MARZO APRILE 2014

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Periodico di informazione, cultura e musica dedicato al mondo latino americano - DISTRIBUZIONE GRATUITA - anno 5 - N° 2 MARZO - APRILE 2014

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Thalía

La cantante e attrice messicana imperatrice della bellezza latina

Emergenza

Venezuela, le rivote degli studendi per la libertà.

LatinoAmericando

Le novità della fiera latina raccontate da Franca De Gasperi. DISPONIBILE SU: VIDALATINAWEB.COM

Kizomba

Intervista al cantante Kueno Aionda.







Il nostro grido... Numero dedicato a Enzo Conte Jr. Registrazione del Tribunale di Bari: n°3199 del 25/11/2010 Tiratura: 20.000 copie Numero Chiuso: 03/02/2014 Edito da: Ass. Culturale IDEANDO 2.0 Via Berlino 86 Altamura (Ba) Tel. 339.3511452 info@vidalatinamagazine.it

Vida Latina Magazine Milano: Via Anguissola, 26

Direttore Editoriale: Donato Ciccimarra Direttore Responsabile: Giuseppe Disabato Direttore Commerciale: Nunziella Buono Direttore Artistico: Silvio Sisto - Ricky Espino Caporedattore: Daniele Blasi Redazione: Michele Traversa Gordiano Lupi Enzo Conte Alberto Pianetti Yadira Gonzalez Silvio Sisto Nunziella Buono Ricky Espino Denny dj Omar Gallo Marianna Melis Massimo Roger Francesca Mauro Giovanna Diomede Giuseppe Montefiore Michela Vernati Fernando Rodrigues Saluiza El Sonero dj Hanno collaborato in questo numero: Gaspar Ribeiro Roberta Mazzacane Antonello Nicodemo

Mercedes Vazques

Ramona Dell’Orefice Biagio Battista

Info e contatti: Tel. 334.7501437

vidalatinaweb.com info@vidalatinamagazine.it

Vida Latina Magazine

B

L’EDITORIALE di Daniele Blasi

entornati

amici di Vidalatina Magazine, ci troviamo sempre qui a fare un riassunto, accompagnato da piccole riflessioni su quelli che sono i temi di maggior interesse nel nostro splendido mondo. In questo numero tratteremo sempre di musica novità e divertimento senza poter chiudere gli occhi sui terribili accadimenti che scuotono il pianeta in luoghi tra loro lontanissimi ma vicini al cuore di chi, non riesce ad ignorare la lotta di popoli che scelgono di lottare per la libertà ed un futuro migliore. Ed è così che le pagine dei nostri giornali si riempiono del sangue e delle ombre che vengono dall’Ucraina, quando dall’altra parte del globo, il popolo Venezuelano, si trova a fare i conti con il dopo Chavez. Il tempo sta dimostrando che, come molte rivoluzioni del XX secolo, anche quella bolivariana, non riesce a sopravvivere

al suo primo rappresentante, Hugo Chavez. Un caudillo di grande forza di persuasione, che grazie al suo carisma, era riuscito a conservare stabile un governo rivoluzionario ricchissimo di contrasti sociali. Chavez, lo ricordiamo, fu in grado di creare una sorta di “terza via” sudamericana e con l’appoggio di Evo Morales ed il beneplacito dei Castro a Cuba, rappresentava ormai un vero punto di riferimento per i governi dell’America Latina, pronti a sfidare lo status ormai consolidato di assoggettamento sociale ed economico agli Usa. Anche per questo la sua morte è considerata risultato di un complotto nato per sopprimere le forze rivoluzionarie di quell’area in costante fermento. Nicolàs Maduro, ne ha raccolto l’eredità, ma per storia e personalità, non è ancora mai stato in grado di diventare credibile all’interno del paese come anche in ambito internazionale. I problemi di un paese piagato dalla violenza come il Venezuela sono emersi ancora più evidenti, e l’unica strada che il nuovo governo ha trovato per garantirsi stabilità è stata una feroce repressione che ha coinvolto tutti. Da troppo tempo, il concetto di democrazia e libertà, non 07


EDITORIALE di Daniele Blasi fanno parte del grande paese sudamericano, i media trascurano o peggio ancora, nascondono la terribile verità di un paese allo sbando, noi di Vida Latina Magazine, non possiamo che invitare tutti a vivere l’informazione “vera” che solo attraverso la rete riesce ad emergere in tutta la sua amarezza. Ci auguriamo che il popolo Venezuelano risorga al più presto dalle ceneri di questa oscurità e possa con orgoglio, scegliere il proprio futuro, lasciando alle spalle le terribili sofferenze di questi tragici giorni. Leggete il nostro SOS Venezuela. Vida Latina Magazine è anche musica ed informazione, lo si capisce già dalla copertina dedicata alla “emperatriz de la belleza” la bellissima artista messicana Thalia, grande voce da oltre vent’anni, showgirl, attrice ed un immarcescibile fascino che ne fanno una delle più alte figure artistiche

del Messico, a lei dedichiamo il nostro identikit. Sempre in tema di donne e di spettacolo, attraversiamo la barricata ed intervistiamo Franca De Gasperi, direttrice di Latinoamericando expo, iniziativa che regala ogni anno felicità a tutti gli innamorati del vivere latino, scopriremo insieme le novità ed i progetti. Poi ancora con la nuova produzione di Pupy una garanzia per gli amanti della Cuba musicale. A la isla grande è dedicato anche Cubamania 2014 iniziativa ormai alla settima edizione per chi ama vivere giorni di “intensità” latina. In questo numero anche spazio “sorpresa” per il sosia italiano di Pitbull e gli interessantissimi approfondimenti di Enzo Conte e Gordiano Lupi. Ci auguriamo che la nostra compagnia vi allieti sempre, ¡hasta la proxima!



SOS VENEZUELA di Mercedes Vazques

Gli studenti a Tachira (a Sud Ovest del venezuela) hanno deciso di protestare chiedendo al governo più sicurezza, rifornimento di viveri e migliori misure economiche. 5 studenti sono stati incarcerati, spostati nella città di Coro, e lì sono stati malmenati. Il 12 febbraio 2012 gli studenti di tutto il paese sono scesi in piazza esigendo la liberazione dei loro compagni. Cosa è successo il 12 febbraio? La protesta studentesca è rimasta pacifica dalle 8 alle ore 15. Alle 15:30 sono iniziati gli scontri fra un gruppi di studenti e i collettivi armati (noti come Tupamaro) e SEBIN (l’intelligence Bolivariana). due studenti ed un membro del collettivo armato sono morti. Più di trecento studenti sono stati detenuti dalla Guardia Nazionale Bolivariana. Più di duecento hanno riportato ferite da arma da fuoco o contusioni. Più di cento studenti sono stati asfissiati. Perché nessuno ne parla? Il governo di Nicolas Maduro e Diosdado Cabello ha proibito alle emittenti televisive di parlare delle proteste e ordinato il silenzio alle radio. Nessun mezzo di informazione Venezuelano ha menzionato le morti degli studenti. I fatti sono stati trasmessi sulla CNN e su NTN24. Il secondo è stato oscurato per ordine di Conatel, il Ministero delle telecomunicazioni venezuelano. Il governo sta censurando l’informazione, bloccando anche l’accesso al sito web di NTN24. L’internet provider nazionale, CANTV, ha anche bloccato la condivisione di immagini su Twitter. Il social newtork ha confermato il tentativo di censura da parte del governo e, in seguito, ha offerto una guida passo passo per aggirare il problema. La censura e la negazione del diritto di espressione e della libertà di stampa sono una violazione dei diritti 10

fondamentali dell’uomo e degli articoli 57 e 58 della Costituzione venezuelana. E poi? Dal 12 febbraio le manifestazioni non si sono fermate ma, anzi, si sono allargate a macchia d’olio in tutto il paese per sostenere gli studenti in strada e ricordare i due giovani morti durante la giornata del 12 febbraio. Il 13 febbraio la facoltà di Architettura dell’Università Centrale del Venezuela viene attaccata da collettivi armati durante un’assemblea organizzativa degli studenti. Il Presidente Maduro ha affermato che i manifestanti hanno bisogno di un permesso per manifestare, violando l’Articolo 68 della Costituzione Venezuelana e negando agli studenti il diritto fondamentale di manifestare. Contemporaneamente, il governo impone il coprifuoco nella città di San Cristobal ed emette un ordine di cattura nei confronti del politico di opposizione Leopoldo Lopez. Nel giorno successivo viene consegnato un documento che denuncia la violazione dei diritti fondamentali all’Organizzazione degli Stati Americani. Più tardi, nella stessa giornata, questi diritti vengono di nuovo lesi quando la Guardia Nazionale Bolivariana spara sulla folla degli studenti ad Altamira. Sono stati lanciati anche lacrimogeni scaduti e Adamansita, o gas verde, che è proibito a livello mondiale. La violenta repressione delle proteste non si è fermata qui, ma è continuata nei giorni successivi anche nella città di Merida (dove un altro studente muore per una ferita da arma da fuoco), Maracaibo, Maracay e nella giornata del 20 Febbraio anche a Valencia. Lì la GNB ha sparato su studenti manifestanti e civili facendo perdere il conto dei feriti e causando il decesso della studentessa Genesis Carmona, che è diventa così la quarta vittima della violenza che la


Ministra della Difesa giustifica come “necessaria per il ritorno della pace”. La violenza per le strade non è stata l’unica che gli studenti venezuelani sono stati costretti a sopportare però. Il 16 febbraio, 112 studenti sono liberati e i racconti delle violenze e le umiliazioni che sono stati costretti a subire hanno dell’agghiacciante. Nonostante gli appelli di Amnesty International, della rete internazionale (unico supporto e sostenitrice di studenti abbandonati dai mass media tanto nazionali quanto internazionali, che tacciono sui fatti) e le indagini iniziate dall’ONU sulle violazioni dei diritti umani, il Presidente Maduro non demorde. Ha emesso un ordine di cattura nei confronti del politico di opposizione Leopoldo Lopez, che accusa di essere colpevole intellettuale delle morti e i feriti e di essere alleato con gli Stati Uniti per attuare un golpe a sfavore dell’attuale governo. Lopez il 18 febbraio invita il popolo ad accompagnarlo in strada e si consegna volontariamente alle autorità, sostenendo di non avere nulla da temere in quanto innocente ed è attualmente in attesa di un processo, mentre gli studenti venezuelani continuano la lotta per i loro diritti. Ad oggi 23 Febbraio, si contano 10 morti, 18 casi di tortura scritti agli atti, 500 denunce di abusi e più di 130 feriti.

Sì, ma perché protestano? “Non siamo Lopez né Capriles, non siamo Maduro: siamo i giovani preoccupati per il nostro futuro” I venezuelani fanno comunemente file che fanno il giro dell’isolato per acquistare beni di prima necessità. I giornali riportano che numerose aziende sono costrette a chiudere per mancanza di materie prime, così come supermercati. Testimonianza diretta, al 6 di Gennaio 2014 i panifici non vendano pane per la mancanza di farina di frumento. Anche se successivamente la farina è arrivata è un bene che scarseggia, e il prezzo del pane è in continuo rialzo. Affinché qualcuno faccia il suo lavoro è sempre necessario far scivolare mazzette sotto banco. Nonostante l’ammanco dei viveri e le condizioni di povertà in cui vive una buona parte della nazione, e nonostante le leggi che limitano l’acquisto di valuta estera ai comuni cittadini che hanno i mezzi, la classe politica dirigente Venezuelana non ha limiti di nessun tipo e vive una vita da nababbi con i soldi del commercio del petrolio e delle altre ricchezze nazionali. La libertà di espressione e di pensiero è negata quotidianamente, impedendo così il progresso della patria, che deve essere omologata dal punto di vista civile ed intellettuale. Le scorse settimane, l’impo-



Sos Venezuela

rizzato gli eventi delle ultime due settimane in Vesizione della legge del 2009 del “prezzo giusto” (che nezuela. vieta alle aziende di guadagnare più del 30%, pena Il governo ha imposto il silenzio a radio ed emittenti l’esproprio) ha costretto una buona parte dei giortelevisive sulle notizie e i fatti in tutto il paese, che nali nazionali a chiudere per mancanza di carta. L’innel frattempo marcia per strada per rivendicare i formazione non dovrebbe dipendere solo ed esclusipropri diritti e subisce la vamente dai social network. ...dalla redazione violenza per mano della I mezzi di comunicazione Guardia Nazionale BoliSono stato in Venezuela tre volte e proprio per hanno la Responsabilità di variana, il SEBIN (Inteldiffondere le notizie. In Vequesto mi sento molto vicino al popolo veneligence Bolivariana) e i nezuela non esiste nessun zuelano. Anzi trovo scandaloso che i nostri mecollettivi armati a favore mezzo di informazione non dia si occupano tanto di quello che succede in del governo (Tupamain rete di opposizione. Ucraina e non parlano quasi per nulla di ciò che ros). SVALUTAZIONE: sta succedendo in Venezuela dove tra l’altro viLa stampa internazioL’inflazione, in Venezuela, vono anche molti figli di immigrati italiani. nale è altrettanto sinon fa altro che crescere: atIl Venezuela è un paese ricchissimo di risorse, a lenziosa sui crimini che tualmente ammonta al 56%. cominciare dal petrolio, eppure nonostante ciò vengono compiuti in Durante gli ultimi anni le poc’è ancora una povertà dilagante. Ciò è profonVenezuela contro stulitiche monetarie di Chavez damente ingiusto ed illogico, ma fino a quandenti che hanno un’età per il Venezuela sono state do i governi invece di investire nelle politiche compresa fra i 16 e i 28 glorificate e lodate per l’ausociali sprecano i loro soldi per armarsi fino anni. Solo la Rete semmento dei salari minimi, che ai denti il mondo non diventerà mai un posto bra interessarsi a quello risultavano i più alti del Sud che sta succedendo, ed è migliore in cui vivere... Enzo Conte America. Oggi, anche questi grazie ai Social Network, stipendi più alti di cui si parla la stampa volontaria di tanto, non sono abbastanza: resoconti sui fatti giornalieri e i telefoni cellulari che uno stipendio medio si aggira attorno a 3.270 BS. Il le notizie circolano all’interno del paese e all’estero, prezzo del paniere di beni alimentari fondamentali nonostante tutti i tentativi dello stato di impedirlo registrato a gennaio è di 8.590,86 BS. La differenza attraverso il blocco di pagine web d’informazione e fra i prezzi controllati e i prezzi del mercato è del Twitter. A che punto il silenzio diventa tradimento? 295.9%. Qual è il prezzo dell’indifferenza dei mass media? CENSURA E VIOLENZA: Non ignorare la sofferenza degli studenti e cittadini Ai motivi iniziali della protesta si sono aggiunti una venezuelani. lotta alla censura e alla violenza che hanno caratte13


Sos Venezuela

...dalla redazione

Credo che la situazione venezuelana sia ben espressa dalla marcia delle molte donne vestite di bianco che sono scese nelle principali piazze del paese per chiedere al regime di Nicolás Maduro di cessare la repressione contro i giovani che protestano. Il Venezuela è un paese allo sbando, politicamente diviso in due, la violazione dei diritti umani è pratica quotidiana da parte di un governo che fonda il suo potere sul dispotismo autoritario. Vorrei far mia l’invocazione delle donne venezuelane, senza colore politico: “Non un morto di più, ma democrazia”. Gordiano Lupi


L’arte di realizzare un sogno. Passione per il ballo, amore per i dettagli e una storica tradizione artigiana da oltre 45 anni: è così che nascono le nostre calzature per la danza indossate dai migliori ballerini del mondo e da chi, semplicemente, ama ballare. Le calzature Paoul sono l’eccellenza in fatto di design, comfort e performance: è la poesia di una scarpa che accompagna il ritmo delle vostre passioni.

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Thalía

IDENTIKIT di Silvio Sisto

Da una recente indagine risulta che la donna più famosa in Messico porta il nome di Ariadna Thalia Sodi Miranda, ma comunemente conosciuta come Thalia. Cantante, compositrice e attrice, Thalia è anche soprannominata dai messicani “Reina de las Telenovelas”. Comincia la sua carriera professionale all›età di nove anni nel gruppo musicale Din-Din. Nel 1986 entrò a far parte del gruppo di giovani talenti “Timbiriche”, uno dei gruppi musicali più famosi dell›epoca. Il grande successo televisivo arriva negli anni novanta, dove partecipa alla famosa «Trilogia delle Marie» , costituita da María Mercedes (1992), Marimar (1994) e María la del Barrio (1995-1996). Il suo primo disco da solista uscì nel 1990 dal titolo “Thalía”, seguito da “Mundo de cristal” nel 1991 e “Love” nel 1992. La pubblicazione di questi 3 album non raggiunge le aspettative di vendita e nel 1995 cambia etichetta firmando un nuovo contratto con la EMI, che le aprì il cammino verso i grandi successi internazionali. Nello stesso anno esce il primo cd prodotto dal famoso Emilio Estefan (marito della cantante Gloria Estefan) con il titolo “En éxtasis” ed arriva anche il successo con Amor a la mexicana, Arrasando e molti altri dischi. Nel 2000 si trasferisce a New York con suo marito, l›impresario Tommy Mottola. Nel 2003 è stato pubblicato il suo primo album completamente in inglese, con la partecipazione 16

nel primo single “I Want You” del famoso rapper statunitense “Fat Joe”. Nel 2004 portò a termine il suo primo tour di concerti, denominato “High Voltage Tour”, nelle città più importanti del Messico e degli Stati Uniti. Nel 2005 esce l’album “El sexto sentido” e nel 2008 la diva messicana incide “Lunada” che contiene cover e 5 pezzi inediti di cui il primo singolo: “Ten paciencia”. Dal marzo del 2007, ha un programma radiofonico negli Stati Uniti col titolo “Conexión Thalía”. Nel 2009 firma un contratto con la Sony Music e produce il cd “Primera Fila”, opera che vende in tutto il mondo più di 3 milioni di copie, album inciso dalla cantante all›università di Miami completamente live, mostrando a tutti il suo talento canoro. Il 2013 sembra essere il suo anno con “Habitame siempre” i cui singoli estratti sono “Manias” e “Atmosfera” ed è proprio quest›ultimo che è diventando il tormentone del 2013. Il disco domina le classifiche internazionali ed è doppio platino in Messico e primo posto nella classifica “billboard USA”. In Europa, con ritardo l’album sta riscuotendo un crescente successo da parte del pubblico. In Italia sicuramente il popolo latino conosce il riempi pista “Te perdiste mi amor in duetto con il cantante bachatero Prince Royce. In occasione di un suo concerto in Italia, noi della redazione saremo ben lieti di intervistarla per tutti i lettori di Vida Latina Magazine.





REPORTAGE - ANGOLA III PARTE di Fernando Rodrigues Saluiza

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gni qualvolta entro in contatto con un esponente della musica angolana si aprono davanti a me delle finestre che si affacciano su panorami sempre nuovi: melodie, sfumature, culture e storie di vita diverse tra loro che però, come fossero i tasselli di un mosaico, si compongono formando il grande e variegato quadro del mondo della musica. Tra le nuovi voci di spicco della musica popolare angolana ho avuto l’immenso piacere di fare la conoscenza di un artista emergente che farà molto parlare di sé: vi presento Kueno Aionda.

Qual è la storia del tuo nome? Il mio è un nome tipicamente angolano. Kueno viene dal Kimbundu ed è il diminutivo di Mukueno che significa “dell’altro”. Mio padre è originario della provincia di Bié, situata nell’entroterra angolano, e Aionda è un cognome in Umbundu tipico di quella zona. Con il mio nome rappresento le due principali e più numerose etnie dell’Angola. In questo tuo primo disco ufficiale si percepisce le tua devozione a Dio e il tuo legame con la famiglia. Cosa rappresentano per te? Sono molto legato alla mia famiglia perché è la roccaforte della mia esistenza. Lungo il nostro cammino di vita, tutti noi impariamo ogni giorno qualcosa di nuovo dal mondo esterno che ci fa diventare adulti e autonomi ma, allo stesso tempo, abbiamo bisogno di sentire in noi stessi un senso di appartenenza e questo ci viene dato dalla famiglia. Le basi su cui si fonda il nostro essere e l’educazione le ereditiamo dai nostri genitori. Per me la famiglia è il rifugio, la forza... la certezza della vita. Per quanto riguarda Dio, ti porto subito un esempio: a volte ti trovi di fronte a molti ostacoli che possono sembrare impossibile da sormontare... poi però riesci a superarli! A quel punto chiedi a te stesso da dove provenga quella determinazione che ti ha permesso di andare avanti oltre le difficoltà e, dal mio punto di vista, la risposta sta nella fede in Dio che trasmette dentro di te quella forza interiore in 20

grado di farti affrontare e vincere le sfide della vita. “Tu vives Em Mim” è probabilmente la tua canzone più conosciuta in Angola e all’estero ed è stata la vincitrice del “Festival da Canção de Luanda” nell’edizione 2010. Come è nata e a chi hai dedicato una poesia così romantica? Non è dedicata specificatamente a qualcuno. È nata per una serie di coincidenze e casualità. Avevo scritto il testo del brano e, quando ho iniziato a creare gli arrangiamenti con il mio team, Heavy C. ebbe l’idea di modificare qualche passaggio del testo perché a suo avviso si sarebbe sposato meglio con la musica. E aveva ragione! Devo soltanto ringraziarlo perché le sue idee si sono rivelate vincenti e mi hanno permesso di accedere con successo al grande pubblico. Dalle tue canzoni si suppone che tu sia una persona molto romantica. È così anche nella vita di tutti i giorni? In realtà non così tanto... diciamo che rientro nella media! Senza falsa modestia, prima di tutto sono un poeta e allo stesso tempo un cantante e, come molte persone facenti parte di queste categorie, ho come dote insita in me quella di avere una così forte ispirazione (sembra quasi divina, a volte) tale da riuscire a trascrivere situazioni di vita o emozioni che non ho vissuto in prima persona. Magari posso raccontare di un amore sofferto che in realtà non ho mai provato! Forse questo porta a far sovrapporre il mio lato artistico alla vita di tutti i giorni. Pensi che la nuova generazione di musicisti angolani



REPORTAGE - ANGOLA III PARTE di Fernando Rodrigues Saluiza

Kueno Aionda con Fernando Rodriguez

di cui fai parte divulghi nella maniera corretta le nostre radici, la nostra cultura e dei nostri valori? Forse sarebbe più giusto chiedere ai musicisti già ampiamente affermati come ci stiamo comportando noi giovani nell’adempimento di questo compito! Da parte mia credo che noi nuove leve abbiamo ancora moltissimo da imparare dai grandi nomi del nostro panorama musicale oltre che vivere appieno le nostre esperienze per farne tesoro. Cerchiamo comunque di trasmettere il nostro, per ora, breve vissuto basandoci su valori autentici e mettendoci tutto l’amore e tutta la passione possibili. Ad esempio, il mio modo di suonare una Kizomba o un Semba non è lo stesso di un musicista che suona Kilapanga. Ma la musica è un’arte senza confini e barriere che ci accomuna e ci unisce mantenendo l’identità propria di ognuno. Com’è la vita di un giovane cantante in Angola attualmente? Ha diverse sfaccettature. Bisogna essere preparati mentalmente ad affrontare difficoltà come quelle del mercato sia nazionale sia per quanto riguarda l’espansione all’estero. Devi essere pronto ad accettare diversi modi di interpretazione della tua musica perché può essere percepita da alcuni in un modo concorde al tuo pensiero ma da altri in un modo che tu stesso non avevi minimamente valutato. Inoltre bisogna conciliare gli impegni lavorativi con la propria vita privata e questo richiede qualche sacrificio. 22

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? La certezza del futuro ce l’ha soltanto Dio. Voglio cercare di vivere appieno il presente e continuare a lavorare seguendo la mia passione. Credi che la musica possa essere promossa in un modo migliore all’estero o quello che si fà ora è il massimo a cui possiamo aspirare? Rispetto al passato, quello che si sta facendo oggi è tantissimo ma si può e si deve fare sempre meglio. Promuovere la musica non vuol dire soltanto avere delle capacità finanziarie ma vedere gli stessi artisti con la voglia di mettersi in gioco, avere un team che lavora in sintonia per capire e conquistare le esigenze del pubblico. I cantanti angolani hanno grandi capacità di comunicare e trasmettere emozioni musicalmente... dobbiamo mostrare questo aspetto al mondo. Come già saprai, in Italia e in Europa c’è grande interesse per la musica angolana e specialmente per la Kizomba. Che messaggio vuoi lasciare al pubblico italiano? Sapere che la nostra musica piaccia così tanto anche in Italia è bellissimo e sono onorato del fatto che anche le mie produzioni vengano ascoltate. Kizomba è festa quindi spero che le persone continuino ad apprezzarla sempre di più, a ballarla e a viverla col cuore. Grazie molte Kueno. Grazie a te e allo staff di VidaLatina Magazine per avermi dato l’opportunità di parlare di me e del mio lavoro.





Dietro le quinte di Latinoamericando Expo La nostra ospite di questo numero di Vida Latina è Franca De Gasperi, che 24 anni fa, insieme al marito Juan Josè Pepe Fabiani, ha dato vita a quello che nel giro di pochi anni è diventato l’evento latino più grande ed importante d’Europa e probabilmente del mondo. Nato come Festival Latinoamericando, da un paio d’anni si chiama “Latinoamericando Expo” e ogni anno, per due mesi, durante l’estate attira a Milano milioni di appassionati per assistere ai concerti, mangiare piatti tipici, fare shopping artigianale e ovviamente scatenarsi a ritmo di musica latina.

Franca De Gasperi

L’INTERVISTA di Nunziella Buono e Francesca Mauro

Come nasce Latinoamericando? Nasce come un sogno, 24 anni fa, dall’idea di un imprenditore peruviano, “Pepe” Fabiani, mio marito, che ha sempre avuto un sogno nel cassetto: quello di fare da ponte tra l’America Latina e l’Europa, l’Italia in questo caso, dove siamo sempre vissuti. La nostalgia per il nostro Paese, il Perù, ci ha portato a creare un format che riproponesse tutti gli aspetti caratteristici di un Paese, o meglio di un insieme di Paesi, come l’America Latina, che tanto hanno in comune. Quindi ci siamo orientati su spettacolo, folklore, artigianato, e turismo, aspetti che fanno parte della memoria emotiva delle persone: la nostra memoria emotiva è nella musica, nei sapori, negli odori e nei colori. E attraverso la memoria emotiva siamo riusciti ad attirare – ad oggi – quasi 15milioni di persone. Un numero davvero importante, non perché siamo importanti noi, ma perché sono importanti le persone che ci hanno visitato. Perché noi abbiamo sempre preso molto sul serio questo lavoro; anzi, a dire il vero all’inizio non era nemmeno un lavoro, infatti mio marito lavorava al Consolato peruviano, io in un altro posto a Milano, e abbiamo pensato di organizzare una grande festa, non per i latini, ma per fare da ponte tra la cultura latina e quella europea. Quando è nato il Festival, i latinoamericani erano pochissimi qui in Italia ma subito dopo sono arrivati in tantissimi, c’è stato un vero boom, e i latinoamericani che sono arrivati, in Italia o in Europa per lavoro, hanno trovato qui un pezzo del loro Paese. Questa è stata la soddisfazione più grande. I latini 26

che hanno lasciato il loro Paese con sacrifici, con nostalgia, ritrovavano qui qualcosa del loro Paese e ci scrivevano “qui mi sento a casa”. Allora abbiamo capito che quello che stavamo facendo era giusto ed era impostato nella maniera corretta. In qualche modo il Festival è un sogno che dura due mesi, poi scompare, per ritornare dopo un anno. E da lì abbiamo visto nascere realtà imprenditoriali, anche piccole, che riproponevano, per tutto l’anno un pezzetto di Festival nelle scuole di ballo, nei locali e nei ristoranti. Come è stata l’accoglienza del popolo italiano nei confronti dell’evento? Una meraviglia. Il popolo italiano è un popolo di viaggiatori, direi anche colto da questo punto di vista. Le persone che viaggiano acquisiscono la cultura del Paese dove vanno, perché vivono e condividono la cultura del Paese quando sono là. Pertanto quando rivedono nella propria città il musicista messicano e la ballerina brasiliana, rivivono le emozioni di quel viaggio, ed è una cosa molto bella e positiva. E può essere anche fonte di ispirazione per viaggi futuri. Questo stimola anche il turismo, perché magari degustando un piatto o vedendo un ballo o un dipinto, a qualcuno viene voglia di visitare un Paese. Promuove anche i cantanti, che mai e poi mai avrebbero pensato di venire qui in Italia a cantare. Perché la latinità bisogna viverla in un certo modo, non puoi sempre portare i cantanti in palazzetti al freddo… E’ un lavoro, il nostro, da non prendere sottogamba, bisogna farlo in maniera molto seria. Per esempio,


quando un cantante disdice il concerto, cerchiamo sempre di sostituirlo con uno di pari livello o di livello più alto, per non deludere il nostro pubblico. Il marchio Latinoamericando è ormai

co n o sciuto e consolidato. Quasi lo vedo “fisicamente”… La cultura latino americana, è una cultura che ti abbraccia e ti coinvolge. Perché avete aggiunto la denominazione “expo” a Latinoamericando? Siamo diventati Latinoamericando Expo, dopo essere stati Expo per tanti anni. Mi spiego. Noi ci siamo sempre chiamati Festival perché dava più l’idea di una festa, ma in realtà, nei contenuti, noi siamo sempre stati un EXPO nell’accezione comune del termine. Siamo stati Expo, prima di Milano 2015. E’ un paradosso, ma noi collaboriamo con Expo 2015 già da un paio d’anni, e crediamo che sia una sinergia molto positiva per il 2015. Latinoamericando nel 2015 durerà 4 mesi, avrà il doppio delle serate e della visibilità. Questa idea di Festival, anche se dà molto l’idea della Festa dell’estate – e ancora oggi tutti lo chiamano Festival! – sminuisce un po’ quello che in realtà LatinoAmericando rappresenta, perché noi abbiamo sempre dato molto spazio alla cultura. Cosa si aspetta da Expo 2015? Mi aspetto di esser all’altezza - e credo che lo sarò - di poter offrire, a tutti quelli che vorranno venire al nostro evento, di partecipare al nostro contenitore culturale, per essere coinvolti nelle cose belle che troveranno. Credo di essere la migliore in questo campo perché lo faccio da tanti anni, ho 25 anni di esperienza, di contatto umano, di incontri con la gente e soprattutto molta esperienza di “governo delle masse”, perché il nostro è un ambiente anche

per famiglie, disabili, bambini, vecchietti e quando ci sono concerti brasiliani e di reggaeton, tanta gente non è facile da gestire. Il 2015 sarà un anno molto particolare, molto fatico-

so, raddoppiando la durata, dovremo raddoppiare gli sforzi. Io vedo Expo 2015 come un’opportunità per i milanesi, per gli italiani, per l’economia italiana e possa essere un volano per la ripresa di tutta la nazione. All’estero hanno una cattiva opinione di noi a causa della nostra classe politica.. Il compito dell’Expo 2015 e dell’Italia intera sarà proprio questo: riportare il focus su tutte le cose belle che il nostro Paese ha e può offrire, dal punto di vista culturale, artistico e storico. C’è un concentrato di cultura più ricco in Italia che in tutto il resto del mondo. E sono cose che noi dobbiamo saper conservare e far conoscere a tutto il mondo. Perché quattro mesi? L’EXPO ne dura sei. Noi evitiamo il primo e l’ultimo (maggio e ottobre) perché si rischia di più facendo spettacoli all’aperto. Eventi non solo d’estete… la vostra organizzazione sta puntando molto anche su altri eventi, come il concerto di Romeo Santos che si terrà il 26 marzo a Milano. Questo è un progetto a cui stiamo lavorando da un po’, perché non sempre Latinoamericando riesce a portare qui un artista d’estate (quando abbiamo 72 date), ma ci sono artisti che fanno parte della scena o della moda che non girano d’estate e decidono di fare la tourneè in primavera o in autunno e noi non vogliamo perdere queste opportunità. Che questi eventi vengano collegati a Latinomericando per noi è di grande prestigio. 27



Dietro le quinte di Latinoamericando Expo Non dovrei dirvi nulla….ma qualcosa ve l’accenno, solo per i lettori di VIDA LATINA…stiamo cercando di portare a MIlano, penso a maggio, un altro grande personaggio, importante quanto Romeo Santos, se non di più…ma finché non firmo il contratto, anche per scaramanzia, non posso e non voglio rivelarvi il nome. Vi dico solo.. preparatevi per una bella sorpresa! Quante persone lavorano dietro le quinte, per creare l’evento estivo ? Una decina di persone lavorano tutto l’anno. Poi abbiamo consulenti, l’Ufficio Stampa, e tante persone che si aggregano allo staff nel periodo della manifestazione. Quali sono i periodi particolarmente duri da affrontare? I processi duri sono quelli della progettazione, la programmazione e la strategia. Dopo le vacanze estive porto a casa una specie di “mode-book”. Sono sempre stata l’anima artistica, culturale e gastronomica dell’evento. Da quando mio marito è morto ho dovuto occuparmi un po’ di tutto, ma la mia natura era quella…ho anche scritto due libri di cucina dell’America latina, e queste mie passioni sono tutte cose che poi trovate nel Festival. Mi sono sempre occupata io del calendario dei concerti, ho i contatti con gli artisti, sono io quella che fa questa parte. Poi abbiamo il marketing, la comunicazione, ecc. Latinoamericando, quali saranno le novità di quest’anno? Tantissime novità, e tanti grandi ritorni: torna Toquino, Gilberto Santa Rosa, tanti gruppi cubani, torna Gente De Zona, la Charanga Habanera, sono tutti ritorni piacevoli. Ce ne sono ancora tanti. La punta di diamante? … Lui sono anni che stiamo cercando di portarlo qui. E non dimentichiamo che quest’anno Latinoamericando farà due grandi concerti prima della manifestazione, perciò anche se non troverete 4 o 5 concerti speciali, durante l’estate è perché sono stati

fatti prima. Io poi vorrei dare un’importanza particolare a quello che è il folklore. La gente è molto interessata a questi spettacoli. Invitando giovani gruppi che fanno musica latina ad esibirsi nella nostra discoteca. La musica nasce dai giovani che si ispirano ai grandi, ma se poi questi giovani stanno seduti in casa perché non sanno dove andare, non li conoscerà mai nessuno. Io voglio dare loro una possibilità di esibirsi in una delle vetrine più importanti d’Europa. Nella discoteca tutti i giorni ci sarà una suola di ballo, gruppi di ballo, e poi ci sarà il dj, e il concerto. La serata sarà composta da tutte queste attività a seconda degli orari. Nella discoteca ci sarà anche spazio per la kizomba, che anche se non è un ballo caraibico sta riscuotendo tanto successo? Certo. Quasi tutta la musica latina ha radici africane, quindi la kizomba ci sta benissimo. Molto spesso chi ama la musica latina è un po’ chiuso nei confronti della kizomba, ma bisogna essere aperti un po’ a tutto… Quale sarà la novità musicale del 2015? Nel 2015 festeggeremo 25 anni di attività, visto che siamo nati nel 1991. Faremo un omaggio a tutte le canzoni che hanno avuto successo... chi c’era in quell’anno? Luis Guerra con La Biribulina!... Dedicheremo un CD a tutte queste hit che ci hanno accompagnato in tutti questi anni. Un grazie da parte di tutti i lettori. Grazie a voi per la divulgazione della cultura latino americana in Italia. 29




“Sin Limite” il nuovo progetto musicale di Pupy MUSICA di El Sonero dj

Uno degli album di musica cubana che sicuramente ci delizierà sarà il nuovo lavoro discografico del maestro “Pupy” Pedroso, leader del gruppo (fondato nel 2001) Los Que Son Son. Il cd Sin Limite, in fase di ultimazione, uscirà con l’etichetta Egrem e sarà composto da 12 brani. Ospite d’onore in due canzoni (Que bueno llegar a viejo, A la luna me voy) il famoso chitarrista, cantante e compositore Eliades Ochoa. La conga pelotera, Fallaste a sacar la cuenta, Lo que dejo Sebastian, El Caché, La necesidad, Para que Esa es la que tu llevas, sono i titoli dei brani per ora presentati. L’album si chiama Sin Límite, perché non ha limitazioni a riguardo, dal tipo delle composizioni, agli autori, alle orchestrazioni e allo stile musicale. Comprende 12 brani, tra cui un merengue stile dominicano, composto da Eliades Ochoa, un caso senza precedenti per il gruppo. Era da tempo che il maestro Eliades Ochoa voleva lavorare con Pupy Pedroso, che dopo aver ascoltato il brano “Qué bueno es llegar a viejo”, ha deciso di interpretarla insieme. Tutti gli arrangiamenti e le musiche appartengono a Pupy Pedroso, al batterista Roelvis Reyes “Bombón” e Maykel Garcia; le canzoni appartengono ad autori come Gustavo Cabañas, che ha scritto “Vino a comerse La Habana”, “El puro” e “La figura soy yo”, in questo disco regalerà “Esa es la que tú llevas”, un brano che si prevede di gran successo. Per la prima volta sarà proposto il duo, Pupy con Ricardo Díaz, uno dei più celebri compositori cubani, soprattutto per i brani di cronaca sociale. Il pezzo “La conga pelotera” è un brano strettamente legato allo sport nazionale, che Pupy avrebbe voluto giocare sin da bambino.

Ci saranno, inoltre, “Fallaste al sacar la cuenta” e “Lo que dejó Sebastián”, due brani che Pupy ha scritto tempo fa, mentre registrava con i Los Van Van. Oltre ai brani del cantante Dayan Carrera, “El cache” che è già passato in radio e “La necesidad”, viene proposto il brano “Para qué”, scritto e interpretato da Yohandry. Il Cd Sin Límite con etichetta Egrem è ben equilibrato ed è un ottimo lavoro; questa produzione, a mio parere, sarà la migliore di tutte per la versatilità, per gli arrangiamenti e per la fusione di vari stili, senza rinnegare il proprio. Pupy Pedroso ha appena girato il video di “El cache” e girerà molto presto anche “Esa es la que tú llevas”, con il sostegno di una società canadese. Nella seconda metà del mese di Febbraio inizierà la registrazione di un album strumentale di circa otto temi, con un formato orchestrale molto ridotto di cui ne faranno parte: Julito Padrón, Germán Velazco e José Luis Cortés. Si tratta di una richiesta di Bis Music che includerà opere inedite e omaggerà autori portoricani come Tite Curé, Rafael Hernández, Pedro Flores e altri pianisti compositori, tra cui Rubén González, Jorge Luis Rivero y Joseíto González, riproponendo le loro canzoni più sconosciute e non quelle antologiche che furono popolari a Cuba in quel periodo.

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Musica e culture popolari latine:

La guaracha La guaracha nasce dalla tonadilla, la canzonetta di scena dei teatri popolari spagnoli, ma, si sussurra, tipica, anche dei bordelli del nuovo mondo. Si diffonde nella metà del XIX secolo (Il noto studioso cubano Helio Orovio ci dà notizie di una guaracha, Ya se cayò, cantata nel teatro Villanueva dell’Habana addirittura nel 1869) ed introduce nella musica la satira, il doppio senso, la caricatura e persino la critica politica. Si trattava di canzoni allegre, picaresche che si cantavano tra un atto teatrale e l’altro per intrattenere il pubblico (cosa che, nello stesso periodo storico, succedeva comunemente anche nei nostri caffè chantant). Le strofe musicali della guaracha erano composte da quattro o otto battute ed erano caratterizzate da frasi corte e brevi. Se la melodia della guaracha seguiva le caratteristiche della musica popolare, la metrica delle parole era, al contrario, piuttosto varia. Di solito era cantata da un solista o da un duo che dialogava con un coro. In origine gli strumenti tipici della guaracha erano il guiro, le maracas, la chitarra, il tres cubano o il cuatro portoricano. Nell’attualità la strumentazione della guaracha ha invece incorporato un po’ tutti gli strumenti presenti nella salsa.

di Enzo Conte

La guaracha, in realtà, ancora più che un ritmo si può considerare una vera e propria «forma musicale». Si tratta infatti di un componimento allegro e scherzoso con dei testi sempre ironici. Per comprendere meglio la sua struttura, potremmo azzardarci ad affermare che la guaracha sta al bolero come la canzone café chantant (alla Armando Gil per intenderci) sta alla canzone napoletana di carattere sentimentale. La guaracha si diffuse in particolare negli anni ‘30, quando, grazie soprattutto alle composizioni di Ñico Saquito, avvenne di fatto una fusione con il son al punto da dare vita ad una nuova forma musicale: “la guaracha-son”, che rende spesso difficile l’esatta classificazione di un brano. L’influenza della rumba è invece più evidente nella guarachas composte da Bienvenido���������������� �������������� Julian Gutierrez. Tra le guarachas più famose degli anni ‘30 ricordiamo “Adios, compay gato” e “Maria Cristina” di Ñico Saquito, “Pare cochero” di Marcellino Guerra,������ “Bi���� longo” di di Rodriguez Fife, e “El diablo tun tun” di Bienvenido Julian Gutierrez. Negli anni 40 la guaracha entra nel repertorio di tutte le più famose orchestre cubane. La grande popo-



MUSICA E CULTURA di Enzo Conte larità internazionale di questo genere si deve però soprattutto alla Sonora Matancera, la celebre orchestra cubana nella quale militarono, oltre alla mitica Celia Cruz, anche i portoricani Daniel Santos, Bobby Capó e Myrta Silva. Tra le orchestre guarachere ricordiamo anche Los Hermamos Palau, la Casino de la Playa, l’orchestra di Julio Cueva nella quale cantava il grande Orlando Guerra Cascarita, il Conjunto Kubavana, il Conjunto Casino, La Gloria Matancera e Los Jovenes del Cayo. Tra i cantanti una citazione a parte meritano Tito Gomez con la Riverside e naturalmente il mitico Benny Moré con la sua Banda Gigante. La guaracha entrò a far parte anche del repertorio di molti trii musicali come ad esempio Los Guracheros d’Oriente e Luisito Pla y sus Guaracheros. Sebbene i cubani ne rivendicano la pro genitura, a Puerto Rico la guaracha è stata negli anni talmente coltivata ed amata, da entrare a far parte a pieno titolo della tradizione musicale boricua. Ha finito, infatti, col fondersi con i più importanti ritmi portoricani, dando vita a delle interessantissime varianti come ad esempio: la danza-guaracha, il seis-guaracha e l’aguinaldo-guaracha. Tra i compositori portoricani che si sono dedicati a questo piccante ritmo ricordiamo il chitarrista Felipe R. Goyco (“Cosas del campo”, “Mi Jaragual”), Rafael Hernández ( “Ahora seremos felizes”), Pedro Flores (“Borracho no vale”, “Compay pongase duro), Bobby Capó ( “El negro bembon”) César Concepciòn e Tite Curet Alonso .. Sicuramente la guaracha è stata determinante per la nascita di quella corrente musicale denominata «salsa gorda» che nella isla del encanto è stata coltivata in particolare da Cortijo y su Combo (nelle

cui file militava el sonero mayor Ismael Rivera) e dal Gran Combo de Puerto Rico ������������������������������������������������� Il termine “vamos a guarachar” è anche un sinonimo di “andarsi a divertire” o di “fare festa”. A differenza del son, la guaracha non ha mai generato un vero e proprio ballo (almeno non ce n’è rimasta testimonianza) anche se sia a Cuba che a Puerto Rico si dice che esiste una maniera molto «guarachera» di ballare. Una maniera������������������������������ semplice, ���������������������������� fatta di poche figure ma allo stesso tempo grondante di sabor... Se il son ed il mambo si dividono la paternità della salsa è certo che la guaracha si può considerare a tutti gli effetti la mamma della salsa. Sono, infatti, molti gli studiosi che considerano le composizioni salsere delle moderne guarachas. Un ottimo esempio di fusione tra guaracha, son e mambo ci viene dal brano “Asì es la humanidad” interpretato dal mitico Benny Moré, chiamato affettuosamente “el barbaro del ritmo”. Questo brano già al primo ascolto potrebbe tranquillamente essere scambiato per una moderna salsa. Tutto ciò a riprova di quel processo evolutivo di scambio avvenuto all’interno di questi ritmi che, nel corso degli anni, influenzandosi a vicenda saranno capaci di disegnare dei nuovi quanto affascinanti orizzonti musicali.

Un caloroso augurio da parte di tutta la redazione al piccolo Enzo Conte Jr. ed ai suoi genitori.

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Le origini della Musica Cubana di Gordiano Lupi

Lo spagnolo e il nero sono i due elementi fondamentali della musica cubana, la profonda melodia della mistica Castiglia e il ritmo yoruba impregnato di selvaggio e di misterioso come la voce degli occulti poteri della natura, il ritmo yoruba che accompagna i rituali della religione afrocubana per eccellenza: la santería. La fusione del tamburo africano che sintetizza la sua voce nel bongó e della chitarra spagnola cubanizzata nel tres. La forza della musica cubana sta nella fusione di un ritmo rudimentale ma potente che viene dall’Africa con la melodia spagnola. Però lo Spagnolo è un popolo che canta, il Cubano è un popolo che balla. A Cuba lo senti dire da tutti che non si cammina, si balla. Alla base della musica cubana c’è il ritmo che è un’eredità africana. Di sicuro la musica campesina è più spagnola di quella urbana, anche se non è più tanto facile distinguere. Influenze di un tipo o dell’altro ormai ci sono in tutti i ritmi. Lo zapateo - per esempio - è un ballo di derivazione spagnola ed è il ballo tradizionale dei contadini. Si danza uno davanti all’altro marcando il ritmo con i piedi e tenendo il corpo immobile, l’uomo appoggia la mano destra sulla spalla della donna e con la sinistra le cinge i fianchi. Idem per il punto cubano, la musica campestre, guajira, conserva il profumo spagnolo, mentre la musica urbana è più africana, ma non quella da salone come la habanera, la musica dei quartieri popolari, di strada, che proviene dalla

parte nera del popolo cubano. Alcuni balli e ritmi che devono quasi tutto all’Africa e alla derivazione yoruba o bantú. Sto parlando di rumba, conga, tango africano (tango congo), guaguancó, ritmi che in un modo o nell’altro hanno a che fare con la santería. Altri come son, bolero e i molti derivati hanno un’origine mista, mulatta. Altri ancora, ma sono pochi, provengono soltanto dalla parte ispanica del popolo cubano. Cuba è una terra meticcia, figlia di molte culture, ma soprattutto di Africa e Spagna. Per quel che riguarda la musica quella che si può davvero chiamare cubana è giocoforza mulatta. Il tamburo e le percussioni sono africane, la chitarra è spagnola. La mescolanza dei due ritmi è cubana. I ritmi spagnoli non si cantano e non si ballano quasi più. Basti pensare all’habanera, una musica di derivazione europea. La Paloma di Sebastián Yradier è musica dolce, ricca di eleganza, una melodia impregnata di sentire cubano ma molto spagnolo. L’habanera ha prodotto anche il tango argentino. Pure il valzer tropicale era una danza di derivazione spagnola molto simile a quella che si pratica in Europa. Un esempio classico di habanera è Tu di Eduardo Sánchez de Fuentes. Altri generi musicali spagnoli sono la canzone scritta soltanto per essere cantata, che non rientra nella mentalità cubana, e la canzone patriottica. Sono musiche accompagnate dalla chitarra, malinconiche, delicate e sentimentali. La criolla e il bolero sono musiche di derivazione spagnola impregnate di sentire cubano. Una canzone come Quiereme mucho famosa in tutto il mondo è un bolero cubano a tutti gli effetti, solo lontano parente del bolero spagnolo. La vera musica cubana risente dell’influenza bianca e nera. Il son, che in Italia molti neppure sanno che cosa sia, lo scambiano per il cha-cha-chá, quando va bene lo chiamano rumba, è la musica che rappresenta nel mondo la cultura cubana. Nasce nei campi di oriente nel 1917 con strumenti rudimentali come il tres, le maracas, il bongó, ha una forma semplice e ripetitiva, un ritornello di quattro strofe che 37


CULTURA di Gordiano Lupi contrasta con la voce solista, ma dentro quella sonorità c’è l’anima di una Cuba mulatta ed è capace di fondere in un unico sentire nazionale la parte bianca e nera del popolo. “Chi parla della salsa e non sa niente del son non ha capito Cuba”, dicono i vecchi cubani. Sindo Garay e Miguel Matamoros sono i primi compositori e musicisti che portano il son nelle sale dell’Avana. Soprattutto il Trío Matamoros ha fatto cose indimenticabili. Pensiamo a brani come Son de la loma, La mujer de Antonio e El que sembra su maíz. Tre pezzi di Matamoros. Il tema portante del son è contadino, l’ambiente è la campagna di Oriente, ma la musica affascina tutti. E poi pure all’Avana troviamo Ignacio Piñeiro, Castillo ed Eliseo Grenet che cominciano a comporre son. A parte il son, abbiamo il danzonete, un adattamento del son alla forma del danzón, ma anche la conga, il bolero cubano e la guaracha. Tutti ritmi un po’ neri e un po’ bianchi, adesso definibili soltanto come cubani. La conga è un ritmo popolare, tipico del carnevale, viene dalla strada ed entra dalla porta di servizio nelle sale da ballo, il ritmo è giocoso, i testi satirici e licenziosi. La conga era un ritmo praticato dagli schiavi neri urbani, un modo per liberarsi dei pensieri e per lasciarsi andare. Adesso si balla in fila

e non in coppia, soprattutto durante le sfilate del carnevale. Il bolero cubano è un adattamento del bolero spagnolo ed è uno dei generi più caratteristici. Malinconico, lirico, sempre accompagnato da chitarra, parte da Santiago e conquista L’Avana. Canzone tipica del bolero è La ausencia. La guaracha è un ritmo popolare e satirico, da strada, che si usa ancora per le drammatizzazioni teatrali. I ritmi africani si sono fusi in una musica che non è più africana, ma afrocubana. Tutto quello che è soltanto tamburo e percussioni in origine era africano, per esempio i balli religiosi come el baile del diablito o i toques del santo. Il tango congo, la conga, la comparsa e soprattutto la rumba sono di origina africana”. Il tango congo deriva dal teatro musicale spagnolo chiamato zarzuela, è una variante della canzone influenzato ritmicamente dal son e dalle sonorità africane. La conga è la musica del carnevale e già ne ho parlato. Sulla rumba e sulla comparsa il discorso è più lungo. Magari ne parleremo un’altra volta… Per approfondire consiglio il mio Un’isola a passo di son (Bastogi, 2004).


Le più ballate di MARZO-APRILE 2014 Classifica a cura di DJ PUPO

1 - Pobrecita La Maxima 79 - Salsa Guaguanco 2 - Propuesta Indecente Romeo Santos - Bachata 3 - Flor Palida Marc Anthony - Salsa Romantica 4 - Rumbeando Dj Dan - Salsa Cubana 5 - Palito De Coco Toño Rosario - Merengue 6 - Darte Un Beso Prince Royce - Bachata 7 - Sonho Encantado Dj Emilio - Kizomba 8 - Palmieri Adrian - Chacha 9 - 5 Minutos Tony Velardi & Ivan Venot - Salsa 10 - Fuin Fuan El Alfa - Dembow



L’INTERVISTA di Donato Ciccimarra e Roberta Mazzacane

R

ino ha 35 anni, napoletano, vive a Milano da quando ne ha 10. La forte somiglianza con il noto cantante statunitense Pitbull lo ha fatto diventare il sosia italiano ufficiale della popstar. Rino, infatti, ha scoperto di essere il sosia di Pitbull per caso, poiché quando andava in giro sempre più spesso la gente lo scambiava per il vero cantante ed anche nei locali di Milano e dintorni capitava non raramente che qualche ragazza volesse farsi fotografare con lui, tanta era la somiglianza con la popstar. Così, dopo aver ricevuto varie proposte dai gestori dei locali e varie sollecitazioni da alcune persone che lavorano nel mondo dello spettacolo, Rino, che fino a un anno fa ignorava la fisionomia di Pitbull, prende la decisione di incontrare il vero cantante e proporsi come suo sosia ufficiale italiano. Incuriosito dai commenti della gente Rino si è documentato sull’aspetto e le movenze del cantante, appurando che i due sembrano essere gemellli… ma Rino non imita Pitbull, semplicemente gli assomiglia per natura. Il ragazzo non ha mai voluto vestire i panni di Pitbull spacciandosi per lui, semplicemente ogni tanto, per hobby, lo omaggia in qualche locale esibendosi come il sosia italiano di Pitbull. Ormai i due artisti si sono incontrati di persona (in foto) e Rino è stato “incoronato” dallo stesso Pitbull come suo sosia ufficiale. Lo staff del cantante, che appena vide Rino esclamò: “My double”! dopo aver accertato la fortissima somiglianza, hanno autorizzato il ragazzo a potersi proporre liberamente come il suo sosia ufficiale italiano. Adesso, dopo l’incontro ufficiale con Pitbull, che si è tenuto il 10/08/2013 duramte l’evento Latino Americando al Forum di Assago di Milano, Rino sta lavorando insieme al suo manager Ricky Espino per farsi conoscere dal pubblico italiano, che sicuramente rimarrà sbalordito dalla fortissima somiglianza sotto i vari aspetti con il vero Pitbull, a cominciare dall’aspetto fisico e dall’altezza, fino al movimento della bocca, la risata, il modo di muoversi… Adesso Rino, questo resterà il suo nome d’arte, sta preparando un paio di brani con cui esibirsi, ma il suo manager è già ottimista perché oltre alla naturale somiglianza fisica con l’artista, è impressionante come anche il timbro di voce sia molto simile a quello del cantante e anche nelle movenze, Rino è abbastanza predisposto al ballo già per natura. Quindi interpretare Pitbull sarà per lui un gioco da

Rino e Pitbull

Rino e con Ricky Espino

ragazzi e soprattutto un gioco molto divertente, come in genere è qualsiasi hobby che si coltiva nel tempo libero. Chissà se questo passatempo si trasformerà in qualcosa di più… In estate probabilmente ascolteremo i primi due brani di Rino e a Milano il ragazzo chiuderà il concerto del mitico Romeo Santos. Non è escluso che Rino non si esibisca anche nella tappa romana di Romeo Santos. Non ci resta che augurargli un in bocca al lupo per la sua carriera! info: 338.9155405 - rickyespino@hotmail.com



son che accompagna i versi. Ai soldati Guillén ricorda quale sia la loro estrazione sociale e dice che sono soltanto lo strumento di un potere ingiusto, quindi devono imparare a rivolgere i fucili contro la tirannia. Sempre in Messico pubblica España: poema en cuatro angustias y una esperanza, ispirato alla lotta del popolo spagnolo contro il fascismo. Guillén viaggia molto: prima va in Spagna ed entra in contatto con la parte comunista della ribellione, successivamente è in Argentina dove pubblica El son entero (1947). In questo libro c’è tutta la sensibilità e la musicalità afrocubana: poche poesie sociali, alcune folcloristiche, altre intimiste, persino romantiche. Viaggia ancora nei paesi socialisti e nel 1953 è a Santiago del Cile per il Congresso della Cultura Latinoamericana. Il dittatore Fulgenzio Batista, in un impeto di repressione anticomunista, gli impedisce di fare rientro a Cuba. Nel 1955 l’Unione Sovietica gli conferisce il Premio Lenin per la Pace. Le poesie di questo periodo sono raccolte nel libro La paloma de vuelo popular (1958), pubblicato a Buenos Aires. Sono le liriche di un rivoluzionario ante litteram vagabondo del mondo e accomunano la sorte di tutti gli oppressi uniti nel solo destino possibile: la ribellione per essere finalmente liberi. In questo libro Guillén profetizza il trionfo rivoluzionario. Un libro politico per eccellenza è anche Elegías (1958) che raccoglie: Elegía a Jesús Menéndez, Elegía a Jacques Roumain e soprattutto la Elegía cubana che esalta la Rivoluzione Brilla Maceo en su cenit seguro./ Alto Martí su azul estrella enciende. Nel 1959 la Rivoluzione Cubana giunge a compimento e Guillén si unisce anima e corpo alla causa dell’uomo nuovo. Sarà Presidente della Unione degli Scrittori e Artisti di Cuba (UNEAC) fino al 1961. Pubblica ancora: Prosa de prisa (un libro di cronache giornalistiche del 1964), Poemas de amor e Tengo. Soprattutto Tengo è importante, un libro scritto sotto l’influenza della vittoria rivoluzionaria. Tutto quello che prima veniva denunciato (repressione, razzismo, miseria, sottomissione agli statunitensi) è scomparso e l’uomo socialista ha la forza necessaria per superare antiche disuguaglianze e ingiustizie (Tengo, vamos a ver,/ 43

Nicolas Guillén L’ AUTORE di Gordiano Lupi

Nicolas Guillén (Camagüey, 1902) è il poeta nazionale per eccellenza, da sempre cantore del negro e delle necessità degli oppressi e dei poveri. Va ricordato perché il suo primo libro di liriche (Motivos de son) adotta il son come base musicale e sceglie un linguaggio di facile comprensione, capace di parlare alla gente e di raccontare la vita quotidiana. Si tratta di poesia che molti hanno definito mulatta, perché si appoggia ai due elementi della cultura negra: il ritmo e il colore. Le liriche di Guillén nascono dalla guaracha cubana e sono soprattutto parole scritte per canzoni popolari. Si pensi a cose come: Sóngoro cosongo/ Songo be/ Sóngoro cosongo/ de mamey;/ sóngoro, la negra/ baila bien… La poesia di Guillén non si ferma qui. Con il passare del tempo diventa lirica di denuncia sociale e lui stesso è tra i primi intellettuali che aderiscono al Movimento Negrista. Il suo secondo libro è Sóngoro cosongo (1931), dove affronta ancora il tema del negro, ma lasciando da parte la comicità e la caricatura dei vecchi personaggi per cominciare a sperimentare una poesia descrittiva e realistica. Nel 1937 pubblica in Messico una delle cose più belle di tutta la sua produzione: Cantos para soldados y sones para turistas. La cosa triste è che questa poesia, scritta da un comunista per un paese che doveva ribellarsi all’oppressione di un feroce dittatore, si adatta bene ancora oggi alla situazione che vivono i cubani nel periodo speciale. Protagonista del poemetto è José Ramón Cantaliso che mostra al turista la miseria, la fame e tutte le ingiustizie nascoste dietro una facciata di allegria. Tutto questo senza perdere l’umorismo tipico della sua poesia e senza lasciare il ritmo del


tengo lo que tenía que tener). Il passato serve da esempio per far brillare i meriti di una rivoluzione voluta dal popolo oppresso. Tengo è caratterizzato da un ottimismo e da una fiducia nel futuro senza precedenti.

dove lavorare e guadagnare quello che devo mangiare, ho, vediamo bene, ho tutto quello che devo avere.

Buenos días, Fidel ! Buenos días, bandera; buenos días, escudo. Palma, enterrada flecha, buenos días. Buenos días, mis manos, mi cuchara, mi sopa, mi taller y mi casa y mi sueño….

Di Tengo il cantautore Gino Paoli ha realizzato una versione italiana dedicata al cantautore cubano Pablo Milanés. Esistono pure versioni musicali cubane e spagnole, queste ultime interpretate da Ana Belén. Nel 1967 esce El gran zoo, che costruisce una galleria di animali paragonati a una serie di tipi negativi che si annidano nella società capitalista (usurai, gangster, magnaccia, generali…). Nel maggio del 1972 pubblica El diario que a diario (versi e prosa) e riassume la storia di Cuba fino al trionfo della Rivoluzione facendo ricorso a tutta la sua verve satirica. A giugno invece esce l’ultimo libro: La rueda dentada che dimostra la sensibilità artistica di Guillén, sia quando canta il Vietnam, la morte di Gagarin, Martin Luter King, oppure quando chiama alla ribellione contro i padroni culturali stranieri, ma anche quando canta gli uccelli dei campi cubani e l’amore per la donna. Nell’opera di Guillén non vanno dimenticate le poesie dedicate a Che Guevara: Che Comandante, Guitarra en duelo mayor e Lectura de domingo. Che Guevara è visto come simbolo immortale di lotta e la sua figura è un esempio eccezionale per tutti (Che comandante,/ amigo… e poi conclude: Partiremos contigo), persino per i soldati boliviani che lo massacrarono: Él fue tu mejor amigo, / Soldadito boliviano;/ Él fue tu amigo de a pobre/ del Oriente al altiplano… Il vero cammino, quello diritto, lo ha indicato il Che e tutti dobbiamo seguirlo. Guillén muore nel 1989, appena in tempo per veder cominciare il periodo speciale, ma non abbastanza per rendersi conto di quel che sarebbe accaduto dopo.

Tutto è allegria e limpidezza. Tutto è nuovo e bello. I simboli nazionali (bandiera, scudo, palma), ma pure le cose del quotidiano (il cucchiaio, la zuppa nel piatto, la casa, il canto…). Guillén canta un paese che risorge dall’oblio della dominazione e che vuole essere artefice del suo futuro. Obrero en armas, buenos días. Buenos días, fusil. Buenos días, tractor. Azúcar, buenos días. Tengo raccoglie anche l’epopea cubana dalla Sierra Maestra fino al trionfo, le successive minacce americane e la vittoria di Playa Giron. Leggiamo in italiano la parte finale di Tengo, ma la traduzione letterale fa perdere molta della bellezza musicale della lirica. Ho, vediamo bene, che adesso ho imparato a leggere, a contare, ho che adesso ho imparato a scrivere e a pensare e a ridere. Ho che adesso so

L’amicizia e’ un sentimento unico che rende la vita degna di essere vissuta! Saremo sempre uniti per un’unica passione, la danza… la musica! tutte le sere e’ come se foste ancora li con noi con gioia e sorrisi… sarete sempre le nostre note musicali danzanti. Continueremo a sorridere come abbiamo sempre fatto, ma con il pensiero di avervi sempre vicino, il destino vi ha portato lontani dai nostri occhi… ma non dai nostri cuori… noi resteremo sempre insieme! Baila Conmigo



NOVITA’ DISCOGRAFICHE di El Sonero dj

E

sce la nuova raccolta di Elito Revé y su Charangón, un doppio album intitolato “La Aplanadora de Cuba” prodotto dalla Bis Music. Il primo cd ricreerà i temi più significativi che l’orchestra interpretò durante gli anni ’70 e ’80, sotto la direzione dell’indimenticabile Elio Revé Matos, mentre il secondo cd contiene le nuove proposte del gruppo. Progetto ambizioso e complesso intrapreso da Elito che dopo la morte del padre, ha dovuto assumere la direzione dell’orchestra. Questo progetto non si prefigge unicamente lo scopo di dare agli amanti del ballo nuove motivazioni, ma di raggiungere un esito alto come quello raggiunto con l’album “De que estamos hablando”, che 2 anni fa conquistò il Premio Cubadisco. Il doppio album è prodotto da Juan Manuel Ceruto ed è stato registrato presso gli “Studio Abdala”. Attualmente il progetto è in fase di mixaggio e, secondo quanto assicura il direttore Elito Revé, dovrebbe essere pronto per la fine di luglio. Questa nuova produzione musicale vede la partecipazione di grandi artisti invitati, come: Dagoberto Gonzales, violinista del gruppo di Pablo Milanes, lo stesso Pablo Milanes, Gonzalo Rubalcaba, Orlando Valle (Maraca), Paulo FG, El Micha e Gente D’Zona. Quest’anno Elito Revé con il suo Charangón non realizzerà il consueto tour europeo estivo a causa dei numerosi impegni legati al suo nuovo progetto musicale. Non a caso, la produzione del doppio album “La Aplanadora de Cuba” rappresenta uno dei progetti più ambiziosi della carriera musicale di Elito. “La Aplanadora de Cuba” avrà 24 tracce; Il primo 46

disco conterrà 12 successi degli anni 90, molti dei quali usciti in vinile, sono difficilmente reperibili sul mercato: Rumberos Latinoamericanos, Ruñidera, La Celosa, Espero Que Pase El Tiempo, Lo Que Tu Esperabas, Muevete Pa’ Aquí, Lo mismo me da (Chicha Que Limona’), Changüi Campanero. L’altro CD raccoglie invece 12 nuovi brani. Tra cui: No me da la gana, No Debo Explicarte Nada, El nombrecito, Jala Jala, El Negocio Personal, La Pastillita, El Tony Moni Moni e altri. Il brano, intitolato Maricusa, apprezzato a Cuba, è stato registrato con il nuovo cantante, un giovane di 21 anni, chiamato Serguei Llera, conosciuto anche come “El Llera” o “El Morito. Nel corso di quest’anno il maestro Revé è stato molto impegnato nel difficile compito di selezionare i brani del vasto repertorio dell’orchestra di Elio Revé Matos e di mettere insieme grandi interpreti della musica cubana e internazionale. Le nuove versioni rivisitate da Elito Revé vedono come interpreti artisti come: Pablo Milanés, Gilberto Santarosa, Paulo FG, Issac Delgado, Mayito Rivera, Mandy Cantero, José Alberto el Canario e altri. Alla registrazione del primo disco ha anche partecipato Dagoberto Gonzáles júnior con il suo violino nella canzone La Celosa, mentre Orlando Maraca Valle ha contribuito alla nuova versione di Changüí Campanero con un assolo di flauto e Juan Carlos Alfonso con uno di piano a quella de La Ruñidera. Elito ha in programma la ripresa di un nuovo videoclip con la partecipazione del ballerino Maykel Fonts. Non ci resta che aspettare questo fantastico album che noi dj collezioneremo e amanti della musica con gelosia.



Non è una coincidenza astrale e nemmeno una casualità, figlia dell’imponderabile succedersi quotidiano di eventi e relazioni intersettoriali: se la settimana barese, a cavallo di un febbraio corto e per nulla amaro, e un marzo che si annuncia primaverile e privo di scostamenti climatici usuali, ha un taglio tutto ‘siderale’. In cui lo spazio diventa protagonista, sceneggiatore e regista di un avvincente e suggestivo lungometraggio del futuro dell’intera destinazione Puglia. In tale contesto, tra le costellazioni satellitari di Wega e Swarm presentate nella due giorni di Space4You e da sinistra: Fabio Romito, Michele Traversa e Trifone Altieri la riproposta di un cult come “2001, Odissea nello spazio”, per celebrare Michele Traversa, giornalista e nostro collai 15anni senza Stanley Kubrick, fa capolino la premiazione a quell’astronauta dell’informaboratore, mentre riceve il premio consegnazione culturale e turistica nel web che è Mitoli dalla Provincia di Bari il 28 febbraio 2014 chele Traversa, fondatore e capitano di quella per la “promozione della cultura e del turismo navicella spaziale, che come tutte le consorelle Pugliese nel Mondo”. Tutta la redazione si lanciate nell’infinito porta un nome di tre letcongratula con lui per l’ottimo lavoro svolto tere: nella fattispecie LSD (Last Smart Day).... nell’ambito del giornalismo. continua su vidalatinaweb.com



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… Cubamania Llegò, Cubamania Llegò… Il jingle della sigla del Congresso, ideata e realizzata da dj Paco e dj Peppe Apice, ci accompagna alla 7^ edizione del Cubamania Salsa Congress, una data ormai consolidata tra gli appassionati della cultura e della musica cubana, un appuntamento imperdibile per chi ama il divertimento coniugato con lo studio e la socialità. I Cubamaniaci sanno che troveranno una location accogliente, un’ambientazione cubana studiata nei dettagli, la disponibilità di uno staff cordiale e attento alle esigenze di tutti, gli stage di maestri cubani ognuno con la sua specialità, spettacoli selezionati, dj’s che suoneranno musica 100% cubana doc e… serate all’insegna del puro divertimento e della socialità : si sta tutti insieme, artisti, insegnanti, studenti, “a lo cubano”. Il Congresso è di grande interesse per le scuole che insegnano la salsa cubana, perché gli stage riguardano esclusivamente questo stile di ballo, a partire dalle sue origini afro per passare ai balli della tradizione come il son cubano per arrivare alla timba e al reggaeton che tanto ci fanno divertire nelle sale. Gli insegnanti cubani tengono stage per tutti i livelli, ed

anche i principianti hanno la possibilità di sperimentare lezioni con gli artisti cubani, non solo ma anche di ballarci insieme perché anche questo succede al Cubamania! Per l’edizione di quest’anno l’organizzazione ha previsto un ampliamento degli spazi, in considerazione del numero delle adesioni che cresce di anno in anno, per cui le sale per gli stage saranno tutte egualmente ampie e ben attrezzate, e le sale dedicate ai pasti spaziose perché la pausa sia anch’essa un momento piacevole per degustare in compagnia l’ottima cucina abruzzese, con le sue specialità. Il cast artistico anche in questa edizione presenta i pilastri della salsa cubana in Italia e nel mondo, insieme ad autorità riconosciute nel campo della cultura afrocubana, e alcuni nomi di giovani emergenti che sono già realtà affermate e saranno certamente gli ambasciatori de la salsa de Cuba nel mondo, in futuro. Che dire di più, appuntamento a Montesilvano, il 4-5-6 aprile, pa’ gozar! “Cubamania llego” !




LE SCUOLE DI BALLO PARTNER Latin Gem ASD, a Milano dal 1995, promuove e diffonde l’arte del ballo in tutte le sue forme, dalle danze latino americane alla zumba, dalla danza classica e moderna all’hip hop, fino alla capoeira e alle novità del momento come pole dance, k-pop, kizomba e west coast swing. Latin Gem ASD, riconosciuta dal CONI e affiliata CSEN, propone corsi sia per adulti che per bambini; tutte le attività che vengono offerte ai soci, aiutano le persone ad aggregarsi, con un unico interesse comune, ballare! Tra le più importanti e valide scuole di ballo di Milano, Latin Gem vanta uno staff di professionisti riconosciuti a livello internazionale. latingemmilano MILANO

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LE SCUOLE DI BALLO PARTNER La scuola di ballo fuego dance e’ nata molti anni fa dalla passione di Enza Pepe , diplomata in Coreographic Team, nel corso degli anni la scuola si e’ ampliata con i suoi figli, lorenzo e Giuseppe, che, insieme a Rosalba Centonze danno completezza alla struttura. Le discipline insegnate sono: balli di gruppo, danze caraibiche, hip hop, break dance, liscio standard, tango argentino e zumba. Tutto lo staff è altamente qualificato con diplomi riconosiuti nel mondo della danza. Disponibilità a stage, animazione e spettacoli in club e congressi. by Lory & Rosy

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Philip & Titty iniziano la loro carriera da ballerini nel 2003 con l’idea di far conoscere lo swing al pubblico attraverso i loro show. In seguito l’unione con Nicola e Chiara Berrettoni rafforza il gruppo puntando ai palchi di tutto il Mondo. Il loro stile un mix di Salsa, hip hop, figure acrobatiche e swing, lascia sempre stupito il pubblico. La scuola si prefigge di insegnare queste e tante altre discipline.

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Associazione di danza nata 15 anni fa dalla passione e la dedizione per il ballo di Salvatore Scarabaggio. Racchiude al suo interno collaborazioni e progetti di lavoro con svariati professionisti del settore. Le discipline vanno dalla danza del ventre ai balli caraibici, dai balli da sala alla difesa personale. La struttura sita in Altamura (Ba) offre una qualità altissima al fine di soddisfare tutti gli utenti con importanza particolare ai bambini. Infatti proprio ai bambini è dedicata un’area attrezzata, dove, insieme a istruttori, si divertono imparando, mentre i loro genitori partecipano ad un corso di ballo. 338. 52 01 883 ALTAMURA (BA)

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La scuola TROPICALIA nasce nel 1993 grazie alla passione per la Musica Latina degli ancora attuali Maestri Diplomati ANMB Giuseppe Montefiore (Flaco dj), Annamaria Mortella e con il supporto di validi collaboratori. La si può definire la Genesi del Ballo Latino a Lecce e Provincia. Da quella che era una semplice passione e divertimento di pochi amici in seguito è diventata un punto di riferimento per tanti Salseri di vecchie e nuove generazioni. Presso la nostra scuola si svolgono corsi di Salsa, Bachata, Merengue, Son Cubano, Cha Cha Cha e corsi applicativi di Musica con strumenti tipici. I corsi si svolgono tutti i giorni dal Lunedì al Venerdì.

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Da noi si balla solo per divertimento e passione . “I nostri super maestri Wilmer e Maria ci insegnano a ballare ed ad essere umili”. Corsi di Salsa cubana, son, cha cha cha, rumba, afro, hip-hop, tango argentino, kizomba, Rumba. Esibizioni e spettacoli in ricorrenze in genere. Lezioni private.

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Accademia della danza, del successo e del divertimento! Vieni a provare la tua lezione gratuita! Per voi tante promozioni e tante novità.. vieni a scoprire la DIFFERENZA! Corsi di: Danze Caraibiche, Folklore Cubano, Kizomba, Danza Classica-Moderna-Jazz, Hip-Hop, Reggaeton, Break Dance, Danze Orientali, Danze Africane, Danze Argentine, Balli di gruppo, Fitness, Zumba, Corsi Over 60’, Baby Lab, Baby Dance, Doposcuola, Canto, Recitazione, Dizione, Animazione, Spettacoli! Stage mensili con Wilmer Najarro y Maria Carmen Moreno, Sergio Larrinaga, Barabara Jimenez (Camino Cubano)- Promo “Accademico Full-Dance” AL GUAPO SI STUDIA!

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Perchè a Matera scuola di ballo si dice PIELMORENA. La scuola di ballo Piel Morena nasce nel settembre del 2001 da una idea dei maestri Antonio Farina e Tina Gravela, già insegnanti dal 1997. Siamo specializzati in danze caraibiche e precisamente salsa cubana, portoricana, merengue, bachata, son y rumba afro-cubana. Oggi la nostra scuola è sicuramente riconosciuta tra le più attive a livello nazionale per la promozione e per la diffusione della cultura caraibica.

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Scuola specializzata nella Danza, Cultura, Musica e Folklore Latino Americano. Latin Club è stata fondata nel 2001 dal maestro Pepe Espino e Laura Rancati. Maestri, ballerini e artisti di fama internazionale, come Maykel Fonts, Seo Fernandez e Leo Gonzales, Santo Rico e Ismael Otero, Manuel Mascarell, hanno tenuto corsi e stage. Per molti appassionati, il passaggio dalla nostra scuola è stato un ottimo trampolino di lancio per la lorocarriera professionale. La scuola vanta corsi come Tango Argentino e Danze Orientali. Il ballo e’ benessere fisico e mentale, salute e svago... Oltre ad imparare a ballare, ci si diverte nelle nostre serate, conoscendo nuovi amici, e si apprendono anche i “primi passi” della lingua Spagnola! LODI

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LE SCUOLE DI BALLO PARTNER “La scuola di ballo Santiago de Cuba nasce da un idea dei maestri Massimo e Simonetta Mazzotta nel 2005. Nel corso degli anni la passione per la danza è trasmessa a Maurizio e Carmelina Fuso, i quali oggi sono parte integrante dello staff direttivo. Specializzata nell’ insegnamento delle Danze Caraibiche, la Santiago de Cuba si avvale della collaborazione di Vincent, Arianna e Lidia per i corsi di Salsa Portoricana e Balli di Gruppo. Alla Santiago de Cuba, entri camminando....esci ballando!!” salsalecce.it 389.08 25 099 349.64 08 866 LECCE CORIGLIANO D’OTRANTO

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Scuola di danze caraibiche: Salsa NY style,pachanga,cha-cha, salsa cubana, bachata,merengue,rueda,,son-rumba. Specialisti nella NY style tecnica Indacochea. Pino&Marianna i maestri della isla del caribe sono allievi già da diversi anni del maestro Adolfo indacochea partecipando in diversi congressi con il loro gruppo i Charanga Dancers. 328. 46 93 376 FRANCAVILLA FONTANA (BR)

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Danzando... apriamo... Musica, ballo, divertimento sono il nostro pane quotidiano. Nuovissima struttura a due passi dalla stazione centrale. Il divertimento di qualità, una grande struttura e i migliori maestri di: Danze caraibiche, hip hop, tango argentino, break dance, danze standard, zumba, house dance, kizomba, danze orientali, Burlesque. Inoltre corsi di ballo per over 60, e tanto altro... 340. 33 74 802 BARI

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Latin Passion Group nasce da un’idea di Michele Di Benedetto che, da oltre vent’anni, coltiva la passione per l’arte e lo spettacolo. L’amore per la danza, in particolare per i balli caraibici, lo hanno portato a concretizzare anni di sacrifici svolti con impegno e professionalità, trasformando questo grande sentimento in un vero e proprio lavoro. Ad oggi, l’associazione sportiva LATIN PASSION GROUP conta più di 400 iscritti, dislocati in diverse sedi tra Campania e Basilicata. La scuola è diretta dai maestri Michele Di Benedetto e Chiara Barone che sono fra i migliori esponenti della “salsa New York Style”in Italia. Le lezioni sono aperte a tutti, single o coppie, giovani o meno giovani, e naturalmente anche ai bambini. Latin Passion Group non è soltanto una scuola di ballo, ma è anche una compagnia di danza che oggi conta numerose partecipazioni a livello nazionale ed internazionale. CAMPANIA E BASILICATA

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LEZIONI

Los adverbios

DI SPAGNOLO di Yadira Gonzalez Los adverbios gli avverbi In spagnolo come in italiano, generalmente gli avverbi si formano aggiungendo il suffisso “-mente”, esempio: simplemente (semplicemente) - Ci sono poi altri avverbi che sono semplicemente delle parole da imparare. Esempio, “hoy” (oggi), “ayer” (ieri), “mañana” (domani)... - Un caso interessante è la differenza tra muy e mucho. Entrambi vogliono dire molto, ma muy si usa davanti ad un aggettivo, mentre mucho davanti ad un nome. Esempio: “Me gusta mucho este coche” (Mi piace molto questa macchina) “Es un chico muy simpático” (È un ragazzo molto simpatico) - In spagnolo non esiste traduzione degli avverbi della lingua italiana (ci, ne) che semplicemente vengono omessi dal discorso. Esempio: me ne andai diventa me fui ci misi un mese diventa tardé un mes. - L’eccezione è nella parola c’è che si traduce in hay Esempio: c’è del pane sul tavolo ( hay pan encima de la mesa)





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