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Inf rma CRI

L A VO C E D EL C O MI TA TO A LTI P I A N I n. 22 Dicembre 2016 IN QUESTO NUMERO

Vicini a tutte le vittime di violenza Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne Violenza sulle donne: l’impegno e le iniziative di Croce Rossa Giornata mondiale contro l'AIDS Dieci cose da sapere su HIV-AIDS La musica parla di AIDS Maltempo in Liguria e Piemonte: operativi centinaia di operatori CRI Una scuola fra le macerie per ritrovare il futuro Altipiani cimbri: inizia finalmente l’accoglienza ai migranti Assemblea dei soci Approvato all’unanimità un documento sull’accoglienza migranti Operazione ceppi natalizi 201 6 Croce Rossa è anche socialità interna Ago, filo e fantasia Sushi-Time A karege ler, a roatz tuach, an lern platz vor baibe bodada nemear iz ombromm a månn hatt geböllt azó Una sedia vuota, un drappo rosso, un posto libero per una donna che non c’è più perché un uomo ha deciso che non dovesse vivere I presidi di immobilizzazione: il KED Aggiornamenti formativi di dicembre La nostra storia: le ambulanze #selfieless: CRI e Canon promuovono le buone azioni I vostri CRI-mandala Cartolina da Folgaria Notizie in breve

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Informa CRI - n. 22 - Dicembre 201 6

Informa CRI DIRETTORE RESPONSABILE:

L'Editoriale

Vicini a tutte le vittime di violenza

Gianni Mennea

RUBRICHE: G IÙ DAGLI ALTIPIANI

a cura di Giorgia Pernici

RACCONTI DAGLI ALTIPIANI a cura di Giada Danieli

ZIMBARTRITT - P ASSI CIMBRI

a cura di Marialuisa Nicolussi Golo

P ILLOLE DI SOCCORSO

a cura di Stefania Gerola

LA NOSTRA STORIA

a cura di Francesco Pristipino

S PAZIO G IOVANI

a cura di Jessica Grott e Luciana Cafagna

VOLONTARIATO&VACANZA

a cura di Francesco Pristipino

N OTIZIE IN BREVE

a cura di Giorgia Pernici

HANNO COLLABORATO: Loreta Bertoldi Monica Gadotti Daniele Finotti Giorgio Bertoldi Alessandro Porro

IMPAGINAZIONE A CURA DI: Giorgia Pernici

REDAZIONE InformaCRI Via Papa Giovanni XXIII nr 2 38064 Folgaria (TN) Cell. 392.6571 632 redazione.altipiani@critrentino.it

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Il 25 Novembre scorso in molte piazze italiane si è svolta la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne una ricorrenza istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1 999. Anche la Croce Rossa nel contesto delle Attività riguardanti il Sociale negli ultimi anni ha attivato su tutto il territorio nazionale una decina di centri di ascolto fissi. Mentre in maniera capillare ha organizzato iniziative di sensibilizzazione mirate ad abbattere quelle attitudini socialmente riconosciute che privano lentamente la persona delle sue libertà senza che ne sia percepito il carattere di pericolosità. Non ci stancheremo mai di ricordare che tra gli obiettivi di Croce Rossa Italiana vi è anche quello di sostenere l'uguaglianza di genere promuovendo il rispetto della dignità umana e della diversità e la riduzione della discriminazione, dell'intolleranza e dell'esclusione sociale. Un problema che in Italia vede coinvolte quasi 7 milioni di donne che, almeno una volta nella loro vita, hanno subito una qualsiasi forma di violenza. Chiaramente, oltre le donne, esistono anche altre vittime invisibili, come i bambini

‘orfani dei femminicidi’, arrivati a 1 600 unità negli ultimi 1 0 anni. Siamo e saremo sempre vicini a tutte le vittime di abusi, fermamente contrari a qualsiasi mancanza di rispetto che lede l'identità della donna e di qualsiasi individuo coinvolto come vittima. No alla violenza senza se e senza ma! Gianni Mennea

gianni.mennea@gmail.com


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Giù dagli Altipiani

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

ll 25 novembre è stato scelto nel 1 999 come Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne dall’Assemblea Generale della Nazioni Unite che ha ufficializzato questa data scelta e suggerita da un gruppo di donne attiviste riunitesi a Bogotà nel 1 981 . Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1 960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1 930-1 961 ), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.

probabilità di comportare, sofferenze o danni fisici, sessuali o mentali per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia che si verifichi nella sfera pubblica che in quella privata” (definizione delle Nazioni Unite)

(ancora meglio per tutte le creature viventi) e formare le ragazze affinché possano diventare dei modelli all’interno delle rispettive comunità. ...continua a pag. 4

Tutt’oggi nel mondo il 35% delle donne subisce violenze ed “Ognuno ha la responsabilità di prevenire e porre fine alla violenza contro le donne e le ragazze, iniziando a cambiare la cultura della discriminazione”, ha dichiarato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. L’educazione assume un ruolo Cos’è la violenza contro le donne? centrale nella lotta a questa piaga “Qualsiasi atto di violenza fondata sociale. È necessario insegnare sul genere che comporti, o abbia ai bambini il rispetto per le donne Pag.

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Anche i modelli femminili sono importanti per combattere questa piaga sociale, ad esempio Malala Yousafzai, diciottenne pakistana premio Nobel per la Pace 201 4 per gli sforzi contro l’oppressione di giovani e bambini e in favore del loro diritto all’istruzione. Yousafzai, sopravvissuta dopo che un gruppo di talebani le sparò un colpo alla testa nel 201 2 mentre stava salendo a bordo di uno scuolabus, è la dimostrazione di come sia possibile migliorare la condizione delle bambine, in Pakistan come nel resto del mondo. “Con le armi si possono uccidere i terroristi, con l’educazione si può uccidere il terrorismo”,ha detto Malala Yousafzai. Un altro esempio di donne che si oppongono alla violenza, anzi all’attuale raffigurazione del terrore, sono le donne curde siriane che combattono contro l’Isis e contro

il regime di Assad per proteggere l’autonomia del Kurdistan. Per l’Italia possiamo citare Lucia Annibali, ragazza aggredita dall’ex ragazzo con l’acido che le ha sfregiato il volto, che ha avuto il coraggio di reagire e si è fatta portatrice di messaggi forti e a supporto di chi subisce in silenzio. Ma se ne possono citare molti altri.

"Il vero amore non lascia i lividi" canta Gianna Nannini in Mai per amore, e ci sono anche ferite che non si vedono, che però con prepotenza restano nascoste tra le pieghe del cuore e della testa. Jessica Grott

jessica.g@hotmail.it

G I O R N A TA I N TE R N A Z I O N A L E C O N TR O L A V I O L E N Z A S U L L E D O N N E 2 0 1 6 L ’ I M P E G N O E L E I N I Z I A TI V E D I C R O C E R O S S A Secondo alcuni dati ufficiali resi noti dall’Istat, in Italia sono quasi 7 milioni le donne che, almeno una volta nella loro vita, hanno subito una qualsiasi forma di violenza. Rimane più che mai preoccupante il fenomeno del femminicidio, che registra centinaia di casi ogni anno. Oltre le donne, esistono anche altre vittime invisibili: i bambini. È stato calcolato che negli ultimi 10 anni il numero degli ‘orfani dei femminicidi abbia raggiunto le 1600 unità. Anche la Croce Rossa è scesa in campo su questo importante tema. E’ attiva su tutto il territorio nazionale attraverso punti di ascolto, iniziative di sensibilizzazione e ramificati sistemi di tutela. I centri antiviolenza di CRI, che si rivolgono alle donne e non solo, forniscono ogni giorno, a titolo gratuito e garantendo il completo anonimato, aiuti immediati per eliminare sin da subito la situazione di pericolo. Nello specifico, si dà ospitalità alle donne vittime di episodi di violenza, viene offerto un pratico orientamento legale, una qualificata assistenza psicologica, consigli per ricreare il più presto possibile condizioni di vita autonome e serene. Croce Rossa, inoltre, riserva particolare attenzione alle procedure di formazione indirizzate agli operatori che prestano la loro attività nei vari centri antiviolenza sparsi in Italia. Numerose le iniziative organizzate dai comitati CRI per celebrare la giornata del 25 Novembre. Ma la cosa più importante è la certezza che anche per questa assurda piaga la CRI c’è ogni giorno, pronta a raccogliere il grido di dolore di chi soffre, prima che sia troppo tardi. I C E N TR I A N TI V I O L E N Z A D E L L A C R I https://www.cri.it/centriantiviolenza

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Giù dagli Altipiani

Giornata Mondiale contro l’AIDS

Non possiamo distruggere il virus, ma possiamo abbattere la disinformazione e quindi la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili

Il 1 dicembre è la giornata dell'informazione e della prevenzione dell'Aids. L'iniziativa è nata da una decisione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità del 1 988. Nel novembre 1 988 si riunirono l’Assemblea Generale dell’Onu e

il Summit mondiale dei Ministri la possibilità di conoscere, sapere della Salute che adottarono la ed agire. Giornata Mondiale di lotta all’Aids Jessica Grott con l’intento di dimostrare l’imjessica.g@hotmail.it portanza della lotta contro la pandemia e della solidarietà necessaria per combatterla. L’Aids colpisce tutti i Paesi del mondo, da ciò risulta come sia importante unirsi su scala mondiale per poter agire insieme contro un’epidemia che da quando ha avuto origine ha causato circa 20 milioni di morti. Il fatto che la malattia abbia un grosso raggio di diffusione porta ogni essere umano a poter entrare in contatto con il virus: le informazioni e le numerose pubblicazioni che riguardano il virus Hiv e l’Aids danno a ciascuno

N UMERO E INCIDENZA DELLE NUOVE DIAGNOSI DI INFEZIONE DA HIV (PER 1 00.000 RESIDENTI PER CLASSE DI ETÀ (201 4) F ONTE : N OTIZIARIO I STITUTO SUPERIORE DI SANTIÀ N .9 201 5

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Giù dagli Altipiani D I E C I C O S E D A S AP E R E S U LL' H I V /A I D S La forza dell'HIV/AIDS risiede nell'ignoranza delle sue vittime. Conoscere la malattia e i modi in cui si trasmette è l'unica, vera protezione contro di essa. Paradossalmente, l'HIV/AIDS è una malattia da cui non si guarisce, e per la quale non esiste un vaccino, ma che può essere prevenuta al 100%. Ecco dieci punti da conoscere. 1 . L' AI D S è c a u s a to d a l l ' H I V L'AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita) è una malattia provocata dall'HIV, un virus che aggredisce il sistema immunitario umano. Nelle persone affette da AIDS il sistema immunitario non è più in grado di difendere l'organismo dalle malattie, e il processo degenerativo prosegue fino alla morte del paziente a causa delle infezioni cosiddette "opportunistiche". Non esiste una cura o un vaccino

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2 . H I V e AI D S n o n s o n o l a s te s s a c o s a Le persone che contraggono il virus HIV (sieropositive) non sono malate di AIDS, anche se sono destinate a diventarlo, in assenza di cure adeguate. Se non riceve farmaci antiretrovirali (ARV) un bambino nato HIV-positivo ha mediamente un terzo delle probabilità di morire prima di compiere un anno, e il 50% di probabilità di morire entro i 2 anni. Se però la diagnosi è tempestiva e la terapia ARV è seguita con scrupolosità, un soggetto sieropositivo può avere una speranza di vita indefinita, pur rimanendo sempre portatore del virus. Soltanto quando il livello dell'infezione (viremia) supera una determinata soglia, il soggetto è considerato malato di AIDS. 3 . C o m e s i tra s m e tte i l vi ru s L'HIV si trasmette attraverso lo scambio di fluidi corporei infetti, in qualsiasi stadio della malattia. Sangue, liquido seminale, secrezioni vaginali e latte materno sono fluidi che possono veicolare efficacemente il virus. La saliva non è fra questi, dunque è una falsa credenza che l'infezione da HIV possa contagiarsi tramite il bacio. 4. I l c o n ta g i o s e s s u a l e La modalità più frequente di trasmissione dell'HIV è per via sessuale, perché durante un rapporto sessuale non protetto vi è il massimo scambio possibile di fluidi corporei, soprattutto quando si verificano circostanze aggravanti (ferite dell'apparato genitale, malattie veneree, sesso anale o forme violente di penetrazione). Le ragazze più giovani sono particolarmente esposte al contagio perché un apparato genitale immaturo è fisiologicamente più soggetto a ferite e infezioni. 5 . H I V /A I D S e a l t r e m a l a t t i e a t r a s m i s s i o n e s e s s u a l e Le malattie a trasmissione sessuale (MTS) sono un fattore di rischio particolarmente elevato (da 5 a 10 volte superiore alla media) di contrarre o trasmettere l'HIV. I soggetti consapevoli di avere queste infezioni dovrebbero avere esclusivamente rapporti sessuali protetti (con preservativo o senza penetrazione), informare il partner e provvedere a curarsi. 6 . C o m e s i e vi ta i l c o n ta g i o p e r vi a s e s s u a l e Il rischio di trasmissione dell'HIV/AIDS per via sessuale può essere ridotto se il soggetto si astiene dal sesso, se ha rapporti non protetti esclusivamente con un partner non infetto, se pratica soltanto sesso sicuro (con preservativo o senza penetrazione). Fra queste tre modalità di prevenzione, l'unica assolutamente certa è, per ovvie ragioni, l'astinenza. 7. H I V /A I D S e d r o g a I soggetti che assumono droghe per iniezione corrono un rischio molto alto di contrarre l'HIV/AIDS tramite lo scambio di siringhe e aghi infetti, pratica tuttora molto diffusa in alcuni ambienti e che provoca innumerevoli contagi ogni anno. Il fattore di rischio è così alto da indurre a consigliare di avere sempre sesso protetto con un partner che usa droghe iniettabili. Per le medesime ragioni aghi, rasoi, strumenti chirurgici o apparecchiature per effettuare piercing o tatuaggi sono entrati in contatto con sangue infetto e non sono stati sterilizzati possono veicolare il virus dell'HIV. 8 . A c h i ri vo l g e rs i Se una persona sospetta di avere contratto il virus, l'unico modo per accertarlo è effettuare l'apposito test per l'HIV presso una struttura sanitaria attrezzata. Inoltre, accertarsi di essere o non essere sieropositivo è un dovere etico nei confronti delle persone che potrebbero essere inconsapevolmente contagiate. 9 . L' H I V e i c o n ta tti u m a n i q u o ti d i a n i L'HIV non si contagia con comportamenti sociali quotidiani. È del tutto privo di rischi stringere la mano a una persona sieropositiva, abbracciarla, condividere con essa cibo, abiti o altri utensili (tranne quelli che possono avere avuto contatto occasionale con il sangue, come rasoi e spazzolini da denti). Una persona sieropositiva non trasmette il virus con la tosse, starnutendo, o nuotando nella stessa piscina. È infondata anche la credenza che le zanzare possano veicolare l'HIV pungendo in successione persone malate e persone sane. 1 0 . S o l i d a ri e tà e u m a n i tà L'ultima, e non meno importante fra le cose da ricordare, è che ogni persona merita accoglienza e solidarietà. Discriminare un essere umano perché ha contratto l'HIV/AIDS, è membro di una famiglia in cui vi sono persone infette, o appartiene a una categoria a rischio, costituisce la violazione di un diritto umano individuale ed è segno di profonda immaturità. “Il silenzio e la paura che circondano l'HIV/AIDS possono uccidere quanto la malattia stessa”.

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Giù dagli Altipiani La m u s i c a p a rl a d i AI D S Vi presentiamo una piccola playlist con delle canzoni che trattano questo tema … buon ascolto N e n e h C h e r r y - I ' v e G o t Y o u U n d e r M y S Ki n Come uno dei classici d'amore di Frank Sinatra possa diventare un grido rap contro la diffusione dell'HIV. Contenuta nelal compilation benefica REd Hot & Blue, è uno dei brani più belli cantati da Neneh Cherry, con un video strepitoso. https://www.youtube.com/watch?v=29J2B2FIgt0 R e b a M c E n t i r e - S h e Th i n ks H i s N a m e W a s J o h n Anche il country si misura con l'HIV e lo fa con la storia di una donna che contrae il virus dopo l'avventura di una notte: pioniero nel raccontare il punto di vista femminile, visto che l'AIDS era visto come malattia che colpiva principalmente gli omosessuali. https://www.youtube.com/watch?v=jHmNksnUFdc J a n e t J a c ks o n - To g e t h e r A g a i n Il successo simil dance di Janet Jackson è in realtà un omaggio dedicato a tutti i suoi amici morti di AIDS negli anni precedenti. Nacque come ballad e fu poi remixato per The Velvet Rope. https://www.youtube.com/watch?v=vfK5QhZ9u7o T L C - W a t e r fa l l s Anche le tre più famose rapper dei primi anni Novanta lanciarono un'invettiva contro la promiscuità che favoriva la diffusione dell'AIDS. Il video vinse un MTV Award nel 1993. https://www.youtube.com/watch?v=8WEtxJ4-sh4 B ru c e S p ri n g s te e n - S tre e ts O f P h i l a d e l p h i a Colonna sonora del film Philadeplhia che parla della lotta di un avvocato gay e sieropositivo per non perdere il posto di lavoro, la ballad del Boss è una toccante passeggiata in giro per la città, con dei vestiti che non stanno più addosso (fisicamente e metaforicamente). https://www.youtube.com/watch?v=4z2DtNW79sQ E l t o n J o h n - Th e L a s t S o n g Prima canzone ad essere composta appositamente per un motivo benefico: raccolta fondi per la ricerca contro l'AIDS. https://www.youtube.com/watch?v=t3Jf5hCPC-Q J o va n o tti - S a i q u a l è i l p ro b l e m a Lorenzo Cherubini è stato uno dei primi a parlare di AIDS in Italia e a raccomandare l'uso del preservativo a chi lo ascoltava, polemizzando persino col Vaticano. Avanguardia pura per i primi anni Novanta. https://www.youtube.com/watch?v=V_p11n8uB-0 C ri s ti a n o e Fa b ri z i o d e An d ré - C o s e c h e d i m e n ti c o Lo stesso Cristiano De André ha raccontato la genesi di questo brano, scritto a quattro mani col padre: "E’ una canzone che parla di Aids e di una doppia distanza, di come la malattia separi chi ce l’ha dagli altri, rendendoti improvvisamente intoccabile e incapace di avvicinare anche le persone amate. L’abbiamo dedicata a Ferdinando Carola, un poeta gallurese molto bravo che di Aids ci è morto." https://www.youtube.com/watch?v=-Mj3b0A7PZ0 Qu e e n - T h e S h o w M u s t G o O n Idealizzata come testamento di Freddie Mercury sebbene scritta da Roger Taylor, parla dell'importanza dell'andare avanti nella vita nonostante tutto. Impossibile non commuoversi col cantato di Freddie. https://www.youtube.com/watch?v=t99KH0TR-J4 G e o r g e M i c h a e l - J e s u s To A C h i l d ( 1 9 9 5 ) Dedicata al compagno di George Michael, Anselmo Feleppa, scomparso nel 1993 a causa di una emorragia cerebrale legata all'AIDS di cui era malato. https://www.youtube.com/watch?v=Tzn4YGEPVV8

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Giù dagli Altipiani

Maltempo in Piemonte e Liguria: operativi centinaia di operatori CRI L'emergenza maltempo avvenuta in Piemonte e Liguria ha visto centinaia di operatori di Croce Rossa attivi sul campo effettuando interventi immediati

E' stata molto critica la situazione vissuta in molte zone del Piemonte e della Liguria colpite da una violenta ondata di maltempo che si è scatenata sul Nord Ovest italiano nei giorni scorsi. Le autorità hanno parlato di molti corsi d'acqua esondati e numerosi allagamenti, con strade chiuse al traffico con pesanti disagi per la popolazione e di un uomo disperso nella zona di Perosa Argentina (To). Centinaia i volontari e gli operatori di Croce Rossa dei tanti comitati immediatamente attivati nelle due Regioni, che sono prontamente intervenuti in operazioni di evacuazione e assistenza di persone. Nel corso delle varie attività sono stati utilizzati decine di mezzi tra cui furgoni, fuoristrada, ambulanze, camion e gommoni. Per coordinare uomini e mezzi è stata attivata una apposita sala operativa della Croce Rossa impegnata esclusivamente per l'emergenza maltempo in

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Piemonte e Liguria. In provincia di Torino sono state effettuate procedure di evacuazione, in particoalre a Volvera in supporto a persone residenti in zone isolate. Evacuato anche un convento di suore a Settimo Torinese: le religiose sono state poi accolte all'interno del CIE della CRI (Centro Intervento Emergenza). Operatori OPSA (Operatori Polivalenti Salvataggio in Acqua) sono intervenuti per l'evacuazione di due borgate nella zona di Moncalieri. Diverse strade son ostate chiuse al traffico anche a Susa: si sono verificate alcune frane e smottamenti, fortunatamente non rivelatesi troppo gravi anche grazie alle basse temperature che hanno trasformato la pioggia in neve. In provincia di Cuneo si è provveduto ad evacuare una casa di riposo a Ceva, mentre mezzi speciali e operatori si sono diretti

a Bagnasco e Garessio (uno dei centri maggiormente colpiti). I disagi maggiori sono derivati dall'esondazione in più punti del Tanaro e nella zona di Alba e Clavesana si registrano alcune decine di sfollati. Allerta massima è stata registrata anche nelle province di Asti, Alessandria e Vercelli. In Liguria, per fronteggiare l'emergenza maltempo sono rimaste aperte tutte le sale operative CRI e sono stati impiegati operatori SMTS (Soccorsi con Mezzi e Tecniche Speciali) e OPSA in squadre congiunte. Interventi in Valbormida nei comuni di Cosseria (frazione di Lidora) e Dego per verificare alcune abitazioni isolate. Proprio a Dego, dove sono esondati il Bormida ed altri piccoli fiumi, gli operatori hanno aiutato la popolazione a fermare l'ingresso dell'acqua all'interno delle case. A Pietra Ligure è esondato il torrente Maremola: gli operatori OPSA ed SMTS sono intervenuti prontamente per monitorare la situazione, poiché diverse vetture sono state travolte dalla forza della corrente. Anche a Savona è stato necessario programmare interventi con squadre di Croce Rossa. Ancora una volta l'organizzazione di Croce Rossa è riuscita a far fronte ad nuova emergenza con interventi immediati. Gianni Mennea

gianni.mennea@gmail.com


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Giù dagli Altipiani

Una scuola tra le macerie per ritrovare il futuro

Ad Amatrice un lunedì speciale

Lunedì 28 novembre, ad Amatrice, è stato un giorno speciale. È stato il primo giorno di scuola, vero! Proprio così, la scuola è iniziata da tempo, ma solo da alcuni giorni, nella scuola costruita dalla Protezione civile del Trentino, è il primo giorno di scuola a tempo pieno per gli alunni e studenti delle elementari e medie. «I colori della scuola ora ci sono tutti», scrive la protezione civile trentina sul proprio profilo FB. Scuola alla mattina e al pomeriggio, operativa anche la mensa, gestita dalla Croce Rossa Italiana. «Per noi è un sogno», ripetono gli insegnanti e la vicepreside Maria Teresa Marinelli. «I ragazzi ora si sentono al sicuro, sono più tranquilli e sereni». Dopo il primo gran terremoto del 24 agosto la gente si stava preparando alla ricostruzione, pronta a ripartire al meglio e prima possibile, ma è arrivata la grande scossa del 30 ottobre che, oltre a distruggere quel poco che era

rimasto in piedi, ha inferto una profonda ferita, soprattutto nei giovani e negli studenti. Elementare, media e liceo sono a una decina di metri di distanza l’uno dall’altro. Due complessi che si guardano in un piccolo piazzale dove fare ginnastica. C’è anche un piccolo parco giochi per i più piccoli. Tutto il futuro di quei luoghi incantati e feriti sono li, in quel piazzale, con tutta la speranza che portano in corpo. Racconta Roberto, un ragazzo della quarta classe dello scientifico: “Nel terremoto ho perso la mamma e numerosi parenti, mia sorella invece è qui, ha 1 6 anni e frequenta la terza liceo. Abbiamo deciso di continuare a vivere ad Amatrice. Sono legato al mio territorio”. Il suo sogno è quello di un ragazzo comune, diventare un giocare di calcio dell’Ascoli. Danila Pirri, insegnante di filosofia e storia, arriva da Messina e racconta: “Qui di normale non c’è nulla, anche i programmi li stiamo

adattando alla situazione”. La vicepreside Maria Teresa Marinelli, fiduciosa nel futuro, dichiara: “Oggi è un ulteriore passo verso la normalità scolastica grazie al tempo pieno. Non ci aspettavamo questa struttura in soli due mesi. La scossa del 30 ottobre ci ha resi ancora più spaventati, soprattutto i ragazzi. Venticinque studenti non sono più tornati a scuola, mentre il 24 agosto abbiamo perso sei studenti per il terremoto. Vorrei che gli studenti avessero più serenità e tranquillità”. Gianfranco Amoroso, volontario CRI, lunedì 28, primo giorno di fulltime, ha preparato 85 pasti, ma si arriverà presto a 1 30. “\ pasta al pomodoro fino alla frutta \ e hanno chiesto anche il bis”, dice soddisfatto. Gesti comuni in una realtà che di comune non ha proprio nulla. Una scuola fra le macerie per ritrovare il futuro. Giorgia Pernici

giorgiapernici@gmail.com

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Racconti dagli Altipiani

Altipiani cimbri: inizia l’accoglienza ai migranti

Sono arrivate le 24 ragazze nigeriane ospitate a Lavarone

Non è passato di certo inosservato l’arrivo delle 24 ragazze nigeriane richiedenti asilo a Lavarone. Purtroppo non è stato come ci si aspetta l’accoglienza di una persona. Perché di questo si parla, di persone. Anche se quello che è successo qui sugli Altipiani, purtroppo, succede spesso anche in altri luoghi, non dovrebbe essere riservato a nessuno. Per chi non avesse sentito la notizia, pochi giorni prima dell’arrivo delle ragazze qualcuno ha incendiato la porta della struttura che le avrebbe ospitate. Un atto ignobile, condannato all’unanimità dalle amministrazioni e dalle associazioni, in primis dalla Croce Rossa, che ha fatto anche un comunicato di condanna diffuso alla stampa, ai tre comuni dell’Altopiano, alla Comunità di Valle, alla Provincia, a Cinformi e alla cooperativa Punto d'Approdo, che si occupa della gestione delle ragazze. La Croce Rossa, e anche alcuni cittadini degli Altipiani, ha detto NO, ha detto “NOI NON SIAMO COME LORO”, si è schierata contro coloro i quali hanno compiuto un simile gesto dettato dalPag. 1 0

sentante della nostra provincia. Tutti presenti per accogliere le ragazze e raccontare alla stampa il loro impegno nei loro confronti. Ma i bisogni non si fermano il giorno dell’arrivo, non possono essere soddisfatti da una serie di belle parole, devono essere riconosciuti e colmati con le azioni, con la reale inclusione di queste ragazze nella nostra Comunità. Loro si devono sentire come noi, non giudicate o compatite. Questo l’irrazionalità e mosso da odio è il nostro compito per il futuro. immotivato. E ha voluto accogliere le ragazze che arrivavano con una Giada Danieli festa. giada.danieli90@gmail.com Moltissimi Volontari sono stati lì presenti per dare il loro benvenuto a queste ragazze, che in quel momento non avevano bisogno di altro se non di un caloroso abbraccio di benvenuto. Al pranzo erano presenti gli operatori della cooperativa e del Punto di Approdo, un portavoce del Cinformi, i sindaci dei tre Comuni degli Altipiani e il presidente della Comunità di Valle e un rappre-


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Racconti dagli Altipiani

Assemblea dei Soci

O RD I N E D EL G I O RN O a p p ro va to a l l ' u n a n i m i tà

Si è svolta il 18 novembre l’Assemblea dei Volontari del nostro Comitato

Lo scorso 1 8 novembre si è svolta a Carbonare la terza assemblea del soci del'anno in corso che sta per terminare. Si è aperta con una mozione di condanna dell’atto intimidatorio che è stato compiuto nei confronti della struttura che ospita le ragazze nigeriane. L'ordine del giorno, il cui testo è riportato integralmente qui a fianco, è stata approvato all’unanimità all’Assemblea dei Soci e mandato, di conseguenza, alla stampa in forma di comunicato, ai tre comuni dell’Altopiano, alla Comunità di Valle, alla Provincia, a Cinformi e alla cooperativa che si occupa della gestione delle ragazze. Tutti i Volontari presenti sono stati unanimi nella condanna del gesto e nella approvazione della risposta ferma e decisa del Comitato. Si è passati poi all’analisi della situazione contabile del Comitato a fine settembre. Su questo punto è intervenuto il Dott. Paolo Soave, Direttore del Comitato, evidenziando il risultato positivo del Comitato in linea con il bilancio preventivo e con i conti dell’anno precedente, e illustrando la situazione di credito nei confronti dell’Ente Strumentale, Ente liquidatore della Croce Rossa pubblica, che entro il 201 7 deve concludere la liquidazione. Si è parlato poi della nuova Convenzione, entrata in vigore lo scorso 01 ottobre. I punti di novità riguardano la formazione teorica che passa in capo alla provincia, il pagamento dei costi in caso di mancata copertura del servizio in convenzione, la sperimentazione informatica con i tablet. Dal punto di vista economico la PAT ha

chiesto di ridurre del 5% le tariffe adeguandoci a tutta la sanità trentina, gli stanziamenti sono rimasti come quelli del 201 5, ovvero circa 8 milioni di euro; con molte difficoltà e senza accordo unanime si è arrivati all’aumento della tariffa del servizio attivo e alla diminuzione di quella per la percorrenza chilometrica ed è stata attuata la semplificazione tariffaria. Per il nostro Comitato questo significa: per la postazione di Carbonare + 8,1 5% ( 3600 €), per la postazione di Folgaria + 5% (34.000 €) e per la postazione di Lavarone + 11 ,53% (1 9.000 €). Il successivo punto riguardava la situazione Dipendenti. Attualmente il nostro Comitato ha 1 5 dipendenti, dei quali uno a part-time e 1 3 a tempo indeterminato, di cui tre lavorano prevalentemente sulla sede di Lavarone, gli altri su quella di Folgaria. Nel corso dell’anno, in occasioni particolari, sono state assunte per periodi limitati alcune persone, privilegiando sempre i volontari del Comitato. C’è stata anche la dimissione di Elia Tomasoni, che ha reso vacante un posto a tempo indeterminato, che probabilmente sarà coperto nel corso del 201 7, attraverso una selezione. Attualmente è in atto una turnazione dei dipendenti sulle due sedi allo scopo di ricalibrare il carico di lavoro, formare i dipendenti su tutta l’attività in convenzione e non, per poter garantire in qualsiasi momento sostituzioni e interscambi in caso di necessità e aggiornare gli stessi, mantenendo attiva la manualità.

dall'assemblea dei soci n e l l a s e d u ta d e l 1 8 . 1 1 . 2 0 1 6 L’assemblea dei soci del Comitato Locale Altipiani della Croce Rossa Italiana, di fronte all’esecrabile gesto che

ha

ferito

e

umiliato

l’intera

Comunità degli Altipiani, si unisce alla condanna già espressa dalle autorità locali e provinciali e dà mandato al Presidente di: - Esprimere a tutta la Comunità degli Altipiani e ai suoi amministratori, la solidarietà

della

ribadendo

che

Croce

queste

Rossa

azioni

non

appartengono alla cultura dei nostri cittadini

che

solidale

e

invece

è

generosa,

sempre

propensa

all’accoglienza. - Accogliere in sincero spirito di amicizia le donne migranti attivando forme di collaborazione con le autorità e

associazioni

locali

per

favorire

l’integrazione e il loro inserimento nel tessuto sociale. - Ribadire che nessuna intimidazione potrà mai fermare il nostro lavoro quotidiano al servizio degli uomini e donne che hanno bisogno di aiuto, senza distinzione di fede, di convinzioni politiche , di provenienza e colore della pelle. Per noi ogni uomo nel bisogno deve essere aiutato secondo i nostri sette principi tra i quali ribadiamo quello dell’UMANITA’. - Far presente alle autorità locali, ai Sindaci, al Presidente della Comunità la

nostra

totale

disponibilità

a

collaborare attivamente mettendo in gioco tutte le nostre risorse umane e materiali.

...continua a pag. 12

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Informa CRI - n. 22 - Dicembre 201 6

Racconti dagli Altipiani ...segue da pag. 11 L’ultimo punto discusso riguardava i progetti svolti e da svolgere delle sei aree di attività. Stefania ha riportato la situazione dei Volontari che operano in area 1 , in riferimento agli aggiornamenti, che per quasi tutti i Volontari risultano completati, e al corso TSSA, che si è svolto quest’anno e che ha formato 1 0 nuovi Volontari del nostro Comitato per quanto riguarda il soccorso. Ha poi sottolineato l’importanza delle certificazioni per la rilevazione della pressione, che da quest’anno è obbligatoria per tutti i Volontari di area 1 , e della glicemia, che invece è facoltativa, ma consigliata. Ha inoltre messo in risalto l’importanza degli aggiornamenti del sabato mattina con l’infermiere di autosanitaria ed ha illustrato le due esercitazioni di Carbonare. Ha infine illustrato i vari progetti di defibrillazione precoce rivolti alla popolazione e alle associazioni sportive. Luisa ha descritto la situazione dell’area 2, con particolare attenzione alle attività svolte: la partecipazione al tavolo del sociale con i comuni e la Comunità di Valle, altre associazioni e la parrocchia per proporre progetti che rispondano a necessità e bisogni che emergono; la partecipazione al tavolo del sociale col Comitato Provinciale, gli altri due Comitati Locali del Trentino e i comuni per quanto riguarda i migranti e in particolare delle attività per il campo di Marco, che dal 1 gennaio 201 7 sarà gestito dalla CRI; la prosecuzione delle attività già intraprese, in particolare la distribuzione del pacchi viveri, il fondo di solidarietà, l'assistenza ai migranti nei centri di assistenza, la raccolta e sistemazione dei vestiti del magazzino del centro di Pag. 1 2

Fersina, il trasporto al centro diurno di Casa Laner. Giuliano ha riportato lo stato d’opera dell’area 3, parlando: dell’approvazione del nuovo regolamento PMA e dell’inizio dell’iter per il suo convenzionamento; della partecipazione al brillamento bomba a Rovereto con due mezzi; dell’emergenza terremoto con l’invio di cinque volontari per il montaggio degli arredi della suola di Amatrice e l’invio di due equipaggi per due settimane sempre ad Amatrice in supporto al campo Trento che lavorava alla scuola; dell’organizzazione del nuovo corso OPEM, che alla fine non è partito per carenza di iscrizioni ma sarà riproposto il prossimo anno; dell’esercitazione di Castel Beseno e delle due esercitazioni simulate riguardanti la piramide di allertamento. Francesco ha illustrato la situazione dell’area 4, mettendo in evidenza il progetto con i migranti e le serate di formazione su questo tema che erano in programma, ma per motivi organizzativi verranno fatte prossimamente. Jessica, dalla lontana Alba, ha scritto una lettera riportando le attività svolte dall’area 5 nel 201 6. In breve: la riprogettazione del murales presente al III piano della sede di Folgaria, sul tema dell’amicizia; l’organizzazione dei pomeriggi con i ragazzi dagli 8 ai 1 2 anni a Carbonare per sensibilizzarli alla cittadinanza attiva, al rispetto dell’ambiente e delle persone, alla conoscenza della Croce Rossa; la collaborazione per l’organizzazione e la promozione del corso base e della festa di Halloween; inoltre, la costante collaborazione nei progetti delle altre aree, come ad esempio le attività di raccolta fondi per il terremoto del centro Italia, le attività per la realizzazione del tradizionale

Vaso della Fortuna dell’8 settembre e per le azioni più piccole che aiutano a sostenere e portare avanti i progetti di Croce Rossa. Giorgia ha concluso la presentazione delle aree parlando delle attività dell’area 6, soffermandosi in particolare sull’organizzazione di due corsi base nell’arco di un anno, sulla nascita di una redazione per la stesura del nostro notiziario InformaCRI, sui lavori di ultimazione del nuovo sito, sulla raccolta fondi pro-terremotati e sulle serate di convivialità organizzate in occasione delle maggiori festività di quest’anno. L’Assemblea dei Soci è un’occasione per tutti per informarsi sull’andamento generale del Comitato ed è lo strumento dei Volontari per approvare o meno scelte importanti del Comitato stesso. Per questo lascia un po’ amareggiati vedere come spesso sia piuttosto scarsa la partecipazione a queste serate. Perché alla fine l’associazione è fatta dei suoi soci, la Croce Rossa vive dei suoi volontari e il Comitato Altipiani siamo tutti noi, orgogliosi del suo passato e responsabili del suo buon andamento e del suo florido futuro. Giada Danieli

giada.danieli90@gmail.com


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Racconti dagli Altipiani

Operazione ceppi natalizi 201 6

La tradizione per fare solidarietà e crescere insieme, sempre più uniti

Anche quest’anno, come da tradizione abbiamo voluto realizzare i “ceppi natalizi” che verranno offerti in particolare nella giornata dell’ 8 dicembre fuori dalle chiese degli Altopiani.

L’iniziativa è finalizzata alla raccolta fondi che saranno impiegati per finanziare le attività socio-assistenziali della Croce Rossa. Abbiamo voluto, di proposito, invitare tutti coloro che avevano espresso il desiderio di aiutarci in questo progetto che per la maggior parte di noi era un’assoluta novità, apren-

do le porte della nostra sede territoriale di Lavarone. Al nostro appello si sono presentati in molti, ognuno portando le sue idee di realizzazione. Abbiamo constatato, con stupore, che anche i nostri colleghi di Folgaria erano entusiasti della nostra proposta, che, per la prima volta in assoluto, aveva varcato l'Oltre Sommo! E' così partita la macchina dell'organizzazione che ha coinvolto numerosi personaggi del paese. Con enorme disponibilità ci hanno fornito le materie prime necessarie

(rami di pino, cortecce, pigne, bacche ecc...) inebriando la sede di nuovi colori e profumi. L'inizio è stato sicuramente difficile ed allo stesso tempo divertente ... abbiamo sperimentato i metodi e le tecniche di realizzazione sotto l'abile guida di Francesca, ex fioraia che, pur non essendo di Croce Rossa, ha messo volentieri a disposizione il suo tempo per aiutarci. In poco tempo siamo diventati abili nell'intrecciare, abbinare, colorare ed incollare. L'entusiasmo crescente ci ha permesso di realizzare un buon quantitativo di ceppi in pochi giorni, che sono già disponibili per essere acquistati nella sede di Lavarone. A partire dal 1 dicembre saremmo impegnati tutte le sere per raggiungere il quantitativo di 250 ceppi che ci siamo prefissati. Ancora una volta è stata l'occasione per stare insieme, per dimostrare che siamo sensibili alla solidarietà. Ancora una volta abbiamo creato un gruppo di persone eterogenee che hanno come unico scopo quello di realizzare un progetto comune mettendoci unicamente il CUORE. Loreta Bertoldi e Monica Gadotti

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Racconti dagli Altipiani

Croce Rossa è anche socialità interna Momenti di relax e allegria in casa CRI

Nell’ultimo periodo, parlando del più e del meno con diversi volontari, è emersa una nota di piccolo dispiacere nel constatare di quanto siamo impegnati a fare fare fare per gli altri e ci mancano invece occasioni per stare insieme tra noi, divertendoci in compagnia e crescendo insieme, come persone, come gruppi di volontari nelle sedi e come comitato. Emerso un problema, si cerca la soluzione ed ecco che arrivano le prime proposte. Perché non creare delle serate a tema per radunarci e stare insieme facendo qualcosa

che può piacere a molti, a tutti o a pochi? Le prime occasioni sono state Ago, filo e fantasia, mini corso di cucito, organizzato grazie alla maestria sartoriale di Gisella e Sushi-Mania, serata gastronomica orientale proposta grazie all’hobby culinario di Giorgio-San. A seguire vi proponiamo un paio di testimonianze vissute in quelle due serate che, unitamente agli appuntamenti per la realizzazione dei ceppi, sono diventati importantissime occasioni di unione conviviale che tanto bene fanno alle

relazioni interpersonali tra volontari. Ed ora fuori le proposte, cosa vi piacerebbe fare insieme in futuro? Proponeteci dei temi che vi stanno a cuore e proveremo a realizzare altre bellissime serate insieme. Una casa aperta è una casa viva, ricca di amore e di generosità \ quello che deve essere casa CRI per chi ci lavora dentro e per chi viene a chiedere aiuto. Giorgia Pernici

giorgiapernici@gmail.com

A G O , F I L O E F A N TA S I A Ciao ... sono Daniele o meglio Dany, come piace a me! Un vostro fratello volontario di questo bel Comitato Altipiani. Sono qua per raccontarvi una delle infinite e bellissime serate in sede CRI, dove, tra una risata e l'altra, si imparano cose semplici e utili anche nella nostra vita personale, il tutto semplicemente, usando cose che ci ritroviamo in casa e per alcuni nei ricordi da bambino della nonna o della mamma. Già, perchè con un ago ed un filo, qualche semplice pezzo di stoffa, dei bottoni vecchi recuperati da chissà quale vestito, il riso che in cucina ci sta sempre, assieme a qualche calzino usato (pulito però), e altre cianfrusaglie, non avete idea di che belle robette si possono fare. Voi vi chiederete che altro serva? semplice!!! ci serve la Gisella, mamma d'esperienza e bravissima sarta che, con fare composto ed educato, ci ha spiegato come imbracciare queste incredibili armi, almeno per me che sono un'uomo. La compagnia non era da meno, tra altre mamme, volontari lanciati e piccoli volontari futuri (si spera), il fatto di essere l'unico uomo è passato in secondo piano e via via mi è sorto un livello di competizione da far paura, tra perdere aghi per tutta la sede e annegare nel sudore per la difficoltà, ce l'ho fatta e ho prodotto anche io il mio pupazzetto di Natale, non immaginate la soddisfazione! … mi

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sembrava di aver fatto chissà quale opera Nel frattempo Angela, Tiziana, Marina, Maddalena, Claudia, Gisella e la piccola Nicole producevano i fratellini e le sorelline del mio piccolo pupazzetto. La concentrazione era alta e la fantasia stava volando tra i pupazzi di neve, accompagnata da risate e una tisanina rilassante preparata dal nostro amico volontario Erminio. La serata se ne andata senza accorgersene. Il mio grazie va a chi ha ideato e collaborato a fare questa esperienza. Un grazie grande a Gisella per il dono di esperienza che ci ha fatto. Son contento e la mia speranza è che ci siano altre serate al quale vi consiglio di tutto cuore di partecipare. A volte anche le cose che non sembrano adatte o ideali per noi, possono darci sensazioni positive e belle, se fatte con impegno e voglia di mettersi in gioco, cose che ritengo che in un volontario ci siano sempre, il risultato in qualche chat o nei profili facebook l'avete penso visto, perciò che aspettate lanciatevi anche voi nella prossima esperienza. Di nuovo grazie, un saluto ed un abbraccio a tutti voi fratelli volontari. CRI E' FAMIGLIA ....!!! P.S. a proposito io mi son lanciato anche nell'esperienza Ceppi di Natale, venite, venite gente, che ci si diverte ... ciao Daniele Finotti

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Racconti dagli Altipiani S U S H I - M AN I A Mi sembrava di assistere alla versione horror del film “La foresta dei pugnali volanti”; piccola differenza ! La foresta consisteva nella cucina della sede Cri, mentre i pugnali non volavano, bensì stavano saldi nelle mani degli allievi, desiderosi di darsi da fare … Questo l’antefatto non proprio tranquillizzante; con la mia discutibilissima preparazione hobbistica nell’arte giapponese del SUSHI, ero preoccupato di deludere le aspettative di tutti i convenuti. Dante, per esempio, mi ha raccontato chiaramente di aver fatto i salti mortali con i turni all’ATESINA, proprio perché: “non poteva perdersi questa occasione: imparare a fare il SUSHI per Stefy, ma soprattutto per sé !” Giorgia, con fare minaccioso, si presenta alla porta della cucina con coltello da 40 cm. in mano (carabinieri permettendo), pensando di azzannare in breve tempo una svagonata di bocconcini; non sapeva di quanto lavoro c’era bisogno per raggiungere l’obbiettivo! Natascia seguendo alla lettera le istruzioni per l’attrezzatura da portare, ha comprato un bellissimo coltello fiammante. Per fortuna Alessandro e Daniele sono riusciti a sdrammatizzare la situazione,creando simpatiche bandane giap-kamikaze da indossare e predisponendo una filodifussione di musica orientale-ambient. Con calma, ci siamo cimentati nell’amorosa preparazione del riso per il sushi; nel taglio degli avogadi ,dei cetrioli, e del tofu; e infine, cruenti più che mai, abbiamo fatto karakiri con due bellissimi cubi di tonno rosso e di salmone freschi. Infine via con l’assemblaggio dei piatti; in particolare ci siamo concentrati sull’arte del Temaki e del Norimaki, i piatti più famosi e facili da preparare. Il nostro tavolo di lavoro non si poteva certo paragonare alle linde cucine degli chef giapponesi, dove ogni oggetto viene riposto con minuzioso ordine e i gesti seguono un rituale preciso,ordinato, quasi religioso… Nulla di tutto ciò! Da neofiti abbiamo scatenato tutta la nostra fantasia, con la conseguenza che la cucina sembrava devastata dal tifone “Ninja”,abbattutosi esclusivamente per noi in quel di Folgaria. Comunque facendo un bilancio, mi sembra di aver colto nella maggior parte degli allievi una certa soddisfazione, tanto nella preparazione, quanto nella degustazione. A questo punto si potrebbe parlare di un secondo step: intendo il corso advanced! Ovviamente solo per gli allievi più promettenti. Ho già contatto Hattori Hanzo e Kotturo Mishaka (noti chef giapponesi) al fine di predisporre un degno test di ingresso al fine di selezionare i migliori lanciatori di coltelli … ! A presto. Giorgio Bertoldi

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Zimbartritt - Passi cimbri

A karege ler, a roatz tuach, an lern platz vor baibe bodada nemear iz ombromm a månn hatt geböllt azó Hundartunsechtzane baibar getöatet von månnen. Ummaz squase alln zboa tage. Sara, vorprennt lente von ex in an bege vo Roma, Gloria boda hatt gehaltet gearn an pua vil djüngar baz si, Vanja, di infermìaren masakrart vo soin månn. Un sovl åndre az pe se. Daz lest baibe getöatet hattze gehoazt Elisabeth, si iz khent von Perù un iz khent darbürget vo soin månn voró in khindar. Si hatten geböllt lazzan, un er hattzan nètt geböllt bizzan. E dena stianda di khindar boda vorliarn di mutatar getöatet, vil vert, von vatar. In tage boma hatt gedenkht in da gåntz bèlt di baibar boda khemmen genistlt von månnen, hånne gevuntet ditza un azó billezaz machen lesan alln. Marialuisa Nicolussi Golo

golomn2005@yahoo.it

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Zimbartritt - Passi cimbri Balda auzvallt eppaz schaüla, iz dèstar khön ke ‘z iz nètt djüst, vorsan azza khemmen inngespèrrt långe djar, khön nimmar mear. Ma sa in tage darnå rivanda di earstn börtar boda süachan auzotraga bem ‘z hatta getöatet, zo khöda ke di djornalistn machanz hèrta gröazar alz bazzez iz, ke di nümmar soin nètt propio azó, ja, ombromm neånka schaugante biavl toate ‘z soinda, gettma nètt recht ke ‘z iz eppaz sber. “Da gröazarste schuld hånse di schraibar von djorneln, pinn sèlln börtar geschribet groaz bosen soin inventart. Femminicidio. A baibe töatetmaz nètt umenicht, ’z izta hèrta eppaz boda macht auzvalln dise diskratzie, dar hattze gehaltet azó gearn\ ma miar hånsamar gelirnt nia zo nistla di baibar, neånka pinnar roas\” ‘Z khinta au di hennehaut balda, zo straita abe di nistln in baibar, redetma herta von lestessegen sachandar: baibe, liabe, roas. Azzma khödat ke a khinn odar a’n altz mentsch, tokartmaz neånka pinnar roas, khemmata zo lacha, ma a baize iz debl, delikatat, un zerte sachandar makmase nètt tüan. No vo khlumma lirnensaz ke di diarndla soin deblar, di diarndla bodase straitn stian nètt å boll, di püabla anvetze mang. ‘Z tüatmar ånt, månnen, a baibe iz nètt debl, sichar ‘z iz åndarz alz aür, ma ‘z mage soin znirt, zorne, nètt guat z’soina gelazzt von an månn. Ma di nümmar soin hoatar, ‘z khemmenda getöatet di baibar. Alln achtunviartzekh urn a baibe khint getöatet von an månn, alln achtunviartzekh urn vor daz gåntz djar. Un dena izzta daz znicht gereda, daz sèll süachan zo mindra na baibe. Di baibar bartn sugitartn ‘z soina getöatet fin azzma nètt vorsteat ke töatn a baibe iz eppaz boda ågeat di månnen. Di baibar bartn khemmen getöatet fin azzma nètt abedjukkt ‘z gegloaba ke di baibar soin deblar, da muchan volgn, un ditza mucht khemment vürgetrakk in di schualn, ma mucht lirnen in khindar ke baibar un månnen soin gelaichh. Lai azó makma pensarn ke ‘z mage bèksln.

(Andrea N.G.)

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Zimbartritt - Passi cimbri

Una sedia vuota, un drappo rosso, un posto libero per una donna che non c’è più perché un uomo ha deciso che non dovesse vivere Centosedici donne uccise da mariti, fidanzati, compagni o altri familiari. Una ogni meno di tre giorni. Sara, bruciata viva dal suo ex in una strada della periferia di Roma, Gloria che si era innamorata di un ragazzo molto più giovane di lei, Vania, l'infermiera massacrata dal suo uomo. E poi Fabiana, Rosaria, Rosamaria, Stefania, Giulia...L'ultima si chiamava Elizabeth, era peruviana, aveva 29 anni. È stata strangolata in casa alla periferia di Monza dal suo convivente di 56 anni davanti ai due figli di lei: la sua colpa era sempre la stessa, voleva lasciarlo e lui non poteva accettare questo "affronto". E c’è il dramma nel dramma degli orfani, i figli che hanno perso la madre per colpa del padre (o del compagno) assassino, 1 628 negli ultimi 1 5 anni. In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, ho trovato questo, parole di un uomo, che voglio condividere con voi. Marialuisa Nicolussi Golo

golomn2005@yahoo.it

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Zimbartritt - Passi cimbri Quando i comportamenti diventano cronaca nera, allora è facile stigmatizzare, condannare, invocare punizioni esemplari, dire mai più, ripetere mai più. Eppure, appena il giorno dopo arrivano i primi distinguo, i va beh, però in fondo. “Sono i giornalisti che ingigantiscono tutto, le statistiche vanno prese con le molle, e poi a che servono quei titoloni che fanno di ogni erba un fascio e quella parola che hanno inventato poi, perché l’hanno inventata loro quella parola, l’hanno inventata quelli dei giornali per praticità di titolazione. Femminicidio. Suvvia non scherziamo, ogni omicidio ha dietro la propria storia, mica si ammazza una persona solo perché è una donna. Non ce l’ha fatta, non ha resistito al dolore della perdita e l’ha ammazzata… l’amava così tanto. Ma per fortuna a me hanno insegnato che una donna non si tocca nemmeno con un fiore…” C’è di che rabbrividire quando per negare la violenza di genere si ricorre al più logoro degli stereotipi; donna, fiore, amore. Se qualcuno dicesse che un uomo, un anziano, un bambino non si tocca neppure con un fiore probabilmente susciterebbe ilarità. Ma per una donna è diverso, una donna non si tocca nemmeno con un fiore: certo, nemmeno con un fiore perché una donna è debole, delicata, una donna è una donna appunto, e certe cose non le può fare, non si può pretendere, non può sopportare. Il sesso debole, le donne, ce l’hanno insegnato sin dalla scuola materna, la bambina che si accapiglia non sta bene, sono robe da maschi. “Tu, una femminuccia che sputa… che vergogna!” Bambino che sputa, invece, è vergogna… minore. Mi dispiace signori maschi, una donna non è più debole, è altro da voi questo sì, ma sa essere cattiva come voi, violenta come voi, possessiva come voi, incapace di accettare, come voi, la fine di un rapporto; ma sono i numeri a dire che le vittime sono donne, quei numeri da prendere con le molle sono così esaustivi che le molle non servono, una donna ogni 48 ore viene uccisa da un compagno, da un ex, da uno sconosciuto, da un uomo insomma. Una donna uccisa da un uomo ogni 48 ore per 365 giorni all’anno! E poi c’è la violenza più nascosta, ma non meno devastante, la violenza della delegittimazione, quei proverbi osceni, donna al volante etc. etc., c’è quel quotidiano stillicidio di prevaricazioni, di offese sessiste. Nessuno direbbe che un uomo è dedito al meretricio o che suo padre lo fosse, invece, figlio di… sembra persino poter assumere una connotazione positiva, uno che sa il fatto suo: è tua madre, la donna infine, la vera colpevole su tu sei un mezzo farabutto. Non si smetterà di uccidere le donne sino a quando il problema non sarà riconosciuto tutto maschile. Il femminicidio, la violenza contro le donne è un problema degli uomini: un grande problema degli uomini. Non si smetterà di uccidere le donne sino a quando, sin dalla primissima infanzia, non ci sforzerà di sradicare gli stereotipi del maschio forte e della donna debole, gregaria, e questo sforzo dovrà coinvolgere le scuole di ogni ordine e grado, perché la scuola è l’ultima isola dove si possa sperimentare davvero il gioco della parità. Solo così possiamo accedere a un futuro di speranza. (Andrea N.G.)

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Pillole di Soccorso

I presidi di immobilizzazione

Con il KED termina il ripasso dei dispositivi di immobilizzazione, delle loro caratteristiche principali e delle loro finalità che ha interessato gli ultimi numeri dell'InformaCRI

I L DISPOSITIVO DI ESTRICAZIONE: KED Il dispositivo di estricazione, conosciuto come KED (Kendrick Extrication Device) è un presidio di immobilizzazione impiegato per l'estrazione da un veicolo di una persona vittima di un incidente stradale. In genere è caratterizzato da due cinghie a strappo per la testa, tre attacchi regolabili per il tronco e due passanti che vengono fissati sulle gambe. Il KED è costituito da una serie di barre in materiale

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rigido rivestite da un tessuto in nylon. Il KED è un dispositivo per tutelare la colonna vertebrale da ulteriori traumi mantenendo una buona immobilizzazione di tutto il rachide mentre si estrae un infortunato da un veicolo. Il KED deve essere sempre utilizzato dopo l'applicazione del collare cervicale per mantenere l'immobilizzazione e l'asse testa collo - tronco. Tale accorgimento

permette di ridurre i rischi di danni secondari in queste regioni corporee. Per un corretto utilizzo del KED sono necessari almeno 3 soccorritori, che eseguono la manovra in diversi passaggi. Stefania Gerola

ste90.gerola@gmail.com


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Pillole di Soccorso

Aggiornamenti di dicembre Questo breve o, per altri, lungo anno 201 6 stà, piano piano, volgendo al termine. Ricordo ai volontari soccorritori, ed in particolare a coloro che non hanno ancora raggiunto le 1 6 ore di aggiornamento obbligatorie che, anche nel mese di dicembre, come da calendario, saranno programmate alcune lezioni di recupero presso le sedi territoriali.

Saranno a breve definiti gli richiedere il modulo per l'autoargomenti in base alle lezioni certificazione delle ore ai propri maggiormente mancanti e vi sa- referenti della formazione. ranno comunicati tramite whatsapp, sms o li troverete esposti in sede. Continuerà anche l'aggiornamento Stefania Gerola in autosanitaria il sabato mattina. ste90.gerola@gmail.com Ricordo inoltre che per tutti coloro che hanno svolto dei corsi o degli aggiornamenti al di fuori delle nostre sedi di Comitato è possibile

APPUNTAMENTI FORMATIVI FINO A FINE ANNO

A P P U N TA M E N TI F O R M A TI V I C O N I P A U TO S A N I TA R I A Gli appuntamenti formativi con gli infermieri in servizio in autosanitaria nel mese di dicembre sono dedicati alle P R O C E D U R E D I A S S I S TE N Z A A L L ’ I N F E R M I E R E D E L L ’ A U TO S A N I TA R I A

Ogni sabato, fino al 24 dicembre, presso la sede dell'Autosanitaria al Centro Civico Carbonare, dalle ore 10.00 alle ore 12.00. Le prenotazioni per le lezioni vanno fatte presso la segreteria della propria sede territoriale.

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La nostra storia

Le ambulanze

Mentre, secondo i vecchi metodi, i feriti aspettavano sul terreno la fine della battaglia e poi, magari un giorno o due dopo, venivano caricati su degli enormi "furgoni", trainati fin da 40 cavalli, o su dei carri da contadini, e portati(i sopravvissuti) agli ospedali, distanti a volte 50 o 1 00 km, su strada sterrata e senza sospensioni, nel 1 792 Dominique Larrey, allora aiutante-chirurgo all'Armata del Reno (Custine),seguendo il concetto che il ferito doveva essere "cercato" sul campo di battaglia, organizzò una centuria su tre decurie, per un totale di 1 5 chirurghi e 1 2 vetture, chiamata Ambulance Volante. La raccomandazione alla Convenzione da parte del gen.Beauharnais gli procurò nel 1 797 la destinazione all'Armata d'Italia; qui Napoleone lo incaricò della formazione di una nuova Ambulanza volante. Questa comprendeva 3 divisioni, ognuna formata da un chirurgo maggiore(1 a Classe),2 chirurghi di 2a Classe,1 2 chirurghi di 3a Classe ,1 tenente,1 sergente quartiermastro,1 secondo tenente di gendarmeria,2 aiutanti,1 sergente maggiore,5 caporali,1 trombettiere, con gli strumenti chirurgici,1 tamburo, con le bende,1 2 ordinanze a cavallo, fra cui un sellaio, un maniscalco ed un calzolaio,25 ordinanze a piedi ed un parco veicoli, costituito da 4 vetture a 4 ruote,8 a 2 ruote,4 furgoni e 25 conduttori(2 sergenti maggiori, un caporale, un caporale maniscalco,1 trombettiere e 20 soldati). La novità della concezione dei veicoli di Larrey era la leggerezza, la mobilità ed il loro sistema di sospensioni: da molte descrizioni Pag. 22

di viaggi verso gli ospedali fatti da feriti sopravvissuti, ricaviamo come le maggiori sofferenze e, spesso, la causa di morte per riapertura di ferite ed emorragie, fossero proprio le scosse di un lungo viaggio, praticamente senza assistenza, su un plancito con un pò di paglia marcia.

Le ambulanze di Larrey dovevano invece convogliare i feriti ai depositi intermedi, dove venivano eseguiti gli interventi chirurgici di media urgenza e da dove i feriti in grado di sopportare un viaggio venivano ulteriormente smistati negli ospedali di tappa ed a quelli su territorio francese; i chirurghi dell'Ambulanza volante, insieme a quelli reggimentali, eseguivano invece, anche durante la battaglia, le operazioni più urgenti e le prime medicazioni. Il veicolo a due ruote standard(ne esistevano molte versioni modificate) aveva due cavalli, uno dietro e l'altro, quello in testa, montato, ed aveva posto per due feriti, sdraiati sul pavimento imbottito, ed altre due barelle potevano essere fissate ad una intelaiatura; all'interno sulle pareti, vi erano delle tasche per il materiale.

piani, due porte scorrevoli sul lato sinistro ed una posteriore di caricamento; le sospensioni erano a molle ed a balestra, come nel modello precedente, mentre l'avantreno era simile a quello dell'artiglieria. I carri pesanti (furgoni) erano spesso normali carri da trasporto, quasi sempre senza sospensioni, di molte fogge, ricoperti da un telo su supporti metallici. Il sistema era bene immaginato, ma questa struttura negli anni successivi era comune solo alla Guardia Imperiale, e niente di simile aveva neppure il Corpo di Davout, il meglio organizzato dell'esercito. Basti poi pensare che le tre "divisioni" della Armata d'Italia, destinate a coprire le necessità di 50-60.000 uomini, potevano trasportare un massimo di 1 44 feriti per viaggio, mentre i feriti di battaglie, di dimensioni modeste, rispetto a quelle degli anni successivi, come Arcole e Rivoli ,raggiungevano il numero di 3-4.000. Contemporaneamente un altro grande medico militare francese, Pierre Percy, all'Armata del Nord, nel 1 798 modificò il cassone Gribeauval dell'artiglieria, sostituendo con un sedile la cassetta anteriore degli attrezzi ed imbottendo il coperchio, che, rivestito di cuoio nero, fungeva da sedile per 8 chirurghi, a cavalcioni, che appoggiavano i piedi su una stretta pedana e si tenevano per i fianchi, mentre il primo si attaccava ad una croce di legno, fissata anteriormente. ...continua a pag. 23

Il veicolo a 4 ruote era trainato da 4 cavalli, i due di sinistra montati, aveva posto per 4 barelle su due


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La nostra storia ...segue da pag. 22 Questo scomodissimo veicolo, destinato anch'esso a portare sul terreno di battaglia, oltre ad i chirurghi, anche materiale per una prima medicazione di 1 200 feriti, era tirata da due o quattro cavalli ed era soprannominato Wurst Wagen; la sua diffusione non fu mai molto vasta e scomparve definitivamente dal servizio verso il 1 81 0.

Le strutture sanitarie vissero in complesso una vita grama:dall'1 /9/1 805 ogni reggimento di fanteria o di cavalleria aveva in organico un furgone per un carico di almeno sei malati, con due materassi, e sei barelle, una cassetta di strumenti chirurgici,50 kg di fasce,1 00 kg di filacce, una cassa

di materiale farmaceutico; ad ogni battaglione e ad ogni due squadroni erano assegnati due casse di materiale sanitario, trasportate a dorso di mulo. Naturalmente in campagna la precedenza era data alla artiglieria ed ai viveri, così che se morivano i cavalli dei cannoni o dei cassoni di munizioni, e non vi erano rimpiazzi a portata di mano, fra gli altri venivano presi quelli delle ambulanze, che rimanevano indietro, in attesa di rimonte. Nella Campagna del 1 809 su 609 carri al seguito della Grande Armée,

solo 70 erano destinati alla Sanità, mentre in Russia non ne troviamo molti di più: gli italiani avevano un veicolo ogni due battaglioni, mentre la Guardia Italica (5.000 uomini)ne avevano 8,che sparirono dai ruoli già al secondo mese di campagna. Tutto questo era però chiaramente insufficiente quando vi era la battaglia, il clou delle campagne napoleoniche. In questo caso l'organizzazione era spesso inadeguata alla quantità di feriti che affluivano nelle ambulanze, e comunque, subito dopo, quando era possibile, si doveva fare ricorso ai medici e chirurghi civili ed agli ospedali e conventi presenti sul territorio; il numero ridotto del personale sanitario tendeva ad accentrare i luoghi di ricovero ,anche se i medici dell'epoca sapevano bene come questo favorisse le epidemie, più devastanti di un'altra battaglia. Francesco Pristipino f.pristi@gmail.com

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Spazio Giovani

#Selfieless: Croce Rossa e Canon insieme per promuovere la bellezza delle buone azioni

La Croce Rossa Italiana assieme a Canon hanno scelto di lanciare un invito a tutti coloro che amano le immagini e che fanno di esse una forma di espressione, l’invito ad essere selfieless, spostando l’obiettivo da noi stessi per mettere a fuoco gli altri. Con questa campagna si vuole dar peso alle buone azioni, offrire punti di riflessione e stimolare atti di generosità, con l’avvicinarsi del periodo natalizio, anche se le buone azioni non hanno una stagione ;) Mostriamo i nostri principi attraverso le immagini! L’ambizioso progetto di Canon nasce con una donazione di 1 milione di euro a diverse Società azionali di Croce Rossa, tra cui Croce Rossa Italiana. E Canon insieme a CRI, hanno scelto di intraprendere insieme un percorso di sensibilizzazione che coinvolge importanti tematiche sociali. Vogliamo essere più #selfieless, basta con l’autoreferenzialità. Un selfie in meno per una buona azione in più, l’obiettivo della fotocamera rivolto non a sè stessi ma al prossimo. "In un mondo come il nostro – afferma Gabriele Bellocchi, Vice

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Presidente della CRI - è sempre più difficile avere una chiara consapevolezza di ciò che ci circonda e dell'importanza che ognuno di noi può avere per gli altri. È facile perdersi tra i social network e i nuovi strumenti digitali e lo è anche credere che il mondo giri solo intorno a noi stessi. I nuovi media sicuramente non aiutano in tal senso e sempre più giovani perdono la consapevolezza dell'altro, fonte di crescita e di arricchimento personale. Il progetto #selfieless vuole ripartire proprio dal mondo digitale, perché crediamo che una cultura della cittadinanza attiva e del volontariato possa trovare ampi spazi di crescita tra i giovani. La chiave sta proprio nel fermarsi un attimo e capire i bisogni dell'altro, ponendosi al servizio della comunità. Tutti possoono essere #Selfieless è uno "strumento" alla portata di tutti. Buone azioni condivise, che ci auguriamo scatenino un effetto domino di solidarietà nella fascia giovanile della popolazione". E’ evidente che le immagini abbiano un enorme potere comunicativo. Proprio per questo

dobbiamo farne lo strumento di espressione della bellezza contenuta nei nostri gesti e in ogni buona azione. Ad oggi nel mondo si scattano in media 93 milioni di selfie al giorno, il movimento #selfieless promuove l’inversione di rotta: girando l’obiettivo di 1 80°, ovvero verso gli altri e compiamo azioni benefiche e lasciamo che diventino contagiose. Ma perché questo sia possibile è necessario il coinvolgimento di tutti. Basta compiere un atto di gentilezza, scatta una foto, postarla sui social media usando #selfieless e tagga tre amici affinchè facciano lo stesso. Una buona azione tira l’altra be #selfieless ! Jessica Grott

jessica.g@hotmail.it


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Spazio Giovani

CRImandala

Ricordate lo scorso numero? In questa rubrica vi abbiamo proposto un mandala chiedendovi di mandarceli una volta colorati e che noi li avremo pubblicati ... ebbene, ecco alcuni dei vostri mandali arrivati in redazione ... grazie di cuore per aver condiviso con tutti noi la vostra felicitĂ nel colorarli.

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Volontariato & Vacanza

Cartolina da Folgaria A Perugia, dove abito, pioveva e faceva freddo: il vento da nord, la tramontana, mi tagliava la pelle mentre io passavo i pomeriggi a spaccare legna. Il caldo dell'estate era appena un ricordo: ero a fare servizio con la moto d'acqua e gli OPSA in quel di Donoratico. Ero abbronzato e c'erano tante fanciulle. A dirla tutta, in Umbria, stavo passando le notti in auto: troppe scosse di terremoto per dormire sereno. Pensai che ci voleva una vacanza, ma dove? Gli amici della CRI mi avevano parlato di Folgaria: lascio l'accetta e vado a scrivere un'email. Mi volete? Dopo due giorni sono arruolato: si parte per il Trentino. Al mio arrivo trovo altri sei volontari esterni, tutti pensionati, tutti veterani di Folgaria. Scopro che ogni anno sono 900 i volontari che vengono da ogni parte d'Italia a dare una mano sugli altipiani. Dopo la prima cena e aver collaborato a svuotare una bottiglia di grappa inizio a intuire i motivi di tanto successo ... chissà se la locale agenzia del turismo è al corrente della funzione promozionale svolta dal comitato. Il giorno dopo salgo in ambulanza, curioso di scoprire quali sono le caratteristiche uniche del servizio in Trentino: tanti anni in Croce Rossa mi hanno insegnato che ogni sede ha i suoi protocolli e forse anche delle manie. La mia prima sfida è re-imparare a usare la barella: da noi (Umbria, Toscana, ma anche in Piemonte) la barella si spinge dal lato dei piedi; a Folgaria dalla testa. La buonanima del mio maestro di bon-ton ambulanziero, Francesco Tatini, si rigira nella tomba. Mi ricordo i suoi lunghi teoremi sul

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modo corretto di portare la barella, le occhiate di fuoco ai colleghi ribelli della Misericordia, anche le tirate d'orecchio ai tirocinanti distratti. Qui a Folgaria il suo cuore non avrebbe retto. Poi capita di uscire in emergenza. Codice giallo, un po' di adrenalina. L'autista esce dall'ospedale ai trenta all'ora, velocità che ha dei picchi forse di trentacinque, trentasei. Posto che vai, regole che trovi. A Firenze usciamo in sirena anche per i verdi, perché la centrale riconosce che ogni tanto sbaglia ad assegnare i codici, con dei verdi che sono invece ben rossi. Le belle sorprese non tardano ad arrivare: le ambulanze sono tutte allestite allo stesso modo e non c'è da impazzire a passare da un mezzo all'altro. E sono VW, per cui i portelloni si chiudono... Il nostro responsabile dell'area 6 sarebbe felice: tutti i mezzi hanno sia la barella che la sedia, per cui organizzare i servizi diventa semplice, con un solo equipaggio per tutti gli interventi. Imparo che anche in due si può fare molto: nella mia esperienza sono uscito quasi sempre con equipaggi da tre persone, lamentandomi dell'eventualità di rimanere in due. La pratica in Trentino dimostra che due soccorritori sono sufficienti, anzi si sviluppano delle dinamiche di squadra positive, in termini di affiatamento e mutuo aiuto. Le giornate all'ospedale di Rovereto sono lunghe ma passano in fretta. Non guarirò mai dal piacere di ascoltare le storie dei pazienti, quelli almeno che hanno ancora la voglia di raccontarsi. La signora L., la signora N. e il temibile signor Z. affrescano, a

modo loro, 70 anni di vita in montagna, mi parlano di spopolamento, di solidarietà operaia, ma anche di famiglie messe in difficoltà dalla modernità. Entrare nelle case e nelle vite altrui mi fa sempre pensare che il lavoro del soccorritore sia il più bello del mondo, è un passepartout per entrare in confidenza con il caso e in intimità con le persone. Verso sera, di rientro in sede, ho preso il rito di andare in piscina. L'impianto è caldo, profumato di legno e soprattutto non c'è nessuno in acqua. Invito tutti gli OPSA a venire in montagna per godersi questa piscina. Gli stessi OPSA poi devono stare attenti, tornati in sede, perché c'è regolarmente troppo da mangiare. Ogni cena è assieme pasqua e natale, 1 2-1 4 persone a tavola, gnocchi col formaggio, due o tre secondi, dolci, vino, ammazzacaffè, tutto preparato con cura da chi è in servizio e generosamente sponsorizzato dalla sede. Dopo due settimane riparto trovando una sola, grande criticità: a Folgaria manca un calcetto. Magari, rimpicciolendo l'ufficio si riesce a trovare il posto. Alessandro Porro CRI Bagno a Ripoli


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Notizie in Breve S e c o n d o a p p u n t a m e n t o c o n A g o , fi l o e fa n t a s i a ! !

Ci troviamo il 12 dicembre, nella sede più idonea in base alle iscrizioni. Chi è interessato ad unirsi al gruppo chiami 392.6571631

Fe s ta d i N a ta l e 2 0 1 6

Mercoledì 21 dicembre alle ore 20.30 ci troviamo al Centro Civico di Carbonare per una simpatica serata in compagnia, per scambiarci gli auguri e ... si preannunciano sorprese :-) ... il tempo passato insieme è Unità, è Umanità, è Volontariato .... :-) ...non mancate!!!

Te r r e m o t o : c e r c a s i v o l o n t a r i p e r c a m p o C R I An c c a ra n o Per tutto il mese di dicembre, la CRI del Trentino dovrà garantire la presenza di un discreto numero di volontari presso il campo di Ancarano, adibito al confezionamento e distribuzione pasti per gli allevatori della zona che non possono abbandonare le lero aziende agricole piene di animali da accudire. Per disponibilità chiamare Franco Perotti per i volontari della sede territoriale di Lavarone (338.7121172) e Angela per i volontari della sede territoriale di Folgaria (392.6571631) S e rvi z i d i a c c o g l i e n z a Ricordiamo i servizi importantissimi di accoglienza ai campi migranti ma non solo! Con l'arrivo dell'inverno è iniziata l'emergenza freddo per chi non ha un tetto dove ripararsi. La CRI ha ricevuto richiesta di collaborazione da "CASA PAPA FRANCESCO" in via S. Croce in Trento per una presenza ,se possibile, di 4 notti con orario 22.0007.00. Il dormitorio apre il 1 dicembre e chiude il 31 maggio. Per disponibilità chiamare Maurizio Giori per i volontari della sede territoriale di Lavarone (392.6571627) e Angela per i volontari della sede territoriale di Folgaria (392.6571631)

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