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Vincenzo MARTIMUCCI

Michele Gortani e «La causa montana»

Un prestigioso evento al Film Festival di Trento per ricordare il grande maestro

L’invito a un convegno rappresenta sempre un notevole impegno. Se poi il Convegno in questione riguarda la “Causa montana” ed è incentrato sulla figura di Michele Gortani… la responsabilità si avverte. “Gortani speleologo” è un tema di grande interesse, ma in quell’ambito e in quel contesto si correva il serio rischio di un intervento formale o con una retorica fuori posto. Inoltre, il presidente della Società Speleologica Italiana non è, non è mai stato, necessariamente colui che sa tutto di tutto. Personalmente non sono uno storiografo, conosco una parte della storia della Speleologia del nostro Paese, ma so che la storia vera si fa sugli atti. Mi sono consultato con chi mi ha preceduto nel ruolo, che ha vissuto molta parte della storia SSI e altra ne ha studiato su atti e verbali, con soci del Circolo Speleologico Idrologico Friulano e con chi vive circondato dalla memoria della speleologia italiana e internazionale nella nostra invidiata biblioteca. Gortani è stato il primo firmatario dell’Articolo 44 della Costituzione che pone l’attenzione sulle aree montane, che negli anni del dopoguerra scontarono assenza di infrastrutture, economia al limite della sussistenza, difficoltà di accesso a ogni servizio in un’Italia ridotta in condizioni disastrose. Il Convegno è stato occasione di rapporti con molti partecipanti. Ringrazio Erminio Quartiani, Vicepresidente del Cai per l’invito, e Giampietro Marchesi che mi ha accompagnato. Riporto una sintesi del mio intervento, dove ho anche ricordato che per la SSI è importante non solo il mondo sotterraneo, ma la montagna tutta, come ambiente, habitat, insediamento dell’uomo.

Per l’avvio e lo sviluppo della speleologia italiana la figura di Michele Gortani ebbe un ruolo centrale. E se oggi la speleologia italiana può dirsi una realtà di prestigio internazionale, è grazie anche a lui, che fu esponente di spicco nel campo delle scienze naturali e autorevole coordinatore delle organizzazioni speleologiche del suo tempo. Non possiamo tuttavia considerare Gortani uno speleologo nel vero senso della parola, o almeno non nell’accezione in cui viene normalmente intesa questa figura e come lo furono alcuni suoi coetanei o predecessori, quali Eugenio Boegan o Luigi Vittorio Bertarelli, coautori del famoso “Duemila grotte – quarant’anni di esplorazioni nella Venezia Giulia”. Eppure, per oltre un quarantennio (fra gli anni ’20 e gli anni ’60 del secolo scorso) Gortani fu l’esponente più autorevole nell’ambiente speleologico italiano e riconosciuto in questa veste anche a livello internazionale. Non a caso a lui furono affidate le prolusioni d’apertura al II e III Congresso Internazionale di speleologia, a Bari nel 1958 e a Vienna nel 1962. Gortani raggiunse anche altissimi ruoli istituzionali nel campo della politica come parlamentare nella Camera del Regno d’Italia e quindi senatore della Repubblica nella Costituente. La curiosità e l’eclettismo di Gortani lo portarono dunque anche alla speleologia, il cui interesse nacque fin da quando, studente di scienze naturali a Bologna, sulla spinta del suo Maestro Giovanni Capellini, fondò assieme a Giorgio Trebbi e Carlo Alzona la “Rivista Italiana di Speleologia”. Non va dimenticato che a Gortani si può persino ascrivere l’ideale germe che portò alla costituzione dell’attuale Società Speleologica Italiana, fondata a Verona nel Giugno del 1950. Dopo la parentesi bolognese, nel 1904, Gortani iniziò la collaborazione con il Circolo Speleologico Idrologico Friulano di Udine, attraverso l’impegno nella redazione della rivista “Mondo Sotterraneo. Nel 1929 viene fondato l’Istituto Italiano di Speleologia, quale organo scientifico dell’Azienda Autonoma delle Regie Grotte di Postumia e Gortani è chiamato ad assumerne la direzione. Nel 1930 a Napoli, durante l’XI congresso nazionale di geografia, Gortani gettò le basi programmatiche per le future indagini speleologiche da svolgere nel nostro Paese sotto la guida dell’Istituto. Non vanno infatti dimenticati i suoi sforzi, affinché l’Italia si riappropriasse con successo dei beni e della Biblioteca dell’Istituto Italiano di Speleologia, sottratti dai tedeschi durante la loro ritirata alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Tappe accademiche e istituzionali lo portarono poi lontano dalla speleologia per ritornare alla fine a Bologna dove assunse la direzione dell’Istituto di Geologia. A lui gli speleologi hanno dedicato due grotte: l’Abisso Gortani sul Monte Canin e la Grotta Michele Gortani nei Gessi bolognesi. Vincenzo MARTIMUCCI

Sabato 30 aprile 2016 Sala Don Guetti, Cassa Centrale Casse Rurali Trentine Via Vannetti, 8 - Trento

LA CAUSA MONTANA

Giornata di studio aperta al pubblico

Cinquantenario della scomparsa di Michele Gortani

Geologo, Costituente, Senatore della Repubblica