Vida Latina Magazine

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Periodico di informazione, cultura e musica dedicato al mondo latino americano - DISTRIBUZIONE GRATUITA - anno 2 - N째7 NOVEMBRE 2011

NE il NUOVO MAGAZI & di

PUGLIA A BASILICAT

Compay Segundo Intervista esclusiva a Salvador Repilado, figlio di


MAIN SPONSORS

VIDALATINA 01


LA REDAZIONE Registrazione del Tribunale di Bari: n째3199 del 25/11/2010 Tiratura: 6000 copie Numero Chiuso: 04/10/2011 Edito da: Ass. Culturale IDEANDO 2.0 Via Berlino 86 Altamura (Ba) Tel. 339.3511452 info@vidalatinamagazine.it Direttore Editoriale: Donato Ciccimarra Direttore Responsabile: Giuseppe Disabato Advertising Manager: Nunziella Buono Direttore Artistico: Silvio Sisto Caporedattore: Donato Ciccimarra Redazione: Michele Traversa Giulio Patruno Daniele Blasi Domenico Tagliente Enzo Conte Vania Tria Lara Palmisano Ricky Espino Rossana Pellegrino Denny dj Davidino dj Paolo Martano Nico Tursi Omar Gallo Vito Ranieri Stefania Errede Mario De Palo Hanno Collaborato in questo numero:

Marcello Greco Massimo Roger Rocco Royce Di Perna Roberto Di Bello Pepe Bassan info e contatti: Tel. 339.3511452 vidalatinamagazine.it info@vidalatinamagazine.it facebook.com/vidalatina1

Enzo Conte

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Vito & Enzo Denny Deejay


E L P O E P VIDA LATINA



Buena vista Social Club di Rossana Pellegrino intervista e foto: Nunziella Buono

Buena Vista Social Club era il nome di un club dell’Havana riservato all’etnia di colore, durante gli anni della dittatura di Fulgencio Batista. Con la vittoria della rivoluzione nel 1959 le nuove tendenze sociali aprivano a recenti forme artistiche cercando in ogni modo di chiudere con il passato e i suoi simboli, il club fu chiuso assieme a tutti quei luoghi che potevano ritenersi retaggio del degrado del passato. Il nome di Buena Vista Social Club, si fonde con l’Afro Cuban All Stars un gruppo di grandi star cubani, utilizzando appunto il nome del famoso locale de l’Havana, È di Juan de Marcos Gonzàlez (direttore del gruppo Sierra Maestra), la felice intuizione di mettere insieme un orchestra capace di far riscattare il genere delle “big band” di jazz afrolatino, che riunisca la storia e gli elementi più brillanti del “son”e del resto della musica tradizionale cubana. Perciò chiama l’Afro Cuban All Stars e le affianca alcuni musicisti affermati ma lontani dalla scena internazionale, tra i quali: Compay Segundo, Ibrahim Ferrer, Manuel Licea, José Antonio, Pío Leyva, Raúl Planas, oltre a musicisti della stazza di Manuel “Guajiro” Mirabal, Javier Zalba, Orlando López, Rubén González, Miguel Angá.


I ritmi cubani portati nel mondo da uno dei padri della musica latinoamericana arrivano a Bari: gli eredi dell’interprete Compay Segundo si sono esibiti il 22 luglio sul palcoscenico di Showville nella 69 Stagione 2010 / 2011 per la chiusura di Notti di stelle, il festival della Camerata musicale barese ha scelto di ospitare per l’ultimo appuntamento il Grupo Compay Segundo Buena Vista Social Club: una formazione di nove musicisti, comprese due voci e due danzatori, guidati da Salvator Repilado, contrabbassista. Il gruppo è intitolato compositore, musicista e cantante cubano Maximo Francisco Repilado Munoz in arte Compay Segundo - e fece conoscere il suo nome al grande pubblico e scelse come suoi successori i figli Salvator e Basilio, che fanno parte del gruppo, la cui missione rimane sempre quella di divulgare fra le platee internazionali la più genuina tradizione della musica cubana. Una serata che profuma di sigari cubani, pelle d’oca e quattro chiacchiere con uno dei più grandi artisti cubani... il contrabbassista Salvador “Segundo”.



Che impressione ha avuto del pubblico italiano? È un piacere essere qui con voi stasera e con tutto questo meraviglioso pubblico italiano che ci ascolta. Abbiamo finito il nostro concerto in questo teatro stupendo e sono molto entusiasta di aver ricevuto molto calore e ospitalità da parte dei baresi. E’ la prima volta qui a bari? la prima volta qui al sud? Sì, è la prima volta qui a Bari e qui al sud…anche se non porto bene il conto delle performance che facciamo in tutto il mondo. Nonostante la distanza da Cuba, oggi mi sono sentito a casa. Il vostro calore e la vostra accoglienza è stata unica. E’ raro trovare un pubblico così affascinato e partecipe alla nostra musica... potrei dire di aver scoperto una seconda Cuba quì a bari. Da quando avete proseguito con il gruppo? se non erro dal 2003? Io lavoro con il gruppo da più di venti anni, perché in tutti i dischi di mio padre,Compay Segundo, io ero il suo contrabbassista, quindi suono la musica di Compay da più di venti anni, dopo ho partecipato al disco dei Buena Vista Social Club. Ho girato moltissimo con mio padre ed ho visitato moltissimi paesi incredibili. Ho suonato in molti posti anche negli Stati Uniti, però il paese in cui mi piace più suonare è qui, in Italia. Anche mio padre era felice quando si veniva qui in Italia... In pratica possiamo dire che ha imparato prima a suonare e poi a camminare? Si, da quando ero molto piccolo, sono sempre stato molto legato alla musica tradizionale cubana di mio padre e in sostanza abbiamo iniziato a far musica in casa quando iniziavano i miei primi passi. Complimenti per il concerto dì questa sera... è stato stupendo. La vera musica cubana. Invece cosa pensa della “nuova musica cubana”, ovvero quello che oggi si suona a cuba? Noi facciamo musica cubana! È una musica che non morirà mai, c’è molto “movimento” adesso con la nuova musica, ci sono molte manifestazioni, ripeto, noi suoniamo la musica tradizionale cubana ma rispetto molto il lavoro di tutti i musicisti e del loro stile. Noi continueremo sempre a suonare questo genere e spero che ci sarà ancora occasione di tornare qui, a Bari. Grazie a tutti voi per la passione che dimostrate nei confronti della nostra patria e della nostra musica.

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di Enzo Conte

RISCOPRIAMO IL

? Negli anni ‘50 Cuba viveva la dittatura di Fulgencio Batista, caratterizzata da crimini atroci, profonde ingiustizie sociali e da una corruzione dilagante. L’Habana, consegnata dal feroce dittatore nelle mani della mafia americana, era diventata nel frattempo un grande casinò a cielo aperto: la Las Vegas del Caribe. L’esigenza di incrementare il gioco d’azzardo e di divertire le folle di turisti danarosi che affollavano i casinò, favorì indirettamente il bisogno di musica, di nuovi locali e la creazione di nuove espressioni musicali. Le charangas, tipiche formazioni cubane caratterizzate dalla presenza dei violini e del flauto, raggiunsero in quegli anni il loro apogeo. Questo grazie soprattutto all’euforia provocata dal un nuovo ritmo: il chachacha, creato da Enrique Jorrín, violinista e direttore dell’orchestra America.

Enrique Jorrìn Enrique Jorrìn (a cui si deve anche la creazione del danzón “Silver Star” in cui apparve per la prima volta la famosa frase “chachacha chachacha es un baile sin igual”) nel 1951 compose il brano “La Engañadora”, considerato in assoluto il primo chachacha della storia. In realtà il violinista cubano quando creò questo nuovo ritmo, non sapendo che nome dargli lo battezzò provvisoriamente “mambo-rumba”. Solo due anni più tardi decise di chiamare la sua creazione chachacha, ispirandosi al suono onomatopeico che provocavano i ballerini nel marcare con i piedi la caratteristica sequenza sincopata di questo ballo.


Alla diffusione del chachacha collaborarono tutte le orchestre cubane più famose dell’epoca. Per quanto riguarda il ballo, i ballerini cubani solevano entrare sul quarto tempo, per marcare la sincope chachacha tra i tempi quattro e uno. Il movimento ritmico era quindi: (cuatro y un) dos-tres, mentre nella tradizione americana diverrà popolare la maniera di entrare direttamente sul primo tempo e marcare la sincope sul terzo e il quarto tempo: un-dos (tres y cuatro). Tutto ciò a dimostrazione di come il ballo, cambiando latitudine, si trasforma adattandosi al gusto e al costume locale. In origine il chachacha era un ballo piuttosto semplice con figure composte da qualche scambio di posto o da semplici giri a destra o a sinistra. Il suo ritmo allegro e contagioso alimentò però la creatività dei ballerini che cominciarono a creare nuovi “pasitos” (alcuni scivolati, altri persino saltati), fino ad inserire figure sempre più fantasiose che spinsero i ballerini più virtuosi a riunirsi in circolo per eseguire la cosiddetta “rueda de chachacha” dalla quale deriva quella che in futuro sarà chiamata “rueda de casino”. Per l’evoluzione del chachacha grande importanza

Carlos Santana


ebbe Bacallao, mitico componente dell’Orquesta Aragón, che incominciò ad inventare alcuni pasitos (tra cui alcuni tipici che troveremo in seguito anche nella pachanga) che cominciarono ad essere imitati dai ballerini dell’epoca. Il chachacha ebbe subito una grande diffusione in tutto il mondo. Un enorme successo l’ottenne in particolare nella comunità latina residente negli Stati Uniti. Fu proprio nel mitico Palladium di New York, che indimenticabili artisti come il cubano Machito ed portoricani Tito Rodriguez e Tito Puente, seppero fare del chachacha uno dei balli favoriti della loro generazione. Il chachacha seppe conquistare l’onore delle cronache persino in Italia . Attorno ad esso si scatenò la stessa febbre che in passato aveva saputo suscitare il mambo, favorendo anche la nascita, tra gli anni ‘50 ed i ‘60, di alcuni successi discografici nostrani come ad esempio la famosa “Torero” di Renato Carosone. Il chachacha è ancora oggi un ballo popolarissimo, entrato stabilmente, anche se con uno spirito molto diverso, tra le danze standard latino-americane che sono ricordiamolo: samba,

Renato Carosone con la band Habana paso doble, jive e appunto chachacha. Curioso come nel mondo degli standard, venga chiamato solo chacha e ancora più strano che molti siano convinti che questi sia il suo nome originale. Sicuramente tra tutti i ritmi cubani il chachacha è l’unico a non essere mai passato di moda e anche durante l’apogeo della salsa ha continuato ad avere i suoi cultori e ha rappresentato per molti artisti una valida alternativa musicale. Persino alcuni artisti pop hanno preso ispirazione da esso. Un perfetto esempio di fusione fra il rock e il chachacha è rappresentato, ad esempio, da Carlos Santana, chitarrista californiano di origine chicana, a cui

LIBRI SULLA SALSA E LA CULTURA AD ESSA LEGATA www.enzoconte.it


si devono brani immortali come: “Oye como va” (originariamente di Tito Puente), “Black magic woman”, “Moonflower”, fino alla recentissima “Corazon espinado”, che hanno saputo tenere alto, anche negli anni più bui, l’interesse del pubblico verso i ritmi caraibici. Nell’attualità c’è da rilevare come nei locali italiani strettamente salseri raramente capita di ascoltare qualche chachacha. I deejay preferiscono non programmarlo perché non vogliono correre il rischio di svuotare la pista. Di conseguenza gli stessi insegnanti di ballo non sono invogliati ad insegnarlo proprio perché nei locali non lo si balla mai. Sembra un po’ la storia del gatto che si morde la coda ma è decisamente un vero peccato perché il chachacha, al di là del suo fascino, è assolutamente propedeutico alla salsa e se ben fatto può veramente aiutare a migliorare

il senso ritmico e interpretativo di ogni singolo ballerino. Sicuramente per la sua diffusione decisivo sarebbe il contributo dei tantissimi insegnanti cubani presenti nel nostro territorio. Purtroppo molti di essi, non sembrano al momento particolarmente interessati a mantenere in vita le loro tradizioni, al punto da indirizzare tutte le loro energie verso ritmi emergenti come la bachata o il reggaetton che però nulla hanno a che fare con la loro storia e la loro cultura musicale. In attesa di un loro scatto di orgoglio, a noi amanti della buona musica e della cultura afro-latinocaraibica non ci resta che rivolgere un appello sia agli operatori del settore che ai semplici appassionati: “riscopriamo il chachacha”. Ballo che con la sua semplicità e la sua allegria contagiante potrebbe aiutarci ad abbattere tutte le barriere esistenti oggi nel mondo della salsa.


di Yadira Gonzalez

Scoprendo l’Avana... i segni dell’Italia Quanti di noi si sono trovati anche una volta a scoprire l’immenso piacere di passeggiare per le strade dell’Avana. Affascinante città che vediamo solo come la capitale della bellissima isola dei Caraibi, l’Avana del rum cubano o quella del sigaro, senza sospettare quanto l’Avana ha dell’Italia. Proprio dall’ entrata del porto si cominciano ad aprezzare questi segni , su una collina risplende il Cristo dell’Avana (1), la statua fatta col marmo di Carrara fu scolpita a Roma e lì benedetta dal Papa Pio XII. Fatti col marmo di Carrara troviamo anche nella città vecchia nel “Palacio de lo Capitanes generales” la targa che il comune di Roma regalò all’Avana negli anni 80 in omaggio a Giuseppe Garibaldi, per commemorare il soggiorno dell’eroe nella città; nella piazza di San Francesco d’ Assisi la Fontana dei Leoni (3) scolpita dall’artista genovese Giuseppe Gaggini; nel “Parque Central” La statua di Josè Martì (2), importante figura della storia cubana, scolpita anche questa a Roma da Josè Vilalta de Saavedra come i rilievi e le sculture che rappresentano le virtù teologali:“la fede”, “la speranza” e “la carità” della portata principale del cimitero Colombo. La Necropoli più grande di tutta l’America (6), ha un noto valore a livello culturale e conta con l’onore d’essere l’unico cimitero dedicato a Cristoforo Colombo, grande navigatore italiano scopritore di Cuba e di altri posti del continente americano. Ha una struttura rettangolare in forma di campo romano e fra le sue ricchezze achitettoniche possiamo trovare una replica de “La Pietà” (4) dell’ artista fiorentino Michelangelo Bonaroti, opera manufatturata in italia, anche un pantheon con un’altra replica di una chiesa italiana in miniatura fra tante altre meraviglie. Nel centro storico della città si trova la Cattedrale di San Critobal de la Habana (7), una delle più belle chiese del barocco americano. Sono presenti in questa struttura varie opere di artisti italiani come la statua in preghiera sulla tomba del Vescovo Serrano che è stata scolpita da Pietro Costa; tre affreschi situati dietro l’altare maggiore, dipinti da Giuseppe Perovani: “L’ultima cena”, L’ascensione della Vergine”, “La consegna delle chiavi” e i lavori di scultura e orificeria del l’altare principale come quelli dei tabernacoli che furono realizzati a Roma dallo scultore italiano Giacomo Bianchini. Un altro luogo di grande importanza è “ El capitolio” (8), una copia ridotta del campidoglio di Wachintong. Tanto le statue di bronzo che fiancheggiano le scalinate che conducono all’ingresso principale come la statua di 17,7metri

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all’interno, la terza statua al coperto più alta al mondo, sono state realizzate dallo scultore italiano Angelo Zanelli. Per vedere da una prospettiva insolita la città e scoprire tutte le sue bellezze possiamo trovare sulla terrazza di uno dei palazzi della “Plaza Vieja” la Camera Oscura , un grande periscopio che riflette le immagini dell’Avana in tempo reale su un grande disco di metallo; questa specie di magia è possibile grazie ai disegni del genio del Rinascimento italiano Leonardo Da Vinci. Pure nell’aspetto scientifico nell’ istituto nazionale di ricerca Calos J Finlay dall’ anno 2000 troviamo uno dei centri di cura del progetto di dietoterapia Macrobiotica, sviluppato da un gruppo di scienziati italiani e cubani sotto l’acessoria permanete dell’associazione internazionale “Un punto Macrobiotico”(UPM), Italia, il cui presidente e fondatore è Mario Pianesi. Per fare sempre più vivo il vincolo culturale fra Cuba e l’italia non manca all’Avana la Società Dante Alighieri “…alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana…” Questo è solo un piccolo itinerario che rappresenta quell’ altra parte del fascino dell’Avana che insieme alla sua tradizione e peculiarità ogni due passi ci mostra i segni dell’Italia.

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MIAMI

di Michele Traversa Eccomi con una nuova destinazione miei cari lettori di Vida Latina Magazine che già da qualche tempo ha travalicato i confini interregionali ed eccomi alle prese con un volo di 14 ore, destinazione... Miami, nel cuore della rigogliosa e ricca Florida, una delle città più affascinanti e colorate, che subiscono l’influenza della cultura sud americana. A Miami, i grattacieli si specchiano in un mare cristallino dello stesso colore delle isole caraibiche e naturalmente è inevitabile l’influenza della dirimpettaia Cuba con i suoi usi i suoi costumi e soprattutto la sua musica. Sempre molto affollata è la zona del porto vicino al Biskayne Boulevard, lungo il quale si trovano parchi interessanti come il Bicentellian Park dove si trova il memoriale dedicato a JFK ed il Bayfront Park, dove si trova il centro commerciale di Bayside Market Place. Nella zona si nota anche il Peacock Park ed il Dinner Key, famoso porto turistico di Miami. Nella parte meridionale si trova il Financial Center da cui inizia Brickell Avenue, cuore fininziario della città, nel quale si trovano l’Atlantis, il Cen Trust Tower e Villa Regina. Coconut Grove è la parte storica di Miami che, con il tempo è divenuta la parte più esclusiva e raffinata, quì, oltre a numerosi alberghi e ristoranti molto in, si trova il Grove Center ed il

City Hall, sede dell’amministrazione locale. Little Havana è invece il quartiere dove vive la numerosa popolazione di cubani immigrati a Miami e, anche se le guide più blasonate consigliano di non visitare nelle ore notturne questa zona, di giorno merita sicuramente una visita, con i suoi colori e la sua tipica atmosfera caraibica; in questo quartiere si trovano anche il Museum of The Cuban Arts and Culture ed il Museum of Science. Miami è quindi una mèta ideale per una vacanza di relax e divertimento all’ombra dei caratteristici grattacieli d’America e con il mare tipico dei paesaggi cubani. Il tour a metà tra luoghi dedicati alla musica e quelli della vita notturna più glamour che ci sia. Si parte dal Coral Way, quì si trovano gli alberghi più moderni ed eleganti e sempre in quest’area ci sono alcuni dei tracciati di golf più famosi del mondo. Ma tanti sono i luoghi di interesse a Miami come l’University of Miami e splendidi giardini come i Fairchild Tropical Garden ed i Parrots Gardens, ma ciò che più è ricercato dai turisti, è la zona di Miami Beach con le sue chilometriche spiagge dove si trovano i migliori alberghi della città, l’Art Decò, bellissimo quartiere in stile ispanico e


Key Biskayne, in cui risiedono miliardari e vip con numerose popolazioni colombiane, portoricane e cubane che mantengono ben salde le radici con le loro terre e frequenti sono le serate organizzate con dei veri e propri contest danzerecci organizzati in ogni angolo di Miami. Sono stato fortunato perché durante il mio soggiorno in Florida a South beach c’era una fiera proprio sulla Ocean Drive, con raduno di macchine d’epoca e un bel po’ di gente in giro, molto animato, un’atmosfera tipicamente americana con tanto di insegne luminose.

Meta irrinunciabile sono anche il Seaquarium, dove si svolgono incredibili spettacoli acquatici e Ocean Drive dove si trovano una miriade di locali alla moda. Dalla città si possono effettuare numerose escursioni nelle zone vicine, come Ford Lauderdale, l’isola di Palm Beach e le Florida Keys, situate a poche miglia da Cuba. Il viaggio a Miami è stata un’esperienza entusiasmante e consiglio di passarne minimo una settimana per poter assaporare al meglio il loro stile di vita.



Tre giorni di balli musica e spettacoli ROMA SALSA FESTIVAL 2011

Al PalaCavicchi Center di Roma, ormai alla sua sesta edizione, il 18-19-20 Novembre 2011 torna il “ROMA SALSA FESTIVAL”, l’evento salsero più importante d’Italia. Le sette ampie sale, durante il giorno saranno teatro di oltre 80 ore di stage. Dalla salsa New York style a quella portoricana, cubana e Los Angeles passando per i ritmi sensuali della bachata e della rumba, maestri di fama mondiale impartiranno lezioni a tutti i livelli: principiante, intermedio e avanzato. Tra gli insegnanti, per tutta la durata del festival, brillerà la stella di Eddie Torres, considerato il miglior maestro di salsa al mondo e, insieme a lui per la prima volta in Italia, arriverà il figlio Eddie Torres Junior. Ballerini professionisti e principianti vivranno l’esperienza di una full-immersion di danze caraibiche in cui raffinare la propria tecnica e metterla in mostra durante le serate. A partire dalle 21.30 infatti i padiglioni del PalaCavicchi ospiteranno dj-set di livello internazionale come Dj Willy che animeranno la notte con le sonorità della salsa e del reggaeton. Il sabato si aggiungeranno anche i ritmi coinvolgenti dell’Hip Hop, del revival ’70-’80 e dell’house commerciale. Il vero cuore dell’evento saranno gli esclusivi show dei maestri salseri che si alterneranno sul palco del Pala 5 dando vita a esibizioni e spettacoli, impreziositi dai tipici costumi caraibici. Il “ROMA SALSA FESTIVAL” è un evento unico in Italia, che nelle passate edizioni ha coinvolto oltre 25mila tra ballerini ai primi passi e salseri professionisti, trasformando i 20mila metri quadri del PalaCavicchi in un’immensa pista multicolore.

Eddie Torres PROGRAMMA Venerdì 18 Novembre ORE 14.00 -APERTURA DESK ORE 16.00 / 19.00 -STAGE ORE 22.00 - INIZIO DJ-SET ORE 22.30-INTERNATIONAL FESTIVAL SHOW Sabato 19 Novembre Ore 10.00 - APERTURA DESK Ore 11.00 / 13.15 - STAGE Ore 14.15/18.00- STAGE Ore 18.00 / 19.00 - SHOW POMERIDIANI Ore 22.00 - INIZIO DJ-SET Ore 22.30-INTERNATIONAL FESTIVAL SHOW Domenica 20 Novembre ORE 10.00 -APERTURA DESK ORE 11.00 / 13.15 -STAGE ORE 14.15/18.00-STAGE ORE 20.00 -INIZIO DJ-SET -CENA A BUFFET OFFERTA DALL’ORGANIZZAZIONE ORE 22.00-INTERNATIONAL FESTIVAL SHOW INFO: PalaCavicchi Center- Via R.B. Bandinelli 130, Roma Info: 335.6373126 romasalsafestival.com


1°Bari international Tango congress

Serata con concerto dell’orchestra Tango Tinto presso il Pala Martino di Bari. PH Nunziella Buono

Dal 28 Ottobre al 1 Novembre a Bari l’Associazione Tangon di Bari ha organizzato il 1° Bari International Tango Congress con il Patrocinio del Comune di Bari, della Provincia di Bari e della Regione Puglia Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo. Una grande kermesse che ha trasformato Bari in una capitale del tango attirando artisti e appassionati da tutto il mondo, una 5 giorni dedicata al Tango Argentino, non solo alla danza , ma anche a mostre fotografiche, installazioni audio visive, proiezioni di cortometraggi e filmati ed una mostra permanente di Gioielli dedicati al Tango. Alla manifestazione, che ha avuto come sede principale il Centro Congressi dell’Hotel Barion a Torre a Mare, hanno partecipato 3 fra le più famose coppie di ballerini di Tango al momento sui palcoscenici di tutto il mondo e negli eventi più prestigiosi legati a questa danza così passionale. La manifestazione è stata un avvicendarsi di workshop, serate di ballo con musica dal vivo, arricchite da emozionanti esibizioni degli artisti invitati. Eleganza, fierezza e sensualità: sono queste le parole chiave del Tango, musica,danza e cultura argentina diffusasi in tutto il mondo. Oggi migliaia di persone in tutto il mondo hanno riscoperto il fascino di una danza e di una musica capaci di esprimere le profonde passioni di un popolo. Il Tango parla una lingua universale perché nasce dal miscuglio di razze e culture da cui è formata l’Argentina e riscopre le radici di un mondo che forse appartiene un po’ a tutti noi latini. Lunedì 31 Ottobre presso il PalaMartino serata con il concerto dell’orchestra Tango Tinto. La serata conclusiva della manifestazione si è tenuta invece presso il Target Club. La Sala Murat, in P.zza del Ferrarese, infine, ha ospitato nei giorni 31 Ottobre e 1 personali



Foto vincitrice del concorso “1000 Volti 1000 Tanghi”

Le milonghe di Puglia LECCE:

Sabato - Hilton Garden Domenica - Hotel President

BARI:

Mercoledì - Café del Mar Giovedì - Target Club Venerdì - ACS Dance Universo Sabato - Mulata Domenica - Grotta Regina Torre a Mare (Ba)

BISCEGLIE

Giovedì - Magik Park

segnalateci le vostre serate a: info@vidalatinamagazine.it I ballerini Esteban e Claudia - PH Nunziella Buono


Paola e Tommaso Battaglia, insegnanti di Tango e direttori artistici del 1° Bari International Tango Congress.

di tre fotografi. Matteo Leonetti, puglieseGent., Mauro di Leva, lucano e Massimiliano Orazi , che con i loro scatti hanno effettuato un’attenta e particolare ricerca sul tema del tango, cogliendone momenti ed espressioni più intensi. Accanto alle loro opere le foto che hanno partecipato al concorso “1000 Volti 1000 Tanghi” progetto aperto a tutti gli appassionati di fotografia e di tango, anche non professionisti ,che con i loro scatti hanno raccontato i volti della gente ed i luoghi

del tango. Ha affiancato la mostra fotografica anche l’esposizione della collezione “I gioielli dell’abbraccio”, dedicata appunto al tango, di Rosa Ladisa, giovane stilista anch’essa pugliese, per Angarano Gioielli. Continuando a percorrere la Sala Murat abbiamo trovato la particolarissima e suggestiva video installazione di Michele Tangorra e Marisol, “ Lezione di Ballo, nuovo Tango Argentino”pregevole lavoro d’introspezione sugli aspetti più culturali del Tango. Direttori artistici della manifestazione sono Paola e Tommaso Battaglia Tommaso e Paola ballano insieme dal 1999. Il loro percorso formativo in questi anni non si è mai interrotto e continuano a seguire tuttora corsi seminari e stage con i più grandi e qualificati maestri argentini ed internazionali. Insegnano insieme dal 2005 e organizzano stage ed eventi a Bari. Dal 2006 sono gli organizzatori della Milonga del giovedì del Target Club a Bari




L’unione fa il successo...

Intervista a Fernando Sosa dei Tropical Gem Diretti da Fernando Sosa (ballerino, coreografo, cantante, un mix di doti e professionalità concentrate in una persona sola) i Tropical Gem gruppo artistico di ballerini che da oltre 10 anni stanno calcando i palcoscenici più importanti del mondo, confermandosi come leader nella composizione di coreografie uniche nel loro genere, in una fusione di stili che li ha resi un punto di riferimento del panorama latino. In occasione del loro spettacolo a Potenza organizzato da “Potentia Latina Eventi”, noi di Sorso Latino abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistarli. Spettacolo entusiasmante anche questa sera Fernando, inutile dire che la tua carriera, nata nel lontano 1998 con Alberto Valdes è stata coronata alla grande. E’ proprio vero Omar, ballo da quando ero piccolo e non avrei mai pensato di farlo come lavoro. E’ solo grazie ad Alberto se ho intrapreso questa strada. Strada che ha cambiato direzione stilistica rispetto ad Alberto. Come mai questa voglia di intraprendere uno stile nuovo? Mi è stata fatta diverse volte questa domanda, per cui nel tempo ho elaborato una risposta. Innanzitutto il mio carattere mi ha dato l’input a non fermarmi mai, a cercare nuovi orizzonti artistici, partendo ovviamente dalle

di Omar Gallo by Sorso Latino

basi cubane che sono la radice del mondo latino americano. Poi la mia curiosità mi ha portato a viaggiare e a rivolgermi a maestri di fama internazionale come Eddie Torres, i fratelli Vasquez ed altri artisti, studiando in giro e apprendendo stili diversi fra loro, ho maturato uno stile tutto mio, che potrei definire come un “mix” di quanto appreso. Quindi Afro, rumba, Hip Hop, R&B? Esatto, ho iniziato a mischiare tutto in un “calderone” ed è nato uno stile personale. Talmente personale da volerlo condividere con altri ballerini, fino alla creazione dei Tropical Gem. Si, giusto, la voglia di fare qualcosa di diverso, anche con una componente femminile, ci ha dato la spinta a creare questo gruppo. Inutile dire che la vostra fama è mondiale.


Vi siete esibiti sui maggiori Da sinistra: Omar, Fernando Sosa e Royce palcoscenici del mondo. avete qualche progetto per il futuro? Come gruppo pensiamo di aver conquistato artisticamente davvero tutto quello che c’era da conquistare, per cui il nostro motto è di mantenere questo livello per il più lungo tempo possibile. Se poi ci saranno mete nuove o progetti nuovi, li prenderemo sicuramente in considerazione. Invece a livello personale, oggi, 15 Ottobre 2011, si inaugura il mio club, il “Camana Club”, a Milano. Era un sogno nel cassetto che oggi ha visto la luce (come la mia accademia, la Sosa Accademy, qualche anno fa). siamo rimaste 4 coppie. Oggi ti sei esibito solo con una parte del tuo gruppo. E’ stato un piacere averti con noi. Quanti siete attualmente? Grazie a tutti voi, un saluto ai lettori di Vida Il gruppo è composto da 8 elementi, perchè Rafael Latina Magazine e gli ascoltatori del tuo Gonzales e Luca P. si sono ritirati dalle scene, per cui programma radiofonico Sorso Latino.


DA OLTRE TRENT’ANNI AL SERVIZIO DEL BALLO Siamo a colloquio con Nanni, il responsabile di “Danza e spettacolo” di Bari, un negozio con annesso laboratorio, punto di riferimento di chi pratica per sport o per passione un qualsiasi tipo di ballo. Come nasce una attività di questo tipo? L’attività si è evoluta nel corso degli anni, è cominciato tutto quando agli inizi degli anni ‘80 abbiamo inserito nel negozio i primi capi dedicati alla danza classica, contestualmente abbiamo anche iniziato a confezionare abitini per le bambine che partecipavano ai saggi e agli spettacoli di fine anno. Con i cambiamenti dovuti alle mode e assecondando sempre le richieste della clientela, nei primi anni ‘90 abbiamo inserito le calzature per il ballo, in quel periodo si ballava il liscio ed i balli standard, poi i balli latinoamericani. Nel 1997 abbiamo chiuso la precedente esperienza ed abbiamo assunto l’attuale ragione sociale Danza e Spettacolo srl. Nell’ultimo decennio si balla di più il tango argentino ed i balli caraibici, come sempre di fronte a questa evoluzione non siamo rimasti immobili ed abbiamo inserito le calzature per questi tipi di balli. Immagino vi sia una passione di base che sostiene questa iniziativa. Certamente, mi è sempre piaciuto ballare, da ragazzo ho fatto un po’ di studi di danza classica, moderna, jazz, più tardi ho studiato gli standard i latini, ed anche il tango argentino, ora mi stò dedicando ai caraibici con grande divertimento, perchè secondo me il ballo deve essere soprattutto divertimento. Quali sono i punti di forza del negozio? Nel negozio abbiamo un grande assortimento di scarpe per qualsiasi ballo, inoltre cerchiamo di soddisfare anche le richieste più particolari dei clienti. Scarpe per danza classica di diversi modelli e marche, scarpe

Nanni, il responsabile di “Danza e spettacolo”

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Il laboratorio di Danza &spettacolo

da jazz, da hip hop, da ginnastica ritmica, pattini a rotelle per artistico, pattini da ghiaccio, se abbiamo delle richieste particolari possiamo anche interessarci per distribuire nuovi prodotti. Quali marchi distribuite? Per quanto riguarda il ballo, abbiamo scarpe della Paoul, Lidmag, Movida dance, Johmar, Block. Per la danza invece distribuiamo Sansha, Porselli, Block, Repetto, Gamba, Freed, Lidmag, Gladis, Capezio. Per il pattinaggio abbiamo pattini Roll-line, Axel, Roxa.Vendiamo anche calze ed accessori per le

stesse discipline. Quali sono i punti di forza del laboratorio? Il laboratorio è specializzato nella lavorazione di tessuti elasticizzati, cuciamo senza problemi body in lycra, cotone o microfibra, per lo studio della danza, del pattinaggio, della ginnastica artistica. Abbiamo un vasto assortimento di tessuti laminati per la realizzazione di abiti per lo spettacolo. Abbiamo inoltre inserito da pochi anni, un plotter da stampa su lycra, per cui possiamo soddisfare le richieste (anche minime) di lycra stampata a soggetto richiesto dal cliente. Possiamo realizzare applicazioni in strass, paillettes, e altro ancora. Fra i nostri clienti abbiamo diversi artisti circensi che ci richiedono abiti per il loro lavoro. Come vedi il futuro del ballo? Io penso che non si smetterà mai di ballare, forse verrano nuove mode, forse su alcuni balli diminuirà l’interesse, mentre altri ne verranno fuori, ma ci sarà sempre chi ama ballare. Sarà nostro compito continuare a soddisfare le richieste dei clienti.


E’ ILARIA SORRENTINO LA SALSERA D’ITALIA! di Alessandro Mazza

E’ tutto pronto, parte la sigla, “Sabre Esperar” di Dante Vargas e Gino Latino - salsa hit di questa estate – ed in un attimo il tranquillo borgo antico di Castelli (TE) si trasforma nella capitale caraibica italiana. Con questa premessa si è svolta con successo la finale nazione dell’evento che ha ormai conquistato i cuori di tutti gli appassionati di balli caraibici. Non senza polemiche – come ogni competizione che si rispetti – l’evento dedicato alle salsere italiane ha celebrato la vittoria della bellissima e sensuale ballerina caraibica Ilaria Sorrentino che convincendo giuria e pubblico trionfa nella finalissima di MISSITALIASALSA 2011, regalando (all’ultimo punteggio) per la seconda volta alla Campania il titolo della “Salsera d’Italia”. L’elegante conduzione di Beppe Convertini ha contribuito a permettere una notte da sogno al numeroso pubblico che ha accolto con simpatia l’invito alla registrazione televisiva della finale 2011. Da Miami Beach in Florida Gino Latino ha preparato i servizi con i suoi ospiti musicali: Pit Bull e La India! I ballerini che hanno accompagnato le emozionatissime finaliste sono stati lo stiloso Armando Enriquez e l’ecclettico Alessandro Orsi. Insieme ad Ilaria hanno incantato il pubblico le movenze e la simpatia di Michela Annino (Liguria), Gessica Beccaceci (Abruzzo), Cinzia Conte (Lazio), Adele Daini (Calabria), Daniela Di Mase (Puglia), Francesca Giandinoto (Lombardia), Giusy Granata (Basilicata), Giorgia Guastini (Toscana), Angela Ladisa (Fascia speciale Miss Salsitaly), Monia Mazzucchelli (Emilia


Romagna). Ha presieduto la giuria Filippo Flocco (Stilista di alta moda e consulente d’immagine), vice presidente: Prof. Maurizio Carbone (Consigliere delegato alla Cultura del Comune di Castelli) e giurati tecnici: Annarita di Lorenzo e Andrea Ciarbonetti (insegnanti di ballo e tecnici FIDS e CONI). Il Sindaco di Castelli Vincenzo De Rosa, che da subito ha accolto l’idea di ospitare l’evento, ha consegnato un prezioso piatto in ceramica alla vincitrice, mentre il Prof. Maurizio Carbone ha regalato a tutte le partecipanti le meravigliose palline di Natale per cui Castelli è conosciuta in tutto il mondo. Dopo aver vissuto l’emozione di essere la salsera italiana del 2010 l’incantevole Francesca Buono ha consegnato ( a malincuore n.d.r.) il titolo alla vincitrice dell’edizione 2011. Felici dell’enorme successo ottenuto gli organizzatori hanno dato appuntamento

al prossimo anno con una sorpresa, che in anteprima assoluta regaliamo ai lettori di Vida Latina magazine “…dal prossimo anno cambieremo il format dell’evento, aprendo la competizione anche ai ballerini, con i casting che sostituiranno le selezioni tradizionali e tante altre novità per il prossimo anno” dichiara Alessandro


Mazza “…accogliamo con entusiasmo tutte le esortazioni ricevute dal nostro pubblico in questi anni, nella certezza di contribuire alla diffusione dei balli latini ed in particolare della cultura latina”. “Cambieremo anche il nome, ci saranno in competizione ballerini e ballerine! E’ una scommessa che siamo certi di vincere e non vediamo l’ora di avviare questa nuova avventura, sempre con il contributo di chi ha creduto nel progetto sin dall’inizio come Antonella Avallone, Roberto El Flaco Camnasio e Teo D’Oro DJ” dichiarano le “panamericane” Alessia di Majo e Mariafrancesca Chicca Nicodemi. “Non ci resta che lanciare il nuovo format, ma c’è da aspettare ancora un po’, le idee sono tante!” conclude con un sorriso Alessandro Mazza. Importante come sempre la presenza dei mediasponsor: “LATINO!” Magazine, da sempre punto di riferimento editoriale (e musicale!) del mondo latino; “Momento Latino from Miami Beach”, che guidato da Gino Latino, è il primo format televisivo specializzato che segue l’inarrestabile onda salsera!, VIDA LATINA magazine e Radio Potenza Centrale che grazie ad Omar Gallo con “Sorso Latino” hanno seguito dalle prime selezioni l’intero evento. HM con Luciano Carino (leader in hairmakeup TV) ha curato il totalook di artisti e finaliste, mentre il fotografo esperto di moda Alfonso Grotta preparerà il photobook premio per la vincitrice. Oltre al sito ufficiale www.missitaliasalsa.it ci sono i principali social network Facebook, Twitter, Youtube e Myspace, dove è possibile partecipare e seguire l’evoluzione dell’evento.

Ogni anno ormai già da un po’ di tempo, si svolgono dei concorsi online che hanno lo scopo di promuovere il movimento salsero nella nostra regione. Per poter votare è sufficiente collegarsi al sito internet www.salsapuglia.com e selezionare uno dei sondaggi tra: miglior locale, scuola di ballo, dj e gruppo di ballo in Puglia. I risultati parziali fino ad oggi sono i seguenti, mentre vi ricordiamo che sarà possibile votare fino al 31 Marzo 2012:



Zumba Fitness

Cos’ è Zumba Fitness? Salsa, merengue, raggaeton, bachata, cumbia, rumba e tanto altro ancora, tutte insieme in una lezione di aerobica. Questa in poche parole, l’essenza della Zumba Fitness, il fitness a ritmo di musica latino americana! Si tratta di una serie di movimenti finalizzati a tonificare e rassodare il corpo, e passi di danza latinoamericana miscelati insieme in una lezione di fitness che promette di essere travolgente. I passi proposti sono quelli tipici delle danze caraibiche e sono efficacissimi per tonificare cosce, addome, glutei e modellare braccia e punto vita. Modellare il corpo, risultare più seducenti e divertirsi sono gli obiettivi principali della Zumba, grazie alla quale si ottengono notevoli benefici. Chi si sottopone a questo tipo di esercizio non ha per niente la percezione di essere coinvolto in un esercizio fisico impegnativo e noioso ma di partecipare a una vera e propria festa, non a caso lo slogan di Zumba Fitness è “Non è una fatica, è una festa!”. Niente paura se non siete ballerini provetti, non serve. Basta avere voglia di essere in forma e divertirsi e il resto verrà da sè. Come nasce Zumba Fitness? A volte le grandi idee nascono per caso. A metà degli anni ‘90, nessuno avrebbe potuto prevedere il successo del programma Zumba, nemmeno Alberto “Beto” Perez, che ha creato l’esperienza Zumba, dopo quello che molti hanno definito un vero e proprio “incidente felice”. In qualità di istruttore di fitness nella sua nativa Cali, in Colombia, la vita Beto prese una piega inaspettata un fatidico giorno, quando partì per insegnare una lezione di aerobica e dimenticò la sua tradizionale musica di aerobica. Così improvvisò usando il suo mix di mu-

sica su un cd che aveva nel suo zaino (salsa e merengue, musica con cui è cresciuto). Involontariamente ha creato così un nuovo tipo di danza-fitness. L’energia elettrificò la sala, la gente non riusciva a smettere di sorridere. E da quel giorno, un concetto rivoluzionario di fitness è nato, la Zumba Fitness-Party. Cos’e’ il programma Zumba Fitness? Nel 2001, Beto ha portato il suo nuovo stile di danza-fitness a Miami, in Florida e ha incontrato gli imprenditori Alberto Perlman e Alberto Aghion. I tre Albertos hanno così stretto un’alleanza creando un business, chiamato Zumba Fitness. In quel momento la compagnia è decollata e il programma Zumba si è diffuso su larga scala. Entro il 2005, Zumba Fitness ha generato una vera e propria Accademia di Zumba. Ed ecco che da qui nascono gli ZIN (Zumba Instructor Network). Dove posso trovare una classe di Zumba Fitness? Una gran bella classe di Zumba è nata quest’anno nella scuola di danza EL MUNDO DEL CARIBE, nella sede di via Fanelli. La Zin titolare di questo corso è Vinci Agata, diplomata in danza classica e jazz all’accademia di Roma “Centro Italiano Danza”, insegnante di danza classica, jazz e hip-hop. Ha inoltre seguito corsi di balli caraibici proprio nella danza El Mundo del Caribe. E se vi state chiedendo cosa centri allora con zumba, la risposta è facile! E’ proprio avere alle spalle anni di danza che fa la differenza con gli altri Zin. Provare per credere. Ha inoltre conseguito il corso di istruttore di Zumba nel gennaio del 2011 e da allora cerca di trasmettere agli altri la sua passione per questa nuova disciplina, mettendoci tanto entusiasmo ed energia. E allora cosa state aspettando? Se volete divertirvi per restare in forma, non esitate ancora. Venite a trovarci il martedì ed il venerdì dalle ore 19.30 alle 20.30 in via Fanelli, 236. Venite a provare senza impegno. Poi non riuscirete più a farne a meno!



Ma tu perchè balli? di Mariella Strippoli

Quante volte mi hanno fatto questa domanda! E lì per lì, su due piedi, riconosco quanto sia difficile racchiudere in poche parole una passione lunga anni, si rischia inevitabilmente di diventare banali! Come spiegare il fascino prepotente che Cuba esercita su chi ha avuto la fortuna di poterla visitare, come spiegare il desiderio di assimilarne colori, tradizioni, musica, e quella voglia di ballare tipica dei popoli latini, naturale

per loro come sorridere, camminare, amare... La musica caraibica è un’ipnosi che ti avvolge con i suoi ritmi,è una fusione di culture diverse, è provocatoria........ ed è diabolicamente bella! Forse il segreto è tutto qui, chi si avvicina al ballo caraibico non impara semplicemente qualche passo ma abbraccia un’intera cultura. Incuriosita dalle ragioni che spingono i ragazzi verso questo mondo ho rivolto qualche domanda tra gli appassionati della salsa, mescolando tra i maestri di varie scuole ballo.

Barbara e Massimo.

Barbara nipote di un trombettista professionista è sempre stata affascinata dal mambo che suo nonno suonava nei mitici anni 50; appassionata di chitarra si è lasciata coinvolgere dai ritmi caraibici e per tale motivo si è avvicinata al ballo, trascinando letteralmente con sé il fidanzato Massimo. Da lì la passione ha coinvolto entrambi ed affascinati sopratutto dalla musica cubana e dalle sue radici Africane, hanno iniziato il percorso che li ha portati all’insegnamento. Barbara e Massimo rappresentano una coppia di ballo carismatica, il loro entusiasmo è contagioso. Certo riconoscono che oggi è tutto più commerciale, ma loro sono tra i pochi ad aver mantenuto intatta la passione iniziale: la felicità nei loro occhi è disarmante!

Alessandro Lapenna.

Da odio a passione! Trascinato mal volentieri da amici a scuola di ballo si è ritrovato subito a volere di più, e la sua sete di sapere lo ha portato fuori paese perchè in zona non c’erano ancora molte scuole di ballo. Dopo un tirocinio fulminante, si ritrova ad insegnare nella propria città ed a farsi conoscere con eleganza e signorilità. Anche se ora, dopo tanti anni, Alessandro non riesce a riscontrare in giro quello che era il suo antico entusiasmo...... ora vede il ballo come una moda, lui che invece vorrebbe che si riuscisse a tornare all’armonia che ci ha sostenuto all’inizio, e che ci trasmettono tutti i grandi maestri latini.


Angelo De Rossi.

Angelo era l’esatto opposto del salsero: alternativo ed appassionato di musica rock! Alcuni suoi amici lo hanno forzato a partecipare ad una lezione di ballo e qui c’è stato un vero colpo di fulmine. Scopre di avere un talento naturale e un’attitudine a questa disciplina tanto che inizia a studiare con maestri professionisti ed a ballare tutte le sere nei locali dove si suona salsa. In questo ambiente conosce Filly, sua compagna di ballo nonché futura sposa. Angelo è un po’ amareggiato da come sono cambiate le cose negli ultimi anni, tanto esibizionismo e poco divertimento. Appassionato di timba cubana, lui però continua a ballare solo per puro piacere, libero da schemi e soprattutto mantenendo intatto il proprio amore per la musica cubana. Le parole di questi ragazzi che ballano tutti più o meno da dieci anni, racchiudono il pensiero di molti che hanno iniziato nel medesimo periodo; il “Fil Rouge”che unisce tutti è la grande passione verso la musica caraibica unita all’umiltà di non sentirsi mai arrivati e alla voglia di imparare sempre....... tutto ciò fa di loro dei bravissimi ballerini ma soprattutto delle persone straordinarie. E come dice Arsenio Rodriguez “Hay que vivir el momento feliz, porque la vida es un sueno y todo se va”


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Mayito Rivera in tour con Monica Mesa e la sua orchestra. Cantante di tutti i piÚ grandi successi del gruppo Los Van Van, in un concerto mozzafiato insieme alla splendida Monica Mesa si esibirà presso il 501 hotel di Vibo Valentia (il tempio sacro dell’evento estivo bailacalabria)



CELIA CRUZ di Silvio Sisto

La reina de la Salsa

Celia Cruz nasce all’Avana il 21 ottobre 1925 nel quartiere di Santos Suárez, fu la seconda di quattro fratelli e studiò per diventare maestra di piano all’Accademia Musicale Municipale. Iniziò a cantare fin da piccola, esordiendo nel 1947 in un programma radiofonico, chiamato La hora del tè. Nel 1948 lavorò come cantante per il gruppo Las Mulatas de Fuego di Roderico Rodne Neyra, con il quale viaggiò in turnee in Venezuela e Messico e incise le sue prime canzoni. Nel 1950 iniziò la sua collaborazione con il gruppo Sonora Matancera, prendendo il posto della cantante Myrta Silva. Il successo arrivò immediato e Celia visse con Sonora Matancera il suo periodo artistico

d’oro, che durò 15 anni e vide la pubblicazione di molti straordinari successi, quali Burundanga, Caramelos, El hierbero moderno, Tu voz, Ritmo tambó y flores, Pa’ la paloma, Nuevo ritmo omelenkó, Vallán vallende, La sopa en botella e molti altri. Il 15 luglio 1960 Celia lasciò Cuba per andare a cantare in Messico con la Sonora Matancera. Nel 1961 il gruppo andò in tournee negli Stati Uniti. Qui Celia fece le prime esperienze come cantante solista all’ Hollywood Palladium. Nel 1962 acquistò un appartamento a New York e, raggiunta dalle notizie della morte, prima del padre, poi della madre, si sposò il 14 luglio con Pedro Knight, suo manager e marito fino alla fine. Negli anni successivi iniziò una lunga serie di tournee in Europa e nel mondo intero. Ottenne la cittadinanza statunitense e dichiarò che non sarebbe più tornata a Cuba fintantoché Fidel Castro fosse rimasto al potere. Nel 1966 fu chiamata da Tito Puente (che Celia aveva conosciuto in Giappone) per lavorare con la sua orchestra. Il frutto della collaborazione con Tito Puente furono 5 album. Nel 1990 riuscì a ritornare a Cuba seppure in territorio statunitense a Guantánamo per un


concerto. Là raccolse un pugno di terra cubana, terra che da allora la accompagnerà sempre e che sarà sepolta con lei. Nel 1992 fece anche capolino nel mondo del cinema con una piccola comparsa nel film di Arne Glimscher I re del mambo. L’anno seguente incise Azúcar negra e Sazón, che furono altri due successi. Nel 1997 recitò nella telenovela El alma no tiene color. Nel 2000, con l’album Celia and friends vince il suo secondo Grammy, premio che ottenne anche l’anno successivo con l’album Siempre viviré. Nel 2001 partecipa a Modena al Pavarotti & Friends per l’Afghanistan interpretando Guantanamera assieme a Luciano Pavarotti e Jarabe de Palo. Colta da un tumore cerebrale, continuò a cantare e incise altri due album, La negra tiene tumbao e Regalo del Alma, pubblicato postumo, che contiene l’ultima hit “Rie y llora”. Nel 2003, quando la sua malattia era già in stato molto avanzato, il canale televisivo “Telemundo” decise di dedicarle un concerto tributo, presentato da Gloria Estefan e Marc Anthony.

In quell’occasione cantarono per lei e alla sua presenza, in un teatro di Miami, oltre a Gloria Estefan e Marc Anthony e alle ospiti anglofone Gloria Gaynor e Patti LaBelle, le più grandi voci dell’America latina, José Feliciano, Millie Quezada, La India, Ana Gabriel, Paulina Rubio, Gilberto Santa Rosa, Tito Nieves, Alicia Villareal, Olga Tañón, Arturo Sandoval, Rosario, Los Tri-O, Victor Manuelle e suo marito Pedro Knight. Si è spenta il 16 luglio 2003 nella sua casa a Fort Lee nel New Jersey. Dopo la sua morte il suo corpo, avvolto nella bandiera cubana, fu portato a Miami e a New York, in modo che tutti potessero renderle omaggio. A Miami circa 150 000 persone presero parte alle sue esequie ed un numero simile si ebbe a New York, dove il suo funerale è stato il più affollato che la città abbia visto. Celia Cruz è conosciuta universalmente in molti modi come La guarachera de Cuba, La guarachera de Oriente, La guarachera del mundo, ma soprattutto come La reina de la Salsa, ossia La regina della salsa.


LA STORIA DEL SIGARO PARTE PRIMA

Nessuno saprebbe affermare con certezza quando è iniziata la coltivazione del tabacco, ma non si possono avere dubbi sul dove… Con la scoperta dell’America si viene infatti a conoscenza di una tradizione secolare per le popolazioni indigene: il fumo. Prima dell’avvento degli europei nel Nuovo Continente sono i Maya a coltivare la pianta del tabacco e ad utilizzare le sue foglie per confezionare i sigari (dal termine maya “sikar” che significa “fumare” deriva infatti la parola spagnola “cigarro”). Le tecniche di semina vengono in seguito esportate in tutte le regioni del continente come dimostra la pratica del fumo da parte dei pellerossa. Agli inizi del XVI secolo i Conquistadores diffondono in Spagna e in Portogallo l’abitudine di fumare il sigaro che diviene un simbolo di benessere

e ricchezza. Nel secolo successivo è la volta della Francia tramite il suo ambasciatore in Portogallo Jean Nicot (dal quale deriva il termine nicotina), della Gran Bretagna grazie all’esploratore Sir Walter Raleigh e infine dell’Italia. Nel XVIII secolo un comandante dell’esercito degli Stati Uniti di ritorno da una campagna militare a Cuba introduce nell’area dell’attuale Connecticut la pianta del tabacco: la sua coltivazione fa sì che quella regione diventi uno dei principali produttori mondiali di fascia per sigari. E’ nuovamente grazie ai soldati di ritorno dalle campagne militari nelle colonie spagnole che nella prima metà dell’800 il fumo del sigaro da la sua comparsa in tutti i salotti europei: in Francia, Spagna e Gran Bretagna vengono istituite apposite sale per fumatori e si confeziona uno specifico abbiglia-


mento (la giacca per fumare si chiama “smoking”, dall’inglese “fumare”, ed in Italia e in Francia il termine è tutt’oggi associato agli abiti da sera maschili). Nella seconda metà del XIX secolo è l’isola di Cuba il principale produttore di sigari con le sue circa 1300 fabbriche: dalla coltivazione del tabacco al confezionamento del sigaro la produzione viene eseguita totalmente a mano. Agli inizi del nuovo secolo vengono però introdotti nuovi macchinari in grado di aumentare la produzione ma a discapito dell’occupazione. A Cuba c’è infatti una forte opposizione al nuovo modello produttivo che porta in pochi decenni all’emigrazione di alcuni marchi verso le vicine regioni del Messico, dell’Honduras, della Repubblica Dominicana e riduce drasticamente il numero delle fabbriche a meno di 130. Nel 1959 c’è una svolta epocale con l’avvento di Fidel Castro che insorge contro il generale Batista e prende il potere: il nuovo regime procede alla nazionalizzazione delle società cubane e di quelle estere con l’esproprio delle fabbriche e l’istituzione del monopolio di stato, la Cubatabaco. Questo processo porta i principali proprietari e le proprie famiglie ad espatriare nella vicina Repubblica Do-

minicana per riprendere la produzione lontano da casa. Per ritorsione si arriva nel 1962 ad un embargo degli Stati Uniti che consentono l’importazione di piccoli quantitativi di sigari cubani solo per uso personale. Quest’ultimo è un duro colpo per le attività produttive isolane che fino a quel momento esportavano in nord America gran parte dei 250 milioni di sigari prodotti in un anno. Dopo la rivoluzione si passa a circa 30 milioni di sigari all’anno e occorrono alcuni decenni per arrivare ai 350 milioni di sigari attuali, di cui 100 milioni destinati all’esportazione. Anche la qualità dei sigari subisce all’inizio una flessione: la razionalizzazione della produzione operata dal governo fa sì che si passi dai quasi 1000 tra marchi e varietà ai soli 35 attuali (alcune fabbriche infatti accorpano vecchie varietà sotto un unico marchio), ma contemporaneamente diventano disponibili le migliori produzioni al pubblico. Il sigaro è da sempre un simbolo di ricchezza e di potere ed è un ironia della sorte che il migliore prodotto provenga da uno dei pochi bastioni del comunismo. ...continua nel prossimo numero



Le serate latine in Puglia & Basilicata Martedì:

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Mercoledì:

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Giovedì:

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eventi in Per info su serate ed chiama il: Puglia e Basilicata

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Ore 9:00 Dai ritmo alla tua giornata. Latin Pop, Bachata e Hits:

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