampinato.

Sempre caldeggiata dal dott.. Circo, la stessa è stata replicata giovedì 18 aprile presso l’auditorium della Parrocchia La Resurrezione del Signore a Librino con i medesimi protagonisti e con un simpatico intervento di Sebastiano Giustolisi. Pure a questa rappresentazione sono stati riservate ovazioni di notevole gradimento. Apprezzamenti sono stati espressi anche dai sacerdoti Don Francesco Furnari e Don Salvo Cubito, ben collaborati dalla sig.ra Betty Ragalmuto e Salvo La Porta. Una sola considerazione: facciamo in modo che non scompaiano questi semplici ma sentiti riti popolari. NUNZIO SPITALIERI


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Rubrica

Luminari della medicina

a cura di Mario Guzzardi

Continuiamo la serie delle brevi biografie di medici catanesi o che hanno insegnato nel nostro ateneo, quali docenti e clinici di altissima professionalità. La scuola della medicina e della cardiochirurgia a Catania ha raggiunto livelli di eccellenza di cui tutti noi cardiopatici della Sicilia orientale abbiamo beneficiato, grazie alla fortunata coincidenza di avere nella nostra Università cattedratici di straordinario valore sia a livello nazionale che internazionale, documentato dai numerosi riconoscimenti e dagli incarichi in istituzioni di altissimo prestigio che essi hanno ricoperto. Questo fatto straordinario ha permesso alla nostra città di portare la cultura medica a livelli molto alti e di produrre nel tempo una tradizione di grande rinomanza, favorendo grandemente in moltissimi l’orgoglio di appartenere a questa Scuola, sulla scia di grandi medici catanesi come Muscatello, Condorelli e tantissimi altri, e di altri scienziati venuti ad insegnare nel nostro ateneo. Achille Mario Dogliotti (1897-1966) è forse fra i più grandi di questa seconda categoria. Nato a Torino il 25 settembre, quasi perfetto coetaneo di Papa Paolo VI che nasceva l’indomani a Brescia, frequentò le elementari e le medie ad Alba (CN) di cui il padre Luigi, Ufficiale sanitario della rinomata cittadina, famosa in tutto il mondo per la sua produzione del tartufo, fu sindaco per due anni fino alla sua prematura scomparsa, nel ‘14, quando lasciò orfano il figlio, non ancora 17enne. Verso la fine della sua carriera, il 16 luglio ’64, Alba gli conferì la cittadinanza onoraria, riconoscendolo espressamente, nella motivazione, “chirurgo di rinomanza mondiale”. Probabilmente per seguire le orme paterne, il giovane Achille, dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale, decise di iscriversi alla facoltà di medicina dell’Università di Torino, dove si laureò nel ’20, quindi a soli 23 anni (secondo gli standard odierni, sembra paradossale che ci si potesse laureare in medicina in così giovane età). Conseguita la libera docenza in Patologia speciale chirurgica nel 1926, quindi appena prima dei trent’anni d’età, Dogliotti assunse nel ’35 la direzione dell’istituto di Patologia chirurgica dell’uni-

versità di Modena e Reggio Emilia e quindi, due anni dopo venne ad onorare l’Università di Catania, vincendo il concorso per la cattedra di Clinica chirurgica, di cui fu titolare dal ’37 al ’43, quindi in perfetta sovrapposizione con il rettorato del giurista prof. Sen. Orazio Condorelli, a cui abbiamo accennato in precedenti articoli di questa rubrica. In quegli anni avrà certamente incontrato il prof. Mario, padre del Rettore ed il fratello dello stesso, prof. Luigi, che insegnavano nello stesso ateneo in altri istituti della Facoltà di medicina. Dogliotti aveva fondato nel ’35 la rivista “Minerva anestiosologica” e pubblicò numerosi trattati ed articoli scientifici su riviste di medicina fra le più prestigiose, sia nazionali che internazionali (non ci sembra il caso di elencarli in questa sede). Ha contribuito in maniera determinante ad affinare la tecnica della circolazione del sangue extracorporea, permettendo le operazioni a cuore aperto, in condizioni di arresto cardiaco. Il suo interesse per la cardiochirurgia iniziò negli Stati Uniti, nel ’46, dove ebbe modo di assistere ad alcuni interventi sul cuore effettuati dal pioniere della cardiochirurgia Alfred Blalock (1899-1964), di cui rimase tanto ammirato da intestargli successivamente il Centro di chirurgia cardiaca a Torino, nella cui Università si era trasferito da Catania nel ’43, assumendo la cattedra di Clinica chirurgica che mantenne fino alla morte. Dogliotti rimane una delle figure più eminenti nel campo della cardiochirurgia. Dette contributi molto significativi allo sviluppo della tecnica operativa, ma anche nel campo delle trasfusioni, dell’anestesia e nella terapia del dolore, tanto per citarne solo alcuni. Fra i numerosi riconoscimenti, presiedette le celebrazioni per il centenario dell’Unità d’Italia, svoltesi a Torino nel 1961, ed a livello internazionale presiedette l’International College of Surgeons (ass. internaz. di chirurghi). Il prof. Dogliotti è scomparso a Torino il 2 giugno 1966. È sepolto nel cimitero monumentale della stessa città.

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Gita a Vizzini Sabato, 25 maggio

Catania nel Cuore

Trimestrale di informazione cardiologica Direttore: Antonio Circo Direttore responsabile Salvatore Vitale Direttore editoriale: Mario Guzzardi Comitato di redazione Antonio Circo, Marcella Guzzardi, Mario Guzzardi, Nunzio Spitalieri, Francesco Turco, Salvatore Vitale Stampa: Tip. Francesco Lazzara Via Zurria, 46 – 95121 Catania Reg. Tribunale di Catania n.2/2010 del 05–02–2010 (Registro giornali e periodici)

Scalinata di Maioliche ( ’A scalazza )

Chiesa Madre – San Gregorio Magno Portale laterale 8

Editore: Ass. Amici del Cuore Onlus Presidente: Vito Cicchello Leanza della Casa di Cura Villa l’Ulivo Carmide S.r.l. Via Feudogrande, 13 95126 Catania e-mail: catania-nelcuore@virgilio.it Quote associative annuali: socio ordinario: € 20,00 socio sostenitore: € 35,00 c/c Credito Siciliano – Acicastello CT IBAN: IT-41-Y-0301926102000008012614 “Catania nel Cuore” è distribuito gra-

tuitamente ai soci dell’associazione, agli Istituti di cardiologia, ai medici cardiologi, e a quanti si siano particolarmente distinti nella ricerca, nella prevenzione e nella cura delle patologie cardio-vascolari. Gli articoli, le lettere, e quant’altro, inviati per la pubblicazione, non vengono restituiti. Il comitato di redazione si riserva il diritto di modificare o eseguire piccoli interventi sui testi, per uniformarli alle norme redazionali o per esigenze d’impaginazione, ma anche per garantire consistenza stilistica e uniformità editoriale. I diritti su tutto ciò che viene pubblicato appartengono a Catania nel Cuore. Riguardo alle illustrazioni, la redazione avrà cura di ottenere la relativa autorizzazione degli aventi diritto. Le foto pubblicate sono pertanto acquisite con relativo assenso scritto o verbale all’utilizzo, o fornite direttamente dagli interessati; altre, senza indicazione di copyright, si intendono di pubblico dominio e pertanto utilizzate comunque senza fini di lucro. Nel caso che gli aventi diritto siano irreperibili, si resta a disposizione per regolare eventuali spettanze.


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