Serenissimi Vini

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SerenissimiVini

PH. BULLANTMULTIMEDIA - ISTOCKPHOTO

ANNO 4 - NUMERO 3 - Periodico quadrimestrale - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale –70% NE/TV - Contiene IP

IL GIORNALE DEL CONSORZIO VINI VENEZIA

Obiettivi per il 2016

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Malanotte, l’animo delle Terre del Piave

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Le facce dei produttori pag. 22

Iniziativa realizzata con la compartecipazione di:

DICEMBRE 2015 - N° 3


Dai Vivai Cooperativi Rauscedo i 10 vitigni resistenti alle malattie

L’editoriale del Presidente

STUDIOFABBRO.COM 12-2015

Il Consorzio e gli obiettivi per il 2016: nuovi impianti, Pinot Grigio, biodistretto

Vivai Cooperativi Rauscedo: il numero 1 al mondo del vivaismo viticolo

SAUVIGNON RYTOS SAUVIGNON NEPIS SAUVIGNON KRETOS SORELI FLEURTAI

JULIUS MERLOT KHANTUS MERLOT KHORUS CABERNET VOLOS CABERNET EIDOS

È iniziato il duemilasedici, e subito ci regala dei dati del consumo mondiale di vino in forte crescita, è un buon viatico per l’anno “bisesto” che verrà. La viticoltura veneta è in grande espansione, come confermano i dati della Regione presentati il giorno 22 dicembre a Lonigo, sugli scudi Prosecco, Pinot grigio, sistema Verona. Però a fronte di questi riscontri certi e positivi, abbiamo ancora poca certezza su ciò che ci aspetterà in merito al sistema delle autorizzazioni per i nuovi impianti. Ancora una volta assistiamo ad una pratica in puro italian style, cioè si arriva a ridosso delle scadenze decise, o peggio si va pure oltre, e poi si piazza una bella proroga, così si fa! Credo siano mancati volontà e coraggio, nel fare proposte forti e di buon senso, come ad esempio il bacino unico delle autorizzazioni, piuttosto che una distribuzione regione per regione, premiando chi in questi anni ha disinvestito dal settore smantellando nel tempo un sistema che in certi territori era molto forte. Si potevano mettere dei paletti per evitare le sicure speculazioni che ci saranno dei furbetti del diritto di reimpiantino, che hanno venduto i loro diritti al nord a caro prezzo, e ora magari vorrebbero reimpiantare con autorizzazioni gratuite. Ma si sa le cose da noi a volte vanno così! Torniamo alla crescita, anche il nostro Consorzio cresce, soprattutto nella tipologia Pinot grigio, particolarmente ap-

prezzata e richiesta. Per questo motivo sarebbe auspicabile un significativo aumento della quantità rivendicata a Doc Venezia. È negativo avere richieste di mercato importanti e non avere prodotto disponibile, bisogna crederci e avere fiducia! Con l’anno nuovo lavoreremo per apportare delle modifiche al disciplinare del Pinot grigio per renderlo ancora più performante è più aderente alle richieste del mercato. C’è poi un’importante vicenda che ci vedrà tutti impegnati, e riguarda il tema della sostenibilità ambientale. Su due filoni principali: uno riguarda il vino biologico, l’altro l’impronta carbonica o per dirla all’anglossassone il carbon foot print. I primi giorni di ottobre dell’anno scorso presso H-Farm a Roncade, sotto l’egida del Consorzio, è stato costituito il biodistretto ed ha cominciato ad operare, nell’intento di valorizzare e mettere a fattor comune una produzione ben presente nel territorio del nostro Consorzio. Per quanto riguarda l’aspetto del carbon foot print, è un tema che vorremmo affrontare nel breve, per dare risposte moderne ed “ambientali” al mercato che dimostra sempre più sensibilità molto marcate su questi temi. È un modo nuovo di fare marketing, che va messo a disposizione di tutte le nostre aziende che guardano al futuro in chiave nuova e moderna. Buon anno a tutti voi cari soci! Il Presidente Giorgio Piazza

NEL VIGNETO DEL FUTURO PERONOSPORA? OIDIO? NON PREOCCUPARTI! Con i 10 nuovi vitigni resistenti, nati dalla collaborazione tra i Vivai Cooperativi Rauscedo, l’Università di Udine e l’Istituto di Genomica Applicata e proposti in esclusiva mondiale, potrai realizzare vigneti ad alta sostenibilità ambientale e dormire sonni tranquilli!! Via Udine, 39 33095 Rauscedo (PN) Italia Tel. +39.0427.948811 Fax +39.0427.94345 www.vivairauscedo.com vcr@vivairauscedo.com CONSORZIO VINI VENEZIA ˙ 3 2015

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L’editoriale del Direttore

La Doc Venezia cresce trainata dal Pinot grigio Scoprendo San Polo di Piave, tra antichi reperti, affreschi e risorgive. Provenendo da Oderzo, poco dopo Ormelle, si intravede sulla sinistra della strada provinciale l’antica chiesetta di San Giorgio, forse il monumento storico più significativo e degno di nota nel territorio di San Polo di Piave. E’ posta su un rialzo naturale del terreno presso la strada romana “tridentina”, in una zona di notevole interesse archeologico. La chiesetta presenta un ciclo di affreschi di notevole valore artistico del pittore Giovanni di Francia. Molto famosi i due quadri superstiti della storia di San Giorgio, il primo ed il quarto e l’Ultima Cena nella quale i commensali mangiano gamberi di fiume e bevono vino rosso, due peculiarità tipiche di questa zona.Poco oltre l’Agenzia Agraria, si apre Piazza Nicolò Papadopoli, intitolata il 1° maggio 1922 alla memoria dell’illustre Senatore del Regno e benefattore del paese; è uno scenario unico e stupendo sul quale si affacciano il Castello, il Palazzo Bertoni, oggi sede Municipale, il Palazzo

Gabrieli e la Chiesa Arcipretale, intitolata alla Conversione di San Paolo. Il Castello, con il grande parco realizzato attorno al lago, era la residenza di campagna della famiglia Papadopoli che aveva il suo palazzo sul Canal Grande di Venezia, vicino al ponte di Rialto. La struttura attuale risale al 1865. Lasciata la Caminada, sul tragitto di questa antica strada, arriviamo al parco Gambrinus, dove nasce il fiume Lia da polle risorgive. Sulla via dell’ongaresca incontriamo sulla sinistra l’Oratorio del “Liberatore” posto sul confine fra le Parrocchie di San Polo e di Rai ed adiacente al seicentesco Palazzo Zuliani. Proseguendo, arriviamo a Rai, sullo sfondo i resti della torre. Poco lontano si trova un altro edificio di grande interesse storico ed artistico, la chiesa del Carmine con adiacente la Casa Convento, facenti parte di un complesso claustrale di padri carmelitani. Sul portale d’ingresso vi è lo stemma dei Collalto, famiglia comitale che possedeva parte dei terreni di Rai.

Marcadoc vi suggerisce alcune occasioni per visitare la provincia di Treviso Fiori d’inverno – Le mostre del Radicchio Rosso “Fiori d’inverno”, ovvero i radicchi Igp della Marca: lo spadone rosso di Treviso e la rosa (il variegato) di Castelfranco. I due prodotti delle terre della Marca, lungo le sponde del Sile, sono al centro di 11 eventi, fino al 20 marzo, da conoscere, vivere e degustare. Prossime tappe: Zero Branco - 23° Mostra del Radicchio Rosso di Treviso IGP Tardivo – dall’8 al 17 gennaio; Preganziol – 45° Mostra del Radicchio Rosso di Treviso – 16 e 17 gennaio; Dosson di Casier – 30° Festa del Radicchio Rosso di Treviso a Dosson – dal 29 gennaio al 7 febbraio; Quinto di Treviso – Colori & Sapori di Primavera – dal 18 al 20 marzo.

Glenn Miller Orchestra al Teatro Accademia di Conegliano – 13 febbraio 2016 E’ stata definita l’ensemble jazz e swing più

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famosa e seguita al mondo, apprezzata e acclamatissima dalla critica e dal pubblico. Il nuovo show rappresenta un vero e proprio tributo a un’epoca, quella della Swing Era, e ai protagonisti di quella musica.

Mostra “El Greco in Italia, metamorfosi di un genio” a Ca’ dei Carraresi - Treviso – fino al 10 aprile 2016

Il 22 dicembre scorso, a Lonigo, la Regione Veneto ed Avepa hanno presentato i dati relativi alla vendemmia 2015, dati che hanno rilevato un forte aumento di quintali di uva rivendicati a DOC Venezia. La produzione rivendicata nella DOC Venezia evidenzia un aumento di ben 49%. In attesa di poter avere disponibilità dei dati in dettaglio, non è difficile pensare che il forte aumento sia dovuto al Pinot grigio. Già nei mesi scorsi avevamo avuto la sensazione di un incremento, certo non in queste dimensioni. Su questa vendemmia gravavano infatti due nuove situazioni non dipendenti da noi, ossia la modifica del disciplinare del Prosecco DOC con l’inserimento del Pinot grigio per il taglio “extra azienda” e la discussione sul progetto di una DOC interregionale del Pinot grigio. Non abbiamo tutt’ora certezza di quanto abbia influito l’una o l’altra situazione. Certo è che dal mio osservatorio ho registrato un forte interesse da parte di importanti operatori veneti e non a valutare l’opportunità di investire nel Pinot grigio DOC Venezia in quanto ritenuto frutto di un disciplinare di produzione credibile volto a valorizzare il prodotto per un posizionamento di mercato medio-alto. Questa mia sensazione è confermata

dal fatto che anche la DOC Valdadige ha avuto un significativo aumento del 10%. Ritengo che queste due DOC abbiano tutte le caratteristiche, anche se diverse, di posizionarsi nella stessa fascia di mercato. Per quanto riguarda il Pinot grigio adatto al taglio possiamo pensare che ne sia stata rivendicata tutta la quantità possibile, probabilmente anche un paio di centinaia di migliaia di ettolitri in più. Quantità che sono state sottratte alle IGT e anche alla DOC Venezia. Credo che per la DOC Venezia l’impatto sia stato molto significativo, molte sono state le cantine che hanno provveduto anzitutto a coprire la percentuale di Pinot grigio per il taglio Prosecco e poi la DOC Venezia quando le quantità lo permettevano e a diminuire le IGT. Chi ha rivendicato Pinot grigio DOC Venezia? Tutti coloro che credono nel territorio e lo dimostrano con i fatti e non con i bei discorsi pubblici e chi non si è prestato a strane alchimie nel registro di carico delle uve. A tutti questi va il nostro elogio. Io penso che la DOC Venezia con un potenziale di produzione a Pinot grigio nella provincie di Treviso e Venezia fondata su 5.753 ettari di superfice, ben oltre la metà della superficie totale del Pinot grigio Veneto, debba essere un punto di riferimento dell’intera produzione del Pinot grigio regionale ed oltre. Questo ci sembra il messaggio che ci manda il mondo della produzione dei vini di qualità. Il Direttore Carlo Favero

Un’esposizione storica che fissa i dieci anni italiani che fecero di Domenikos Theotokopoulos detto ‘El Greco’ un genio della pittura cinquecentesca. La retrospettiva, che per la prima volta si concentra sul soggiorno di El Greco in Italia, presenterà circa 25 opere su un totale di 35 realizzate e valorizzerà gli anni più misconosciuti di questa celebre biografia, quelli in cui – a contatto con Tiziano e Tintoretto – si compirà la metamorfosi da artigiano di pregio a pittore di talento.

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Sommario

Enoteca on line SerenissimiVini

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Chi è Venezia Wine and Food?

ANNO 4 - NUMERO 3 - Periodico quadrimestrale - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale –70% NE/TV - Contiene IP

IL GIORNALE DEL CONSORZIO VINI VENEZIA

pag. 3 Editoriale del Presidente 5 Editoriale del Direttore 6 Sommario 8 Dove siamo stati 10 Prontuario Agronomico 12 Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti” 14 Vino e territorio 20 Biscomarketing 22 Le facce dei produttori 24 Strada facendo 26 Buone nuove 28 Expo 2015 31 Dove saremo

Obiettivi per il 2016

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Malanotte, l’animo delle Terre del Piave

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Le facce dei produttori

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Iniziativa realizzata con la compartecipazione di:

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in questo numero

DICEMBRE 2015 - N° 3

Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti”

Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti”

Premio Mazzotti, “Il vino nella storia di Venezia” vince nella sezione “Finestre sulle Venezie”

“A Venezia, città d’acqua, la vigna non si coltiva, ma fin dalla nascita della città il suo prodotto, il vino, veniva acquistato da mercanti veneziani per essere esportato nelle città del Mediterraneo e da lì fino ai porti lontani dell’Oriente e del Mare del Nord. La ricostruzione delle origini e degli sviluppi di questa attività fiorente illustrata attraverso documenti storici sui traffici e i regolamenti, permette di vedere da un’angolatura molto particolare secoli di storia di Venezia e dei suoi rapporti 12

con l’entroterra oltre che dei commerci e degli scambi con le città d’oltremare”. È questa la motivazione con la quale la giuria del Premio Mazzotti – edizione 2015 ha deciso di premiare il libro “Il vino nella storia di Venezia. Vigneti e cantine nelle terre dei Dogi tra XIII e XXI secolo”, curato dal direttore del Consorzio Vini Venezia Carlo Favero ed edito da Biblos, nella sezione ‘Finestre sulle Venezie’. Un riconoscimento prestigioso che premia il lungo lavoro di ricerca

degli autori – afferma il curatore del libro e direttore del Consorzio Carlo Favero. Un lavoro che ha permesso di riscoprire l’atavico e profondo legame di Venezia con la viticoltura ed il vino, riportando alla luce antichi vitigni che ora rivivono in due vigneti realizzati uno sull’isola di Torcello e l’altro in Cannaregio, nel giardino del convento dei frati Carmelitani Scalzi. Un libro che riafferma il forte legame di Venezia con la viticoltura dell’entroterra, dove i nobili veneziani amavano concedersi

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Biscomarketing

a cura di Lorenzo Biscontin Continuo ad occuparmi di vino con una sintesi ragionata del profilo del consumatore U.S.A. di vino, basata sull’articolo di Larry Walker apparso sul numero di giugno di Meininger’s Wine Business International (rivista a cui consiglio vivamente di abbonarsi). 1. Quanti sono i consumatori di vino americani? Secondo l’indagine del Wine Market Council nel 2014 in USA il 40% dei 230 milioni di americani adulti consumava vino, il che significa 92 milioni di consumatori di vino. 30,4 milioni di americani bevevano vino più di una volta a settimana (consumatori abituali), mentre 61,6 milioni bevevano meno di una volta a settimana (consumatori occasionali).

3. Come si suddividono in termini di gruppi demografici (e quindi, in parte, anche per atteggiamenti di consumo) i 30,4 milioni di consumatori abituali? Sono per il 38% Baby Boomers (nati tra il 1946 ed il 1964), per il 30% sono Millennials (nati tra il 1982 ed il 2004), per il 19% sono Generation X (nati tra il 1964 ed il 1982) e per il 13% sono consumatori oltre i 69 anni di età. Nota bene: nell’analizzare i mercati io consiglio sempre di guardare (più) ai numeri assoluti oltre che alle %. Lascio a voi l’incombenza di fare i calcoli. 4. Cosa stanno bevendo i consumatori americani? Secondo i dati Nielsen, che rileva sia le vendite dai dati scanner dei supermercati

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Biscomarketing

Com’è e come sarà il consumatore americano di vino

2. Quanto pesano i consumatori abituali sul totale dei consumi? I consumatori abituali sono quindi il 33% del totale dei consumatori di vino, però bevono l’81% di tutto il vino consumato negli USA.

lunghi periodi di vacanza che trascorrevano nei loro possedimenti, in gran parte coltivati a vigneto”. Sono state 132 le opere presentate al Premio da 72 case editrici e valutate dalla giuria presieduta da Anna Maria Spiazzi, storica dell’arte, e composta da: l’antropologo Dario Benetti; l’alpinista Orietta Bonaldo; l’etologo Danilo Mainardi; l’architetto Amerigo Restucci; la scrittrice Mirella Tenderini e la giornalista scientifica Alessandra Viola.

che quelle da alimentari (convenience) e liquor store, la tendenza più rilevante è la crescita degli uvaggi a scapito dei vini varietali. Questa tendenza coinvolge principalmente i vini rossi rispetto ai vini bianchi. Negli ultimi due anni il 41% dei nuovi vini apparsi sul mercato USA erano uvaggi, 31% erano uvaggi di vino rosso ed il 10% erano uvaggi di vini bianchi. Il varietale che più di tutti ha subito la sostituzione con gli vaggi è stato il Merlot. 5. Chi saranno consumatori di vino americani nel prossimo futuro? 5.1. Presumibilmente (il perchè del presumibilmente lo spiego dopo) soprattutto da quelli che oggi sono consumatori occasionali. I consumatori abituali sono vicini al massimo del consumo pro-capite (se non l’hanno già raggiunto). Il consumo di vino negli USA è ancora un fenomeno abbastanza recente da permettere l’acquisizione di nuovi consumatori che attualmente bevono altri tipi di bevande alcoliche. Per i Generation X ad esempio si è assistito ad un fenomeno

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di spostamento dalla birra al vino. Soprattutto per i Millenials (di cui non tutti hanno ancora raggiunto i 21 anni dell’età legale per bere alcolici) c’è ancora spazio nella crescita dei consumi pro-capite. Ricordiamoci che si tratta della prima generazione cresciuta in una società dove il consumo di vino era una cosa normale (nei media, nei film ed in TV, nelle recensioni sui giornali, ecc…). Ricordiamoci anche che si tratta di una generazione che è ancora agli inizi dello sviluppo del proprio livello economico e quindi è molto probabile che al crescere di questo cresca anche la disponibilità a spendere di più per bere vini migliori. Queste considerazioni, unite al fatto che la il totale della popolazione adulta negli USA continuerà a crescere, porta a prevedere che il consumo di vino negli USa continuerà a crescere nel medio periodo (il perchè ho scritto potenziale lo spiego più avanti). 5.2. Pronti per la iGeneration? L’altro grande aggregato dei futuri consumatori americani di vino del futuro è (sempre presumibilmente) la iGeneration, ovvero i “giovani Millennials” nati tra la metà ed il finire degli anni ’90. Sono la generazione in assoluto più “connessa”, quelli per cui il web e l’utilizzo multischermo in contemporanea (TV, tablet, smartphone) è la regola, analogico e digitiale sono aspetti di una unica realtà personale e si fondono per cercare di ottener il massimo in termini esperienziali (massimo di semplicità, profondità, rapidità, ecc…). E’ una generazione da cui aspettaresi il costante uso di internet nel decidere le proprie scelte, quindi massima trasparenza e condivisione delle informazioni, massima capacità e voglia di sperimentare le marche (che implica potenzialmente la minima fedeltà alla marca), massima ricerca/ richiesta di autenticità. Stiamo parlando di 60 milioni di consumatori, che raggiungeranno l’età legale per bere alcolici nel 2016. Secondo i vari esperti, se questo gruppo demografico “abbraccerà” il consumo di vino, i consumi di vino negli USA decolleranno (ulteriormente aggiungo io).

anche per il mercato USA composta da tre vini DOC: 1 bianco, 1 rosso ed 1 rosè spumante. Per il rosso invece di utilizzare un varietale abbiamo scelto di fare un uvaggio è di chiamare il vino solamente “Rosso”, seguito dalla denominazione. Fortuna o giudizio? Punto 5: la ragione per cui ho utilizzato il termine “presumibilmente” è perchè i settori delle altre bevande non stanno fermi a guardare la perdita di volumi e/o fatturati e/o quote di mercato. Rispetto alle generazioni precedenti, i consumatori più giovani (quelli appena più vecchi della i-Generation) si sono spostati verso vino e spirits a scapito della birra. La risposta del settore della birra è stata una intensificazione delle attività di marketing, anche relativamente allo sviluppo di nuovi prodotti, soprattutto da parte dei produttori di birre artigianli e da parte delle marche importate. Suona famigliare? In aggiunta metteteci anche il sidro, che ha un buon legame culturale con il target anglosassone. La partita, o la battaglia se preferite, per conquistare i consumi della iGeneration si giocherà sull’intrattenimento, in tutti i significati e le modalità che volete dare alla parola. Da “divertimento” ad “approfondimento”, tanto per citarne un paio. Quello che è sicuro è che per vincerla, la partita (o la battaglia) bisognerà giocarla. Ovvero la comunicazione al consumatore è un processo continuo che costantemente rinnova e rafforza le basi sui cui i consumatori scelgono noi rispetto agli altri. Dove “noi” e gli “altri” rappresentano sia le diverse categorie merceologiche che le diverse marche, a seconda del contesto settoriale oppure aziendale in cui si opera. Punto 5.1: Nel 2011 durante una riunione un mio illuminato collega non di marketing ha detto più o meno così “Io vedo mio figlio utilizzare la tecnologia digitale e mi convinco che per interagire con questa generazione dovremmo riuscire a digitalizzare il gusto“. E’ da quattro anni che ho in mente questa bellissima riflessione (grazie Josef) e forse sono sulla strada per arrivarci, almeno in parte.

Alcune mie note a margine su punti precedenti: Punto 4: nel 2012 la cantina dove lavoravo ha presentato una nuova linea pensata CONSORZIO VINI VENEZIA ˙ 3 2015

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Venezia Wine and Food nasce da un’idea di alcune persone che vivono e conoscono la propria terra, il Veneto Orientale. L’orgoglio di appartenere a questa zona così ricca di natura, storia e tradizioni, ha dato la spinta per formare un marchio che potesse promuoverla in Italia e nel mondo. Venezia Wine and Food si propone di promuovere in particolare il patrimonio enogastronomico, che si interseca intensamente con la storia dei luoghi da cui proviene. Qui infatti vengono prodotti da secoli vini che sono stati tutelati sotto i marchi DOC e DOCG, che garantiscono alti standard qualitativi.

Cosa trovo nel negozio? Lo scopo principale del progetto è quello di far conoscere il territorio attraverso i suoi magnifici vini e gli altri prodotti che lo contraddistinguono. Per questo l’enoteca online di Venezia Wine and Food propone alcuni vini del territorio DOC e DOCG, scelti valutando di volta in volta qualità e prezzi e dedicati a consumatori attenti e qualificati. Le confezioni di prodotti ben rappresentano la cultura della zona, hanno inoltre un prezzo speciale e la garanzia di qualità che solo Venezia Wine and Food può darti!

Perché acquistare nell’enoteca online di Venezia Wine and Food? Proprietario, Editore e Redazione

Consorzio Vini Venezia Sede legale Sestiere San Marco, 2032 - Venezia Tel. 0422 850045 - Fax 0422 850253 consorzio@consorziovinivenezia.it www.consorziovinivenezia.it Sede redazione Via Toniolo, 12 - Treviso

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Direttore Responsabile

Elisa Giraud

Legale Rappresentante

Giorgio Piazza

Stampa Marca Print snc Via Arma di Cavalleria, 4 Quinto di Treviso

Anno IV - Numero 3 - Dicembre 2015

Periodico quadrimestrale Registrazione Tribunale di Treviso n.192/2012 del 08-5-2012 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale – 70% NE/TV

Le proposte che trovi hanno due caratteristiche altamente qualificanti: - sono composte da vini scelti con cura da chi conosce profondamente il territorio e i vini che vengono prodotti. - hanno un prezzo speciale dettato dalla volontà di “divulgare” quanto più possibile la cultura e la storia del territorio.

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www.shop-veneziawineandfood.it CONSORZIO VINI VENEZIA ˙ 3 2015

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Dove siamo stati

Dove siamo stati Premio OIV Il 19 ottobre 2015 presso l’Ambasciata di Romania a Parigi, l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV) ha premiato “Il vino nella storia di Venezia – Vigneti e cantine nelle terre dei dogi tra XIII e XXI secolo” con la Menzione speciale del prestigioso concorso internazionale che premia ogni anno i libri migliori che riguardano il mondo del vino. Il libro, edito da Biblos e curato da Carlo Favero, ha ricevuto la Menzione speciale nella categoria “Storia e belle arti”. I premi assegnati dalla Giuria dei Premi dell’OIV ogni anno sono un punto di riferimento e riconoscimento internazionale nel mondo del vino. Il Premio della Giuria viene assegnato da molti anni ai migliori libri pubblicati nel corso degli ultimi due anni in ambito scientifico, tecnico, economico, giuridico, geografico, storico, ma anche nei settori della salute, della letteratura e delle belle arti. E dal 2010, per promuovere la scoperta dei vini e la cultura del vino, sono state aggiunte delle categorie che permettono un approccio edonistico e multiculturale: l’abbinamento tra vino e cibo, scoperta e presentazione dei vini, vini e territori di tutto il mondo.

Raboso Wine Experience L’8 novembre 2015 presso Villa Braida di Mogliano Veneto, il Raboso del Piave è stato protagonista di un evento Wine Experience targato Ais Veneto.

“Il vino nella storia di Venezia” in tour Il libro è stato presentato in due prestigiose librerie trevigiane: la Canova di Treviso e la Lovat di Villorba.

Convegno sul biodistretto Il 6 novembre 2015 a Verona, il Consorzio Vini Venezia con il direttore Carlo Favero è stato tra i relatori del convegno incentrato sul tema del biodistretto

Educational tour con giornalisti italiani e stranieri Due delegazioni di giornalisti, una italiana e l’altra estera, hanno visitato le terre del Consorzio, una il 12 ottobre e l’altra il 15 dicembre 2015.

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Prontuario Agronomico

Prontuario Agronomico

Alcune indicazioni di concimazione del vigneto a cura di Fiorello Terzariol Ci sono dei passaggi ben definiti e basilari nella filiera vitivinicola prima di arrivare all’agognata idoneità, che certifica l’acquisizione di un vino da potersi finalmente definire DOC e/o DOCG o, addirittura, con un numero di contrassegno (bollo di Stato) che celebra un iter di duri e “spietati” controlli che sfociano con la certezza che, davanti a noi, si trova una bottiglia con il massimo risultato enologico. Quindi, tutto ha inizio con il preparare la “colazione” al nuovo vigneto e così, successivamente ogni anno, con “pranzo” e “cena”, per mantenere al massimo l’efficienza fisiologica della coltura. Si parla ovviamente di concimazione e nelle prossime righe si daranno le indicazioni base per espletare al meglio e molto semplicemente tale pratica agronomica. La prima tabella rappresenta le interazioni positive/negative tra i principali elementi nutritivi, che si possono trovare più o meno presenti nel terreno o “aggiunti” con una opportuna fertilizzazione. Alcuni esempi: un’interazione negativa comporta, nel caso di elevato apporto del potassio nel terreno, un “blocco” nell’assorbimento

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del magnesio nella pianta, con la classica ed evidente manifestazione da carenza (vedi foto), anche se i nostri terreni sono ricchi di carbonato di calcio e magnesio derivati dall’origine alluvionale della disgregazione delle rocce dolomitiche. Però, lo stesso importante apporto di potassio potrebbe favorire un surplus nell’assorbimento del boro, che in questo caso si manifesterebbe nella vite con internodi brevi, interruzione dell’apice vegetativo, maturazione eterogenea del grappolo; tutte manifestazioni che sono simili, paradossalmente, anche nel caso di carenza dell’elemento (ricordo che è un microelemento…basta poco per passare da una carenza ad un eccesso…!). Così come del “brutto” rapporto tra il ferro e il fosforo (non si sopportano): se aumento l’intervento con il fosforo nel terreno, si presentano puntualmente i sintomi da carenza di ferro. E avanti così.

Molto in sintesi, le successive tabelle rappresentano il fertilizzante organico “per eccellenza” e i principali concimi a reazione acida o basica (da intervenire LETAME Bovino - Principale azione di AMMENDANTE - Unità Kg/QI: - N (0,5) P(0,3) K (0,6) - Es. 500 ql letame: - Unità/Kg N(250) P(150) K(300)

CONCIMI ACIDI - Solfato ammonico 20/21 (N) - Fosfato biammonico 18/46 (N/P) - Nitrato ammonico 26/27 (neutro) - Perfosfato minerale 19/21 (P) - Solfato potassico 50/52 (K) - Cloruro potassico 50/52 (K) - Gesso (CaSO4) 22/24 (Ca) - Zolfo

CONCIMI - CONCIMI

Binari - SEMPLICI

Ternari

Concimi ALCALINI o BASICI - Nitrato di calcio (15,5 di N) - Fosfato bicalcico (38/42 di P) - Calciocianamide (20/21 di N) - Carbonato di calcio

- AZOTATI FOSFATICI POTASSICI

CONCIMAZIONE DELLA VITE (IMPIANTO): Concimazione organica (letame ql 800) Concimazione minerale (fosforo e potassio 200 - 300 unità/Ha) (ALLEVAMENTO): I° ANNO (azoto 20 - 30 unità/Ha) aprile/maggio e luglio II° ANNO (azoto 30 - 40 unità/Ha) aprile e giugno (PRODUZIONE 150-200 ql/Ha): Azoto 80-100 unità/Ha - periodo: ½ “pianto” e ½ prefioritura Fosforo 30-40 unità/Ha - periodo: invernale Potassio 140 unità/Ha - periodo: fine inverno

Esempi di “dosi” dei prodotti fertilizzanti da adottare nelle fasi d’impianto e crescita del vigneto e momenti d’in-

Carenza di azoto

“al contrario” a seconda delle caratteristiche alcaline/acide dei terreni da concimare), presenti sul mercato.

tervento dei principali elementi nutritivi da apportare a seconda delle produzioni ottenute nei singoli vigneti.

Carenza di ferro Carenza di boro

Carenza di potassio

Carenza di magnesio

Esempi di viti con evidenti sintomi da carenza dei vari elementi nutrizionali. Si ricorda che la concimazione fogliare deve essere sempre intesa come intervento di soccorso e quindi da effettuarsi nel periodo vegetativo (più veloce nell’assimilazione), in cui si presentano talvolta improvvisamente i sintomi da mancanza degli elementi

atti all’attività fisiologica della pianta. Attenzione però ad integrare a tale carenza nel periodo del riposo vegetativo (fine autunno-inizio primavera), ripristinando gli elementi nutritivi con l’apporto dei concimi per via radicale (finché le piante hanno le radici…ci sarà ben un motivo!). CONSORZIO VINI VENEZIA ˙ 3 2015

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Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti”

Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti”

Premio Mazzotti, “Il vino nella storia di Venezia” vince nella sezione “Finestre sulle Venezie”

“A Venezia, città d’acqua, la vigna non si coltiva, ma fin dalla nascita della città il suo prodotto, il vino, veniva acquistato da mercanti veneziani per essere esportato nelle città del Mediterraneo e da lì fino ai porti lontani dell’Oriente e del Mare del Nord. La ricostruzione delle origini e degli sviluppi di questa attività fiorente illustrata attraverso documenti storici sui traffici e i regolamenti, permette di vedere da un’angolatura molto particolare secoli di storia di Venezia e dei suoi rapporti 12

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con l’entroterra oltre che dei commerci e degli scambi con le città d’oltremare”. È questa la motivazione con la quale la giuria del Premio Mazzotti – edizione 2015 ha deciso di premiare il libro “Il vino nella storia di Venezia. Vigneti e cantine nelle terre dei Dogi tra XIII e XXI secolo”, curato dal direttore del Consorzio Vini Venezia Carlo Favero ed edito da Biblos, nella sezione ‘Finestre sulle Venezie’. Un riconoscimento prestigioso che premia il lungo lavoro di ricerca

degli autori – afferma il curatore del libro e direttore del Consorzio Carlo Favero. Un lavoro che ha permesso di riscoprire l’atavico e profondo legame di Venezia con la viticoltura ed il vino, riportando alla luce antichi vitigni che ora rivivono in due vigneti realizzati uno sull’isola di Torcello e l’altro in Cannaregio, nel giardino del convento dei frati Carmelitani Scalzi. Un libro che riafferma il forte legame di Venezia con la viticoltura dell’entroterra, dove i nobili veneziani amavano concedersi

lunghi periodi di vacanza che trascorrevano nei loro possedimenti, in gran parte coltivati a vigneto”. Sono state 132 le opere presentate al Premio da 72 case editrici e valutate dalla giuria presieduta da Anna Maria Spiazzi, storica dell’arte, e composta da: l’antropologo Dario Benetti; l’alpinista Orietta Bonaldo; l’etologo Danilo Mainardi; l’architetto Amerigo Restucci; la scrittrice Mirella Tenderini e la giornalista scientifica Alessandra Viola. CONSORZIO VINI VENEZIA ˙ 3 2015

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Vino e territorio

Vino e territorio

Malanotte del Piave Docg, l’ animo delle Terre del Piave a cura di Antonio Bonotto”

La Malanotte, il Malanotte del Piave DOCG. Dai vetri illuminati per la luce tremolante delle candele si intravedono delle figure. Il cappello nasconde in parte il volto di un uomo. Ci sono donne che parlano di luoghi lontani. L’oste osserva con la coda dell’occhio le persone sedute nella stanza. Al centro del tavolo c’è la bottiglia del Malanotte. La forma elegante, i riflessi dei bagliori sui calici ormai semivuoti. Si respira l’atmosfera dei momenti giusti. La solennità vera che non è data dal prestigio del locale o dell’evento. Non conosciamo le persone dentro quella stanza, ma sappiamo essere donne e uomini che nella loro vita sono abituati ad andare oltre, ad entrare nello spirito di un tempo o di un luogo dalla porta principale, a volerne apprezzare e conoscere l’essenza, l’eccellenza. Questo rappresenta il Malanotte del Piave, quasi un effetto di distillazione di anni e di vigneti di Raboso che raggiunge il cuore del vitigno da condividere col mondo. Un territorio non arriva ad un vino come questo così per caso. E’ figlio di tanto passato e con questo spirito lo stanno interpretando i produttori che lo propongono e a cui rivolgono le attenzioni e le cure più certosine. E questo spirito non viene condiviso solo dagli appassionati enonauti, ma 14

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Vino e territorio

anche da quei giornalisti di settore, comunicatori e operatori internazionali che in questi anni hanno avuto l’occasione di incontrarlo in particolare nella sua terra d’origine. Sono passati alcuni anni da quel novembre 2011 in cui abbiamo stappato la prima “mitica” bottiglia. Da subito abbiamo capito che con questo vino doveva cambiare l’atteggiamento in particolare di noi produttori, ma non solo. Questa sensazione si è amplificata in questi anni in cui il nostro mondo, le nostre campagne e le nostre cantine sono diventate ancor più il terreno di elezione del successo del Prosecco DOC. E questo momento positivo non ha fatto dimenticare l’opportunità unica che il Malanotte DOCG rappresenta come punta di diamante di un 16

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La stella delle Denominazioni

sistema così speciale. In questi anni i produttori sono raddoppiati nel numero e così le bottiglie e si stanno affacciando etichette di aziende ancor più strutturate in grado di aiutarci a continuare questa opera di educazione e divulgazione che ci auguriamo manterrà questo profilo di coerenza e affidabilità che ha contraddistinto il percorso fatto fin qua. La vendemmia 2015, che per il Raboso possiamo definire appena conclusa, la ricorderemo come una delle migliori espressioni delle nostre uve rosse e anche il Malanotte ne beneficerà per una proposta di eccellenza che andrà ad essere presentata nel mercato nell’autunno del 1918. Non una data qualsiasi per il Piave. Cosa ne dite? CONSORZIO VINI VENEZIA ˙ 3 2015

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Valoritalia

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Il Pinot grigio è DOC VENEZIA

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Biscomarketing

Biscomarketing

Com’è e come sarà il consumatore americano di vino a cura di Lorenzo Biscontin Continuo ad occuparmi di vino con una sintesi ragionata del profilo del consumatore U.S.A. di vino, basata sull’articolo di Larry Walker apparso sul numero di giugno di Meininger’s Wine Business International (rivista a cui consiglio vivamente di abbonarsi). 1. Quanti sono i consumatori di vino americani? Secondo l’indagine del Wine Market Council nel 2014 in USA il 40% dei 230 milioni di americani adulti consumava vino, il che significa 92 milioni di consumatori di vino. 30,4 milioni di americani bevevano vino più di una volta a settimana (consumatori abituali), mentre 61,6 milioni bevevano meno di una volta a settimana (consumatori occasionali). 2. Quanto pesano i consumatori abituali sul totale dei consumi? I consumatori abituali sono quindi il 33% del totale dei consumatori di vino, però bevono l’81% di tutto il vino consumato negli USA. 3. Come si suddividono in termini di gruppi demografici (e quindi, in parte, anche per atteggiamenti di consumo) i 30,4 milioni di consumatori abituali? Sono per il 38% Baby Boomers (nati tra il 1946 ed il 1964), per il 30% sono Millennials (nati tra il 1982 ed il 2004), per il 19% sono Generation X (nati tra il 1964 ed il 1982) e per il 13% sono consumatori oltre i 69 anni di età. Nota bene: nell’analizzare i mercati io consiglio sempre di guardare (più) ai numeri assoluti oltre che alle %. Lascio a voi l’incombenza di fare i calcoli. 4. Cosa stanno bevendo i consumatori americani? Secondo i dati Nielsen, che rileva sia le vendite dai dati scanner dei supermercati

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che quelle da alimentari (convenience) e liquor store, la tendenza più rilevante è la crescita degli uvaggi a scapito dei vini varietali. Questa tendenza coinvolge principalmente i vini rossi rispetto ai vini bianchi. Negli ultimi due anni il 41% dei nuovi vini apparsi sul mercato USA erano uvaggi, 31% erano uvaggi di vino rosso ed il 10% erano uvaggi di vini bianchi. Il varietale che più di tutti ha subito la sostituzione con gli vaggi è stato il Merlot. 5. Chi saranno consumatori di vino americani nel prossimo futuro? 5.1. Presumibilmente (il perchè del presumibilmente lo spiego dopo) soprattutto da quelli che oggi sono consumatori occasionali. I consumatori abituali sono vicini al massimo del consumo pro-capite (se non l’hanno già raggiunto). Il consumo di vino negli USA è ancora un fenomeno abbastanza recente da permettere l’acquisizione di nuovi consumatori che attualmente bevono altri tipi di bevande alcoliche. Per i Generation X ad esempio si è assistito ad un fenomeno

di spostamento dalla birra al vino. Soprattutto per i Millenials (di cui non tutti hanno ancora raggiunto i 21 anni dell’età legale per bere alcolici) c’è ancora spazio nella crescita dei consumi pro-capite. Ricordiamoci che si tratta della prima generazione cresciuta in una società dove il consumo di vino era una cosa normale (nei media, nei film ed in TV, nelle recensioni sui giornali, ecc…). Ricordiamoci anche che si tratta di una generazione che è ancora agli inizi dello sviluppo del proprio livello economico e quindi è molto probabile che al crescere di questo cresca anche la disponibilità a spendere di più per bere vini migliori. Queste considerazioni, unite al fatto che la il totale della popolazione adulta negli USA continuerà a crescere, porta a prevedere che il consumo di vino negli USa continuerà a crescere nel medio periodo (il perchè ho scritto potenziale lo spiego più avanti). 5.2. Pronti per la iGeneration? L’altro grande aggregato dei futuri consumatori americani di vino del futuro è (sempre presumibilmente) la iGeneration, ovvero i “giovani Millennials” nati tra la metà ed il finire degli anni ’90. Sono la generazione in assoluto più “connessa”, quelli per cui il web e l’utilizzo multischermo in contemporanea (TV, tablet, smartphone) è la regola, analogico e digitiale sono aspetti di una unica realtà personale e si fondono per cercare di ottener il massimo in termini esperienziali (massimo di semplicità, profondità, rapidità, ecc…). E’ una generazione da cui aspettaresi il costante uso di internet nel decidere le proprie scelte, quindi massima trasparenza e condivisione delle informazioni, massima capacità e voglia di sperimentare le marche (che implica potenzialmente la minima fedeltà alla marca), massima ricerca/ richiesta di autenticità. Stiamo parlando di 60 milioni di consumatori, che raggiungeranno l’età legale per bere alcolici nel 2016. Secondo i vari esperti, se questo gruppo demografico “abbraccerà” il consumo di vino, i consumi di vino negli USA decolleranno (ulteriormente aggiungo io).

anche per il mercato USA composta da tre vini DOC: 1 bianco, 1 rosso ed 1 rosè spumante. Per il rosso invece di utilizzare un varietale abbiamo scelto di fare un uvaggio è di chiamare il vino solamente “Rosso”, seguito dalla denominazione. Fortuna o giudizio? Punto 5: la ragione per cui ho utilizzato il termine “presumibilmente” è perchè i settori delle altre bevande non stanno fermi a guardare la perdita di volumi e/o fatturati e/o quote di mercato. Rispetto alle generazioni precedenti, i consumatori più giovani (quelli appena più vecchi della i-Generation) si sono spostati verso vino e spirits a scapito della birra. La risposta del settore della birra è stata una intensificazione delle attività di marketing, anche relativamente allo sviluppo di nuovi prodotti, soprattutto da parte dei produttori di birre artigianli e da parte delle marche importate. Suona famigliare? In aggiunta metteteci anche il sidro, che ha un buon legame culturale con il target anglosassone. La partita, o la battaglia se preferite, per conquistare i consumi della iGeneration si giocherà sull’intrattenimento, in tutti i significati e le modalità che volete dare alla parola. Da “divertimento” ad “approfondimento”, tanto per citarne un paio. Quello che è sicuro è che per vincerla, la partita (o la battaglia) bisognerà giocarla. Ovvero la comunicazione al consumatore è un processo continuo che costantemente rinnova e rafforza le basi sui cui i consumatori scelgono noi rispetto agli altri. Dove “noi” e gli “altri” rappresentano sia le diverse categorie merceologiche che le diverse marche, a seconda del contesto settoriale oppure aziendale in cui si opera. Punto 5.1: Nel 2011 durante una riunione un mio illuminato collega non di marketing ha detto più o meno così “Io vedo mio figlio utilizzare la tecnologia digitale e mi convinco che per interagire con questa generazione dovremmo riuscire a digitalizzare il gusto“. E’ da quattro anni che ho in mente questa bellissima riflessione (grazie Josef) e forse sono sulla strada per arrivarci, almeno in parte.

Alcune mie note a margine su punti precedenti: Punto 4: nel 2012 la cantina dove lavoravo ha presentato una nuova linea pensata CONSORZIO VINI VENEZIA ˙ 3 2015

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Le facce dei produttori

Le facce dei produttori

Loro ci mettono passione, impegno, tempo e … la faccia!

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Strada facendo

Strada facendo

Nuovo progetto itinerante “La Strada siamo noi”

Il 26 novembre presso Hotel Ristorante al Gallo di Oderzo si è svolta la serata pre natalizia della Strada Vini del Piave aperta a soci ed amici. “Un momento conviviale e costruttivo – afferma la presidente Emanuela Bincoletto - dove soci e amici si sono riuniti per fare il punto della situazione e con la voce di alcuni protagonisti sono state illustrate le prime azioni di collaborazione trasversale in sintonia alla #piaveexperience”. Il titolo della serata “La Strada siamo noi” segna infatti l’inizio di una serie di incontri itineranti in cui verranno proposti ai partecipanti diverse tematiche di riflessione in maniera conviviale e simpatica per stimolare da un lato lo spirito di squadra e, dall’altro per costruire insieme nuovi progetti condivisi. In questo primo incontro l’attenzione si è concentrata sul punto di partenza ovvero i propri protagonisti:

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“La Strada siamo noi –perché”… La ricerca della identità di territorio partendo dalle sue voci. Alcuni soci hanno poi illustrato i primi passi di collaborazione per l’avvio di progetti comuni in linea alle nuove linee guida proposte. “Il 2016 – prosegue Bincoletto - si prospetta quindi con l’obiettivo di ampliare la base, crescere sempre più con contenuti moderni, accattivanti, virali in grado di espandersi sia a livello locale sul territorio e, quindi, con le popolazioni locali sia verso l’esterno per essere sempre più pronti a fare squadra”. L’invito alla serata è partito così: “aggiungiamo un posto al tavolo”, la Strada è aperta a tutti quelli che hanno voglia di condividere questo grande progetto di rete: questa sarà la firma dei progetti 2016 #lastradasiamonoi #piaveexperience.

La Strada da percorrere, tra salite e (poche) discese In questi primi mesi di mandato come presidente della Strada Vini Lison Pramaggiore ho avuto modo di vedere confermate, qualora ce ne fosse bisogno, le difficoltà che un’associazione come la nostra incontra: disaffezione da parte dei soci, scarsa capacità di manovra, indifferenza da parte delle istituzioni, stringenti vincoli di bilancio, etc. etc....niente di nuovo sotto il sole, si dirà. In realtà le novità, positive e non, ci sono, seppure non balzino agli occhi e dimostrano che, quotidianamente, seppur sotto traccia, stiamo facendo piccoli passi in avanti nel perseguire il nostro comune progetto di valorizzazione delle peculiarità enogastonomiche locali e del territorio in sé. Nel corso dell’estate siamo arrivati alla definizione di un protocollo di intesa con il Consorzio Vini Venezia e le altre realtà del settore per la creazione di un Comitato Promotore per il Biodistretto della Venezia Orientale, seguendo l’esempio del Chianti e anticipando la medesima azione da parte del Parco dei Colli Euganei: da un punto di vista tanto “filosofico” quanto “promozionale”, questa opportunità è di altissimo valore sia per le aziende agroalimentari del territorio sia per gli enti locali. Intanto, con le altre Strade del Vino e Prodotti Tipici del Veneto abbiamo cominciato a ipotizzare, in comune accordo con la Regione, le modalità di aggiornare la legge che ha istituito le nostre associazioni, vecchia di 15 anni (L.R. 17/2000). Ispirandoci ad altre realtà nazionali (Toscana, Piemonte, Umbria) vorremmo proporre ai nostri governanti locali la possibilità di far diventare la Strada del Vino un erogatore di servizi, anche commerciali, ai propri associati. Il ragionamento da cui siamo partiti, con i colleghi delle altre Strade, è il seguente: da un lato ci sono le cantine che spesso hanno difficoltà nel presentare determinate proposte commerciali ai propri visitatori, dall’altro c’è la Strada del Vino che, per sostenersi, di fatto può solo fare affidamento alle proprie quote associative (incassate spesso con ritardi abissali) e non può esplicare alcuna attività che crei un minimo di entrate per se stessa. Quindi, perché non permettere alle Strade di rimanere attive, fornendo ai propri associati beni e servizi in chiave meramente turistica, che essi avrebbero o hanno difficoltà a mettere in pratica?!

Poche settimane fa, inoltre, abbiamo deciso di associarci al Gal Veneto Orientale: abbiamo ritenuto importante sedere al tavolo di questa realtà proprio adesso che ripartono i bandi del Psr 2014-2020, ma siamo ben consci che, con le tempistiche previste, entreremo nella fase operativa solo per il 2017. Prima di chiudere questo intervento vorrei aggiornarvi, sullo stato del progetto Enoteca Veneziana: come sapete, chi mi ha preceduto ha fortemente creduto nell’idea di una location dedicata alla promozione del territorio, fatta dai produttori agroalimentari locali e non calata dall’alto. Portogruaro aveva, ed ha tuttora, le caratteristiche per ospitare questo progetto, infatti in passato si era avviato un confronto molto promettente in tal senso, adesso invece, con l’amministrazione comunale attuale, abbiamo avuto uno stop di diversi mesi, senza particolari motivazioni, nonostante i nostri solleciti. Ora, poiché è nostra ferma intenzione rispettare i patti coi nostri soci, abbiamo richiesto una risposta definitiva in tal senso, perché non vogliamo perdere tempo ulteriore (possiamo abbandonare l’idea di Portogruaro, ma non il progetto). Sembrerebbe, ma parlo ancora al condizionale, che la situazione si sblocchi entro fine anno per ripartire dal punto in cui ci eravamo arenati sei mesi fa. Vi terremo aggiornati. Cristian Zulianello Presidente della Strada Vini Doc Lison Pramaggiore CONSORZIO VINI VENEZIA ˙ 3 2015

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Buone nuove

Buone nuove

Walter Nardin, l’ultima “Nata” è “Bianca”

Astoria presenta il suo “Icona”

L’ultima nata “Bianca” in casa Nardin ha portato un nuovo vino, il “Nata Bianca” Manzoni Bianco frizzante col fondo senza solfiti aggiunti. Un vino dal colore Giallo intenso e con riflessi dorati, con profumo complesso e vellutato.

Sono i terreni ciottolosi e sassosi dell’entroterra Veneziano a ospitare i vigneti che danno vita a “Icona”, il Cabernet Sauvignon DOC di Astoria Vini. Una piccola produzione da non perdere, per chi è curioso di conoscere la grande varietà della produzione enologica del territorio trevigiano, e non potrà che rimanere piacevolmente sorpreso da questo vino. Un vino che affina in bottiglia per qualche mese e si caratterizza per un profumo intenso, leggermente erbaceo, con ricordo di frutta a bacca rossa, mentre in bocca acquista un sapore armonico e vellutato.

Santa Margherita partner del Premio “Gaetano Marzotto” Santa Margherita Gruppo Vinicolo da quest’anno è partner, con il “Premio Corporate”, del Premio Gaetano Marzotto che in questa edizione è stato assegnato a Faberest che ha vinto con il progetto “The Italian Wine Journey”. È una piattaforma di dialogo che intende rispondere a un fabbisogno essenziale del vino italiano: comunicare

con un numero sempre maggiore di winelover e di turisti di tutto il mondo e far loro conoscere l’Italia da uno dei suoi migliori punti di vista.

Eredi Scala, Cabernet Franc, Chardonnay e Pinot Grigio da premio Al 17° Concorso Enologico Regionale “Enoconegliano Selezione dei Vini Veneti”, organizzato dall’Associazione Dama Castellana Conegliano, la Soc. Agricola Eredi Scala Ernesto & C.s.s. ha ottenuto ottimi risultati: il Premio Dama d’Oro al Venezia Doc Cabernet Franc 2014; il Diploma di merito a Venezia Doc Chardonnay 2014 e a Venezia Doc Pinot Grigio 2014.

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Expo 2015

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I Vini Vene zia ad Expo

136 etichette venete in degustazione, che nel corso dei sei mesi di esposizione sono diventate 408 per effetto della rotazione, 39 tipologie di vitigno di cui ben 32 autoctoni, 11 degustazioni tematiche diverse, 21 consorzi di tutela presenti. Sono solo alcuni numeri, i più rappresentativi, di cosa sia stato Expo 2015 per i vini veneti che si sono mostrati al mondo durante i sei mesi di esposizione internazionale di Milano presso il padiglione “Vino – A taste of Italy”. Padiglione che ha avuto 2,1 milioni di visitatori dei quali il 20% di stranieri. Visitatori che, secondo il sentore degli addetti ai lavori, erano interessati alle nicchie, alle produzioni meno conosciute, a scoprire davvero qualcosa di nuovo. Il Consorzio Vini Venezia ha tenuto due seminari di degustazione. Nella prima, il 17 settembre 2015, organizzata da U.Vi.Ve e dal titolo “Alla scoperta di rari autoctoni del Veneto”, il Consorzio ha presentato il Raboso del Piave raccontando storie, tradizioni e passioni di viticoltori che hanno deciso di non rinunciare a vitigni che hanno radici saldamente piantate nella propria storia. Nella seconda, il 15 ottobre 2015, il Consorzio ha potuto presentare le due Docg, Lison e Malanotte del Piave, ed una selezione di Doc. Le degustazioni sono state molto apprezzate e sono andate entrambe soldo out con gente rimasta anche in piedi.

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Dove saremo

l’Orto dei Carmelitani Scalzi L’orto-giardino dei Carmelitani Scalzi (Cannaregio 54 – Venezia) ha riaperto al pubblico, dopo il restauro. È possibile visitare l’Orto, che risale alla metà del Seicento, dove sono state fatte rivivere le antiche viti della Serenissima grazie a un lavoro di individuazione, recupero e produzione del materiale genetico delle varietà presenti da centinaia di anni all’interno della laguna di Venezia. Per info e prenotazioni visite guidate www.centroscalzi.it

I nostri prossimi appuntamenti ProWein 2016 Il Consorzio Vini Venezia sarà presente all’edizione 2016 di ProWein che si terrà a Düsseldorf dal 13 al 15 marzo. Per ProWein 2016 sono attesi oltre 52.000 visitatori specializzati accreditatati da tutto il mondo. Per tre giorni, alcune Aziende associate al Consorzio saranno protagoniste con degustazioni ed incontri per presentare al pubblico specializzato internazionale i vini Doc e Docg.

Vinitaly 2016 Dal 10 al 13 aprile, il Consorzio Vini Venezia sarà a Verona in occasione della 50^ edizione di Vinitaly. Le aziende associate al Consorzio, interessate a presentare i loro prodotti nell’ambito dello spazio espositivo allestito dal Consorzio, possono contattare l’ufficio consortile di Portobuffolè per qualsiasi informazione (tel. 0422 850045 consorzio@ consorziovinivenezia.it).

Premio Milleuno Malanotte Nell’ambito della 40^ Mostra dei Vini di Camalò si terrà una serata dedicata al Malanotte del Piave Docg con premiazione del miglior Malanotte presente in mostra. Il premio sarà consegnato nel corso della cena che si terrà presso i locali del centro polifunzionale di Camalò, sede della Mostra.

Per essere sempre aggiornati sugli appuntamenti del Consorzio, visitate il sito:

www.consorziovinivenezia.it

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l’integrazione tecnologica è nel nostro dna Dentro a una bottiglia di vino c’è un mondo fatto di tecnologia. Un universo complesso, che richiede un approccio integrato. Da 50 anni il gruppo Della Toffola offre soluzioni innovative per la gestione di tutta la filiera produttiva enologica: dal ricevimento dell’uva alla pressatura, dalla vinificazione all’imbottigliamento. Scegliere il gruppo Della Toffola vuol dire scegliere l’affidabilità, l’esperienza e la competenza di un gruppo fortemente integrato, composto da 10 aziende produttive e 6 filiali commerciali e di assistenza internazionali che hanno la tecnologia nel loro dna. Scegliere il gruppo Della Toffola vuol dire scegliere una soluzione personalizzata chiavi in mano, studiata appositamente per le esigenze della tua cantina. Tu mettici la passione, il gruppo Della Toffola ci mette la tecnologia.

www.dellatoffola.it


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