Informacri 19 2015

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Novembre 2015

Il nuovo numero di InformaCRI era pronto ad uscire, finito giusto ieri pomeriggio e fresco di stampa era già in download per la pubblicazione, quando la notizia degli attentati a Parigi è entrata dirompente anche nella nostra redazione. Dopo lo sgomento e la preoccupazione, ha preso il sopravvento la responsabilità di contribuire nel nostro piccolo, ad un dibattito serio sull’argomento, ad un’informazione razionale, ferma, chiara e corretta. Vorremo provare a stimolare in ognuno di noi un proprio pensiero allontanandoci dai luoghi comuni e dalla standardizzazione delle verità. Iniziamo con i fatti e le reazioni del mondo politico internazionale. Tratto dal Corriere della Sera online

PARIGI RIPIOMBA NEL TERRORE. Un attacco al Bataclan, sala per concerti nell'XI arrondissement, non lontano dalla sede di Charlie Hebdo, dove sono rimaste uccise 118 persone. Colpi di kalashnikov in un ristorante e in un bar del X arrondissement. Granate attorno allo Stade de France, alla periferia della capitale francese, dove era in corso l'amichevole FranciaGermania. Spari a Beaumarchais e in altre due strade. In azione anche due attentatori suicidi. Fonti di polizia citate da BFMTv parlano di almeno 40 morti, oltre a quelli del Bataclan. Il bilancio degli attacchi è di almeno 127 morti, 192 i feriti, di cui 80 gravi. Otto gli attentatori per dalle forze dell'ordine, tutti morti. Sei si sono fatti esplodere. Un'offensiva terroristica che colpisce al cuore della Francia, la seconda in meno di un anno, di fronte alla quale il presidente François Hollande annuncia lo stato d'emergenza e il ripristino dei controlli alle frontiere, oltre alla mobilitazione di 1.500 militari a Parigi

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TERRORISTI KAMIKAZE CON CINTURA ESPLOSIVA . L'attacco più sanguinoso è quello al Bataclan, dove in 1.500 assistevano al concerto del gruppo americano Eagles of Death Metal: l'assalto, gli spari, gli omicidi a sangue freddo, la presa di ostaggi, poi il blitz delle teste di cuoio. "Siamo riusciti a fuggire, c'era sangue dappertutto, hanno tirato con un fucile a pompa sulla folla", ha detto al sito di Le Figaro un uomo che si trovava all'interno del locale. E un altro: i terroristi "erano molto calmi. Hanno ucciso a freddo molti ostaggi, ad uno ad uno. Poi ricaricavano e ne uccidevano altri. Hanno ricaricato le armi tre o quattro volte". "Erano a volto scoperto, molto sicuri di sé. Erano molto giovani", ha raccontato un giornalista di Europe 1, Julien Pierce, che era all'interno del teatro. Ha visto entrare "due o tre individui non mascherati, con armi di tipo kalshnikov" che hanno "cominciato a sparare alla cieca sulla folla". E' durata "dieci-quindici minuti, c'è stato il panico, la gente si è mossa verso il palco, qualcuno è stato calpestato, io stesso sono stato calpestato. La polizia ha evacuato le strade attorno ai luoghi degli attentati avvertendo che gli assalitori erano ancora in strada. La prefettura ha invitato i cittadini a rimanere in casa evitando di uscire salvo in caso di necessità assoluta. Ai locali pubblici è chiesto di rafforzare la sicurezza agli ingressi, accogliere chi ne ha bisogno e di interrompere gli eventi in corso all'aperto. LA RIVENDICAZIONE DELL'ISIS - Testimoni che si trovavano al Bataclan di Parigi hanno raccontato in lacrime che i terroristi gridavano "Allah u Akbar", "Allah è grande". E militanti dello Stato islamico hanno immediatamente celebrato su Twitter con l'hashtag in arabo "Parigi in fiamme". Le indagini sono state subito prese in carico dall'antiterrorismo. Poche ore dopo gli attentati è arrivata la rivendicazione dello Stato islamico. "Ricordate, ricordate il 14 novembre. Non dimenticheranno questo giorno, come gli americani l'11 settembre. La Francia manda i suoi aerei ogni giorno in Siria, bombardando bambini e anziani, oggi beve dallo stesso calice", ha affermato il canale Dabiq France, secondo quanto ha scritto su Twitter Rita Katz, direttore di Site, che monitora i gruppi jihadisti. LE PAROLE DI HOLLANDE. Il capo dell'Eliseo, che assisteva alla partita tra Francia e Germania, è stato fatto allontanare dallo stadio ed è andato al ministero dell'Interno per seguire gli eventi. Le inferriate attorno allo stadio sono state bloccate e migliaia di persone sono rimaste bloccate all'interno. Il presidente francese ha voluto rivolgersi alla nazione poco dopo gli attentati: "Nel momento in cui vi parlo sono in corso attacchi terroristici senza precedenti nella zona di Parigi. E' una terribile prova che ancora una volta ci colpisce. Dobbiamo dare prova di sangue freddo. La Francia di fronte al terrore deve essere forte e grande". "Dobbiamo difenderci", ha affermato annunciando in diretta tv lo stado d'emergenza in tutto il Paese e la chiusura delle frontiere. "Rinforzi militari convergono sulla regione di Parigi per evitare nuovi attentati", ha proseguito il capo dell'Eliseo, visibilmente scosso. Hollande, che ha annullato la sua partecipazione al G20 in Turchia domenica, ha chiuso il proprio discorso con un pensiero positivo e incoraggiante: "Abbiamo di fronte una nazione pronta a difendersi", ha detto sottolineando che "le forze di sicurezza stanno fa Il capo dell'Eliseo e il primo ministro Manuel Valls si sono poi recati al Bataclan. Davanti al locale, il presidente francese ha ribadito che quella al terorrismo sarà "una lotta senza pietà" che il Paese "unito e determinato". Gli attentati che hanno nuovamente colpito al cuore Parigi hanno suscitato sdegno in tutto il mondo. E il mondo politico francese ha messo da parte le proprie divisioni. "Stasera ancora l'orrore... Sospendiamo le nostre campagne fino a nuovo ordine", ha comunicato su Twitter la presidente del Fronte Nazionale, Marine Le Pen. 2


RENZI, PRIMO MINISTRO ITALIANO: L’EUROPA REAGIRÀ L’Italia piange le vittime di Parigi e si unisce al dolore dei fratelli francesi. L’Europa colpita al cuore saprà reagire alla barbarie. Lo afferma il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in contatto con le cancellerie dei Paesi alleati e che ha espresso tutto il proprio «sgomento» di fronte alle notizie francesi e la «solidarietà totale» al presidente Hollande e a tutto il popolo francese. Mentre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (che ha espresso «apprensione e forte dolore») sta seguendo dal Quirinale l’evolversi della situazione a Parigi in stretto collegamento con il governo. In un messaggio a Hollande, Mattarella assicura il compatto sostegno dell’Italia per debellare la piaga del terrorismo, per vincere una battaglia di civiltà contro la furia oscurantista e per difendere i valori della democrazia, libertà, tolleranza su cui tutta l’Europa, oggi lacerata da un crimine senza precedenti, è stata fondata e si è sviluppata. OBAMA, PRESIDENTE DELLA USA: «ATTACCO ALL’UMANITÀ» Quello che sta accadendo a Parigi «è un attacco non solo al popolo francese ma a tutta l’umanità e ai valori che condividiamo. Ancora una volta siamo di fronte a un vergognoso tentativo di terrorizzare civili innocenti»: lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, parlando in diretta tv dalla Casa Bianca. «I tre valori della Francia sono libertà, uguaglianza e fratellanza, che sono anche i nostri. Quelli che pensano di poter terrorizzare i francesi o i valori che condividono, sbagliano. Siamo a disposizione per qualsiasi aiuto possiamo dare e per assicurare i terroristi alla giustizia. La Francia è stata un partner straordinario nella lotta contro il terrorismo, noi siamo vicini alla Francia», ha concluso Obama che poi ha telefonato a Hollande assicurando che Stati Uniti e Francia «continueranno a lavorare insieme e con altri Paesi nel mondo per sconfiggere il flagello del terrorismo». «Non c’è alcuna specifica o credibile minaccia di un attacco sul suolo americano sul tipo di quello accaduto a Parigi», ha detto il segretario alla sicurezza interna, Jeh Johnson, in una nota. MERKEL, LA CANCELLIERA TEDESCA, E CAMERON, PRIMO MINISTRO INGLESE: «SCIOCCATI» «Sono scioccato dagli eventi di Parigi. I nostri pensieri e preghiere sono con il popolo francese. Faremo tutto ciò che possiamo per aiutare»: così il premier britannico David Cameron su Twitter. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha espresso «profonda commozione» per gli attentati di Parigi. In un breve comunicato diffuso dopo il discorso di Hollande, Merkel ha detto che i suoi pensieri sono in questi momenti con le vittime di questi «attacchi evidentemente terroristici», con le loro famiglie e con tutti gli abitanti di Parigi. BAN KI-MOON, ATTUALE SEGRETARIO GENERALE DELLE NAZIONI UNITE: «VICINO ALLA FRANCIA» «Vicino al governo e al popolo della Francia». Nel condannare i «disprezzabili attentati di Parigi», il segretario generale dell' Onu Ban Ki moon ha chiesto l'immediato rilascio degli ostaggi e espresso «fiducia che le autorità francesi faranno quanto in loro potere per portare i responsabili davanti alla giustizia». Con un tweet il primo ministro indiano Narendra Modi ha espresso solidarietà con la Francia: «Le notizie da Parigi sono angosciose e orribili. le mie preghiere sono per le famiglie delle vittime. Siamo insieme al popolo francese in questo tragico momento». CONDANNA DEI MUSULMANI FRANCESI Il Consiglio dei musulmani francesi (Cfmc) ha denunciato «con il massimo vigore l’atroce e malvagio attacco e chiede all’intera nazione di dimostrare unità e solidarietà. I musulmani in Francia preghino affinché il Paese affronti questa terribile sfida in pace e dignità». IRAN: PRESIDENTE ROUHANI ANNULLA VISITA A PARIGI E ROMA Il presidente iraniano Hassan Rouhani, dopo gli attentati che hanno insanguinato Parigi, ha condannato gli attacchi e ha annullato la prevista visita a Parigi e Roma, dove era anche atteso in Vaticano. L'annuncio è arrivato dal ministro degli Esteri iraniano. «Attacchi disumani - ha dichiarato Rouhani all'agenzia di Stato Irna - I terroristi coinvolti negli attentati di Parigi non credono in nessun principio etico e in nessuna religione, incluso l’islam». SANTA SEDE: A PARIGI ATTACCO A PACE UMANITÀ, SERVE REAZIONE DECISA. "Siamo sconvolti da questa nuova manifestazione di folle violenza terroristica e di odio che condanniamo nel modo più radicale insieme al Papa e a tutte le persone che amano la pace. Preghiamo per le vittime e i feriti e per l'intero popolo 3


francese". Lo ha affermato la Santa Sede commentando le stragi a Parigi, con una nota del portavoce padre Federico Lombardi. “In Vaticano stiamo seguendo le terribili notizie da Parigi. Si tratta - ha sottolineato Lombardi - di un attacco alla pace di tutta l'umanità che richiede una reazione decisa e solidale da parte di tutti noi per contrastare il dilagare dell'odio omicida in tutte le sue forme". Ed ora come commentare, cosa fare, come reagire? Noi sentiamo l’obbligo di dire alcune cose, certi purtroppo di non avere la verità in tasca ne tantomeno la ricetta per uscire da questo incubo. Diciamo che non può esistere alcun Dio che incita alla violenza, alla morte, al terrorismo, per nessuna ragione, tantomeno in nome Suo. Diciamo che non esiste ragione che possa violentemente mettere un popolo contro l’altro, ne religione, ne etnia, ne sesso, ne convinzione politica ne tantomeno il colore della pelle. Diciamo che il terrorismo usa in modo bieco qualsiasi situazione possa diventare funzionale al proprio assurdo e inspiegabile progetto di violenza, distruzione e morte. Diciamo che la tragedia della migrazione non può e non deve essere strumentalizzata per spargere odio nei paesi ospitanti, terrore tra i popoli, razzismo e discriminazione. Chi scappa dalla guerra mettendo a repentaglio la propria stessa vita, pagando per sperare in un futuro migliore, in una nuova possibilità, non lo fa certo per arrivare in un paese sconosciuto, lasciando tutto e tutti, con l’intento di conquistarlo e di farlo proprio. Al contrario la testa del terrorismo internazionale sfrutta i viaggi della speranza per nascondere i propri proseliti nelle retrovie e usa la guerra per addestrare il proprio braccio di morte, quel braccio che oggi serve riuscire a fermare arrivando dritti alla testa. Diciamo che ogni uomo responsabile deve essere padrone dei propri pensieri e delle proprie idee, deve informarsi con razionalità, deve evitare i luoghi comuni, deve combattere l’informazione spazzatura facendosi portavoce di verità. Oggi una testata nazionale, che sta suscitando reazioni di ogni genere, ha titolato in prima pagina “Bastardi islamici”, un titolo a suo modo terrorista perché gli islamici, come in quasi tutti gli atti terroristici, non sono solo autori ma anche vittime, come dimostra la recente strage compiuta dall’Isis a Beirut. Troppo spesso i musulmani vengono considerati come un corpo monolitico, essere di religione islamica non può voler dire per forza essere terroristi. Due parole così impattanti sulla prima pagina di una testata nazionale non fanno informazione ma fomentano solo l’istintivo sentimento della rabbia e dell’odio. Che fare nel nostro quotidiano per combattere il terrorismo? Troppo lontani dal centro nevralgico del problema? Troppo grande il disegno, troppe le figure in campo? Probabilmente è vero ma siamo certi che tutti noi possiamo fare qualcosa … senza temere di cadere in retorica diciamo che possiamo iniziare dalle piccole cose, dalla nostra vita quotidiana, dalle nostre famiglie, dai nostri paesi. Impariamo a confrontarci con serenità, a pensare in grande, a non chiuderci dentro il “mio”, dentro le nostre piccole comunità, all’ombra dei campanili. Iniziamo a guardare oltre, a vedere il bisogno vicino ma anche quello che può sembrare più lontano, ad accogliere con serenità nei nostri paesi chi chiede aiuto, ad aprirci ad altre culture senza paura che ce le vogliano imporre. Iniziamo a pensare che lo sconosciuto non deve per forza essere un delinquente, che non dobbiamo averne sempre paura, che tra i tantissimi 4


disperati che hanno chiesto asilo politico sicuramente ci sarà qualche mela marcia esattamente come c’è dentro le nostre comunità, al lavoro e a scuola. E’ tempo di conoscere, è tempo di pensare, è tempo di contribuire tutti al dialogo, all’integrazione e alla pace. È tempo di liberarsi dei luoghi comuni e di agire contro il terrorismo ognuno con i suoi piccoli mezzi, dentro la propria piccola realtà. È tempo di unirsi, non di dividersi, non di odiare, non di aver paura. Goccia dopo goccia nasce un fiume … se non sarà così, se non sapremo unirci in nome della Pace, avrà vinto il terrorismo e la libertà diventerà solo un sogno, un antico ricordo. Quello che abbiamo scritto in queste righe sono i nostri pensieri, sono solo le nostre riflessioni ma abbiamo voluto condividerle con voi perché diventino spunto personale di riflessione, per iniziare ad agire, come uomini e donne che vogliono vivere in pace e armonia, ricordandoci che abbiamo scelto di essere uomini e donne di Croce Rossa e come tali dobbiamo agire in ogni gesto e pensiero. Chiudiamo questa triste pagina, prima di dare spazio alle altre notizie, con un pensiero che prendiamo dalla pagina FB di un caro amico, volontario CRI, che da anni periodicamente passa un po’ di tempo con noi, aiutandoci nei nostri servizi … il pensiero di Marco è anche il nostro pensiero.

Datemi il denaro che è stato speso nelle guerre e vestirò ogni uomo, donna, e bambino con un abbigliamento dei quali re e regine saranno orgogliosi. Costruirò una scuola in ogni valle sull’intera terra. Incoronerò ogni pendio con un posto di adorazione consacrato alla pace. (Charles Summer)

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di Daniele Aloisi

Eritrea è il suo nome e quello del Paese dal quale fugge. Un nome datole in onore dello stesso Paese che la costringerà a scappare. Eritrea è una delle tante mamme che hanno deciso di affrontare il mare insieme ai propri figli, scelta che deriva dalla profonda consapevolezza che affidarsi alla sorte e al mare è più sicuro che rimanere nella propria casa. Le storie delle persone migranti sono tutte diverse e al tempo stesso tutte simili se si considerano le reali motivazioni del viaggio. Che la causa sia una guerra o una sanguinaria dittatura militare, in comune c’è sempre la voglia di rifarsi una vita e assicurare protezione per se stessi e per i propri figli. Agli occhi del suo Paese, la colpa di Eritrea era quella di aver sposato un uomo che si era rifiutato di prestare il servizio militare obbligatorio, e per questo era stato arrestato. C’è da sapere che in Eritrea il servizio militare inizia a diciott’anni e non ha una fine certa, può durare da tre a quaranta anni, chi si sottrae compie un reato. Nella scelta se fuggire o no, è stato però determinante il fatto che, in questo piccolo Paese africano, la detenzione è prevista sia per l’imputato che per tutta la sua famiglia, in maniera del tutto discrezionale. Abbandonare il Paese è stata di conseguenza una scelta obbligata per evitare ritorsioni sui suoi figli. Il viaggio visto con gli occhi di una madre è sicuramente terrificante, ma lo è ancor di più con gli occhi di un bambino, come in questo caso di Michele o di suo fratello, i due figli di Eritrea. Il tragitto percorso ha visto i tre passare per il Sudan, l’Egitto e la Libia, luogo dal quale si sono imbarcati per l’Italia. È nel porto di Catania che il 3 giugno questa famiglia incontra per la prima volta la Croce Rossa Italiana. Appena sceso dalla nave Michele si rifugia nelle braccia di una volontaria della Croce Rossa e qui viene immortalato in uno scatto che, poco tempo più in là, assumerà un significato molto importante. Eritrea continua a viaggiare e i primi di Luglio arriva insieme a Michele e al fratellino al campo di accoglienza di Tiburtina, montato e gestito dalla Croce Rossa di Roma. Riprendersi da un viaggio come quello dei tre può non essere facile e il soggiorno a Roma si prolunga. Col tempo si scopre che il motivo di tanta attesa è anche un altro. La famiglia attende infatti che la figlia maggiore, poco più che adolescente, arrivi in Italia. Non si sa molto di lei, solo che per motivi tutti da chiarire, durante il viaggio era stata bloccata in Sudan. Michele che gioca sulle spalle di un volontario con uno spruzzino d'acqua. Durante l’attesa della sorella Michele diventa a tutti gli effetti la mascotte del campo Tiburtina, tutti lo conoscono. La gioia e felicità del bambino nel giocare per il campo ripagano giornalmente la grande fatica dei volontari. È in Agosto che Michele si guadagna il soprannome di Bombardiere, nomignolo datogli per la sua abitudine di girovagare per il campo sulle spalle di un volontario e di “bombardare”, con uno spruzzino pieno d’acqua, i volontari e gli ospiti del campo. Arrivata anche la sorella al campo, è tempo di rimettersi in viaggio, questa volta in direzione Svezia, dove Eritrea ha un fratello che li aspetta. L’ultimo giorno al campo lo ricordano tutti. L’emozione, le lacrime e la festa per salutare Michele e i suoi cari. Una volta consegnati i kit viaggio con le cose utili per affrontare la traversata fino alla Svezia, i quattro partono una mattina all’alba. Per qualche tempo i rapporti si interrompono, fino al messaggio più bello: “Tutti ok, arrivati sani e salvi, ora siamo a Malmo!”. Ancora oggi sono molti gli scambi di messaggi su whatsapp tra i volontari ed Eritrea. La loro è una storia che più di altre racconta uno dei caratteri distintivi della Croce Rossa: l’universalità. La capillarità della Croce Rossa su tutto il territorio ha fatto sì che il viaggio attraverso lo stivale fosse sempre accompagnato dalla certezza di trovare nei volontari CRI protezione e sicurezza e un aiuto per andare avanti, superare il passato e ritrovare serenità. È la forza di abbracci come quelli tra Michele e i volontari che ogni giorno ispira migliaia di persone a indossare un’uniforme della Croce Rossa o della Mezzaluna Rossa. Ognuno di loro sa che la propria opera ha un valore inestimabile perché non rappresenta l’opera di un singolo ma di un intero Movimento di 17 milioni di volontari che, in ogni luogo del mondo, opera sotto la guida degli stessi ideali umanitari per alleviare le sofferenze dell’uomo e tutelare la vita e la salute.

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Sono più di 130mila le persone migranti assistite nei porti italiani da più di tremila tra personale e volontari della Croce Rossa Italiana. Augusta, sulla costa siciliana orientale, con ventimila arrivi da gennaio scorso è il principale punto di approdo, seguita da Reggio Calabria con quasi 16mila arrivi. Giugno, il mese dell’anno in cui si sono registrati più sbarchi. Sono i dati che emergono da un Map Journal, presentato oggi alla conferenza stampa “Dallo sbarco all’accoglienza: i numeri e le storie della CRI nel 2015”, negli spazi adiacenti lo stand CRI di Expo a Milano. Si tratta di un’applicazione web basata sul servizio di mappe in Cloud che la Croce Rossa Italiana ha realizzato insieme con Esri Italia, l’azienda leader in Italia per lo sviluppo di sistemi GIS (Geographic Information System). “Abbiamo deciso di raccogliere e mettere su mappa tutti quei dati che quotidianamente raccogliamo con le nostre attività in modo da poter migliorare la nostra capacità di risposta e fare analisi e previsioni sul lungo periodo”. Così ha dichiarato il Presidente della Croce Rossa Italiana e Vice Presidente della Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Francesco Rocca. “L’attenzione della CRI per l’innovazione tecnologica –ha detto il Direttore Tecnico di Esri Italia Michele Ieradi- ci ha permesso di realizzare un nuovo strumento utile a migliorare l’efficienza sia dell’analisi, sia della gestione dei dati relativi alle azioni che l’associazione è chiamata a svolgere sul territorio. L’applicazione realizzata è inoltre un innovativo mezzo di comunicazione che permette alla CRI di divulgare, attraverso una serie di mappe navigabili, le informazioni sulla propria attività”. Dai dati emerge inoltre che, con quasi 85mila arrivi, la Sicilia è la Regione che maggiormente ha risposto in termini di accoglienza e assistenza allo sbarco dall’inizio dell’anno. “La CRI siciliana non si è mai sentita sola –ha detto il Presidente della CRI Sicilia Rosario Valastro-perché è sempre scesa in campo con la Guardia Costiera, la Marina militare, il Ministero della Salute e i medici della sanità marittima che di giorno e di notte, sotto la pioggia e sotto il sole, sulle banchine hanno costantemente garantito la loro presenza e il loro lavoro. Questo ci ha fatto sentire ancora più orgogliosi del nostro ruolo ausiliario dei pubblici poteri: quando si riesce a mettere su uno stesso binario l’assistenza umanitaria è sicuramente una vittoria per tutti”. La Croce Rossa Italiana, forte della sua presenza costante sui moli, negli anni è riuscita a perfezionare il suo impegno assicurando a ogni sbarco la presenza fondamentale, oltre che di medici e operatori psicosociali, anche di mediatori culturali, spesso richiedenti asilo e rifugiati arrivati in Italia negli ultimi anni, e ora dipendenti della CRI. “La loro presenza è fondamentale –ha aggiunto Valastro- perché questi uomini e queste donne riescono a parlare con i migranti in arrivo senza alcuna barriera linguistica e senza alcun pregiudizio visto che loro stessi hanno affrontato in passato lo stesso viaggio”. In più la CRI si è dotata allo sbarco del servizio aggiuntivo restoring family link (RFL) che, a Catania ad esempio, ha avuto un riconoscimento ufficiale attraverso un protocollo firmato con la Prefettura. Si tratta di un’attività, nata in tempo di guerra per cercare di ristabilire i legami familiari interrotti da un conflitto, ma che negli anni si è evoluta trovando applicazione anche in situazioni differenti, come quelle emerse con il fenomeno migratorio. L’RFL siciliano è nato da un 7


gruppo di volontari (12 persone tra mediatori, psicologi, interpreti e assistenti legali) che, oltre a occuparsi delle richieste inoltrate da familiari in cerca di parenti lontani o dispersi, hanno portato il servizio al porto, il primo luogo dove si pone spesso il problema di separazione delle famiglie durante i soccorsi. Oltre agli sbarchi la Croce Rossa Italiana si occupa anche di accoglienza e supporto in oltre 60 realtà su tutto il territorio. Si va dal centro di Settimo Torinese, dove i richiedenti asilo beneficiano sia di misure di prima accoglienza per i migranti in transito, sia di percorsi di formazione e d’integrazione, grazie al lavoro di rete con le scuole e con le realtà imprenditoriali della zona, fino alla tendopoli di Roma per migranti in transito verso il nord Europa. “La logica alla base del Centro Sprar di Settimo ad esempio-ha detto l’emergency manager Ignazio Schintu- permette ai nostri ospiti di beneficiare di un’accoglienza diffusa, finalizzata al riacquisto dell’autonomia. In questi anni siamo cresciuti molto anche noi, cercando di evitare di creare l’ennesima fabbrica di disperati. Lo abbiamo fatto perché non ci siamo limitati al mero assistenzialismo. Siamo andati oltre cercando percorsi inclusivi”. Grazie alla sua capillarità sul territorio e alla forza degli oltre 130mila volontari, la CRI cerca di dare risposte a tutte le sfide che ogni giorno emergono. Da giugno a Ventimiglia, in Liguria, e in Friuli Venezia Giulia vengono garantiti vitto, alloggio e un presidio sanitario per tutti coloro che vogliono proseguire il loro viaggio. Così come in Piemonte e in Emilia Romagna i Comitati alleggeriscono la pressione degli arrivi, facendo da ponte tra lo sbarco e l’individuazione di un centro di accoglienza. A Milano operatori e volontari, che hanno assistito nei mesi scorsi centinaia di migranti passati per il mezzanino della Stazione Centrale, continuano oggi il loro lavoro di accoglienza in via Aquila e a Bresso che funziona ormai da un anno da Hub. “Sono orgoglioso –ha concluso Rocca- degli uomini e delle donne della Croce Rossa Italiana che dal sud d'Italia a Ventimiglia stanno mostrando a tutto il mondo cosa vuol dire mettere al centro l'essere umano. La CRI sta offrendo una capacità e una dimensione solidale fuori da ogni immaginazione. Ha tirato fuori, insieme con altre realtà, il meglio dell’Italia in questi anni sotto questo aspetto”.

La fiction dà voce alla realtà e incontra il mondo della Croce Rossa Italiana durante la serata Red Cross Carpet. L'evento si terrà a Roma venerdì 13 novembre al Cinema Adriano, nell'ambito del Roma Fiction Fest, e sarà l'occasione per il lancio ufficiale della nuova campagna di comunicazione Un'Italia che Aiuta. La campagna è nata con l'obiettivo di far percepire Croce Rossa non come un’Associazione ma come un vero e proprio spaccato del Paese, una parte di comunità che si mette al servizio di tutti coloro siano in stato di vulnerabilità. Nel corso della serata verranno presentati in anteprima i due nuovi spot istituzionali che lanciano la campagna. La Croce Rossa Italiana dà così il segno tangibile che non si occupa solo di aiuto in ambito sanitario ma opera a 360 gradi nella solidarietà e nella protezione umanitaria. Durante la serata verrà proiettato anche un estratto della miniserie “Lampedusa”, in uscita nel 2016, le cui riprese hanno coinvolto la Croce Rossa Italiana a Lampedusa e in provincia di Roma. A presentarla ci sarà Marco Pontecorvo, il regista della miniserie. Ospiti della serata saranno anche molti partner istituzionali della Croce Rossa che hanno contribuito in maniera sostanziale e importante all’assistenza delle persone migranti, attività che vede coinvolte centinaia di volontari in tutta Italia. Sul territorio nazionale infatti la Croce Rossa opera in oltre 700 sedi e ogni anno assiste migliaia di persone migranti, dallo sbarco fino a tutte le fasi della successiva accoglienza. Il sostegno del Fiction Fest a Croce Rossa Italiana vuole essere quello di stare con i piedi nella realtà che ci circonda, fatta di persone variamente vulnerabili e di molti italiani che se ne prendono volontariamente cura. Clicca sui link per vedere i video della niova campagna promo della CRI: Mi chiamo CRIstina … https://www.facebook.com/ItalianRedCross/videos/10153202409433321/?fref=nf Aiuto … https://www.facebook.com/ItalianRedCross/videos/vb.33327548320/10153202406773321/?type=2&theater

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Anche quest’anno, in occasione dei Mercatini di Natale di Trento, la il Comitato Locale di Trento si presenta con il Punto Bimbo, uno spazio sicuro e riscaldato dedicato ai genitori per l’allattamento e/o il cambio del pannolino. L’inaugurazione si terrà in concomitanza con l’apertura dei Mercatini il giorno 21 novembre. Il progetto si svolgerà tutti i fine settimana (venerdì, sabato e domenica) fino a mercoledì 6 gennaio 2016. Vista la durata dell’iniziativa ed il periodo in cui viene svolta, il CL Trento chiede a tutti i volontari della provincia di partecipare; il compito dei volontari durante il turno di servizio consisterà nel presidiare il sito, accogliendo genitori-bambini e tenendo in ordine-pulito il Punto. Il turno prevede la presenza di almeno due volontari, di cui almeno uno maggiorenne. Tutti i volontari possono e sono invitati a partecipare, non sono richieste particolari qualifiche o percorsi formativi. Date, orari e calendario dei turni sono già presenti su GAIA, le disponibilità preferibilmente devono essere fornite attraverso GAIA al seguente link https://gaia.cri.it/index.php?p=attivita.scheda&id=9112 e comunque comunicate anche alla segreteria della propria sede territoriale.

Il magazzino del centro di accoglienza di Marco, scarseggia di abiti invernali per vestire i migranti che continuano ad arrivare, quasi sempre in transito. Servono soprattutto giacconi, cappotti, giacche a vento, ma anche maglioni, pantaloni pesanti, berretti, sciarpe e guanti. Le taglie che vanno per la maggiore sono dalla 46 alla 50. Raccoglite i vostri abiti usati, metteteli in scatole puliti e ordinati, catalogate le scatole (scrivete sopra cosa contengono) e portate alla vostra sede territoriale o direttamente alla sede del comitato. Sarà nostra premura portare gli abiti raccolti al campo. Grazie di cuore!

Continuano gli appuntamenti formativi sulle due sedi territoriali del Comitato e in Autosanitaria. A seguire potete trovare il programma completo fino a fine dicembre 2015. Grazie a questo dettagliato calendario ognuno di noi potrà partecipare a tutte le lezioni mancanti per terminare entro fine anno le obbligatorietà previste per mantenere le abilitazioni. 16-nov LUNEDI' 20.30-22.30 FOLGARIA PBLSD + DISOSTRUZIONE PEDIATRICA PRATICA 17-nov MARTEDI' 20.30-22.30 FOLGARIA PBLSD + DISOSTRUZIONE PEDIATRICA PRATICA 18-nov MERCOLEDI' 20.15-22.15 LAVARONE PBLSD TEORIA 25-nov MERCOLEDI' 20.15-22.15 LAVARONE IMMOBILIZZAZIONI - SPINALI E CASCO PRATICA 1-dic MARTEDI' 20.30-22.30 FOLGARIA PRESIDI DI IMMOBILIZZAZIONE PRATICA 2-dic MERCOLEDI' 20.15-22.15 LAVARONE BLSD RETRAINING PRATICA 9-dic MERCOLEDI' 20.15-22.15 LAVARONE NLS PARTO PRECIPITOSO TEORIA 15-dic MARTEDI' 20.30-22.30 FOLGARIA PRESIDI DI IMMOBILIZZAZIONE PRATICA 16-dic MERCOLEDI' 20.15-22.15 LAVARONE PHTC E PRESIDI AMBULANZA PRATICA Come sempre orario per Folgaria 20.30-22.30, per Lavarone 20.15-22.15 Proseguono anche le lezioni in autosanitaria a Carbonare tutti i sabati dalle ore 10.00 alle 12.00. L’argomento proposto nel mese di ottobre è “TRIAGE RAPIDO”.

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