Dall’altra parte del mare

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Yukiko Noritake

DALL’ALTRA

PARTE DEL

MARE Traduzione di Eleonora Armaroli


Mi chiamo Leo. Abito in una città che si affaccia sul mare.

La sera, col mio papà, saliamo in macchina e veniamo qui a guardare le navi. Ogni giorno ce ne sono di nuove che lasciano il porto. Chiedo a papà se anche lui, alla mia età, veniva a guardarle.

“Sai, quand’ero piccolo, e anche più avanti, quando ho incontrato tua madre, preferivo venire qui a nuotare. Mi divertivo a contare i pesci dai mille colori.” “C’erano dei pesci?” “Sì, un sacco di pesci. E c’erano perfino delle persone che li pescavano. Io, però, preferivo guardarli nuotare…” “Papà, dove sono finiti i pesci? Non possiamo andare a nuotare sott’acqua con loro?” “Forse via da qui. Forse dall’altra parte del mare…”



Mi chiamo Phara. Abito su un’isola cullata dal mare.

La sera vengo qui a passeggiare col mio papà. Guardiamo i mille pesci colorati. Spesso nuoto con loro, facciamo una gara di velocità. Qualche volta, papà prende la sua barca e va a pescare. Gli chiedo di raccontarmi com’è laggiù, dall’altra parte dell’oceano.



“È molto distante l’altra parte del mare?”


“Bisogna andare lontano, come questo grande camion blu?”


“Papà, da dove viene questa barca? Credi che trasporti un tesoro?”


“Guarda, papà, questo uccello non sta bene. L’abbiamo trovato con i miei amici. Cosa posso fare per aiutarlo?”


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