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Inf rma CRI

L A VO C E D EL C O MI TA TO A LTI P I A N I n. 20 Ottobre 2016 IN QUESTO NUMERO

È più importante l'Imparzialità o l'Umanità Migranti: sbarcati in dodicimila nell'ultima settimana La CRI in prima linea nella gestione del nuovo terremoto in Centro Italia "Io non rischio" Cantori di Pace perCORSO di Croce Rossa AperiCena di Halloween L'esercitazione dei volontari passa da Castel Beseno A Marco si lavora bene, quando si lavora insieme Giulio Regeni, ’z kriage in Siria un a gelar kartelù Materassino a depressione Appuntamenti con la formazione Soluzioni CruciCRI L'Emblema Ultimi appuntamenti con il Piano d'azione CRI verso la gioventù A Folgaria la mia prima esperienza Volontariato&Vacanza #RaccoltaFondiAltipianiCimbri situazione aggiornata

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Informa CRI - n. 20 - Ottobre 201 6

Informa CRI DIRETTORE RESPONSABILE: Gianni Mennea

L'Editoriale

E' più importante l'Imparzialità o l'Umanità?

RUBRICHE: G IÙ DAGLI ALTIPIANI

a cura di Giiorgia Pernici

RACCONTI DAGLI ALTIPIANI a cura di Giada Danieli

ZIMBARTRITT - P ASSI CIMBRI

a cura di Marialuisa Nicolussi Golo

P ILLOLE DI SOCCORSO

a cura di Stefania Gerola

LA NOSTRA STORIA

a cura di Francesco Pristipino

S PAZIO G IOVANI

a cura di Jessica Grott e Luciana Cafagna

VOLONTARIATO&VACANZA

a cura di Francesco Pristipino

N OTIZIE IN BREVE

a cura di Giorgia Pernici

HANNO COLLABORATO: Michele Matteotti Chiara Vicentini

IMPAGINAZIONE A CURA DI:

Giorgia Pernici, Gianni Mennea

REDAZIONE InformaCRI Via Papa Giovanni XXIII nr 2 38064 Folgaria (TN) Cell. 392.6571 632 redazione.altipiani@critrentino.it

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Quanto accaduto nei giorni scorsi nel ferrarese, precisamente a Gorino, è stata etichettata come "una vicenda difficile da giudicare"; i fatti, ormai noti a tutti, parlano di barricate attuate da una parte della popolazione "molto stanca e preoccupata di una invasione", per l'arrivo di un numero massiccio di migranti: una dozzina di donne e otto bambini. Supponendo di voler essere "estremamente" imparziali tra i due schieramenti, proviamo ad analizzare uno dei sette principi di Croce Rossa, ossia l'Imparzialità. In base a tale principio, il movimento a cui apparteniamo cita chiaramente che "non bisogna fare distinzione di nazionalità, razza, religione, classe o opinioni politiche". Ma al tempo stesso, "per rispettare la persona umana è necessario rispettare la sua vita, la libertà, la salute, le sue idee e i suoi costumi, eliminando quindi i concetti di superiorità e di inferiorità". Fin qui vedo già i molti saggi che senza batter ciglio

darebbero ragione all’uno o all’altro schieramento. Volutamente mi rivolgo allora al principio di Umanità, introdotto con "l'intento di portare soccorso senza discriminazioni ai feriti in battaglia in campo internazionale e nazionale, per prevenire e lenire in ogni circostanza le sofferenze degli uomini, per far rispettare la persona umana e proteggerne la vita e la salute". Un principio, quindi, senza il quale non si potrebbe favorire la comprensione reciproca, l'amicizia, la cooperazione e la pace duratura fra tutti i popoli. E allora? Penso che tutto è riconducibile alla coscienza di ciascun individuo, nell'assegnare una maggiore importanza ad uno o all'altro principio, e quanto accaduto a Gorino deve farci riflettere per quale futuro stiamo lavorando. Gianni Mennea

gianni.mennea@gmail.com


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Giù dagli Altipiani

Migranti: sbarcati in dodicimila nell'ultima settimana Croce Rossa in prima linea in Sicilia, Puglia e Calabria

Dall'inizio del 201 6 sono oltre 1 59.000 le persone sbarcate sulle coste italiane, più di dodicimila solo nella settimana che si sta concludendo: il 1 3% in più rispetto alle cifre fatte registrare al termine dello scorso anno. A volte è la guerra, altre volte, spesso, è la fame, il motore che li spinge a rischiare la vita, costretti a scappare, lasciandosi alle spalle quel poco che hanno, per andare in cerca di un domani migliore. Partono senza nulla e arrivano con meno, dopo un lungo ed estenuante viaggio attraverso il Mediterraneo, quel mare che fino ad oggi ne ha inghiottiti quasi quattromila. A volte vengono considerati “numeri”, ma hanno un volto e un nome. Si portano dietro i racconti di un'esistenza complicata e il sorriso di chi ancora guarda al futuro con speranza. Non importano i nomi e nemmeno

i perché, importano le storie Y “Ci hanno salvato dopo una notte in acqua, eravamo sul gommone, ma ad un certo punto ci siamo persi ed è iniziata ad entrare acqua. Ho sentito mia nipote piangere. Mentre cercavo di raggiungerla, mi sono accorto di aver calpestato una persona. Era mia sorella. Era distesa sul fondo del gommone ed era morta”Y “Ho partorito in strada il giorno prima di salire sul gommone. E' da quel giorno che non ho notizie di mio marito. Non so se sia salito su un altro barcone né se sia ancora vivo”Y Storie di disperazione quotidiana che gli operatori CRI si sentono raccontare ormai da anni, impegnati senza soluzione di continuità, sui moli di Sicilia, Puglia e Calabria, fornendo assistenza sanitaria, cibo, acqua, e coperte termiche ai migranti che sbarcano e raccogliendo le prime

informazioni utili per attivare il servizio di RFL, finalizzato alla riunificazione di familiari involontariamente separati durante i soccorsi in mare. Arrivano soprattutto da paesi africani, le provenienze più rappresentative sono Nigeria (20%) ed Eritrea (1 2%), seguiti da Guinea, Gambia, Sudan e Costa d'avorio. La maggior parte di questi sono uomini con una fetta considerevole di minori non accompagnati.

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Giù dagli Altipiani

...segue da pag. 3 Disperazione e senso di abbandono mettono a dura prova ognuno di noi, sicuramente qualcuno potrà cadere vittima della delinquenza, della corruzione, ma la stragrande maggioranza è gente che vuole solo una possibilità, quella di vivere una vita normale, fatta di casa, di famiglia, di lavoro. Non possiamo chiudere gli occhi, né tantomeno cadere nei luoghi comuni e nelle dicerie da bar. Siamo uomini e donne di Croce Rossa, siamo ispirati in ogni nostro gesto dai nostri sette

principi: UMANITA’ IMPARZIALITA’ NEUTRALITA’ INDIPENDENZA VOLONTARIETA’ UNITA’ UNIVERSALITA’ Yanche quando riponiamo la divisa ben stirata nell’armadio, anche quando siamo alla cassa del supermercato, anche quando facciamo la fila allo sportello in banca. Giorgia Pernici

giorgiapernici@gmail.com

#Corrierelive, Rocca: «L’Italia si imponga con l’Ue» Il presidente Francesco Rocca: « Agiamo troppo sulla scia

dell’emergenza, bisogna avere una visione». E sulla

cittadinanza ai nati in Italia: « Giustissima, anche per non

alimentare fenomeni di rabbia di ritorno» « Ragioniamo troppo in termini di emergenza e poco di visione: l’Italia dovrebbe imporsi di più con l’Europa»: Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa, affronta a #Corrierelive - in studio Alessandra Arachi, Goffredo Buccini e Tommaso Labate- l’emergenza migranti. Chiarendo, a scanso di equivoci: «Non ci occupiamo di politica, ma della dignità umana».

Accedi a #Corrierelive per l'intervista completa

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Giù dagli Altipiani

Croce Rossa in prima linea nella gestione del nuovo terremoto del Centro Italia La ricetta vincente è fare squadra

Ci risiamo! La sera del 26 ottobre la terra è tornata a tremare con violenza, due fortissime scosse a distanza di due ore hanno riportato paura e distruzione nel centro Italia. Per fortuna stavolta, la prima scossa è arrivata a ora di cena, tutti erano svegli e molti ancora dovevano arrivare a casa. Tale è stata la forza di questa scossa, che alle 21 .1 8, quando è arrivata la seconda ancora più forte, tutti erano ancora in strada e questo ha salvato le vite. Niente morti ne feriti, fisicamente, ma il cuore si è spezzato insieme a

interi paesi venuti giù lasciando di nuovo altre migliaia di persone senza niente. I paesi più colpiti si trovano tra le Marche e l’Umbria, Castangelo sul Nera, Visso, Ussita e Preci, ma anche tutti i paesi colpiti dal sisma dello scorso 24 agosto hanno subito ulteriori danni e crolli. La scossa ha fatto tremare tutta Italia, si è sentita fino in Austria, queste popolazioni devono essere aiutate, subito, l’inverno è vicino, il freddo avanza e non c’è tempo di aspettare. Anche stavolta la Croce Rossa si

è mobilitata in tempo reale, subito dopo la prima scossa, mentre a tutt’ora la terra trema in modo importante. Gianfranco Broglia, presidente della CRI di Camerino racconta la situazione: “In questo momento stiamo dando riparo a circa 1 500 persone. In collaborazione con la Protezione civile, il Comune e le altre istituzioni, abbiamo allestito ben 3 centri di accoglienza, utilizzando un grande deposito di mezzi pubblici per ragazzi..

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Giù dagli Altipiani ..segue da pag. 6 e studenti della locale università, e due palazzetti dello sport situati molto vicini uno all’altro dove è stata allestita la cucina arrivata dal Polo logistico di Avezzano che è in grado di preparare circa mille pasti al giorno”. Sono stati ha inoltre predisposti due punti di soccorso sanitario: uno presso l’ospedale e l’altro nella sede del comitato. Sempre all’interno del comitato di Camerino, è stata allestita una postazione per i medici di base per le visite e le prescrizioni. I volontari poi, si recano in farmacia e consegnano i medicinali agli interessati direttamente nei centri d’accoglienza. Oltre al sostegno fisico e materiale, è molto importante il suppporto psicologico che la CRI mette a disposizione delle persone presenti nei centri, la tranquillità, il conforto e la comprensione di ciò che sta accadendo sono beni di primaria importanza. Molto attivi anche i giovani della CRI, in particolar modo nel campo dell’assistenza agli studenti italiani e stranieri, numerosissimi frequentatore della locale e nota università, che hanno trovato nei loro coetanei un solido punto di riferimento. Roberto Antonini, delegato Pag. 6

nazionale CRI alle emergenze e responsabile della Sala Operativa Nazionale, si è recato personalmente nei centri di accoglienza, facendosi portatore di un messaggio molto chiaro: “Nel momento del bisogno, Croce Rossa c’è sempre. Siamo qui a dare supporto a tutti i volontari che si stanno adoperando senza sosta: in momenti di difficoltà è essenziale fare squadra e legare tra loro le tante realtà di CRI all’insegna della partecipazione e della condivisione. Solo così saremo vincenti”. Anche Fabio Cecconi, Presidente regionale di Croce Rossa Marche, è della stessa opinione: “Dopo le scosse del 26 ottobre c’è stata una grande risposta. Come presidente sono orgoglioso del lavoro dei nostro volontari e operatori, che si stanno spendendo

senza riserva. Il nostro compito è quello di comprendere, capire, le paure della gente, interpretare al meglio i loro bisogni e necessità”. Anche a Visso la CRI locale è intervenuta immediatamente dando ospitalità da la prima notte a oltre 1 00 persone. Il presidente, Giovanni Casoni, ha inoltre messo a disposizione del comune di Ussita, altro centro colpito dal sisma, un’ambulanza e degli operatori per fronteggiare eventuali emergenze sanitarie. C’è da fare, tanto, più di prima e la Croce Rossa c’è! Ognuno, da vicino e da lontano, può fare la sua parte.

Giorgia Pernici

giorgiapernici@gmail.com


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Giù dagli Altipiani

"Io non rischio"

Prevenzione e cultura del rischio alla base della campagna nel weekend del 15 e 16 ottobre

Circa 700 piazze italiane, sabato 1 5 e domenica 1 6 ottobre, hanno accolto la 6° edizione di "Io non rischio", campagna nazionale di comunicazione sulle buone pratiche di protezione civile, promossa dal Dipartimento della Protezione Civile insieme ad ANPAS, INGV - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, RELUIS - Rete dei Laboratori Universitari per l'Ingegneria Sismica unitamente ad altri partner scientifici e con il fondamentale supporto del volontariato di protezione civile. Migliaia di Volontari, appositamente formati negli scorsi mesi, hanno incontrato i cittadini del proprio territorio per informarli in merito ai rischi terremoto, maremoto ed alluvione, non solo al verificarsi degli stessi ma anche e soprattutto prima che questi avvengano. Prevenzione e cultura del rischio sono state le parole d'ordine di questa due giorni di "Io non rischio". Anche la CRI, quale Struttura Operativa del Servizio Nazionale

della Protezione Civile, ha contribuito allo svolgimento della campagna sia con l'organizzazione di alcune piazze sul territorio sia con 11 propri Volontari che, nel mese di aprile, hanno conseguito la qualifica di Formatori e che sono stati poi successivamente impegnati, unitamente ai Formatori delle altre organizzazioni, nel preparare i Volontari che sarebbero poi andati in piazza. La campagna continua su www.iononrischio.it e sui social media. Anche il Dipartimento di protezione civile della Provincia autonoma di Trento, in contemporanea con altre 700 piazze in tutta Italia, grazie all’impegno delle associazioni di volontariato convenzionate con il Dipartimento di Protezione civile della Provincia autonoma di Trento, ha partecipato alla campagna con un punto informativo “Io non rischio” allestito a Trento in piazza Pasi per incontrare la cittadinanza, consegnare materiale informativo e rispondere alle domande su cosa

ciascuno di noi può fare per ridurre il rischio alluvione. In piazza anche il Comune di Trento per la presentazione del Piano di protezione civile comunale e per le anticipazioni sul piano di emergenze del Fiume Adige. Il Piano prevede tra i possibili rischi alluvione, terremoto, eventi meteorologici estremi, incendio, incidenti nel trasporto di sostanze pericolose, disinnesco di ordigni bellici inesplosi, black out. Il piano generale analizza il territorio comunale, con cartografie e banche dati, l’organizzazione dell’apparato di emergenza, le risorse a disposizione, le aree strategiche (punti di raccolta per le primissime fasi di emergenza, centri di accoglienza per la popolazione sfollata, aree di ammassamento, i punti medici avanzati, ecc). Al piano generale seguono i piani per specifico rischio, tra cui il piano di emergenza del fiume Adige. L’alluvione per esondazione o rottura degli argini è il rischio più probabile che può interessare il territorio del nostro capoluogo di provincia. Giorgia Pernici

giorgiapernici@gmail.com

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Giù dagli Altipiani

Cantori di Pace Il Minicoro di Rovereto a Parigi per cantare la Pace

“Un anno dopo avere cantato in omaggio alla Francia allo Zecchino d'Oro, cosa si poteva fare ?... Andare a cantare la Pace a Parigi !” Così ci racconta Oceane Larcher, figlia di Mauro e Maud, nostri colleghi e amici della CRI Altipiani, che lo scorso anno aveva partecipato alla famosa chermesse con la canzone “Le parce que des pourquoi”, il perché dei perché. Oceane canta nel Minicoro di Rovereto, il quale ha ricevuto nelle scorse settimane, un invito davvero importante dal coro Polysons di Parigi, cantare nella loro città. Il coro parigino, attivo dal 1 994, conta circa 50 bambini piccoli coristi tra gli 8 e i 1 4 anni che propongono un repertorio molto ampio, dalla musica classica a quella di varietà francese passando per la musica contemporanea e tradizionale. Il minicoro di Rovereto è stato invitato a partecipare a due concerti Pag. 8

per ricordare i tragici eventi terroristici del 1 3 novembre 201 5, eventi che hanno scosso le nostre coscienze e hanno indotto tutti noi a riflettere seriamente sul valore della pace e sulla necessità di diffondere con ogni mezzo la cultura della tolleranza e dell'accoglienza. Da questa certezza nasce il senso della presenza del Minicoro di Rovereto ai concerti di Parigi. Il Minicoro collabora da 1 5 anni con la Fondazione Opera Campana dei Caduti di Rovereto e i bambini coristisi pregiano del nome di "Cantori di Pace". La partecipazione alle commemorazioni di Parigi, permetterà di far vivere ai piccoli coristi roveretani dei momenti di grande significato umano, dove potranno confrontarsi con loro coetanei francesi e una parte di loro, i più grandi, avranno la grande opportunità di essere ospitati dalle loro famiglie. L’ospitalità del coro

Polysons sarà ricambiata con pari esperienza per i piccoli cantori francesi in quel di Rovereto. Il Minicoro di Rovereto vuole in ogni occasione portare attraverso l'Europa il nome del Trentino con la sua grande vocazione per la pace e la solidarietà. Il coro vive queste esperienze come grandi opportunità anche se comportano un grande dispendio di risorse finanziarie e umane. Gioventù esempio di Pace, rispetto e tolleranza. E quindi non possiamo che augurare ai piccoli cantori di pace del Minicoro di Rovereto buon viaggio verso Parigi. Saremo li con voi, cantando la pace per non dimenticare. Giorgia Pernici giorgiapernici@gmail.com


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Racconti dagli Altipiani

perCORSO di Croce Rossa

Un’opportunità per vecchi e nuovi Volontari

Come avrete già letto nello scorso numero, sta per iniziare un nuovo corso per Volontari di Croce Rossa. Più che CORSO, questa volta abbiamo scelto di chiamarlo perCORSO. Perché la parola "corso" dà l’idea di un qualcosa che inizia e finisce lì, con qualcuno che insegna e qualcuno che impara. Un "percorso" invece è qualcosa che non ha una fine, si fa assieme e fa crescere tutti, nuovi e vecchi. Per questa ragione, in questa nuova esperienza, non contano tanto le nozioni, quanto le esperienze di Croce Rossa che ciascuno di noi Volontari ha vissuto. Ognuno ha la sua storia in Croce Rossa ed è questa che vogliamo raccontare a chi vuole entrare a far parte della nostra grande famiglia. Il 3 novembre ci sarà la presentazione delle attività

della Croce Rossa degli Altipiani. A questa serata possono partecipare tutti i nostri concittadini, indipendentemente dalla scelta poi di proseguire fino in fondo il percorso. E sarebbe bello che ognuno di noi riuscisse ad esserci e a portare qualcuno. Qualcuno a cui far conoscere la nostra Associazione e farlo innamorare del nostro sogno di Croce Rossa. Il perCORSO che andremo ad intraprendere apre la strada a mille possibili attività, nel rispetto delle attitudini di ciascuno di noi. È l’occasione

per noi per poter crescere assieme ai nuovi Volontari e magari, perché no, anche per chi fa attività da tanti anni, per trovare uno spazio nuovo. La Croce Rossa è aperta a tutti coloro che ne condividono in tutto e per tutto principi e valori.

Giada Danieli

giada.danieli90@gmail.com

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Racconti dagli Altipiani

INFO CORSO BASE Il corso si terrà interamente nel mese di novembre, a partire da giovedì 3. Nelle due sedi di Lavarone e Folgaria, sono state collocate due teche apposite che contengono alcune informazioni per il corso. Le teche sono state create in modo tale che ogni volontario presente in sede sia in grado di dare informazioni a chiunque si mostri interessato. All'interno si trovano: - una griglia da compilare con i dati dell'aspirante volontario (nome - cognome - comune di residenza indirizzo mail - numero di cellulare) - il programma del corso, con le date e gli argomenti che verranno affrontati durante le lezioni - un foglio con i numeri di telefono da contattare in caso di ulteriori dubbi (Anna per Lavarone e Angela per Folgaria)

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PROGRAMMA DEL CORSO

I PARTE: LA CROCE ROSSA 03. 1 1 . 2 01 6: Presentazione del corso - Cos’è la strategia 2020 della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa - Cos’è il Codice Etico della C.R.I. - Brindisi tutti insieme Y evviva la CRI, evviva tutti i partecipanti al corso! 07. 1 1 . 2 01 6: Presentazione delle aree di attività della Croce Rossa: Tutela e protezione della salute e della vita (obiettivo strategico 1 ), Supporto e inclusione sociale (obiettivo strategico 2), Preparazione della comunità a far fronte ad emergenze e disastri (obiettivo strategico 3) 1 0. 1 1 . 2 01 6: Presentazione delle aree di attività della Croce Rossa: Disseminazione del Diritto Internazionale Umanitario, promozione dei Principi Fondamentali e dei Valori Umanitari, cooperazione con gli altri membri del Movimento Internazionale (obiettivo strategico 4), Promozione attiva dello sviluppo e della crescita dei giovani e di una cultura della cittadinanza attiva (obiettivo strategico 5), Promozione, comunicazione e valorizzazione del volontariato. Queste le tre azioni chiave che con una struttura capillare, efficace e trasparente, deve garantire lo sviluppo costante dell’associazione in base alle necessità emergenti (obiettivo strategico 6) 1 4. 1 1 . 2 01 6: La struttura organizzativa del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa: struttura e Principi Fondamentali - Le origini del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa - I ruoli attuali e i compiti principali e caratterizzanti del Comitato Internazionale di Croce Rossa e dell’ Agenzia delle ricerche - La Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, le Società Nazionali, la Conferenza Internazionale, la Commissione Permanente e il Consiglio dei Delegati - I 7 Principi Fondamentali del Movimento di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. 1 7. 1 1 . 2 01 6: Introduzione al Diritto Internazionale Umanitario, nozione e definizione - Le quattro Convenzioni di Ginevra del 1 949 e i due Protocolli Aggiuntivi del 1 977: storia, contestualizzazione e ambito applicativo - Le regole fondamentali del DIU - Uso e protezione dell’Emblema. II PARTE: GESTI SALVAVITA ED ELEMENTI DI PRIMO SOCCORSO 21 . 1 1 . 201 6: Le Emorragie. Primo soccorso delle emorragie: esercitazione pratica - Lo Shock: segni e sintomi. Primo soccorso dello shock Lesioni da caldo e da freddo 2 6. 1 1 . 2 01 6: Il primo soccorso. Urgenza e gravità. Attivazione del servizio di emergenza sanitaria. Autoprotezione e valutazione dello scenario. Esame dell’infortunato - La Catena della Sopravvivenza. Il Triangolo della vita e le funzioni vitali - Il B.L.S. per soccorritori “laici”: R.C.P. nell’adulto, nel bambino e nel lattante. P.L.S. e manovre di disostruzione delle vie aeree - Esercitazione pratica. Infarto del miocardio: fattori di rischio e posizioni d’attesa. Edema polmonare. 2 8. 1 1 . 2 01 6: I Traumi cranici e vertebrali: condotta del primo soccorritore. Ictus cerebrale: fattori di rischio e posizioni d’attesa - Malori improvvisi e perdite di coscienza: lipotimia e sincope, colpo di sole e colpo di calore, assideramento, epilessia - Comportamento del soccorritore e posizioni d’attesa.


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Racconti dagli Altipiani

AperiCena di Halloween

Una serata all’insegna del divertimento e dell’amicizia

Chi l’avrebbe mai detto che bastasse così poco per divertirsi e passare del tempo come veri amici? È bastato lanciare l’idea, accolta da molti Volontari del nostro Comitato, di un’AperiCena per stare in compagnia. E visto che alle porte c’era la festa di Halloween Y ecco trovato anche il tema della serata. Così, sabato 29 ottobre abbiamo organizzato una gran bella festa. È stata un’occasione unica per chi c’era. Alla festa c’erano, bambini e “bambini” un po’ più cresciuti, ma tutti si sono divertiti ad assaggiare biscotti-ragno, fantasmini dolci, pizzette-brufolo, pipi-

strelli al cioccolato, dita enormi, ragnetti, pizze, tramezzini, focacce e molto altro. Qualcuno ha passato tutta la giornata tra i preparativi, una chiacchiera e una risata; qualcun altro è potuto passare solo per una mezzoretta; ma chi più e chi meno, per tutti quelli che sono stati presenti è stato un bel momento di amicizia e svago. Perché stare insieme, senza pensieri e preoccupazioni, fa bene a noi e al gruppo intero. Una cosa è certa, serata da rifare più spesso!!

Giada Danieli

giada.danieli90@gmail.com

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Racconti dagli Altipiani

L'esercitazione dei volontari passa da Castel Beseno

Domenica 23 ottobre, presso Castel Beseno, si è svolta una esercitazione multiforze che ha visto coinvolti i volontari della Croce Rossa Italiana degli Altipiani e di Rovereto, i Vigili del Fuoco volontari di Besenello e Calliano ed il personale di controllo operante al castello. Tra gli obiettivi dell'esercitazione vi erano: aggiornare i volontari CRI coinvolti su una emergenza maggiore in un luogo difficile da raggiungere con i mezzi normalmente in dotazione; sperimentare il lavoro interforze in ambiente difficile e poco conosciuto; evidenziare le difficoltà logistiche e strutturali che, compatibilmente con i vincoli storici ed architettonici, hanno permesso alla direzione del Castello di programmare dei miglioramenti sulla sicurezza. Come già anticipato la simulazione si è svolta all'interno dei piazzali Pag. 1 2

del Castel Beseno, dove è stato inscenato un incendio divampato a seguito dell'esplosione di una caldaia. Nell'incidente sono rimasti coinvolti diversi bambini di una scolaresca in visita presso le sale del castello. Inizialmente sei bambini sono risultati dispersi, per essere poi ritrovati grazie a tre squadre itineranti di Croce Rossa accompagnate dai Vigili del Fuoco e dal personale di controllo. Altri 6 si potevano sommare tra feriti e intossicati che sono stati medicati prontamente dal personale di due ambulanze CRI del 11 8. Simultaneamente una squadra di volontari ha provveduto all'allestimento del PMA dentro il quale sono via via confluiti tutti i feriti e le persone coinvolte nell'incidente: due codice rosso, un verde e tanti gialli. Complessivamente l'esercitazione

ha coinvolto oltre 40 volontari di Croce Rossa, tra personale sanitario, truccatori e logistica, altrettanti volontari Vigili del Fuoco, una decina di dipendenti controllori di Castel Beseno oltre a tutti i figuranti adulti e bambini che hanno inscenato differenti malesseri in molteplici postazioni. Concluse le simulazioni si è provveduto a svolgere un breve debriefing durante il quale sono state valutate le criticità riscontrate e le soluzioni possibili da adottare in caso di eventi difficili. Alla conclusione dei lavori, il Gruppo Alpini di Besenello ha garantito un pranzo conviviale per tutti i volontari partecipanti. Gianni Mennea

gianni.mennea@gmail.com


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Racconti dagli Altipiani

A Marco si lavora bene, quando si lavora insieme

Riportiamo integralmente questa interessante esperienza vissuta dal nostro volontario Michele Matteotti, operativo presso la Sede di Lavarone, in occasione della sua partecipazione al corso per operatore PMA, organizzato dalla CRI Rovereto con istruttori di PC nelle giornate di venerdì 1 4, sabato 1 5 e domenica 1 6 ottobre presso il campo di Protezione Civile a Marco di Rovereto. "La finalità del corso è saper organizzare un PMA quando

chiamato in causa. La lezione di sabato mattina si svolgeva in aula didattica con l'istruttore di PC Pasetto che ci illustrava dettagliatamente l'utilizzo del PMA in una maxi emergenza. Inoltre ci veniva fatto presente quando è necessario l'utilizzo del mezzo PMA e da chi è richiesto, come viene strutturato ed organizzato e i vari ruoli sanitari e non richiesti per il funzionamento. Nel pomeriggio con l'istruttore di PC Biasion abbiamo messo in pratica

quello spiegato la mattina con una piccola simulazione. Inoltre ci veniva spiegato nel dettaglio tutte le figure operanti all'interno del PMA e le loro mansioni. Domenica mattina veniva svolta una simulazione di maxi emergenza con l'utilizzo del pma alla quale partecipavano anche i colleghi del corso opem. Al termine debriefing e saluti finali con consegna dell'attestato di frequenza operatore PMA. E’ stata un’esperienza molto interessante, non solo per quanto imparato ma anche per l’opportunità che ci è stata data di metterci in gioco con volontari di altri gruppi. Credo che esperienze di questo tipo siano molto utili per imparare ad operare in team anche con persone che si incontrano la prima volta ma che sono ben preparate, così come lo sono tutti i volontari che operano sull’emergenza". Redazione

redazione.altipiani@critrentino.it

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Zimbartritt - Passi cimbri

Giulio Regeni, ’z kriage in Siria un a gelar kartelù DAZ BAR FOR Disa iz a bèlt boma mage åhevan a strait ume in an geln kartelù gehenk afte maurn vonan kamouhaus, åna zo pensara, odar, no birsar, pensarante ke an lestn allz iz nicht åndarz baz a film gesek in televisióng, ke nicht iz bar, ombromm nia barta soin eppaz bar. Trieste, Trst in da slovènege zung, Triest atz furlå un atz taütsch, iz nèt a statt azpe alle di åndarn, sa soin gerüaft in viar zungen khütt ke disa, iz a statt boda hatt ploaz türn, hèrta offe alln in laüt boda in di djarhundart soin zuargånt. Trieste iz a statt vo mer, odar, pezzar, von mer, ombromm ’z mer geat inn in sin haupplatz, sèmm boda iz ’z kamouhaus, ombromm ’z iz dar gröazarste pòrto von Beleschlånt, ombromm di pürgar vo Trieste lem ’z mer azpe di stube von soi haus, un von mer dise laüt håm gelirnt ke di laüt gian un khemmen azpe daz sèll bazzar, boda nia steat vest un hatt khumman vèrt süachan auzohaltaz pittnar maur. Furse vor allz ditza, vor soi stòrdja, vor soine laüt boda ren zboa odar drai zungen, daz sèll boda vürizkhent a Trieste macht no mearar traure. Afta vorå maur von Kamouhas vo disarn statt izta gest gehenk,azpe atz vil åndre saitn in Beleschlånt übarhaup in di universitét, dar gel kartelù vo Amnesty International “daz bar vor Giulio Regeni” vor a par bochan, dar pürgermaistar vodar statt, hatten gemacht abeziang, un sa ditza berat Pag. 1 4

nèt gest schümma, ma di börtar bodar hatt khött soinz di sèlln boda mearar baz allz daz åndar håm getånt bea, da håm getånt bea üs, bobar njånka håm gekhennt in djung pua, asó mabar njånka übarleng bia ’z håmse gemak höarn di eltarn vo Giulio Regeni. “’Z iz sovl bidemar berat auzgezoget an karolaratn zånn”, hatta khött dar pürgermaistar vo Trieste Trst, berda hatt gesek un gelüsant di muatar un in vatar vo disan djungen pua getöatet, birsar baz a vich, in Egitto, mage nèt, nèt håm gehöart an drukh atz hèrtz, dise zboa eltarn, bodase nia soin gelatt nidarslang un boda vorsan an uantzegez sachan: bizzan ombromm allz ditza iz vürkhent, ombromm soi pua iz khent getöatet, ja vor dise zboa laüt beratz djüst übarleng garècht vorma redet. In tage darnå afte social network ettlane håm gelekk di foto von khindar getöatet in Siria schraibante untar, ke vor dise soinda khummane gele kartelü, lazzante auz ke ’z iz nèt bar, daz Roat Kraütz, dar Roat HalbeMå, Amnesty, un mearare åndre feroine, alle tage süachan zo helva in khindar boda soin untar di granattn vo alln, ma ombromm mochtma hèrta nidarleng an roatordnung von letz boda vürkhint in di bèlt? Vorsan azzaz khemm khött ombromm Giulio Regeni iz khent getöatat billz nèt soin gemuant vorgèzzan allz daz åndar, di kriagar in Siria, in Yemen, di sèlln boda no stèrm vo hummar odar vo ebola in Afrika. “Übar allz sait hèrta guat zo höara in tiavarste von aür hèrtz aniaglaz unrècht kontro aniaglaz mentsch in aniaglan platz vodar bèlt: ditza iz daz peste vor an rivolutzionàr.” Dise börtar hatta geschribet in soi lest lettar soin khindarn a månn boda da hatt gegloabet. Süachpar zo gloabada biar o. Marialuisa Nicolussi Golo

golomn2005@yahoo.it


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Giulio Regeni, la guerra in Siria e un cartellone giallo

E’ un mondo, il nostro, dove un cartellone giallo appeso alla facciata di un municipio, può scatenare una rissa, senza pensarci due volte, o meglio pensando che, alla fine, è tutto semplicemente un film visto in tv, non c’è nulla di vero perché tutto è sempre e soltanto finzione. Trieste, Trst in lingua slovena, Triest in quella friulana e in tedesco, non è una città come le altre, già il fatto di essere nominata in quattro idiomi ci dice che questa è una città dalle tante porte sempre aperte alle genti che vi approdarono nel corso di centinaia di anni. Trieste è una città di mare, o meglio, è una città del mare, perché il mare vi entra sino alla piazza principale, laddove ha sede il Municipio, è il maggiore porto d’Italia e la sua gente vive il mare come se fosse il salotto di casa e dal mare, questa gente ha imparato che le persone vanno e vengono come l’acqua che non ha quiete e che è inutile cercare di trattenere con un muro. Ed è forse per questo, per la sua storia, per la sua gente che parla due o tre lingue, che quanto accaduto a Trieste è ancora più triste. Sulla facciata del Municipio di questa città era appeso, così come era appeso in molte altre città, soprattutto nelle università, il cartellone giallo di Amnesty International che chiedeva “Verità per Giulio Regeni”. Il sindaco della città, qualche settimana fa, lo ha fatto rimuovere, e già questo sarebbe abbastanza triste, se non fosse stato per le parole con le quali ha

accompagnato la decisione, sono quelle che hanno fatto più male, hanno ferito noi, che non abbiamo nemmeno conosciuto il giovane studente, non possiamo nemmeno immaginare l’effetto che possano aver avuto sui genitori di Giulio Regeni. “Mi sono tolto il dente cariato” ha detto il sindaco di Trieste Tresst. Chi ha visto ed ha ascoltato le parole della madre e del padre di questo giovane ragazzo seviziato e massacrato con una brutalità inaudita, in Egitto, non può non aver sentito uno strappo nel cuore. Questi due genitori, con dignità chiedono una cosa soltanto: perché. Perché sia accaduto tutto questo, perché il loro figlio sia stato assassinato. Ed è per questo che bisognerebbe pensarci bene, prima di parlare. Il giorno dopo sui social network molti hanno postato le foto dei poveri bimbi martoriati, vittime della sanguinosa guerra siriana, commentando che per questi innocenti non ci sono cartelloni gialli. Premettendo che non è così, che la Croce Rossa Internazionale, la Mezzaluna Rossa, Amnesty International, MSF, Emergency e molte altre associazioni cercano di portare, per quanto possibile, aiuto a questi bimbi, vittime innocenti delle bombe di tutti, ma perché dobbiamo sempre stilare liste di priorità delle atrocità che avvengono nel mondo? Chiedere di sapere perché Giulio Regeni sia stato assassinato non significa dimenticare tutto il resto, le guerre in Siria, in Yemen, le popolazioni che ancora muoiono di fame o di ebola in Africa. “Siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualunque ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo: è questa la qualità più bella di un rivoluzionario”. Queste parole le ha scritte nell’ultima lettera ai suoi figli un uomo che nella giustizia ci credeva. Cerchiamo di crederci anche noi. Marialuisa Nicolussi Golo

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Pillole di Soccorso

Materassino a depressione

Continuiamo il ripasso dei dispositivi di immobilizzazione, analizzando le loro caratteristiche principali e le loro finalità d'uso.

Il materassino a depressione, vacuum o materassino a conchiglia è un presidio di immobilizzazione usato per il trasporto di pazienti traumatizzati. Il materassino a depressione è costituito da un involucro al cui interno vi è un sacco contenente granuli di polistirolo espanso circondato da una camera d’aria dotata di valvola. Attraverso un’apposita pompa o un aspiratore si estrae l'aria contenuta nella camera ed in questo modo le palline di polistirolo aderiscono fra loro facendo assumere al materassino una consistenza rigida. Aprendo la valvola l’aria entra nella camera, decomprime le palline di Pag. 1 6

polistirolo rendendo nuovamente morbido il materassino. L’infortunato viene posto sul materassino dopo avere distribuito uniformemente le palline e sagomando il materassino attorno al corpo della persona viene estratta fuori l'aria attraverso la valvola. Il materassino permette di trasportare il paziente in posizione supina, seduta o semi-seduta. Il materassino a depressione deve essere tenuto lontano da oggetti taglienti dal momento che la sua lacerazione provoca l'ingresso di aria e la fuoriuscita del materiale contenuto rendendolo inservibile. Il materassino a depressione è preferibile alla tavola spinale

quando il paziente presenta sospette fratture in vari punti del corpo, in particolare lesioni vertebro-midollari, fratture di bacino o di femore e se si devono affrontare dei lunghi viaggi. Poiché la rigidità del materasso a depressione non offre sufficienti garanzie di stabilità, nel trasferimento dal suolo alla barella, deve essere sostenuto da un'asse rigida (ad esempio: asse spinale o barella a cucchiaio). Stefania Gerola

ste90.gerola@gmail.com


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Pillole di Soccorso APPUNTAMENTI FORMATIVI FINO A FINE ANNO

Soluzioni dell'Informa CRI n. 1 9

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La nostra storia

L'Emblema

Prima che venisse adottato l’emblema della Croce Rossa, ciascun servizio sanitario delle forze armate era contraddistinto da un proprio segno distintivo. L’Austria, ad esempio, usava una bandiera bianca, la Francia un drappo rosso e la Spagna un drappo giallo; altri Stati usavano, invece, contraddistinguere i propri servizi sanitari esponendo una bandiera nera, colore che, come noto, rappresenta per i paesi occidentali un segno di lutto. Inoltre, i carri usati per trasportare i feriti non presentavano segni particolari che li distinguessero dagli altri veicoli delle forze armate, né tanto meno era possibile identificare a distanza i membri dei servizi sanitari. È facile immaginare quali tragiche conseguenze potessero verificarsi in seguito a questa situazione di confusione. Medici ed infermieri erano esposti ad attacchi quanto gli stessi combattenti. Come conseguenza di ciò, non solo questi simboli non conferivano protezione da un punto di vista giuridico e normativo, ma fungevano spesso da obiettivo per i militari che non ne conoscevano il significato. Pag. 1 8

Sostanzialmente, il problema costituito dall'esistenza di una pluralità di segni e simboli consisteva nel fatto che questi non erano né riconosciuti né protetti. L’idea che portò all'adozione dell’emblema di Croce Rossa nasceva dalla necessità di conferire uno status neutrale a coloro che soccorrevano i feriti, assicurando in questo modo la loro protezione sui campi di battaglia. Ma la neutralità implicava la scelta di un unico emblema. Il problema era, dunque, decidere quale disegno dovesse avere questo emblema per essere utilizzato dal personale medico sui campi di battaglia. Per diverso tempo, si considerò un bracciale bianco quale unica alternativa. Tuttavia, il colore bianco veniva già utilizzato durante i conflitti, bianche infatti erano le bandiere portate dai soldati che si arrendevano. Nel 1 863, i delegati del Comitato Internazionale di Soccorso ai militari feriti - il futuro Comitato Internazionale della Croce Rossa - scelsero, in omaggio alla Svizzera, una croce rossa su fondo bianco, ottenuta invertendo i colori della bandiera della Confederazione elvetica. Un simbolo semplice, universale, facilmente riconoscibile a distanza e conosciuto a tutti. Queste furono le vere ragioni che fanno oggi

capire come non vi fosse alcuna volontà di dare all'emblema della croce rossa una connotazione religiosa e, d’altro canto, il problema non era neppure stato considerato dagli Stati partecipanti ai lavori della Conferenza diplomatica del 1 863 in quanto, nella concezione eurocentrica allora dominante, le potenze europee non immaginarono che la scelta avrebbe portato a contestazioni o osservazioni di sorta. I problemi non tardarono però a presentarsi. Nel 1 876, quando i Balcani erano insanguinati dalla guerra russoturca, numerosi soccorritori catturati dalle truppe ottomane venivano uccisi semplicemente perché indossavano un bracciale recante la croce rossa. Le autorità turche, illustrando la particolare sensibilità dei soldati mussulmani nei confronti della croce, adottarono unilateralmente la mezzaluna rossa su fondo bianco per contraddistinguere i propri servizi sanitari. Questa decisione fu accettata, ma solo per la durata del conflitto russo-turco; negli anni successivi furono avanzate numerose richieste per ottenere la revisione dell’art. 7 della Convenzione di Ginevra del 1 864,, supportate anche dalla Persia,...

..continua a pag. 19


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La nostra storia

..segue da pag. 18 ..che mirava ad ottenere il riconoscimento di un terzo simbolo protettivo: il leone e sole rossi su fondo bianco. Alla Turchia si unì presto l’Egitto e tutte le numerose pressioni nel frattempo esercitate portarono al riconoscimento di questi ulteriori due emblemi da parte della Conferenza diplomatica convocata dalla Svizzera nel 1 929 con lo scopo di revisionare il testo della Convenzione del 6 luglio 1 906 per il miglioramento della sorte dei malati e dei feriti delle forze armate in campagna. Pur ribadendo il ruolo generale di unità svolto dall'emblema della croce rossa, venne autorizzato l’uso dei due nuovi emblemi, inserendoli nell'art. 1 9 della Convenzione di Ginevra del 27 luglio 1 929. Nel contempo, però, la Conferenza diplomatica specificò che nessun nuovo simbolo sarebbe stato più riconosciuto. Ciò nonostante, si

faceva sempre più strada il rischio di un ritorno alla proliferazione di simboli ed emblemi protettivi dei servizi sanitari. La Conferenza diplomatica del 1 949, riunitasi per revisionare la Convenzione di Ginevra in seguito agli eventi della Seconda Guerra Mondiale, prese in esame diverse proposte, tra le quali: una proposta dell’Olanda per adottare nuovamente un unico simbolo; la raccomandazione della 1 7° Conferenza Internazionale della Croce Rossa, tenutasi a Stoccolma nel 1 948, per il ritorno al singolo emblema della croce rossa; una proposta di Israele per il riconoscimento di un nuovo simbolo, la stella di David rossa (Magen David Adom), già utilizzato come segno distintivo dai servizi sanitari delle forze armate israeliane. Queste proposte portarono ad un innalzamento del livello e ad un allungamento del dibattito.

Le prime due non erano realizzabili, mentre la proposta di Israele venne accantonata in seguito a diverse successive votazioni. Il risultato fu che l’art. 38 della 1 ° Convenzione di Ginevra del 1 2 agosto 1 949 rimase identico all’art. 1 9 della Convenzione del 1 929: “in omaggio alla Svizzera, il segno araldico della croce rossa su fondo bianco, formato con l’inversione dei colori federali, è mantenuto come emblema e segno distintivo del servizio sanitario degli eserciti. Tuttavia, per i paesi che impiegano già come segno distintivo, in luogo della croce rossa, la mezzaluna rossa od il leone e sole rossi su fondo bianco, questi emblemi sono parimenti ammessi nel caso della presente Convenzione”.

Continua sul n. 21

Francesco Pristipino f.pristi@gmail.com

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Spazio Giovani

Ultimi appuntamenti con il Piano d'azione CRI verso la gioventù

Obiettivi chiari, appuntamenti importanti e molto altro nel piano d'azione della CRI verso la gioventù per gli ultimi mesi del 2016 Nei prossimi due mesi si concluderanno le ultime iniziative riguardanti il Piano d'Azione CRI dedicate alla gioventù. Per parlare di Promozione della Salute e Stili di vita Sani è necessario pensare ad un percorso per noi Giovani e per i nostri beneficiari. Questo percorso è basato non solo sul trasmettere conoscenze, ma anche e soprattutto sullo smuovere coscienze, per avere a disposizione tutti gli strumenti atti a comprendere e mettere in discussione il proprio stile di vita. Gli appuntamenti in programma sono: 1 4-1 5 novembre - Giornata mondiale del diabete; terza domenica di Novembre Giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada; 1 Dicembre - Giornata mondiale lotta Aids. Le attività educative vedono noi Giovani come partecipanti protagonisti

di specifici progetti ed eventi di sensibilizzazione nelle scuole, nelle associazioni ed in tutti i contesti giovanili. Le principali tematiche affrontate sono pregiudizio e stereotipo, discriminazione, minoranze, diversità, diritti, inclusione, resilienza e vulnerabilità. Le abilità che generalmente l’EducAzione alla Pace tende a stimolare nell’individuo (intese come diretto strumento per la diffusione dei Valori umanitari) sono: empatia, ascolto attivo, pensiero critico, superamento del pregiudizio, comunicazione non violenta, astensione dal giudizio, gestione dello stress e capacità di mediazione. Gli ultimi appuntamenti in programma sono: 20 Novembre – Giornata Internazionale per i Diritti dell’Infanzia; 1 Dicembre – Giornata Internazionale contro l’AIDS; 1 8 Dicembre – Giornata Internazionale del Rifugiato.

Infine tra i progetti trasversali meritano una menzione: Coca Cola e Sisma Centro Italia. Il primo prevede lo sviluppo del bando per la seconda parte del progetto realizzabile grazie al contributo di “Coca Cola”. Dopo i due campi estivi all’insegna della salute e dello sport svolti nei mesi scorsi, la seconda fase del progetto consisterà nell’elargire un contributo economico a ragazzi di famiglie che vivono in condizioni di difficoltà economica, per lo svolgimento di attività sportive durante l’anno (es. corsi sportivi, abbonamenti palestra, ecc.) con l’obiettivo di avvicinare i più giovani a stili di vita sani e stimolare l’interesse per l’attività sportiva. Per quanto riguarda Sisma Centro Italia è prevista la creazione e inizio della realizzazione di progetti specifici per le zone terremotate del centro Italia. Il progetto iniziale consisterà nell’individuazione e nell’analisi dei bisogni dei territori coinvolti, svolta con la partecipazione diretta dalla popolazione, in particolare dei Giovani, per realizzare in seguito progetti concreti e utili per soddisfare le reali necessità della comunità. Luciana Cafagna

lu82.cafagna@gmail.com

Per maggiori informazioni sui progetti clicca qui »

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Volontariato & Vacanza

A Folgaria la mia prima esperienza Volontariato&Vacanza Fatta la premessa che questa è la mia prima esperienza di volontariato&vacanza, che nonostante i miei mille dubbi e paure, ho voluto provare a fare un esperienza diversa di volontariato fuori dal mio comitato, dalle persone del mio comitato, la mia regione, insomma dalla mia bolla di sicurezza. Il primo grande passo è stato mettermi in contatto con il comitato di Folgaria, in particolare con Pristy che mi ha risposto e mi ha dato tutte le informazioni di cui necessitavo e che è stato il mio Primo e Vero riferimento del comitato. I secondo è stato mandargli la documentazione necessaria per partire non tanto per i comitati, tanto per mia madre che è dovuta starmi a presso per via dei preparativi della valigia che è stata al quanto suda, finita e fatta anche quello è arrivato il giorno del viaggio, quindi Finalmente si parte! Si parte da Pomezia verso le 8 (dopo circa un ora di ritardi vari dei treni rischiando di perdere il treno per Rovereto), e verso le 8.30 dopo mille corse si riesce a prendere il giusto treno e anche in tempo, che tra le altre cose riesce a partire puntuale ma come tutte le cose belle devono finire, perché sia mai che Trenitalia si sempre e ovunque puntuale?? NO e quindi via si arriva a Rovereto puntualmente in ritardo. Una volta usciti dalla stazione c’era Stefano un volontario del comitato che mi ha aspettato e che molto carinamente mi ha accompagnato su a Folgaria e che mi ha dato qualche consiglio e dritta per andare a vedere le città qui vicino e come raggiungerle. Una volta arrivata in sede ho trovato un accoglienza che non mi sarei mai aspettata per essere al nord, lo so sarà un po’ da mentalità bigotta, ma la prima cosa che ti aspetti dal nord è un accoglienza glaciale e sguardi pieni di diffidenza che ti dicono eccola qui la solita terrona, invece mi sono dovuta subito ricredere, qui ho incontrato Michael, Vito e Dalila che poverina stava pronta nel caso in cui Stefano non poteva più portarmi su in sede, oltre a essere stati subito gentili e molto accoglienti stavano per pranzare e ho pranzato con loro (scoprendo che Mika è davvero un ottimo cuoco ), dopo pranzo e dopo

aver posato le mie cose in camera, ho finalmente conosciuto Pristy una di quelle persone che ti stanno subito simpatiche. Poi mano a mano ho conosciuto altri volontari tra cui Francesco che diciamo è stato un po’ la mia ancora di salvezza il primo giorno, perché quando ti trovi in un contesto che non è il tuo e che è già ben amalgamato e che si conoscono da tempo, vuoi o non vuoi ti senti un po’ fuori da quel ambito e uno che viene dalle tue parti ti fa sentire meglio e più serena, mostrato come funziona la sede, i mezzi e i servizi e tutto il resto. La sera Dalila e alcuni di loro mi hanno invitata a uscire al fine di non lasciarmi sola e farmi integrare con loro (e l’ho trovata una cosa molto carina e l’ho apprezzata molto), la sera stessa mi hanno dato il turno del giorno dopo, come si dice a Roma me cojò quanto so efficaci questi, stanca e felice mi sono ritirata. Il giorno dopo stavo in turno con Elia, il mio primo turno in una sede non mia con uno che conoscevo poco di prima mattina dove non connetto prima di mezzogiorno non la vedevo bene, però nonostante tutte le mie aspettative negative dire che il turno sia andato meglio del previsto è riduttivo, lui si è dimostrato molto aperto nel darmi tutte le spiegazioni e aiutarmi durante tutto il servizio. Una cosa che ho capito di questo comitato e del perché la gente ne parla molto bene e soprattutto ci vuole ritornare così spesso, non solo è per il posto che magnifico (per chi ama la montagna in modo particolare), o per i servizi che si svolgono all’interno, ma è per le persone che ci sono e che ti accolgono a braccia aperte e che ti fanno sentire subito a tuo agio e un po’ come a casa e che non ti fanno sentire mai soli. Chiara Vicentini CRI Ariccia

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#RaccoltaFondiAltipianiCimbri

Situazione aggiornata al 30 ottobre 2016 Fondi raccolti: € 38.227,80

Fondi investiti: € 1 6.758,68 (arredi per Scuola elementare e materna di Amatrice) Fondi disponibili: € 21 .469,1 2 (in attesa di individuazione necessità)

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