Cane Puzzone alle Olimpiadi

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all e Oli m pi a di Colas Gutman

Traduzione di Francesca Novajra Illustrazioni di Marc Boutavant

Chi non ha mai sognato di vincere una medaglia d’oro nella vita? Chi non ha mai avuto la segreta ambizione di salire sul gradino più alto del podio? Finora Cane Puzzone è salito soltanto sul suo bidone e l’unica medaglia che ha trovato aveva un retrogusto di sardina.

Quanto a Spiaccigatto, l’unica volta che ha partecipato a una gara sportiva è stato come frisbee per dei bambini

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pestiferi. Nell’ora in cui tutti escono da scuola e corrono per tornare a casa, il piccolo Giò corre solo per far felice il suo papà.

“Più veloce!” lo incita il padre.

“Più veloce, Giò, o ti tiro i capelli!” lo minaccia la sorella Giorgia.

“Faccio quello che posso”, dice Giò.

Ma ormai arranca e si siede esausto davanti al bidone di Cane Puzzone e Spiaccigatto.

“Così non diventerai mai un campione”, lo rimprovera il padre.

“Sei una vera schiappa!” incalza la sorella.

“Chi se ne frega! Un giorno vincerò le Giolimpiadi!” dice Giò.

“Le Olimpiadi, non le Giolimpiadi.”

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“Chi se ne frega di come si dice... le vincerò e basta!”

“Povero piccolo Giò”, pensa Cane Puzzone che si ricorda di tutte le volte in cui ha voluto qualcosa senza riuscire a ottenerlo. Si ricorda anche di quello che gli diceva suo padre quando lui stava per mollare tutto: “Cane Puzzone, cane campione!”. E decide di fare il possibile per aiutare il piccolo Giò:

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“Spiaccigatto, e se organizzassimo noi le Olimpiadi?”.

“Con una corsa a ostacoli 100 metri-bidoni, magari?” li prende in giro il basset hound che sta passando di lì.

“E magari di tiro allo spiattelgatto?” li sbeffeggia il barboncino con la frangia.

Ma Cane Puzzone ignora i due terribili bulletti. Domani, dopo la scuola, che piova o tiri vento, che nevichi o splenda il sole, niente lo fermerà dall’organizzare le prime Giolimpiadi della storia.

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“Quella frana di Giò non se lo merita”, dice il padre. “Su, fatevi da parte, ho un campione da tirare su.”

“Intende dire da allenare?”

“No, no, devo proprio tirarlo su, e anche la sorella.”

“Che bravo padre, severo ma giusto”, pensa Cane Puzzone.

E mentre Giò riprende la corsa e Giorgia sfreccia sul suo monopattino, Cane Puzzone si chiede come farsi benvolere da quella orribile famiglia.

Le prime Giolimpiadi

L’indomani, Cane Puzzone e Spiaccigatto

scrivono l’elenco delle gare previste:

Piscina in vasca piccola (canaletta)

Tennis da tavolo scassato

Torneo di calcio nel sedere...

“Voglio anche ‘il lancio della sorella’”, protesta Giò.

“Cosa?” chiede Spiaccigatto sorpreso.

“Sì, il lancio di mia sorella Giorgia.

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Mi dice sempre che sono una schiappa, invece la schiappa è lei.”

“Quello non si può fare”, gli spiega Cane Puzzone.

“Sono o non sono le mie Giolimpiadi?” replica Giò spazientito.

“Non ce la faremo mai”, pensa Spiaccigatto. “Ce la caveremo come sempre” , si dice Cane Puzzone.

E se Cane Puzzone non perde l’entusiasmo e si vede già sul podio, acclamato da un pubblico di topolini, Spiaccigatto riflette sul difficile reclutamento degli atleti: “Alle Olimpiadi ci sono concorrenti da tutto il mondo, Cane Puzzone. È questo il bello dello sport!”.

“E alle Giolimpiadi verranno campioni da tutti i quartieri e i bidoni del

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mondo, sarà questo il brutto dei nostri giochi.”

Per reclutare gli atleti, Cane Puzzone e Spiaccigatto cominciano ad attaccare manifesti sui lampioni, sulle panchine, nelle panetterie, sui muri e sui bidoni della città.

“Vinceremo tutto noi”, dice il basset hound in tuta da ginnastica.

“Gli farò pelo e contropelo”, aggiunge il barboncino con la frangia.

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