Vida Latina Magazine Novembre - Dicembre 2014

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Periodico di informazione, cultura e musica dedicato al mondo latino americano - DISTRIBUZIONE GRATUITA - anno 5 - N° 6 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2014

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da PUERTORICO a NEW YORK con il ballo NEL CUORE

Jhesus Aponte Maykel Fonts si racconta sul set televisivo della Rai

Kizomba

Il summit 2014 a Capoverde DISPONIBILE SU: VIDALATINAMAGAZINE.IT

Salsa Solo Italia La gara che ha appassionato l’Italia







Registrazione del Tribunale di Bari:

n°3199 del 25/11/2010 Tiratura: 20.000 copie Numero Chiuso: 24/11/2014 Edito da: Ass. Culturale IDEANDO 2.0 Via Berlino 86 Altamura (Ba) Tel. 339.3511452 info@vidalatinamagazine.it

Vida Latina Magazine Milano: Via Anguissola, 26 Direttore Editoriale: Donato Ciccimarra Direttore Responsabile: Giuseppe Disabato Direttore Commerciale: Nunziella Buono Direttore Artistico: Ricky Espino Caporedattore: Daniele Blasi Redazione: Michele Traversa Gordiano Lupi Chiara Ruggiero Enzo Conte Yadira Gonzalez Nunziella Buono Ricky Espino Denny dj Marianna Melis Massimo Roger Francesca Mauro Giovanna Diomede Massimo Roger Michela Vernati Fernando Rodrigues Saluiza El Sonero dj Daniela Chessa Hanno collaborato in questo numero: Antonello Nicodemo Pepe Espino Luca P. Photo Credit: Nunziella Buono SR-Studio Milano Valentin Behringer Contatti:

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L’itervista Maykel Fonts e la sua avventura a Ballando con le Stelle

Maestro di Ballo 1° Convegno Nazionale

Il ballo è la sua vita Jhesus Aponte si racconta...

Gordiano Lupi ci presenta il maestro Enrnesto Lecuona

Dirty Dancing Il film diventa musical anche a Milano

Tomas Milian Il libro della sua vita

MIF Milano capitale della Salsa per un weekend

Campioni del Mondo! Andrea e Silvia, Carine e Rafael

Miseria e Nobiltà ediotriale di Donato Ciccimarra

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icembre è alle porte, si sa, è un mese strano, ci porta il freddo più intenso e ci riscalda con il Natale, un mese che sa essere pieno di paradossi, e quest’anno ricordando il grande Totò tra miseria e nobiltà. 07 07


EDITORIALE di Donato Ciccimarra Ci scherziamo un po’ su ma, parlando di miseria, la crisi, ci ha fatto stringere la cinghia, i consumi si sono ridotti anche se qualcuno si impegna a scovare in qualche strana proiezione, i segni della ripresa. Sarà per i consumi un Natale più povero per la maggior parte degli italiani, ma questa può essere una grande opportunità per riscoprire antichi valori e perché no, approfittarne per assaporare il vero spirito del Natale fatto di famiglia, sentimenti e positività. La copertina di questo numero è dedicata a Jhesus Aponte, ballerino di fama internazionale che presenzia con successo le scene congressuali salsere di tutto il Mondo. Gli appassionati del mondo latino lo avranno apprezzato ancor di più in questo periodo per la sua presenza sui canali mediaset al fianco, come ballerino, di Anna Tatangelo. Sempre parlando di televisione non possiamo dimenticare il programma “Ballando con le stelle”, fortunata trasmissione di prima serata RAI, che quest’anno più che in altri, sta regalando una visibilità alla musica ed ai ritmi latini davvero inaspettata, infatti oltre a Maykel fonts la trasmissione ha ospitato i nostri grandi amici Gaspar e Simona itroducendo la nuova disciplina tanto discussa dello Zouk Brasil.

Per chiudere questo editoriale abbiamo pensato di fare gli auguri ad una piccola creatura, che ha tanti genitori, tantissimi zii ed un sacco di gente che gli vuol bene. L’8 Dicembre, Vida Latina Magazine compirà cinque anni, sono stati sino ad oggi anni bellissimi, ricchi di grandi soddisfazioni, ancora ricordiamo i primi passi, come fosse oggi, viviamo le febbrili riunioni per cercare, scegliere, vivere il modo migliore per dare un lungo futuro a questo progetto. Siamo ancora all’inizio, ma cominciamo ad avere una bella storia alle spalle, il magazine è cambiato e si è evoluto grazie al contributo di tutti gli editorialisti e specialisti, grafici e commerciali, tutti hanno messo cuore e passione, sacrificando tempo e risorse, ma siamo orgogliosi di quello che siamo riusciti a realizzare, abbiamo in animo di migliorare ancora, di essere ancora più esigenti in fatto di qualità, di aiutare, se possibile, a rendere la grande famiglia latina ancora più numerosa ed entusiasta. Ma il contributo più importante siete voi cari lettori, con le vostre critiche come con i vostri complimenti ci stimolate ad essere sempre più presenti, ve ne ringraziamo con tutto il cuore, augurandovi Buon Natale!




L’intervista di Daniela Chessa

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Maykel Fonts

e la sua avventura a Ballando con le Stelle Maykel Fonts, 38 anni, è entrato con il passare delle puntate nei cuori di tutti gli amanti del programma Ballando con le Stelle conquistando per la sua spiccata bravura nel ballo e per quel fascino latino che lo contraddistingue. Forse non noto inizialmente al grande pubblico ma conosciuto ed amato da sempre da quello che lui lo definisce “il popolo salsero” che lo segue nei congressi di tutto il mondo, che lo ha ammirato nelle sue performance nel film Street Dance2 e che riempe i locali quando sà della sua presenza. Un ballerino coreografo carismatico e di una simpatia unica.

Roma - Foro Italico durante le prove per la terza puntata.

Lo scorso anno sei stato la novità del programma. Hai portato la salsa cubana in tv come fosse una vera e propria missione. Come stai vivendo questa nuova avventura? “Lo scorso anno ho iniziato il programma con grandissimo entusiasmo portando tutti i miei principi, la mia cultura, ero – dice ridendo- come nella veste di Martin Luther King, dove non andavo a gareggiare bensì a portare la bandiera della salsa in tv. Non volevo andare in nessun’altra direzione se

non in quella in cui avevo sempre creduto e per cui mi seguono da anni. Volevo difendere la salsa vera e pura che rappresenta la mia storia, la mia cultura e soprattutto la storia del mio paese. Quindi è stata un’esperienza davvero difficile. Quest’anno sono entrato con un’altra mentalità perché non mi arrendo mai. Ho dovuto scendere a compromessi con me stesso cercando di entrare nel meccanismo del programma. Penso che l’idea di Milly Carlucci quan11


do mi ha chiamato per questo programma è stata quella di portare qualcosa di nuovo, portare la vera cultura salsera, sapendo che da ballerino professionista non avrei avuto difficoltà a imparare tutti gli altri balli del programma. “ Tra i professionisti del programma, qual è quello con cui ti sei legato di più? “Non ce n’è uno in particolare, mi sono legato a tutti siamo un bel gruppo”. Ballando con le stelle porta indubbiamente notorietà oltre questo cosa regala? “Sicuramente mi apre la mente. Riesce a farmi uscire dalle tradizioni e dalla tecnica che ho sempre messo al primo posto. In questo programma non solo la bravura e il ballo sono fondamentali ma devi riuscire ad arrivare al pubblico, alla giuria, creare una strategia che ti permetta di rimanere in gara che va oltre il solo ballo.”

La notorietà molto spesso modifica la vita privata e il rapporto con gli altri. Com’è cambiata la tua vita di sempre? “La mia vita di sempre è cambiata perché non ci sono mai! Questo perché sono qui a Roma per la trasmissione e per questi tre mesi dovrò stare lontano da casa, dai miei amici, dalla mia quoti-


dianità milanese. La mia normalità tornerà alla fine di questo programma.” Hai scalato tutte le classifiche di musica latina con il brano “Dale lo que lleva” in collaborazione con Maykel Blanco. Quali sono i tuoi prossimi impegni musicali? “Sono appena usciti due nuovi brani con la Planet Records, ancora in promozione, “Bailando, lo malo se va bailando” e “El chupetón” scritti in collaborazione con Osmani Spinosa. Nel cassetto poi, ho già pronti una decina di brani con l’arrangiamento di Maykel Blanco. Ti do una piccola anticipazione, uno sarà dedicato al “popolo salsero”, un altro parlerà del rapporto tra allievo e maestro. Questi brani nascono dalla mia esigenza di comunicare, di dire tutto quello che non riesco nei congressi o nei locali. Non mi definisco un cantante ma cerco di trasmettere attraverso le mie composizioni quello che penso e tutto quello che avrei da dire. Io sono compositore sia del testo che della musica. Racconto tutto quello che ho vissuto in questi 14 anni in Italia nell’ambiente della salsa e la direzione che dovremmo prendere per mantenere vivo questo meraviglioso ballo nel tempo” Nel tuo futuro vedi più la musica o il ballo? “Io senza ballo non potrei vivere”. Chi vedi come can-

didato alla vittoria di quest’anno? “Per me dovrebbe vincere Andrew Howe perché in gara è il più atletico e grintoso ma nelle stesso momento vorrei che vincesse Giusy Versace per la sua forza, il suo coraggio. Sta dando una lezione importante di vita a tutti noi. Nel caso arrivassero entrambi in finale non vorrei essere nei panni dei giurati. In ogni caso Giusy ha già vinto chiuderei la terza puntata con il suo grande trionfo.”


“1° CONVEGNO NAZIONALE

SUL MESTIERE DEL MAESTRO DI BALLO”.

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omenica 23 novembre si è svolto a Roma il 1° CONVEGNO NAZIONALE SUL MESTIERE DEL MESTIERE DI BALLO. Una Assemblea pubblica in cui i maestri di salsa hanno potuto finalmente esprimere le proprie opinioni e portare sia le proprie esperienze che le proprie proposte. Questa è stata la relazione d’apertura del Convegno tenuta dal nostro amico Enzo Conte, uno dei più appassionati promotori di questa iniziativa: “La SALSA, arrivata in Italia verso la metà degli anni ‘80, ha avuto la capacità di uscire piano piano dalle cantine per imporsi come un fenomeno di portata nazionale, in grado di conquistare l’interesse degli amanti sia del ballo che della buona musica. Si è propagata con la forza di un’onda inarrestabile che ha dato una immensa vitalità a tutto il mondo del ballo anche se, con il passare del tempo, ha fatto sorgere alcune problematiche che oggi sono all’attenzione di tutti. C’è stato negli ultimi anni una proliferazione di Maestri e di Scuole di Ballo che se da una parte ha avuto l’effetto positivo di ampliare la popolarità della salsa (e di aumentare la schiera dei 14

suoi appassionati), dall’altra non sempre ha saputo garantire la necessaria qualità e la dovuta professionalità. Il Convegno di oggi dedicato al MESTIERE DEL MAESTRO DI BALLO vuole essere solo l’inizio di un lungo cammino che ci costringerà a dare delle risposte ed a trovare delle soluzioni per ridare piena dignità ad un mestiere ancora oggi alla ricerca di una sua identità giuridica e professionale. Il dibattito sui social network che ha preceduto questo Convegno è stato estremamente interessante perché ha fatto emergere molti elementi nuovi. Abbiamo ad esempio appurato che per insegnare, lo Stato (in attesa di una precisa quanto auspicata regolamentazione) non richiede un diploma specifico in quanto l’articolo 33 della Costituzione stabilisce che “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.” Un recente decreto della ex Ministro Melandri ha però stabilito che per insegnare in una Associazione Sportiva Dilettantistica è necessario conseguire il diploma di “Istruttore Sportivo”. Dal dibattito tenutosi, sembrerebbe però che alcuni Enti Sportivi, come ad esempio l’UISP e l’ENDAS, non rendono obbligatorio questo



diploma, al punto che qualsiasi associato può offrire lezioni di ballo nell’ambito della propria Associazione. E’ stato inoltre rilevato che a livello fiscale non esiste la figura giuridica del Maestro di Ballo ma che per potere insegnare in una struttura private bisogna possedere una partita IVA oppure, in caso di Associazioni Sportive, avere un contrat-

come scopo quello di codificare una espressione tanto libera quanto creativa come la salsa, né tanto meno l’obbiettivo di organizzare gare o campionati di ballo. La sua mission dovrà essere quella di promuovere in primis la cultura latino-americana e di occuparsi allo stesso tempo di FORMAZIONE. L’obiezione più ricorrente è che un eventuale

to di collaborazione. Fatte queste doverose premesse, appare evidente che la libertà d’insegnamento è un bene prezioso che va’ oggi tutelato, però è anche vero che questa libertà non può prescindere dal rispetto di alcune regole che noi per primi, in attesa di una giurisdizione precisa, dovremo essere in grado darci. Tra le tante proposte fin qui arrivate c’è quella di creare un SOGGETTO NUOVO (che sia una Unione, una Associazione o una Federazione) in grado di riunire tutte le ECCELLENZE oggi esistenti e che possa certificare, dopo un serio percorso di studio ed esami veri, la idoneità, la capacità e le competenze dei vari maestri. E’ evidente che un SOGGETTO del genere non avrà

diploma rilasciato da questo nuovo soggetto avrebbe lo stesso valore legale di tutti gli altri. Il che indubbiamente è vero! Potrebbe essere però un vero e proprio marchio di qualità, un motivo di orgoglio di appartenenza, che potrebbe in futuro far nascere delle iniziative collegiali ma anche un Albo di Insegnanti DOC (in realtà ad oggi inesistente) da proporre ai tanti amanti del ballo afro-latino-caraibico. Poi chiaramente starà al pubblico (in questo caso ben informato grazie anche alla creazione di un apposito sito web) decidere agli insegnanti di quale ente affidarsi. Un altro problema spinoso emerso dal nostro dibattito è quello dei prezzi delle scuole di ballo che oggi non ha alcun tipo di auto-regolamentazione. Nel 2000, prima dell’entrata nell’euro, un

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corso di ballo a Roma costava mediamente dalle 60.000 alle 120.000 lire. Oggi costa dai 15 euro ai 50 euro. Possiamo dunque affermare che mentre il costo della vita in questi 14 anni è quasi raddoppiato (anche per via dell’inflazione), il costo delle scuole di ballo è diminuito drasticamente. E fin qui la cosa è comprensibile! Il ballo sociale in fondo è una attività che si rivolge alla massa, per cui tenere i prezzi bassi ti permette di lavorare sulla quantità piuttosto che sulla qualità. Solo che ora, in tempi di crisi economica, la situazione è completamente sfuggita di mano. Ormai si adottano le più svariate tecniche di marketing per attirare i clienti, per cui mentre una volta al massimo la prima lezione dimostrativa era gratuita, si è passati all’iscrizione annuale gratuita, al primo mese gratuito per arrivare ai primi due mesi gratuiti (senza contare quelli che propongono il corso estivo gratis con la speranza che poi gli allievi si iscrivano almeno ai corsi invernali). Molti sostengono: “E’ IL LIBERO MERCATO, BELLEZZA!” E se fosse invece l’ANARCHIA TOTALE che sfocia nella CONCORRENZA PIU’ SLEALE? Nessun serio professionista lavora gratis a meno di non essere un missionario! Ma anche in presenza di vocazioni mistiche bisognerebbe sempre preoccuparci se le nostre azioni possano danneggiare gli altri. Va bene, dunque, il libero mercato, ma non bisognerebbe mai dimenticare che “LA MIA LIBERTA’ FINISCE DOVE COMINCIA LA TUA!”. Per cui non possiamo comportarci come se fossimo soli al mondo e

nemmeno come dei cinici che farebbero qualsiasi cosa pur di aprire il proprio corso di ballo. Per contrastare questa corsa al ribasso, tra le tante proposte arrivate c’è quella di fissare una retta mensile minima e scoraggiare, allo stesso tempo, tutte le promozioni del tipo prendi tre e paghi due, un mese gratis se porti l’amico etc. etc... Quello che deve essere però chiaro a tutti è che mettere un freno all’anarchia esistente non deve essere visto come la lotta di una Casta contro i più deboli. Ormai quelli che insegnano, insegnano e nessuno (a cominciare dallo Stato) toglierà loro questo diritto. Allo stesso tempo tutte le Federazioni ad oggi esistenti (con cui auspichiamo un dialogo costruttivo ) non devono vederci come dei pericolosi competitors, in quanto esse continueranno ad operare legalmente, a rilasciare i loro diplomi ed ad organizzare le loro gare di ballo. Starà a noi semmai provare a distinguerci, puntando sulla qualità e non sulla quantità, impegnandoci a valorizzare l’attuale corpo insegnante, offrendo, allo stesso tempo, ai futuri maestri la possibilità di sviluppare il loro talento nel rispetto però delle regole, delle leggi fiscali e dei diritti di tutti. “ Alla fine della relazione d’apertura è seguito un interessantissimo dibattito che si è concluso con la proposta di creare un gruppo di lavoro che avrà il compito di presentare al prossimo Convegno (che si terrà alla fine di gennaio) un vero e proprio progetto con delle proposte più articolate e dettagliate.

I LIBRI SULLA SALSA E LA CULTURA AD ESSA LEGATA

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Jhesus Aponte Jhesus Aponte è uno dei piĂš grandi ballerini di salsa, non a livello mondiale, ma universale. E non solo ballerino di salsa, ma anche di jazz, e non solo ballerino: lui è un artista completo. Una carriera lunga e intensa, che lo ha portato ad esibirsi sui palcoscenici di tutto il mondo, con i migliori artisti come ballerino nei loro concerti, ad insegnare in tutto il mondo. Da qualche anno abbiamo la fortuna di averlo qui in Italia: se avete l’opportunitĂ di studiare con lui, coglietelela al volo, ne vale davvero la pena!


L’intervista di Chiara Ruggiero

Come nasce Jhesus Aponte, come ballerino? La tua storia, dai primi passi, ai grandi successi. Oh mamma! Sono 22 anni! L’artista è nato da piccolo. Guardando la TV, poi la mia famiglia. La domenica andavamo sempre a casa di mia nonna e mio nonno suonava la chitarra, mio papà un’altra chitarra o il basso, mio zio pure, e si scambiavano le chitarra, uno cantava, l’altro suonava anche con una lattina, e ballavamo. Quindi tutto è iniziato così, guardando la famiglia di mio padre, in cui sono tutti artisti, e la Tv, all’epoca c’era una grande artista, una ballerina - Iris Chacon - che era il nostro idolo, il nostro spunto sia dei portoricani che stavano a Portorico che di quelli che stavano a New York, perché ballava e cantava, sempre mezza nuda, con tanto “sabor”. Anche nel film IL CANTANTE c’è Jennifer Lopez che guarda la TV e imita l’artista che si sta esibendo, ed è quella di cui vi sto parlando. Siccome io fin da piccolo soffro un po’ di lordosi, i miei amici mi prendevano in giro e mi chiamavano Iris Chacon. Io mi vergognavo un po’, avevo quasi timore di ballare, ma non riuscivo a trattenermi! Quindi guardando la Tv, e poi il cinema, John Travolta, artisti che ballavano, cantavano, recitavano, fin da piccolo sognavo di diventare artista, ma non sapevo come fare. Da ragazzo ero atleta e un giorno una compagna di Università mi ha chiesto di accompagnarla a una lezione di aerobic latin jazz, e sono andato con lei a fare questa lezione di aerobica con musica latina, che però di ginnastica aveva poco, perché era molto ballata. L’insegnante era Edwin Ballester che è il mio maestro di jazz, perché io da piccolo già ballavo salsa. Dopo la lezione c’era la lezione della compagnia che si chiamava Bailos. Mi era piaciuta talmente tanto la sua lezione, che gli ho chiesto se potevo provare anche quella della compagnia. Lui sapeva che non ero in

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grado, perché non avevo mai studiato jazz e quella era una lezione di livello avanzato, ma mi ha fatto provare lo stesso. E d a lì ho iniziato ad allenarmi come ballerino: jazz, classico, tip tap. MI hanno anche dato una borsa di studio, perché essendoci tante donne e pochi uomini, eravamo molto richiesti, quindi ho sempre avuto la fortuna di godere di una borsa di studio. Una borsa di studio chiamata “Work Study”, che prevedeva che io frequentassi i corsi gratis, ma li pagassi pulendo gli specchi, facendo la pulizia della palestra, ecc. Quando io sono entrato nella compagnia, loro avevano già vinto anche una borsa di studio per tutta la compagnia, per andare a studiare a New York al Broadway Dance Center, quindi ho potuto entrare anche io in quel programma, usufruendo della borsa di studio e sono andato subito a New York con loro a studiare con Frank Hatchett. Lì ho deciso quello che voleva davvero fare: il ballerino. Volevo mollare i miei tre lavori, coi quali mantenevo la mia famiglia, per diventare ballerino. Ho iniziato a studiare a Portorico, ma avevo il complesso di essere alto, perché in quella compagnia tutti i ballerini erano piccoli di statura. Poi ho fatto un provino per ballare con un artista, e ho scoperto che c’erano altri ballerini alti, e che spesso gli artisti cercavano proprio ballerini alti. Da lì, mi hanno preso, molti artisti mi chiamavano per esibirmi con loro: la mia carriera è decollata. C’è stato un momento in cui hai pensato: “Non ce la faccio, rinuncio”? Sì. Perché il corpo a volte, quando lavori tanto, ti dice “no, basta, fermati un attimo”. E la lordosi alla schiena è un grande problema per me, è un disturbo molto doloroso. Ho scoperto però che se mi alleno, vado in palestra, faccio pilates, non sento dolore. E anche prima di ballare, se mi scaldo bene, non sento dolore. E mi innervosisco quando sento ballerini più giovani lamentarsi in 19



L’intervista di Chiara Ruggiero

continuazione: io mi lamento, ma stringo i denti e vado avanti. E ho tanti anni più di loro! Non mi fermo quasi mai. Posso tremare dal dolore, ma vado avanti lo stesso. Cosa ti ha spinto ad andare avanti anche quando pensavi di non farcela? La passione. Mi piace troppo quello che faccio, esibirmi sul palco. L’adrenalina dell’esibizione mi dà una spinta incredibile. La musica, il ballo. Amo talmente tanto ballare, che di notte sogno di ballare. Quando uno mi parla tanto, dopo un po’ mi distraggo, e mi viene in mente una coreografia che devo montare, una musica, un pezzo che voglio fare, un musical… Non hai mai pensato di fare un musical tutto tuo? Ti confesso che sì, ci ho pensato. Infatti l’ho scritto. Ma non l’ho mai fatto, non per paura, ma perché ancora non ho mai avuto tempo, ho sempre qualcosa da fare. Mi appassiona la produzione. Come artista, non amo solo stare sul palco, ma anche dietro le quinte, aiutare altra gente a sviluppare la loro carriera di artisti. Quando ero più giovane ho fatto anche il manager di due artisti a Portorico, ma è stata molto dura: li portavo in radio, non sapevano come parlare. Dovevo insegnar loro a parlare, come vestirsi, perché mi piace anche fare lo stilista! Qual è stata la tua soddisfazione più grande? La soddisfazione più grande è stata veder mio figlio, Jhan Lee Aponteporo crescere, come persona e come artista. Avete anche lavorato insieme? Si, lavoriamo tantissimo insieme. Mi piace una musica, lo chiamo e gli dico

“sto cercando una musica per la prossima esibizione” lui mi dà consigli, un giudizio, mi propone una musica “ho pensato questo”. Proprio l’altro giorno mi ha chiamato preoccupato di non farcela perché lo stanno chiamando diverse agenzie per gli stessi lavori. Un mese fa ha fatto un film, uno spot pubblicitario per la macchina Honda, in cui canta, suona e recita. Ora sta girando una serie per la TV americana, fa la comparsa, ma di quelle che recitano e parlano anche, non che fanno solo da sfondo. Anche lui un artista completo: musicista, cantante, attore, ballerino… sarà il protagonista del tuo musical? Ahahahahahah! Non lo so, vedremo….non può fare tutto! Ma la mia soddisfazione più grande, è parlare con lui. Quando magari sono un po’ giù, lo chiamo, e se lui non è preso dai suoi mille impegni di lavoro, insegna anche alla scuola d’Arte, parliamo, parliamo tantissimo. E mi fa stare bene. Sono pazzo di mio figlio! E vederlo crescere come artista, è davvero la mia soddisfazione più grande. Progetti per il futuro: cosa ti manca ancora? Fare un musical. Ne ho scritto uno che si chiama Fiera, ma non so se farlo. Voglio essere io a scriverlo, produrlo. E poi fare un film, recitare. E’ molto tempo che non lo faccio. I miei colleghi che hanno visto qualcosa di LATIN 21


L’intervista di Chiara Ruggiero

DREAM, il film di Fernando Sosa, che è ancora in post produzione, mi hanno fatto tantissimi complimenti “Jhesus, non sapevo che recitassi così bene”….adesso non vedo l’ora di vederlo! Poi mi piacerebbe celebrare un mio Anniversario alla carriera, con tutte le mie ballerine insieme. Con Tito Petronio, ne avevamo parlato già quattro anni fa, ma alla fine non lo abbiamo fatto. E riproporre “Donne sui tacchi” (uno stage per sole donne, in cui diverse ballerine insegnano il loro stile- ndr), facendo una tourneè, non un solo appuntamento, più forte che mai, magari facendo anche una masterclass io insieme a loro. E poi sono ancora in giro col Salsa Solo (competizione di pasitos, con selezioni in Italia, per accedere alla finale mondiale in Australia- ndr). Poi sta per uscire un mio video didattico, che non è tanto per principianti, ma più per

professionisti, perché è quasi tutto incentrato su prese e trucchi. Un consiglio a un giovane che vorrebbe intraprendere questa carriera. Studiare. E disciplina. Spesso è più importante del talento. Va avanti solo chi ha disciplina. Di recente hai scoperto una nuova passione: quella per la pole dance. Sei bravo anche lì? Sono bravo. Solo che adesso, è un po’ che non pratico perché non ho avuto tempo, e la mia maestra mi ha chiamato “che fine hai fatto?” … Spero a dicembre di tornare! Farai anche un’esibizione di pole dance? Dovevo fare il saggio l’anno scorso, ma non ho avuto tempo, tra lezioni, preparare le coreografie, esibizioni, etc. Se capitasse mi piacerebbe tantissimo, ma in questo momento mi accontento di allenarmi con la pole dance perché mi dà tantissima forza, anche per il mio lavoro di ballerino. Quando si tratta di arte, mi piace tutto. E io faccio sempre quello che mi piace fare, non quello che gli altri vorrebbero che io facessi. Ecco, prima mi chiedevi cosa mi manca ancora da fare.. mi piacerebbe partecipare a Ballando con le Stelle, anche se solo come ospite!



SALSASOLO ITALIA

Si chiude con successo l’edizione 2014 Pubbliredazionale di Chiara Ruggiero

Le jeux sont fait. Saranno Genny Godano ed Enzo Listone, entrambi di Torino, a rappresentare l’Italia in Australia dal 20 al 23 novembre 2014. I due bravissimi interpreti si sono aggiudicati l’ambito premio, conquistando il primo posto nella finale di SALSASOLO ITALIA che ha visto tutti i partecipanti qualificati nelle varie tappe italiane, sfidarsi a ritmo di “pasitos” il 2 novembre al Lele Bahia di Lissone. “Spietati” i giudici: primo fra tutti il grande Jhesus Aponte, particolarmente emozionato, visto che è lui l’ideatore e l’organizzatore di questo evento, che in varie serate ha coinvolto un po’ tutta l’Italia. E poi Rayda Salas (Cuba), Andrea Stewart (UK), Mirko Stefio (Italia) e Frances Nieves (PR). Vincitori nelle altre categorie sono stati Paolo Costarelli ed Enrico Cerabona, anche loro torinesi, come miglior duo e rappresenteranno l’Italia al “Campeonato Internacional de Pasos Libres” a Barcellona in Spagna. Si sono aggiudicati invece il primo posto come miglior coppia i siciliani Salvatore La Cognata e Clara Cavalieri che faranno parte del cast di Eventopeople 2015, uno dei Congressi di salsa più importanti a livello internazionale e parteciperanno al “Salsa on Tour “ a maggio 2015 in Toscana, dove si esibiranno sul palcoscenico insieme ai ballerini professionisti. Ovviamente in entrambi i casi, avranno tutte le spese pagate. Infine tutti i primi classificati si sono aggiudicati un contratto di testimonial con la casa produttrice di scarpe da ballo DANC’IN. Questa la classifica finale, per tutte le categorie: Singolo Femminile 1) Genny Godano (Torino) 2) Ida Campanozzi (Milano) 3) Jessica Leotta (Sicilia)

Singolo Maschile 1) Enzo Listone (Torino) 2) Davide Cavalieri (Torino) 3) Vito Lanza (Sicilia) Duo 1) Paolo Costarelli - Enrico Cerabona(Torino) 2) Gabriele & Lorenzo Di Marzo (Roma) 3) Angela Alfano - Evelyn Trainito (Sicilia) Coppia 1) Salvatore La Cognata - Clara Cavalieri (Sicilia) 2) Francesco Papaleo - Valentina Pulieri (Milano) 3) Marco F. Rosato - Caterina Bruno(Torino) Complimenti anche a tutti gli altri meravigliosi ballerini che hanno raggiunto il secondo e il terzo posto nelle varie categorie- che anche se non hanno vinto, hanno dimostrato il loro talento – e a tutti i partecipanti che con il loro entusiasmo e la loro passione hanno reso questo SALSA SOLO ITALIA così bello! Appuntamento al 2015!



altrimenti sarebbero andate disperse. Lecuona nasce a Guanabacoa nel 1895 in calle Cereria, suo padre è un giornalista originario delle Canarie mentre la mamma viene da Matanzas. Dicono che quando nasce va a vederlo una negra, forse una santéra, che lo guarda negli occhi ed esclama: “Mio Dio, benedici questo genio!”. La madre Elisa mette al mondo tanti figli e tutti in un modo o nell’altro hanno a che fare con la musica. Da ragazzo Lecuona deve fare un po’ di tutto per aiutare la famiglia, ma è la madre a pretendere che segua la sua aspirazione. Ernesto lavora per il cinema muto e come accompagnatore di cantanti, racimola un po’ di denaro e al tempo stesso dà via libera al suo estro pianistico. Comincia a comporre molto giovane e per provare la musica si mette a fare passi di danza, compone e balla, questa è la sua caratteristica. Huberal Herrera ricorda Lecuona come un uomo molto alla mano che era sempre circondato da amici. “Non amava star solo e poteva scrivere e comporre anche in mezzo a un sacco di gente. La confusione non lo disturbava, lui si concentrava lo stesso. Rideva sempre, era di buon umore, ascoltava le persone, le osservava e poi scherzava con loro. Organizzava frequenti riunioni di amici a casa sua, ma non erano riunioni di ubriaconi come dicevano i maligni. Chi lo dice infanga la memoria di un genio, per gelosia del successo e del suo denaro. La sua casa era la finca La Comparsa, là si giocava molto a dominó, si beveva caffè e si fumava. Lecuona era amante del buon vino spagnolo ma lo beveva con moderazione, non l’ho mai visto ubriaco” ricorda Herrera. Lecuona aveva molta simpatia per la Spagna e da buon cubano sentiva un vincolo profondo con l’Europa. Le sue opere debordano di elementi creoli e spagnoli, si pensi a cose come Malagueña, España, Alhambra, Córdoba, Valencia e molte altre. Lecuona però è noto al grande pubblico soprattutto per Malagueña e da questo pezzo ebbe molte soddisfazioni, tanto che a Malaga lo accolsero come cittadino onorario e figlio adottivo della città, gli regalarono una casa e gli intitolarono pure una strada, anche se il maestro era

Ernesto Lecuona

un maestro indimenticabile Musica di Gordiano Lupi

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ecuona ha poco a che vedere con la musica popolare, lui è un pianista classico di fama mondiale. In un afoso pomeriggio di giugno sono andato a rendere omaggio alla sua tomba scolpita in marmo nero nel Cementerio Colón dell’Avana. Cercavo le tombe degli scrittori famosi, Carpentier, Lima, Guillén, non so neppure io perché, una tomba è pur sempre una tomba, conta poco chi ci sta dentro. Forse volevo onorare la memoria di chi mi aveva regalato momenti importanti con pagine memorabili. La guida del cimitero ha faticato per trovare le tombe degli scrittori mentre con Lecuona è andato a colpo sicuro. Lecuona non si dimentica, lui è l’autore di Malagueña, un successo mondiale. Il suo pianoforte è l’icona della musica colta cubana, ma ci sono anche successi popolari che lui ha contribuito a creare. Ecco perché ne parlo e per far questo utilizzo i ricordi di Huberal Herrera, amico intimo di Lecuona, persona che ha il merito di aver conservato in una collezione invidiabile molte opere del maestro che 26


ancora vivo. Malagueña riscosse un gran successo prima in Spagna e poi a Cuba, ma questo successo si è diffuso a macchia d’olio in tutto il mondo. Le cose più interessanti che Lecuona ci

ha lasciato sono le danze. Lecuona compose buoni valzer e musica di stile spagnolo, ma quelle sono opere che resero importanti pure Ravel, Bizet e altri pianisti classici. Le danze invece sono lavori unici che caratterizzano lo stile del maestro per la loro essenza creola. Nei ritmi delle danze di Lecuona si fonde la cultura negra e afrocubana con quella spagnola, il tamburo africano tipico della conga entra di prepotenza nella musica cubana. Ricordiamo tra le danze soprattutto La comparsa (composta all’età di dodici anni) ma anche la Danza lucumí e la Orquídea. Ernesto Lecuona nasce con il romanticismo, con Chopin, Liszt, Tchaikovsky, con le correnti moderne di Debussy e Ravel, però fa cose originali, fuori dalla tradizione. Ama il romanticismo però traccia una strada personale che rimane nella storia della musica. Pezzi come Conga de media noche, Futurista, Poema del manguar sono lavori immortali, manifesto di una musica che evidenzia radici ibero americane e africane. La grandezza di Lecuona sta nella sincerità della sua musica che contiene un formidabile mix di spirito latino e di linuaggio creolo.


Dirty Dancing: il film cult degli anni ’80 diventa un musical Eventi di Chiara Ruggiero

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er chi ama ballare salsa, Dirty Dancing non è un film, ma è IL FILM! La storia d’amore a ritmo di mambo nata nel resort di Max Kellerman tra la giovane e sognatrice Frances “Baby” Houseman e il “duro” ballerino dal cuore tenero, Johnny Castle, ha fatto sognare milioni di persone in tutto il mondo, Johnny ha fatto sospirare ballerine, e aspiranti tali, in tutto il pianeta, e il suo “nessuno può mettere Baby in un angolo” ha fatto versare più lacrime di Love Story. Adesso, per la prima volta, arriva in Italia, la versione teatrale. “Dirty Dancing- The Classic Story On Stage” è la fedele trasposizione teatrale dell’omonimo successo cinematografico, ideato da Eleanor Bergstein (che ne ha anche curato la versione teatrale in tutte 28

le edizioni internazionali) e si prepara ad essere il musical evento della stagione teatrale 2014. Unico “difetto”, è che purtroppo farà tappa solo a Milano, dove resterà in scena, fino al 28 dicembre al Barclays Teatro Nazionale. Un titolo da record: non solo il film è stato un successo planetario, con 40 milioni di copie vendute della colonna sonora, ma anche lo spettacolo, dal suo debutto in Australia nel 2004, ha registrato in tutti i debutti internazionali, mesi e mesi di tutto esaurito. Il team creativo inglese, affiancato da quello italiano, ha impiegato quasi tre mesi per selezionare il cast, tra gli oltre mille candidati che si sono presentati alle audizioni. Sotto la direzione musicale di Simone Giusti, la regia di Simone Leonardi e la direzione artistica di Federico Bellone, i due protagonisti saranno interpretati da Sara


Santostasi (Baby) e Gabrio Gentilini (Johnny, già Tony Manero nelle Febbre del Sabato Sera). Insieme a loro Federica Capra (Penny Johnson), Simone Pierini (Jake Houseman), Mimmo Chianese (Max Kellerman), Irene Urcioli (Lisa Houseman), Natalia Magni (Marjorie Houseman), Rodolfo Ciulla (Neil Kellerman), Renato Cortesi (Mr. Schumacher), Giuseppe Verzicco (Robbie Gould), Russel Russel (Tito Suarez) e poi ancora Pasquale Girone, ottimo cantante che qui sfodera anche le sue doti di ballerino, Marco Stabile, Aldo Esposito, Ilaria De Angelis, Josè Antonio Dominguez, Chiara Rosignoli, Paki Vicenti, Sara Marinaccio, Giusy Messina, Lucia Blanco, Azzurra Adinolfi, e Thomas Signorelli. Un’orchestra di otto elementi suona dal vivo le celebri musiche dello spettacolo, tra le quali” (I’ve had) The time of my life”, vincitrice di un Premio Oscar e di un Golden Globe. I dialoghi sono in italiano, mentre le canzoni in lingua originale. Per i più appassionati, anche la possibilità di acquistare insieme al biglietto la DDE: la Dirty Dancing Experience, che offre l’opportunità di visitare i protagonisti nel backstage, il programma dello spettacolo, un cocktail, il guardaroba e un gadget del merchandising ufficiale. Uno spettacolo emozionante, che contrariamente alle aspettative, non delude chi ha tanto amato il film….anzi, forse fa sognare ancor di più… un tripudio di emozioni fino all’ovazione del pubblico – soprattutto femminile!- al famoso, già citato “Nessuno può mettere Baby in un angolo”…perché, come ha detto durante la Conferenza Stampa di presentazione Eleanor Bergstein, ideatrice del film:” “In tutti noi c’è un ballerino nascosto, e quando riusciamo a tirarlo fuori, tocchiamo la felicità”. Lo ha detto in italiano, imparato nel nostro Paese, sulla spiaggia, da adolescente, con un amore estivo… sarà stata l’Italia a ispirare Dirty Dancing?




MUSICA di Massimo Roger

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Dieci anni Salsa Mayor

abana 10 ottobre 2014 esattamente 10 anni dal debutto nel mondo e primo concerto del talentuoso (compositore, pianista, arrangiatore) Maykel Blanco e della sua Orchestra Salsa Mayor (nata dallo scioglimento della Suprema Lay ) ed esattamente il 10 ottobre 2014 Maykel Blanco y Salsa Mayor ha festeggiato, nel Teatro Lazaro Pena il 10° Anniversario insieme a tanti artisti e amici facenti parte dell’olimpo della Musica Cubana. Inoltre presidiavano il teatro anche rappresentanti della Musica internazionale e rappresentanti della stampa di Perù Mexico Cuba Francia Olanda e Italia (rappresentata, umilmente,dal sottoscritto). Varie sono state le domande del perchè come e quando il fenomeno Maykel Blanco è maturato ed imposto inizialmente ed essenzialmente nel mondo, un tale successo e riconoscimento (con vari premi e tour che hanno portato l’ orchestra sui maggiori palchi d’ Europa e America latina al pari delle grandi orchestre cubane) che ha fatto da cassa di risonanza in Cuba destando l’interesse, ed anche sospetto da parte degli organi di stampa e media locali e dagli addetti ai lavori come le case discografiche, la Bis e la Egrem che inizialmente non intravedevano nell’artista un progetto musicale ...ma il tempo e la bravura di Maykel e la sua orchestra hanno dato modo che anche a Cuba, la sua terra , gli siano 32



Massimo Roger con l’orchestra Salsa Major riconosciuti i meriti e gli onori dovuti ad un garnde artista promotore della musca. Dieci anni di successi hanno visto Maykel e l’orchestra Salsa Mayor primeggiare nelle classifiche di tutto il mondo tra le quali, sicuramente, Italia ...camminando nel suo progetto Maykel è riuscito, indiscutibilmente, a creare un suo stile inconfondibile e riconoscibilissimo sin dalle prime note di un suo brano... uno stile che racchiude in se tutta la tradizione e cultura della musica “popular bailable cubana” . Infatti nella sua musica ritroviamo il meglio della musica cubana: da “Maravilia de florida” a “manolito simonet” a “los van van”; tante identità musicali unite, amalgamate che hanno creato la “identita” Salsa Mayor “. In questi 10anni Maykel Blanco con la salsa mayor ha prodotto cinque lavori che racchiudono tutta la sua filosofia musicale popolare, potremmo descriverla come musica briosa, fresca, armoniosa, ritmata, romantica, religiosa, divertente, tutte caratteristiche che rispecchiano l’inizio del nuovo modo di comporre musica senza tralasciare il classico e il passato. Attualmente Maykel Blanco è impegnato nel suo nuovo progetto musicale dedicato proprio ai suoi primi dieci anni di attività dai brani gia ascoltati in live in habana e da promo-anteprime , si preannuncia come un ulteriore successo, come un altro passo verso la vetta dell’Olimpo della Musica Cubana ...Salsa Mayor ...dale play.



Talento Latino 2014 I Primi Due Finalisti Ve lo avevamo annunciato nel numero scorso che avremmo dato po’ di visibilità anche alle “nuove leve” della musica latina, quelle che – speriamo!- ci faranno ballare nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Ci dà una mano LatinoAmericando Expo che, con il suo concorso Talento Latino ha permesso a molti giovani di esibirsi, selezionando otto finalisti, che vi presenteremo in questo e nei prossimi numeri. Partiamo subito in quarta con un cantante dominicano e un gruppo cubano che sono stati tra i più applauditi dell’evento.

REY LA CORONA MUSICAL Rey La Corona Musical è nato nella Repubblica Dominicana con nazionalità francese. Appassionato di musica sin da piccolo, “da grande” decide di lanciarsi nel mondo musicale con uno dei ritmi che gli è più congeniali: il dembow. Solo da poco diffuso in Italia, ha una lunga storia a Santo Domingo, dove si è evoluto nel corso del tempo, arrivando ad avere un vero e proprio boom negli ultimi anni. Il singolo PATEA, tratto dal suo primo album, è un tormentone in tutte le discoteche milanesi, lombarde, ma anche dominicane, in cui il dembow è uno dei ritmi più ascoltati e ballati. E il balletto che lo accompagna è già “un cult”! Dotato di grande presenza scenica ed entusiasmo, si esibisce sul palco con un gruppo di ballerini, giovani, belli e bravi (con lui nella foto, nel backstage del video). In Italia è sicuramente uno dei più conosciuti esponenti del suo genere, ma di certo non ha intenzione di fermarsi qui …in bocca al lupo!

PORTUSCLAN & MR. RAY Il gruppo debutta “ufficialmente” il 31 di gennaio del 2009 a Roma, con il nome di Proyecto Zero. E’ un duo di cantanti che uniscono le sonorità Rap, Latin Pop e Reggaeton con un gusto proprio, ricreando un sound fresco, moderno, melodico e molto ballabile. I componenti principali sono Yasser Portuondo, in arte Portusclan “El Tigre” (conosciutissimo anche perché dopo aver militato nella Nazionale Cubana di pallavolo, ha giocato come professionista anche in Italia, a Roma, e in Russia) e Raydel Francisco in arte “Mr.Ray - La melodía del sky”, che potete vedere nella foto. Nei concerti sono spesso accompagnati anche da una band. A Roma sono richiestissimi, a Milano si sono fatti notare dal pubblico che li ha subito amati, ma hanno progetti molto più grandi… anche per loro, il nostro in bocca al lupo!


CAPO VERDE…

CULTURA di Fernando Rodriguez Saluiza

LA KIZOMBA TRA REALTÀ E PROSPETTIVE L’isola di São Vincente, la più africana dell’arcipelago di Capo Verde, è considerata il principale centro culturale capoverdiano. Il centro più importante è Mindelo: suggestiva e animata sia di giorno che di notte, ha uno stile prettamente coloniale e si affaccia in una bellissima baia. La città è importante soprattutto perché ha dato i natali ad una delle più famose cantanti non solo capoverdiane ma dell’intero continente africano: Cesária Evora. Dopo l’Angola, infatti, Capo Verde è la nazione che più ha contribuito alla divulgazione della Kizomba specialmente grazie ai suoi musicisti. Per questi motivi, São Vincente è stata scelta come punto di ritrovo da me e altri esponenti del panorama kizombeiro internazionale: Morenasso, Mr Tecas, Tony Pirata, Marcio Junqueira, Jadilson Santarosa, Armando e Dj Barata. Otto persone provenienti dal continente africano

e ormai radicate in Europa che hanno messo a confronto il loro bagaglio e le loro esperienze didattico-formative vissute tra Italia, Francia, Portogallo e Olanda. “Il nostro incontro ci ha aperto a nuove idee e a convogliare in un unico linguaggio le nostre tecniche di insegnamento per il futuro.” Con l’occasione dal 24 al 26 ottobre, presso uno dei locali più importanti dell’isola, è stata anche organizzata la prima edizione del Mindelo Kizomba Festival: tre giorni di workshop e serate tenute esclusivamente da noi che ci ha permesso anche di confrontarci con le realtà artistiche locali. A seguito di questa esperienza, ci si è dato il compito di impegnarci per la realizzazione di un altro incontro al fine di portare a termine tutti gli obiettivi tracciati, così come si è già fissata la data del prossimo Festival che si terrà nella prima settimana del mese di agosto del prossimo anno.


Osmani Garcia e Pitbull scelgono Anthony Peth Curiosità di Daniela Chessa E’ il personaggio pluripremiato dell’anno, il regista di due serate, molto importanti romane, all’insegna della solidarietà in location di prestigio come Cinecittà Studios e Teatro Brancaccio, è il rappresentante del Made in Italy nel mondo: stiamo parlando dell’artista e conduttore televisivo Anthony Peth. Quest’anno è entrato nel fantastico mondo della musica latina grazie alla sua partecipazione a Cuba del nuovo videoclip “GOL”

il brano interpretato da Osmani Garcia con il feat del mitico Pitbull. “Non conoscevo il mondo latino ma quando mi hanno proposto di partecipare a questo videoclip - ci racconta Anthony - ne sono stato entusiasta! Le riprese sono state fatte tutte in un magazzino underground nel cuore dell’Havana, aimè è uno dei pochi posti che sono riuscito a visitare, in quanto sono rimasto a Cuba solo il tempo delle riprese. Spero di tornarci quanto prima perchè è una città fantastica e con delle persone davvero solari. Nel video ho interpretato il ruolo di un Dj che in compagnia di due bellissime ballerine cubane, animava la serata e le seduceva con le patatine Guttiau, sai da buon sardo! Il pezzo di Osmani che dire... è davvero bello ed orecchiabile. Non sono un gran intenditore del genere ma adoro la musica e quest’esperienza mi ha avvicinato tanto a questa realtà”.


Oscar de la Renta, lo stilista che ha vestito le star e ne è divenuto una a sua volta, è morto all’età di 82 anni. Con lui se ne va uno degli ultimi sopravvissuti di quella generazione del fashion vecchio stile, audace e in grado di dettare tendenze. La sua scomparsa è stata confermata dalla moglie Annette de la Renta: allo stilista era stato diagnosticato un cancro nel 2006 e da allora aveva combattuto la malattia senza lasciarsi abbattere. Anzi proprio in questo arco di tempo le sue attività sono esplose, aumentando del 50%. E una delle sue ultime creazioni è stata per Amal Alamuddin, per la quale ha disegnato l’abito da sposa per il matrimonio con George Clooney. Oscar de la Renta è stato uno dei pochi stilisti che conosceva alla perfezione la differenza fra sfilate e fashion: «Mai e poi mai confondere cosa succede sulle passerelle con il fashion. La sfilata è uno spettacolo. Il Fashion è quando una donna indossa. Essere ben vestiti non ha molto a che fare con l’avere buoni vestiti. È una questione di buon equilibrio e di buon senso». Oscar de la Renta (Santo Domingo, 22 giugno 1932 – Kent, 20 ottobre 2014) è stato uno stilista dominicano.




Tomas Milian

Monnezza amore mio

con Manlio Gomarasca Manlio Gomarasca trasforma in realtà il libro della sua vita, promesso ai fan di Tomas Milian da almeno quindici anni, dai tempi in cui Nocturno Cinema era soltanto una fanzine. Monnezza amore mio - strutturato come un dialogo tra il personaggio e l’attore - è frutto dei ricordi di Milian e della sua volontà di raccontarsi a ruota libera, ma è soprattutto merito di una scrittura nitida e ammaliante di Gomarasca che ti obbliga a continuare nella lettura come se tu sfogliassi un thriller. Tomas Milian da buon cubano racconta la sua verità, com’è giusto che sia, perché il libro è la sua biografia, non un saggio di cinema. Una verità che non piacerà a Dardano Sacchetti e Umberto Lenzi, che per anni si sono disputati la paternità del Monnezza, perché l’attore afferma di essere l’inventore del personaggio, di aver scritto dialoghi e battute, di aver ideato look, smorfie, parolacce, rime baciate, imprecazioni. Peccato che nel libro non ci sia spazio per Ferruccio Amendola, doppiatore che ha contribuito al successo di Milian, mentre Bombolo e Quinto Giambi sono citati a dovere. Per il resto, non manca niente: il suicidio del padre, l’Actor’s Studio, il successo italiano, il triste ritorno negli Stati Uniti. Pagine che raccontano la

LIBRI di Gordiano Lupi bisessualità, il rapporto con la famiglia e con un figlio riconquistato dopo un breve abbandono, il consumo di droga, la crisi provocata da alcol e cocaina, la vocazione mistica e il viaggio in India. Monnezza amore mio è un libro che mi fa tornare alla memoria la quantità industriale di pellicole viste da ragazzetto in un cinema di seconda visione della mia città. Quella sala, che io ricordo bellissima ma che forse non lo era, si chiamava Cinema Teatro Sempione e la domenica era presa d’assalto da frotte di ragazzini che facevano la ressa al botteghino per acquistare il biglietto. C’ero anch’io tra quei ragazzini, ricordo che ci davamo botte, spinte e calci per entrare e aggiudicarci i posti migliori. Prima di entrare in sala si doveva far provvista al banchetto della signora che vendeva semi, noccioline, duri alla menta, stringhe di liquirizia… Il posto in galleria era il più ambito, ché le bucce dei semi e delle noccioline erano armi di prima scelta per bersagliare quei poveracci della platea. Al Sempione proiettavano due pellicole alla volta, entravi alle tre del pomeriggio e ne venivi fuori che era ora di cena. Di solito passavano film di genere, da sala di seconda visione, un ricordo del passato, sono locali scomparsi, uccisi dalla televisione. Al Sempione mi sono visto il ciclo storico di Godzilla, il peplum all’italiana, spaghetti-western in quantità industriale, poliziotteschi che non vi dico, horror di Bava, Freda, Fulci, D’Amato, pellicole comiche di Totò, Franco e Ciccio, Gianni e Pinotto. Tutto quel che piaceva a noi ragazzini degli anni negli anni Settanta lo programmavano al Sempione. Mi fa una rabbia oggi passare per Corso Italia, che sarebbe la strada principale del luogo dove vivo, e vedere che al posto del Sempione c’è una profumeria. Del Sempione è rimasta la facciata, il ricordo di quel che era, l’insegna è la stessa ma dentro vendono profumi

Il cantante cubano diventò “Er Monnezza”

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invece che emozioni. E mica è la stessa cosa. Quando ne discussero in Consiglio Comunale non ci fu un assessore contrario, non uno a dire: “Il Sempione sarebbe proprio un bel cinema d’essai”. Nessuno. Va bene, andiamo avanti così. Facciamoci del male, direbbe Nanni Moretti. Ho scoperto Tomas Milian proprio sulle scomode panche di legno del Sempione. Dal 1968 al 1972 lui era alle prese con lo spaghettiwestern e io ero un ragazzino di otto - dodici anni che la domenica andava al cinema con la nonna, grande divoratrice di cinema. Io amavo quei film, mi emozionavano, mi facevano sognare. E poi ero convinto che fossero americani, mica me ne intendevo di cinema, mi bastava vedere film d’avventura. Un bel giorno fu mio padre a distruggere il sogno. Mi venne a dire che erano spaghetti-western e che li giravano in Sardegna, quando andava bene in Spagna, ma in America e in Messico proprio no, erano posti che i registi non avevano visto neppure in cartolina. Forse per questa sorta di choc giovanile ancora adesso mi è rimasta la fissa del cinema italiano. Tomas Milian ha accompagnato la mia giovinezza pure negli anni che è passato al poliziottesco. Tutti film che mi sono visto in prima visione al cinema più grande della

città, che è sopravvissuto alle televisioni commerciali e si chiama Metropolitan. Ero ancora più grande, studente di liceo e universitario, quando andavo a vedere Nico Giraldi e Venticello, sganasciandomi dalle risate seguendo trame improbabili e dialoghi al limite del turpiloquio. C’è stato un lungo periodo che me lo sono perso il buon Tomas Milian, tutti dicevano che se n’era andato negli States, che non ne voleva più sapere di quel personaggio da trucido. Forse aveva anche ragione, mica poteva fare il Monnezza e Nico Giraldi per tutta la vita. Adesso capita che Tomas Milian lo rivedo in televisione quando passano Havana, Arturo Sandoval o JFK, ma non è più lui, è un caratterista di lusso, pelato e ingrassato. Cosa ci posso fare se per me Tomas Milian resta sempre quello che indossava la parrucca da trucido del Monnezza? Ci ho persino scritto un libro (Il trucido e lo sbirro, Profondo Rosso), dedicato a mio figlio, che dieci anni fa s’è rivisto con me tutto il cinema di Tomas Milian. E poi con Cuba e con i cubani ho un legame importante… Grazie Gomarasca, hai fatto davvero un ottimo lavoro, regalando uno stile impeccabile ai ricordi di Tomas Milian. Un vero gioiello. Imperdibile per gli appassionati.

La scuola di ballo “Santiago de Cuba” nasce nel 2005 da un’idea dei maestri diplomati ANMB Massimo e Simonetta Mazzotta. Specializzata nell’insegnamento delle Danze Caraibiche , la Santiago de Cuba si avvale di insegnanti specializzati in altre discipline come Kizomba, Rumba, Reggaeton,Balli di Gruppo. Alla Santiago de Cuba entri camminando .......esci ballando. 389.08 25 099 LECCE CORIGLIANO D’OTRANTO

Via Vecchia Frigole, 45 - Lecce

santiagodecubalecce@libero.it

Via M. Ausiliatrice, 45 - Corigliano D’Otranto

elmaximodj


Etichetta italiana per un capolavoro made in Cuba Pubbliredazionale di Tamara Medici

E’ uscito su tutti gli Store Online un brano destinato a diventare storia della salsa romantica, cantanto da un ottimo Alexander Abreu, grandissimo compositore, trombettista e voce leader di Havana d’ Primera, che in questo progetto in solitaria mostra la bravura a cui ci ha sempre abituati unita ad un sentimento ed interpretazione sinuosa e potente al tempo stesso. Il brano è stato composto dal cubano Wilfredo Morales Gómez, Dj, esperto conduttore tv e radio e già noto nel campo artistico come “Willie de Cuba” , prendendo spunto da un’analisi fatta sulla situazione sentimentale che si crea quando due innamorati si lasciano, ma una delle due parti rimane innamorata: dopo tanto amore e tante emozioni vissute insieme il cuore di questa persona le “Proibisce” di dimenticare l’altra. Un giorno, in una visita programmata a Torino , Willie incontra l’amico Alexander, i due si trovano in macchina ad ascoltare il demo del brano, in quel momento cantato da Karlòn Urbano su una base di bolero… Alexander si innamora del brano, nasce cosi una splendida collaborazione che porterà “Prohibido” a trasformarsi in Salsa, diretto musicalmente dal maestro Amaury Perez Rodriguez, prodotto e distribuito da “3 Sound Record”, nota etichetta discografica italiana, di Marco e Tommaso

Cicognani. Il brano si può acquistare su www.3soundrecord.it o su tutti gli store digitali online. Poche parole ci sono da aggiungere su questo artista: a soli 20 anni diventa un musicista di fama mondiale. Nasce a Cienfuegos, Cuba, e, dopo aver superato la ENA (Scuola Nazionale D’arte), entra a far parte parte del gruppo dei suoi sogni: “Paulito FG” con il quale registrò 7 albums. Nella sua prestigiosa carriera di Trombettista ha participato ad un’infinità di progetti musicali, come “Pavarotti and Friends”, suonando con musicisti e cantanti di grosso calibro, come James Brown, Sting, Andrea Bocelli… inoltre ha registrato dischi con quasi tutti i piu’ famosi gruppi cubani, come Issac Delgado, Klimax, Haila Mompiè, Los Van Van, Adalberto, ecc… Diventa anche docente di tromba presso l’ENA e docente di conservatorio jazz e musica cubana RMC a Copenhagen, in Danimarca. Uomo sincero, laborioso, romantico, perfezionista e grande appassionato di musica e sport. Registra il suo primo album intitolato Haciendo Historia (Egrem nel 2009), che fù il numero uno nelle classifiche a Cuba, poi “Passaporte” nel 2013, altro successo internazionale; in preparazione ora il prossimo album “La Vuelta Al Mundo” in uscita a Gennaio 2015.



MIF MILANO CAPITALE MONDIALE

DELLA SALSA PER UN WEEKEND Eventi di Chiara Ruggiero

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n enorme successo. Non si può definire diversamente la prima edizione del MIF, Milano International Festival, che si è svolta dal 14 al 16 novembre presso il Crowne Plaza Hotel di San Donato Milanese. Ideato da quattro colossi del mondo del ballo caraibico: Fernando Sosa dei Tropical Gem, Chiquito dei Dominican Power, Filippo Buccomino degli Swing Guys e Adolfo Indacochea dei Latin Soul Dancers, con l’ausilio di Tito Petronio, abilissimo “regista” di tutto l’evento, e soprattutto di tutta la preparazione, il MIF ha avuto, per questa sua prima edizione circa 2000 partecipanti 46

provenienti proprio da tutto il mondo: Russia, e tutta Europa, ma anche Giappone, Canada, Australia e un record di 150 presenze da Israele. Oltre agli artisti già citati, sono stati presenti per stage e/o spettacoli: Yamulee,


Barbara Jimenez, Alberto Valdes, Full Project, Edward Ramos, Super Mario, Marco Ferrigno, Sabor Dinamico, Seo Fernandez, Adrian y Anita, Mauro Tomatis, Tomasito Santamaria, Tito y Tamara, Chino Valdez, i pluricampioni del mondo Carine y Rafael, Made in Italy, Los Hermanos, Latin Style, Latin Hypnotic, Pablito y Su Mezcla Latina e moltissimi altri: tutto il meglio del repertorio italiano e internazionale! Non sono mancati stage di kizomba per accontentare anche gli appassionati di questo ballo. E domenica sera, dopo l’ultimo show europeo del gruppo Santo Rico che ha fatto emozionare tutti i presenti, l’attesissimo POWER MIF, la coreografia che ha avuto per protagonisti i quattro organizzatori dell’evento, e i loro gruppi, che con i loro stili diversissimi, hanno dato vita ad uno spettacolo assolutamente indimenticabile…e dato l’appuntamento all’edizione del 2015, sempre a Milano, dal 13 al 15 novembre. La scuola “Ainamà Dance School” nasce con la voglia di trasmettere un pò del nostro amore verso il mondo caraibico, in particolare verso lo stile cubano e la sua cultura afrocubana,con l’obiettivo di trasmettere agli allievi la passione per questo affascinante mondo ricco di musica, ballo, cultura e contaminazione. Insegnanti diplomati F.I.D.S. Il nostro motto: Dobbiamo essere umili e ricordarci che: “Esiste sempre qualcosa da imparare” Ila & Frà 349 4058270 ainama_dance_school Porta a Mare, Pisa

Via Nino Pisano, Porta a Mare, Pisa

scuolainama@yahoo.it Ainamà Dance School


Nuove produzioni degne di nota

IN MIAMI

Dopo i successi di RUMBEANDO,DALE BAILADOR e la straordinaria partecipazione su salsa.it, Dj El Dan si cimenta in un nuovo genere: il merengue elettronico! È così che nasce “Contento” prodotto dalla 3soundrecord con la voce del cantante cubano rafael gonzales serpa.

“ I n Miami”, un singolo destinato a rivoluzionare la musica dance e a convertirsi in una hit a livello internazionale. Un ritmo contagioso che fonde Dancehall, Electro, Reggaeton e Dubstep, con la prestigiosa collaborazione di uno dei principali esponenti della scena jamaicana: Cee Gee. Un inquietante quanto sfrenato videoclip accompagna la nuova produzione. L’oscura atmosfera vodoo si unisce alla sensualità del ballo più in voga del momento, il twerk, donando al video uno stile unico nel suo genere. David Ferrari & Paul Mice Vi invitano a godere di questa nuova incredibile produzione.

“MI TIMBATON“ un brano di Paky Madarena e Berna Jam. Mix di sonorita’ tra la Timba Cubana e l’influenza Reggaeton, da dove prende origine il titolo del brano. Il produttore musicale, nonché musicista e Dj è Bernardo Izaguirre, in arte “Berna Jam”, già conosciuto nell’ambiente latino per le varie collaborazioni con artisti quali Roberton (cantante storico de “Los Van Van”), El Micha, Seo Fernandez, Roly Maden e tantissimi altri. Pasquale Madarena in arte Paky Madarena, nasce dj latino nel 2005 dove nel tempo, approfondendo la sua conoscenza sulla musica caraibica, dalla salsa cubana alla bachata, inizia ad essere apprezzato dalla gente. Inizia così la sua esperienza di produttore discografico seguendo vari stili musicali e riconosce nel Salsaton quello che più si addice per iniziare, nasce così la collaborazione con Berna Jam e 3 Sound Record.

Corazòn Latino, da 24 anni la scuola al servizio dei Baresi: “E CHIACCHIERE NON CE NE VOGLIONO...”. Ballerai in vetrina nella zona più esclusiva di Bari. Miguel il maestro dei maestri ti invita “ven a bailar con nosotros...”, novità Zouk Brazil e Kizomba. Zumba e total body anche al mattino. Corazòn latino nella nuova e unica sede di via Pappacena, 10 a BariPoggiofranco, zona Sheraton. 349.6656495 BARI

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Classifica Novembre-Dicembre 2014

Mi ritmo y armonia di DJ ROGER

Venerdì - Ficoricco (san pietro vernotico Br) Sabato - La clave (Porto Cesareo LE) Domenica - IDS (Brindisi)

- E.Revèjr y Charangon - Mi salsa Tiene Sandunga (version Aplanadora de Cuba ) - Maykel Blanco y Salsa Mayor - Te Escapaste - Manana Club - Papà Formel - Tu papi Soy Yo - El Nino y la Verdad - Yo Camino por la Habana - Son Catedral -El Chismoso - Dime por Favor - July Ferrer - Te Traigo mi Son - Son Youruba - Hay Tu - Ruben Paz - las crisis de los 40 - Manolito Simonet - Palo Duro - Suave Tumbao - Hay que Tener Disciplina - Barbaro Fines - vuelvete loca - Achy Lang - Pan pà Mayo - Havana Street Band ft el Noro - Mi Gente - Conquistadores d la salsa ft M.Maza -No Me Compares - I.Delgado ft Manolin - Una Pelicula de Ciencia - Yordis-un Quintrin en Trinitad - Miguel Enriques ft Roberton -Tranquilo - Dan Den - Gratis pero Me cuesta - Bamboleo - No te estreses - Pupy y Los Que Son Son - quien me esta LLamando

SCUOLE DI BALLO SERATE DEE JAY

IN PUGLIA Ripartiti i concorsi miglior dj, locale e scuola di ballo in Puglia. Vota su salsapuglia.com


Campioni del Mondo

Intervista a “otto mani”, o meglio, “otto gambe”…e che gambe!

Carine e Rafael

Andrea e Silvia INTERVISTA DOPPIA di Chiara Ruggiero

Andrea e Silvia, italiani, hanno vinto due volte i Campionati del mondo di bachata. Carine e Rafael, brasiliani, hanno vinto quattro volte i Campionati del mondo di salsa. In questo numero dedichiamo a loro un’intervista “doppia”, ossia (più o meno) le stesse domande, per capire se artisti così diversi, per stile e provenienza….in realtà abbiano qualcosa in comune. A partire dalla tecnica e la passione per il ballo latino americano, fino all’umiltà che contraddistingue questi giovani Campioni.


solo per fare esperienza, vivere delle nuove emozioni, per metterci in gioco, certo, ma senza mai aspettarci niente. E questo secondo me è stato quello che ci ha dato una spinta in più. E poi chiaramente tanto lavoro, tanto studio, tanta passione.

ANDREA E SILVIA Cosa si prova ad essere Campioni del Mondo, oltretutto per due volte di fila? (Andrea) Due volte le farfalle nello stomaco. E’ un’emozione incredibile!

Cosa consigliereste a un ballerino alle prime armi per migliorarsi? E’ importante studiare anche altri stili di ballo? (Silvia) Non bisogna mai accontentarsi di quello che si conosce, bisogna sempre cercare di migliorarsi, di andare avanti, cercare di attingere dai vari stili, quindi più cose si studiano, più spunti hai, più idee ti vengono. Chiaramente, soprattutto nel mondo delle gare, la tecnica è importante. E per tecnica si intendono le basi della danza classica.

Avreste mai pensato di ottenere questi risultati quando avete iniziato? (Silvia) Assolutamente no. Vedendo tutti gli artisti sul palco, lo vedi sempre come un sogno irraggiungibile: ci speri, ma non credi mai che possa diventare realtà. Come mai avete deciso di dedicarvi alla bachata…scelta insolita…. “Perché Silvia è una romanticona” - dice Andrea. “ E’ lui il romantico!” – dice Silvia! (Andrea) Perché quando abbiamo iniziato, nessuno ancora ci aveva puntato, ma il motivo principale è che… “l’ho obbligato io!”interviene Silvia!! Continua Andrea: ho iniziato con la salsa e sono salsero al 99,9%, Silvia invece, pur ballando benissimo anche la salsa, preferisce la bachata, probabilmente perché per gli studi che ha fatto, la vedeva più vicina al suo mondo. Quando ho scoperto cosa c’è dietro la bachata, che non è solo il ballo facile, per riposarsi, me ne sono innamorato anche io! “E’ un mondo affascinante almeno quanto quello della salsa”- conclude Silvia. Qual è la qualità più importante per diventare Campioni del Mondo? Tecnica, passione o interpretazione? (Andrea)Penso tutte queste. Però prima di tutto, l’umiltà. Nel senso che noi non ci saremmo mai aspettatati di arrivare lì. Ci siamo avvicinati al mondo delle competizioni

(Andrea) Soprattutto perché il mondo del ballo latino americano, e il mondo della bachata, è in continua evoluzione, quindi ha bisogno di influenze di altri balli e di altri stili, perciò è importantissimo saper ballare anche altri stili, più si sa meglio è. Due parole sull’altra coppia (Carine e Rafael) (Silvia) Carine e Rafael sono bellissimi, ab-


INTERVISTA DOPPIA di Chiara Ruggiero

biamo avuto modo di conoscerli un po’ di più facendo questo percorso insieme e la prima cosa che vorrei dire è che sono delle persone fantastiche! (Andrea) E come dicevo prima, persone umilissime, e a nostro parere dei mostri di bravura, delle macchine sul palco, irraggiungibili…non ci mettiamo neanche a confronto con loro! Un abbraccio! Un Campione ha ancora sogni da realizzare e se si quali?

(Silvia) sì, certo, anche magari fuori dal ballo. Il lavoro è importante, ma non è tutto Soprattutto per una coppia. Magari per un futuro, una famiglia.. (Andrea) Hai visto che è una romanticona? Quale pensate che sia la qualità, quel qualcosa in più, che avete rispetto agli altri, che vi ha fatto vincere… (Andrea) Non è solo tecnica, precisione, cioè il livello di ballo, ma è più che altro quello che trasmetti mentre sei sul palco. Probabilmente soprattutto con la bachata, che è il ballo dell’amore. (Silvia) Non deve essere finto. Quando balliamo, quando vedo il suo sguardo mi vengono i brividi per davvero, credo sia lo stesso per lui, e forse riusciamo a trasmettere queste sensazioni anche al pubblico. Dopo tanti anni insieme e ballando insieme, riuscite ancora ad emozionarvi quando ballate? (Silvia): assolutamente sì, ci emozioniamo ogni volta! (Andrea) Guarda, mi sono accorto da poco tempo, che mentre balliamo, non guardiamo quasi mai il pubblico, ma siamo sempre concentrati uno sull’altra, e non è una tattica, ci viene naturale, e probabilmente è una particolarità che ci ha aiutato anche in Campionato.



e tutti dicevano che una coppia brasiliana non avrebbe mai potuto vincere. Qual è la qualità più importante per diventare Campioni del Mondo? Tecnica, passione o interpretazione? (Rafael) Credo che queste tre qualità insieme, formino un Campione. Però bisogna avere un’ottima tecnica, passione per quello che facciamo, altrimenti si nota nel palco se lo facciamo svogliati, e ovviamente anche l’interpretazione: se non hai quella, si vede la differenza. Senza una di queste tre caratteristiche, è impossibile vincere.

CARINE E RAFAEL Cosa si prova ad essere Campioni del Mondo, oltretutto per due volte di fila? (Carine) A dire il vero, noi siamo Campioni del Mondo 4 volte, 3 a Portorico al Salsa Open del Congresso Mondiale della Salsa e una volta a Miami al Latin World Cup, ma ci siamo anche stati solo una volta! E’ stata la realizzazione di un sogno, perché veniamo da un Paese, il Brasile, che non ha una storia di salsa, e quindi quando abbiamo iniziato al Salsa Open, mai avremmo immaginato di vincere un premio così importante. Pensavamo di fare un buon lavoro, ma mai di vincere. Stiamo facendo un percorso, con Rafael, cercando di migliorarci sempre di più ogni giorno, perché la concorrenza è spietata. Se nel 2008, quando avete iniziato a ballare insieme, vi avessero detto che nel 2010 avreste vinto per la prima volta i Campionati del Mondo, ci avreste creduto? (Carine) Assolutamente no! Abbiamo iniziato a ballare insieme a settembre del 2008,

Cosa consigliereste a un ballerino alle prime armi per migliorarsi? E’ importante studiare anche altri stili di ballo? (Carine) Sì, certo. Però quando noi abbiamo iniziato non avevamo nessuna esperienza di altri stili, e anche oggi, non abbiamo studiato nulla di jazz, di classico. Cerchiamo di prepararci tenendo il corpo allenato e preparato fisicamente. E’ ovvio che se hai l’opportunità di studiare classico, jazz e hip hop, va benissimo. Noi, prima di ballare salsa, ballavamo balli brasiliani, e mettiamo sempre qualcosa nelle nostre coreografie. Quindi se hai la possibilità di mescolare con la salsa, altri balli, è perfetto! Quale pensate che sia la qualità, quel qualcosa in più, che avete rispetto agli altri, che vi ha fatto vincere… (Rafael) Già il fatto di essere brasiliani, ci rende diversi da qualunque altra coppia. Ad esempio, i cubani sono completamente diversi dai ballerini di un altro Paese, per come muovono il corpo, etc, . Così, anche noi brasiliani abbiamo caratteristiche diverse. (Carine) noi cerchiamo di essere sul palco, come siamo giù dal palco. Ma credo che una nostra qualità sia la capacità di improvvisazione e di interpretazione musicale, perché abbiamo iniziato a ballare da bambini, con la famiglia. E quindi quando siamo arrivati a Portorico l’improvvisazione aveva già una sua forma (una parte della gara a Portorico prevede di improvvisare su un brano musicale, non solo di eseguire la propria coreografia- ndr). Ogni coppia ha il suo punto di forza: chi il corpo, chi le figure, noi ad esempio, siamo molto forti sui giri. (Rafael) E poi, appunto, mettiamo elementi di Samba e Zouk. Non per togliere carattere alla salsa, ma per arricchirla.


Due parole sugli altri Campioni del Mondo (Andrea e Silvia) (Carine) Sono incredibili! Bellissimi..che gambe ha lei! Il mio sogno! Hanno una tecnica incredibile, sono puliti, precisi, lei è molto elegante…(Rafael) Hanno una grande passione per quello che fanno, e la bachata ha bisogno soprattutto di questo, sono una coppia e riescono a trasmettere col ballo quello che provano, che è molto importante. Un Campione ha ancora sogni da realizzare e se si quali? (Carine) Abbiamo già realizzato molti dei nostri sogni, vincendo tre volte il Salsa Open di Portorico. Adesso ci buttiamo sul Latin World Cup di Miami, che è una gara molto diversa da Portorico perché a Portorico conta molta l’improvvisazione, mentre a Miami è tutta coreografia e nella categoria in cui gareggiamo noi, non sono previste trucchi e prese, quindi dobbiamo ballare salsa pura ed è uno stimolo maggiore per noi. Il nostro sogno ovviamente è che la gente apprezzi il nostro lavoro, che ci voglia bene, e che ci segua. A noi piace molto l’Italia, ogni volta che veniamo qui, cerchiamo di trattenerci il più a lungo possibile, studiando, e speriamo che voi italiani apprezziate il nostro modo di ballare!



LEZIONI

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DI SPAGNOLO di Yadira Gonzalez ¿Español o Castellano? La controversia sui termini spagnolo e castigliano si basa sull’idea di decidere se sia più opportuno chiamare ad una delle lingue parlata in Spagna, in ispano America, in Guinea Equatoriale e in altre parti del mondo spagnolo o castigliano, anche se entrambi sono sinonimi perfettamente accettabili. Tuttavia, è preferibile, a causa di una maggiore precisione nella terminologia, riservare il nome tradizionale di “castigliano” per riferirsi al dialetto del regno di Castiglia prima dell’unificazione della Spagna, e chiamare “spagnolo” alla lingua che da quel momento si porta insieme al vecchio tronco i molti contributi che gli altri popoli della Spagna e l’America hanno dato al “castigliano” Nell’attualità per designare il linguaggio comune della Spagna e delle altre zone linguistiche di ispano parlanti, sono validi di ugual modo i termini spagnolo e castigliano. Così lo ha stabilito l’ associazione di accademie di lingue spagnole e altre accademie e istituzioni della lingua spagnola nel mondo.


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